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Document 52015IP0215

    Risoluzione del Parlamento europeo del 21 maggio 2015 sull'impatto degli sviluppi nei mercati europei della difesa sulle capacità di sicurezza e difesa in Europa (2015/2037(INI))

    GU C 353 del 27.9.2016, p. 74–81 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    27.9.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 353/74


    P8_TA(2015)0215

    Capacità di sicurezza e di difesa in Europa

    Risoluzione del Parlamento europeo del 21 maggio 2015 sull'impatto degli sviluppi nei mercati europei della difesa sulle capacità di sicurezza e difesa in Europa (2015/2037(INI))

    (2016/C 353/14)

    Il Parlamento europeo,

    visto il titolo V del trattato sull'Unione europea (TUE),

    viste le conclusioni del Consiglio europeo del 19-20 dicembre 2013 sulla politica di sicurezza e di difesa comune,

    viste le conclusioni del Consiglio del 18 novembre 2014 sulla politica di sicurezza e di difesa comune,

    viste la comunicazione della Commissione del 24 luglio 2013 dal titolo «Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente» (COM(2013)0542) e la relativa tabella di marcia per l'attuazione del 24 giugno 2014 (COM(2014)0387),

    vista la direttiva 2009/43/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che semplifica le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno delle Comunità di prodotti per la difesa (1),

    vista la direttiva 2009/81/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009, relativa al coordinamento delle procedure per l'aggiudicazione di taluni appalti di lavori, di forniture e di servizi nei settori della difesa e della sicurezza da parte delle amministrazioni aggiudicatrici/degli enti aggiudicatori, e recante modifica delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE (2),

    vista la posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell'8 dicembre 2008 che definisce norme comuni che disciplinano il controllo delle esportazioni di attrezzatura e tecnologia militare,

    visto il Quadro politico per una cooperazione sistematica e a lungo termine in materia di difesa (Policy Framework for Systematic and Long-Term Defence Cooperation), approvato dal Consiglio il 18 novembre 2014,

    visto l'accordo quadro aggiornato per la sicurezza dell'approvvigionamento tra gli Stati membri partecipanti, adottato dal comitato direttivo dell'Agenzia europea per la difesa (AED) nel novembre 2013, e il Codice di condotta associato sulla definizione delle priorità, adottato dal comitato direttivo dell'AED nel maggio 2014,

    viste le sue risoluzioni del 21 novembre 2013 sulla base tecnologica e industriale della difesa europea (3) e del 14 dicembre 2011 sull'impatto della crisi finanziaria sul settore della difesa negli Stati membri dell'UE (4),

    visto l'articolo 52 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (A8-0159/2015),

    A.

    considerando che la nuova legislazione sul mercato europeo della difesa è stata introdotta con il pacchetto difesa del 2009 e che tutti i 28 Stati membri hanno recepito le nuove disposizioni nei loro ordinamenti giuridici nazionali; considerando che il punto cruciale di questa nuova legislazione è l'introduzione di un quadro normativo basato sulla trasparenza, la non-discriminazione e la concorrenza che affronti le specificità del settore della difesa;

    B.

    considerando che gli Stati membri hanno convenuto sulla necessità di sviluppare un mercato europeo delle attrezzature e dei servizi di difesa; considerando che il Consiglio europeo ha financo chiesto l'istituzione di un regime di sicurezza dell'approvvigionamento a livello unionale; considerando che l'adeguatezza delle capacità e dell'approvvigionamento delle attrezzature, nonché un'autonomia strategica dell'UE, sono di fondamentale importanza per la sicurezza dell'Unione e del suo vicinato;

    C.

    considerando che la riuscita delle missioni di mantenimento della pace e di sicurezza nell'ambito della PSDC dipendono in larga misura dalla loro capacità di dare una risposta celere e immediata e che, quindi, un aspetto fondamentale è costituito dalla necessità di realizzare un vero e proprio mercato della difesa europeo, per eliminare duplicazioni e ridurre la burocrazia;

    D.

    considerando che la mancanza di consolidamento, efficacia dei costi e trasparenza nei mercati europei della difesa implica che le dipendenze esterne nel settore europeo della difesa potrebbero aumentare ulteriormente, in un momento in cui le minacce multiple e dirette alla sicurezza europea sono senza precedenti dalla fine della guerra fredda;

    E.

    considerando che, nel corso degli ultimi anni, gli investimenti in ricerca e tecnologia nei settori della difesa di tutti gli Stati membri, nonché gli investimenti comuni in ricerca e tecnologia nel settore della difesa nell'ambito della cooperazione europea, sono diminuiti ad un ritmo allarmante;

    L'andamento dei mercati della difesa mette a rischio l'autonomia europea

    1.

    rimane gravemente preoccupato per i tagli diffusi, e in gran parte non coordinati, operati nei confronti del bilancio della difesa nella maggior parte degli Stati membri; sottolinea che i tagli ai bilanci della difesa stanno indebolendo la capacità di difesa degli Stati membri e dell’UE e mettono in forse i livelli di capacità di garantire la sicurezza nazionale ed europea; è del parere che questi tagli diffusi non coordinati, insieme a problemi strutturali e a pratiche inique e opache, mettano a rischio l'Unione, determinando la rinuncia a mezzi e capacità strategici e facendo perdere le opportunità che potrebbero essere offerte dal coordinamento delle politiche di difesa e dal raggruppamento e dalla condivisione dei mezzi di difesa per quanto riguarda la realizzazione della prosperità e della pace nell'UE, conformemente all'articolo 21 del trattato sull’Unione europea, la sicurezza dei suoi approvvigionamenti e la difesa dei suoi cittadini e dei suoi interessi;

    2.

    è seriamente preoccupato per l'ondata di conflitti armati, di crisi a bassa intensità, di guerre ibride e «per procura», di fallimento degli Stati, instabilità e diffuse violazioni dei diritti umani nella immediate vicinanze dell'Unione europea nonché per la minaccia del terrorismo all'interno e all’esterno dell'UE; ritiene che le attuali minacce alla sicurezza siano rivolte all'UE nel suo complesso e dovrebbero essere affrontate in modo unitario e coordinato, raggruppando e condividendo le risorse civili e militari; ritiene fortemente, a questo proposito, che sia imprescindibile non sprecare risorse e che sia essenziale utilizzare al meglio il denaro dei contribuenti e fare progressi sulla via della creazione di un mercato europeo delle attrezzature di difesa e dello sviluppo di una base tecnologica e industriale della difesa europea (EDITB) competitiva, capace di generare sinergie tramite un aumento del coordinamento transfrontaliero e la garanzia delle capacità necessarie alla PSDC; ritiene inoltre che ciò sarà cruciale per migliorare l'efficienza e l'efficacia dei costi degli interventi europei nel quadro delle operazioni NATO intese a garantire sicurezza e stabilità in Europa e nel suo vicinato;

    3.

    esprime, quindi, preoccupazione per la lenta e incoerente attuazione, da parte degli Stati membri, delle direttive del pacchetto difesa 2009 e invita la Commissione ad adottare misure specifiche che garantiscano la corretta applicazione delle direttive, controllando le modalità nazionali di recepimento, al fine di evitare distorsioni del mercato; riconosce che l'introduzione di una nuova normativa costituisce un processo lungo, ma avverte che un'applicazione non corretta e diffusa rischia di generare cattive norme di esercizio, compromettendo in tal modo la realizzazione degli obiettivi delle direttive, e quindi la creazione del mercato europeo delle attrezzature di difesa, e indebolendo lo sviluppo di una EDTIB; sottolinea che il pacchetto difesa dovrebbe altresì contribuire a creare incentivi a favore della cooperazione in materia di difesa in Europa e a incoraggiare la Commissione e l'Agenzia europea di difesa a collaborare strettamente in tal senso; ricorda con rammarico la stagnazione degli appalti congiunti nel settore della difesa, che nel corso degli ultimi anni hanno registrato addirittura una flessione;

    4.

    lancia un avvertimento in relazione ai rischi delle dipendenze esterne nel settore europeo della difesa in un periodo in cui si registrano condizioni di sicurezza sempre più complesse e impegnative; mette segnatamente in guardia dinanzi all'effetto combinato della mancanza di coordinamento dei bilanci della difesa degli Stati membri, della persistente frammentazione del mercato nonostante le nuove regole del mercato interno, della crescente dipendenza dell'industria della difesa dalle esportazioni extra-UE e dell'aumento degli investimenti esteri nel settore della difesa europeo in taluni paesi, in conseguenza del quale manca la trasparenza e si cede il controllo della industrie, delle attività e delle tecnologie strategiche nazionali ed europee della difesa;

    5.

    ritiene opportuno prestare una particolare attenzione agli effetti di taluni progetti sull'autonomia e l'indipendenza dell’UE, come la cooperazione con la Russia in settori sensibili, quali il lancio di satelliti con i vettori Soyuz e il trasporto aereo strategico; sottolinea la necessità che gli Stati membri effettuino un esame delle priorità delle loro industrie militari e della difesa e forniscano incentivi per il loro sviluppo nella misura consentita dal diritto dell'Unione;

    6.

    sottolinea che una strategia industriale di difesa europea altamente competitiva, moderna e integrata è essenziale per garantire le capacità di difesa dell'Europa e produrre un impatto positivo indiretto su altri settori economici collegati; evidenzia che una maggiore cooperazione tra risorse economiche e capitale umano è imprescindibile al fine di compiere progressi nella ricerca a duplice uso, che consentano di ridurre al minimo la nostra dipendenza esterna e di garantire le forniture e le materie prime per l'industria, in particolare per le industrie critiche;

    7.

    rileva che, mentre il Consiglio europeo di dicembre 2013 non è riuscito a fornire una risposta adeguata a questa situazione, ha tuttavia delineato una serie di linee di azione per migliorare la politica di sicurezza e di difesa comune e si è impegnato a riesaminare la situazione nel mese di giugno 2015; deplora che, nonostante l'ulteriore peggioramento del contesto della sicurezza sia all'interno che ad est e a sud dell'UE, che sta compromettendo la sua sicurezza, non sia stato realizzato alcun progresso reale per quanto riguarda le attuali sfide e minacce in materia di sicurezza;

    8.

    esorta il Consiglio europeo a trarre i necessarie insegnamenti e ad adottare misure concrete per superare la frammentazione del mercato europeo della difesa; invita il Consiglio europeo a fornire orientamenti specifici per le politiche di difesa e il mercato europeo della difesa, tenendo conto delle specificità del settore della difesa, al fine di aumentarne la trasparenza e la competitività e di garantire la disponibilità delle capacità di difesa necessarie a garantire la sicurezza europea e a soddisfare gli obiettivi della PSDC;

    Il calo della domanda europea a causa dei tagli di bilancio: necessità di una maggiore cooperazione

    9.

    ritiene che gli anni caratterizzati da bilanci della difesa non coordinati in Europa debbano essere compensati da una maggiore cooperazione e da un maggiore coordinamento tra gli Stati membri, anche attraverso l'articolazione delle politiche di bilancio per la difesa e il coordinamento delle scelte strategiche in materia di acquisizione di materiale militare e a duplice uso, in linea con norme trasparenti in materia di appalti pubblici; sottolinea la necessità di approntare una pianificazione preventiva per gli investimenti strategici ai fini dell'acquisto e del rinnovamento di attrezzature gli Stati membri; ribadisce la sua richiesta di consolidamento della domanda in tutta l'UE, al fine di promuovere e sostenere una EDTIB competitiva e indipendente; sottolinea che lo sviluppo di una EDTIB efficiente e trasparente costituisce un elemento chiave per la capacità dell'Europa di proteggere i propri cittadini, interessi e valori, in linea con gli obiettivi del trattato e di adempiere alle proprie responsabilità in quanto dispensatore di sicurezza; invita la Commissione a sviluppare una strategia industriale che definisca le capacità chiavi su cui potrebbe essere creata una EDTIB;

    10.

    ricorda che i 28 Stati membri dell'Unione europea sono tuttora al secondo posto nel mondo per quanto riguarda la spesa per la difesa e le esportazioni di armi; ritiene che ciò dimostri che gli Stati membri dell'UE e l'Unione svolgono ancora un ruolo chiave nelle vendite di armi e negli appalti nel settore della difesa a livello mondiale; è del parere che una spesa combinata annuale per la difesa pari a 190 miliardi di EUR rappresenti un importo enorme di denaro dei contribuenti; ricorda altresì che numerosi studi recenti indicano che il problema principale è dato dal fatto che in molti dei 28 Stati membri dell'Unione europea i bilanci per la difesa sono spesi in modo molto inefficiente, il che causa notevoli ritardi, costi più elevati e in molti casi la mancata operatività di elicotteri, aerei da caccia e altri mezzi tecnologici seppur nuovissimi; sottolinea la necessità di procedere a una profonda riorganizzazione delle relazioni tra le amministrazioni nazionali della difesa e le industrie della difesa e di introdurre rigorosi criteri qualitativi per i risultati dei progetti realizzati nel quadro di appalti;

    11.

    è del parere che gli attuali vincoli di bilancio negli Stati membri dell'UE dovrebbero rappresentare un'opportunità per una maggiore e migliore cooperazione in materia di acquisizioni di attrezzature di difesa, al fine di realizzare un miglior rapporto costi-benefici con il denaro dei contribuenti e garantire adeguate capacità militari in tutta l'UE e una sicurezza sostenibile del sistema di approvvigionamento; ritiene che gli Stati membri si trovino di fronte alla scelta tra collaborare efficacemente per affrontare le sfide comuni o perdere capacità strategiche senza difendere né i cittadini né gli interessi nazionali ed europei;

    12.

    ricorda la necessità di una maggiore convergenza tra i processi nazionali di pianificazione della difesa e si compiace, in tale contesto, per l'adozione da parte del Consiglio del Quadro politico per una cooperazione sistematica e a lungo termine in materia di difesa; trova deplorevole, tuttavia, la sua natura non vincolante e il fatto che non sia stato introdotto un processo chiaro e strutturato; sottolinea che tale documento dovrebbe essere accolto favorevolmente dal Consiglio europeo affinché possa diventare un propulsore fondamentale; incoraggia gli Stati membri a chiedere il sostegno dell'AED nelle loro analisi della difesa nazionale e a condividere le informazioni sui piani d'investimento e sulle priorità nazionali in seno al Comitato militare dell'UE (EUMC); invita gli Stati membri ad avviare la cooperazione strutturata permanente (PESCO) quale strumento per un migliore coordinamento e ad impiegare i finanziamenti dell'UE per la cooperazione in tempo di pace; invita la Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) a presentare piani realistici per un avvio efficace della PESCO;

    13.

    chiede di dare priorità alla cooperazione e al raggruppamento e alla condivisione di iniziative e di creare gli incentivi a tal fine; invita la Commissione europea a presentare una proposta che chiarisca in che modo incentivi fiscali che non provochino distorsioni di mercato potrebbero favorire il conseguimento di tali obiettivi; prende atto della decisione del Belgio di concedere l'esenzione dall'IVA ai progetti ad hoc dell'AED e ritiene che tale esenzione dovrebbe essere estesa a tutte le attività di collaborazione dell'AED; accoglie con favore l'attività dell'AED in relazione ad un meccanismo di raggruppamento degli appalti e si aspetta che questo preveda misure destinate ad incentivare l'acquisizione cooperativa di attrezzature di difesa e un sostegno a loro favore;

    14.

    ricorda che, nell'ambito di Orizzonte 2020, COSME e dei Fondi strutturali e di investimento europei, le industrie della difesa, in particolare le PMI, possono richiedere un finanziamento dell'UE per progetti a duplice uso e di altra natura; invita la Commissione e gli Stati membri ad assistere le imprese, in particolare le PMI, a cogliere in modo adeguato le opportunità di finanziamento europeo per progetti legati alla difesa;

    15.

    sottolinea che ultimamente l'UE è sempre più confrontata a minacce e sfide nel cyberspazio, che comportano una pesante minaccia per la sicurezza dei singoli Stati membri e dell'Unione nel suo insieme; ritiene che tali minacce debbano essere valutate correttamente e che occorra intervenire a livello unionale per fare in modo che gli Stati membri dispongano di misure di sicurezza tecniche e di altra natura;

    16.

    invita il Consiglio europeo ad affrontare, nel vertice che si terrà nel giugno 2015, la necessità di razionalizzare le procedure di appalto pubblico e di aggiudicazione dei contratti in relazione alla sicurezza informatica e di garantire un maggiore coordinamento tra gli Stati membri, onde consentire all'Unione di affrontare prontamente le principali sfide globali quali il terrorismo informatico e gli attacchi informatici;

    17.

    ribadisce la sua richiesta alla VP/AR e al Consiglio di elaborare una posizione comune dell'UE sull'uso di droni armati, in cui sia assegnata la massima importanza al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario e siano trattate questioni quali il quadro giuridico, la proporzionalità, l'assunzione di responsabilità, la protezione dei civili e la trasparenza;

    Aumento delle dipendenze esterne: la necessità di un approccio comune

    18.

    mette in guardia rispetto al fatto che le imprese europee della difesa cercano sempre più spesso di compensare la riduzione del proprio fatturato in Europa attraverso esportazioni al di fuori dell'UE; esprime preoccupazione per le potenziali ripercussioni negative di tale approccio, quali il trasferimento di tecnologie sensibili e dei diritti di proprietà intellettuale ai loro concorrenti e lo spostamento della produzione al di fuori dell'UE, compromettendo così la sicurezza europea dell'approvvigionamento; ritiene che esporre l'UE al rischio che la EDTIB sia dipendente da clienti di potenze terze con diversi interessi strategici costituisca un grave errore strategico;

    19.

    ricorda che la posizione comune dell'UE sulle esportazioni di armi definisce una interpretazione comune del controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari utile al coordinamento dei sistemi nazionali di controllo delle esportazioni; ritiene che un'applicazione più coerente dei suoi otto criteri sia necessaria per fare in modo non solo che gli obiettivi generali di politica estera e di sicurezza generali abbiano la priorità sugli interessi economici a breve termine, ma anche che esistano parità di condizioni per le industrie europee;

    20.

    esorta gli Stati membri a rispettare i principi della posizione comune e a riferire pienamente, nel contesto delle relazioni annuali, sullo stato delle loro esportazioni di materiale di difesa verso paesi terzi; invita il Consiglio e la VP/AR a studiare modalità intese a migliorare l’adempimento dell'obbligo di segnalazione e ad aumentare la trasparenza e il controllo pubblico del quadro di controllo delle esportazioni ricorda che l'adesione alla posizione comune è fondamentale per la realizzazione dei principi e dei valori dell'UE, in particolare nei settori della normativa internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale e delle sue responsabilità in materia di sicurezza locale, regionale e globale;

    21.

    prende atto della comunicazione della Commissione sulla revisione della politica di controllo delle esportazioni di prodotti a duplice uso e sottolinea, in questo contesto, la necessità di garantire modalità di controllo che non ostacolino la libera circolazione delle merci e delle tecnologie nel mercato interno e di evitare interpretazioni divergenti delle norme dell'UE; esorta la Commissione a formulare con urgenza una nuova proposta legislativa per aggiornare il regime di controllo delle esportazioni dei prodotti a duplice uso onde aumentarne la coerenza, l'efficienza, la trasparenza e il riconoscimento dell'impatto sui diritti umani, garantendo parità di condizioni; sottolinea che questa proposta deve tenere conto della natura mutevole delle sfide di sicurezza e della rapidità degli sviluppi tecnologici, soprattutto quando si tratta di software e apparecchiature di sorveglianza e d'individuazione delle intrusioni e di scambi commerciali che interessano le vulnerabilità del software;

    22.

    rileva che, mentre la crescente importanza delle tecnologie a duplice uso offre vantaggi in termini di sinergie tra il settore della difesa e quello della produzione commerciale, lo rende anche dipendente dalle catene civili di approvvigionamento, che spesso basano la loro produzione al di fuori dell'Europa; chiede ragguagli alla Commissione e all'AED sui possibili rischi posti dalla crescente internazionalizzazione e sugli eventuali effetti che i cambiamenti di proprietà nel settore della difesa possono avere sulla sicurezza degli approvvigionamenti, nonché sui maggiori rischi per la sicurezza europea e nazionale, compresa l'infrastruttura digitale dell'UE; invita la Commissione a informare il Parlamento europeo a tempo debito sullo stato di avanzamento del Libro verde sul controllo delle capacità industriali nel settore della difesa e della sicurezza, annunciato per la fine del 2014, e chiede informazioni sull'esito delle annunciate consultazioni delle parti interessate;

    23.

    accoglie con favore il lavoro dell'AED e della Commissione per quanto riguarda il regime di sicurezza dell'approvvigionamento a livello di UE, come indicato dal Consiglio europeo, ed auspica una tabella di marcia con misure specifiche da presentare all'approvazione dei capi di stato e di governo nel mese di giugno 2015; invita la Commissione europea e l'AED ad illustrare dettagliatamente in che misura la proposta del Parlamento in relazione ad «un regime europeo globale e ambizioso di sicurezza dell'approvvigionamento a livello unionale (…) basato su un sistema di garanzie reciproche e un'analisi dei rischi e delle esigenze, e eventualmente utilizzando la base giuridica della cooperazione strutturata permanente» (5) sia stata inserita nei lavori preparatori; ritiene che le metodologie utilizzate in passato dalla Commissione, quali la mappatura e il monitoraggio, siano state insufficienti; sottolinea la necessità di concentrarsi su nuovi approcci alle modalità con cui garantire la libera circolazione delle attrezzature militari destinate alle forze armate dei 28 Stati membri;

    24.

    ritiene che le assicurazioni reciproche di sicurezza dell'approvvigionamento tra gli Stati membri siano un elemento fondamentale per la costruzione di un mercato europeo della difesa integrato; accoglie con favore l'accordo quadro aggiornato dell'AED sulla sicurezza dell'approvvigionamento come uno strumento che rafforza la fiducia reciproca e la solidarietà, ma si rammarica del fatto che ciò non crei alcun obbligo legale; ritiene che il regime di sicurezza dell'approvvigionamento a livello di UE debba basarsi sull'applicazione della legislazione in vigore, e in particolare sulla piena attuazione della direttiva sui trasferimenti intra-UE, al fine di rimuovere gli ostacoli alla circolazione dei prodotti per la difesa all'interno dell'UE;

    Utilizzare il pieno potenziale delle regole del mercato interno

    25.

    sottolinea che il «pacchetto difesa» lanciato dalla Commissione intende sostenere la competitività del settore europeo della difesa e che uno dei suoi obiettivi consiste nel limitare i problemi derivanti dalla frammentazione del mercato europeo della difesa, da alcuni atteggiamenti protezionistici nella concessione degli appalti per la difesa e dalla mancanza di coordinamento tra i regimi di controllo dei diversi Stati membri sui trasferimenti di prodotti per la difesa;

    26.

    sottolinea che la realizzazione di un autentico mercato unico della difesa garantirebbe una totale trasparenza ed eviterebbe le duplicazioni, causa di distorsioni di mercato; evidenzia che il successo delle missioni di pace e sicurezza della PSDC dipende in buona parte dalle loro capacità di risposta immediata e che una maggiore integrazione volta a ridurre costi e processi riveste un ruolo chiave;

    27.

    segnala che la realizzazione di un mercato europeo della difesa presuppone un'industria europea altamente competitiva, basata su innovazione e tecnologia, capace di generare sinergie attraverso una maggiore cooperazione transfrontaliera, considerata la necessità di progredire sul fronte della ricerca «a duplice uso» per assicurare la nostra indipendenza e garantire le forniture, in particolare quelle a carattere critico;

    28.

    sottolinea che per rafforzare la difesa e l'innovazione tecnologica europee e ottenere risparmi significativi, l'Europa deve creare economie di scala e disporre di un mercato unionale comune per gli appalti per la difesa, anche al fine di promuovere un'industria europea della difesa moderna, integrata e competitiva; sottolinea che sarebbe opportuno utilizzare il pieno potenziale delle regole del mercato interno per contrastare la frammentazione in corso del settore europeo della difesa e della sicurezza, che porta alla duplicazione dei programmi per le attrezzature di difesa e una mancanza di trasparenza circa i rapporti tra amministrazioni nazionali della difesa e industria della difesa, attraverso una maggiore cooperazione transfrontaliera; esorta gli Stati membri a eliminare le regole nazionali che non rispettano le direttive 2009/43/CE e 2009/81/CE e che frenano il mercato interno degli appalti per la difesa e ad applicare correttamente la direttiva 2009/81/CE, concernente gli appalti nei settori della difesa e della sicurezza, e la direttiva 2009/43/CE, concernente il trasferimento di prodotti per la difesa; invita la Commissione ad adottare misure specifiche che garantiscano la corretta applicazione delle direttive, controllando e monitorando le disposizioni nazionali di recepimento, al fine di evitare le distorsioni di mercato;

    29.

    chiede alla Commissione di promuovere tra gli Stati membri, onde ottimizzare le risorse, l'utilizzo di strumenti quali gli acquisti congiunti ricorrendo a centrali di committenza per il tramite dell'AED, come prevede la direttiva 2009/81/CE;

    30.

    esorta la Commissione ad intensificare gli sforzi per raggiungere una parità di condizioni nei mercati della difesa europei, al fine di combattere contro la pratiche protezionistiche degli Stati membri promuovendo la cooperazione transfrontaliera e un migliore accesso alle filiere industriali e adoperandosi per porre fine alla situazione in cui alcuni Stati membri agiscono solamente da fornitori e altri da meri acquirenti di tecnologie per la difesa; ritiene, a tale proposito, che il ricorso a deroghe in conformità della direttiva 2009/81/CE debba essere debitamente giustificato; invita la Commissione a informare il Parlamento circa gli effetti delle sette note di orientamento (rispettivamente su campo di applicazione, deroghe, R&S, sicurezza dell'approvvigionamento, sicurezza delle informazioni, subappalto, compensazioni) che sono già state pubblicate e rammenta che la Commissione ha intenzione di pubblicarne altre due nel 2015; ritiene che tali note rappresentino l'opportunità perfetta per la Commissione per istituire un dialogo con gli Stati membri su argomenti che non sono mai stati affrontati in modo strutturato e aperto e richiede informazioni sull'esito di tale dialogo con gli Stati membri;

    31.

    rileva che, nella sua attuale formulazione e nella pratica, l'articolo 346 del TFUE offra ancora agli Stati membri un ampio margine di discrezionalità per quanto riguarda il ricorso alla sua applicazione e per derogare quindi dall'applicazione delle leggi dell'UE in materia di appalti nei contratti per la difesa; chiede pertanto agli Stati membri di applicare in modo corretto e efficace l'articolo 346 TFUE, in modo coerente con i requisiti indicati nelle regole dell'UE, nelle direttive sul mercato interno e nelle regole sugli appalti per la difesa; rammenta che, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia dell'Unione europea, le misure di cui all'articolo 346 andrebbero limitate a casi eccezionali e chiaramente definiti e non devono superare i limiti di tali casi; avverte che un ricorso scorretto alla deroga alle regole del mercato interno danneggia attivamente la concorrenza nell'UE, frena la trasparenza, agevola la corruzione e danneggia pertanto la creazione di un mercato europeo della difesa ed è dannoso per una EDTIB funzionante e per lo sviluppo di capacità miliari credibili;

    32.

    rileva che la piena eliminazione delle compensazioni, in una prospettiva di lungo periodo, contribuirà ad un miglior funzionamento del mercato interno nel settore europeo della difesa; chiede, quindi, alla Commissione di continuare a monitorare il progressivo ritiro delle compensazioni da parte degli Stati membri non debitamente giustificato sulla base dell'articolo 346 del trattato; considera questo un prerequisito indispensabile per garantire il buon funzionamento e la trasparenza nel mercato interno nel settore europeo della difesa e una parità di condizioni per tutti i fornitori, soprattutto per le PMI;

    33.

    ricorda che gli accordi quadro, il subappalto e la suddivisione in lotti dovrebbero costituire uno strumento per aprire catene di approvvigionamento consolidate a favore delle PMI; rammenta, tuttavia, che i principi di trasparenza della catena di subappalto e di responsabilità congiunta devono essere garantiti; invita gli Stati membri, l'AED e la Commissione a lavorare insieme e con i principali appaltatori, per far sì che le PMI conoscano alla perfezione i singoli anelli della catena del valore, elemento che le aiuterà a consolidare e facilitare il loro accesso agli appalti della difesa e a prevenire uno sviluppo geograficamente non uniforme di una base tecnologica e della difesa europea;

    34.

    rileva che il recepimento da parte dell'industria dei principali strumenti della direttiva sul trasferimento della difesa, in modo specifico le licenze generali e la certificazione delle imprese della difesa, rimane molto limitato e che esistono scappatoie nell'ambito della cooperazione amministrativa tra Stati membri per garantire misure di controllo adeguate al fine di prevenire violazioni delle condizioni delle licenze di trasferimento; esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire l'uso efficace di tali strumenti nella pratica e, pertanto, accoglie con favore l'iniziativa della Commissione di istituire un gruppo di lavoro con gli Stati membri sull'armonizzazione della direttiva sui trasferimenti intra-UE;

    35.

    prende atto della tabella di marcia 2014 della Commissione intitolata «Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente» e dell'impegno assunto dalla Commissione in tale documento di studiare il modo in cui mitigare le eventuali conseguenze negative delle compensazioni richieste da paesi terzi nonché il loro impatto sul mercato interno e sull'industria europea; sottolinea l'importanza della tempestiva attuazione della tabella di marcia e di adottare ulteriori misure ove necessario; sostiene pienamente gli sforzi della Commissione intesi a fornire orientamenti pratici alle PMI che utilizzano i fondi europei nell'ambito di progetti a duplice uso;

    36.

    ricorda che gli Stati membri devono urgentemente migliorare la trasparenza delle procedure di appalto nel settore della difesa rispetto alle agenzie della Commissione e dell'Unione europea; sottolinea che specifiche pratiche di appalto, come la procedura negoziata senza pubblicazione preliminare del bando d'appalto, dovrebbero essere limitate a casi eccezionali e giustificate solo da motivi imperativi di interesse generale connessi alla difesa e alla sicurezza, conformemente alla direttiva 2009/81/CE; invita la Commissione a garantire un adeguato monitoraggio in modo tale da consentire, come da programma, che, nel 2016, il Parlamento e il Consiglio ricevano una comunicazione completa per quanto riguarda entrambe le direttive;

    37.

    ricorda l'importanza di regolari controlli delle attrezzature militari e di sicurezza da parte delle autorità di vigilanza preposte, ivi compresi i controlli relativi alla loro regolare registrazione contabile;

    38.

    sottolinea che la cooperazione tra partner strategici è essenziale per la sicurezza europea dell'approvvigionamento e incoraggia pertanto la Commissione e gli Stati membri a tenere conto degli appalti per la difesa durante la negoziazione degli accordi commerciali internazionali;

    Revisione del pacchetto appalti della difesa

    39.

    chiede alla Commissione, nelle sue relazioni di attuazione 2016 al Parlamento e al Consiglio sulle direttive 2009/81/CE e 2009/43/CE, di valutare accuratamente se e in quale misura le loro disposizioni siano state correttamente applicate e se i loro obiettivi siano stati raggiunti, e di presentare, di conseguenza, proposte legislative nel caso in cui le risultanze della relazione andassero in tal senso;

    40.

    sottolinea la necessità di introdurre ulteriori obblighi di comunicazione speciale per gli Stati membri, insieme a disposizioni relative ad adeguate garanzie di riservatezza;

    41.

    ricorda che la modernizzazione delle norme unionali in materia di appalti pubblici, di cui alle direttive 2014/24/UE e 2014/25/UE, adottate nel 2014, punta alla trasparenza della catena dei subappalti e al rispetto della normativa ambientale, sociale e in materia di lavoro; ribadisce che le nuove direttive offrono opportunità di procedure più snelle, come l'uso degli appalti elettronici, l'aggregazione della domanda e l'uso delle offerte economicamente più vantaggiose, che possono essere adattate alle specificità del settore della difesa e della sicurezza;

    42.

    chiede che, al fine di consolidare un'industria europea innovatrice e competitiva, nonché di ottimizzare i bilanci della sicurezza e della difesa, la nuova procedura «partenariato per l'innovazione» venga introdotta negli appalti della difesa, consentendo alle amministrazioni aggiudicatrici di stabilire tale procedura per lo sviluppo e il conseguente acquisto di nuovo prodotti, servizi o opere innovativi, offrendo gli incentivi di mercato necessari e sostenendo lo sviluppo di soluzioni innovative senza precludere l'accesso al mercato;

    43.

    sottolinea che nell'aggiudicazione degli appalti nel settore delle attrezzature di difesa e di sicurezza è necessario assicurare il massimo grado di protezione e di sicurezza della popolazione civile;

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    44.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Consiglio europeo, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri, all'Assemblea parlamentare della NATO e al Segretario generale delle Nazioni Unite.


    (1)  GU L 146 del 10.6.2009, pag. 1.

    (2)  GU L 216 del 20.8.2009, pag. 76.

    (3)  Testi approvati, P7_TA(2013)0514.

    (4)  GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 9.

    (5)  Testi approvati, P7_TA(2013)0514.


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