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Document 52017IE1370

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «La rivoluzione digitale nella sanità e il suo impatto sull’assicurazione sanitaria» (parere d’iniziativa)

    GU C 434 del 15.12.2017, p. 1–10 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    15.12.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 434/1


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «La rivoluzione digitale nella sanità e il suo impatto sull’assicurazione sanitaria»

    (parere d’iniziativa)

    (2017/C 434/01)

    Relatore:

    Alain COHEUR

    Decisione dell’Assemblea plenaria

    26.1.2017

    Base giuridica

    Articolo 29, paragrafo 2, del regolamento interno

     

    Parere d’iniziativa

     

     

    Sezione competente

    Mercato unico, produzione e consumo

    Adozione in sezione

    5.9.2017

    Adozione in sessione plenaria

    20.9.2017

    Sessione plenaria n.

    528

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    174/0/1

    1.   Conclusioni

    1.1.

    Di fronte alla rivoluzione digitale nel settore della sanità, il CESE giudica indispensabile mantenere e promuovere regimi di assicurazione malattia/sanitaria a beneficio di tutti, solidali, inclusivi e non discriminatori. L’inclusione e l’accesso equo di tutti a servizi sanitari (digitali o non) di qualità e l’impegno in questo senso figurano infatti tra i requisiti necessari per assicurare una copertura sanitaria universale.

    1.2.

    Conformemente ai precedenti pareri (1), il CESE ritiene che la parità di accesso all’assistenza sanitaria, che è uno degli obiettivi fondamentali delle politiche in materia, possa beneficiare dei vantaggi apportati dal digitale se vengono soddisfatte diverse condizioni:

    copertura territoriale omogenea tenendo conto delle aree scarsamente servite dagli operatori che utilizzano sistemi digitali (accesso e velocità di trasferimento dei dati),

    riduzione del divario digitale, in termini di utilizzo, tra cittadini, professionisti della sanità e operatori dei regimi di assicurazione malattia/sanitaria,

    interoperabilità dell’intera architettura digitale (basi di dati e dispositivi medici) per facilitare la continuità delle cure tra le diverse strutture e in ciascuna di esse,

    protezione dei dati sanitari, i quali non possono in alcun caso essere utilizzati a scapito dei pazienti.

    1.3.

    Lo sviluppo della telemedicina, degli oggetti connessi, delle nanotecnologie, delle biotecnologie, dell’informatica e delle scienze cognitive (NBIC) non deve indurre a considerare gli individui come semplici corpi connessi, che potrebbero essere analizzati, controllati e monitorati a distanza attraverso un programma informatico onnipotente. La tecnicizzazione della sanità spinge, in realtà, in senso contrario, a riaffermare, cioè, il ruolo chiave del rapporto interpersonale e del legame sociale alla base della pratica della medicina e delle cure sanitarie.

    1.4.

    Il CESE mette in evidenza la sfida che rappresenta l’iper-responsabilizzazione del cittadino indotto a gestire autonomamente la sua salute, cui si aggiunge quella dell’iper-individualizzazione. Con la medicina predittiva, da un lato, e gli strumenti collegati, dall’altro, la conoscenza dei rischi di salute dell’individuo così come del loro controllo tende a progredire, inducendo ad applicare politiche più personalizzate. La scoperta di questi rischi e le differenze rilevate tra un individuo e l’altro sollevano interrogativi etici importanti nell’ambito della tutela di una copertura assicurativa solidale.

    2.   Raccomandazioni

    2.1.

    Il CESE rammenta che, per riuscire a trarre vantaggio dalla rivoluzione digitale, i nostri regimi di assicurazione malattia/sanitaria ad alte prestazioni devono:

    a)

    mettere il digitale al servizio della realizzazione e dell’attivazione, e non dell’indebolimento, dei nostri diritti fondamentali in materia di salute. Il digitale deve fungere da strumento di sviluppo delle capacità individuali e collettive, nonché da potente leva al servizio dell’effettività dei diritti e dello sviluppo di nuove forme di organizzazione e di governance della sanità;

    b)

    ribadire i valori di solidarietà e di universalità alla base del nostro sistema sanitario che tutti noi siamo chiamati a salvaguardare.

    2.2.

    In nessun caso la diffusione del digitale dovrà permettere che vengano messi in discussione i principi di ridistribuzione e di mutualizzazione dei rischi sanitari e sociali, principi che costituiscono la vera chiave di volta dei sistemi di solidarietà collettiva.

    2.3.

    Il CESE sottolinea la necessità di:

    sviluppare e agevolare l’alfabetizzazione digitale sanitaria dei cittadini, al fine di incoraggiare un approccio critico verso l’informazione in materia sanitaria;

    garantire un’informazione di qualità in materia di salute, in particolare incoraggiando l’adozione di procedure di certificazione/accreditamento delle applicazioni per la salute;

    consolidare i rapporti di fiducia tra pazienti, professionisti della sanità e operatori dei regimi di assicurazione malattia/sanitaria;

    istituire un sistema di formazione adatto sia agli utenti che ai professionisti della sanità per garantire che le tecnologie digitali siano utilizzate in maniera efficiente, sicura e protetta e per agevolare i cambiamenti nel sistema sanitario;

    rafforzare il dialogo sociale quale spazio essenziale di concertazione per accompagnare i cambiamenti futuri;

    introdurre dispositivi per rendere sicuro il trattamento dei dati personali, al fine di impedire la diffusione di pratiche che portino all’utilizzo di tali informazioni in materia assicurativa (accesso, rimborso ecc.) a fini commerciali e non di salute pubblica;

    promuovere un quadro normativo dinamico che tenga conto dell’intero ecosistema (approccio multipartecipativo) e del ruolo delle organizzazioni di assicurazione malattia/sanitaria in quanto terzi di fiducia nelle loro relazioni con gli assicurati/iscritti;

    sostenere l’evoluzione della nomenclatura delle cure rimborsabili e dei servizi per il benessere offerti tenendo conto delle innovazioni tecniche rese possibili dal digitale;

    accompagnare l’evoluzione verso la «medicina delle 4 P» (2) sviluppando i servizi solidali degli organismi di assicurazione malattia/sanitaria, in risposta alle esigenze dei cittadini.

    3.   Contesto

    3.1.

    L’evoluzione digitale sta apportando sviluppi nel settore della sanità caratterizzati da una portata e da una velocità senza precedenti. Con l’esplosione degli oggetti connessi e delle applicazioni mobili per finalità sanitarie, lo sfruttamento dei megadati, l’avvento delle nanotecnologie, della biotecnologia, dell’informatica e delle scienze cognitive (NBIC), e l’offerta crescente di nuovi servizi sanitari, il digitale apre la strada a una trasformazione globale del nostro sistema sanitario.

    3.2.

    L’innovazione digitale in ambito sanitario, che non può ridursi alla sua mera dimensione tecnica o scientifica, assume molteplici aspetti grazie agli impieghi innovativi che introduce. Questi nuovi impieghi, accompagnati da un’innovazione sociale di ampio respiro, consentiranno di dare nuove risposte ai bisogni sanitari e sociali.

    3.3.

    Sono quindi direttamente interessati i rapporti che intercorrono, nel quadro di un ecosistema complesso, tra:

    a)

    il cittadino, attraverso la conoscenza del suo stato di salute;

    b)

    le professioni mediche e paramediche e il loro rapporto con il paziente;

    c)

    il sistema di assicurazione malattia nelle sue varie forme di organizzazione, di gestione e di finanziamento.

    3.4.

    Riguardo al rapporto tra l’individuo e la sua salute, ciascuno diventa più consapevole dell’importanza della sua salute e di come prendersi cura di sé. Finora, a causa della difficoltà di accedere a informazioni mediche e della conseguente ignoranza in materia, ogni individuo si trovava in una situazione di incertezza riguardo ai rischi legati a una determinata malattia. Ora invece, grazie alla moltitudine di dispositivi (ad esempio, gli oggetti connessi) disponibili, chiunque potrà controllare il proprio stato di salute e adeguare di conseguenza il proprio stile di vita.

    3.5.

    La disponibilità delle fonti di informazione permetterà a ognuno di diventare protagonista attivo della propria salute, in grado di identificare, confrontare e scegliere il servizio sanitario più adatto alle proprie necessità. Il «paziente elettronico» fornisce così un contributo alla medicina predittiva e produce dati sanitari, divenendo soggetto attivo della propria salute e di quella degli altri. A questo proposito, il consenso informato rappresenta un elemento essenziale, unitamente alla protezione dei dati, alla governance integrativa e all’utilizzo dei dati.

    3.6.

    Le nuove tecnologie inducono a porre l’accento sulla prevenzione più che sul trattamento delle malattie stesse. Esse consentiranno altresì di mettere a punto terapie più efficaci, meno invadenti e più personalizzate, in funzione delle caratteristiche genetiche e biologiche dell’individuo, e di migliorare la risposta terapeutica grazie alla disponibilità in tempo reale delle informazioni.

    3.7.

    Le professioni sanitarie si orienteranno verso nuove competenze e nuovi ambiti di intervento, organizzandosi a più livelli, soprattutto grazie a: una nuova modalità relazionale maggiormente basata sul rapporto di fiducia reciproca con il paziente; una familiarizzazione progressiva con gli strumenti digitali, anche attraverso corsi di formazione; nuovi metodi di rappresentazione delle tecniche utilizzate nella prestazione di cure e un approccio collaborativo e di condivisione tramite l’adozione di sistemi interoperabili.

    3.8.

    Il dialogo sociale deve accompagnare questi cambiamenti e rafforzare i dispositivi di formazione del personale sanitario.

    3.9.

    Riguardo ai regimi di assicurazione malattia, l’accesso a servizi di assistenza sanitaria efficienti e di qualità, sia pubblici che privati, rimane un obiettivo da conseguire per ogni cittadino europeo. Questo avrà un forte impatto sull’assicurazione malattia, dal momento che la sfida per il futuro consisterà nel costruire, a monte del rischio, soluzioni e percorsi personalizzati entro i limiti dei principi della mutualizzazione, mantenendo la sua funzione tradizionale, che è quella di consentire l’accesso ai servizi sanitari alle persone che si ammalano.

    3.10.

    L’innovazione medica generata dal digitale è potenzialmente fonte di profondi cambiamenti per l’assicurazione malattia. La dinamica che si crea porta a una individualizzazione della medicina e dei trattamenti attraverso due fonti di informazione:

    a)

    la decifrazione del genoma:

    il carattere predittivo di tale processo di decifrazione può conferire una dimensione completamente nuova all’approccio in materia di prevenzione (con la decifrazione del genoma la probabilità di un rischio sanitario diviene «nota» e la prevenzione ha quindi più senso) e può comportare importanti sfide nel campo dell’assicurazione malattia;

    b.

    i dispositivi di sanità elettronica:

    tali dispositivi comprendono, tra l’altro, gli oggetti connessi, che rientrano nell’ambito del quantified self (automisurazione) e permettono alle persone di conoscere e di migliorare il loro stato di salute.

    Image

    A questo punto occorre soffermarsi su una serie di domande e di osservazioni:

    a)

    Queste nuove fonti di conoscenza potrebbero portare alla creazione di nuove offerte e di nuovi servizi su misura, più adatti a un utilizzo da parte degli assicurati?

    b)

    La nostra futura copertura sanitaria terrà conto delle probabilità di sviluppare malattie preannunciate dalla decifrazione del nostro genoma?

    c)

    È confermato il passaggio da un approccio curativo a uno di tipo preventivo? Quali saranno le conseguenze a livello di gestione dell’assicurazione sanitaria e di finanziamento in un contesto economico difficile? I programmi personalizzati di prevenzione medica nel quadro delle piattaforme digitali dovrebbero essere rimborsati?

    d)

    Il concetto di salute è ormai sostituito da quello di benessere (3)? Questa trasformazione del sistema sanitario non induce a concepire una medicina olistica e meno curativa?

    e)

    Con questi cambiamenti, la visione del rapporto paziente/medico e assicurato/assicuratore cambierà radicalmente, passando da un modello «verticale» a un modello maggiormente «orizzontale», in cui il paziente pone domande e sviluppa «conoscenze profane»?

    f)

    Di fronte alla potenza economica dei giganti del digitale, non è forse opportuno rilanciare gli investimenti in ricerca e sviluppo da parte delle autorità pubbliche?

    4.   Impatto della digitalizzazione sul cittadino/paziente

    4.1.

    La trasformazione digitale offre la possibilità ai cittadini di agire sul loro stato di salute, sapendo però che esistono alcune barriere che ne bloccano l’accesso. L’accesso molto più ampio a conoscenze, infrastrutture e servizi innovativi e personalizzati in materia di sanità potrebbe consentire a ciascuno di noi di trasformarsi in artefice della propria salute ma anche di contribuire — in quanto prestatore di assistenza, produttore di informazioni e fornitore di dati — a migliorare la salute degli altri.

    4.2.

    L’avvento di questa individualizzazione è caratterizzato dalla nascita della cosiddetta «medicina delle 4 P»:

    partecipativa: i dati medici vengono prodotti e monitorati dai pazienti stessi, con l’ausilio di un numero crescente di oggetti connessi. Il rapporto tra paziente e medico (che non è più l’unica fonte di conoscenze mediche) sta evolvendo. Il paziente diventa soggetto attivo;

    preventiva: i pazienti che raccolgono regolarmente dati relativi alla loro salute sono sempre più attenti all’importanza di mantenersi in buona salute, aprendo in tal modo la strada a una sanità più incentrata sulla prevenzione;

    personalizzata: il flusso continuo di dati personali sempre più precisi e diversificati consente altresì lo sviluppo di un’assistenza sanitaria sempre più personalizzata;

    predittiva: i progressi tecnologici, infine, che permettono ad esempio la digitalizzazione del genoma completo delle persone, aprono la strada a un’assistenza sanitaria intesa a divenire sempre più predittiva.

    4.3.

    Alfabetizzazione e rischio di un nuovo divario — questa volta digitale — in materia di sanità

    4.3.1.

    Con alfabetizzazione sanitaria si intende la capacità di acquisire, comprendere e utilizzare informazioni per favorire la propria salute e mantenersi sani. A tal fine è necessario raggiugere un livello di conoscenze, di competenze e di fiducia personali tale da consentire di adottare misure per migliorare la salute propria e della comunità modificando gli stili e le condizioni di vita.

    4.3.2.

    Il digitale tende ad accentuare le disuguaglianze sociali sul piano della salute rafforzando il rapporto di causa-effetto tra lo stato di salute di un individuo e le sue capacità cognitive (ad esempio la capacità di trovare e comprendere un’informazione di qualità in materia di salute) e finanziarie (come la possibilità di dotarsi dei dispositivi più efficienti). Tali disuguaglianze sono più accentuate negli anziani, nelle categorie maggiormente vulnerabili e tra le persone che vivono in zone scarsamente servite dagli operatori di sistemi digitali.

    4.3.3.

    L’impiego delle applicazioni sanitarie richiede un livello di conoscenze tale da consentire di reperire, comprendere, valutare e utilizzare le informazioni sanitarie, prima di prendere decisioni quotidiane in materia di cure sanitarie, di prevenzione di malattie e di promozione della salute. Un basso livello di alfabetizzazione comporta infatti molti rischi in materia di salute, con conseguenze in termini di speranza di vita in buona salute, di decessi prematuri, di qualità di vita e di costi per il singolo e per la società.

    4.3.4.

    Non bisogna tuttavia ignorare l’insorgere di un divario digitale in seno alle professioni mediche e paramediche, che potrebbe essere colmato integrando il sistema educativo con un programma di formazione dedicato allo studio delle nuove dinamiche indotte dal digitale nel rapporto prestatore di cura/paziente.

    4.4.   L’iper-responsabilizzazione: un altro considerevole rischio del digitale

    4.4.1.

    Le pratiche di quantificazione nel settore della sanità favoriscono la microgestione individuale della salute e la iper-responsabilizzazione, a scapito di un apprendimento più collettivo. Esse trasformano gli individui in imprenditori responsabili del loro stesso comportamento, corretto o sbagliato, in materia di salute, e possono distogliere l’attenzione dalle cause ambientali o socioeconomiche dei problemi di salute pubblica.

    4.4.2.

    La non anticipazione degli effetti del digitale sull’individualizzazione, l’aumento delle disuguaglianze sociali in materia di salute e una commercializzazione maggiore della salute rischiano di mettere in pericolo i nostri modelli di assicurazione malattia/sanitaria solidale e universale.

    5.   Effetti della digitalizzazione per e tra i professionisti della sanità

    5.1.   La cartella clinica elettronica: elemento fondamentale dell’organizzazione dell’assistenza sanitaria

    5.1.1.

    Il digitale offre gli strumenti per superare la compartimentazione del sistema sanitario, agevolando la condivisione di informazioni tra strutture ospedaliere, ambulatori privati, reti sanitarie e servizi domiciliari. L’esistenza di mezzi di trasmissione sicuri e rapidi delle informazioni raccolte dai diversi soggetti coinvolti rappresenta una condizione necessaria per il coordinamento dell’assistenza e la presa in carico globale del paziente. L’organizzazione della continuità delle cure e la presa in carico multidisciplinare del paziente sono molto più facili da attuare. La disponibilità, la rapidità di accesso, lo scambio e la condivisione di dati facilitano l’assunzione delle decisioni in ambito medico. Lo scambio telematico di dati fra professionisti della salute genera un valore aggiunto diretto in termini di qualità dei servizi.

    5.1.2.

    La cartella clinica elettronica diventa uno strumento di coordinamento e di qualità delle cure a vantaggio del paziente grazie alla condivisione dei dati tra i soggetti autorizzati, purché tale condivisione sia preceduta dal rilascio del consenso da parte dell’interessato, salvo in casi di urgenza o di impossibilità. Le norme specifiche relative alle cartelle cliniche elettroniche informatizzate riguardano tutte le garanzie specifiche sui dati digitali offerte al paziente, in termini di tutela della vita privata e di accesso a tali dati. Occorre infatti assicurare il pieno rispetto del segreto riguardo alla cartella clinica e alla documentazione amministrativa.

    5.1.3.

    La cartella clinica elettronica consente di evitare gli errori legati alla scarsa leggibilità di un documento (prescrizione, referto di un esame ecc.) e facilita l’accesso alle basi di conoscenze farmacologiche, rendendo più sicura una prescrizione, in quanto questa è suffragata dalle caratteristiche del paziente. L’informatizzazione della pratica medica contribuisce a ridurre i rischi di errore e gli eventuali rischi iatrogeni.

    5.1.4.

    Le funzioni di avviso e di allerta rese possibili con l’informatizzazione della cartella clinica consentono di migliorare le misure di prevenzione (vaccinazione e screening), il monitoraggio dei pazienti affetti da patologie croniche e delle conoscenze farmacologiche, nonché la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti, oltre a rafforzare le competenze dei prestatori di assistenza sanitaria in termini di diagnosi e prescrizione dei trattamenti.

    5.1.5.

    Inoltre, sebbene la digitalizzazione delle informazioni raccolte sul paziente contribuisca a migliorare il processo di presa delle decisioni in ambito medico, nei prossimi anni assisteremo a un cambiamento radicale nelle pratiche mediche. Non sarà infatti più possibile eseguire alcuna diagnosi medica senza avvalersi di un sistema esperto o di strumenti forniti dall’intelligenza artificiale. Una rivoluzione di questo tipo è il frutto dello sviluppo parallelo della genomica, delle neuroscienze e degli oggetti connessi (NBIC), nel cui quadro solo le macchine saranno, da ora in poi, in grado di trattare l’insieme dei dati.

    5.2.   Il ruolo dell’essere umano al centro dello sviluppo di nuove pratiche mediche

    5.2.1.

    L’evoluzione della tecnologia rende possibile e incentiva lo sviluppo della telemedicina, che consente la diffusione di nuove pratiche mediche e paramediche. La telemedicina offre diversi vantaggi: migliore copertura sanitaria dei territori isolati e riduzione della necessità di spostamento di pazienti fragili, monitoraggio a distanza degli assistiti evitandone il ricovero, condivisione di competenze a distanza, possibilità di educazione terapeutica attraverso il telemonitoraggio, e concertazione multidisciplinare grazie alla televisita e al teleconsulto.

    5.2.2.

    La telemedicina, la comunicazione professionale informatizzata, la dematerializzazione dei documenti, la messa in comune delle competenze diffuse e la condivisione delle risorse intellettuali o tecnico-sanitarie faranno risparmiare tempo ai professionisti della salute che potrà essere quindi reinvestito al capezzale del paziente, in un dialogo individuale con quest’ultimo, e consentiranno di migliorare notevolmente il rapporto con l’assistito.

    6.   Impatto della digitalizzazione sulla gestione dell’assicurazione malattia/sanitaria

    6.1.   Megadati

    6.1.1.

    La progressiva informatizzazione dei nostri sistemi sanitari ha contribuito incontestabilmente a migliorare, da un lato, la gestione amministrativa e finanziaria dei dossier di assicurabilità dei cittadini (risparmi in termini di spazio e di tempo, riduzione dei prodotti di consumo e aumento della produttività, procedure di archiviazione più semplici e più sicure, vantaggi ecologici) e, dall’altro, i tempi di rimborso dei prestatori di servizi sanitari e degli istituti ospedalieri, aumentando al tempo stesso i controlli e riducendo il rischio di errori nella fatturazione delle prestazioni.

    6.1.2.

    La dematerializzazione dei moduli amministrativi ne ha ridotto i termini di trasmissione e semplificato le procedure amministrative, anche se di per sé non apporta miglioramenti diretti alla qualità dell’assistenza sanitaria. Tuttavia, essa facilita l’esercizio della professione medica, permettendo al medico di concentrarsi maggiormente sulla prestazione delle cure e meno sugli inevitabili atti amministrativi connessi.

    6.1.2.1.

    Attualmente i megadati vengono generati quando tutti i dati di tutti i pazienti/assicurati sono stati compilati, compresi quelli provenienti dalle applicazioni sanitarie. Per acquisire la capacità di analizzare l’insieme di dati provenienti da una pluralità di fonti, è necessario disporre degli strumenti necessari per collegare i dati tra di loro ed estrarre, in modo automatico ed economico, informazioni utili dai dati non strutturati.

    6.1.3.

    Grazie alle applicazioni, i dati non vengono più conservati presso lo studio medico, la struttura ospedaliera o gli organismi di assicurazione malattia/sanitaria, bensì su dispositivi o piattaforme di archiviazione cloud, la cui ubicazione fisica non si trova più necessariamente nello Stato di affiliazione all’assicurazione malattia, e nemmeno in Europa.

    6.1.4.

    In questo contesto, l’interoperabilità rappresenta una chiave di volta sia a livello europeo (con il «mercato unico digitale») che a livello nazionale. Occorre pertanto sviluppare e attuare un «quadro di interoperabilità dei sistemi di informazione sanitaria», che funga da riferimento per l’interoperabilità, stabilendo principi e norme da rispettare per lo scambio sicuro di dati sanitari, e integrando tutti gli attori della sanità elettronica.

    6.2.   Protezione dei dati

    6.2.1.

    La proprietà e la protezione dei dati sono un tema chiave per il cittadino/paziente e costituiscono un diritto fondamentale che deve essere rispettato. Il cittadino/paziente deve poter disporre liberamente dei propri dati. Questo presuppone il consenso libero, informato e continuo da parte dei cittadini alla raccolta e all’utilizzo dei loro dati. A ciò si aggiungono il riconoscimento di un diritto effettivo alla loro portabilità e lo sviluppo di soluzioni di tipo «Blue Button» (4) per la messa a disposizione della storia clinica dell’assistito.

    6.2.2.

    Il regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD), che entrerà in vigore il 25 maggio 2018, disciplina questa materia a livello europeo. Occorre tuttavia tenere conto anche della dichiarazione dell’Associazione medica mondiale sulle considerazioni etiche per quanto riguarda le basi di dati sanitari e le biobanche (dichiarazione di Taipei).

    6.3.   Assicurazione malattia/sanitaria in piena trasformazione

    6.3.1.

    Il processo di digitalizzazione sta interessando anche il settore dell’assicurazione. Inizialmente limitato a proposte di tipo informativo o comparativo (comparatori, adesioni online ecc.) o collegate alla dematerializzazione dei moduli medico-amministrativi, il processo di digitalizzazione si spingerà ben oltre questi aspetti commerciali. I nuovi metodi di quantificazione, noti come megadati, trasformeranno radicalmente il modello economico dell’assicurazione, e compariranno nuovi prodotti.

    6.3.2.

    Questa svolta esercita inevitabilmente un forte impatto:

    sulle professioni legate alla produzione, alla conservazione, alla fornitura, al trattamento e alla trasformazione di dati, mediante algoritmi, e su quelle con un elevato valore aggiunto in termini di informazione;

    sullo status del paziente che, nei confronti delle professioni sanitarie, diviene un soggetto attivo della sua salute e tende a uscire dalla relazione di dipendenza da queste professioni.

    6.3.3.

    Con l’evoluzione della tecnologia e lo sviluppo delle applicazioni per la salute, ciascun individuo sarà ormai in grado di «oggettivare» la sua attività fisica, la sua alimentazione, le sue interazioni con gli altri ecc., e l’insieme dei suoi determinanti della salute.

    6.3.4.

    L’impiego di dati di massa relativi ai cittadini potrebbe comportare il passaggio da un modello basato sulla copertura dei rischi e sulla loro mutualizzazione a un modello basato sulla copertura dei comportamenti e sull’individualizzazione dell’offerta assicurativa, il quale porta a una iper-individualizzazione. Se gli assicuratori privati con scopo di lucro sembrano in grado di posizionarsi in maniera piuttosto naturale in questo nuovo contesto, l’evoluzione potrebbe risultare più difficile per gli operatori mutualistici e i soggetti pubblici di assicurazione malattia, le cui finalità essenziali verrebbero sottoposte a tensioni.

    6.3.5.

    I responsabili della gestione dell’assicurazione malattia/sanitaria entrano a loro volta in una fase di vulnerabilità di fronte a questa evoluzione, trovandosi al centro di un intero ecosistema pluridimensionale, di cui fanno parte industriali, medici, governi, organismi regolatori, investitori e pazienti.

    6.3.6.

    I responsabili della gestione dell’assicurazione malattia/sanitaria devono far fronte a una forte inerzia legata a una regolamentazione molto severa dei dati sensibili in materia di salute, al funzionamento e al finanziamento complesso del settore medico-ospedaliero, a una catena di valore (adesione, riscossione dei contributi, liquidazione delle prestazioni) piuttosto rigida e poco reattiva, ad una normativa sui prodotti assicurativi sempre più rigorosa e, talvolta, persino al corporativismo delle professioni mediche.

    6.3.7.

    Tuttavia, i responsabili della gestione dell’assicurazione malattia/sanitaria non hanno, o non hanno più, tutti le stesse capacità di azione finanziaria, e il fabbisogno di capitale proprio necessario per tale attività appare sempre più come un ostacolo al loro sviluppo. La potenza economica dei giganti digitali apre loro le porte a investimenti diretti in quello che essi percepiscono come un mercato.

    6.3.8.

    Nonostante una migliore conoscenza dei rischi sanitari individuali, è essenziale mantenere i nostri sistemi sanitari in una logica di assicurazione collettiva e solidale. È infatti nell’articolazione tra l’adesione individuale e la protezione collettiva dall’insieme dei rischi sanitari che i nostri sistemi di assicurazione malattia/sanitaria hanno dato i migliori risultati.

    6.4.   Adeguamento dei meccanismi di rimborso

    6.4.1.

    Attualmente esistono solo pochi esempi di presa in carico finanziaria (rimborso) per l’utilizzo di applicazioni mobili nel percorso di assistenza sanitaria di una persona. Al momento, uno dei principali ostacoli consisterebbe proprio nell’assenza di modelli di rimborso adeguati che tengano conto delle nuove realtà tecnologiche.

    6.4.2.

    A fianco del modello classico di intervento statale, in cui il rimborso dipende dalle istituzioni e delle autorità nazionali, che decidono in merito alle prestazioni di sanità mobile rimborsabili (5), alcune iniziative sono state adottate anche dagli operatori dei regimi di assicurazione malattia, tra cui le mutue (6).

    6.4.3.

    Sono stati messi a punto anche sistemi di rimborso innovativi, come i programmi di incentivi e di prevenzione, che sono intesi alla prevenzione più che alla cura.

    6.5.   Nuove sfide per le organizzazioni di assicurazione malattia/sanitaria

    6.5.1.

    Gli organismi responsabili della gestione dell’assicurazione malattia/sanitaria obbligatoria, in ambito sia pubblico che privato (ad esempio le mutue), subiranno un forte impatto e in futuro si troveranno a dover affrontare le seguenti sfide:

    mettere a punto dispositivi di prevenzione, diagnosi e follow-up dei trattamenti adattati e individualizzati, e costruire, a monte del rischio, soluzioni e percorsi personalizzati entro i limiti dei principi della mutualizzazione, mantenendone la funzione tradizionale che è quella di consentire alle persone che si ammalano di accedere alle cure;

    far incontrare l’offerta di servizi sanitari con i bisogni evolutivi dei pazienti;

    accompagnare i pazienti, evitando i rischi di stigmatizzazione e colpevolizzazione: le mutue svolgono già un ruolo importante nella prevenzione, nel follow-up sia della presa in carico che dei pazienti; questo ruolo dovrebbe essere svolto anche dagli organismi pubblici di assicurazione malattia/sanitaria;

    lottare contro le disuguaglianze sociali in ambito sanitario che possono essere generate dal divario digitale, migliorando l’alfabetizzazione (in particolare attraverso il rafforzamento delle competenze);

    ridurre i comportamenti a rischio e monitorare la conformità con le prescrizioni dei professionisti della sanità. La ricerca di strumenti efficaci e adeguati ai bisogni è un obiettivo fondamentale;

    privilegiare la qualità di vita degli assistiti. Questo aspetto è collegato anche a obiettivi economici e di controllo del rischio e, di conseguenza, della spesa sanitaria;

    sistematizzare la gestione elettronica delle cartelle cliniche dei pazienti e delle relazioni con i prestatori di assistenza sanitaria, tra l’altro, con la digitalizzazione delle attestazioni di cure, la cartella clinica elettronica e la tessera sanitaria digitale;

    adeguare i rimborsi alle nuove forme di copertura e di accompagnamento dei pazienti da parte dei professionisti della salute;

    diventare soggetti terzi di fiducia per quanto riguarda l’utilizzo e la gestione dei flussi di dati sanitari e la loro raccolta, tenendo conto del rischio che tali dati possano essere utilizzati, in modo non autorizzato, per scopi commerciali.

    6.5.2.

    Le mutue sanitarie, precorritrici dell’assicurazione malattia, possono ormai mirare a garantire un accompagnamento permanente e individualizzato a ognuno dei loro assistiti. Sia per la scelta dei prodotti/servizi offerti che per l’accompagnamento dell’individuo nella ricerca del benessere o nel suo percorso di cura, le mutue sanitarie devono poter essere presenti, indipendentemente dal canale di comunicazione, nella vita dei loro assistiti, e proporre una risposta unica corrispondente ai loro bisogni.

    7.   Impatto dei soggetti «dirompenti» del digitale sull’assicurazione malattia/sanitaria e sulla società

    7.1.

    L’insieme degli elementi finora citati, che riflettono la complessità delle sfide del digitale in ambito sanitario, e l’arrivo dei nuovi operatori del web sottoporranno indubbiamente i nostri regimi di assicurazione malattia/sanitaria a una presa di potere economico.

    7.2.

    Tale sconvolgimento è certamente reso possibile dalla comparsa di sensori, divenuti economicamente accessibili e tecnicamente «affidabili», ma anche e soprattutto dalla capacità di centralizzare e analizzare i dati, tramite uno smartphone o un’interfaccia web. Si è così sviluppato un ecosistema di applicazioni per dispositivi mobili, incentrate sul principio degli obiettivi, della comunità e della «ludicizzazione». Tale ecosistema consente ai costruttori di ambienti per dispositivi mobili di definire gli standard per la gestione dei dati sanitari, attraverso i loro servizi dedicati (7).

    7.3.

    C’è da temere che i «GAFAMA» (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft e Alibaba) (8) e altri soggetti che nasceranno assumeranno in futuro una posizione di dominio in questa nuova medicina che dipende sempre di più dalle tecnologie dell’informazione e dalla relativa decodifica. E i capofila dell’economia digitale sono specializzati proprio in queste tecnologie, che utilizzano per assumere il controllo degli ecosistemi in tutti i settori.

    7.4.

    La forza di queste piattaforme consiste nel basare il loro modello di sviluppo sulla fornitura di massa di un prodotto o di un servizio collegato alla popolazione, che permette loro di accedere a una notevole quantità di dati che sono monetizzati. La monetizzazione dei dati consente di offrire numerosi servizi gratuiti, che assicurano una frequentazione di massa e alimentano un circolo virtuoso in cui ciascuno cerca di confinare il consumatore in un ecosistema il più chiuso possibile. Caratterizzato da costi marginali per la fornitura dei servizi quasi nulli, il modello economico del web favorisce naturalmente gli attori maggiori che assorbono gran parte del valore creato e dispongono quindi di capacità di investimento immense.

    7.5.

    Si teme che solo i «GAFAMA» siano in grado di sfruttare tali dati diffusi gratuitamente, incrociandoli con tutti i dati che essi raccolgono sui comportamenti degli individui. Di fronte ai giganti del digitale, presenti e futuri, è essenziale preservare la sovranità, dei cittadini, dei governi e delle istituzioni (in particolare quelle preposte alla protezione sociale) europei, per quanto riguarda l’individuazione, la raccolta e l’utilizzo dei dati sanitari da un punto di vista legale ed etico.

    7.6.

    Il valore aggiunto di queste informazioni, in particolare in materia di salute, viene in tal modo captato e controllato da tali piattaforme e non più dai produttori del sistema sanitario. Non resta quindi che mettere tali informazioni a disposizione dei «richiedenti» che potranno così utilizzarle.

    7.7.

    La protezione dei dati attraverso il sistema delle «5 V» (volume, velocità, varietà, veridicità e valori) rappresenta un valore economico che richiede un quadro normativo dinamico collegato all’intero ecosistema (approccio multipartecipativo), al fine di evitare ogni sfruttamento a fini puramente commerciali.

    Bruxelles, 20 settembre 2017

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Georges DASSIS


    (1)  GU C 458 del 19.12. 2014, pag. 54; GU C 242 del 23.7.2015, pag. 48; GU C 13 del 15.1.2016, pag. 14; GU C 13 del 15.1.2016, pag. 40; GU C 288 del 31.8.2017, pag. 1.

    (2)  Cfr. il punto 4.2.

    (3)  «I settori del benessere, della salute e delle cure fanno parte di un continuum tra normale e patologico. E tale continuum è peraltro al servizio della medicina».

    (4)  L’iniziativa «Blue Button» è stata lanciata nel 2010 dall’amministrazione statunitense per costituire una piattaforma di monitoraggio, controllo e scaricamento dei dati sanitari personali dei veterani. Il titolare dei dati può consultare e scaricare tutte le informazioni che lo riguardano: rendiconti di presa in carico, dati relativi all’assicurazione malattia e dati anamnestici (allergie, analisi mediche ecc.). Fonte: http://www.va.gov/bluebutton/.

    (5)  La Francia ha compiuto un passo importante autorizzando il rimborso dell’applicazione Diabeo, a seguito del parere favorevole espresso dalla commissione nazionale di valutazione dei dispositivi medici e delle tecnologie sanitarie. Si tratta di un software abbinato a un telemonitoraggio medico, che offre anche un percorso di apprendimento tecnico per imparare a utilizzarlo. Diabeo ha il compito di aiutare il paziente nel calcolo giornaliero delle dosi di insulina lenta e rapida necessarie, in base agli obiettivi prefissati dal medico prescrittore. L’applicazione può essere installata dal paziente su un dispositivo mobile (smartphone o tablet) oppure può essere utilizzata collegandosi a un portale web.

    (6)  È il caso di Vivoptim, messo a punto da una mutua francese (MGEN) e diffuso anche in Belgio da una mutua belga (Solidaris). Si tratta di un nuovissimo programma di sanità elettronica, utilizzato a scopo di prevenzione e accompagnamento del rischio cardiovascolare, che offre un pacchetto di servizi personalizzati, grazie a strumenti digitali e oggetti connessi, che si articolano in 3 programmi di accompagnamento e 13 percorsi di prevenzione adeguati alla situazione, alle aspettative e ai bisogni di ciascuno: dalla prevenzione per le persone in buona salute alla gestione della malattia cronica.

    (7)  Il mercato delle applicazioni mobili è essenzialmente suddiviso tra i cinque maggiori negozi online di applicazioni [90 % delle applicazioni scaricate: Play (Android), App Store (Apple), Windows Phone Store (Microsoft), App World (Blackberry) e Ovi (Nokia)].

    (8)  I giganti del mercato, ovverosia i «GAFAMA» (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft e Alibaba), tendono ad acquisire il monopolio del controllo della «salute mobile» (mHealth). Il settore della sanità pubblica è completamente invaso da queste multinazionali che vi scorgono un potenziale di espansione economica.


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