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Document 52010AE0988

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Trasformare il dividendo digitale in benefici per la società e in crescita economica COM(2009) 586 def.

    GU C 44 del 11.2.2011, p. 178–181 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    11.2.2011   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 44/178


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Trasformare il dividendo digitale in benefici per la società e in crescita economica

    COM(2009) 586 def.

    2011/C 44/33

    Relatrice: DARMANIN

    La Commissione, in data 28 ottobre 2009, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Trasformare il dividendo digitale in benefici per la società e in crescita economica

    COM(2009) 586 definitivo.

    La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 1o giugno 2010.

    Alla sua 464a sessione plenaria, dei giorni 14 e 15 luglio 2010 (seduta del 15 luglio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 141 voti favorevoli, 1 voto contrario e 1 astensione.

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1   Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la comunicazione della Commissione sul tema Trasformare il dividendo digitale in benefici per la società e in crescita economica. Si tratta di un passo avanti molto importante verso il raggiungimento di uno degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, poiché il dividendo digitale costituisce una parte integrante dell'agenda europea del digitale.

    1.2   Il CESE sostiene infatti la Commissione nello sforzo volto a garantire che gli Stati membri rispettino la scadenza del 2012 per la liberazione dello spettro. Il CESE comprende che alcuni paesi possano incontrare difficoltà e avere ragioni plausibili per non rispettare questa scadenza. Tuttavia, l'eventuale mancata osservanza del termine dovrebbe essere basata su ragioni valide e il periodo di sforamento dopo il gennaio 2012 dovrebbe essere più breve possibile.

    1.3   Il CESE riconosce che il dividendo digitale, risultante da una risorsa molto limitata come quella dello spettro, potrebbe produrre, purché il suo utilizzo sia correttamente definito e garantito, importanti benefici sociali ed economici per l'Europa. Tali benefici migliorerebbero ulteriormente il mercato unico europeo e potrebbero aumentare altresì la coesione economica, sociale e territoriale, consentendo quindi di raggiungere alcuni degli obiettivi sociali perseguiti dall'UE.

    1.4   Il CESE considera inoltre che questo progetto faro dell'agenda digitale rappresenti uno strumento efficace per promuovere i benefici offerti dall'UE. In un periodo nel quale l'euroscetticismo è in aumento e i cittadini non comprendono appieno il potenziale rappresentato da un'Europa unificata, questo progetto può offrire vantaggi chiari e tangibili sia ai privati che alle imprese. Esso migliorerà inoltre il livello di tutela dei consumatori, e il passaggio al digitale non dovrebbe comportare inutili costi per l'utente finale.

    1.5   Il CESE invita la Commissione ad avviare una strategia di comunicazione integrata che faccia comprendere le ragioni del passaggio dall'analogico al digitale e i vantaggi che ne derivano.

    2.   Introduzione/contesto

    2.1   Il passaggio dalla televisione analogica terrestre alla televisione digitale terrestre in Europa permetterà di liberare frequenze radio di alto valore, grazie alla maggiore efficienza della radiodiffusione secondo la tecnologia digitale. Il dividendo digitale offre un grande potenziale di utilizzo da parte di un'ampia gamma di servizi.

    2.2   Rappresenta un'opportunità unica che permette all'Europa di far fronte alla crescente domanda di frequenze dello spettro radio, in particolare di portare la banda larga senza fili nelle zone rurali colmando così il divario digitale; permette inoltre di incentivare l'adozione di nuovi servizi senza fili e può dare così un contributo significativo agli obiettivi di competitività e di crescita economica e rispondere ad alcune esigenze sociali, culturali ed economiche dei cittadini europei.

    2.3   Lo spettro corrispondente al dividendo digitale si renderà disponibile in tutta Europa in tempi relativamente brevi perché tutti gli Stati membri dovrebbero abbandonare completamente la trasmissione analogica al più tardi entro il 2012.

    2.4   La Commissione ha riconosciuto l'importanza dell'infrastruttura a banda larga ad alta velocità per molti degli sviluppi cruciali per il passaggio ad un'economia digitale della conoscenza e a basse emissioni di carbonio. Il Piano di ripresa economica, approvato dal Consiglio, si è già prefisso l’obiettivo di raggiungere la copertura a banda larga al 100 % tra il 2010 il 2013.

    2.5   Si creeranno nuove opportunità di innovazione. Le opportunità più ovvie di innovazione si concentrano nel settore della radiodiffusione, visto che il dividendo digitale offre ampie porzioni di spettro perché le emittenti possano sviluppare i loro servizi. Le opportunità saranno numerose anche nei settori orientati ai servizi, con importanti vantaggi sociali come nei settori sanitario, dell'e-learning, dell'amministrazione in linea, dell'e-accessibilità e nei campi in cui le piccole e medie imprese possono beneficiare di un accesso più agevole all'economia.

    3.   Vantaggi sociali ed economici insiti nel dividendo digitale

    3.1   Le ricadute potenziali per l'economia dipenderanno dal livello reale della domanda futura di nuovi servizi, che in questa fase è difficile da quantificare. Tuttavia, un recente studio della Commissione stima che un adeguato coordinamento europeo dell'intero spettro corrispondente al dividendo digitale produrrà, nel complesso, se il passaggio sarà completato entro il 2015, un beneficio potenziale da 20 a 50 miliardi di euro (in 15 anni), rispetto a una situazione nella quale ciascuno Stato membro dell'UE agisce in maniera isolata. Questa stima tiene conto delle nuove applicazioni potenziali come la radiodiffusione terrestre avanzata e la banda larga senza fili.

    3.2   L'armonizzazione delle condizioni a livello dell'UE gioverà al settore tecnologico, poiché la maggior parte dell'apparecchiatura utilizzata sarà standardizzata e razionalizzata. Inoltre, il potenziale di innovazione in questo comparto aumenterà notevolmente e sarà più mirato. Ciò sarà particolarmente utile al settore, e in special modo ai soggetti che avranno compiuto massicci investimenti nell'innovazione.

    3.3   A livello sociale, il principale effetto della liberazione dello spettro sarebbe quello di rendere la banda larga più accessibile per tutti. Ancora oggi, le zone rurali sono talvolta prive di un adeguato accesso a Internet. Grazie al dividendo digitale, Internet potrà diventare accessibile a tutti e i servizi via Internet saranno più diffusi, consolidando così ancora di più il mercato interno. Poiché la banda larga sarà disponibile anche nella maggior parte delle zone rurali, il CESE prevede che per le imprese sarà più facile insediarsi fuori dalle zone urbane, il che darà quindi luogo a uno spostamento delle attività industriali che ancora oggi sono concentrate negli agglomerati urbani per motivi di comunicazioni e di logistica. Tale spostamento potrebbe produrre ricadute positive per l'occupazione nelle zone rurali e per l'ambiente (giacché la sovrappopolazione negli agglomerati urbani non favorisce il rispetto dei principi di sostenibilità). Tuttavia, il Comitato ribadisce la sua posizione, già espressa in vari pareri, riguardo alla necessità di un servizio a banda larga universale per tutti i cittadini, affiancato da misure volte a garantire un accesso privo di ostacoli agli utenti disabili.

    3.4   Il cliente avrà una scelta migliore, poiché avrà a disposizione un numero maggiore di canali televisivi, oltre servizi di alta qualità, con un utilizzo dello spettro più ridotto. Inoltre, la possibilità di vedere contenuti televisivi attraverso supporti multimediali mobili conferisce una nuova dimensione alla fruibilità televisiva. Il dividendo digitale determinerà anche un considerevole miglioramento della qualità della vita degli utenti. Il CESE fa presente che gli Stati membri dovrebbero garantire che, durante la fase di abbandono dell'analogico, i consumatori continuino a essere adeguatamente protetti e che non siano costretti a compiere spese inutili.

    3.5   Il dividendo digitale offre l'ulteriore vantaggio di mostrare le potenzialità e i benefici di un'Europa unita i cui Stati membri applicano uno stesso standard. In un periodo nel quale l'euroscetticismo è in aumento, il dividendo digitale rappresenta un altro vantaggio tangibile del quale può beneficiare tutta l'UE.

    4.   Considerazioni necessarie

    4.1   L'abbandono delle trasmissioni televisive analogiche e il contemporaneo passaggio alla televisione digitale consentiranno certamente di utilizzare in modo molto più efficace lo spettro delle frequenze. Con la televisione digitale, infatti, un singolo canale radiotelevisivo (con un'ampiezza di 8 MHz) consente la diffusione simultanea in media di cinque o sei programmi diversi. Ciò significa che, una volta completata la transizione al digitale, le frequenze utilizzate per la trasmissione televisiva dovrebbero ridursi a un quinto o a un sesto dello spettro necessario in precedenza. Nei paesi nei quali saranno introdotte le reti a frequenza singola (SFN), il guadagno di frequenze potrà essere addirittura dieci volte superiore dopo la distribuzione ottimale delle diverse reti televisive.

    4.2   Non c'è alcun dubbio che lo spettro liberato rappresenti una risorsa preziosa, in particolare nei paesi nei quali la televisione via cavo è poco diffusa e lo spettro di radiofrequenze è quindi una risorsa effettivamente limitata. Le nuove frequenze disponibili possono essere utilizzate in maniera ottimale per la fornitura di servizi a banda larga senza fili, che sono particolarmente preziosi per le zone rurali nelle quali l'assenza di servizi Internet ad alta velocità è senza dubbio una causa di inerzia economica e di esclusione sociale. Il Comitato ritiene che questi servizi contribuiranno a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale di queste zone.

    4.3   Finora le ragioni del passaggio dall'analogico al digitale non sono state forse spiegate adeguatamente. Il pubblico può avere la percezione che questa transizione serva unicamente agli interessi commerciali degli operatori televisivi, poiché l'adeguamento degli apparecchi nelle case potrà comportare dei costi. È fondamentale quindi definire e realizzare una strategia di comunicazione adeguata in modo da far conoscere la vera ragione del passaggio al digitale.

    4.4   È fondamentale che tutti gli Stati membri condividano una banda comune per consentire la fornitura di un servizio universale in tutta l'UE e a tutti i cittadini europei. La scelta ottimale è la banda degli 800 MHz, che si situa nell'intervallo compreso tra i 790 e gli 862 MHz della sottobanda UHF.

    4.5   La Conferenza europea delle amministrazioni postali e delle telecomunicazioni (CEPT) sarà incaricata di elaborare le specifiche tecniche per l'armonizzazione della banda degli 800 MHz, in stretta collaborazione con le diverse autorità nazionali di regolamentazione che conoscono da vicino la situazione attuale dello spettro nei rispettivi paesi.

    4.6   Per aprire la banda degli 800 MHz alle telecomunicazioni a banda larga e senza fili è essenziale che gli Stati membri completino la fase di spegnimento delle trasmissioni analogiche entro una determinata data. Al momento attuale la scadenza è fissata al 1o gennaio 2012, ma sembra che non tutti gli Stati membri la rispetteranno. È tuttavia essenziale che coloro che non riusciranno a completare in tempo la fase di abbandono dell'analogico lo facciano in un tempo relativamente breve prima della fine del 2012.

    4.7   A causa della loro difficile situazione finanziaria, numerosi operatori, che sono attualmente costretti a passare ai trasmettitori televisivi digitali in quegli Stati membri nei quali è in atto la fase di abbandono dell'analogico, non sono in grado di acquistare un'attrezzatura di buon livello (fabbricata in genere nell'UE). In queste difficili circostanze, si trovano quindi costretti ad acquistare attrezzature di radiodiffusione meno care ma anche meno efficienti e meno affidabili, prodotte in genere in Estremo Oriente. Di conseguenza, queste apparecchiature potrebbero andare fuori uso già nel giro di soli due o tre anni, costringendo così gli operatori a rieffettuare l'acquisto di nuove attrezzature per la radiodiffusione (le quali si spera offrano maggiore affidabilità e prestazioni più elevate).

    4.8   Nell'attuale scenario economico gli operatori televisivi, in particolare quelli piccoli, potrebbero avere difficoltà a reperire le risorse necessarie a finanziare la sostituzione dell'attrezzatura imposta dal passaggio al digitale. Il CESE ritiene perciò che dovrebbe essere creato un sistema di prefinanziamento in modo da venire incontro a queste PMI nel processo di adeguamento alle nuove tecnologie. Tale sostegno non deve necessariamente assumere la forma di finanziamenti a fondo perduto e potrebbe consistere nel rendere disponibili, prima dell'investimento, dei fondi che saranno poi restituiti entro un periodo ragionevole, come nel caso dei prestiti. Inoltre si dovrebbero istituire regimi di garanzia rivolti anche a sostenere le PMI che operano in questo settore.

    4.9   Il risultato complessivo potrebbe essere una qualità scadente del servizio televisivo per gli utenti finali e una perdita economica per le emittenti, le quali, a causa delle temporanee difficoltà finanziarie, sono costrette a compiere lo stesso investimento due volte. La proroga del termine per completare la fase di spegnimento delle trasmissioni analogiche o la concessione di aiuti finanziari alle emittenti eviterebbe questi problemi e consentirebbe di realizzare una rete armonizzata in tutti gli Stati membri.

    4.10   Gli Stati membri saranno invitati a liberare la sottobanda dei 790-862 MHz per il dividendo digitale, senza che vi sia però alcun obbligo in tal senso. Se in un determinato paese la situazione dello spettro è tale da non consentire di collocare tutti i servizi televisivi nella parte rimanente della banda UHF, il paese in questione potrà mantenere le trasmissioni televisive nella banda degli 800 MHz. Come soluzione di compromesso, i paesi possono anche scegliere di consentire alle trasmissioni televisive e ai servizi a banda larga senza fili di utilizzare simultaneamente le stesse frequenze.

    4.11   Poiché, nel lungo periodo, tutti gli Stati membri utilizzeranno probabilmente la banda degli 800 MHz per i servizi a banda larga senza fili, è fondamentale definire specifiche tecniche adeguate al fine di evitare nocivi «effetti di frontiera» che certamente danneggerebbero i servizi a banda larga senza fili a causa dei livelli di potenza più bassi utilizzati per le reti di telefonia mobile.

    4.12   Lo stesso problema si presenta nel caso di paesi terzi che confinano con l'UE. In questi paesi è assai probabile che i servizi esistenti di radiodiffusione ad alta potenza nella banda degli 800 MHz possano interferire con quelli a banda larga senza fili adottati dai vicini Stati membri dell'UE. Quando si presenta un problema di interferenza con un paese terzo limitrofo dell'UE, l'unica soluzione è quella di negoziare un accordo con quel paese sull'assegnazione delle frequenze dei suoi trasmettitori televisivi situati vicino al confine con l'UE, sebbene questo possa non essere un compito facile.

    4.13   L'obiettivo ottimale per gli Stati membri dell'UE che adottano la banda degli 800 MHz ai fini del dividendo digitale è quello di trovare un giusto equilibrio tra i vantaggi economici e sociali prodotti dall'utilizzo dello spettro da parte degli operatori di telecomunicazioni (che trarranno beneficio dalla nuova larghezza di banda disponibile) e degli operatori di radiodiffusione (che trarranno beneficio da un migliore utilizzo della larghezza di banda disponibile e da servizi supplementari ad alto valore aggiunto come le applicazioni interattive di sanità elettronica, e-learning, amministrazione in linea, accessibilità elettronica ecc.).

    4.14   Gli Stati membri dovrebbero adoperarsi per realizzare servizi di pubblica utilità attraverso la rete televisiva digitale e, al tempo stesso, consentire la fornitura di servizi di facile accesso nell'ambito dei nuovi servizi a banda larga mobili resi possibili grazie alle frequenze del dividendo digitale. Se procederanno in questo modo, le loro politiche funzioneranno in maniera neutrale, garantendo gli interessi economici sia delle emittenti sia degli operatori di telecomunicazioni.

    4.15   Un aspetto molto interessante derivante dalla creazione del nuovo dividendo digitale è rappresentato dall'aumento dei servizi televisivi che saranno disponibili attraverso le reti telefoniche mobili di nuova generazione (3G e superiore). Ciò significa che in qualche modo gli operatori di telefonia mobile potrebbero offrire gli stessi servizi di quelli in genere forniti dalle emittenti televisive tradizionali, aprendo così un nuovo contesto di concorrenza.

    È consigliabile, tuttavia, evitare di realizzare reti ibride gestite contemporaneamente dalle emittenti e dagli operatori di telecomunicazioni. In tal modo queste due categorie di operatori rimarranno completamente indipendenti, impedendo la nascita di modelli imprenditoriali che potrebbero essere sfavorevoli per i consumatori.

    4.16   Le applicazioni interattive che potranno essere offerte dalle emittenti televisive nel quadro dei loro nuovi programmi digitali possono essere sviluppate su qualsiasi standard per servizi televisivi interattivi. Tuttavia, è consigliabile utilizzare tecnologie come lo standard MHP (Multimedia Home Platform, uno standard aperto di interfaccia software (middleware) per la televisione digitale interattiva sviluppato all'interno del progetto DVB), perché si tratta di una tecnologia europea e oltretutto di tipo completamente aperto. Esso non richiede infatti il pagamento di diritti di licenza e offre vantaggi economici agli operatori e, soprattutto, agli utenti finali. Sono disponibili anche altre tecnologie, ma è preferibile scegliere uno standard aperto, qualunque esso sia, per garantire agli utenti finali l'accesso a questa nuova tecnologia.

    4.17   Per giungere in modo efficiente all'abbandono delle trasmissioni analogiche nell'UE è necessario adottare un approccio di cooperazione coordinata tra gli Stati membri, in modo da consentire un continuo scambio di esperienze, soprattutto per quanto riguarda la pianificazione della rete di televisione digitale e l'efficienza ottimale dello spettro. Il CESE ritiene che le emittenti pubbliche nazionali debbano svolgere un ruolo fondamentale in questo scambio all'interno dell'UE. Il loro «status pubblico» implica infatti che esse offrano un servizio pubblico. Gli operatori televisivi pubblici di un paese dovrebbero quindi essere disponibili a fornire servizi di consulenza agli operatori televisivi pubblici di altri paesi (Stati membri dell'UE e paesi terzi). Questo approccio consentirebbe in particolare di garantire una formazione rapida ed efficace degli operatori televisivi dei nuovi Stati membri, nei quali lo sviluppo delle reti di televisione digitale si trova in genere in una fase meno avanzata.

    4.18   Nel processo di apertura della banda degli 800 MHz ai nuovi servizi a banda larga senza fili occorre tenere conto del fatto che le emittenti televisive che attualmente trasmettono sulle frequenze VHF dovranno probabilmente passare (in una data ancora da stabilire) alla banda UHF qualora i corrispondenti canali VHF siano utilizzati dalla trasmissione radiofonica digitale terrestre (Digital Audio Broadcasting - DAB). Il passaggio alla radio digitale non contribuirà, di per sé, al dividendo digitale perché non è ancora chiaro se sarà abbandonata anche la radiofonia analogica. Inoltre la porzione di banda eventualmente liberata sarà talmente esigua che non apporterà alcun contributo significativo al dividendo digitale. Tuttavia, i nuovi servizi DAB utilizzeranno sicuramente le stesse frequenze VHF attualmente utilizzate dagli operatori televisivi, e questo fatto contribuirà ulteriormente ad aumentare l'affollamento dello spettro dei canali da 21 a 60 della banda UHF.

    4.19   Va osservato anche che, nel processo di apertura della banda degli 800 MHz ai nuovi servizi, le emittenti televisive che attualmente utilizzano i canali da 61 a 69 (nella banda degli 800 MHz) dovranno spostarsi su un altro canale della banda UHF, mentre quelle che attualmente utilizzano i canali da 21 a 60 non saranno obbligate a compiere alcun cambiamento. Le emittenti che utilizzano la banda degli 800 MHz risulteranno quindi nettamente svantaggiate a causa del denaro e del tempo che dovranno investire. Esse saranno inoltre costrette a spegnere i loro trasmettitori durante il cambiamento di canale, subendo quindi una perdita temporanea di introiti pubblicitari. In virtù del principio fondamentale di equità sarebbe quindi opportuno fornire un aiuto finanziario a queste emittenti svantaggiate in conformità con le disposizioni del Trattato in materia di aiuti di Stato.

    4.20   Per raggiungere un'efficienza ottimale dello spettro, è certamente auspicabile che le nuove tecnologie adottate (come la codifica MPEG-4 e lo standard DVB-T2) consentano di trasmettere un numero ancora più alto di canali televisivi su una banda più stretta. Allo stesso tempo, l'adozione di queste nuove tecnologie non dovrebbe avere forti ripercussioni sui costi a carico degli utenti finali, altrimenti l'accessibilità universale dei nuovi servizi ne risulterebbe seriamente compromessa.

    4.21   Un'altra tecnologia utile per sfruttare in maniera ottimale le risorse (limitate) dello spettro è rappresentata dalle reti a frequenza singola (SFN). Questa tecnologia consente di creare una rete regionale utilizzando un'unica frequenza, mentre con il sistema multifrequenza tradizionale sono necessarie almeno tre o quattro frequenze per consentire la diffusione di una rete televisiva di medie dimensioni. Per utilizzare una frequenza singola, tutti i trasmettitori della rete devono essere sincronizzati sulla base di un riferimento temporale comune. Il solo metodo attualmente utilizzato è il sistema di posizionamento satellitare GPS (Global Positioning System), che è un'applicazione militare interamente gestita dagli Stati Uniti. Ciò significa che tutte le reti televisive digitali SFN dipendono al 100 % da questo sistema, che potrebbe essere modificato o disattivato in qualsiasi momento dalle autorità statunitensi, creando così un problema enorme per questi operatori televisivi.

    4.22   Il GPS, tuttavia, non è il solo sistema che consente la sincronizzazione della rete. Altri sistemi alternativi potenziali potrebbero rappresentare una fonte di sincronizzazione comune. L'UE potrebbe adoperarsi per un rapido completamento del progetto Galileo, che potrebbe diventare l'alternativa europea al GPS e consentirebbe agli Stati membri dell'UE di essere pienamente indipendenti da un sistema militare statunitense.

    4.23   Una delle soluzioni proposte per sfruttare in maniera ottimale le frequenze del dividendo digitale è quella di utilizzare dispositivi intelligenti a banda larga senza fili capaci di effettuare la ricerca automatica delle radiofrequenze libere (anche tra i servizi di trasmissione televisiva esistenti) e di utilizzare, durante il loro normale funzionamento, le frequenze disponibili in maniera dinamica avvalendosi di sistemi a inseguimento continuo della frequenza. Questi sistemi (definiti «radio cognitiva») rappresenterebbero sicuramente una soluzione tecnica perfetta per massimizzare il dividendo digitale, ma il rischio è che alla fine il costo per l'utente finale possa raggiungere un livello tale da impedire l'accessibilità universale al dividendo digitale.

    4.24   Per aprire completamente la banda degli 800 MHz ai nuovi servizi a banda larga senza fili, tutti i sistemi di trasmissione a bassa potenza utilizzati per l'intrattenimento o per gli eventi sportivi (sistemi di «microfono senza fili») dovrebbero essere trasferiti su frequenze situate al di fuori di tale banda al fine di evitare interferenze dannose con i nuovi servizi del dividendo digitale. Questi sistemi rappresentano un tipico esempio di utilizzo secondario dello spettro rimasto inutilizzato tra due aree coperte attivamente dalla radiodiffusione. Alcuni di questi sono utilizzati a scopo professionale (ad esempio, durante i giochi olimpici o durante i concerti di musica ufficiali) e occupano frequenze dello spettro UHF con regolare licenza d'uso. Molti altri invece operano sulla base di un'autorizzazione generale che non richiede la concessione di licenze individuali. Sarebbe quindi opportuno definire un'attenta regolamentazione di questi servizi in maniera coordinata a livello UE per evitare che le frequenze del dividendo digitale siano disturbate da interferenze prodotte da sistemi che continueranno a utilizzare lo spettro anche dopo l'abbandono definitivo delle trasmissioni analogiche.

    4.25   Un'altra questione molto delicata da risolvere è quella della presenza di servizi militari che trasmettono su frequenze UHF in alcuni Stati membri e/o in alcuni paesi terzi confinanti. Queste trasmissioni costituiranno un'altra fonte di interferenza per i nuovi servizi di comunicazione del dividendo digitale. Occorrerà quindi portare avanti dei negoziati prudenti con le autorità militari dei paesi interessati allo scopo di trasferire questi servizi su altre porzioni dello spettro di radiofrequenza.

    Bruxelles, 15 luglio 2010

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Mario SEPI


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