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Document 52008AE0074

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito al Libro bianco sullo sport COM(2007) 391 def.

    GU C 151 del 17.6.2008, p. 36–40 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    17.6.2008   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 151/36


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito al Libro bianco sullo sport

    COM(2007) 391 def.

    (2008/C 151/12)

    La Commissione, in data 11 luglio 2007, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito al:

    Libro bianco sullo sport

    La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 19 dicembre 2007, sulla base del progetto predisposto dalla relatrice KOLLER.

    Il Comitato economico e sociale europeo, in data 16 gennaio 2008, nel corso della 441a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 125 voti favorevoli, 1 voto contrario e 2 astensioni.

    Il Libro bianco sullo sport, adottato dalla Commissione europea l'11 luglio 2007, rappresenta la prima analisi esaustiva della situazione dello sport in Europa, completa di un esame dei problemi del settore e di un piano d'azione specifico.

    1.   Raccomandazioni e proposte

    1.1

    Il CESE raccomanda agli Stati membri di definire delle priorità a livello comunitario sulla base delle iniziative descritte a grandi linee nel Libro bianco e nel piano d'azione che ne è parte integrante: tale definizione dovrebbe essere realizzata in conformità con le disposizioni del Trattato di Lisbona — la cui entrata in vigore è prevista, nella migliore delle ipotesi, nel 2009 — che all'articolo 149 sottolinea il ruolo dello sport in relazione con i settori dell'istruzione e della gioventù.

    1.2

    Il futuro dell'Europa dipende dalla salute e dalla produttività dei suoi cittadini. Il CESE esprime profonda preoccupazione per il fatto che patologie causate dall'obesità e da uno stile di vita sedentario e che colpiscono l'intera popolazione si siano diffuse a livelli allarmanti persino tra i giovani.

    1.3

    Il CESE raccomanda di tener conto sia del livello comunitario che della dimensione multidisciplinare nella pianificazione dei nuovi programmi di promozione dell'attività sportiva a vantaggio della salute. L'adozione di un approccio comune da parte di alcuni servizi della CE potrebbe avere un impatto positivo sui provvedimenti frammentari e poco coerenti attuati da organismi pubblici dei singoli Stati membri.

    1.4

    Il Comitato sottolinea inoltre l'importanza di dare attuazione a misure che siano al tempo stesso indispensabili e coerenti con il principio di sussidiarietà. Esorta altresì la Commissione a continuare a svolgere un ruolo centrale nel coordinare e promuovere le iniziative necessarie in questo campo.

    1.5

    Nell'insegnamento primario e secondario dovrebbero essere previste come minimo tre ore settimanali di educazione fisica obbligatoria. Il Comitato raccomanda inoltre che anche nelle università sia offerta la possibilità di praticare attività sportive e che i corsi di educazione fisica figurino tra le materie obbligatorie dei programmi di studio. Tanto nelle scuole primarie e secondarie quanto nelle università l'educazione fisica e l'attività sportiva — a prescindere dal fatto che siano dispensate o praticate individualmente o collettivamente — devono essere accessibili a tutte le categorie di alunni e studenti, inclusi quelli con disabilità. Allo stesso tempo si deve prestare attenzione alle condizioni dell'attività sportiva nelle scuole, e soprattutto a quelle degli impianti sanitari da utilizzare dopo tale attività; si tratta di condizioni spesso scoraggianti, che certo non incentivano i giovani a fare sport.

    1.6

    Si dovrebbero esortare le parti sociali, a tutti i livelli, a favorire uno stile di vita sano. Bisognerebbe inoltre creare incentivi per i datori di lavoro affinché adottino misure di promozione della salute a livello aziendale, ivi compresi programmi di attività fisica.

    1.7

    Il CESE raccomanda la creazione di un gruppo di lavoro in materia, al quale affidare il compito di esaminare le pratiche in uso negli Stati membri ed esplorare le possibili opzioni per l'inclusione, in particolare, delle persone con disabilità.

    1.8

    Il CESE ritiene utile avviare campagne di informazione sulla possibilità, introdotta solo di recente, di presentare domanda di finanziamento, dato che sino ad oggi le disposizioni in materia previste dai programmi comunitari per il settore sportivo erano limitate. Raccomanda inoltre che tali azioni di sensibilizzazione confluiscano in una strategia integrata di più ampio respiro: le campagne di informazione non dovrebbero infatti rivolgersi esclusivamente ai giovani, ma partire dal presupposto che la pratica dell'attività sportiva comporta dei benefici per tutte le fasce di età, comprese le persone con disabilità.

    1.9

    Il CESE raccomanda di creare una dotazione a parte all'interno dei fondi strutturali, che potrebbe essere impiegata per la realizzazione di adeguate infrastrutture sportive e ricreative, destinate alle comunità locali o polivalenti. Fa tuttavia presente che spesso gli enti locali e regionali tendono piuttosto a costruire grandi arene sportive che a preoccuparsi di apprestare impianti e altre infrastrutture per permettere ai cittadini la pratica sportiva. Per questo i fondi strutturali devono essere destinati in primo luogo proprio a mettere a disposizione del pubblico installazioni di questo tipo.

    1.10

    Il Comitato accoglie con soddisfazione la proposta di ridare vita al Forum europeo dello sport: il Forum difatti può costituire una valida piattaforma per instaurare il dialogo tra tutti i principali soggetti interessati e servire all'elaborazione di provvedimenti concreti in grado di migliorare la pratica dell'attività sportiva.

    1.11

    Il CESE gradirebbe prendere parte in veste di osservatore ai lavori del Forum europeo dello sport, poiché questo consentirebbe alle opinioni espresse dalla società civile di avere un'incidenza diretta.

    1.12

    Il CESE raccomanda che al gruppo di lavoro sul finanziamento dello sport venga anche affidato il compito di passare in rassegna le norme dei regimi fiscali e di previdenza sociale dei singoli Stati membri in materia di sport, allo scopo di ricavarne un inventario delle migliori pratiche.

    1.13

    Il CESE ritiene indispensabile contrastare la criminalità nelle aree circostanti i luoghi che ospitano i grandi eventi sportivi nazionali e internazionali, con particolare riguardo alla tutela di donne e bambini.

    1.14

    Il Comitato ritiene altresì che nel caso delle organizzazioni sportive che ricevano direttamente o indirettamente fondi comunitari, che partecipino a competizioni con squadre e atleti professionisti e il cui bilancio annuale superi i 5 (cinque) milioni di euro, i dirigenti/direttori esecutivi dovranno provare, ogni anno, l'origine dei loro redditi e dei beni acquisiti, sull'esempio di quello che avviene per i titolari di cariche pubbliche o per i politici.

    1.15

    Il dialogo sociale dovrebbe coinvolgere anche palestre, organizzazioni senza fini di lucro e sportivi professionisti, come pure le seguenti figure professionali: insegnanti di sport e allenatori, scienziati e medici dello sport, fisioterapisti, massaggiatori, ecc. Bisognerebbe inoltre tenere conto di quelle categorie professionali che traggono profitti considerevoli dallo sport, come allenatori, manager, organizzatori, agenti, promotori, rivenditori, ecc. In ogni Stato membro andrebbe incoraggiato un dialogo sociale di portata nazionale in tutti i settori dello sport.

    2.   Contesto del Libro bianco

    2.1

    Lo sport interessa tutta una serie di aspetti della realtà sociale: istruzione, cultura, attività economica e libera concorrenza, libera circolazione dei beni e delle persone, diritti umani e assistenza sanitaria. È evidente che, al di là del suo peso economico, lo sport presenta una notevole rilevanza sociale anche per molti altri motivi.

    2.2

    Negli ultimi anni lo statuto delle società sportive è notevolmente cambiato: sono sempre meno, infatti, le società limitate alla sola dimensione amatoriale (volontariato) e nazionale, e sempre più numerose quelle che si sono trasformate in vere e proprie imprese, disciplinate in quanto tali dalle regole del mercato interno.

    2.3

    L'Unione europea non dispone ancora di una competenza giurisdizionale diretta in materia di sport: gli effetti su questo settore sotto il profilo giuridico discendono infatti dal diritto comunitario derivato (ad es. la giurisprudenza dei tribunali comunitari) o dall'applicazione diretta del diritto comunitario primario, che vale anche in questo ambito.

    2.4

    Prima della pubblicazione del Libro bianco l'Unione europea non disponeva di una strategia per il settore dello sport, che era però già contemplato da tutta una serie di politiche comunitarie: è infatti menzionato nel Trattato di Amsterdam del 1997 e, successivamente, nella relazione di Helsinki sullo sport del 1999, in cui la Commissione europea annunciava misure per rafforzarne il ruolo sociale e educativo, sottolineato del resto da tutti i documenti citati.

    2.5

    Nel 2000 anche il Consiglio europeo di Nizza ha formulato una dichiarazione sullo sport, mentre la Conferenza intergovernativa del 2004 ha deciso di includere delle disposizioni specifiche in materia nel Trattato sull'UE.

    2.6

    Il Parlamento europeo, per parte sua, ha adottato due relazioni su tematiche attinenti al settore dello sport (1). Infine è stato elaborato, in piena autonomia dalla Commissione, un importante documento sullo sport europeo, intitolato Rapporto indipendente sullo sport in Europa  (2) e suddiviso in due parti, di cui la prima presenta una disamina generale dello sport in Europa, mentre la seconda è un'analisi del settore dalla prospettiva del calcio europeo.

    2.7

    Il Trattato di Lisbona, che nella migliore delle ipotesi dovrebbe essere adottato nel 2009, dedica un intero paragrafo allo sport, facendone quindi — finalmente — uno dei settori che rientrano nelle competenze dell'Unione.

    2.8

    La redazione del Libro bianco è stata preceduta da un vasto esercizio di consultazione — con la partecipazione di organismi pubblici, ONG e la società civile organizzata dei singoli Stati membri, comitati olimpici e responsabili delle decisioni in materia, conferenze e riunioni ministeriali informali — che è andato di pari passo con una consultazione on line durata parecchi mesi, al termine della quale si sono registrate 777 risposte. Dal canto loro, le direzioni generali della Commissione europea hanno convocato una serie di riunioni per definire un accordo sugli aspetti relativi allo sport di ciascun settore politico. Il Libro bianco delinea una serie di iniziative di vasta portata per lo sport sia amatoriale che professionistico, senza tuttavia venir meno al principio secondo cui lo sport rimane materia di competenza nazionale.

    2.9

    Dall'analisi dei risultati delle consultazioni emerge chiaramente che le problematiche fondamentali del settore sportivo sono riconducibili ai seguenti tre aspetti principali:

    il ruolo sociale dello sport,

    la sua dimensione economica,

    i problemi organizzativi del settore.

    2.10

    Accanto a questi aspetti essenziali, sono poi state individuate altre sei problematiche ben distinte e con caratteristiche molto diverse l'una dall'altra, vale a dire:

    l'incertezza dovuta all'assenza di un quadro normativo comunitario,

    i problemi di gestione delle attività sportive, soprattutto per gli sport professionistici: ad esempio, le pratiche illegali di agenti che non garantiscono una tutela sufficiente a giocatori minorenni, come pure i fenomeni del doping, del razzismo e della violenza nello sport,

    le difficoltà legate al finanziamento dello sport in generale e agli strumenti convenzionali di raccolta fondi, e più in particolare le modalità di finanziamento dello sport a livello locale,

    la scarsità di dati sul settore dello sport di cui dispongono i politici per definire le loro azioni,

    il numero crescente di persone in sovrappeso o che soffrono di obesità, malattie cardiovascolari e artrite causate dalla mancanza di attività fisica, e

    l'insufficiente integrazione dello sport nella più ampia tematica dell'istruzione.

    2.11

    Sulla scorta di questa analisi la Commissione ha riconosciuto che l'UE deve rivolgere una maggiore attenzione alle caratteristiche specifiche dello sport e affrontare i problemi così messi in luce. È ormai evidente l'esigenza che allo sport sia dato più ampio risalto nei programmi e nelle misure dell'Unione, sia vigenti che ancora da attuare, e occorrerà decidere le modalità di impiego dei fondi comunitari a sostegno di progetti in questo settore. È emersa inoltre la necessità di intensificare il dialogo e la cooperazione politica in materia di sport a livello comunitario.

    3.   Finalità e contenuti del Libro bianco

    3.1

    Il Libro bianco precisa che «il suo obiettivo complessivo è dare un orientamento strategico sul ruolo dello sport in Europa, incoraggiare il dibattito su alcuni problemi specifici, migliorare la visibilità dello sport nel processo decisionale europeo e sensibilizzare il pubblico in merito alle esigenze e alle specificità del settore. L'iniziativa intende anche occuparsi di questioni importanti come l'applicazione del diritto dell'UE allo sport, e cerca di definire ulteriori azioni riguardanti lo sport a livello europeo» (3).

    3.2

    Oltre a esaminare il ruolo positivo dello sport in numerosi settori della società, il Libro bianco presenta un piano d'azione articolato in 53 misure specifiche e intitolato a Pierre de Coubertin. Il piano d'azione, che figura in allegato al Libro bianco, persegue due obiettivi fondamentali:

    integrare lo sport nelle politiche comunitarie perché possa essere utilizzato con maggiore frequenza quale strumento di politica dell'Unione, e

    definire una base giuridica più solida, che consenta una migliore gestione del settore dello sport in Europa.

    4.   Osservazioni

    4.1

    Le osservazioni dettagliate esposte di seguito riprendono la struttura di presentazione dei capitoli del Libro bianco.

    4.2

    Il CESE condivide pienamente l'analisi della Commissione sul ruolo rilevante e positivo dello sport nella società.

    4.3

    Il CESE si compiace del fatto che la Commissione intenda fare dell'attività fisica a vantaggio della salute un punto di riferimento delle sue attività nel settore dello sport e approva quindi sia gli orientamenti in materia sia l'idea di creare una Rete europea di attività fisica a vantaggio della salute (Health-Enhancing Physical Activity — HEPA). È scientificamente dimostrato che uno stile di vita sedentario aumenta l'incidenza dell'obesità e di un certo numero di malattie croniche. I costi della cura di queste malattie e della conseguente perdita di giornate lavorative rappresentano un grave onere sia economico che per il bilancio pubblico: è molto più conveniente, quindi, investire nell'attività fisica come forma di prevenzione. Intensificando l'offerta di attività sportive differenziate per fascia d'età e per sesso e promuovendo la pratica sportiva tra i pensionati è possibile prevenire efficacemente gli incidenti e ridurre così il rischio di dover ricorrere a cure mediche ma perché questo avvenga è indispensabile anche un cambiamento di mentalità della società nel suo complesso.

    4.4

    Il CESE concorda sull'importanza della cooperazione intersettoriale e sulla necessità che i programmi comunitari in vigore (Ricerca e sviluppo tecnologico; Sanità pubblica; Gioventù e cittadinanza; Apprendimento permanente) tengano conto d'ora in poi delle problematiche dello sport.

    4.5

    Il CESE si compiace del fatto che il Libro bianco sottolinei la necessità di un coordinamento delle misure di lotta al doping e pone l'accento sull'esigenza che gli Stati membri coordinino le loro iniziative in questo campo con quelle delle organizzazioni internazionali esistenti, soprattutto per evitare doppioni e garantire perciò un impiego più efficiente delle risorse. Attualmente la lotta contro il doping è insufficiente e non riesce a scoraggiare i giovani dal fare uso di sostanze dopanti. A questo scopo il CESE raccomanda l'elaborazione di uno studio sullo stato delle legislazioni nazionali in materia, nonché un'analisi giuridica comparata delle carenze e delle lacune riscontrate.

    4.6

    Il CESE osserva che l'istituzione di registri concepiti come strumenti di prevenzione del doping solleva una serie di problemi per quanto riguarda la tutela dei dati personali prevista dalla legislazione comunitaria.

    4.7

    Il CESE accoglie con favore il fatto che il Libro bianco contempli la possibilità di promuovere lo sport e l'attività fisica tramite i programmi comunitari in vigore in materia di istruzione e formazione (Comenius, Leonardo, Erasmus, Grundtvig, EQF e ECVET).

    4.8

    Il CESE accoglie favorevolmente l'idea di realizzare uno studio sulla formazione dei giovani sportivi. Raccomanda in particolare un'analisi delle responsabilità dei club sportivi nell'assistere i giovani sportivi di talento, alla fine della loro carriera agonistica, ad ottenere una formazione professionale e ad inserirsi nel mondo del lavoro.

    4.9

    Il CESE sottolinea l'esigenza che i sistemi di formazione per i giovani sportivi di talento siano aperti a tutti e consentano la libera circolazione dei lavoratori. Al tempo stesso, però, occorre valutare attentamente la questione dei giocatori formati nei vivai locali: le società sportive svolgono infatti una funzione essenziale — e socialmente utile — e investono ingenti risorse nell'individuazione e la formazione di giovani promesse, e vanno quindi incoraggiate a proseguire questo tipo di attività.

    4.10

    Il CESE si compiace del fatto che nel Libro bianco viene dato ampio spazio alle organizzazioni sportive senza fini di lucro, al volontariato e allo sport praticato a livello di base, dal momento che gran parte delle attività sportive in Europa rientrano in questo ambito.

    4.11

    Il Comitato sottolinea al tempo stesso che, tenuto conto delle numerose e disparate tradizioni del settore, la situazione delle organizzazioni senza fini di lucro differisce notevolmente da un paese all'altro sia sul piano dei finanziamenti e dell'attività economica sia per quanto riguarda il sostegno che esse ricevono dal governo centrale o dagli enti locali; auspica quindi che lo studio in corso sull'argomento valuti con attenzione tali differenze.

    4.12

    Il CESE accoglie con soddisfazione il riconoscimento del fatto che le misure e i programmi dell'UE possono contribuire a sfruttare meglio il potenziale dello sport come strumento di inclusione sociale, al fine di promuovere una stretta cooperazione tra categorie sociali svantaggiate ed emarginate e la società nel suo complesso.

    4.13

    Il Comitato si compiace del fatto che il Libro bianco affronta la problematica dello sport per le persone con disabilità e, quindi, della loro accessibilità alle infrastrutture sportive e della formazione di personale e volontari destinati ad assistere questa particolare categoria di sportivi.

    4.14

    Il CESE osserva con soddisfazione che nel documento vengono menzionati, oltre alla promozione delle pari opportunità, una più ampia partecipazione e un ruolo più attivo delle donne nel settore dello sport. La pratica dello sport da parte delle donne può avere effetti positivi sulle attività sportive delle famiglie e dei bambini, comportando perciò vantaggi sul piano sociale anche al di là di questo solo ambito.

    4.15

    Il CESE accoglie favorevolmente l'idea di collaborare con le organizzazioni nazionali e internazionali esistenti al fine di prevenire la violenza in occasione di manifestazioni sportive, sottolineando inoltre che è indispensabile evitare doppioni in modo da garantire un impiego più efficiente delle risorse.

    4.16

    Il Comitato sottolinea che attualmente la collaborazione tra Stati membri sulla prevenzione della violenza in occasione di manifestazioni sportive rientra nel quadro della cooperazione in materia di affari interni del gruppo «Cooperazione di polizia» (Police Cooperation Working Party — PCWP).

    4.17

    Il CESE si compiace del fatto che il Libro bianco riconosca l'impatto economico dello sport e il suo potenziale sul piano dell'occupazione, ma lamenta che non contempli la possibilità di assegnare in futuro i fondi comunitari alla realizzazione di infrastrutture sportive e ricreative, di impianti polivalenti e destinati alle comunità locali, naturalmente a condizione che soddisfino determinati criteri.

    4.18

    Il CESE ritiene che sarebbe estremamente utile, ai fini del processo decisionale, elaborare e adottare un sistema di statistiche omogenee a livello comunitario per il settore dello sport.

    4.19

    Il Comitato sottolinea però anche le notevoli disparità tra le strutture organizzative del settore sportivo e i sistemi statistici dei 27 Stati membri, come pure che gran parte dei vantaggi economici dello sport possono essere espressi soltanto mediante indicatori di non facile misurazione (ad esempio, la riduzione dei periodi di congedo malattia dei lavoratori, la diminuzione della spesa in medicine e il rafforzamento della coesione sociale).

    4.20

    Il CESE ritiene utili i sondaggi dell'Eurobarometro e accoglie con favore il progetto dello studio sulla correlazione tra il settore dello sport e il processo di Lisbona, come pure gli scambi di buone pratiche in materia di organizzazione di grandi manifestazioni sportive.

    4.21

    Considerata la già citata varietà delle strutture organizzative del settore sportivo in Europa, il CESE approva l'idea di uno studio della Commissione sulle modalità di finanziamento dello sport negli Stati membri e sugli sgravi o incentivi fiscali previsti.

    4.22

    Il CESE ritiene di fondamentale importanza la questione della relazione tra il diritto comunitario e le caratteristiche specifiche dello sport e sottolinea l'assoluta necessità di offrire chiarimenti su questo punto alle organizzazioni sportive.

    4.23

    Il Comitato è del parere che si debba continuare a cercare la soluzione più adeguata, dato che l'applicazione della giurisprudenza consolidata non garantisce alle parti interessate, a lungo termine, una sufficiente certezza del diritto.

    4.24

    L'esigenza di conformare le regole e gli interessi delle organizzazioni sportive alle norme del diritto comunitario si ricollega a tutta una serie di altre proposte che il CESE accoglie con favore: la prevista valutazione di impatto sull'attività degli agenti dei giocatori, il dialogo in programma sui sistemi di autorizzazione delle società sportive e, infine, la vendita congiunta dei diritti di trasmissione radiotelevisiva delle manifestazioni sportive.

    4.25

    Il CESE concorda sull'esigenza di tutelare gli sportivi minorenni e accoglie con favore le iniziative proposte nel Libro bianco: il monitoraggio dell'applicazione della direttiva sulla protezione dei giovani sul luogo di lavoro, l'affidamento di uno studio sul lavoro minorile e la diffusione negli Stati membri di informazioni sulla legislazione in vigore.

    4.26

    Il CESE appoggia pienamente tutti gli sforzi per contrastare la criminalità nel settore dello sport (corruzione, riciclaggio del denaro) e per elaborare strategie in materia a livello comunitario.

    4.27

    Il CESE concorda sulla necessità di adottare sistemi affidabili di autorizzazione delle società sportive professionistiche dell'UE, in grado cioè di garantirne la trasparenza gestionale.

    4.28

    Il CESE considera di fondamentale importanza la creazione di meccanismi di solidarietà che consentano di ridistribuire gli utili provenienti dai media, andando così a sostegno anche dello sport amatoriale.

    4.29

    Il CESE accoglie con favore l'approfondimento del dialogo e la conclusione di ulteriori accordi tra la Commissione, gli Stati membri e le ONG, come pure tra le stesse istituzioni europee, in merito alle numerose iniziative menzionate nel presente parere.

    4.30

    Il CESE appoggia pienamente l'idea di istituire comitati di dialogo sociale a livello europeo (4) affinché tale dialogo contribuisca a consolidare il funzionamento del mercato europeo del lavoro nel settore dello sport. Al dialogo sociale a livello europeo dovrebbero prendere parte non solo i datori di lavoro (società sportive) e i lavoratori dipendenti (sportivi, allenatori e personale ausiliario), ma anche i produttori di attrezzature sportive e le organizzazioni internazionali attive nei diversi settori dello sport.

    4.31

    Tra i temi che potrebbero essere affrontati nell'ambito del dialogo sociale europeo citiamo i regimi pensionistici degli sportivi, i diritti pubblicitari e di immagine, la salute sul luogo di lavoro, i giocatori formati nei vivai locali, i contratti di lavoro e la promozione del reinserimento professionale al termine della carriera sportiva.

    Bruxelles, 16 gennaio 2008

    Il Presidente

    del Comitato economico e sociale europeo

    Dimitris DIMITRIADIS


    (1)  Pál Schmidt: Il ruolo dello sport nell'educazione e Ivo Belet: Il futuro del calcio professionistico in Europa.

    (2)  Il Rapporto indipendente sullo sport in Europa (a cura di José Luis Arnaut) è un'ampia relazione, redatta su iniziativa della presidenza britannica del Consiglio dell'UE con il contributo di diversi paesi, che esamina le caratteristiche specifiche dello sport in Europa e formula proposte concrete di iniziative politiche e soluzioni pratiche.

    (3)  Dall'introduzione al Libro bianco.

    (4)  In forza degli articoli 138 e 139 del Trattato che istituisce la Comunità europea.


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