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Document 52005IP0272

Risoluzione del Parlamento europeo sullo sfruttamento dei bambini nei paesi in via di sviluppo, con particolare enfasi sul lavoro infantile (2005/2004(INI))

GU C 157E del 6.7.2006, p. 84–91 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

52005IP0272

Risoluzione del Parlamento europeo sullo sfruttamento dei bambini nei paesi in via di sviluppo, con particolare enfasi sul lavoro infantile (2005/2004(INI))

Gazzetta ufficiale n. 157 E del 06/07/2006 pag. 0084 - 0091


P6_TA(2005)0271

Piano d'azione per le tecnologie ambientali nell'Unione europea

Risoluzione del Parlamento europeo su "Incentivare le tecnologie per lo sviluppo sostenibile: Piano d'azione per le tecnologie ambientali nell'Unione europea" (2004/2131(INI))

Il Parlamento europeo,

- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo "Incentivare le Tecnologie per lo Sviluppo sostenibile: Piano d'azione per le Tecnologie ambientali nell'Unione europea" (COM(2004)0038),

- visti gli articoli 6 e 174 del trattato CE, il processo di Cardiff (conclusioni del Consiglio europeo di Cardiff del 15 e 16 giugno 1998) e la strategia di sviluppo sostenibile (conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg del 15 e 16 giugno 2001),

- vista la strategia di Lisbona (conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona, 15 e 16 marzo 2002),

- visti il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile e il piano di attuazione di Johannesburg (2002),

- viste le conclusioni intitolate "Pulizia, intelligenza, competitività: le possibilità offerte dalle innovazioni ecoefficienti nell'ambito del processo di Lisbona" (conclusioni del Consiglio "Ambiente" del 14 ottobre 2004),

- visto il sesto programma di azione in materia di ambiente [1],

- visti il quinto [2] e il sesto [3]programma quadro di azione comunitaria e di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione,

- vista la sua risoluzione del 21 aprile 2004 sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla politica integrata di prodotti — Sviluppo del concetto ambientale imperniato sul ciclo di vita [4],

- vista la direttiva 2003/96/CE del Consiglio, del 27 ottobre 2003, che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità [5],

- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla quota di fonti energetiche rinnovabili nell'UE (COM(2004)0366),

- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo su "Costruire il nostro avvenire comune — sfide e mezzi finanziari dell'Unione allargata 2007-2013" (COM(2004)0101),

- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo sull'integrazione degli aspetti ambientali nella normazione europea (COM(2004)0130),

- visto il documento di lavoro della Commissione — Un manuale sugli appalti pubblici "verdi" (SEC(2004)1050),

- visto l'articolo 45 del suo regolamento,

- visti la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e il parere della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A6-0141/2005),

A. considerando che lo sviluppo sostenibile — sviluppo che corrisponde ai bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere quelli delle generazioni future — è un obiettivo dichiarato dell'Unione europea,

B. considerando che in base alle conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg lo sviluppo sostenibile poggia su tre pilastri, ovvero la protezione dell'ambiente, lo sviluppo economico e la coesione sociale,

C. considerando che lo sviluppo sostenibile non può essere conseguito senza sviluppare nuove tecnologie ed innovazioni in campo ambientale,

D. considerando che, nella prospettiva di garantire uno sviluppo sostenibile, la strategia di Lisbona, il cui obiettivo è di fare dell'Unione europea l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione e da una maggiore coesione sociale, deve fissarsi degli obiettivi in materia di politica economica, sociale e ambientale che siano coerenti e in grado di generare una maggiore crescita economica,

E. considerando che in tale contesto è essenziale rafforzare e sfruttare le sinergie positive fra la tutela dell'ambiente e la competitività, nonché disaccoppiare la crescita economica dal degrado ambientale; e considerando che le tecnologie ambientali (tutte quelle tecnologie il cui utilizzo è significativamente meno nocivo in termini di impatto ambientale globale rispetto ad altre soluzioni alternative) rappresentano un valido mezzo per raggiungere tale obiettivo,

F. considerando che solo una domanda sufficiente di tecnologie ambientali potrà accelerare il processo di commercializzazione delle innovazioni (ricerca, sviluppo dei prodotti, produzione, immissione sul mercato),

G. considerando che l'Unione europea deve dotarsi di una politica ambientale sufficientemente ambiziosa da generare una domanda di tecnologie ambientali, con obiettivi ambientali precisi e ambiziosi, indicatori ambientali riconosciuti per misurare il carico ambientale, l'internalizzazione dei costi ambientali (esterni) e che ricompensi i leader, piuttosto che i ritardatari,

H. considerando l'importanza della domanda di tecnologie ambientali da parte del consumatore; considerando però che tutta la società deve assumersi una maggiore responsabilità nel creare contesti adeguati al rapido sviluppo di tali tecnologie,

I. considerando che il piano di azione per le tecnologie ambientali (ETAP) della Commissione non contempla adeguati meccanismi di divulgazione del sapere, trasferimento delle tecnologie, innovazione e sviluppo,

J. considerando che gli aiuti finanziari sono importanti non solo nella fase di ricerca e di sviluppo, ma anche in quella di sviluppo del prodotto per il mercato, e che è opportuno consentire ulteriori sforzi per trovare soluzioni riguardanti il capitale di rischio,

K. considerando che le politiche dell'Unione europea devono essere coerenti e puntare al conseguimento dei medesimi obiettivi; che, di conseguenza, è necessario tener conto delle soluzioni tecnologiche a favore di una maggiore sostenibilità in sede di elaborazione del bilancio e del settimo programma quadro di ricerca; che i fondi strutturali e quello di coesione devono essere utilizzati in modo da favorire lo sviluppo di tecnologie ambientali,

L. considerando che lo sviluppo sostenibile richiede soluzioni globali e che l'Unione europea deve pertanto garantire la coerenza fra le politiche interne e quelle esterne, non solo nel quadro della cooperazione bilaterale e delle restituzioni alle esportazioni, ma anche per quanto riguarda le relazioni con le Nazioni Unite, l'OMC, l'OCSE e la Banca mondiale,

Aumentare la domanda di tecnologie ambientali

1. si compiace della comunicazione che costituisce un'utile base per la discussione e la formulazione di altre proposte concrete su come incentivare le tecnologie ambientali, ma auspica che sia posta un'enfasi maggiore sullo sviluppo della domanda di tali tecnologie; chiede di sostituire l'approccio frammentario, nei confronti della politica ambientale e dello sviluppo sostenibile in generale, e dell'ETAP in particolare, con un approccio alla politica ambientale maggiormente basato sui sistemi, sulla nozione del ciclo di vita in linea con la politica integrata sui prodotti (PIP), in cui l'attenzione primaria sia rivolta all'innovazione e allo sviluppo di tecnologie filoambientali, e infine, sottolinea l'importanza del coordinamento tra l'UE e gli Stati membri;

2. ritiene che sia importante rafforzare la dimensione ambientale nel quadro della strategia dell'Unione europea in materia di competitività; osserva che, in sede di revisione della strategia di Lisbona, il miglioramento della situazione dell'ambiente e dell'occupazione va visto come un'opportunità per conseguire l'obiettivo di realizzare l'economia più competitiva basata sulla conoscenza; ritiene che lo sviluppo e l'applicazione delle eco-tecnologie siano di importanza decisiva in proposito;

3. sottolinea il potenziale in termini di occupazione e crescita del settore della tecnologie ambientali, dove possono essere create una moltitudine di nuove opportunità commerciali e, dunque, nuovi posti di lavoro — segnatamente nelle PMI — che potrebbe fornire un contributo cruciale al conseguimento degli obiettivi di Lisbona;

4. constata che se l'Unione europea intende conseguire gli obiettivi della strategia di Lisbona, essa deve contare maggiormente sulle piccole e medie imprese e deplora che l'ETAP presentato dalla Commissione non ne tenga adeguatamente conto;

5. chiede alla Commissione di individuare i fattori che oggi incidono maggiormente sull'ambiente e successivamente esaminare, settore per settore, quali innovazioni tecnologiche siano necessarie per affrontare questi problemi; suggerisce che questa attività comprenda le seguenti considerazioni:

a) Quali sono i problemi da affrontare?

b) Quali ostacoli si frappongono alla soluzione dei problemi identificati?

c) Qual è l'obiettivo dell'Unione rispetto a tali problemi?

d) Come è stato determinato l'ordine di priorità di azioni/obiettivi?

e) Quali sono gli obiettivi di rendimento per ciascun settore?

f) Quali sono le varie opzioni politiche per ridurre gli ostacoli e con quali tecnologie potrebbero essere utilizzate al meglio le varie opzioni politiche?

g) Quali sono i pro e i contro di queste opzioni e quali politiche dovrebbero essere attuate?

h) Quale finanziamento è previsto per ciascuna delle azioni definite?

i) Quali misure obbligatorie saranno prese e con quali scadenze?

6. riconosce il ruolo trainante delle politiche ambientali in materia di innovazione nelle economie di mercato in cui l'innovazione nasce da severi requisiti; ricorda che le severe norme ambientali hanno portato alla leadership dell'Unione europea in molti settori di crescita e sottolinea che l'Unione dovrebbe sforzarsi di mantenere questa leadership sul mercato delle nuove tecnologie e delle innovazioni concettuali; invita pertanto la Commissione a sviluppare ulteriormente metodi e scenari volti ad anticipare le evoluzioni nel settore delle tecnologie ambientali;

7. sottolinea che l'obiettivo della legislazione ambientale dell'Unione europea è quello di migliorare costantemente la situazione dell'ambiente e di garantire il massimo livello possibile di protezione dell'ambiente; osserva che la normativa deve essere basata sulle migliori tecnologie disponibili ed essere non solo ambiziosa, ma anche sostenibile e prevedibile affinché, a livello della produzione e delle imprese, si sviluppi, a condizioni di mercato, la necessaria domanda di nuove tecnologie ambientali; ritiene che la direttiva sull'eco-design illustri la creazione di un contesto idoneo ad importanti miglioramenti nella progettazione del prodotto e nella resa ambientale;

8. invita la Commissione a stabilire un obiettivo ambizioso per quanto riguarda la quota UE sul mercato mondiale delle tecnologie ambientali; ritiene che, entro dieci anni, l'Unione europea dovrebbe raggiungere una quota di mercato pari almeno al 50 %; segnala che il mercato dei beni e servizi ambientali è in rapida crescita e che le imprese dell'UE dovrebbero continuare a svolgere un importante ruolo su questo mercato e beneficiare del vantaggio di chi compie la prima mossa;

9. si compiace dell'idea di stabilire obiettivi di rendimento ambiziosi per tutti i tipi di produzione, servizi e sviluppo dei prodotti, in particolare nei settori prioritari individuati dal sesto programma di azione in materia di ambiente; fa rilevare che siffatti obiettivi aiuteranno l'industria europea ad aumentare la propria competitività e a creare nuovi posti di lavoro e, al contempo, a conseguire una minore pressione sull'ambiente; invita la Commissione a fornire prossimamente un primo elenco di obiettivi di rendimento basati sulla nozione del ciclo di vita, da attuare attraverso requisiti minimi obbligatori, o accordi facoltativi, quando siano atti a raggiungere gli obiettivi della politica più rapidamente o a costi inferiori rispetto ai requisiti obbligatori;

10. deplora che la comunicazione non includa un primo elenco di obiettivi di rendimento precisi in settori chiave dell'ambiente; invita la Commissione ad inserire ambiziosi obiettivi di rendimento nelle nuove proposte legislative e nelle proposte di revisione della normativa vigente, che prendano le mosse dalle migliori tecnologie disponibili e che siano regolarmente al passo con il progresso tecnico, in modo da imprimere un vigoroso stimolo a un costante innovamento nell'industria;

11. invita la Commissione a incaricare gli Stati membri di stabilire delle tabelle di marcia per soddisfare i requisiti definiti nell'ETAP, che includano scadenze corrispondenti a quelle definite nel piano d'azione in questione e instaurino un nesso con gli obiettivi di rendimento, in maniera tale che tutti i principali obiettivi siano interconnessi e misurati a livello sia nazionale che comunitario e comportino scadenze fisse;

12. invita la Commissione ad aiutare l'industria nell'attuale processo di politica integrata dei prodotti e a un ripensamento dei modelli economici tradizionali, cercando così di agevolare lo sviluppo di pratiche più integrate e funzionali, attribuendo attenzione specifica alle opportunità offerte dal raggruppamento di diverse attività produttive, facendo sì che i materiali residui di un processo produttivo possano essere inseriti in un altro processo produttivo, ad esempio l'impiego dei rifiuti urbani per ottenere risparmi energetici, con cui si possono ottenere benefici sia economici che ambientali;

13. rileva che l'efficienza delle risorse e l'efficienza dei materiali ridurranno i costi per l'industria e le famiglie, libereranno risorse per altri investimenti e diminuiranno la dipendenza economica dell'UE dalle risorse insufficienti e dai mercati soggetti a forti oscillazioni; sollecita pertanto la Commissione a proporre una normativa che riduca al minimo l'uso di risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili;

14. sottolinea che l'introduzione delle tecnologie ambientali deve essere combinata con una maggiore efficienza delle risorse ed una modifica degli atteggiamenti del consumatore, affinché l'UE possa conseguire la crescita sostenibile;

15. invita la Commissione a dare il proprio contributo per mettere a punto metodi e indicatori ambientali per valutare i danni all'ambiente causati da taluni prodotti, servizi e procedimenti, onde consentire a tutte le parti interessate di adottare decisioni con cognizione di causa; invita la Commissione e gli Stati membri a varare una campagna a livello dell'Unione basata su una raccolta di informazioni sulla resa ambientale dei prodotti per incoraggiare i consumatori ad esigere le tecnologie più rispettose dell'ambiente;

16. prende atto della lentezza del processo di internalizzazione dei costi (ambientali) esterni e sottolinea che la ricerca di soluzioni a livello comunitario (tasse, incentivi fiscali, sovvenzioni, licenze negoziabili, spese pagate dagli utenti e da chi inquina, ecc.) contribuirà in larga misura all'aumento della domanda di tecnologie ambientali;

17. si compiace della direttiva 2003/96/CE del Consiglio che ristruttura il regime comunitario di imposizione dei prodotti energetici e dell'elettricità e rappresenta un piccolo passo nella giusta direzione, ma sottolinea la necessità di ulteriori sforzi in tale ambito; esorta la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri ad agire in modo progressivo quando si tratta di adottare nuove iniziative per promuovere l'efficienza energetica dal lato della domanda, rafforzare il settore delle energie rinnovabili e promuovere la diffusione della cogenerazione e l'uso efficiente sotto il profilo energetico della biomassa, anche per quanto riguarda il trasporto, l'edilizia abitativa e la costruzione;

18. invita la Commissione a fissare un ambizioso obiettivo in relazione al ruolo degli appalti pubblici, ovvero a fissare come regola generale che tutti gli appalti pubblici debbano includere criteri ambientali e che gli Stati membri debbano sviluppare orientamenti standardizzati per i prodotti e i servizi più importanti entro il 2007 nonché fornire una apposita formazione ai responsabili degli appalti pubblici; sottolinea che un meccanismo di convalida delle tecnologie ambientali costituirebbe uno strumento indispensabile nell'incentivare l'utilizzo degli appalti pubblici "verdi";

19. si compiace per il lavoro svolto dalla Commissione per elaborare un manuale sugli appalti pubblici "verdi" ed auspica una valutazione del suo impatto, onde poter considerare la necessità di ulteriori norme più vincolanti; plaude alle raccomandazioni contenute nella relazione di Wim Kok, in base alle quali le autorità nazionali e locali dovrebbero elaborare un programma d'azione in materia di appalti pubblici ecologicamente validi;

Creare un mercato equo e competitivo per le tecnologie ambientali

20. sottolinea l'importanza di individuare e di rimuovere le barriere che intralciano lo sviluppo e un maggiore utilizzo delle tecnologie ambientali; invita pertanto l'Agenzia europea per l'ambiente ad appurare se le norme europee abbiano un effetto frenante sull'applicazione e la diffusione delle tecnologie ambientali e invita la Commissione a definire di conseguenza un piano d'azione concreto per eliminare le barriere rinvenute, corredato di un calendario; esorta la Commissione in questo contesto a redigere una relazione sulle migliori prassi che hanno permesso, al di fuori dell'Unione europea, ad esempio in Giappone, di aumentare l'impiego delle tecnologie ambientali;

21. invita la Commissione ad annettere la massima priorità alla creazione delle "giuste condizioni di mercato" per le tecnologie ambientali, principalmente tramite decisioni a livello comunitario, ovvero applicando il principio "chi inquina paga" e garantendo una ricompensa alle ditte che offrono tecnologie pulite;

22. invita la Commissione e gli Stati membri a imprimere velocità alle misure volte a ridurre, e infine a sopprimere interamente, le sovvenzioni nocive per l'ambiente; constata che l'importo di tali sovvenzioni è notevole; chiede all'Agenzia europea per l'ambiente di fornire una panoramica dei sussidi che favoriscono in maniera diretta o indiretta la produzione e il consumo inquinanti e fanno una concorrenza sleale alle tecnologie più pulite;

23. rileva che lo sviluppo delle tecnologie ambientali, specie nel settore energetico, è stato ostacolato dai cospicui aiuti di Stato destinati ai combustibili fossili e all'energia nucleare nella Comunità; ritiene fermamente, in linea di principio, che i costi esterni dovrebbero essere inclusi nel prezzo dell'energia ottenuta da diverse fonti e che tale principio dovrebbe costituire la base della revisione degli orientamenti sugli aiuti di Stato UE prevista per fine 2005; rileva altresì che le ecotasse costituiscono uno strumento importante per ottenere corretti prezzi energetici;

24. ritiene che per garantire il buon funzionamento del mercato interno la soluzione migliore sia quella di agire a livello comunitario e invita la Commissione a lanciare ambiziose iniziative in merito al computo dei costi ambientali nel consumo energetico, se risulta che il metodo di coordinamento aperto consegue risultati insufficienti;

25. nutre preoccupazione per il sottoutilizzo di soluzioni tecnologiche ambientali già disponibili; accoglie con favore iniziative atte a rafforzare gli strumenti per finanziare gli investimenti nel settore dell'efficienza energetica e dell'efficienza dei materiali; chiede che il sostegno agli investimenti pubblici in generale dipenda dalla scelta di metodi di produzione filoambientali; sollecita inoltre la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ad aumentare il finanziamento dei progetti all'insegna dell'innovazione e delle tecnologie ecologiche, segnatamente nelle PMI;

Soddisfare la domanda di tecnologie ambientali

26. sottolinea l'importanza di finanziare la ricerca con mezzi adeguati e ricorda l'accordo raggiunto a Barcellona nel 2002 volto ad aumentare la spesa destinata alla ricerca e allo sviluppo nell'UE fino al 3% del PIL entro il 2010; si compiace delle iniziative volte ad aumentare il finanziamento e a coordinare gli sforzi in tale ambito;

27. sottolinea che il settimo programma quadro di ricerca deve prevedere finanziamenti per le tecnologie ambientali; invita la Commissione ad includere nelle proposte relative al prossimo programma quadro di ricerca, di concerto con tutte le parti interessate (produttori, organizzazioni ambientali, università, istituti di ricerca, consumatori), previsioni strategiche di ricerca per ciascun settore economico;

28. sottolinea la necessità di promuovere e sostenere i modelli QSAR (quantitative structure activity relationship) onde consentire la sostituzione di alcuni tipi di ricerca che comportano test ed esperimenti sugli animali;

29. ritiene che, per promuovere lo sviluppo sostenibile, sia altresì necessario dare impulso alla ricerca e all'innovazione nelle tecnologie specializzate nella prevenzione e nel ripristino delle risorse naturali, culturali e storiche;

30. si compiace della promozione di piattaforme tecnologiche ambientali; insiste, tuttavia, sul fatto che siffatte piattaforme, per quanto attiene alla partecipazione e all'accesso all'informazione, devono essere aperte a tutte le parti interessate a parità di condizioni; sottolinea che il successo di dette piattaforme dipende dalla cooperazione e dal cofinanziamento da parte dell'industria; osserva che sono necessarie piattaforme tecnologiche anche in altri ambiti, oltre che negli attuali settori industriali forti; ritiene estremamente importante che dette piattaforme interagiscano con i programmi nazionali di ricerca e sviluppo tecnologico;

31. invita la Commissione a sostenere misure prettamente tecnologiche per colmare il divario esistente fra le attività di ricerca, i progetti dimostrativi e l'accesso al mercato così come a porre maggiormente l'accento sulla formazione del mercato e i programmi di diffusione nonché sulla scelta degli strumenti da utilizzare per preparare i mercati alle tecnologie ambientali;

32. sottolinea l'importanza di utilizzare le TIC in maniera eco-efficiente per ridurre il carico ambientale (smaterializzazione) ed esorta gli Stati membri a sostenere e a promuovere tale iniziativa;

33. appoggia le varie proposte di diffusione delle tecnologie attuali, come la creazione di un catalogo comunitario delle guide e delle basi di dati esistenti sulle tecnologie ambientali, le piattaforme tecnologiche, ecc.;

34. deplora che la Commissione non abbia coinvolto l'Ufficio europeo dei brevetti in questa iniziativa e chiede che i risultati dello studio sulla tecnologia ambientale, finanziato a carico dei bilanci pubblici, siano divulgati obbligatoriamente;

Politiche interne ed esterne coerenti

35. invita la Commissione a valutare gli effetti interni ed esterni delle politiche dell'Unione europea sotto il profilo dello sviluppo sostenibile, al fine di non compromettere gli obiettivi perseguiti dall'Unione; rileva che l'ETAP deve essere coordinato con le iniziative esistenti e sottolinea l'importanza di applicare, attraverso date limite, strumenti già concordati, come il processo di Cardiff, come suggerisce la relazione Kok;

36. sottolinea l'importanza di utilizzare i fondi strutturali e il fondo di coesione in modo compatibile, con l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile e di favorire gli investimenti nelle tecnologie ambientali; incoraggia il ricorso a tali fondi per integrare le tecnologie ambientali quando il capitale sociale giunge alla fine del suo normale ciclo di vita;

37. sottolinea l'importanza di includere innovazioni ecologiche in tutti i futuri strumenti di finanziamento comunitari e ritiene indispensabile che il finanziamento delle tecnologie ambientali sia uno degli elementi centrali del programma sulla competitività e l'innovazione attualmente in fase di elaborazione;

38. rileva che lo sviluppo sostenibile esige soluzioni di portata mondiale e si compiace di tutte le iniziative volte a far proliferare e promuovere le tecnologie ambientali nei paesi in via di sviluppo; ritiene che occorra scoraggiare l'esportazione verso paesi terzi di tecnologie obsolete e inquinanti; sottolinea che l'Unione europea deve svolgere un ruolo guida per quanto riguarda il trasferimento di tecnologie ed esorta gli Stati membri a sostenere il settore pubblico, il settore privato e le istituzioni finanziarie internazionali a far proliferare e promuovere le tecnologie ambientali e ad annettere priorità alle tecnologie ambientali nelle loro attività di prestito rifiutando il supporto finanziario alle tecnologie obsolete e inquinanti; si compiace della raccomandazione dell'OCSE, adottata di recente, sugli Approcci comuni in materia di ambiente e di restituzioni alle esportazioni con sostegno pubblico;

39. esorta la Commissione a includere i problemi ambientali nelle trattative in materia di commercio internazionale e sottolinea l'importanza di tenere conto degli aspetti ambientali in sede di applicazione delle norme di commercio internazionali;

40. rileva che la scarsità delle risorse è spesso all'origine di conflitti regionali nelle aree in via di sviluppo; ritiene che il trasferimento di tecnologie ambientali dell'UE possa a sua volta servire da strumento di prevenzione dei conflitti;

41. sottolinea che è necessario sviluppare le tecnologie volte a prevenire le calamità naturali o le azioni che possono causare la distruzione o il deterioramento delle risorse o rappresentare rischi per la popolazione;

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* *

42. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, alla BEI, alla BERS, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

[1] Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, che istituisce il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente (GU L 242 del 10.9.2002, pag. 1).

[2] Decisione n. 182/1999/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 dicembre 1998, relativa al quinto programma quadro delle azioni comunitarie di ricerca, di sviluppo tecnologico e di dimostrazione (1998-2002 (GU L 26 del 1.2.1999, pag. 1).

[3] Decisione n. 1513/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2002, relativa al sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione volto a contribuire alla realizzazione dello Spazio europeo della ricerca e all'innovazione (2002-2006) (GU L 232 del 29.8.2002, pag 1).

[4] GU C 104 E del 30.4.2004, pag. 725.

[5] GU L 283 del 31.10.2003, pag. 51. Direttiva modificata da ultimo dalla direttiva 2004/75/CE (GU L 157 del 30.4.2004, pag. 100).

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