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Document 52017AE3128

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell'economia blu nel Mediterraneo occidentale» [COM(2017) 183]

    GU C 129 del 11.4.2018, p. 82–89 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    11.4.2018   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 129/82


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell'economia blu nel Mediterraneo occidentale»

    [COM(2017) 183]

    (2018/C 129/14)

    Relatore:

    Dimitris DIMITRIADIS

    Consultazione

    Commissione, 31.5.2017

    Base giuridica

    Articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

    Sezione competente

    REX

    Adozione in sezione

    7.11.2017

    Adozione in sessione plenaria

    6.12.2017

    Sessione plenaria n.

    530

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    159/1/1

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1

    L'evoluzione socialmente e ambientalmente sostenibile dei bacini marittimi e delle zone costiere, per contrastare le disparità esistenti e garantire la conservazione della diversità culturale e della biodiversità, riveste enorme importanza. Inoltre, questo è uno dei settori maggiormente prescelti per approntare programmi per una cooperazione transnazionale, all'interno e all'esterno dell'UE. In tale ottica, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) fornisce pieno supporto all'iniziativa specifica per lo sviluppo sostenibile dell'economia blu nel Mediterraneo occidentale e sollecita le istituzioni europee a concludere il ciclo di consultazioni e a istituire la task force pertinente.

    1.2

    Il CESE ritiene che il successo di tale iniziativa presupponga una buona comunicazione e un ambiente idoneo per la collaborazione tra gli Stati interessati dal progetto e, in secondo luogo, le istituzioni europee. L'Unione per il Mediterraneo (UpM) è esortata a svolgere un ruolo importante nel collegare in modo efficiente tutte le parti coinvolte.

    1.3

    Il CESE riconosce la necessità di estendere l'iniziativa nei tre modi seguenti:

    1.3.1

    proponendo un ulteriore ampliamento tematico, per includere, oltre ai settori di intervento già previsti nell'iniziativa — (1) uno spazio marittimo più sicuro e protetto, (2) un'economia blu intelligente e resiliente e l'attenzione focalizzata sullo sviluppo delle competenze, sulla ricerca e sull'innovazione, (3) una migliore governance del mare — anche la biodiversità e la conservazione, nonché la comunicazione interculturale, e raccomandando una strategia più concreta per sostenere le attività produttive su piccola scala e su scala molto ridotta;

    1.3.2

    in aggiunta, il CESE è dell'opinione che sarà di grande importanza includere l'evoluzione progressiva e la collaborazione transnazionale tra i sistemi di formazione accademici e professionali come area di intervento orizzontale, per incrementare così l'efficienza di altri settori dell'economia blu; in tal senso, si dovrebbe adottare un approccio strategico macroregionale;

    1.3.3

    la sicurezza (dei trasporti) in mare, le questioni legate alla protezione, la crescita economica sostenibile e la conservazione culturale e ambientale non saranno affrontate in modo efficiente nel lungo termine se si trascura il fatto che il Mediterraneo costituisce un'unità storica, economica e ambientale (1). Pertanto, se, da un lato, l'intensificarsi delle tensioni geopolitiche e l'inasprirsi dei conflitti nella parte orientale del bacino marittimo hanno indotto ad avviare l'iniziativa nel Mediterraneo occidentale, quest'ultima deve essere considerata come un progetto pilota che può fornire esperienze utili e migliori prassi e può essere estesa sulla base di un approccio olistico in tutto il Mediterraneo (cfr. anche punti 3.3, 3.4 e 3.5).

    1.4

    Il CESE prevede che il successo di questa iniziativa richiederà un alto livello di coordinamento transnazionale e trasversale. Le politiche e i programmi per il Mediterraneo attuati negli ultimi venti anni hanno prodotto risultati poco soddisfacenti e hanno lasciato inutilizzati importi considerevoli dei fondi messi a disposizione, per via di atteggiamenti divergenti e di una mancanza di coordinamento efficiente tra le istituzioni comunitarie e le amministrazioni pubbliche nei paesi del Mediterraneo non appartenenti all'UE, e a causa del fatto che, in taluni casi, la burocrazia, celata dietro il pretesto della trasparenza, ha provocato barriere eccessive per l'utilizzo dei fondi esistenti. Ciò comporta la necessità di un sottoprogetto di assistenza tecnica che includa i seguenti aspetti:

    1.4.1

    un'analisi comparativa approfondita che determini con esattezza i settori di sovrapposizione nella marea esistente di iniziative con priorità simili (se non identiche) (cfr. punti 3.9 e 3.10), al fine di risparmiare risorse e potenziare i risultati finali. Il CESE sottolinea il rischio che l'attuazione dell'iniziativa venga rinviata o addirittura cancellata, se non vi è una chiara definizione degli obiettivi di medio e lungo termine e/o se non è presente una definizione specifica delle competenze degli organi e delle istituzioni partecipanti;

    1.4.2

    un piano generale operativo, che definirà le competenze della task force per l'economia blu, gli strumenti organizzativi/amministrativi specifici, i ruoli distinti delle istituzioni regionali, nazionali e internazionali coinvolte, oltre a una programmazione ben determinata (cfr. anche punti 4.5 e 4.6). Tenuto conto che le istituzioni nell'ambito della ricerca svolgeranno un ruolo significativo, l'autore/gli autori di tale piano direttore dovrebbero considerare anche l'eterogeneità regionale in riferimento all'esistenza di un settore di ricerca e sviluppo (R&S) competente e che vanta una considerevole esperienza, nonché esempi esistenti di collaborazione nel campo R&S di successo sulle due sponde del Mediterraneo;

    1.4.3

    la pianificazione e l'attuazione di una strategia di comunicazione sufficientemente ampia, che pubblicizzi il contenuto dell'iniziativa per l'economia blu e le opportunità e prospettive risultanti, al fine di (i) individuare tutte le istituzioni e tutti i soggetti interessati che possono essere inclusi e/o coinvolti, soprattutto a livello regionale e locale, e (ii) far circolare tra questi ultimi le informazioni pertinenti.

    1.5

    In considerazione delle raccomandazioni generali di cui sopra, vengono riportate qui di seguito conclusioni dettagliate e proposte pertinenti.

    1.5.1

    Il CESE concorda con l'opinione secondo cui nella lotta contro il terrorismo e la criminalità, sussiste la necessità di una collaborazione in rete più efficiente tra le autorità delle frontiere marittime e terrestri sulle due sponde, nonché uno scambio sistematico e un'analisi dei dati, in stretta cooperazione con Frontex e con altre istituzioni globali transazionali come l'Organizzazione marittima internazionale (IMO).

    1.5.2

    Tuttavia, dato il collegamento in rete delle autorità di frontiera terrestre e marittima, il CESE intende dedicare particolare attenzione alle norme di buona governance e all'esigenza di considerare attentamente i diritti umani, sia individuali che collettivi (cfr. anche il punto 4.1).

    1.5.3

    Affinché la pianificazione spaziale e la gestione delle zone costiere possano essere efficienti, dovrebbe essere adottato l'approccio della «quadrupla elica», a livello transnazionale e, in particolare, a livello regionale/locale. In tal senso, è necessario un maggiore coinvolgimento delle autorità locali (comuni e regioni), nonché delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile, nell'ambito del rispettivo campo di attività. A tal fine, la Commissione dovrebbe invitare i soggetti interessati del settore privato e pubblico locale a partecipare alle consultazioni sulla Comunicazione e sui settori di intervento specifici: protezione e sicurezza dei trasporti, pesca, turismo ed energia, coesione sociale e sostenibilità ambientale (cfr. anche i punti 4.2.1 e 4.3).

    1.5.4

    La «crescita blu» (2) è una delle principali strategie a lungo termine per conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: pesca e acquacoltura, (eco)turismo costiero, logistica marittima (di crescente importanza per il Mediterraneo per via degli attuali sviluppi geopolitici ed economici), biotecnologie marine, energia degli oceani ed estrazione mineraria nei fondali marini offrono nuove e molteplici opportunità imprenditoriali.

    1.5.5

    Le piccole imprese e le microimprese, le unità artigianali e le aziende a gestione familiare con strutture organizzative, attività e piani operativi tradizionali costituiscono la colonna portante delle economie locali sulle due sponde del bacino mediterraneo. In tal senso, i programmi cooperativi e di collaborazione in rete per i piccoli produttori e i microproduttori possono altresì migliorare la resilienza e la competitività a livello di costi, preservando al contempo la differenziazione indispensabile dei beni e dei servizi che forniscono. Pertanto, il CESE ritiene che, oltre all'imprenditorialità innovativa e tecnologicamente avanzata, è almeno altrettanto importante promuovere anche programmi specifici e adattati per le attività economiche tradizionali, tenendo conto delle peculiarità locali (cfr. punti 3.6, 3.7, 4.2.2, 4.2.3 e 4.2.4).

    1.5.6

    La povertà e la disoccupazione giovanile possono acutizzarsi nei prossimi anni, in particolare nei paesi del Mediterraneo meridionale, per questo motivo garantire un migliore equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro può essere importante, ma non sarà sicuramente sufficiente per affrontare i problemi di disoccupazione, coesione sociale e sostenibilità. In tal senso, le azioni di sviluppo riassunte al punto 1.5.5, sono essenziali per la creazione di nuove offerte di lavoro sostenibili e per il miglioramento del livello di vita in settori specifici. Queste azioni di sviluppo devono essere programmate attentamente, in cooperazione con le istituzioni e gli enti locali. Inoltre, queste politiche localizzate rappresentano il modo più efficiente per invertire i fattori che spingono alla migrazione; pertanto dovrebbero essere intese come principale strumento per far fronte ai crescenti flussi migratori e ai conseguenti problemi socioeconomici sulle due sponde, e per affrontare le questioni legate alla protezione e alla sicurezza e la lotta contro la criminalità e il terrorismo (punto 1.5.1).

    1.5.7

    Per quanto concerne la pesca, il CESE ritiene: (i) che la flessibilità del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) dovrebbe essere incrementata al fine di eliminare le barriere tra i livelli della pubblica amministrazione, e (ii) che il ruolo della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) dovrebbe essere rafforzato al fine di effettuare un'inversione di tendenza della situazione tuttora sfavorevole delle popolazioni di molte specie ittiche, in coordinamento e in stretta collaborazione con i paesi del Mediterraneo non appartenenti all'UE (cfr. anche punti 4.3.4 e 4.3.5).

    2.   Contesto della Comunicazione

    2.1

    Nel novembre 2015 la Conferenza ministeriale sull'economia blu (3) dell'UpM ha adottato una dichiarazione per l'ulteriore sviluppo dell'economia blu (4) rafforzando gli investimenti nella tecnologia, nell'innovazione, nelle conoscenze e nelle competenze pertinenti, nonché nella governance marittima.

    2.2

    Nell'ottobre 2016 i ministri degli Esteri nell'ambito del «dialogo 5+5», Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia, più Francia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna, hanno caldeggiato la prosecuzione dei lavori su un'iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell'economia blu, nel quadro dell'Unione per il Mediterraneo (5).

    2.3

    La Comunicazione in oggetto (6) e il quadro d'azione che la accompagna [SWD(2017) 130] (7) fanno seguito a tale richiesta. Entrambi i documenti stabiliscono di sfruttare le opportunità e affrontare le sfide in una regione che necessita di un coordinamento multilaterale e di una collaborazione internazionale che si deve estendere oltre le frontiere dell'Unione europea (UE).

    2.4

    Inoltre, l'iniziativa della Commissione europea su cui si verte la Comunicazione in oggetto poggia sulla lunga esperienza maturata con il bacino marittimo e le strategie macroregionali: si consideri ad esempio la strategia per l'Atlantico, la strategia dell'UE per la regione del Mar Baltico e la strategia dell'UE per la regione adriatica e ionica (8). Tale iniziativa beneficia altresì del dialogo regionale che si svolge sull'economia blu nell'ambito dell'UpM (summenzionata), della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (9), della Convenzione di Barcellona per la protezione dell'ambiente marino e delle regioni costiere del Mediterraneo (10), nonché nel quadro dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile (11) e nel contesto degli sforzi effettuati per attuare la strategia mediterranea per lo sviluppo sostenibile (12).

    2.5

    Inoltre, la comunicazione in oggetto è in linea con l'evoluzione della discussione scientifica e sociopolitica mondiale. L'economia blu rappresenta già una delle principali questioni contemporanee, anzitutto per l'importanza delle risorse marine e oceaniche e il rispettivo potenziale di crescita economica legata ai mari e agli oceani, e in secondo luogo perché la sostenibilità dei mari e degli oceani costituisce il parametro fondamentale della salvaguardia dell'ambiente globale (13).

    2.6

    La Commissione riconosce la necessità di una maggiore sicurezza e protezione, di una crescita economia sostenibile e di posti di lavoro, nonché l'esigenza della conservazione degli ecosistemi e della biodiversità nel Mediterraneo occidentale. In altri termini, essa intende contribuire alla promozione dello sviluppo economico socialmente e ambientalmente sostenibile nel bacino marittimo, nelle regioni costiere settentrionali e meridionali, nei porti e nelle città che costituiscono un sistema integrato per la mobilità delle persone e delle merci, andando ben al di là delle discontinuità amministrative e politiche esistenti. A tal fine, vengono evidenziati tre settori di sfide:

    2.6.1

    sicurezza e protezione delle attività marittime: secondo la Comunicazione, il Mediterraneo occidentale presenta zone di congestione del traffico che saranno esposte a rischi maggiori (in termini di incidenti nel settore dei trasporti) a causa degli sviluppi economici e geopolitici futuri, quali il raddoppio del Canale di Suez. D'altro canto, le questioni relative alla sicurezza sono già considerevoli (la migrazione illegale ne è un indizio) mentre si prevede che le attuali tendenze socioeconomiche e demografiche, unitamente agli effetti del cambiamento climatico, intensificheranno la concorrenza per le risorse e l'instabilità geopolitica;

    2.6.2

    alti tassi di disoccupazione giovanile rispetto all'invecchiamento della forza lavoro nel settore marittimo: la Comunicazione riconosce un noto paradosso occupazionale, ovverosia una forza lavoro inutilizzata, da un lato, e posti di lavoro vacanti non occupati, dall'altro lato, un'incongruenza concentrata soprattutto nei settori e negli ambiti legati all'economia blu. La Commissione ritiene che la situazione attuale sia principalmente (se non esclusivamente) dovuta a uno squilibrio, pertanto focalizza l'attenzione sulla mancanza di dialogo e collaborazione tra l'industria e il sistema dell'istruzione;

    2.6.3

    interessi divergenti e contrastanti in mare: in base ai dati presentati nella Comunicazione, il Mediterraneo occidentale vanta la maggiore biodiversità dell'intero bacino. Al contempo, in esso si concentra circa la metà del PIL mediterraneo proveniente dalle principali attività marittime (turismo, acquacoltura, pesca e trasporti) il che determina una crescente urbanizzazione delle zone costiere, un eccessivo sfruttamento degli stock ittici, inquinamento marino e problematiche più ampie legate alla conservazione. In considerazione del carattere transnazionale degli interessi in questione e delle gravi disparità socioeconomiche, tali fattori giustificano pienamente l'opinione della Commissione secondo cui in questa regione «si concentrano pressioni economiche, demografiche e ambientali».

    2.7

    Nel complesso, la Commissione riconosce che il quadro esistente dei piani di cooperazione sulle due sponde del bacino marittimo non si è ancora dimostrato sufficientemente efficiente. In tal senso, l'iniziativa affronta una necessità esistente. Ciononostante, il successo della gestione di questa sfida dipende da numerose variazioni e rettifiche specifiche e generali. Si proverà a illustrare molte di queste nei paragrafi di seguito riportati.

    3.   Osservazioni generali

    3.1

    Il CESE sostiene gli sforzi della Commissione volti a consolidare e sviluppare una catena di consumo e produzione sostenibile, ad esempio mediante l'utilizzo di fonti di energia pulita per la desalinizzazione dell'acqua di mare, la promozione dell'efficienza energetica e, più in generale, dell'energia pulita e la promozione e il rafforzamento del trasporto marittimo ecocompatibile. Tale aspetto è di particolare importanza tenuto conto dell'enorme potenziale per le attività imprenditoriali nel settore in questione.

    3.2

    Il concetto di economia blu si riferisce all'evoluzione socialmente e ambientalmente sostenibile dei bacini marittimi e delle zone costiere, con il fine di affrontare le disparità esistenti e garantire la conservazione della diversità culturale e della biodiversità, che sono particolarmente decisive alla luce della storia e in considerazione del futuro del Mediterraneo. In tal senso, i settori d'intervento scelti nella Comunicazione — (1) sicurezza e protezione marittima, (2) un'economia intelligente e resiliente, (3) una migliore governance del mare — seppure importanti, potrebbero essere inefficacemente limitati in relazione alle esigenze del bacino. Il CESE propone un ulteriore ampliamento dell'iniziativa nei settori della biodiversità e della conservazione, della comunicazione interculturale, nonché una strategia più concreta per fornire supporto alle attività produttive su piccola scala e su scala molto ridotta, ad esempio nell'ambito della pesca ecc.

    3.3

    La sicurezza dei trasporti marittimi, ma soprattutto le questioni legate alla protezione, seppure molto importanti, non possono essere limitate al Mediterraneo occidentale. Al contrario, la storia geopolitica e l'attuale deterioramento, unitamente alla deflagrante crisi dei rifugiati nella parte orientale del bacino marittimo, denotano la necessità di un approccio olistico per il Mediterraneo finalizzato ad affrontare tali sfide.

    3.4

    Ciò vale anche per gli altri ambiti d'interesse definiti: crescita economica sostenibile, questioni legate alla conservazione culturale e ambientale ecc. Il Mediterraneo non dovrebbe essere diviso in area orientale e area occidentale. Anche se ciò avviene per ragioni di carattere amministrativo e per strategie a breve termine, la pianificazione strategica nel lungo termine deve riguardare il bacino nel suo insieme.

    3.5

    Il CESE comprende pienamente che, tenuto conto dell'acutizzarsi delle tensioni geopolitiche e dell'inasprimento dei conflitti nel Mediterraneo orientale, avviare l'iniziativa per il Mediterraneo occidentale potrebbe costituire un approccio più semplice, più realistico e più veloce da attuare. Tuttavia, se a tale orientamento non fa seguito un'iniziativa analoga per il Mediterraneo orientale, vi sarà un rischio considerevole che gli obiettivi stabiliti non vengano conseguiti. Gli stessi problemi, seppure con una tensione maggiore per via delle condizioni geopolitiche, devono essere affrontati nel Mediterraneo orientale, per il quale dovrebbero essere pianificate e applicate regole e politiche affini.

    3.6

    Sebbene la mancanza di «dialogo» tra l'industria, da un lato, e il mondo accademico e il settore della ricerca e dello sviluppo, dall'altro lato, possa costituire un importante punto da considerare quando viene affrontato il problema della disoccupazione (soprattutto nel lungo termine e in periodi di crescita economica), focalizzarsi unicamente su questo aspetto significherebbe adottare un approccio unilaterale ed inefficace. Al contrario, gli squilibri economici esistenti (in un contesto in cui la carenza di nuovi posti di lavoro vacanti e l'elevata disoccupazione costituiscono elementi fondamentali) e l'ampliamento delle disparità socioeconomiche nel bacino marittimo del Mediterraneo occidentale dovrebbero essere affrontati alla luce della persistente crisi sistemica nella parte settentrionale della regione e della mancanza generale di volontà di effettuare investimenti produttivi.

    3.7

    Nei casi in cui l'attività economica interagisca fortemente con le questioni legate alla conservazione laddove sussistono esternalità (macro)economiche (provocate dalla domanda o dall'offerta) e laddove l'insieme delle libere scelte individuali determina problemi di sostenibilità di carattere socioeconomico e ambientale, vi è la necessità di un intervento politico efficace che, in tempi di maggiore internazionalizzazione, deve essere adeguato a livello transnazionale. Nei casi di eccessivo sfruttamento degli stock ittici, inquinamento marino, eccessiva urbanizzazione e agglomerati crescenti in modo inefficiente, persistenti crisi economiche/finanziarie e disparità sociali e transregionali in aumento all'interno e al di fuori dell'UE, la teoria secondo cui si devono «liberare le forze di mercato» non è sufficiente.

    3.8

    In tal senso, le insufficienze individuate nel quadro decisionale esistente in questo settore, che sono principalmente dovute alla mancanza di collaborazione tra i diversi paesi (la Comunicazione fa riferimento a questo aspetto quando affronta il terzo gruppo di sfide e carenze in merito agli interessi divergenti e contrastanti) costituiscono un fattore estremamente importante nella gestione delle controversie socioeconomiche ed ambientali nella regione. Gli accordi bilaterali esistenti e futuri tra i paesi vicini dell'UE e i paesi del Mediterraneo meridionale dovrebbero essere efficacemente rispettati. L'assenza di una voce unita e quindi forte dell'UE in merito alle questioni di politica estera potrebbe non contribuire in questo senso ma, dall'altro lato, i paesi sulla sponda meridionale del bacino dovrebbero aspettarsi che l'UE sia il loro partner principale (se non l'unico partner), con interessi decisi e autentici nella promozione delle prospettive comuni per lo sviluppo sostenibile e la prosperità nella regione.

    3.9

    A prescindere dalla mancanza esistente di cooperazione transnazionale, un'ulteriore esigenza di coordinamento politico scaturisce dalla marea caotica di iniziative e piattaforme con priorità simili (se non identiche). La Comunicazione in oggetto fa riferimento, ad esempio, alla strategia per la crescita blu e la politica marittima dell'UE (14), alla strategia dell'UE per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo (15), all'iniziativa BLUEMED (16) e all'iniziativa della FAO a favore della crescita blu (17). Inoltre, vi sono altre attività che interessano le due sponde del bacino, quali il piano d'azione «Produzione e consumo sostenibili» e il piano d'azione sui trasporti regionali per la regione mediterranea (18).

    3.10

    Alla luce dell'ampia gamma d'iniziative esistenti di orientamento simile, il CESE raccomanda un'analisi comparativa approfondita per individuare con esattezza le aree di sovrapposizione e rendere possibile l'utilizzo di iniziative in modo tale da risparmiare risorse e potenziare i risultati finali. Le migliori prassi applicate nelle altre strategie (anche nel Baltico) e iniziative macroregionali (come Smart Islands) (19) dovrebbero essere oggetto di un esame e di un'analisi più esaurienti.

    3.11

    I requisiti non realistici che limitano l'efficacia dei programmi europei nel Mediterraneo, da un lato, e la burocrazia risultante dal timore di impiegare i fondi dell'UE in modo errato, dall'altro lato, nonché la corruzione e l'inefficienza in parti della pubblica amministrazione o in specifici casi che la coinvolgono, sulle due sponde del bacino, hanno provocato gravi carenze in merito all'assorbimento dei fondi europei esistenti per il Mediterraneo.

    3.12

    D'altro canto, finora l'UpM non è riuscita a svolgere il ruolo che dovrebbe, malgrado i vari progetti che sono stati annunciati. Pertanto il suo intervento nella regione deve essere ulteriormente rafforzato. Le iniziative per l'economia blu potrebbero essere di grande importanza per la prosperità generale, ma devono essere correlate efficacemente con le strutture e i quadri esistenti.

    4.   Osservazioni particolari

    4.1   Uno spazio marittimo più sicuro e protetto

    4.1.1

    La Comunicazione focalizza l'attenzione su due settori d'intervento specifici: (1) la cooperazione tra le guardie costiere e (2) lo scambio di dati e la collaborazione amministrativa per migliorare la capacità di reagire e lottare contro l'inquinamento marino causato da incidenti.

    4.1.2

    Il CESE ritiene essenziale il rafforzamento della creazione di reti e, quindi, la cooperazione tra le guardie delle frontiere terrestri e marittime e le autorità di controllo sulle due sponde, con l'assistenza di Frontex. Lo scambio e l'analisi in maniera sistematica delle informazioni da parte di un centro di analisi dei dati sovranazionale sono altresì necessari, al fine di avere successo nella lotta contro la criminalità e il terrorismo. Ciononostante, le regole della buona governance e i diritti umani, individuali e collettivi, devono essere debitamente tenuti in considerazione, soprattutto alla luce dell'esperienza negativa di determinati regimi.

    4.1.3

    Il CESE ritiene che questi due approcci chiaramente definiti costituiscano un modo efficiente per gestire la questione relativa a uno spazio marittimo più sicuro e protetto. Tuttavia, l'analisi degli obiettivi quantitativi sottostanti deve essere migliorata ai fini della sorveglianza e della valutazione continua di questa priorità e si dovrebbero compiere sforzi volti a coordinare e collaborare con le istituzioni globali transnazionali come l'Organizzazione marittima internazionale (IMO) (20).

    4.2   Un'economia blu intelligente e resiliente

    4.2.1

    Il CESE si rammarica del fatto che le parti sociali e le organizzazioni della società civile siano, nella migliore delle ipotesi, sottorappresentate (se non completamente assenti) nella Comunicazione, sebbene tali istituzioni possano essere estremamente utili nella pianificazione, nonché nell'attuazione di politiche e programmi specifici, in considerazione della loro esperienza nel gestire situazioni critiche e della loro capacità comprovata a intervenire direttamente e a risolvere problemi socioeconomici.

    4.2.2

    La povertà e la disoccupazione giovanile potrebbero acutizzarsi nei prossimi anni per via del cambiamento climatico che inciderà in modo particolare sulle condizioni nei paesi del Mediterraneo meridionale. La Commissione, in collaborazione con le autorità locali e le parti sociali, dovrebbe intraprendere azioni di sviluppo a livello locale, ad esempio promozione delle PMI, sostegno alle attività artigianali, azioni speciali per fornire supporto al settore primario e incentivare i prodotti locali agricoli e della pesca nei mercati europei ecc., unitamente a misure di miglioramento appropriate nell'ambito dell'istruzione locale e della formazione professionale al fine di migliorare gli standard di vita degli abitanti residenti e di prevenire la migrazione. L'economia blu può offrire un reddito adeguato a migliaia di famiglie mediante approcci alla pesca moderni, su piccola scala e di alta qualità, grazie alla conservazione e all'offerta di prodotti della pesca.

    4.2.3

    Le aziende a gestione familiare, le piccole imprese e le microimprese con strutture organizzative, piani operativi e attività tradizionali rappresentano la colonna portante delle economie locali sulle due sponde del bacino mediterraneo, soprattutto negli ambiti e nei settori che costituiscono l'economia blu. Per questo motivo, il CESE ritiene che, oltre a incentivare iniziative volte a sostenere l'imprenditorialità innovativa e tecnologicamente avanzata, è almeno altrettanto importante promuovere anche programmi per le attività economiche tradizionali.

    4.2.4

    In tal senso, il CESE afferma che deve essere potenziato il secondo gruppo di azioni nell'ambito di questa priorità, vale a dire la gestione dei cluster marittimi. I programmi cooperativi e di collaborazione in rete per i piccoli produttori e i microproduttori possono migliorare la resilienza e la competitività a livello di costi, preservando al contempo la differenziazione indispensabile dei beni e dei servizi che forniscono. I cluster, d'altro canto, possono essere efficaci in settori specifici nei quali è indispensabile la concentrazione di capitale, come il settore delle energie rinnovabili e del trasporto di merci. Tuttavia, il CESE ritiene che l'idea dei cluster, la creazione d'incubatori e la promozione di piani commerciali mediante servizi di business angel siano piuttosto premature anche per le economie, più avanzate, dell'UE, cosa che denota la necessità di pianificare servizi di supporto chiaramente definiti, soprattutto per piccoli produttori, artigiani e commercianti sulla sponda meridionale del bacino.

    4.2.5

    Inoltre, in linea con la quarta priorità strategica del summenzionato rapporto del WWF sul rilancio dell'economia del Mediterraneo, di recente pubblicazione, è possibile e necessario riorientare i finanziamenti pubblici e privati per schiudere il potenziale del patrimonio naturale della zona. Così facendo si può generare reddito, tenendo conto nel contempo della sostenibilità sociale e ambientale, attraverso meccanismi di finanziamento basati sulla finanza del carbonio, quali il pagamento di un servizio ecosistemico (21). Ad esempio, le praterie di alghe del Mediterraneo sono tra i più efficaci sistemi di sequestro del carbonio, il che significa che gli investimenti pubblici e privati in questa direzione possono combinare il rafforzamento della crescita economica locale con il contributo alla strategia globale in materia di clima.

    4.3   Una migliore governance del mare

    4.3.1

    Al fine di garantire una buona riuscita del primo gruppo di azioni, vale a dire pianificazione spaziale e gestione delle zone costiere, dovrebbe essere adottato l'approccio della «quadrupla elica» (22). È richiesto un maggiore coinvolgimento delle autorità locali (comuni e regioni), del mondo accademico e del settore della ricerca e dello sviluppo, delle parti sociali, nonché delle organizzazioni della società civile, nell'ambito delle rispettive sfere di attività, in considerazione di una migliore conoscenza delle condizioni socioeconomiche ed ambientali locali, ma anche a causa della flessibilità amministrativa.

    4.3.2

    In tal senso, gli interessi economici e sociali organizzati possono e dovrebbero svolgere un ruolo decisivo nello sviluppo socioeconomico del Mediterraneo. La Commissione, in collaborazione con l'UpM, dovrebbe invitare i soggetti interessati del settore privato a partecipare alle consultazioni sulla Comunicazione, garantendo il loro contribuito essenziale alla pianificazione e, quindi, un coinvolgimento più efficiente nell'attuazione dei programmi e delle attività pertinenti. Per quanto concerne la pesca, dovrebbero essere adottate misure finalizzate a rafforzare i piani di gestione congiunti assicurando una partecipazione efficace dei soggetti interessati al processo decisionale.

    4.3.3

    Si dovrebbe porre l'accento sulla mancanza di collaborazione tra paesi europei e non europei nel Mediterraneo occidentale, soprattutto in merito alle questioni concernenti la sicurezza e l'immigrazione che incidono sullo sviluppo economico.

    4.3.4

    La pesca costituisce un fattore chiave nell'attività economica del Mediterraneo e rappresenta la seconda fonte più importante di ricchezza, dopo il turismo. Il CESE concorda sulla necessità di pianificare azioni specifiche in tale settore, del tipo definito nel quarto gruppo di azioni che rientrano in questa priorità. I programmi dovrebbero mirare a ridurre lo sfruttamento eccessivo dei campi di pesca e a mettere a punto servizi di supporto e fondi finalizzati a garantire la sopravvivenza delle attività di pesca su piccola scala e lo sviluppo parallelo delle comunità costiere. La flessibilità del FEAMP (23) deve essere potenziata al fine di eliminare le barriere esistenti tra i livelli di amministrazione pubblica, nel momento in cui vengono definite iniziative efficaci.

    4.3.5

    Il CESE ritiene che il ruolo della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) dovrebbe essere rafforzato, al fine di garantire l'adozione di misure necessarie, coerenti e compatibili volte a effettuare un'inversione di tendenza della situazione sfavorevole degli stock ittici, in coordinamento e in stretta collaborazione con i paesi del Mediterraneo non membri dell'UE.

    4.4

    Il CESE ha sottolineato a più riprese che le politiche e i programmi per il Mediterraneo attuati nel corso degli ultimi venti anni hanno prodotto risultati poco soddisfacenti e hanno lasciato inutilizzati importi considerevoli dei fondi messi a disposizione, per via di atteggiamenti divergenti e di una carenza di coordinamento efficiente tra le istituzioni comunitarie responsabili e i governi locali e le pubbliche amministrazioni nei paesi del Mediterraneo non appartenenti all'UE. A tal merito sono urgentemente necessari un forte supporto e assistenza tecnica per migliorare il livello di reazione da parte delle istituzioni non appartenenti all'UE ai requisiti richiesti per i finanziamenti europei, così come è necessaria una maggiore adattabilità da parte della Commissione.

    4.5

    L'attuazione efficace delle azioni stabilite nella Comunicazione è compromessa in modo particolare dall'eccessiva burocrazia, come risulta evidente nel capitolo «Governance e attuazione», ma anche dal coinvolgimento di istituzioni completamente diverse con strutture e posizioni divergenti, quali le riunioni ministeriali, la Commissione, l'UpM ecc. È essenziale un piano operativo con strumenti amministrativi/organizzativi specifici e ruoli distinti.

    4.6

    Il CESE ritiene che dovrebbe essere immediatamente istituita la task force per l'economia blu, unitamente a un'azione chiaramente definita e a un piano di competenza, legati ai gruppi di lavoro dell'UpM. La task force dovrebbe disporre della flessibilità necessaria per reagire rapidamente alle emergenze (calamità naturali e ambientali, ecc.) ma dovrebbe anche adempiere alle responsabilità e ai compiti specifici. Il CESE è cauto in merito alla valutazione dell'efficacia della task force, che dipenderà dalla sua composizione e dal coinvolgimento diretto delle istituzioni europee e dei governi nazionali non appartenenti all'UE. Pertanto, il CESE è dell'opinione che la task force dovrebbe essere concepita con scrupolosità fin dall'inizio, con un organigramma ben definito e un sistema efficiente di processi e procedure, nonché con un piano operativo specifico architettato in modo competente.

    Bruxelles, 6 dicembre 2017

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Georges DASSIS


    (1)  Gli autori del recente rapporto del WWF Reviving the Economy of the Mediterranean Sea — Actions for a sustainable future (Rilanciare l'economia del Mediterraneo — Azioni per un futuro sostenibile) sostengono in primo luogo l'esigenza di un approccio a vasto raggio, e in secondo luogo che «il Mediterraneo fornisce un importante contributo al PIL regionale, e che le sue risorse naturali rappresentano una grande risorsa per l'economia blu, a livello non solo regionale, ma globale».

    (Cfr. il rapporto http://www.wwf.gr/images/pdfs/Reviving_Mediterranean_Sea_Economy_Full%20rep_Lowres.pdf, pag. 7).

    (2)  https://ec.europa.eu/maritimeaffairs/policy/blue_growth_it

    (3)  Per il programma della Conferenza ministeriale sull'economia blu dell'UpM tenutasi il 17 novembre 2015 cfr. http://ufmsecretariat.org/wp-content/uploads/2015/10/Agenda_UfM_Ministerial-on-Blue-Economy_MARE-D1.pdf.

    (4)  Cfr. http://ufmsecretariat.org/wp-content/uploads/2015/11/2015-11-17-declaration-on-blue-economy_en.pdf.

    (5)  Per una breve sintesi delle decisioni adottate in occasione della riunione dei ministri degli Esteri del 28 ottobre 2016 cfr. http://ufmsecretariat.org/foreign-affairs-ministers-of-the-55-dialogue-discuss-pressing-regional-challenges-and-highlight-the-positive-contribution-of-ufm-activities-to-the-enhancement-of-regional-cooperation/. Per la storia del dialogo 5+5 dal 2003 cfr. http://westmediterraneanforum.org/wp-content/uploads/2013/09/131017_chronology5+51.pdf.

    (6)  https://ec.europa.eu/maritimeaffairs/sites/maritimeaffairs/files/com-2017-183_en.pdf.

    (7)  https://ec.europa.eu/maritimeaffairs/sites/maritimeaffairs/files/swd-2017-130_en.pdf.

    (8)  Per le tre strategie regionali dell'UE si vedano i seguenti siti web: http://www.atlanticstrategy.eu/ per la strategia per l'Atlantico, https://www.balticsea-region-strategy.eu/ per la strategia dell'UE per la regione del Mar Baltico (EUSBSR) e http://www.adriatic-ionian.eu/ per la strategia dell'UE per la regione adriatica e ionica (EUSAIR).

    (9)  http://www.fao.org/gfcm/en/.

    (10)  La Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo contro l'inquinamento (Convenzione di Barcellona) è stata adottata il 16 febbraio 1976 in occasione della conferenza dei plenipotenziari degli Stati costieri della regione mediterranea sulla protezione del Mar Mediterraneo, tenutasi a Barcellona. La Convenzione originale è stata modificata da alcuni emendamenti adottati il 10 giugno 1995 (UNEP(OCA)/MED IG.6/7). È entrata in vigore il 9 luglio 2004.

    (11)  https://www.un.org/pga/wp-content/uploads/sites/3/2015/08/120815_outcome-document-of-Summit-for-adoption-of-the-post-2015-development-agenda.pdf.

    (12)  https://planbleu.org/sites/default/files/upload/files/smdd_uk.pdf.

    (13)  Cfr. il rapporto elaborato dal WWF con il sostegno del Boston Consulting Group Reviving the Economy of the Mediterranean Sea — Actions for a sustainable future, 2017 (http://www.wwf.gr/images/pdfs/Reviving_Mediterranean_Sea_Economy_Full%20rep_Lowres.pdf).

    (14)  Cfr. ad esempio l'ultimo rapporto sulla strategia per la crescita blu — SWD(2017) 128 final — al link https://ec.europa.eu/maritimeaffairs/sites/maritimeaffairs/files/swd-2017-128_en.pdf.

    (15)  COM/2014/086 final.

    (16)  https://ec.europa.eu/maritimeaffairs/content/bluemed-initiative-blue-growth-and-jobs-mediterranean_it.

    (17)  Per maggiori dettagli sull'iniziativa a favore della crescita blu dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura cfr. http://www.fao.org/3/a-mk541e/mk541e02.pdf.

    (18)  Cfr. http://www.unep.org/ourplanet/june-2017/unep-publications/regional-action-plan-sustainable-consumption-and-production e https://ec.europa.eu/transport/sites/transport/files/themes/international/european_neighbourhood_policy/mediterranean_partnership/docs/rtap2014_2020_en.pdf rispettivamente.

    (19)  http://www.smartislandsinitiative.eu/en/index.php.

    (20)  http://www.imo.org/en/Pages/Default.aspx.

    (21)  Il pagamento di un servizio ecosistemico ha luogo quando il beneficiario o l'utente di un tale servizio effettuano un pagamento diretto o indiretto al fornitore di esso. Nel caso del bacino mediterraneo, il pagamento di un servizio ecosistemico può anche essere previsto come giustificazione ambientale del trasferimento di fondi dalla costa nord a quella meridionale.

    (22)  Cfr. http://cor.europa.eu/en/documentation/studies/Documents/quadruple-helix.pdf.

    (23)  Cfr. https://ec.europa.eu/fisheries/cfp/emff_it per ulteriori informazioni.


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