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Document 52016AE0083

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «La dimensione esterna della politica energetica dell’UE»

GU C 264 del 20.7.2016, p. 28–34 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

20.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 264/28


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «La dimensione esterna della politica energetica dell’UE»

(2016/C 264/04)

Relatore:

Vitas MAČIULIS

La presidenza del Consiglio dell’Unione europea, in data 16 dicembre 2015, ha deciso, conformemente al disposto dell’articolo 262 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo sul tema:

La dimensione esterna della politica energetica dell’UE

La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha adottato il proprio parere in data 19 aprile 2016.

Nella sua 516a sessione plenaria, dei giorni 27 e 28 aprile 2016 (seduta del 28 aprile), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 143 voti favorevoli, nessun voto contrario e 2 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni: verso una politica energetica esterna resiliente e consolidata nell’UE

1.1

L’energia è un elemento inscindibile dalla politica internazionale ed è attualmente tra le principali priorità dell’agenda dell’UE. Poiché alcuni attori della scena internazionale cercano di sfruttare l’energia come uno strumento per raggiungere determinati obiettivi politici, è nell’interesse dei cittadini europei che l’UE rimanga vigile in rapporto alle questioni energetiche.

1.1.1

Per la dimensione esterna dell’energia i fattori più importanti sono tre, ossia la diversificazione, il fatto di «parlare con una sola voce» e un sistema energetico interno adeguatamente sviluppato.

1.2

Per l’UE, la diversificazione delle fonti energetiche, dei fornitori e delle rotte è essenziale per la politica energetica esterna. Come sottolineato nella strategia dell’UE per l’Unione dell’energia, una sfida fondamentale per l’UE è rappresentata dal fatto che più della metà dell’energia consumata proviene da importazioni, che devono essere assicurate tramite determinate politiche commerciali.

1.2.1

La cerchia dei partner da cui importare energia deve essere ampliata, puntando costantemente alla ricerca e alla creazione di un dialogo con nuovi fornitori che siano affidabili e prevedibili.

1.2.2

I nuovi grandi progetti infrastrutturali che contribuiscono a raggiungere gli obiettivi sul piano della diversificazione dovrebbero realizzare le finalità della strategia per l’Unione dell’energia ed essere totalmente in linea con l’acquis dell’UE. Tali progetti dovrebbero inoltre essere pienamente coerenti con l’obiettivo di sviluppare un sistema energetico decentrato nel quale le fonti rinnovabili abbiano un ruolo di primaria importanza.

1.2.3

Bisognerebbe incoraggiare la cooperazione tra i rappresentanti del settore privato e quelli del settore politico, allo scopo di individuare i metodi e i partner più adatti per lo sviluppo della dimensione energetica esterna. Gli obiettivi legati alla sicurezza e alla sostenibilità energetiche andrebbero sempre tenuti in considerazione.

1.3

Bisogna perseguire un’azione all’unisono (ossia «parlare con una sola voce») a dispetto delle differenze tra gli Stati membri per quanto concerne il mix energetico adottato, le strutture per l’importazione di energia e i partner tradizionali. Una posizione comune all’interno dell’UE è fondamentale per avere una dimensione esterna forte.

1.3.1

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) raccomanda agli Stati membri di coordinare i loro singoli interessi nel settore dell’energia e di mantenere costantemente tra loro relazioni improntate alla solidarietà e alla trasparenza.

1.3.2

Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione, del 16 febbraio 2016, volta a rafforzare l’attuale meccanismo per lo scambio di informazioni per quanto riguarda gli accordi intergovernativi e gli strumenti non vincolanti.

1.3.3

Il rispetto di standard comuni in materia ambientale e di sicurezza nucleare nei progetti energetici in fase di attuazione nei paesi confinanti con l’UE dovrebbe essere un punto importante della politica energetica esterna dell’Unione. Gli acquisti di energia da paesi che non rispettano tali standard dovrebbero essere limitati.

1.4

La solidità del sistema energetico interno costituisce il presupposto per la riduzione dell’impatto esterno: una delle dimensioni chiave dell’Unione dell’energia è la creazione di un mercato energetico interno dell’UE pienamente funzionale e trasparente, che avrebbe quale conseguenza diretta una maggiore efficienza dell’approccio dell’UE in materia di questioni energetiche esterne.

1.4.1

Vanno create tutte le componenti necessarie dell’infrastruttura energetica, affinché sia possibile ottimizzare e razionalizzare l’importazione di risorse energetiche nell’UE.

1.4.2

Il CESE sottolinea la necessità di integrare pienamente le reti e i sistemi energetici di tutti gli Stati membri nel mercato interno dell’UE, e di assicurarne la piena sincronizzazione.

1.4.3

La competitività dei produttori di energia dell’UE deve essere mantenuta assicurando la parità di condizioni tra i produttori di energia europei e quelli non europei.

1.4.4

Il CESE esorta a far sì che nella concezione e nell’attuazione della politica energetica esterna dell’Unione europea si tenga conto della necessità che le industrie dell’UE, e in particolare quelle ad alta intensità energetica, dispongano di un approvvigionamento di energia competitivo, stabile e prevedibile, che consenta loro di operare a parità di condizioni con i loro concorrenti internazionali.

1.5

Una politica energetica orientata al futuro, che permetta di conseguire gli obiettivi esterni dell’UE anche nel contesto dell’accordo della COP 21, dovrebbe innanzi tutto prendere sistematicamente in considerazione gli obiettivi della politica europea in materia di clima e gli sforzi dell’intera comunità internazionale volti a limitare le anomalie climatiche, sviluppando in particolare tre fattori essenziali: le fonti energetiche rinnovabili, l’efficienza energetica e la ricerca e sviluppo.

1.5.1

Le fonti rinnovabili rappresentano un elemento essenziale ai fini di una maggiore sicurezza energetica e di una minore dipendenza dalle importazioni.

1.5.2

L’UE deve fare il possibile per conservare la sua posizione di leader in questo settore.

1.5.3

L’efficienza energetica è uno degli strumenti principali che consentono di diminuire quantitativamente il consumo energetico dell’UE e, quindi, il volume delle importazioni di energia. È pertanto essenziale ridurre la spesa energetica dei consumatori sia privati che commerciali.

1.6

La ricerca e lo sviluppo devono ricevere risorse adeguate, allo scopo di pervenire a un aumento dell’efficienza e a una riduzione dei costi di produzione dell’energia. In tale contesto, anche la cooperazione internazionale ha chiaramente la sua importanza.

1.7

Poiché l’energia dovrebbe essere accessibile ai consumatori e sostenere la competitività dell’industria, il CESE invita la Commissione europea e i governi nazionali a dare ampio spazio alla società civile, alle parti sociali e alle associazioni dei consumatori. Per questo motivo, il Comitato sollecita l’avvio di un Dialogo europeo per l’energia e la creazione di un Forum europeo sull’energia con la partecipazione di tutti i soggetti interessati. Questo elemento è cruciale per la definizione di una politica energetica esterna dell’UE che sia intelligente, efficiente e sostenibile.

1.7.1

Il CESE deve mobilitare i propri organi internazionali di riferimento affinché svolgano un ruolo attivo nella creazione di una politica energetica esterna dell’UE efficace e resiliente.

2.   Contesto

2.1

Solo in tempi recenti le questioni energetiche hanno assunto rilevanza nei dibattiti politici dell’UE e sono state inserite ai primi posti dell’agenda della Commissione europea. Il CESE è attivo anche nel campo della dimensione esterna dell’energia e ha già adottato una serie di pareri su questo tema (1).

2.2

Vista la crescente dipendenza dell’UE dalle importazioni di energia, in particolare di petrolio e gas, la dimensione esterna della politica energetica dell’UE sta assumendo un’importanza cruciale per rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici.

2.2.1

Più della metà del consumo energetico interno lordo dell’UE (il 53,2 %) è basato su importazioni. L’UE importa il 44,2 % dei combustibili solidi usati (di cui più della metà è carbon fossile), l’87,4 % del petrolio e prodotti derivati, e il 65,3 % del gas naturale (dati Eurostat, 2013).

2.2.2

Tali cifre sottolineano in maniera netta in quale misura l’UE è dipendente dal commercio con i paesi terzi fornitori. Pertanto, se un fornitore si rivelasse inaffidabile o imprevedibile oppure se non si provvedesse a una manutenzione adeguata delle infrastrutture, la sicurezza energetica dell’intera UE potrebbe venire seriamente compromessa.

3.   Rilevanza della diversificazione nelle relazioni esterne in materia di energia

3.1

L’UE dovrebbe andare alla ricerca di nuove opportunità di cooperazione, nonché rafforzare i partenariati in materia di energia già esistenti con paesi terzi per quel che concerne la diversificazione delle fonti, dei fornitori e delle rotte.

3.2

È molto probabile che nel prossimo futuro la Russia rimanga il principale partner dell’UE per le importazioni di energia. Questo paese è particolarmente importante per l’energia trasportata tramite i gasdotti.

3.2.1

Per la Russia il mantenimento della sua posizione di vantaggio sul mercato energetico dell’UE costituisce una questione della massima priorità, in quanto l’Unione rappresenta il suo principale importatore di energia ed è al tempo stesso un cliente molto affidabile.

3.2.2

Il progetto di gasdotto Nord Stream II costituisce attualmente una delle priorità dell’agenda energetica della Russia, che è tesa ad aumentare le esportazioni di gas naturale verso l’UE. All’interno dell’UE è stato espresso il timore che questo progetto possa essere in contraddizione con la strategia dell’Unione legata alla diversificazione delle forniture di gas. Per il CESE, il compito più importante della Commissione consiste in una valutazione approfondita del progetto Nord Stream II e della sua congruenza sia con l’acquis dell’UE, compreso il terzo pacchetto dell’energia, che con gli obiettivi della strategia dell’Unione dell’energia, in particolare la diversificazione delle fonti energetiche, dei fornitori e delle rotte di approvvigionamento.

3.2.3

Gli interessi di ogni Stato membro devono essere tenuti in considerazione quando verrà stabilità una posizione comune dell’UE in merito al Nord Stream II. Gli aspetti commerciali del progetto non dovrebbero essere l’unico fattore di cui tener conto al momento di decidere, soprattutto alla luce della tendenza della Russia a servirsi dell’energia come uno strumento per il raggiungimento di obiettivi geopolitici.

3.3

La Norvegia è un partner prezioso dell’UE sullo scenario internazionale, con il quale l’Unione condivide priorità strategiche anche nel settore energetico. Essendo un paese membro dell’Accordo sullo Spazio economico europeo, la Norvegia fa parte del mercato interno dell’UE.

3.3.1

La rilevanza della dimensione settentrionale continuerà probabilmente ad aumentare, al pari della cooperazione tra le regioni del Nord per quanto riguarda i giacimenti di petrolio e gas nell’Oceano Artico. Bisognerà tuttavia prestare una particolare attenzione al delicato contesto ambientale se e quando le imprese inizieranno a sondare seriamente quell’area alla ricerca di potenziali risorse.

3.4

La cooperazione tra l’UE e i paesi partner del Mediterraneo meridionale e orientale nel settore dell’energia ha acquisito nuovo slancio con la recente creazione di piattaforme regionali riguardanti il gas, l’elettricità, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Queste piattaforme sono concepite per contribuire a facilitare e rafforzare la cooperazione in ambito energetico.

3.5

Dato che l’Asia centrale è una regione di importanza strategica ed è ricca di risorse energetiche, l’Unione europea si è impegnata a instaurare un rapporto stabile e duraturo con essa. Come indicato nelle conclusioni del Consiglio «Affari esteri» sulla strategia dell’UE per l’Asia centrale, adottate il 22 giugno 2015, l’UE invita a rafforzare i legami nel settore dell’energia, poiché questo contribuirebbe alla sicurezza energetica reciproca.

3.6

Il collegamento tra la regione del Mar Caspio e il mercato dell’UE attraverso il corridoio meridionale del gas dischiuderà nuove possibilità per gli scambi commerciali di gas naturale e contribuirà a raggiungere l’obiettivo dell’UE legato alla diversificazione. Il gasdotto transanatolico (TANAP) costituirà la parte centrale dell’interconnessione assieme al gasdotto transadriatico (TAP).

3.7

Le relazioni nel settore dell’energia con gli Stati Uniti stanno assumendo un’importanza sempre maggiore nell’agenda dell’UE, come dimostrato dal Consiglio per l’energia UE-USA. Gli Stati Uniti attualmente traggono vantaggio da un periodo di gas a prezzi contenuti grazie alla produzione di gas non convenzionale. L’UE dovrebbe cogliere questa occasione e incoraggiare lo sviluppo degli scambi transatlantici di gas naturale liquefatto (GNL), dato che questo contribuirebbe in misura sostanziale alla diversificazione dell’approvvigionamento energetico.

3.7.1

Il partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP) potrebbe diventare un importante strumento per promuovere anche la sicurezza energetica transatlantica. Il CESE esorta le parti a convogliare tutti gli sforzi in modo da affrontare adeguatamente le questioni energetiche trattate nell’accordo.

3.8

La sicurezza energetica dell’UE è strettamente legata alle questioni energetiche del vicinato, e questo significa che l’UE dovrebbe continuare a cooperare strettamente con i paesi vicini e aumentare le possibilità di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.

3.8.1

Il CESE invita la Commissione a rafforzare ulteriormente la Comunità dell’energia, specialmente per quanto concerne l’attuazione dell’acquis dell’UE nel settore energetico all’interno dei paesi parti contraenti (2).

3.8.2

L’obiettivo fondamentale della Comunità dell’energia è l’espansione del mercato energetico interno dell’UE. L’UE deve continuare a rafforzare la cooperazione con i paesi vicini e la società civile locale al fine di creare un autentico mercato energetico paneuropeo. Il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione relativa al regolamento sulla sicurezza degli approvvigionamenti che prevede un coinvolgimento diretto dei paesi della Comunità dell’energia.

3.9

In seguito al ritiro delle sanzioni internazionali contro l’Iran, l’UE deve cogliere l’occasione e ristabilire le relazioni nel settore dell’energia, alla luce del ruolo che l’Iran potrebbe svolgere per permettere all’UE di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico.

3.10

L’UE dovrebbe anche intensificare e potenziare gli sforzi volti a consolidare partenariati robusti con paesi terzi tra loro diversi, ma importanti, come il Canada, la Turchia e l’Algeria. Il CESE si compiace che nel 2015 si sia dato avvio ai dialoghi ad alto livello sull’energia con questi paesi.

3.11

Gli accordi commerciali con paesi terzi dovrebbero tenere nella debita considerazione la dimensione energetica. Inoltre, gli accordi in materia di energia con fornitori di paesi terzi devono essere pienamente conformi alle disposizioni giuridiche e ai principi di sicurezza energetica dell’UE.

4.   L’importanza di «parlare con una sola voce» e di adottare un approccio unificato alle questioni energetiche

4.1

Il 20 luglio 2015 il Consiglio Affari esteri ha approvato un piano d’azione per la diplomazia energetica (Energy Diplomacy Action Plan - EDAP) per sostenere la dimensione esterna della strategia dell’Unione dell’energia. Il piano mira a rafforzare i messaggi comuni, per consentire all’UE di parlare con una sola voce sulle principali questioni energetiche e per conseguire gli obiettivi in materia di energia in uno spirito di solidarietà e nell’interesse comune, invece di ricorrere alla rinazionalizzazione delle politiche energetiche.

4.1.1

Gli elementi fondamentali dell’EDAP comprendono l’appoggio diplomatico alla diversificazione delle fonti energetiche, dei fornitori e delle rotte di approvvigionamento, una maggiore cooperazione con i paesi di transito (in particolare l’Ucraina) e con i principali paesi partner nel settore dell’energia, un ulteriore rafforzamento della Comunità dell’energia e il mantenimento dell’impegno strategico dell’UE nelle iniziative multilaterali legate all’energia.

4.2

Il 25 ottobre 2012 il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato la decisione con cui viene istituito un meccanismo per lo scambio di informazioni in materia di accordi intergovernativi, volto ad assicurare che gli accordi conclusi siano giuridicamente chiari e trasparenti e rispettino la legislazione dell’UE. Nel febbraio 2016 la Commissione ha presentato una proposta per rafforzare il meccanismo esistente.

4.2.1

Il CESE accoglie favorevolmente gli interventi volti a garantire la conformità giuridica e la trasparenza degli accordi dell’UE con paesi terzi (3) e fornirebbe pertanto il proprio appoggio al rafforzamento dell’attuale meccanismo di condivisione delle informazioni.

4.3

L’UE dovrebbe continuare a impegnarsi per la promozione e il costante miglioramento delle norme sul rispetto dell’ambiente e sulla sicurezza nucleare nei paesi terzi.

4.3.1

Occorre riservare un’attenzione speciale alle centrali nucleari in fase di costruzione in paesi terzi confinanti con l’UE (ad esempio, la centrale nucleare di Astraviec in Bielorussia, che si è scoperto che non è in linea con le disposizioni della convenzione di Espoo). L’UE dovrebbe ribadire ai paesi terzi l’importanza di garantire la sicurezza generale di questi progetti, in linea con la convenzione dell’AIEA sulla sicurezza nucleare e altri accordi internazionali pertinenti. La Commissione dovrebbe intensificare gli sforzi volti ad assicurare che i paesi che hanno accettato di effettuare test di resistenza degli impianti nucleari in linea con le norme dell’UE soddisfino tale impegno il prima possibile. È inoltre opportuno limitare l’accesso delle centrali poco sicure ai mercati UE dei prodotti energetici.

5.   Impatto di un sistema energetico interno solido

5.1

Una posizione esterna resiliente ha come conseguenza diretta un sistema energetico interno solido. Pertanto, l’UE dovrebbe puntare a razionalizzare il suo approccio interno alle questioni energetiche.

5.2

La strategia dell’Unione dell’energia è un’iniziativa prioritaria volta a consolidare una risposta comune dell’UE alle sfide energetiche. Poiché la sicurezza energetica sostiene la prosperità economica e sociale dell’UE, essa rappresenta una responsabilità che ricade collettivamente sugli Stati membri, sui produttori di energia, sui consumatori, sui paesi di transito e sulla comunità internazionale, in quanto sono tutti coinvolti negli odierni mercati globalizzati dell’energia.

5.2.1

Un pilastro fondamentale dell’Unione dell’energia è costituito dal miglioramento delle interconnessioni fra gli Stati membri e dalla piena attuazione dell’acquis relativo al mercato interno dell’energia. La piena integrazione del mercato interno dell’UE farà aumentare la concorrenza tra i fornitori di energia, e questo a sua volta dovrebbe portare a prezzi più vantaggiosi per gli utenti finali.

5.2.2

Poiché il gas naturale liquefatto (GNL) sta diventando sempre più ampiamente disponibile a livello mondiale, per l’UE si stanno presentando nuove opportunità di diversificare gli approvvigionamenti di gas. Pertanto, l’infrastruttura interna per il GNL dovrebbe essere rafforzata e sviluppata. In tale contesto, il CESE accoglie favorevolmente la strategia per il GNL e lo stoccaggio del gas adottata dalla Commissione nel febbraio 2016.

5.2.3

L’integrazione totale dell’UE implica l’eliminazione delle «isole energetiche». Il CESE sottolinea la necessità di integrare pienamente le reti e i sistemi energetici di tutti gli Stati membri nel mercato interno dell’UE, sia sviluppando le infrastrutture fisiche per collegare le reti elettriche che risolvendo definitivamente la questione della sincronizzazione dei tre Stati baltici (4), in quanto l’operatività dei loro sistemi elettrici dipende attualmente da un operatore di un paese terzo (la Russia).

5.2.4

La competitività dei produttori di energia dell’UE deve essere salvaguardata. Bisogna assicurare la parità di condizioni tra i produttori di energia europei e quelli non europei, al fine di garantire il rispetto delle norme europee sulla concorrenza da parte di tutti gli operatori del mercato dell’energia.

6.   Una politica energetica lungimirante quale fattore di rilievo nella dimensione esterna

6.1

Le fonti energetiche rinnovabili costituiscono un’opportunità diretta per l’UE non solo di ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili importati, ma anche di rendere più sostenibile la produzione interna di energia. Il CESE riconosce che lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili costituisce una delle azioni più importanti per un futuro energetico più sicuro. L’UE non dovrebbe tuttavia risposare sugli allori e dovrebbe fare tutto ciò che è in suo potere per mantenere una posizione di preminenza nel settore. Inoltre, i funzionari dell’UE dovrebbero incoraggiare i paesi terzi a fissare obiettivi ambiziosi in materia di energie rinnovabili.

6.1.1

L’UE guarda già al dopo 2020 e ha stabilito obiettivi ancora più ambiziosi per il 2030. L’obiettivo comune di ottenere da fonti rinnovabili almeno il 27 % dell’energia utilizzata richiederebbe una maggiore cooperazione tra gli Stati membri a livello regionale, realizzando così un ulteriore consolidamento del settore energetico dell’UE.

6.1.2

Nel contesto dell’attenuazione dei cambiamenti climatici, il CESE accoglie favorevolmente l’accordo della COP21 e l’impegno dell’UE a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40 % (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030, come stabilito nel quadro di riferimento per il clima e l’energia. L’UE non dovrebbe soltanto incoraggiare i paesi partner a operare attivamente in questo campo, ma dovrebbe anche fornire un aiuto concreto, se giudicato necessario.

6.1.3

La produzione decentrata di energia e le cooperative energetiche apporterebbero un contributo al raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia. Questa soluzione consente di coinvolgere la società in senso lato ad adoperarsi per l’indipendenza e la sicurezza energetica sia nel proprio paese che nell’intera UE. Bisognerebbe quindi adottare le prassi migliori, sotto il profilo dei costi, per l’autoproduzione e il consumo energetico.

6.2

L’efficienza energetica rappresenta anche un modo diretto di affrontare la questione delle ingenti importazioni dell’UE nel settore dell’energia. Per tutta l’UE è stato fissato l’obiettivo per il 2030 di un miglioramento di almeno il 27 % nell’efficienza energetica (lo stesso previsto per le energie rinnovabili) e la Commissione europea si sta adoperando con impegno per attuare il principio della «efficienza energetica al primo posto». Dal canto suo, l’Unione dell’energia continuerà a promuovere un accesso migliore agli strumenti di finanziamento per l’efficienza energetica, specialmente nei settori dei trasporti e dell’edilizia, e a incoraggiare gli Stati membri a prendere nella massima considerazione il tema dell’efficienza energetica nel quadro delle loro politiche.

6.3

È fondamentale assegnare risorse adeguate alla R&S per mantenere i progressi tecnologici nella produzione energetica e nella distribuzione intelligente. Questo è particolarmente pertinente sotto il profilo delle energie rinnovabili, per fare in modo che sia possibile produrle a costi contenuti e in modo affidabile. Bisognerebbe inoltre perseverare nello sviluppo di tecnologie di punta, come l’impiego delle celle a combustibile e idrogeno e della fusione nucleare per la produzione di energia.

6.4

Il CESE raccomanda all’UE di assumere un ruolo da capofila nel trattare in modo sostenibile le questioni energetiche dei paesi in via di sviluppo attraverso politiche e iniziative volte a prestare assistenza finanziaria, tecnica e giuridica. Il sostegno all’istruzione e alla formazione nei settori attinenti dovrebbe essere lo strumento principale per l’ampliamento della cooperazione con i paesi in via di sviluppo.

7.   La società civile come soggetto attivo nelle questioni energetiche esterne

7.1

Poiché i consumatori si attendono che l’energia sia accessibile e sostenga la competitività dell’industria, il CESE invita la Commissione e i governi nazionali a coinvolgere la società civile, le parti sociali e le associazioni dei consumatori nelle questioni relative all’energia e a mantenere un dialogo aperto, che contribuirebbe in misura significativa a una migliore comprensione delle questioni energetiche sul tappeto.

7.1.1

La precarietà energetica è un tema di rilevanza mondiale che non può essere trascurato sotto il profilo delle politiche energetiche dell’UE, siano esse interne o esterne. Bisogna dare una mano a coloro che sono più seriamente esposti a questa minaccia.

7.2

La società civile dovrebbe dare prova di maggiore iniziativa nei processi decisionali relativi all’energia. Il CESE accoglie con favore la dichiarazione congiunta sull’energia sottoscritta dalla piattaforma della società civile (PSC) UE-Ucraina l’11 febbraio 2016, che mira a rafforzare il ruolo della società civile e a preparare raccomandazioni sullo Stato di diritto da rivolgere alle autorità competenti.

7.2.1

Le questioni energetiche devono figurare nell’ordine del giorno stabilito per le riunioni internazionali del CESE, e rappresentare inoltre un argomento importante nelle discussioni intavolate con la società civile dei paesi partner.

Bruxelles, 28 aprile 2016

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Georges DASSIS


(1)  

1)

Il contributo della società civile alla revisione della strategia UE-Asia centrale, parere del CESE (GU C 242 del 23.7.2015, pag. 1).

2)

Quadro strategico per l’Unione dell’energia, parere del CESE (GU C 383 del 17.11.2015, pag. 84).

3)

L’energia, fattore di sviluppo e di approfondimento dell’adesione nei Balcani occidentali, parere del CESE (GU C 32 del 28.1.2016, pag. 8).

4)

Garantire le importazioni di beni essenziali per l’UE mediante la politica commerciale attuale dell’UE e le politiche correlate, parere del CESE (GU C 67 del 6.3.2014, pag. 47).

5)

Accordi intergovernativi fra gli Stati membri e i paesi terzi nel settore dell’energia, parere del CESE (GU C 68 del 6.3.2012, pag. 65).

6)

Coinvolgere la società civile nella creazione di una futura comunità europea dell’energia, parere del CESE (GU C 68 del 6.3.2012, pag. 15).

7)

La dimensione esterna della politica energetica europea, parere del CESE (GU C 182 del 4.8.2009, pag. 8).

(2)  Paesi parti contraenti: Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Repubblica di Moldova, Montenegro, Serbia e Ucraina.

(3)  Cfr. nota 1, punto 5.

(4)  GU C 228 del 22.9.2009, pag. 84.


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