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Document 52014IE1346

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Finanziamento delle imprese: indagine sui meccanismi di approvvigionamento alternativi» — (parere d'iniziativa)

    GU C 451 del 16.12.2014, p. 20–24 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    16.12.2014   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 451/20


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Finanziamento delle imprese: indagine sui meccanismi di approvvigionamento alternativi»

    (parere d'iniziativa)

    (2014/C 451/03)

    Relatore:

    M. SMYTH

    Il Comitato economico e sociale europeo, in data 22 gennaio 2014, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere d'iniziativa sul tema:

    Finanziamento delle imprese: indagine sui meccanismi di approvvigionamento alternativi.

    (parere d'iniziativa).

    La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 17 giugno 2014.

    Alla sua 500a sessione plenaria, dei giorni 9 e 10 luglio 2014 (seduta del 9 luglio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 141 voti favorevoli e 4 astensioni.

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1

    Dopo oltre sei anni di sconvolgimenti economici e finanziari, i normali canali di finanziamento delle imprese, e in particolare delle PMI, sono tuttora parzialmente bloccati. Le banche, che per le PMI costituiscono tradizionalmente la principale fonte di finanziamento, sono meno disposte a prestare. Ciò è dovuto a una serie di fattori come la riduzione in corso del livello di indebitamento, i più elevati coefficienti patrimoniali e di liquidità, gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti e l'avversione al rischio. Questa frammentazione dei mercati finanziari e dei canali di finanziamento è stata una delle maggiori costanti della crisi finanziaria in Europa.

    1.2

    Il declino dei crediti alle PMI destinati a finanziare il capitale di esercizio è una forma di disfunzione cronica del mercato che richiede una risposta adeguata da parte dei responsabili politici dell'UE. La risposta apportata finora non è stata all'altezza del problema.

    1.3

    L'iniziativa LTRO (1) della Banca centrale europea (BCE) è riuscita a scongiurare il crollo del sistema bancario, ma per la maggior parte i fondi da essa liberati non sono pervenuti all'economia reale, bensì sono stati utilizzati per consolidare i bilanci delle banche. Essa rappresenta un'opportunità mancata, dal momento che le imprese continuano a mancare disperatamente di capitale di esercizio.

    1.4

    La Banca europea per gli investimenti (BEI), che è stata molto attiva nel sostenere le PMI in tutta Europa, è stata ricapitalizzata in misura sostanziale e ha incrementato la sua attività di prestito alle PMI. Il sostegno alle PMI rappresenta la principale priorità politica del gruppo BEI, pari a oltre il 20 % del volume annuo dei prestiti della BEI e al 100 % delle attività del Fondo europeo per gli investimenti (FEI). Sebbene la BEI svolga un ruolo significativo nel fornire alle PMI capitale di sviluppo, la sua quota sull'ammontare totale dei prestiti alle imprese dell'eurozona rimane modesta.

    1.5

    Il CESE ha espresso sostegno per il Libro verde sul finanziamento a lungo termine dell'economia pubblicato l'anno scorso (2) e seguito recentemente dalla pubblicazione di un pacchetto di misure (3) intese a promuovere il finanziamento a lungo termine in generale e quello delle PMI in particolare. Nel pacchetto sono comprese misure per stimolare il ricorso alla cartolarizzazione dei prestiti alle PMI. La Commissione propone altresì nuove regole per incoraggiare i fondi pensione a investire in attività finanziarie e sostenere così il finanziamento della crescita a più lungo termine dell'economia reale (4). Propone inoltre di creare un mercato secondario liquido e trasparente per le obbligazioni societarie e di altro tipo. Il CESE accoglie favorevolmente queste proposte e ritiene che con il tempo esse possano contribuire a riformare e rendere più efficiente il mercato dei finanziamenti alle piccole e medie imprese.

    1.6

    Sono poi in corso varie altre iniziative per eliminare gli ostacoli a una più precisa valutazione del merito di credito e del rischio da parte dei prestatori. Tra queste, un maggior ricorso ad archivi digitali, con l'introduzione di informazioni standardizzate per i registri di imprese, gli uffici statistici, per la valutazione del merito di credito da parte delle banche e di altri prestatori, e, con il tempo, la creazione di un registro europeo centrale del credito. Delle informazioni di migliore qualità e più aggiornate sui risultati finanziari delle PMI dovrebbero consentire ai prestatori di valutare meglio il rischio e di determinarne più adeguatamente il prezzo.

    1.7

    Si stanno inoltre adottando o esaminando numerose altre proposte per migliorare l'accesso delle PMI al finanziamento. Il CESE appoggia questa risposta più proattiva da parte dei responsabili politici, ma è dell'avviso che per attuare le misure previste ci vorrà del tempo. Il problema rimane quello di cosa fare nell'immediato e nel breve periodo per migliorare l'accesso delle PMI al finanziamento.

    1.8

    Una soluzione uniforme potrebbe non essere adatta a tutti gli Stati membri, alcuni dei quali hanno sviluppato soluzioni consone alle loro strutture finanziarie e alla loro regolamentazione nazionale in materia. Una delle iniziative più interessanti è la Funding for Lending (FLS) del Regno Unito (5), che negli ultimi due anni ha ottenuto ottimi risultati nell'incrementare i prestiti ipotecari e i prestiti alle famiglie e che ora viene utilizzata esclusivamente per rafforzare il prestito alle PMI. Il meccanismo incentiva le banche partecipanti a incrementare il prestito netto alle PMI riducendo il costo dei fondi. I suoi fautori sostengono che in assenza di tale iniziativa i prestiti alle imprese sarebbero molto inferiori.

    1.9

    Il CESE ravvisa nell'FLS un esempio di buona pratica e raccomanda che la BCE consideri seriamente l'ipotesi di introdurre un'iniziativa analoga nell'eurozona. Il 5 giugno 2014 la BCE ha annunciato una serie di misure a favore della liquidità per stimolare i prestiti delle banche alle PMI (6). Il CESE prende atto con compiacimento che la proposta della BCE denominata Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT) presenta analogie con l'FLS come esposto nel presente parere. È anche opportuno osservare che i lavori del CESE risultanti in questo parere hanno anticipato l'evoluzione del pensiero di chi elabora la strategia politica.

    2.   La crisi dell'attività di prestito alle imprese in Europa

    2.1

    Il dibattito sui prestiti alle imprese e sul loro finanziamento si è tendenzialmente concentrato sull'offerta e sulla domanda di capitale di sviluppo o d'investimento, specialmente per quanto riguarda le PMI. I prestatori tendono a sottolineare la scarsità di nuovi progetti e conseguentemente anche della domanda di finanziamenti per attività di sviluppo. I rappresentanti delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione, dal canto loro, spesso si lamentano sia dell'offerta sia del costo dei finanziamenti per lo sviluppo, sostenendo che il prezzo richiesto dalle banche per il rischio legato al finanziamento è eccessivo. Entrambe le affermazioni potrebbero contenere una parte di verità. In ogni caso, lo stock dei prestiti alle imprese, sia grandi che piccole, è, nel migliore dei casi, rimasto stazionario e, nel peggiore, diminuito drasticamente negli Stati membri dell'UE.

    2.2

    Il presente parere non ha per oggetto il capitale di sviluppo né i finanziamenti destinati alle nuove imprese o start-up o all'innovazione. Esso affronta piuttosto la questione dell'accesso al capitale di esercizio — lo scoperto di conto e le linee di credito, che costituiscono la linfa vitale della maggior parte delle imprese. Se è difficile individuare con esattezza le tendenze di questo tipo di prestito a causa della mancanza di dati specifici, dai dati della BCE sui prestiti alle imprese non finanziarie emerge tuttavia una generale tendenza negativa negli ultimi quattro-cinque anni. Soltanto negli ultimi mesi si comincia a intravvedere qualche segno di ripresa.

    2.3

    Uno degli aspetti più duraturi della crisi economica e finanziaria degli ultimi sei anni è il forte declino dei finanziamenti alle imprese. Le banche europee si sono dovute impegnare a fondo per ridurre la loro esposizione ai crediti deteriorati e non esigibili. Di conseguenza, la normale offerta di capitale d'esercizio per le imprese, in particolare per le piccole e microimprese, è diminuita sia in termini nominali che reali. Questa diminuzione del prestito alle imprese potrebbe essere descritta come una forma cronica di disfunzione del mercato. Inoltre, la frammentazione dei mercati finanziari europei si è tradotta in una struttura di tassi di interesse a due livelli, per cui alcune imprese, quelle italiane e spagnole ad esempio, si vedono addebitare tassi molto più elevati di analoghe imprese tedesche o britanniche. Finora, la risposta dei responsabili politici dell'UE non è stata all'altezza del problema e vi sono elementi per affermare che gli effetti della più severa regolamentazione bancaria adottata a livello dell'UE e internazionale potrebbero aver aggravato il problema del credito alle imprese rendendo le banche più avverse al rischio.

    3.   La risposta dei responsabili politici

    3.1

    Per i responsabili politici dell'UE le conseguenze della crisi finanziaria e il suo impatto sull'economia reale sono stati difficili da affrontare. La fragilità del sistema bancario dell'UE è diventata un forte vincolo per la ripresa economica. Per contribuire a rimediare a questa fragilità, nel 2012-2013 la BCE ha intrapreso un'iniziativa senza precedenti intesa a consentire alle banche dell'UE di accedere, a costo relativamente basso, a oltre mille miliardi di EUR. Questa iniziativa, denominata operazione di rifinanziamento a lungo termine (LTRO), è stata la risposta alla minaccia di gelo finanziario o di crollo del sistema bancario in un contesto in cui le banche affrontavano il difficile compito di rimettere in sesto i loro bilanci e conformarsi ai più severi coefficienti patrimoniali imposti dalla regolamentazione Se l'iniziativa è riuscita a scongiurare il crollo, va detto tuttavia che la maggior parte dei fondi da essa resi disponibili non è pervenuta all'economia reale, bensì è stata utilizzata per consolidare i bilanci delle banche. Da un certo punto di vista, questo risultato era prevedibile e comprensibile. Per la maggior parte delle banche europee, infatti, la priorità era ed è tuttora quella di sopravvivere. Da un altro punto di vista, tuttavia, si tratta di un'opportunità perduta, dal momento che le imprese continuano a mancare disperatamente di capitale di esercizio.

    3.2

    Nel marzo 2013 la BEI è stata ricapitalizzata in misura sostanziale. Il capitale versato è stato aumentato grazie a un'iniezione di liquidità pari a 10 miliardi di EUR da parte degli azionisti. La BEI prevede di essere in grado di aumentare i suoi già consistenti prestiti alle PMI di un massimo di 40 miliardi di EUR nei prossimi tre o quattro anni. La ricapitalizzazione ha consentito alla BEI di aumentare il prestito alle PMI. Il sostegno alle PMI rappresenta la principale priorità politica per il gruppo BEI, pari a oltre il 20 % del volume annuo di prestito della BEI e al 100 % delle attività del FEI. I prestiti della BEI alle PMI vengono però tendenzialmente utilizzati come capitale di sviluppo e per il finanziamento dell'innovazione e di nuovi progetti. Si pensa che la BEI stia considerando l'ipotesi di fornire finanziamenti da utilizzare come capitale di esercizio e sarà interessante conoscere l'esito delle deliberazioni in corso. Sebbene la BEI svolga un ruolo significativo nel fornire alle PMI capitale di sviluppo, la sua quota sul totale dei prestiti alle imprese nell'eurozona rimane modesta.

    3.3

    Nel Regno Unito e negli Stati Uniti, le autorità monetarie hanno fatto ricorso ad alcune misure poco ortodosse, come ad esempio l'accomodamento monetario (quantitative easing), per fornire liquidità al sistema bancario. Questa politica, che comporta l'acquisto di quantità molto elevate di obbligazioni sovrane e societarie da parte delle banche centrali e l'immissione di moneta nel sistema bancario, ha contribuito in entrambi i paesi a scongiurare il congelamento dei mercati monetari e del meccanismo di trasmissione monetaria. Vi sono elementi per affermare che negli USA il programma di accomodamento monetario ha contribuito ad aumentare i crediti e i finanziamenti a disposizione dell'economia reale. Le autorità monetarie americane stanno ora valutando l'ipotesi di ridurlo progressivamente mano a mano che la ripresa economica si consolida. Le indicazioni prospettiche della Banca d'Inghilterra suggeriscono che anche il Regno Unito metterà fine a questa politica di accomodamento monetario una volta che la ripresa economica si sarà consolidata.

    3.4

    Nel marzo 2013 la Commissione ha pubblicato il Libro verde sul finanziamento a lungo termine dell'economia (7), seguito recentemente da un pacchetto di misure per promuovere il finanziamento a lungo termine in generale e quello delle PMI in particolare (8). Il fulcro di questo pacchetto sono le misure per incoraggiare l'uso di titoli garantiti da attività sottostanti (asset backed securities — ABS) che rappresentano la cartolarizzazione di prestiti alle PMI. Un più vasto ricorso alle ABS renderebbe le banche e altre istituzioni finanziarie più libere di espandere il volume di prestiti alle imprese. La Commissione propone altresì nuove regole per incoraggiare i fondi pensione a investire in attività finanziarie come le ABS e sostenere così il finanziamento della crescita a più lungo termine dell'economia reale (9). Propone inoltre di creare un mercato secondario liquido e trasparente per le obbligazioni societarie e di migliorare l'attrattiva delle obbligazioni garantite e del collocamento privato. La Commissione ha pubblicato anche una comunicazione sul finanziamento collettivo (crowd funding) (10) che punta a promuovere le migliori pratiche in questo settore, seguire lo sviluppo dei mercati e facilitare la creazione di un marchio del crowd-funding di qualità.

    3.5

    In questo contesto, vale la pena citare numerose altre iniziative. Gli ostacoli ad una valutazione più precisa del merito di credito e del rischio da parte dei prestatori sono generalmente legati al costo di informazioni finanziarie pertinenti e alla loro mancanza. Per ridurre questi ostacoli l'Istituto per la finanza internazionale (IIF) propone una serie di misure: tra queste, un maggior ricorso ad archivi digitali con l'introduzione di informazioni standardizzate per i registri di imprese, gli uffici statistici, per la valutazione del merito di credito da parte delle banche e di altri prestatori. Questi archivi nazionali di dati sul rischio creditizio dovrebbero essere fusi con la European Data Warehouse per arrivare ad un registro europeo centrale del credito. L'IIF chiede che vengano stabiliti standard su scala europea per la raccolta e la comunicazione delle informazioni così da rendere possibili analisi incrociate tra società e paesi diversi. Delle informazioni di migliore qualità e più aggiornate sui risultati finanziari delle PMI dovrebbero consentire ai prestatori di valutare meglio il rischio e di determinarne più adeguatamente il prezzo.

    3.6

    Tra le altre misure per migliorare il flusso dei finanziamenti alle PMI figurano le seguenti:

    consentire alle mutue, alle cooperative e agli organismi assicurativi collettivi di prestare alle PMI sostenendole direttamente con fondi pubblici;

    abbandonare la preferenza per il finanziamento delle imprese tramite il debito facendo in modo che i finanziamenti rappresentati da capitali freschi siano fiscalmente deducibili;

    assegnare alle agenzie di sviluppo regionale un ruolo formale nelle valutazione del rischio prevedendo nel contempo opportuni correttivi per le tendenze pregiudiziali all'ottimismo;

    incoraggiare un maggior ricorso all'assicurazione del credito quando questa soluzione sia efficace dal punto di vista dei costi, in modo da assicurare i portafogli di prestiti alle PMI non garantiti, che le banche potrebbero allora vendere agli investitori non bancari;

    incentivare gli investitori in fondi propri e in capitale di rischio ad ampliare i loro investimenti nelle PMI e a colmare le lacune nei finanziamenti;

    ricorrere agli incentivi fiscali per allargare la base degli investitori nelle PMI e nei fondi per le PMI;

    educare le PMI alle possibilità alternative di finanziamento e ai relativi benefici dei meccanismi di finanziamento alternativo;

    rafforzare i sistemi di garanzia del credito e condividere le conoscenze e le buone pratiche per contribuire a migliorare i sistemi di garanzia nazionali già in essere;

    fare maggior uso dei finanziamenti commerciali, dei prestiti tra imprese, degli strumenti del factoring e del leasing.

    Si stanno facendo progressi nell'attuazione di molte delle proposte delineate sopra, ma rimane il problema di che cosa si possa fare nell'immediato e nel breve periodo per migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti.

    4.   Un canale alternativo di finanziamento alle imprese

    4.1

    Progettare un regime che incoraggi un maggiore accesso ai finanziamenti in tutta l'Unione non è compito facile. Alcuni Stati membri hanno sviluppato soluzioni consone alle loro strutture finanziarie e alla loro regolamentazione nazionale in materia. Un approccio uniforme potrebbe non essere adatto a tutti gli Stati membri. Una delle iniziative più interessanti è la Funding for Lending (FLS) del Regno Unito, che vale la pena esaminare più da vicino.

    4.2

    Il ministero del Tesoro inglese e la Banca d'Inghilterra hanno introdotto l'FLS nel luglio 2012 allo scopo di aumentare i prestiti all'economia reale (11). Il ministero del Tesoro, in quanto azionista della Banca d'Inghilterra, ha poteri di vigilanza sul funzionamento della FLS. L'iniziativa offre alle banche partecipanti una fonte di finanziamenti a basso costo che dovrebbero permettere loro di aumentare il credito disponibile riducendo i tassi di interesse addebitati. Il meccanismo incentiva le banche ad aumentare i prestiti e così consente loro di utilizzare i fondi aggiuntivi che esso mette a disposizione. Dal suo varo l'FLS ha contribuito a ridurre drasticamente i costi dei finanziamenti bancari, e ciò si è tradotto in un miglioramento delle condizioni del credito. È legittimo affermare che finora l'FLS ha ottenuto i risultati migliori nello stimolare i prestiti alle famiglie e in particolare i prestiti ipotecari. Ha invece ottenuto risultati meno lusinghieri per quanto riguarda i prestiti alle imprese. Per questo motivo, nel novembre 2013 le autorità hanno modificato il meccanismo, che ora punta unicamente a stimolare i prestiti alle PMI.

    4.3

    L'FLS è un meccanismo concepito per fornire un incentivo commerciale che induca le banche partecipanti ad aumentare il volume di prestito netto (che si ottiene sottraendo i rimborsi dai prestiti lordi). Esso offre fondi scontati a tutte le banche, anche a quelle che stanno riducendo la leva finanziaria. Non è previsto alcun tetto ai fondi cui le banche possono attingere. A titolo di esempio, una banca partecipante che, all'inizio dell'iniziativa, abbia un volume di prestiti alle imprese pari a 100 miliardi di EUR potrà beneficiare di fondi per almeno 5 miliardi di EUR. Se poi questa stessa banca aumenta i suoi prestiti netti alle PMI di un ulteriore miliardo di EUR, essa avrà diritto ad attingere ad altri 5 miliardi di EUR dell'FLS. Questo rapporto di uno a cinque tra prestiti netti alle imprese e fondi dell'FLS utilizzabili, unito al minor costo dei fondi, incentiva fortemente le banche ad aumentare i prestiti (12).

    4.4

    La Banca di Inghilterra sta monitorando l'FLS riveduto, cui partecipa la maggior parte delle istituzioni finanziarie del Regno Unito. Dato che questa nuova versione, finalizzata esclusivamente a potenziare i prestiti alle imprese, è operativa dal novembre 2013, è probabilmente troppo presto per trarre conclusioni significative quanto alla sua efficacia. Alcune delle maggiori banche del Regno Unito e dell'eurozona hanno continuato a ridurre piuttosto rapidamente il loro livello d'indebitamento, e questo probabilmente spiega in gran parte il calo dei prestiti alle imprese. I difensori dell'FLS sostengono che la situazione creditizia nel Regno Unito sarebbe molto peggiore senza i fondi resi disponibili dall'FLS.

    4.5

    Il CESE è dell'avviso che sarebbe opportuno attuare un'iniziativa analoga anche nell'eurozona. Un regime simile all'FLS nell'eurozona potrebbe, in un arco di tempo limitato (tre-quattro anni), contribuire a riportare il finanziamento alle imprese a livelli più normali facilitando contemporaneamente il processo in corso di riduzione della leva finanziaria.

    4.6

    Il 5 giugno 2014, la BCE ha annunciato una serie di misure a favore della liquidità per stimolare i prestiti delle banche alle PMI (13). Il CESE prende atto con compiacimento che la proposta della BCE denominata Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT) presenta analogie con l'FLS come esposto nel presente parere.

    4.7

    La maggior parte delle proposte avanzate dalla Commissione per migliorare l'accesso ai finanziamenti per le PMI sono state accolte favorevolmente dal CESE, ma esse si collocano per lo più nel medio o lungo periodo e potrebbero richiedere nuove norme e/o istituzioni, mentre la crisi dei finanziamenti per il capitale d'esercizio delle imprese è un problema immediato e pressante che, a nostro avviso, si va aggravando. Il CESE ritiene che i responsabili politici dell'UE dovrebbero adoperarsi di più per offrire soluzioni a più breve termine, come ad esempio il regime d'incentivazione descritto sopra. Ogni eventuale aumento dei rischi finanziari o reputazionali va soppesato a fronte dei 26 milioni di disoccupati (di cui 5,6 milioni di giovani con meno di 25 anni) presenti nell'UE.

    Bruxelles, 9 luglio 2014.

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Henri MALOSSE


    (1)  Operazione di rifinanziamento a lungo termine, intesa a fornire alla banche dell'eurozona prestiti a basso tasso di interesse.

    (2)  GU C 327 del 12.11.2013, pag. 11.

    (3)  COM(2014) 168 final.

    (4)  COM(2014) 167 final.

    (5)  http://www.bankofengland.co.uk/markets/Pages/FLS/default.aspx

    (6)  http://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2014/html/pr140605_2.it.html

    (7)  COM(2013) 150/2 final.

    (8)  COM(2014) 168 final.

    (9)  COM(2014) 167 final.

    (10)  COM(2014) 172 final.

    (11)  http://www.bankofengland.co.uk/markets/Pages/FLS/default.aspx

    (12)  Per una descrizione completa del funzionamento dell'FLS cfr. R. Churm e A, Radia, «The Funding for Lending Scheme»BoE Quarterly Bulletin, 2012 Q4 http://www.bankofengland.co.uk/publications/Documents/quarterlybulletin/qb120401.pdf

    (13)  http://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2014/html/pr140605_2.it.html


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