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Document 52013IE2517

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Per un'azione europea coordinata per la prevenzione e la lotta alla povertà energetica» (parere d'iniziativa)

GU C 341 del 21.11.2013, p. 21–26 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

21.11.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 341/21


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Per un'azione europea coordinata per la prevenzione e la lotta alla povertà energetica» (parere d'iniziativa)

2013/C 341/05

Relatore: COULON

Correlatore: HERNÁNDEZ BATALLER

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 12 febbraio 2013, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno, di elaborare un parere d'iniziativa sul tema:

Per un'azione europea coordinata per la prevenzione e la lotta alla povertà energetica.

La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 2 settembre 2013.

Alla sua 492a sessione plenaria, dei giorni 18 e 19 settembre 2013 (seduta del 18 settembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 177 voti favorevoli, 2 voti contrari e 4 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

I prezzi dell'elettricità, del gas, del petrolio e di altri combustibili aumentano in maniera significativa e la situazione è nettamente peggiorata nel contesto di una crisi socioeconomica che colpisce un numero crescente di persone. Scopo del presente parere non è determinare le cause di questo aumento dei prezzi, bensì esaminare eventuali proposte per promuovere un'azione europea coordinata volta a prevenire e combattere la povertà energetica, a promuovere la solidarietà in questo settore e a proteggere meglio i cittadini vulnerabili (europei e non) nel rispetto del principio di sussidiarietà.

1.2

Dinanzi a questa grande sfida politica, il CESE esorta a sottoscrivere un Impegno europeo per la sicurezza e la solidarietà energetica nel quadro della Comunità europea dell'energia di cui auspica la creazione.

1.3

Questo Impegno europeo darà impulso a una vera e propria politica europea di lotta alla povertà energetica e di solidarietà che poggerà sul riconoscimento del diritto universale all'energia - un bene comune fondamentale, secondo il CESE, affinché tutti possano vivere dignitosamente. Grazie a tale Impegno ci si prefigge, sia a breve che a lungo termine, di:

proteggere i cittadini dalla povertà energetica e impedirne l'esclusione sociale;

intervenire per ridurre i fattori di vulnerabilità strutturali (garantendo un accesso di base all'energia a prezzi ragionevoli e stabili);

incitare ciascuno ad assumersi le proprie responsabilità per quanto riguarda l'utilizzo di risorse energetiche sostenibili e rinnovabili (assicurando così la transizione verso una società a bassa emissione di carbonio).

1.4

Il CESE chiede che si stabiliscano degli indicatori europei di povertà energetica e che si armonizzino le statistiche, al fine di inquadrare, prevenire e affrontare meglio il problema a livello europeo e di sviluppare una solidarietà europea in questo ambito.

1.5

Il CESE raccomanda di creare un osservatorio europeo della povertà che sia incentrato principalmente sulla povertà energetica, coinvolga tutte le parti interessate e contribuisca a definire degli indicatori europei di povertà energetica (in coordinamento con Eurostat), tracciare un quadro della situazione, individuare le migliori pratiche e formulare raccomandazioni per prevenire e affrontare con maggiore efficacia il problema e per definire una solidarietà europea in questo settore.

1.6

Il Comitato raccomanda che il forum dei cittadini per l'energia (il cosiddetto forum di Londra) accolga al suo interno rappresentanti del CESE e operi in stretta collaborazione con i consigli economici e sociali nazionali e istituzioni analoghe degli Stati membri.

1.7

Il CESE auspica un mercato dell'energia maggiormente incentrato sui consumatori e, in senso più ampio, sui cittadini (europei e non), in particolare quelli più vulnerabili. Sostiene ogni iniziativa che permetta ai consumatori di riprendere il controllo della loro situazione energetica e raccomanda alla Commissione europea di inserire nella relazione richiesta dal Consiglio europeo (entro la fine del 2013) un'analisi della povertà energetica nell'Unione che tenga conto dei fattori di vulnerabilità, e di proporre una strategia europea e una tabella di marcia per prevenirla ed eliminarla. La questione più importante è impedire ogni aumento dei costi che sia evitabile tramite una politica europea dell'energia armonizzata ed efficace (si veda il parere TEN/508 Effetti economici dei sistemi elettrici con una quota crescente di energie rinnovabili intermittenti – CESE 2599/2012) (1).

1.8

Il CESE raccomanda che prima di adottare le loro principali misure di politica energetica l'UE e gli Stati membri analizzino la ripartizione dell'impatto economico di tali misure sulle diverse categorie di consumatori (ad esempio in funzione del reddito, della composizione del nucleo familiare o del tipo di riscaldamento). L'obiettivo è quello di aggiornare le categorie di consumatori che vedranno aumentare la loro fattura energetica in misura sproporzionata rispetto alla media della popolazione e di proporre, all'occorrenza, delle misure compensatorie (adattamento della regolamentazione, miglioramento dell'efficacia energetica delle abitazioni, ecc.) a favore dei consumatori più vulnerabili.

1.9

Il Comitato invita la Commissione europea a riflettere all'istituzione di un Fondo europeo di solidarietà energetica che funga da strumento trasversale in tutte le iniziative europee in questo ambito, in modo da sviluppare la solidarietà europea in questo settore nella maniera più adeguata.

1.10

Il CESE desidera promuovere un appuntamento annuale della società civile per discutere della povertà energetica e della solidarietà in Europa, scambiare informazioni in merito alle iniziative locali, nazionali ed europee e formulare, in coordinamento con il proposto osservatorio europeo della povertà in Europa, raccomandazioni pratiche destinate ai responsabili politici europei, nazionali e locali e al mondo istituzionale, associativo e industriale.

1.11

Dal momento che la lotta contro la povertà energetica e lo sviluppo della solidarietà in questo settore presentano un carattere d'interesse generale europeo, il CESE auspica che la Commissione europea proponga al Parlamento e al Consiglio di dedicare a questa problematica un Anno europeo ("della solidarietà energetica"), allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica e richiamare l'attenzione dei responsabili politici su questo tema che è al centro delle preoccupazioni europee.

1.12

In quest'ottica il CESE raccomanda alla Commissione europea di organizzare una campagna europea di informazione - da portare avanti sul piano nazionale e locale - sulla lotta contro la povertà energetica e lo sviluppo della solidarietà in quest'ambito, che promuova in particolare l'educazione all'efficienza energetica, trasformi i cittadini in "consumatori-attori" della loro vita energetica e incoraggi la responsabilizzazione e il coinvolgimento degli industriali, ecc.

2.   Un'emergenza: sradicare la povertà energetica con l'Impegno europeo per la sicurezza e la solidarietà energetica

2.1

Per il ruolo indispensabile che svolge in tutte le attività quotidiane, l'energia costituisce un bene comune essenziale e consente a tutti i cittadini di vivere in maniera decorosa. Il fatto di non disporre dell'energia necessaria provoca delle situazioni drammatiche. La povertà energetica uccide fisicamente e socialmente. In Europa, le persone colpite da questo fenomeno sono oltre 50 milioni (Progetto europeo European Fuel Poverty and Energy Efficiency - 2009) – una situazione intollerabile a cui si deve porre fine. Il CESE esorta ad adottare delle misure urgenti a livello europeo ed esorta a sottoscrivere un Impegno europeo per la sicurezza e la solidarietà energetica per promuovere una vera e propria politica europea di lotta contro la povertà energetica e di sviluppo della solidarietà in quest'ambito. Esso dovrà prefiggersi i seguenti obiettivi:

proteggere i cittadini (europei e non) dalla povertà energetica e impedirne l'esclusione sociale;

intervenire per garantire ad ogni persona in Europa un accesso di base affidabile e regolare all'energia a prezzi ragionevoli e stabili; e allo stesso tempo;

assicurare la transizione verso una società a bassa emissione di carbonio.

2.2

Questo Impegno europeo consentirà di condurre un'azione comune e coordinata a livello UE per ridurre il divario energetico, e si fonderà sul riconoscimento di un diritto di accesso universale all'energia (affinché tutti i cittadini possano vivere in maniera decorosa), diritto che il CESE vorrebbe veder inserito nel Trattato di Lisbona. Il Comitato punta così a fare in modo che la lotta contro la povertà energetica e la promozione della solidarietà in questo ambito possano figurare tra gli obiettivi di tutte le politiche europee, in particolare di quella energetica. Il CESE ricorda che, in quanto bene comune essenziale, l'energia dev'essere gestita come tale, con gli obblighi di servizio pubblico che ne derivano. La fornitura di energia da parte delle imprese rientra peraltro tra i servizi di interesse economico generale, il cui ruolo nella promozione della coesione sociale e territoriale europea è riconosciuto dal Trattato di Lisbona (articolo 14 del TFUE /Protocollo n.°26). La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riconosce il diritto all'assistenza sociale e all'assistenza abitativa al fine di garantire un'esistenza dignitosa (articolo 34), l'obbligo di garantire un livello elevato di protezione dei consumatori (articolo 38) e il diritto fondamentale all'accesso ai servizi pubblici (articolo 36).

2.3

L'Unione rilancerà così il principio di solidarietà, pilastro della costruzione europea, e rafforzerà il senso del progetto europeo agli occhi dei cittadini, tra i quali si registrano una disaffezione e uno scetticismo crescenti. Il CESE rammenta inoltre che la lotta contro la povertà energetica trova sostegno presso l'81 % dei cittadini europei interpellati (Eurobarometro del Parlamento europeo, 2011).

2.4

Il CESE esprime soddisfazione per l'interesse manifestato dal Consiglio europeo del 22 maggio 2013 per le questioni riguardanti il costo e il prezzo dell'energia e il relativo impatto sulle famiglie, soprattutto quelle più vulnerabili. Il costo politico di queste problematiche è considerevole, tanto che ad esempio in Bulgaria il governo ha rassegnato le dimissioni il 20 febbraio 2013 a seguito delle manifestazioni dei cittadini, che hanno espresso il loro malcontento per l'aumento brutale ed eccezionale delle tariffe dell'elettricità (oltre il 20 % tra dicembre 2012 e gennaio 2013) provocato dalle misure nazionali di apertura del mercato, mentre il salario medio non raggiunge i 400 euro (secondo l'Istituto nazionale di statistica bulgaro, il 17,3 % dei redditi delle famiglie è destinato al pagamento delle bollette per l'energia elettrica).

2.5

Il CESE ricorda che i prezzi dell'energia sono in costante aumento: tra il 2011 e il 2012 il prezzo dell'energia elettrica è aumentato del 6,6 % nell'UE, soprattutto a Cipro (+ 21 %), in Grecia (+ 15 %), Italia (+ 11 %), Irlanda e Portogallo (+ 10 %), Bulgaria, Spagna e Polonia (+ 9 %). Nell'Unione le tariffe del gas per i consumi domestici sono aumentate del 10,3 %, con punte in Lettonia (+ 21 %), Estonia (+ 19 %) e Bulgaria (+ 18 %) (Eurostat, maggio 2013).

3.   La realtà della povertà energetica

3.1

In Europa i precedenti problemi di accesso all'energia sono stati in gran parte risolti, ma a livello globale ben 1,2 miliardi di persone non hanno ancora accesso all'elettricità e 2,8 miliardi di persone continuano a scaldarsi o a cucinare usando legna o altri tipi di biomassa (Banca mondiale/Agenzia internazionale per l'energia, maggio 2013). Il problema dell'accesso a servizi energetici moderni ha una portata talmente vasta che l'ONU ha proclamato il 2012 "Anno internazionale delle energie rinnovabili per tutti" e ha appena proposto di fare dell'accesso a un'energia sostenibile e sicura uno dei 12 obiettivi globali di sviluppo sostenibile, obiettivi che, per la prima volta, si riferiscono sia al mondo in via di sviluppo che ai paesi sviluppati.

3.2

In Europa, la povertà energetica significa che un numero crescente di persone (oltre 50 milioni secondo il Progetto europeo European Fuel Poverty and Energy Efficiency -2009) ha difficoltà a pagare la bolletta energetica o ha un accesso limitato all'energia a causa dei seguenti fattori: reddito basso, alloggio con un isolamento termico insufficiente, apparecchiature poco efficienti (riscaldamento, cucina, acqua calda), prezzi elevati dell'energia. La mobilità è un fattore che incide ulteriormente sul bilancio dei nuclei familiari, spesso lontani dal centro urbano e con una situazione occupazionale condizionata dai trasporti. Appartengono a questa categoria le persone anziane, le famiglie monoparentali, i disoccupati, i beneficiari di sussidi sociali, ecc. Le conseguenze sono molteplici: il freno alla mobilità incide sull'occupazione, il riscaldamento insufficiente influisce sull'igiene e sulla salute (dilemma "heat or eat", ovvero "scaldarsi o sfamarsi", affezioni respiratorie, ecc.) e determina spesso un aumento della mortalità, il sovraindebitamento e l'isolamento sociale e geografico.

3.3

La povertà energetica costituisce un fattore di vulnerabilità che va ad aggiungersi ad altri fattori, in un circolo vizioso in cui le difficoltà interagiscono tra loro e gravano sulle persone affette da povertà generale. E il rischio di povertà è in aumento (Eurostat, dicembre 2012): nel 2011, ben 119,6 milioni di persone erano a rischio di esclusione sociale nell'UE27 a causa del rischio di povertà o di privazione materiale grave, oppure per il fatto di appartenere a un nucleo familiare ad intensità di lavoro molto bassa. Il CESE ricorda che la strategia Europa 2020 aspira a ridurre il numero delle persone colpite da povertà ed esclusione sociale di almeno 20 milioni.

3.4

La lotta contro la povertà energetica e lo sviluppo della solidarietà in quest'ambito s'impongono oggi più che mai come priorità politiche europee fondamentali e trasversali che vanno integrate in tutte le politiche dell'UE visto che interessano i settori sociale, sanitario, ambientale, economico e politico.

4.   Disporre di indicatori e di statistiche europee sulla povertà energetica

4.1

Povertà/precarietà energetica: per precarietà si intende una situazione di grande vulnerabilità temporanea. L'espressione "povertà energetica" si riferisce invece a una condizione sociale influenzata da fattori esterni (come il prezzo dell'energia, la prestazione energetica degli edifici, ecc.) e interni (invecchiamento, reddito, ecc.). Il CESE utilizzerà l'espressione "povertà energetica" per designare entrambi gli aspetti.

4.2

Solamente la Francia, la Slovacchia, il Regno Unito e l'Irlanda dispongono di una definizione del concetto di povertà energetica.

4.3

Il Regno Unito dispone di una definizione oggettiva di tale concetto (fuel poverty): situazione in cui si ritrova un nucleo familiare che deve destinare al riscaldamento oltre il 10 % del reddito per ottenere una temperatura accettabile nel proprio alloggio (21 gradi nella stanza principale e 18 gradi nelle altre stanze, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità). In questo contesto vengono presi in considerazione tre elementi: il reddito del nucleo familiare, il prezzo dell'energia e il consumo di energia. Il governo britannico sta attualmente rivedendo tale definizione, che non tiene conto delle altre necessità energetiche domestiche.

4.4

In Francia, la legge "Grenelle II" definisce la precarietà energetica come una situazione in cui è particolarmente difficile per una persona disporre, nel suo alloggio, dell'approvvigionamento energetico necessario a soddisfare i suoi bisogni elementari, a causa dell'inadeguatezza delle sue risorse o delle condizioni abitative (articolo 11, quarto comma).

4.5

Alcuni Stati membri hanno messo a punto degli strumenti specifici anche in assenza di una definizione del concetto di povertà energetica. Il Belgio ha definito uno statuto di "cliente protetto" che garantisce a tutti i beneficiari di sussidi sociali delle tariffe sociali e dei dispositivi gratuiti (contatori prepagati, garanzia di fornitura). L'Italia e la Spagna hanno introdotto dei sistemi denominati rispettivamente "bonus elettrico" e "bono social". In Germania, le imprese energetiche locali o regionali praticano tariffe sociali locali inizialmente introdotte dai Länder. In Svezia, il sistema di protezione sociale universale si fa carico delle bollette non pagate. Oltre la metà degli Stati membri prevede forme di protezione dalle interruzioni delle forniture elettriche, come misure di tipo legislativo oppure codici di condotta dei distributori di energia (ERGEG, relazione del 2009).

4.6

L'Unione europea non dispone né di una definizione né di indicatori del concetto di povertà energetica, e finora non ha elaborato una politica europea specifica su questo problema, che viene affrontato in maniera frammentaria.

4.7

La Commissione europea affronta la questione della povertà energetica, "che minaccia di privare le famiglie non solo del riscaldamento o della climatizzazione, ma anche dell'acqua calda, dell'illuminazione e di altre utenze domestiche essenziali [ed] è un'altra manifestazione di deprivazione grave", tramite la piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale, strumento specifico della strategia Europa 2020.

4.8

Le direttive sul mercato interno dell'energia (luglio 2009) riconoscono la povertà energetica senza tuttavia fornire una definizione del concetto né stabilire degli obblighi a livello europeo, e invitano gli Stati membri ad assicurare "in particolare ai clienti vulnerabili un'adeguata protezione" e a definire "il concetto di cliente vulnerabile, che può fare riferimento alla povertà energetica e, tra le altre cose, al divieto di interruzione della fornitura di elettricità a detti clienti nei periodi critici." Nella sua comunicazione sul funzionamento efficiente del mercato dell'energia (15 novembre 2012), la Commissione si propone di aiutare "gli Stati membri, attraverso orientamenti e agevolando lo scambio di migliori pratiche, nel definire che cosa s'intenda per vulnerabilità del consumatore di energia e quali ne siano le cause".

4.9

Il Parlamento europeo si limita a definire il consumatore vulnerabile proponendo di superare la concezione classica (vulnerabilità endogena) per includere "i consumatori in una situazione di vulnerabilità" quando "si trovano in uno stato di temporanea impotenza risultante da un divario tra il loro stato e le loro caratteristiche individuali" e "l'ambiente esterno" poiché "tutti i consumatori, in un dato momento della loro vita, possono diventare vulnerabili a causa di fattori esterni e delle loro interazioni con il mercato (…) e, di conseguenza, richiedono un livello speciale di protezione" (risoluzione del 22 maggio 2012). Il Parlamento chiede alla Commissione e agli Stati membri di adottare "una strategia legislativa e politica contro la vulnerabilità, che sia ampia e coerente e tenga conto della diversità e della complessità di tutte le situazioni esistenti" (risoluzione del 22 maggio 2012), nonché delle misure specifiche contro la povertà energetica (risoluzione del 14 marzo 2013 in merito alla Tabella di marcia per l'energia 2050). Nella risoluzione dell'11 giugno 2013 su una nuova agenda per la politica europea dei consumatori, il Parlamento europeo chiede che l'Unione e gli Stati membri forniscano "un'adeguata garanzia della protezione" dei consumatori vulnerabili, soprattutto nel settore energetico, mentre nella risoluzione dell'11 giugno 2013 sull'edilizia popolare nell'Unione europea, esorta gli Stati membri a definire la precarietà energetica "sulla base di parametri comuni adeguati per ciascuno Stato membro per tenere conto delle circostanze nazionali specifiche".

4.10

A giudizio del CESE è indispensabile disporre di indici e indicatori europei comuni sulla povertà energetica, che tengano conto della dimensione della vulnerabilità in modo da individuare e analizzare meglio le cause, andare al di là della mera constatazione dei sintomi e definire una strategia europea in grado di far fronte al problema. Il CESE propone di utilizzare come base la sua definizione del concetto, ovvero "la difficoltà o l'incapacità di mantenere il proprio alloggio a una temperatura adeguata e di disporre di altri servizi energetici essenziali a un prezzo ragionevole" (TEN/420), e di farla approfondire (alla luce del diritto di accesso universale all'energia in quanto bene comune essenziale) dall'osservatorio europeo della povertà di cui auspica la creazione. Tale osservatorio potrà elaborare indici e indicatori europei comuni che fungano da parametri agli Stati membri per definire la povertà energetica tenendo conto delle loro specificità nazionali. Per un maggiore allineamento delle statistiche disponibili, Eurostat e gli istituti nazionali di statistica dovrebbero adottare delle metodologie omogenee per quantificare il problema a livello nazionale ed europeo.

5.   Promuovere un osservatorio europeo della povertà incentrato principalmente sulla povertà energetica

5.1

Il CESE suggerisce di creare un osservatorio europeo della povertà che sia incentrato principalmente sulla povertà energetica e che coinvolga tutte le parti interessate: osservatori nazionali, mediatori, regolatori, fornitori di energia, associazioni diverse (nel settore della sanità, dell'edilizia, dell'energia, della protezione dei consumatori, della lotta all'esclusione, degli enti locali, ecc.), parti sociali, ecc. Tale osservatorio traccerà un bilancio dell'impatto della liberalizzazione dei mercati dell'energia sui cittadini vulnerabili, proporrà degli indicatori di povertà energetica ed elaborerà raccomandazioni, metodologie e piste da esplorare a livello europeo sulla base delle migliori pratiche individuate sul piano locale e nazionale. Sarà inoltre chiamato a collaborare con il forum di Londra. Il CESE auspica altresì che questo forum possa accogliere dei membri del Comitato e collaborare con i consigli economici e sociali nazionali o istituzioni analoghe nella lotta contro la povertà energetica.

6.   Riorientare le politiche e le iniziative europee incentrandole sull'azione contro la povertà e la solidarietà energetica e far emergere dei cittadini "consumatori-attori"

6.1

L'apertura dei mercati dell'energia non ha ridotto i prezzi dell'energia per i cittadini, visto che il 60 % di questi ha constatato un aumento dei prezzi praticati dai loro fornitori, mentre solo il 3-4 % ne ha osservato la diminuzione. Il 7 % dei consumatori ha cambiato di fornitore di gas e l'8 % di fornitore di elettricità. L'energia costituisce il settore per il quale i consumatori spendono di più (5,7 % del bilancio), principalmente per l'elettricità (2,1 %) (2° Quadro di valutazione dei mercati dei beni di consumo, 2009). Queste cifre hanno registrato un aumento in questi ultimi anni.

6.2

Le decisioni del Consiglio europeo del 22 maggio 2013 vanno nella giusta direzione: riorientare la politica europea dell'energia verso i consumatori per assicurare loro un approvvigionamento sicuro e sostenibile a prezzi e costi accessibili e competitivi; rafforzare il ruolo e i diritti dei consumatori e proteggere maggiormente i consumatori vulnerabili; recepire con estrema urgenza il 3° pacchetto energia. La Commissione deve presentare, entro la fine del 2013, un'analisi della struttura dei prezzi e dei costi dell'energia, approfondendo la questione dell'impatto sui nuclei familiari. La questione più importante è impedire ogni aumento dei costi che sia evitabile tramite una politica europea dell'energia armonizzata ed efficace (si veda il parere TEN/508 Effetti economici dei sistemi elettrici con una quota crescente di energie rinnovabili intermittenti – CESE 2599/2012) (2).

6.3

Il CESE raccomanda che prima di adottare le loro principali misure di politica energetica l'UE e gli Stati membri analizzino la ripartizione dell'impatto economico di tali misure sulle diverse categorie di consumatori (ad esempio in funzione del reddito, della composizione del nucleo familiare o del tipo di riscaldamento). L'obiettivo è quello di aggiornare le categorie di consumatori che vedranno aumentare la loro fattura energetica in misura sproporzionata rispetto alla media della popolazione e di proporre, all'occorrenza, delle misure compensatorie (adattamento della regolamentazione, miglioramento dell'efficienza energetica delle abitazioni, ecc.) a favore dei consumatori più vulnerabili.

6.4

Il CESE ribadisce la necessità di recepire interamente le direttive menzionate in precedenza e di garantire il servizio universale, il rispetto degli obblighi di servizio pubblico, la protezione delle persone vulnerabili e la garanzia di prezzi ragionevoli, comparabili e trasparenti. Il CESE auspica che nella sua prossima relazione (fine 2013) la Commissione europea tracci un quadro della povertà energetica nell'Unione, effettui un'analisi del fenomeno, proponga una strategia europea di lotta e di solidarietà in quest'ambito e indichi i mezzi finanziari per renderla operativa.

6.5

Il Comitato auspica che la Commissione europea faccia di questo tema una priorità trasversale di tutte le politiche europee e che ne tenga maggiormente conto nelle sue prossime iniziative (ad esempio negli orientamenti sul mercato interno, nell'attuazione della direttiva sull'efficienza energetica 2012, nei diritti dei consumatori, ecc.).

6.6

Il CESE raccomanda che la politica di solidarietà energetica e di lotta contro la povertà energetica diventi parte integrante della politica di transizione energetica dell'UE verso una società a bassa emissione di carbonio. Raccomanda inoltre che la Commissione sia ferma nell'esigere, da parte degli Stati membri, il rispetto delle normative europee in grado di contribuire a ridurre la povertà energetica. Il CESE auspica che sia incluso nel Trattato il diritto di accesso universale all'energia (che va considerata e gestita come un bene comune essenziale) e che la lotta contro la povertà energetica e la solidarietà in questo ambito possano essere inserite tra gli obiettivi delle politiche europee, in particolare di quella energetica. Raccomanda altresì che della lotta contro la povertà energetica e della solidarietà in questo ambito si tenga conto anche nei lavori del semestre europeo, affinché la tematica sia affrontata anche nel contesto dei programmi nazionali di riforma degli Stati membri.

6.7

A giudizio del CESE, è essenziale favorire a livello europeo ogni strumento che permetta di trasformare il consumatore vulnerabile in attore della sua vita energetica, consumando di meno e in maniera migliore (a servizi energetici costanti) per migliorare la sua qualità di vita e favorendo la produzione decentrata di energia rinnovabile, laddove risulti coerente da un punto di vista economico e tecnico. L'informazione, la formazione e l'istruzione possono contribuire alla consapevolezza delle famiglie e a un comportamento adeguato (spegnere gli apparecchi in standby, scegliere apparecchi ad alto rendimento energetico, effettuare le necessarie ristrutturazioni, ecc.). Il CESE auspica che l'Unione sostenga, in particolare mediante l'istituzione del succitato Fondo europeo di solidarietà energetica, ogni eventuale progetto transnazionale in questo senso, incoraggi gli scambi di know-how della società civile e la messa in rete transnazionale, e promuova la produzione e la diffusione generale dell'informazione, della formazione in questo ambito e delle buone pratiche derivanti in particolare dai progetti transnazionali finanziati dall'UE.

6.8

Chiede inoltre che i programmi europei di ricerca favoriscano degli strumenti innovativi incentrati sull'uso ottimale da parte di tutti i consumatori, specie di quelli più vulnerabili. Il CESE raccomanda, ad esempio, che i contatori intelligenti, per essere pienamente efficaci e utili ai consumatori, forniscano in tempo reale un'informazione leggibile e trasparente sul consumo di energia, senza comportare costi aggiuntivi. In questo modo costituiranno uno strumento utile di prevenzione in grado di aiutare i consumatori a comprendere meglio il loro livello di consumo e a modificarlo, permettendo loro di essere consumatori-attori della loro vita energetica.

6.9

Il CESE raccomanda di creare, a livello locale, degli sportelli unici di solidarietà energetica per sviluppare le sinergie e la concertazione tra tutte le parti interessate, compresi gli operatori del settore energetico, assicurare un migliore coordinamento e quindi prevenire e risolvere più efficacemente i problemi, offrire una migliore consulenza, orientamento e accompagnamento ai cittadini, in particolare a quelli più vulnerabili. Il CESE raccomanda di formare gli operatori dello sportello unico (ma anche dei servizi amministrativi e bancari e degli operatori industriali, ecc.) per sensibilizzarli alle problematiche dei consumatori vulnerabili, gestire meglio i casi loro sottoposti e aiutarli a individuare a monte le situazioni a rischio. Gli sportelli unici adotteranno un approccio globale e integrato, preventivo e curativo, agli interventi delle associazioni, autorità locali, imprese, ecc. Essi permetteranno a tutti i cittadini di diventare consumatori-attori della loro vita energetica, senza cadere nell'assistenzialismo o nella stigmatizzazione sociale.

6.10

Il CESE raccomanda di rafforzare e generalizzare le iniziative (soprattutto quelle che coinvolgono i fornitori di energia) che garantiscono l'approvvigionamento energetico ai nuclei a basso reddito nelle stagioni più sensibili (la cosiddetta "tregua invernale") nonché di evitare interruzioni della fornitura elettrica da parte dei prestatori in caso di difficoltà di pagamento e di prevenire i mancati pagamenti, ecc. Il CESE raccomanda quindi di rafforzare il coinvolgimento degli operatori dell'industria dell'energia e di altri settori nelle strategie di azione contro la povertà energetica (tanto nella prevenzione che nella risoluzione dei problemi) e di sviluppo della solidarietà, in modo da andare al di là di quanto stabilito dai codici di buona condotta.

6.11

Il CESE raccomanda di rafforzare la regolazione delle pratiche dei fornitori di energia affinché i consumatori a basso reddito non siano doppiamente penalizzati (poverty premium) da un costo unitario più elevato per il medesimo servizio. Si potrebbe, ad esempio, prevedere dei massimi tariffari per i sistemi a pagamento anticipato.

6.12

Il CESE chiede alla Commissione europea di prevedere un Anno europeo della solidarietà energetica che permetta di lanciare una campagna europea di informazione (condotta a livello nazionale e locale) e dei progetti ad hoc per sensibilizzare tutte le parti interessate all'importanza di eliminare la povertà energetica, formare dei cittadini che siano consumatori-attori della loro vita energetica e rafforzare la solidarietà energetica.

7.   Fondo europeo di solidarietà energetica

7.1

Il CESE suggerisce alla Commissione europea di esaminare la possibilità di creare un Fondo europeo di solidarietà energetica per sostenere le azioni proposte dal CESE, in particolare in materia di informazione e formazione dei cittadini, messa in rete a livello europeo di progetti locali, sostegno agli scambi, al trasferimento e alla diffusione generale a livello europeo delle buone pratiche sviluppate da progetti transnazionali finanziati dall'UE o messe a punto sul piano locale e nazionale. Rammentiamo a questo proposito le misure di sostegno finanziario create dagli Stati e dagli enti locali per il pagamento delle bollette (tariffe sociali, assegni energetici, ecc.), la tregua invernale, la creazione di sportelli unici, la formazione di consulenti in materia di efficienza energetica (ad esempio il progetto europeo Achieve), la ristrutturazione dei quartieri, lo sviluppo dei finanziamenti o dell'assistenza tecnica ai lavori per il potenziamento dell'efficienza energetica (ad esempio il progetto europeo CEB-ELENA "European Local Energy Assistance Facility") e la microproduzione di energia rinnovabile, nonché i meccanismi di finanziamento destinati ai nuclei a reddito basso (ad esempio il progetto europeo FinSH - Financial and Support Instruments for Fuel Poverty in Social Housing).

8.   Orientare le misure per l'efficienza energetica degli edifici per far fronte alla povertà energetica

8.1

Il CESE rammenta che nel 2007 l'Unione ha stabilito gli obiettivi 3 × 20 % per il 2020, tra cui una riduzione del consumo energetico del 20 %. La direttiva sull'efficienza energetica dell'ottobre 2012 prevede una strategia a lungo termine (2050) per mobilitare gli investimenti a favore della ristrutturazione del patrimonio abitativo pubblico e privato e degli edifici residenziali e commerciali. Entro il 30 aprile 2014 gli Stati membri dovranno presentare i loro piani d'azione nazionali per l'applicazione di questa strategia. Il CESE rammenta l'importanza di applicare le misure di efficienza energetica per ridurre le emissioni di carbonio, creare posti di lavoro ma anche per agire con efficacia contro la povertà energetica.

8.2

La povertà energetica è infatti dovuta in particolare ad abitazioni male isolate, spesso date in locazione a famiglie vulnerabili a un prezzo eccessivo. Un'abitazione ben isolata riduce il consumo energetico e, di conseguenza, anche la bolletta (se associata a un comportamento energetico adeguato). Le famiglie svantaggiate, siano esse locatarie o proprietarie dell'alloggio che occupano, non dispongono dei mezzi per effettuare lavori di rinnovamento termico e di sostituzione dell'impianto di riscaldamento, in quanto non dispongono di risparmi o hanno difficoltà ad accedere al credito bancario.

8.3

Il CESE suggerisce di creare un meccanismo in grado, da un lato, di incitare fortemente i proprietari che locano un'abitazione ad effettuare lavori di rinnovamento termico (ad esempio l'importo del canone di locazione potrebbe essere condizionato dalla prestazione termica, ecc.) aiutandoli parallelamente in questa fase e, dall'altro, di ritirare progressivamente dal mercato della locazione immobiliare in Europa gli alloggi che non soddisfano i requisiti in materia di rendimento energetico e che sono al di sotto di una soglia standard di isolamento termico. Raccomanda altresì che gli Stati membri integrino l'efficienza energetica tra le definizioni e i criteri di salubrità, di decenza e di dignità per la locazione degli alloggi.

8.4

Il CESE auspica che la Commissione europea studi metodi e strumenti di finanziamento innovativi per sostenere lo sforzo di efficienza energetica compiuto dagli Stati a vantaggio delle famiglie più modeste, tenendo conto delle loro difficoltà finanziarie.

8.5

La riqualificazione termica delle abitazioni delle famiglie vulnerabili deve diventare una priorità per tutti i programmi europei. La Commissione deve accertarsi che i piani nazionali in materia di efficienza energetica considerino prioritari gli investimenti negli alloggi delle famiglie più vulnerabili.

8.6

Il CESE raccomanda che, nella programmazione 2014-2020, i fondi strutturali tengano maggiormente conto della lotta contro la povertà energetica e della solidarietà energetica, e che la dotazione destinata all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili sia più adeguata e all'altezza delle poste in gioco.

8.7

Inoltre, il CESE raccomanda di sostenere la produzione decentrata di energia rinnovabile nella misura in cui può risolvere il problema dell'accesso all'energia, in particolare alle persone più vulnerabili.

Bruxelles, 18 settembre 2013

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  GU C 198 del 10.7.2013, pag. 1.

(2)  GU C 198 del 10.7.2013, pag. 1.


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