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Document 52005IE1057
Opinion of the European Economic and Social Committee on The contribution of tourism to the socio-economic recovery of areas in decline
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Il contributo del turismo al rilancio socioeconomico delle zone in declino
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Il contributo del turismo al rilancio socioeconomico delle zone in declino
GU C 24 del 31.1.2006, p. 1–10
(ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)
31.1.2006 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 24/1 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Il contributo del turismo al rilancio socioeconomico delle zone in declino
(2006/C 24/01)
Il Comitato economico e sociale europeo, in data 10 febbraio 2005, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere sul tema: Il contributo del turismo al rilancio socioeconomico delle zone in declino
La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 27 luglio 2005, sulla base del rapporto introduttivo del relatore MENDOZA.
Il Comitato economico e sociale europeo, in data 28 settembre 2005, nel corso della 420a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 135 voti favorevoli, 2 voti contrari e 2 astensioni.
1. Introduzione
1.1 |
Nel quadro dei pareri che elabora per contribuire alla definizione di una politica europea per il turismo, il Comitato economico e sociale europeo si propone ora di produrre un documento che serva da riferimento affinché, da un lato, determinate iniziative turistiche possano utilmente inserirsi nell'azione delle istituzioni europee, nazionali, regionali e locali, nonché delle parti sociali e di altre organizzazioni della società civile e del comparto del turismo, e, dall'altro, si possano unire le forze per offrire alternative alle zone in declino — e in particolare alle persone e alle imprese che in esse vivono e lavorano — onde mantenervi un'attività produttiva e quindi fruire di eventuali ricadute positive. |
1.2 |
Questo documento intende essere un contributo alla necessaria riconversione di numerose zone dell'Unione europea che, per motivi molto diversi tra loro, versano in una situazione di declino socioeconomico e per le quali l'industria turistica può costituire un'alternativa. |
1.3 |
Per elaborare il documento definitivo è stata seguita la seguente procedura:
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1.4 |
Occorre tenere conto di una duplice realtà, ossia di due aspetti che si completano e arricchiscono a vicenda:
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2. Portata e schema del parere
2.1 |
Il parere non intende passare in rassegna i processi che hanno determinato la situazione di certe aree, né procedere all'analisi degli interventi di riconversione di altra natura (industriale, mineraria, agricola ecc.), anche se, ai fini dell'elaborazione di proposte turistiche, talvolta si renderà necessario entrare nel merito di tali aspetti. |
2.2 |
All'inizio della nostra analisi si stabilisce dunque se l'area in questione sia reduce da uno specifico processo di riconversione oppure se sia una zona depressa, dove non sono ancora state avviate attività di rilevanza produttiva, e dove il turismo può diventare l'attività iniziale, trampolino e motore di uno sviluppo più ampio. |
2.3 |
Sulla base di questa considerazione, il parere è strutturato come segue. |
2.3.1 |
Si procede all'analisi delle principali caratteristiche delle zone in declino, evidenziandone gli aspetti più significativi di cui tenere conto ai fini di future proposte turistiche: caratteristiche sociali e occupazionali, aspetti imprenditoriali, l'impegno da parte delle istituzioni ecc. È prioritario definire con la massima precisione che cosa si intenda con il termine «zone in declino», posto che le diverse circostanze e condizioni possono portare a più alternative. |
2.3.2 |
Alla luce di quanto precede, il parere affronta i seguenti aspetti. |
2.3.2.1 |
Caratteristiche delle zone in declino: definizione delle loro carenze da vari punti di vista approfondendone l'analisi delle cause: problemi derivati talvolta da una tradizione industriale e imprenditoriale monotematica, inadeguatezza o deterioramento dei fattori ambientali, infrastrutture carenti o insufficienti per il passaggio a una nuova attività turistica, manodopera proveniente da altre specializzazioni non assimilabili all'occupazione nel turismo, scarsa conoscenza dell'ambiente sociale o sua inadeguatezza all'integrazione di nuove attività, fra le quali quella turistica. Occorre soprattutto tenere presente che le zone in declino industriale non sono, in linea di principio, zone a naturale vocazione turistica, il che implica una particolare difficoltà nel reperire il prodotto turistico adatto: turismo culturale e archeologico, turismo sportivo, turismo educativo e altre molteplici forme di turismo diverse da quelle tradizionali. In particolare è noto che l'«esperienza positiva» è alla base di qualsiasi prodotto turistico e che proprio questa «esperienza» va individuata e pubblicizzata. |
2.3.2.2 |
L'impegno delle istituzioni: il presente parere intende lanciare un preciso appello all'indispensabile collaborazione fra le varie amministrazioni e istituzioni, e indicare quali tipologie, quali scenari o modelli di collaborazione fra le istituzioni nonché quali risorse pubbliche possano contribuire a lanciare un'attività turistica. Il parere reca anche un riferimento specifico al ruolo dei fondi strutturali europei nel recupero delle aree in declino. Alle istituzioni spetta un ruolo importante che consiste nello sviluppare la formazione necessaria alla riconversione professionale della manodopera proveniente dalle zone industriali in declino verso posti di lavoro nel settore dei servizi. |
2.3.2.3 |
L'obiettivo dell'integrazione sociale: per lunghi anni i comparti in declino sono stati integrati nelle aree in cui si sono sviluppati e poi esauriti. Nel corso del tempo ciò ha favorito il crearsi di un legame generazionale fra i cittadini delle località (di varie dimensioni) e il rispettivo ambiente di vita e di lavoro. Le iniziative turistiche da proporre devono contribuire in larga misura a sostenere questa integrazione, creando le condizioni che la rendano possibile: alloggi, servizi, comunicazioni ecc. Un altro modo per favorire questa integrazione sociale consiste nel creare posti di lavoro stabili dato che, nonostante il turismo sia quantitativamente una valida fonte di occupazione, il grave problema della stagionalità può impedire questa integrazione sociale e indurre le persone a spostamenti indesiderati in determinati periodi dell'anno. |
2.3.2.4 |
Il dialogo sociale alla base dell'analisi e dello sviluppo di alternative: il parere propone di fare del confronto e del dialogo sociale la base sulla quale costruire un impegno fra lavoratori e datori di lavoro, per il tramite delle rispettive rappresentanze sindacali e di categoria, allo scopo di avviare progetti e iniziative. Questo dialogo bilaterale deve diventare trilaterale coinvolgendo anche le amministrazioni nella ricerca di alternative fattibili. Anche altre organizzazioni della società civile e del comparto turistico dovranno contribuire alla realizzazione dei progetti. |
2.3.2.5 |
Favorire iniziative che si inseriscono nella dimensione sostenibile del turismo: malgrado il disagio sociale determinato dal declino socioeconomico in talune importanti aree, il parere sostiene che le nuove alternative di sviluppo da definirsi potranno non soltanto correggere gli errori commessi in passato nel pianificare le precedenti attività, bensì anche collocare le nuove attività entro i parametri di quel turismo sostenibile che il CESE difende e che tiene conto degli aspetti sociali, economici e ambientali. |
2.3.2.6 |
L'ambiente come elemento fondamentale di recupero e di creazione di attività turistiche:
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2.3.2.7 |
Mantenere e incrementare l'attività imprenditoriale e favorire gli investimenti produttivi: è necessario definire, nel modo più concreto possibile, un elenco di iniziative di sostegno all'attività imprenditoriale. L'imprenditoria di queste zone in declino ha alle spalle la specializzazione nelle attività precedenti, vuoi per il coinvolgimento diretto nelle aziende preesistenti, vuoi per la partecipazione ad attività accessorie a quella principale. In tal senso, il parere formula proposte per mantenere e creare nuove imprese, portare avanti la formazione e la qualificazione imprenditoriale, sviluppare criteri di competitività, ricerca e sviluppo, progettazione, commercializzazione ecc. È opportuno promuovere idee come quella di incentivare l'associazione e la cooperazione fra imprese e fra queste e le amministrazioni, nonché creare reti di imprese, zone e settori dedicando particolare attenzione alle microimprese e alle piccole e medie imprese. |
2.3.2.8 |
Priorità al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro: se il principale costo sociale dei processi di declino socioeconomico delle imprese e dei comparti è la perdita di posti di lavoro, le iniziative di recupero devono avere come obiettivo principale il mantenimento e, se possibile, l'aumento dell'occupazione in quelle aree. A tal fine il parere propone che, oltre ai meccanismi transitori di protezione sociale, nello sviluppo delle iniziative turistiche si favoriscano gli investimenti volti a creare occupazione, la formazione e la riqualificazione professionale, l'incentivazione e la cultura del lavoro autonomo e dell'economia sociale ecc. |
2.3.2.9 |
Coinvolgere tutti i fattori di una politica turistica: i progetti turistici volti al rilancio socioeconomico delle zone in declino devono puntare a impiegare al meglio tutti gli elementi che, oltre a quelli citati, convergono in una politica del turismo. In tal senso dovrà essere definito il contributo dei fattori culturali, storici, patrimoniali, naturali, sportivi ecc. |
2.3.2.10 |
Una sfida importante, già risolta positivamente in talune zone, consisterà nello sfruttare elementi provenienti da precedenti attività per inserirli nella progettazione di nuove alternative nel turismo. |
2.3.3 |
Si ritiene importante un'approfondita analisi delle diverse esperienze positive esistenti in vari paesi dell'Unione europea, non soltanto per cercare di riprodurle e adattarle a un altro ambiente, bensì anche per sostenerle e potenziarle. Non consta che le esperienze positive siano molto numerose, ragione per cui non è semplice reperirne una vasta gamma, più ampia e diversificata possibile. |
2.3.4 |
Occorre in particolare prevedere che le varie mete turistiche ubicate in zone in declino possano unirsi in rete e abbiano convenienza a farlo, e quindi creino basi promozionali solide in grado di sostenersi vicendevolmente. |
2.3.5 |
Potenziare e promuovere il lavoro autonomo è indubbiamente una tendenza molto importante che può migliorare le condizioni di adattamento dei lavoratori a una nuova realtà. L'analisi di questo aspetto sarà indubbiamente un grande contributo per il processo di trasformazione delle zone in declino in comprensori turistici, in particolare nelle aree vocate al turismo rurale. Si dovranno valutare le forme di sostegno di cui necessita questo tipo di occupazione per poter diventare un efficace strumento in questo difficile processo di adeguamento. |
2.3.5.1 |
Di seguito sono elencate alcune iniziative da sviluppare in questo campo. |
2.3.5.1.1 |
Nell'Unione europea il concetto di lavoro autonomo sottintende la capacità e la decisione dei lavoratori di esercitare un'attività per proprio conto, sia individualmente che in forma collettiva. Il lavoratore autonomo è innanzi tutto un lavoratore che esercita un'attività autonoma nell'ambito della quale si rapporta ai suoi fornitori e clienti in termini commerciali e civili. |
2.3.5.1.2 |
Per anni il lavoro autonomo ha rappresentato un'efficace forma di difesa nei confronti delle crisi economiche industriali, in quanto ha permesso di mantenere l'occupazione dando risposta alle nuove esigenze di creazione di posti di lavoro. |
2.3.5.1.3 |
Attualmente, il lavoro autonomo è particolarmente diffuso fra la popolazione attiva più giovane e fra le donne. |
2.3.5.1.4 |
Per risultare efficace, un'offerta turistica basata sul lavoro autonomo deve incentivare le nuove professionalità. Senza volerne fare un elenco completo, in ambito rurale si possono creare per esempio le seguenti attività:
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2.3.6 |
Altrettanto si può dire del turismo sociale, che in futuro sarà indubbiamente chiamato a costituire un'alternativa per numerose zone in declino che ricercano un'alternativa economica nel turismo. Per le sue particolari caratteristiche, il turismo sociale è un valido strumento per contrastare la stagionalità e favorire lo scaglionamento delle vacanze. |
2.3.7 |
Il nuovo scenario europeo per favorire alternative turistiche nelle aree in declino: il parere ricorda che è necessario cogliere le opportunità risultanti dall'allargamento dell'Europa e creare, nell'ambito di questa problematica, quadri di riferimento globali per gli interventi, lo scambio di informazioni, i progetti congiunti, la promozione delle buone pratiche, lo sviluppo della cooperazione fra il settore pubblico e i privati ecc. |
2.3.8 |
D'altro canto, l'impegno assunto dal Trattato costituzionale nei confronti dei cittadini, dei loro diritti, nonché delle regioni e delle zone più sfavorite, insieme alla menzione del turismo nel testo costituzionale, consente di prospettare nel parere una risposta di dimensione europea in grado di coniugarsi con le realtà nazionali, regionali e locali. |
2.4 |
Riferimenti alle linee di intervento che possono contribuire a un'alternativa: citazione dei precedenti pareri del CESE, delle iniziative della Commissione e del Parlamento europeo, nonché delle esperienze raccolte da istituzioni come l'Organizzazione mondiale per il turismo e l'Ufficio internazionale per il turismo sociale. |
2.5 |
Le esperienze al centro del discorso: il parere vuole essere concreto e utile, in particolare per le zone al cui rilancio si intende contribuire positivamente, e quindi conterrà un'elencazione delle buone pratiche raccolte sviluppando questo tipo di iniziative. |
3. Le zone in declino socioeconomico
3.1 |
Non è facile definire con precisione cosa sia, ai fini del presente parere, una «zona in declino». Tale definizione dipende dalle numerose caratteristiche di tali zone, dall'origine e dalle cause del declino, dalla portata o dall'importanza dei suoi effetti, dalla dispersione geografica, ma soprattutto dalla profondità delle sue conseguenze sulla vita delle persone che vi abitano e delle imprese che vi svolgono la loro attività. |
3.2 |
Forse il primo elemento da analizzare per definire e distinguere le diverse zone in declino è la loro storia economica, espressa attraverso indicatori di vario tipo. Questo ci permette di sapere esattamente se il declino è un fenomeno recente, dovuto a cambiamenti tecnologici, sociali o economici esterni, oppure un fenomeno strutturale, il che significa che la zona non ha mai raggiunto nella sua storia uno sviluppo economico in grado di produrre ricchezza e dare benessere ai suoi abitanti. Si tratta senza dubbio di una differenza importante nella scelta della soluzione più adatta per far fronte al problema del declino e nella ricerca di valide alternative. L'esperienza delle imprese, la formazione degli abitanti e, infine, la possibilità di trovare un'attività nuova o sostitutiva differiscono infatti notevolmente da un caso all'altro. |
3.3 |
Nelle zone che ancora non hanno raggiunto un congruo livello di sviluppo economico, le cause del problema possono essere molteplici: una situazione geografica periferica, condizioni ambientali estreme, infrastrutture inadeguate, scarso spirito d'iniziativa della popolazione locale, insomma un insieme di fattori che hanno spinto e tuttora spingono gli abitanti del luogo ad emigrare verso zone con maggiori possibilità di sviluppo economico all'interno del loro paese o all'estero. In definitiva, lo spopolamento progressivo e il conseguente sradicamento sociale presente in ampie zone dell'Europa, essenzialmente rurali, è un problema che le politiche e gli strumenti di sviluppo regionale dell'UE stanno affrontando con serietà. Il turismo e lo sviluppo ad esso legato sono l'obiettivo di diversi interventi preziosi in questo senso. |
3.4 |
Per le zone che in un determinato momento della loro storia hanno goduto di un'economia dinamica, basata su attività diverse tra loro quali l'agricoltura, l'estrazione mineraria, vari tipi di industria (tessile, metallurgica, chimica) e che per diversi motivi hanno dovuto mettere fine a tali attività, il problema fondamentale consiste nel fatto che sta scomparendo un modello di società e ciò comporta diverse ripercussioni sulla popolazione e sul tessuto imprenditoriale di queste zone. In tal caso, fattori quali la monocoltura o la scarsa diversificazione economica sono elementi aggiuntivi che impediscono la ricerca di un'alternativa alla perdita di posti di lavoro causata dal declino economico. |
3.5 |
Sono tanti gli elementi che possono determinare e che alla fine determinano il declino di una zona in precedenza attiva, redditizia, competitiva e in grado di creare posti di lavoro e ricchezza. Tuttavia, all'origine di tutti questi fattori troviamo forse la globalizzazione dell'attività economica e i cambiamenti tecnologici. I mercati si evolvono rapidamente, spesso troppo rapidamente, pregiudicando quella stabilità che fino al secolo scorso l'industria offriva ai paesi che sapevano applicare adeguatamente i principi industriali e lasciando spazio ai cambiamenti tecnologici e sociali, all'allargarsi dei mercati, all'informazione in tempo reale e in tutto il mondo, alla concorrenza ormai globalizzata e alla delocalizzazione della produzione di beni e della fornitura di servizi. Il costo della manodopera è risultato essere la variabile fondamentale nella localizzazione delle industrie, anche se sono la capacità di ricerca, di sviluppo e innovazione, la prossimità e la qualità dei servizi, la competenza dei dirigenti, la professionalità degli addetti insieme all'accesso alla tecnologia, i fattori che rendono competitiva un'attività economica. Affrontare il processo di deindustrializzazione in Europa e trovare alternative capaci di creare posti di lavoro sono forse le sfide più importanti che l'Unione deve affrontare, come riconosce la strategia di Lisbona. |
3.6 |
Il declino produce varie conseguenze sulle popolazioni e le imprese di una zona: perdita di posti di lavoro, impoverimento generale, cambiamenti demografici e spopolamento, scomparsa del tessuto industriale. È tuttavia importante segnalare che tali effetti durano per varie generazioni e si manifestano in maniera molto diversificata. La prima generazione, quella che subisce direttamente il declino economico, spesso trova negli strumenti di protezione sociale una forma di sostituzione magari non voluta, ma necessaria per procurarsi il reddito necessario. Questo avviene nel caso della scomparsa delle grandi industrie e delle imprese minerarie, che costringe i giovani e le persone di mezza età, potenzialmente abili al lavoro, a rimanere inattive e a sopravvivere grazie alle prestazioni sociali. Se una situazione del genere è già di per sé poco auspicabile, il problema diventa ancor più angoscioso nel caso della generazione successiva, che non dispone né di un posto di lavoro né di un sussidio. In situazioni come queste, lo spirito d'iniziativa, la diversificazione delle attività e la formazione diventano, più che una risorsa, una necessità assoluta. |
3.7 |
Il turismo rappresenta, in definitiva, una valida alternativa proprio per queste zone in declino, sia per quelle che ancora non hanno conosciuto uno sviluppo vero e proprio sia per quelle entrate in crisi. Esse possono infatti riconvertirsi in un'industria come quella turistica che si è rivelata forte, stabile, dotata di buone prospettive future, creatrice di posti di lavoro e in grado di garantire l'equilibrio economico, sociale e ambientale in termini di sostenibilità. È evidente che i cambiamenti culturali ed economici che questo processo certamente comporta non sono facili da realizzare e che non sempre il successo è assicurato, ma le alternative per le zone in declino non sono numerose e quelle eventualmente disponibili impongono condizioni ancora più difficili da soddisfare. |
3.8 |
Non va nemmeno dimenticato che talvolta anche nei dintorni e in prossimità delle grandi città, comprese quelle dall'economia prospera, si creano zone marginali e di degrado dall'attività economica nulla o scarsa. In questi casi, taluni eventi di portata internazionale possono contribuire alla valorizzazione o alla rinascita economica: ne sono esempio le Expo mondiali di Siviglia e Lisbona, le Olimpiadi di Barcellona o, più di recente, di Atene, dimostratesi altrettanti elementi essenziali per avviare il recupero materiale e dare nuovi impulsi, spesso creando le caratteristiche e le condizioni per la nascita di un nuovo comprensorio turistico. |
4. Obiettivi e modalità d'azione
4.1 |
Dopo aver analizzato la situazione, l'origine e le caratteristiche di fondo delle zone in declino, è opportuno valutare quali possano essere gli obiettivi e i metodi per definire, conformemente al titolo del presente parere, il contributo del turismo al loro rilancio economico. |
4.1.1 |
Innanzi tutto è bene sottolineare che l'obiettivo fondamentale di qualsiasi intervento di sviluppo economico non può essere che quello di garantire alla popolazione di una determinata zona condizioni adeguate per lo sviluppo individuale e sociale, in modo che non sia obbligata a emigrare o a trasferirsi. In altre parole, occorre mantenere il contatto sociale creato da generazioni tra la popolazione e il suo ambiente circostante. Per tale motivo, le attività turistiche avviate in alternativa devono non solo portare alla creazione delle infrastrutture necessarie ma anche comportare l'occupazione stabile delle persone che dipendono da questa attività nel senso più ampio del termine. Se l'obiettivo fondamentale è quello di mantenere il radicamento sociale, è essenziale creare prodotti turistici sostenibili nel tempo e in grado di offrire un'alternativa alla disoccupazione causata dal declino socioeconomico. |
4.2 |
La diversificazione delle attività economiche è un altro degli obiettivi di qualsiasi intervento di sviluppo realizzato nelle zone in declino. Le cause del declino possono essere ricercate nei cambiamenti tecnologici o nell'evoluzione del mercato in zone in cui l'economia è stata caratterizzata dalla monocultura industriale. In questo caso, per scongiurare il ripetersi di una situazione del genere, è necessario articolare una serie di attività complementari e diversificate in grado di sostenere, in futuro, l'economia della regione. Dato il suo carattere trasversale e la partecipazione di numerosi soggetti (imprese di varie dimensioni, imprese a conduzione familiare e multinazionali, imprese con diversi obiettivi sociali e diverse strategie commerciali) il turismo è un buon fattore di diversificazione del sistema produttivo di un'area. |
4.3 |
L'equilibrio sostenibile dell'attività nei suoi aspetti economici, sociali e soprattutto ambientali è un altro degli obiettivi di un'azione di sviluppo a favore delle zone in declino. Spesso l'attività industriale o mineraria ha deteriorato gravemente l'aspetto fisico di una regione: edifici vecchi e abbandonati, rifiuti industriali inquinanti, degrado territoriale e inquinamento del suolo sono spesso il risultato di un'attività industriale obsoleta e in linea di massima non sono i presupposti ideali per lo sviluppo di un'attività come quella turistica, la quale in genere richiede che la natura si presenti al massimo della sua bellezza. |
4.3.1 |
Il compito di recuperare le condizioni naturali originali, o almeno di ripristinarle nei limiti del possibile, spetta normalmente alle imprese che hanno svolto un'attività industriale in una zona. Chiaramente non è facile, per tali imprese, applicare nella pratica questo principio, in quanto la loro stessa situazione di declino imprenditoriale non lo consente. Tocca dunque ai pubblici poteri agire al loro posto per assicurare il mantenimento di condizioni ambientali adeguate. Si tratta di un aspetto da tenere in particolare considerazione soprattutto laddove le imprese che delocalizzano abbiano ottenuto aiuti pubblici per insediarsi. La responsabilità sociale delle imprese deve indurle a sostenere questi costi aggiuntivi della loro attività. |
4.4 |
Raggiungere obiettivi difficili come questi presuppone il ricorso a metodi efficaci, primo fra tutti il dialogo sociale, fattore indispensabile nello sviluppo di alternative. Il dialogo sociale tra operatori socioeconomici, datori di lavoro e lavoratori attraverso i sindacati e le associazioni di categoria è fondamentale per l'elaborazione di progetti e iniziative. Anche la società civile, nelle sue diverse espressioni (organizzazioni di consumatori, associazioni civiche, ecc.) può e deve prendere parte a tale processo. |
4.4.1 |
Ma è soprattutto importante che la pubblica amministrazione partecipi attivamente alla realizzazione di alternative per le zone in declino, siano queste turistiche o di altro tipo. La cooperazione tra i diversi livelli amministrativi delle pubbliche istituzioni deve creare le condizioni favorevoli al successo delle iniziative e, se necessario, garantire la sostenibilità economica dei progetti. I fondi strutturali dell'UE sono strumenti privilegiati per un'azione coordinata tra i livelli europeo, nazionale, regionale e locale nella ricerca, nell'individuazione e nell'attuazione di progetti e iniziative di sviluppo regionale in grado di rilanciare le zone in declino. |
4.5 |
Uno dei fattori chiave per il rilancio di queste zone è la formazione delle risorse umane. Occorre assicurare la riconversione professionale delle persone rimaste senza lavoro affinché possano trovare una nuova occupazione in attività alternative che però di solito richiedono capacità molto diverse dalle occupazioni precedenti. L'esperienza indica che tale riconversione è una sfida importante e che solo azioni di formazione incisive e costanti consentono ai lavoratori dell'industria di entrare con successo nel settore dei servizi. Lo stesso si può dire della generazione successiva, quella che non subisce direttamente la perdita del posto di lavoro ma che non vede intorno a sé possibilità concrete di trovare un'occupazione nell'industria tradizionale. Solo la formazione consente di far fronte alla mancanza di prospettive occupazionali. |
4.6 |
L'attuale processo di allargamento dell'Europa può recare ulteriori elementi di complicazione, in quanto le zone da sviluppare sono più numerose e hanno un passato industriale, minerario o agricolo difficile da superare. D'altro canto, è tuttavia evidente che la domanda di mobilità per motivi di svago e turismo può aumentare significativamente, potenziando di conseguenza l'industria turistica. L'azione di promozione di un modello di turismo sostenibile per l'intera Europa può essere uno strumento adeguato di sviluppo economico per alcune zone in declino. |
5. Esperienze positive di riconversione socioeconomica delle zone in declino basata sul turismo
5.1 |
Uno degli obiettivi fondamentali del presente parere è quello di raccogliere, assimilare e trarre i necessari insegnamenti dalle esperienze in cui il turismo si è dimostrato una valida alternativa per le zone in declino. |
5.1.1 |
A tal fine, l'audizione organizzata a Cordova dal CESE in collaborazione con la locale amministrazione provinciale ha permesso di prendere atto di altre iniziative che meritano di essere studiate e analizzate per il loro valore didattico e il loro potenziale di esempio. |
5.2 |
L'esperienza delle Asturie (Spagna): si tratta di un esempio coronato da successo, in cui un'intera regione, in precedenza mineraria e industriale, ha reagito di fronte al declino e alla perdita di posti di lavoro in questi due settori optando per uno sviluppo intensivo del turismo. Per farlo sono stati creati diversi marchi e prodotti turistici strettamente legati ai concetti di Asturie e natura:
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5.2.1 |
Questa nuova strategia di sviluppo locale ha avuto un notevole successo; nella regione infatti il tasso di occupazione è aumentato dell'8 % negli ultimi anni. È evidente in questo caso che la scelta della sostenibilità ambientale è diventata il cardine di un turismo di qualità basato sulla natura, e che sia i soggetti economici e sociali sia le pubbliche istituzioni hanno deciso di sostenere attivamente il cambiamento di rotta e di modello adottato dalla regione. |
5.3 |
L'esperienza di Zabrze (Polonia). In tutta la Slesia, le trasformazioni economiche e l'evoluzione del mercato hanno determinato la scomparsa di numerose imprese, causando la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro e la desolazione di un paesaggio dominato da impianti industriali abbandonati. Pur avendo realizzato numerose iniziative di promozione turistica, la regione resta penalizzata dalla sua immagine tradizionale di zona industriale caratterizzata da paesaggi cupi e ambiente degradato. Questa immagine, poco attraente per i turisti, potrebbe però diventare un elemento positivo per la vita economica e sociale della regione, a condizione di sfruttare il patrimonio industriale della zona a fini turistici, come auspicano e prevedono di fare le autorità locali. È necessario trasformare i siti postindustriali destinandoli a nuove attività, essenzialmente turistiche, che abbiano la caratteristica di non essere stagionali. Diventa così possibile conservare il patrimonio industriale preservando al tempo stesso il carattere originale di città e regioni. |
5.3.1 |
Tuttavia il progetto presenta una serie di difficoltà. Alle cattive condizioni tecniche e allo stato di abbandono in cui versa il patrimonio si aggiungono problemi legati alla proprietà dei siti, alla mancanza di risorse finanziarie e di personale qualificato, all'assenza di infrastrutture di accoglienza e ad altri elementi che fanno sì che soltanto un numero limitato di siti di archeologia industriale uniscono le condizioni per diventare prodotti turistici redditizi. Il ruolo dei fondi strutturali europei, quali il FESR o il FSE può essere determinante per sormontare gli ostacoli relativi al finanziamento degli investimenti e alla formazione del personale. |
5.3.2 |
La regione ha elaborato un progetto di sfruttamento dei siti postindustriali per fini turistici intitolato «Circuito dei siti di archeologia industriale». Il circuito raggruppa 30 siti scelti in funzione di diversi criteri, quali l'accessibilità, l'attrattiva, la capacità di accoglienza dei flussi turistici e la sicurezza dei visitatori. |
5.3.3 |
Nel caso specifico del comune di Zabrze, una città di medie dimensioni situata nella Polonia meridionale, le autorità hanno saputo intuire l'importanza del turismo industriale e dal 2003 la città si presenta come un modello riconosciuto valido, che ha ottenuto numerose importanti certificazioni nel settore turistico. Zabrze ha saputo non solo definire una propria alternativa al declino industriale ma si è anche convertita in un centro di riflessione e di ispirazione per i futuri progetti di sviluppo nell'ambito del turismo industriale in Polonia e in Europa, organizzando convegni internazionali sul tema dei «Tesori del patrimonio industriale nel contesto del turismo e del tempo libero», come quelli svoltisi nel settembre 2004 e nel maggio 2005. Frutto di tali convegni sono le risoluzioni di Zabrze, che mettono validamente in risalto le possibilità di utilizzare il patrimonio industriale a fini turistici e di svago. È opportuno citare a tale proposito la volontà della OMT di partecipare al processo di creazione di una rete del turismo industriale che collabori alla promozione dei prodotti. |
5.3.4 |
Nel complesso, l'iniziativa di Zabrze fornisce un prezioso bagaglio di conoscenze ed esperienze che possono indubbiamente essere utili ad altre località dalle caratteristiche simili intenzionate a valorizzarle da un punto di vista turistico. Il CESE riconosce espressamente il valore di queste esperienze, lo sostiene e intende diffonderlo ogni qualvolta lo riterrà opportuno. |
5.4 |
L'esperienza del Museo minerario di Río Tinto a Huelva (Spagna). In antichità la miniera di Río Tinto è stata un'abbondante riserva di metalli preziosi, fonte di prosperità sin dall'epoca romana. La sua chiusura, nel 1982, ha dato inizio a un periodo di depressione economica nella regione. Il Museo minerario di Río Tinto, che attualmente custodisce questo patrimonio storico, è al centro dell'omonimo parco tematico che racchiude i luoghi e i paesaggi della conca mineraria. Nei 900 ettari del parco minerario di Río Tinto i visitatori possono effettuare un percorso in treno seguendo l'antica ferrovia che trasportava i minerali a Huelva. I turisti possono visitare le antiche miniere, un cimitero romano e il villaggio dei minatori costruito dall'impresa britannica cui la miniera apparteneva alla fine dell'Ottocento. Una zona abbandonata si è definitivamente convertita in un luogo di svago e di recupero del patrimonio e della cultura. Questo tipo di «esperienza», che è alla base di ogni interesse turistico, in questo caso e in altri permette alle imprese di ricavare profitti da zone altrimenti destinate all'abbandono. |
5.5 |
Nella zona mineraria e industriale di Peñarroya-Pueblonuevo (Spagna) esiste un prezioso patrimonio industriale, eredità di un centro operaio del ventesimo secolo che attualmente è in corso di recupero per destinarlo a diverse attività di svago per la popolazione locale e i turisti. È opportuno segnalare che diversi villaggi della Valle dell'Alto Guadiato (provincia di Cordova) si sono uniti per dare vita a un progetto comune per il recupero e la valorizzazione di diversi siti, tra i quali il Museo geologico e minerario di Peñarroya-Pueblonuevo, al fine di attrarre un turismo in grado di ridare vitalità economica ad alcune località la cui popolazione ha perso il lavoro per l'abbandono delle miniere. Questo sta generando un'offerta globale e coordinata, che abbraccia gli antichi siti industriali e geologici, comprende la gamma di prodotti enogastronomici, lo sport e la cultura e coinvolge gli abitanti di Fuenteovejuna, Bélmez e di altre località della zona. |
5.6 |
Il Circuito del Museo catalano della scienza e della tecnica (Spagna) comprende fino a 20 centri di interesse per l'archeologia industriale della regione. Tali centri presentano caratteristiche di diversa natura a seconda dei vari settori: industria tessile, industria della carta, conceria, trasporti, ecc. È indubbio che nei secoli passati l'industria catalana ha svolto un ruolo determinante, ha avuto una presenza e un valore straordinario dal punto di vista non solo economico ma anche culturale, architettonico e sociale, diventando parte integrante dell'identità collettiva della regione. Per come è stato concepito, il circuito prevede la promozione turistica di tutti i 20 centri di interesse e in ultima analisi funziona come una rete di siti di importanza turistica e culturale. Questo modello di intervento può essere applicato ad altri progetti dalle caratteristiche analoghe. |
5.7 |
Un altro interessante esperimento è quello patrocinato dall'Ufficio internazionale del turismo sociale (BITS), che ha contribuito allo sviluppo locale e alternativo di un bacino carbonifero in declino situato a La Roche-en-Ardenne (Belgio), attraverso la creazione di un centro di vacanze per il turismo sociale che sta dando un notevole contributo ai livelli occupazionali della regione. |
5.8 |
In tutta Europa sono in corso esperimenti turistici innovativi volti a reperire alternative, anche se talvolta parziali, a situazioni di declino economico. A titolo di esempio vale la pena di ricordare alcuni pescatori di mestiere che offrono ai turisti la possibilità di partecipare attivamente a una giornata di lavoro a bordo del loro peschereccio. Il turista ha così modo di vivere un'esperienza a contatto con una realtà professionale e culturale in grado di avere un forte potenziale turistico anche perché può migliorare gli introiti di un'attività in declino. |
5.9 |
Il CESE approva la dichiarazione elaborata congiuntamente dall'EFFAT (Federazione europea dei sindacati nei settori dell'alimentazione, dell'agricoltura e del turismo) e dall'Associazione europea di alberghi, ristoranti e caffè (Hotrec) sulle linee d'azione per mantenere e sviluppare l'occupazione nel settore turistico delle zone rurali. |
6. Conclusioni
6.1 |
Nelle riunioni del gruppo di studio preposto all'elaborazione del presente parere e nella proficua audizione organizzata a Cordova è stato possibile raccogliere non solo i punti di vista poi inseriti nelle precedenti parti del testo ma anche una serie di conclusioni e raccomandazioni molto utili. |
6.2 |
Come emerge nei diversi documenti della Commissione, nei pareri del CESE e in numerose altre fonti, il turismo è un'attività di grande importanza non solo dal punto di vista strettamente economico ma anche sul piano sociale e ambientale. È opportuno in particolare segnalare che il turismo, se sviluppato secondo criteri di sostenibilità a breve, medio e lungo termine, può diventare un'industria forte, stabile, con buone prospettive future e creatrice di posti di lavoro di qualità. |
6.3 |
Il declino socioeconomico di talune zone situate nei vari paesi europei può avere cause e manifestazioni diverse. In tutte le zone, tuttavia, la diminuzione del tasso di occupazione e l'assenza di alternative economiche ne sono, al tempo stesso, l'espressione più evidente e la conseguenza più dolorosa per le popolazioni locali, spesso obbligate ad emigrare alla ricerca di attività diverse da quelle tradizionali della loro regione. Lo spopolamento di ampie zone agricole, industriali o minerarie è il triste risultato dei cambiamenti nella struttura economica. |
6.4 |
Il radicamento sociale della popolazione è l'obiettivo primario di qualsiasi politica volta a raggiungere l'equilibrio regionale e dunque a fornire alternative valide a tali zone in declino. In tale contesto, i fondi strutturali europei svolgono un ruolo essenziale come strumenti volti a favorire il radicamento sociale. Il mantenimento o la creazione di posti di lavoro in quanto strumenti di integrazione sociale devono essere considerati una assoluta priorità. |
6.5 |
In situazioni di declino ben diverse tra loro, il turismo è probabilmente una buona alternativa per conseguire una fonte di attività economica dalle grandi potenzialità di sviluppo sociale, imprenditoriale e occupazionale. Lo dimostrano e lo confermano diverse esperienze a tutti i livelli. |
6.6 |
La ricerca dell'alternativa turistica per le zone in declino non è tuttavia esente da difficoltà e ostacoli di ogni tipo. Bisogna soprattutto tener presente che le zone in declino non sono di per sé zone tradizionalmente turistiche, anzi il fatto di essere inserite in ambienti degradati non le rende per nulla interessanti. Questo ostacola il recupero o la creazione di spazi in cui il turismo possa validamente svilupparsi e impone pertanto la creazione e l'offerta di prodotti in grado di stimolare la domanda. |
6.7 |
In una situazione di partenza già negativa, la creazione di un'alternativa turistica per le zone in declino incontra ostacoli di diverso tipo:
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6.8 |
Ma sono proprio la possibilità di un'alternativa come il turismo e le difficoltà inerenti a tale processo le due variabili che devono spingere le pubbliche istituzioni, le parti sociali e i cittadini in generale ad accogliere la sfida consistente nel trasformare in realtà questo potenziale. Nei rispettivi ambiti d'azione, la politica regionale europea e le altre politiche comunitarie (turistica, culturale, dell'occupazione, dei trasporti e delle infrastrutture) devono collaborare per vincere tali sfide. Non tener conto della situazione delle zone in declino o evitare di far fronte ai rischi e agli ostacoli di un'alternativa nel turismo non sembra essere una strategia efficace. Sono poche le alternative diverse dal turismo che si offrono alle zone in declino e le poche esistenti sono di difficile realizzazione. |
6.9 |
Per essere una valida alternativa nelle zone in declino, il turismo deve soddisfare le seguenti condizioni:
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6.10 |
Naturalmente, i prodotti turistici di ciascuna zona variano a seconda di diversi fattori ed è difficile precisare quale sia il prodotto più adatto caso per caso. Tuttavia, per illustrare esempi di attività collegate direttamente o indirettamente al turismo e in grado di creare uno spazio alternativo, basti citare l'agriturismo e il turismo rurale, due attività cui si affiancano l'artigianato, la produzione e il commercio di specialità alimentari locali, il turismo industriale, di cui abbiamo visto alcune buone dimostrazioni, il turismo della salute e il turismo culturale. Per garantire la sostenibilità del turismo rurale a lungo termine è indispensabile un sostegno delle istituzioni. |
6.11 |
Le tipologie di imprese in grado di offrire prodotti e attività turistiche nelle zone in declino non sono diverse da quelle presenti in altri settori; vale tuttavia la pena di citare espressamente:
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6.12 |
Per garantire la sopravvivenza delle imprese turistiche nate come alternativa nelle zone in declino, è determinante creare nel circondario varie attività complementari in grado di concorrere a un obiettivo comune, sviluppando un'autentica alleanza turistica nell'ambito della quale ogni impresa deve intendersi come parte di un'offerta turistica globale. L'alleanza fra cultura, gastronomia, ambienti naturali, alloggi e, in ultima analisi, tutte le attività economiche che determinano l'attrattività turistica va coordinata sia sul versante pubblico che privato. Questa alleanza che a volte, anche se non sempre, si forma nel turismo tradizionale è indispensabile quando si tratta di creare alternative completamente nuove nelle zone in declino, date l'estrema difficoltà e fragilità delle loro imprese. La forma del circuito turistico al quale partecipa una serie di operatori economici è un modo per realizzare in concreto questa alleanza. Comunque sia, tutti gli operatori economici e sociali devono partecipare attivamente alla cooperazione fra imprese. |
7. Considerazioni finali
7.1 |
Il rilancio socioeconomico delle zone europee in declino è una sfida importante e complessa per le istituzioni pubbliche di ogni livello, per gli operatori socioeconomici e per i cittadini. Questa sfida non può essere ignorata per non correre il rischio di condannare alcune regioni allo spopolamento e i loro abitanti alla povertà o all'immigrazione. Tra le possibili alternative, il turismo è quella più importante e privilegiata, grazie al suo valore aggiunto, alla sua capacità di creare posti di lavoro e alle sue prospettive future. |
7.2 |
In effetti sia le politiche europee sia i documenti elaborati dalle istituzioni raccomandano di perseguire questa strada: la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Comitato economico e sociale europeo infatti favoriscono e promuovono questa alternativa, ma le risorse finanziarie a titolo dei fondi strutturali destinati ad azioni in questo senso sono ancora insufficienti, mentre diventa sempre più difficile utilizzare i fondi come strumenti generatori di nuovi impulsi economici. Alla Commissione si propone di istituire un nuovo progetto pilota basato su esperienze positive, che consenta di valutare metodo e prassi migliori per utilizzare i fondi strutturali al fine di promuovere il turismo nelle zone in declino socioeconomico. |
7.3 |
Altre istituzioni come l'Organizzazione mondiale del turismo (OMT) e l'Ufficio internazionale del turismo sociale (BITS) stanno portando avanti iniziative di grande valore strategico in quanto potenziano e favoriscono le reti di promozione e comunicazione indispensabili per la sostenibilità dei progetti turistici nelle zone in declino. |
7.4 |
Gli Stati membri dovrebbero incentivare, al loro interno, il coordinamento degli interventi ai diversi livelli amministrativi (nazionale, regionale e locale). Gli osservatori del turismo da istituire per analizzare le potenzialità del settore e definire le varie strategie e politiche integrate di sviluppo turistico sono strumenti adeguati di diagnosi e di intervento. |
7.5 |
Nei diversi pareri sul turismo, il CESE esorta a portare avanti politiche comunitarie volte a creare un modello turistico europeo, basato non necessariamente su norme giuridiche bensì su valori e principi quali la sostenibilità, la qualità dei servizi, dei prodotti e dell'occupazione, la sicurezza dei consumatori, il partenariato tra pubblico e privato, l'accessibilità per tutti, il potenziamento del patrimonio, dei valori culturali locali nonché su altri valori che consentiranno, in Europa come negli altri paesi, di orientare il turismo al rispetto dei principi di sostenibilità a breve, medio e lungo termine. Il presente parere si aggiunge agli altri documenti strategici e politici e definisce il contributo positivo del turismo al rilancio socioeconomico delle zone in declino come elemento fondamentale di questo modello turistico europeo. |
8. |
Il Comitato economico e sociale europeo elaborerà e pubblicherà il presente parere e lo presenterà, come proprio contributo, al Foro europeo del turismo 2005, che si terrà a Malta nel mese di ottobre, con il titolo Dichiarazione di Cordova sull'apporto del turismo al recupero socioeconomico delle zone in declino. |
Bruxelles, 28 settembre 2005
La presidente
del Comitato economico e sociale europeo
Anne-Marie SIGMUND