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Document 52014AE3857

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla governance delle strategie macroregionali [COM(2014) 284 final]

GU C 12 del 15.1.2015, pp. 64–68 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

15.1.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 12/64


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla governance delle strategie macroregionali

[COM(2014) 284 final]

(2015/C 012/10)

Relatore:

BARÁTH

La Commissione europea, in data 20 maggio 2014, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla governance delle strategie macroregionali

(COM(2014) 284 final.)

La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 25 settembre 2014.

Alla sua 502a sessione plenaria, dei giorni 15 e 16 ottobre 2014 (seduta del 15 ottobre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 148 voti favorevoli e 4 astensioni.

1.   Parere e raccomandazioni

1.1

La relazione in esame, elaborata sulla base della posizione del Consiglio Affari generali in merito al rafforzamento della governance delle strategie macroregionali, giunge al momento opportuno e fornisce alcune importanti indicazioni per migliorare la definizione di tali strategie e la governance della loro attuazione.

1.2

Il CESE ritiene che le strategie macroregionali dovrebbero diventare una vera e propria politica dell'UE.

1.3

Vista la natura degli obiettivi, il CESE si rammarica che nella relazione il concetto di governance in rapporto alle strategie macroregionali sia circoscritto alla cooperazione politica, istituzionale e amministrativo-organizzativa.

1.4

La relazione della Commissione attribuisce ai «partner» un ruolo molto subordinato. Gli attori economici e sociali non vengono neppure menzionati, mentre i soggetti della società civile vengono citati soltanto in quanto destinatari dell'informazione.

1.5

Il CESE ritiene che occorra sviluppare un nuovo modello di governance che coinvolga le parti economiche e sociali.

1.6

Va notato che, nonostante la cooperazione a livello europeo con il CESE, a cui è stato chiesto di elaborare un parere, al livello intermedio — regionale o macroregionale — non si parla affatto di partenariato, né per quanto riguarda la definizione delle strategie né in relazione al processo decisionale.

1.7

Questo problema è particolarmente grave a livello dell'attuazione, i cui principali beneficiari dovrebbero essere i soggetti economici e della società civile. L'efficienza e l'efficacia dell'attuazione dipendono infatti in gran parte dal coinvolgimento a monte dei partner, che dovrebbero essere adeguatamente informati ed esprimere il loro accordo, contribuendo con la loro esperienza al processo di definizione della strategia. È legittimo attendersi un «valore aggiunto europeo» e, in quest'ottica, il nuovo modello proposto appare promettente.

1.8

Il CESE osserva che gli esperimenti macroregionali nel quadro delle strategie per l'Atlantico e per il Mediterraneo illustrano chiaramente le possibilità offerte dalla cooperazione con dei partner.

1.9

Il CESE è dell'avviso che il gruppo ad alto livello costituito dai rappresentanti dei 28 Stati membri dell'UE costituisca un'ottima opportunità per compensare l'estrema concentrazione della governance dell'UE e la sua impostazione fortemente amministrativa, completandola con un organo di definizione delle politiche che sia in linea con l'idea, spesso trascurata, della sussidiarietà e con un'applicazione coerente del principio di partenariato.

1.10

Farebbe una grande differenza se la politica di sviluppo a livello macroregionale diventasse parte integrante delle politiche paneuropee. A questo fine, occorre valutare a livello europeo i collegamenti macroregionali «esistenti» che sono efficaci dal punto di vista territoriale e da quello settoriale.

1.11

Il CESE raccomanda di fare un inventario delle sfide e delle opportunità macroregionali che, se promosse e sfruttate, potrebbero contribuire a favorire iniziative di sviluppo sul modello del meccanismo per collegare l'Europa, rafforzando così l'integrazione europea.

1.12

Il CESE conviene sull'importanza di concentrare le risorse e garantire efficacia ed efficienza. Fa notare tuttavia che l'analisi non affronta la questione di come misurare l'attuazione delle strategie e dei piani d'azione, né discute degli indicatori quantitativi e qualitativi indispensabili per calcolare il rendimento degli investimenti e dimostrarne così il valore aggiunto. Uno dei compiti dei «punti tecnici» potrebbe essere quello di mettere in piedi un sistema di monitoraggio uniforme e predisporre delle valutazioni ex ante ed ex post.

1.13

Il CESE ritiene che degli organi a composizione mista a diversi livelli, affiancati da forum specifici, potrebbero contribuire considerevolmente a rafforzare l'identità europea della società civile e degli attori economici, sociali e politici. Ciò potrebbe concorrere in modo significativo al futuro sviluppo di un modello europeo volutamente basato su un approccio «dal basso verso l'alto».

1.14

Occorre una definizione più precisa, in termini giuridici e istituzionali, del concetto di governance in relazione alla formulazione e all'attuazione delle strategie macroregionali.

1.15

A giudizio del CESE l'approccio dei tre no è superato: il quadro finanziario a medio termine 2014-2020 prevede dei finanziamenti, si sta sviluppando un sistema amministrativo istituzionale a sostegno dell'attuazione e il quadro strategico comune stabilisce la necessaria regolamentazione.

1.16

È importante prevedere varie opzioni organizzative. Al tempo stesso, per ottenere un migliore coordinamento e garantire la massa critica necessaria per iniziative specifiche, occorrono risorse aggiuntive che agiscano da catalizzatori, consentendo sinergie di intenzioni e risorse tra attori nazionali, regionali e locali.

2.   Introduzione

2.1

Nella sua analisi, la Commissione sostiene che le due strategie macroregionali adottate finora, quella per il Baltico e quella per il Danubio, che stanno già dando risultati, soddisfano le aspettative «sul campo» in termini di valore aggiunto. Sono state prese importanti decisioni congiunte e mobilitate risorse prima inutilizzate, ad esempio nei campi della difesa ambientale, dei trasporti marittimi, della protezione dalle inondazioni e del mantenimento della qualità delle acque.

2.2

Le due iniziative di cooperazione macroregionale lanciate recentemente possono attingere alle esperienze precedenti. Sono stati individuati squilibri significativi nelle regioni adriatico-ionica e alpina in termini di strutture urbane e di sviluppo economico e sociale. Nell'analisi si discute anche di come si possano sfruttare le esperienze delle regioni costiere atlantiche.

2.3

Il CESE ritiene che una buona governance, adeguata agli specifici compiti da svolgere, sia fondamentale nella definizione e nell'attuazione delle strategie macroregionali.

2.4

L'analisi della Commissione pone l'accento su tre aspetti della governance che sono cruciali per il buon esito delle strategie:

la leadership politica (direzione strategica e struttura di governance), la titolarità, l'importanza dell'identificazione con le strategie, la comunicazione e la responsabilità;

il coordinamento come strumento per l'attuazione delle strategie;

la gestione del processo di attuazione, dei piani d'azione che definiscano l'esecuzione quotidiana dei compiti, la cooperazione e il sostegno alla cooperazione.

2.5

In base all'analisi della Commissione, la governance è un'attività che determina in generale come vengono raggiunti i risultati. A questo proposito, tuttavia, vi è una grande differenza tra leadership politica e organi che attuano la strategia, il che significa che il concetto di «titolarità» è collegato a diversi tipi di operatori.

2.6

Il CESE è dell'avviso che la definizione e l'attuazione delle strategie macroregionali richieda un sistema di governance specifico, basato sulla cooperazione e il coordinamento. All'interno di tale sistema, la titolarità dei singoli programmi, progetti e misure può e deve essere collegata a singole attività specifiche e ai soggetti che le realizzano. Un sistema di questo tipo è un presupposto indispensabile per l'efficacia e l'efficienza delle singole attività e la base della loro misurabilità.

2.6.1

L'analisi conferma che le strategie macroregionali forniscono un quadro specifico per la cooperazione tra l'Unione europea, gli Stati membri, le loro regioni e taluni paesi terzi di una determinata area geografica. I piani d'azione sono gli strumenti di attuazione delle strategie. Essi consentono la partecipazione a livello economico e sociale.

2.7

Il massimo livello di governance è costituito dal gruppo ad alto livello, che riunisce il lavoro dei coordinatori dei settori prioritari, dei responsabili delle azioni orizzontali, dei coordinatori per pilastro e dei gruppi direttivi. Questa struttura istituzionale (rete) è completata dai punti di contatto nazionali, che rafforzano il coordinamento a livello nazionale.

3.   Che cos'altro occorre per un'attuazione più efficace delle strategie macroregionali?

3.1

Il CESE ritiene che l'analisi della Commissione riassuma con esattezza i punti deboli della governance. Per un'attuazione efficace delle strategie macroregionali sono necessarie:

una governance politica più solida;

la definizione e l'adozione di obiettivi trasversali, con una maggiore valorizzazione di tali obiettivi a livello nazionale nelle attività interne dei governi.

3.1.1

Il CESE ritiene che ci si debba adoperare per un'attuazione più sistematica del partenariato a livello europeo e tra le istituzioni europee.

3.1.2

Le organizzazioni che operano a livello transnazionale in una determinata regione dovrebbero essere coinvolte nello sviluppo della governance e avere interesse al buon funzionamento del processo.

3.2

Sarebbe utile fornire risorse diversificate e più facilmente accessibili e al tempo stesso sviluppare strumenti settoriali specifici, compresi quelli destinati al settore privato.

3.3

L'attuazione delle strategie macroregionali presuppone prevedibilità, un ambiente sicuro per i principali soggetti interessati, il costante rafforzamento della capacità, una più efficace informazione della società civile e il suo coinvolgimento nell'attuazione dei piani d'azione, un più intenso uso dell'e-governance e delle TIC e, in generale, il rafforzamento dell'identità subnazionale e regionale e un migliore adattamento delle strategie.

4.   Raccomandazioni per l'ulteriore sviluppo dei principali aspetti della governance

4.1

La cooperazione tra i leader politici e strategici e i titolari-partner che cooperano

4.1.1

Nella sua analisi la Commissione, pur proponendo dei miglioramenti, conferma la struttura di governance esistente. Essa sostiene che delle riunioni periodiche più frequenti ai diversi livelli, dalla fase di definizione della strategia fino alla formulazione dei piani d'azione e all'attuazione, consentiranno ai principali soggetti interessati di avere un più preciso quadro d'insieme e, allo stesso tempo, permetteranno al livello politico di andar oltre le semplici dichiarazioni, capire meglio i processi e misurare con più esattezza il valore del lavoro svolto.

4.1.2

Una delle principali raccomandazioni pratiche è che la Commissione europea potenzi il ruolo delle strategie macroregionali tra le politiche dell’UE senza però andare oltre la sua competenza, che consiste nel fornire assistenza e orientamento.

4.1.3

Un importante contributo potrebbe essere quello di organizzare riunioni tematiche per discutere le sfide che sorgono in sede di definizione e attuazione delle strategie. Tali problemi hanno un impatto a livello europeo, influenzano le politiche europee e ne sono influenzati e richiedono un coordinamento ad alto livello.

4.1.4

Il CESE ritiene inoltre opportuno rafforzare il ruolo dei punti di contatto nazionali in quanto anello di collegamento tra la sfera politica e il processo di attuazione. In particolare, auspica che venga nominato uno speciale rappresentante per monitorare l'attuazione delle singole strategie, valutarle e riferire in merito alle riunioni dei responsabili o di consultazione ministeriale.

4.1.5

La relazione della Commissione sottolinea l'importanza di garantire che gli attori fondamentali, i partner della cooperazione e i soggetti interessati dei singoli paesi e regioni si impegnino a portare avanti questo processo sviluppando approcci congiunti, definendo obiettivi economici e fissando un calendario per l'attuazione, tenendo discussioni periodiche, facendo opera di sensibilizzazione e in generale garantendo un coinvolgimento effettivo.

4.1.6

Per il CESE, i principali soggetti interessati sono i decisori nazionali, regionali e locali e la società civile, comprese le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori e i rappresentanti del mondo scientifico e della ricerca, e, in generale, le organizzazioni non governative.

4.1.6.1

Sostenere la partecipazione di questi soggetti interessati costituisce una priorità, sebbene esistano già molte buone pratiche in fatto di coinvolgimento sia degli attori politici che della società civile.

4.1.7

Per quanto riguarda il futuro, l'analisi (1) della Commissione attribuisce grande importanza al potenziamento dell'attività dei forum di maggior successo, con un più forte coinvolgimento dei parlamenti e delle commissioni parlamentari. Sottolinea inoltre la necessità che i rappresentanti della società civile contribuiscano su tutto il territorio delle loro macroregioni facendo conoscere i loro punti di vista e partecipando più efficacemente alla definizione degli obiettivi tematici e dei compiti.

4.1.8

Una più stretta collaborazione tra il mondo della teoria (università) e quello della pratica (imprese, PMI) e più forti collegamenti tra studenti di università diverse potrebbero essere molto utili per la definizione e l'attuazione delle strategie.

4.1.9

Da ultimo, è molto importante che ai processi partecipino anche le delegazioni e le rappresentanze della Commissione, in particolare per quanto riguarda l'utilizzo dei sistemi informatici.

4.2   Coordinamento

4.2.1

Attualmente si sta costituendo un gruppo ad alto livello composto di rappresentanti dei 28 Stati membri dell'UE e se ne sta pianificando la prima riunione annuale. Un tale organismo è necessario per rafforzare il coordinamento a livello europeo ai fini di una migliore sincronizzazione dei processi quotidiani e dei livelli politici. Uno dei compiti del gruppo è mantenere i contatti con gli altri principali soggetti interessati. A giudizio del CESE, il lavoro del gruppo illustra la necessità di definire una strategia macroregionale paneuropea.

4.2.2

Analogamente ai punti di contatto nazionali già esistenti, il gruppo di alto livello avrà il compito di garantire che i fondi utilizzati per sostenere l'attuazione delle strategie europee siano coerenti con le strategie macroregionali. Le strutture istituzionali sono completate da «piattaforme di coordinamento nazionali» che consentono un dialogo consultivo tra le varie organizzazioni e i soggetti interessati a livello ministeriale, regionale, locale, della società civile e della comunità scientifica.

4.2.3

L'analisi della Commissione sottolinea il ruolo chiave svolto dai punti di contatto nazionali in termini di coordinamento. Oltre ai compiti di base come adeguare e coordinare i processi, effettuare il monitoraggio, garantire e supervisionare il flusso delle informazioni tra i diversi organismi decisionali e mantenere informati i soggetti interessati a livello politico, i punti di contatto nazionali hanno il compito di riferire con cadenza annua alle istituzioni come i parlamenti interessati dalle strategie macroregionali e partecipare all'individuazione e, ove possibile, al coordinamento delle risorse nazionali e regionali.

4.3   Attuazione

4.3.1

Il CESE condivide la raccomandazione per cui i soggetti interessati hanno bisogno di un sostegno politico e amministrativo significativo nell'attuazione, nonché di maggiori risorse finanziarie e umane.

4.3.2

Per quanto riguarda l'attuazione delle strategie macroregionali, per garantire il coordinamento occorrono persone indipendenti, riconosciute sul piano nazionale, ben integrate nel contesto locale e dotate delle conoscenze e dell'esperienza necessarie, coadiuvate, ove necessario, dai gruppi direttivi competenti per un dato livello.

4.3.3

Il CESE conviene che la possibilità, prevista dalle nuove regole, di utilizzare fondi europei per sostenere direttamente le strategie macroregionali rappresenta un grande cambiamento.

4.3.4

Nella sua analisi, la Commissione osserva che la responsabilità di garantire la chiarezza tra i soggetti coinvolti nell'attuazione fornendo le risorse necessarie spetta principalmente ai singoli ministri. Se non sussistono le condizioni necessarie perché ciò avvenga, non è possibile attendersi un valore aggiunto.

4.3.5

I coordinatori fungono da collegamento tra il livello politico da un lato e gli specifici progetti e la loro attuazione dall'altro. Insieme ai gruppi direttivi, essi costituiscono la vera autorità esecutiva.

4.3.6

Nella sua analisi la Commissione osserva che a livello europeo sono già disponibili risorse organizzative e finanziarie significative. Alla luce di ciò, si possono e anzi si devono evitare doppioni e ridondanze nella governance, nel coordinamento e nell'attuazione delle strategie, in modo da realizzare considerevoli risparmi. Occorre sviluppare ulteriormente le conoscenze e le pratiche esistenti.

4.3.7

Per quanto riguarda l'attuazione, occorre una cooperazione più sostanziale, riunioni più frequenti e un maggiore coordinamento tra le aree tematiche, anche tramite un più stretto collegamento con la Commissione stessa.

4.3.8

La cooperazione tra i singoli paesi e regioni varia da una macroregione all'altra. Dobbiamo evitare di creare strutture istituzionali eccessivamente convenzionali. Un esempio da seguire è dato dal Forum atlantico, finalizzato allo sviluppo delle regioni costiere atlantiche, e da altre iniziative innovative.

4.3.9

L'analisi della Commissione richiama l'attenzione su un'opzione che potrebbe essere attuata tramite la cooperazione tra i vari paesi e che potrebbe apportare benefici significativi. Il CESE concorda sul fatto che i «punti tecnici» potrebbero fornire sostegno per il flusso dell'informazione, l'attività organizzativa, le comunicazioni, la diffusione delle buone pratiche, la creazione delle singole commissioni e dei gruppi di lavoro e l'organizzazione e la documentazione delle riunioni.

Bruxelles, 15 ottobre 2014.

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  COM(2014) 284 final.


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