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Document 52015IP0075

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2015 sulla relazione annuale dell'alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo (2014/2219(INI))

    GU C 316 del 30.8.2016, p. 130–140 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    30.8.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 316/130


    P8_TA(2015)0075

    Relazione annuale dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2015 sulla relazione annuale dell'alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo (2014/2219(INI))

    (2016/C 316/17)

    Il Parlamento europeo,

    vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune (12094/14),

    visti gli articoli 21 e 36 del trattato sull'Unione europea,

    visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria,

    vista la dichiarazione dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione (AR/VP) sulla responsabilità politica,

    visti gli impegni assunti dall'AR/VP Federica Mogherini nella sua audizione alla commissione per gli affari esteri del 6 ottobre 2014,

    visti l'articolo 52 e l'articolo 132, paragrafo 1, del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per i bilanci (A8-0039/2015),

    Affrontare un mutato contesto politico e di sicurezza

    1.

    sottolinea il drastico peggioramento del contesto della sicurezza in tutta l'UE, in particolare nelle sue immediate vicinanze, in cui l'ordine internazionale basato sul diritto, la stabilità e la sicurezza dell'Europa sono sollecitati a livelli senza precedenti fin dall'inizio dell'integrazione europea; mette in risalto la trasformazione in corso dell'ordine politico mondiale;

    2.

    esprime preoccupazione per il fatto che l'Unione europea, a causa anche della sua crisi interna, non sia stata sinora in grado di utilizzare appieno il proprio potenziale per delineare il contesto politico e di sicurezza internazionale, e che la mancanza di coordinamento e di coerenza programmatici tra le politiche dell'UE, come pure le restrizioni finanziarie, pongano ulteriori vincoli all'influenza dell'Europa nel mondo e alla sua capacità di porsi quale garante della sicurezza a livello regionale e globale, contribuendo alla prevenzione dei conflitti e alla gestione delle crisi;

    3.

    è del parere che i compiti prioritari della politica estera e di sicurezza dell'UE siano i seguenti:

    proteggere i valori e gli interessi europei e far rispettare l'ordine politico e giuridico in Europa, ripristinando e salvaguardando la pace e la stabilità;

    migliorare il contributo dell'Unione alla difesa territoriale dei suoi Stati membri e alla sicurezza dei cittadini, rafforzando la sua capacità di difendersi dalle minacce cui è confrontata, come ad esempio il terrorismo, il traffico di armi, di droga e di esseri umani;

    favorire la sicurezza, la democratizzazione, lo Stato di diritto e lo sviluppo economico e sociale nei paesi vicini dell'UE;

    assumere un ruolo guida nella risoluzione dei conflitti, anche attraverso il mantenimento e l'imposizione della pace nell'ambito della PSDC;

    rafforzare, in collaborazione con i partner, l'ordine politico, economico e finanziario globale pluralistico e fondato sulle regole, compreso il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani, nonché

    migliorare le strutture interne e i metodi di lavoro dell'UE onde rafforzare la sua resilienza e consentirle di liberare il suo pieno potenziale quale attore globale;

    L'UE come attore credibile

    4.

    ritiene che una politica estera dell'Unione ambiziosa ed efficace debba basarsi su una visione condivisa degli interessi, dei valori e degli obiettivi europei chiave in materia di relazioni esterne, nonché su una percezione comune delle minacce contro l'UE nel suo insieme; accoglie con favore l'impegno dell'AR/VP, sulla base del mandato conferito dal Consiglio europeo nel dicembre 2013, ad avviare in via prioritaria un processo di riflessione strategica sulla politica estera e di sicurezza dell'UE, che dovrebbe coinvolgere una vasta gamma di attori, tra cui gli Stati membri, le istituzioni europee e l'opinione pubblica europea; insiste sul fatto che questa riflessione dovrebbe condurre a una nuova strategia europea in materia di sicurezza che tenga conto dei cambiamenti geopolitici intervenuti di recente e possa quindi fornire una risposta a nuove sfide e minacce;

    5.

    sottolinea l'obbligo assunto dagli Stati membri con la ratifica del trattato sull'Unione europea di sostenere attivamente e senza riserve la politica estera e di sicurezza dell'UE in uno spirito di lealtà e solidarietà reciproca, in linea con l'articolo 24, paragrafo 3, del TUE;

    6.

    insiste sul fatto che le risorse politiche, economiche, finanziarie e della difesa dell'Unione europea e dei suoi Stati membri devono essere rafforzate e combinate per rendere massima l'influenza dell'UE nel mondo, produrre sinergie e assicurare la pace e la stabilità in Europa e nel suo vicinato; evidenzia che una migliore cooperazione tra gli Stati membri in termini di politica estera e di sicurezza può portare a significativi risparmi di spesa;

    7.

    sottolinea che l'assistenza finanziaria esterna offerta dall'UE e dai suoi Stati membri necessita di essere riorientata e utilizzata in modo più efficiente, in linea con le priorità strategiche concordate congiuntamente; chiede che l'UE adotti misure supplementari allo scopo di rafforzare la visibilità, la coerenza e l'efficacia della sua assistenza; è del parere che tutti i settori di assistenza dell'UE, sia che si tratti di aiuti allo sviluppo o di aiuti d'urgenza e umanitari, debbano essere coordinati e coerenti; invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a garantire un controllo efficace dell'assistenza finanziaria per assicurare il raggiungimento degli obiettivi; richiama le relazioni della Corte dei conti europea che hanno riscontrato anomalie in passato; mette in risalto che è auspicabile incrementare l'assistenza finanziaria a sostegno della società civile e delle ONG che operano sul campo; chiede che l'approvazione dei progetti sia sottoposta a procedure più veloci e meno burocratiche;

    8.

    incoraggia le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a utilizzare appieno gli strumenti del trattato di Lisbona per passare da un approccio fino ad ora principalmente reattivo a una politica estera e di sicurezza dell'UE proattiva, coerente e strategica, basata su valori comuni e posta in essere nell'interesse comune europeo;

    9.

    è del parere che il Consiglio e la Commissione, con la cooperazione attiva degli Stati membri, debbano garantire la coerenza e la conformità:

    delle politiche interne ed esterne perseguite dall'Unione europea, tra cui la politica estera e di sicurezza comune (PESC), la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) e le politiche in materia di vicinato, commercio, sviluppo, aiuti umanitari, giustizia e affari interni, energia, ambiente, migrazione ecc.;

    delle politiche perseguite dall'UE e dai suoi Stati membri;

    10.

    accoglie con favore, a tale riguardo, l'organizzazione in «poli» della nuova Commissione, dal momento che ciò consente all'AR/VP di coordinare tutte le pertinenti politiche della Commissione che hanno una dimensione esterna; sostiene l'AR/VP nei suoi sforzi tesi ad assumere pienamente il ruolo di vicepresidente della Commissione; esorta al contempo l'AR/VP ad avvalersi del suo ruolo di presidente del Consiglio affari esteri per portare nel Consiglio iniziative che facciano avanzare politiche proattive comuni oltre il minimo comune denominatore, utilizzando tutti gli strumenti della PESC e le politiche esterne dell'UE;

    11.

    ribadisce che le strutture interne del SEAE devono essere riformate in modo tale da assistere l'AR/VP in tutti i suoi ruoli e permetterle di presentare una pianificazione strategica e coordinare i processi politici in seno al Consiglio e alla Commissione; insiste sulla necessità di razionalizzare la struttura dell'alta dirigenza del SEAE e di accelerarne e ottimizzarne i processi decisionali; ribadisce la propria richiesta di una maggiore integrazione dei rappresentanti speciali dell'Unione all'interno del SEAE, anche attraverso il trasferimento del loro bilancio dal bilancio operativo della PESC al bilancio del SEAE; esorta, a tale riguardo, a effettuare una valutazione politica ed efficace sotto il profilo dei costi del ruolo svolto da tali rappresentanti speciali;

    12.

    ribadisce la sua richiesta di potenziare la cooperazione e il coordinamento tra le diverse capacità di monitoraggio e di risposta alle crisi a livello dell'UE; esorta inoltre a razionalizzare le strutture esistenti per ridurre inutili duplicazioni, anche attraverso la fusione di funzioni che si sovrappongono; ritiene che i centri di monitoraggio debbano essere dotati delle risorse adeguate e che i profili linguistici del personale ivi impiegato dovrebbero conformarsi alle lingue parlate nelle principali zone di crisi, in particolare il russo e l'arabo; chiede di rafforzare la cooperazione e la condivisione di informazioni tra i centri di monitoraggio a livello dell'UE e i servizi corrispondenti negli Stati membri;

    13.

    chiede l'ammodernamento della rete di delegazioni dell'UE in modo da riflettere le esigenze della politica estera dell'Unione nel XXI secolo, anche adeguando la quantità e la competenza del personale; ritiene, ad esempio, che tutte le delegazioni che si trovano nelle zone di conflitto, soprattutto nei paesi in cui è in corso una missione di PSDC, dovrebbero prevedere la presenza di un esperto in materia di sicurezza e di difesa; chiede all'AR/VP di rafforzare l'autorità del capo delegazione su tutto il personale, indipendentemente dall'origine istituzionale, e di semplificare i bilanci amministrativi delle delegazioni verso un'unica fonte di finanziamento; chiede che siano chiarite le linee gerarchiche; deplora che il potenziale in termini di sinergie ed economie di scala derivante dal rafforzamento della cooperazione tra le ambasciate degli Stati membri e le delegazioni dell'UE debba ancora essere pienamente sfruttato; insiste sulla necessità di rispettare a ogni livello il giusto equilibrio tra personale distaccato degli Stati membri e funzionari dell'Unione, secondo quanto stabilito dalla decisione del Consiglio, del 26 luglio 2010, che istituisce il SEAE; fa osservare che attualmente questo equilibrio non viene rispettato, soprattutto a livello delle cariche più alte, ad esempio quella di capo delegazione;

    14.

    esprime preoccupazione per la mancanza di flessibilità nell'ambito delle norme finanziarie dell'UE, che spesso determina ritardi nell'erogazione operativa dei fondi UE e pone ulteriori ostacoli alla capacità dell'UE di reagire alle crisi; sottolinea la necessità di erogare i fondi con maggiore celerità ed evidenzia che è essenziale condurre controlli efficaci onde evitare frodi e appropriazioni indebite; chiede alla Commissione di presentare nel 2015 una proposta di riforma della legislazione pertinente, anche permettendo il ricorso alle procedure accelerate, attualmente previste per l'assistenza umanitaria, nella gestione delle crisi e assicurando nel contempo che la spesa in risposta alle crisi sia coerente con gli obiettivi strategici a lungo termine dell'UE; è profondamente preoccupato per la carenza di pagamenti in relazione alle due principali fonti di bilancio dell'UE per quanto concerne la gestione delle crisi e la prevenzione dei conflitti, ossia il bilancio della PESC e lo strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP); è convinto che l'attuale contesto di sicurezza nell'Europa orientale e meridionale richieda sinergie e investimenti aggiuntivi anziché tagli sostanziali;

    15.

    sottolinea che la visibilità dell'azione dell'Unione deve essere rafforzata sia a livello di pianificazione strategica e di forum multilaterali, sia a livello operativo attraverso le missioni della PESC o qualsiasi altra missione che abbia una dimensione esterna;

    16.

    rammenta che l'UE ha l'obbligo, a norma dell'articolo 21 del trattato sull'Unione europea, di garantire che la sua azione esterna sia progettata e attuata allo scopo di consolidare e sostenere la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e i principi del diritto internazionale, e che questa è una responsabilità comune dell'UE e degli Stati membri; invita l'AR/VP a riferire periodicamente in merito al rispetto dell'articolo 21 e a valutare in che modo è possibile migliorare la coerenza delle politiche esterne, in particolare in relazione ai diritti umani e al diritto internazionale; sottolinea che il controllo della conformità delle politiche esterne all'articolo 21 deve essere effettuato in modo più armonizzato e rigoroso; pone l'accento sulla necessità di far rispettare ai partner gli impegni assunti in materia di diritti umani nell'ambito degli accordi sottoscritti con l'UE e di ricorrere, ove del caso, alle clausole di condizionalità per le questioni inerenti i diritti umani in tali accordi;

    17.

    prende atto dell'aumento della richiesta di assistenza internazionale nel sostegno alla democrazia e nell'osservazione elettorale; riconosce che si tratta di un settore in cui l'UE può svolgere un ruolo efficace nel sostenere i processi democratici; chiede pertanto un seguito coerente dell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese e il sostegno allo sviluppo delle capacità per i partiti politici;

    18.

    sottolinea l'importanza vitale della difesa collettiva assicurata dalla NATO ai suoi membri; esorta gli Stati membri a migliorare con urgenza la loro capacità di contribuire alla difesa territoriale, a impegnare maggiori risorse e a tenere debitamente conto della metodologia di messa in comune e di condivisione, cooperando strettamente per sviluppare sinergie; sottolinea che tutti gli Stati membri devono beneficiare del medesimo livello di sicurezza, conformemente all'articolo 42, paragrafo 7, del TUE; pone l'accento sul fatto che una politica estera dell'UE credibile deve essere sostenuta da adeguate capacità di difesa negli Stati membri e da una efficace politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC); è del parere che la PSDC sia una componente importante della difesa e della sicurezza europea, a cui contribuisce in molti modi, anche promuovendo la realizzazione di una base industriale e tecnologica di difesa europea (EDITB), favorendo la cooperazione in materia di sviluppo di capacità di difesa e intervenendo direttamente nelle zone di crisi tramite le proprie missioni civili e le proprie operazioni militari; sottolinea pertanto che la PSDC dovrebbe essere ulteriormente approfondita in cooperazione con la NATO; ribadisce che l'Unione europea è un partner della NATO e che le strategie di entrambe del organizzazioni dovrebbero essere complementari; sottolinea il ruolo fondamentale della cooperazione in materia di sicurezza e di difesa tra l'UE e i partner quali le Nazioni Unite, la NATO, l'Unione africana e l'OSCE; accoglie favorevolmente l'impegno dell'AR/VP a partecipare attivamente alle attività di difesa, anche presiedendo le riunioni del Consiglio affari esteri nella configurazione dei ministri della Difesa;

    19.

    appoggia la revisione in corso delle strutture di gestione delle crisi in seno al SEAE; invita il VP/AR a rendere molto più efficienti le strutture esistenti, tra l'altro riducendo il numero di strutture parallele, in modo da consentire loro di rispondere in modo più rapido e appropriato alle crisi emergenti; invita il VP/AR a mantenere e rafforzare il carattere distinto degli approcci civili alla prevenzione dei conflitti e alla gestione delle crisi;

    20.

    mette in risalto che le potenzialità di varie disposizioni del trattato di Lisbona, quali ad esempio l'articolo 44 del TUE (che consente di affidare una missione PSDC a un gruppo ristretto di Stati membri), l'articolo 41 del TUE (sul fondo iniziale), l'articolo 46 del TUE (sulla cooperazione strutturata permanente), l'articolo 42, paragrafo 7, del TUE (sulla clausola di assistenza reciproca) e infine l'articolo 222 del TFUE (sulla clausola di solidarietà) non sono ancora state pienamente sfruttate; invita l'AR/VP a promuovere attivamente questi strumenti e la loro attuazione, e incoraggia gli Stati membri a farvi ricorso;

    21.

    accoglie con favore lo svolgimento di una riunione del Consiglio europeo sulla difesa nel dicembre 2013 e chiede che sia data attuazione alle decisioni prese; attende con interesse il prossimo dibattito previsto per giugno 2015; chiede che in questo vertice siano adottate decisioni ambiziose, segnatamente:

    l'introduzione, sulla base della revisione del quadro strategico dell'UE, di un processo di riflessione strategica sugli obiettivi e le priorità in materia di sicurezza e difesa, che definisca le capacità necessarie e le opzioni per approfondire la cooperazione in materia di difesa onde rispondere al meglio alle minacce cui sono confrontati i paesi dell'Unione europea;

    il rafforzamento dell'Agenzia europea per la difesa, facendo sì che abbia le risorse e l'impulso politico necessari per svolgere pienamente il proprio ruolo di coordinamento e di stimolo alla cooperazione in materia di armamenti;

    l'esame del meccanismo di finanziamento Athena, allo scopo di aumentare ulteriormente i finanziamenti comuni nell'ambito delle operazioni militari della PSDC, così da impedire che considerazioni di natura finanziaria compromettano la capacità dell'UE di rispondere alle crisi e da incoraggiare gli Stati membri a mettere rapidamente a disposizione forze per le operazioni della PSDC e garantire una più equa ripartizione dell'onere;

    il potenziamento della base industriale e tecnologica di difesa europea, anche coordinando i bilanci della difesa, armonizzando i requisiti, riducendo le inefficienze e creando sinergie;

    la gestione delle problematiche esistenti nei settori della pianificazione e dello svolgimento delle operazioni militari, anche istituendo quartier generali militari operativi permanenti in stretta collaborazione con la già esistente capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC);

    l'aumento dell'efficacia e della possibilità di impiego dei gruppi tattici dell'UE, ad esempio attraverso l'introduzione di un approccio modulare, l'ampliamento dei finanziamenti comuni per mezzo del meccanismo Athena e l'impiego dei gruppi tattici nei futuri scenari di gestione delle crisi, laddove del caso;

    22.

    è del parere che i recenti attacchi terroristici nei paesi dell'UE dimostrino che è sempre più difficile separare la sicurezza interna da quella esterna, e invita gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione a unire al meglio i loro sforzi in tali ambiti; invita gli Stati membri a intensificare la condivisione dell'intelligence correlata alla sicurezza, avvalendosi delle strutture di coordinamento esistenti a livello europeo; chiede che la cooperazione nell'ambito della lotta al terrorismo sia rafforzata nelle relazioni dell'UE con i paesi del Medio Oriente e dell'Africa del Nord, anche attraverso la formazione e lo sviluppo delle capacità nel settore della sicurezza, la condivisione delle informazioni e lo scambio delle migliori pratiche; invita l'UE e i suoi Stati membri a compiere ogni sforzo inteso a rafforzare la cooperazione internazionale al fine di prevenire e combattere il terrorismo, e sottolinea il ruolo essenziale che le Nazioni Unite devono svolgere in questo senso;

    23.

    chiede che siano messe a punto le risorse industriali e tecnologiche necessarie per migliorare la sicurezza informatica, anche attraverso la promozione di un mercato unico dei prodotti per la sicurezza informatica; sottolinea la necessità di integrare la difesa informatica nelle azioni esterne e nella PESC, e chiede un più stretto coordinamento con la NATO in materia di difesa informatica nell'ottica di stabilire una deterrenza informatica per affrontare e prevenire in modo efficace gli attacchi lanciati attraverso lo spazio informatico; esorta gli Stati membri dell'UE, il SEAE e la Commissione a rivolgere l'attenzione alle modalità per rafforzare la resilienza dell'infrastruttura pertinente; accoglie con favore la strategia dell'UE per la sicurezza informatica; sottolinea la necessità di aumentare notevolmente le capacità di difesa informatica degli Stati membri; esorta l'Agenzia europea per la difesa a rafforzare il coordinamento in materia di difesa informatica tra gli Stati membri e invita questi ultimi a offrire all'AED i mezzi per raggiungere tale obiettivo; invita la Commissione ad aggiornare il regolamento sui prodotti a duplice uso per evitare l'esportazione di sistemi a coloro che cercano di pregiudicare la sicurezza e le infrastrutture critiche dell'UE, nonché a impedire l'esportazione della tecnologia di sorveglianza di massa verso regimi autoritari; rammenta l'importanza di mantenere l'equilibrio tra la salvaguardia delle libertà digitali e la sicurezza;

    24.

    chiede una politica di migrazione dell'UE rinnovata e coerente; insiste sulla necessità di affrontare le cause profonde della migrazione irregolare, rafforzando la cooperazione con i paesi di transito e di origine dei flussi migratori, attraverso l'impiego di tutti gli strumenti programmatici e di assistenza, compresi le politiche commerciali e di sviluppo, gli aiuti umanitari, la prevenzione dei conflitti e la gestione delle crisi, nonché la necessità di consolidare le rotte della migrazione legale; ribadisce la sua richiesta di intensificare il sostegno umanitario verso i paesi che ospitano rifugiati e di rafforzare i programmi di protezione regionale gestiti in collaborazione con l'UNHCR vicino alle regioni di origine; sottolinea che le questioni legate alla gestione della migrazione dovrebbero essere integrate nell'azione esterna dell'UE e costituire una priorità importante nella cooperazione dell'Unione con i vicini a est e a sud; evidenzia che la perdita di vite in corrispondenza dei confini dell'UE deve essere evitata;

    25.

    sottolinea che l'energia è sempre più utilizzata quale strumento di politica estera e ricorda che la cooperazione energetica è alla base dell'integrazione europea; evidenzia l'importanza di costruire un'Unione europea dell'energia che miri a incrementare la coerenza e il coordinamento fra politica estera e politica energetica; mette in risalto che la sicurezza energetica dovrebbe far parte dell'approccio globale all'azione esterna dell'UE, e ritiene che la politica energetica debba essere in linea con le altre politiche prioritarie dell'Unione, incluse la politica in materia di sicurezza, la politica estera e di vicinato, le politiche commerciali e di sviluppo, nonché le politiche dell'UE in difesa dei diritti umani; sottolinea al riguardo la necessità di ridurre notevolmente la dipendenza dalla Russia e di individuare fonti energetiche alternative; invita l'AR/VP e la Commissione a monitorare e ad affrontare il tema del controllo delle infrastrutture da parte di entità non unionali, in particolare le imprese a partecipazione statale, le banche nazionali o i fondi sovrani di paesi terzi, che penetrano nel mercato energetico dell'UE oppure ostacolano la diversificazione, anche nel settore nucleare; sottolinea che anche le società energetiche non appartenenti all'Unione devono essere assoggettate alle norme in materia di concorrenza applicabili al mercato energetico dell'UE;

    26.

    accoglie con favore l'istituzione della carica di vicepresidente dell'Unione per l'energia, come pure la comunicazione della Commissione su una strategia europea di sicurezza energetica; invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare la cooperazione al fine di dare attuazione alle azioni a breve e a lungo termine elencate nella strategia; insiste sulla necessità di rafforzare la coerenza tra la politica estera dell'UE e altre politiche con una dimensione esterna, come ad esempio la politica energetica, e auspica che l'organizzazione in «poli» della nuova Commissione ottenga risultati in tal senso; esorta a intraprendere ulteriori iniziative per far sì che gli obiettivi in materia di sicurezza energetica siano in linea con gli altri obiettivi perseguiti dall'UE; invita l'AR/VP a mettere a punto priorità strategiche per la politica energetica esterna sancite dagli obiettivi generali di politica estera e a utilizzare in modo più sistematico gli strumenti della politica estera negli ambiti legati alla sicurezza energetica;

    27.

    è del parere che sarebbe opportuno istituire un meccanismo di solidarietà per affrontare possibili interruzioni di energia; ritiene opportuno sviluppare ulteriormente un'infrastruttura energetica interconnessa e integrare tutte le parti del territorio dell'UE in una rete energetica a livello di UE; sottolinea che occorre accelerare gli sforzi intesi a diversificare l'approvvigionamento energetico dell'Unione europea al fine di rafforzare l'indipendenza energetica dell'UE; è del parere che lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica favorirà notevolmente la credibilità dell'azione esterna dell'UE; ricorda che è essenziale garantire un mercato interno dell'energia ben funzionante e che è nell'interesse generale dell'UE garantire che i mercati internazionali dell'energia siano stabili, trasparenti e basati su norme internazionali; invita la Commissione europea a elaborare una proposta di strategia globale per il rafforzamento della sicurezza dell'approvvigionamento delle risorse diverse da quelle energetiche;

    28.

    si compiace dell'approccio cooperativo dell'AR/VP Federica Mogherini nei confronti del Parlamento europeo volto a rafforzare la sua responsabilità dinanzi a tale istituzione; ribadisce la necessità di una consultazione sistematica e proattiva con il Parlamento europeo, e in particolare con la sua commissione per gli affari esteri, prima dell'adozione di strategie di politica estera e dei mandati PSDC; invita il Consiglio a completare i negoziati con il Parlamento europeo sulla sostituzione dell'accordo interistituzionale del 2002 relativo all'accesso del Parlamento europeo alle informazioni sensibili del Consiglio nel settore della politica di sicurezza e di difesa; dichiara il proprio impegno a intensificare la cooperazione con i parlamenti nazionali, anche in seno alla Conferenza interparlamentare sulla PESC e la PSDC e alla COSAC in modo tale da essere meglio preparati a controllare le rispettive risorse;

    Preservare e rafforzare l'ordine politico e giuridico europeo

    29.

    sottolinea la necessità di consolidare l'UE e di rafforzare la sua capacità di integrazione, che costituisce uno dei criteri di Copenaghen; ribadisce la prospettiva europea di tutti i paesi candidati e di altri potenziali candidati nel quadro nella dichiarazione di Salonicco del 2003, sulla base del rispetto dei criteri di Copenaghen, e sostiene il proseguimento dei negoziati di allargamento; sostiene, a tale proposito, l'approccio della Commissione che affronta le riforme fondamentali in merito allo Stato di diritto, alla pubblica amministrazione e alla governance economica all'inizio del processo di allargamento; ribadisce che ciascun paese sarà giudicato in base ai suoi meriti e ritiene che, nei casi in cui l'Unione europea consideri soddisfacente il livello di allineamento di un paese candidato all'acquis dell'UE, i negoziati di adesione debbano essere avviati o proseguiti, in quanto ciò è fondamentale per tutelare la credibilità dell'UE nel suo complesso; sottolinea l'importanza della cooperazione con i paesi candidati nel campo della politica estera ed evidenzia la rilevanza del loro allineamento alla PESC;

    30.

    ritiene necessaria una strategia politica globale volta a ristabilire l'ordine politico europeo conformemente al diritto internazionale, stabilito con l'Atto finale di Helsinki del 1975, e a vincolare tutti gli Stati europei, tra cui la Russia; insiste sul fatto che tale ordine si basa sul rispetto dei diritti dell'uomo, dei diritti delle minoranze e delle libertà fondamentali, la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale degli Stati e sulla risoluzione pacifica dei conflitti; ritiene che lo sviluppo di un dialogo costruttivo con la Russia e con altri paesi del vicinato dell'UE in materia di cooperazione per rafforzare questo ordine costituisca una base importante per la pace e la stabilità in Europa, purché la Russia rispetti il diritto internazionale e assolva ai suoi impegni relativi alla Georgia, alla Moldova e all'Ucraina, compreso il ritiro dalla Crimea;

    31.

    è del parere che sia necessario un nuovo approccio alle relazioni dell'UE con i suoi vicini orientali basato sul merito, sulla differenziazione e sul principio «più progressi, più aiuti»; ritiene che il sostegno ai paesi che vogliono avvicinarsi ulteriormente all'UE debba essere una delle massime priorità della politica estera dell'Unione e che una risposta importante per contenere le ambizioni della Russia nel suo vicinato consista nell'investire nell'indipendenza, nella sovranità, nello sviluppo economico e nell'ulteriore democratizzazione di tali paesi; si impegna a favore di una prospettiva europea per il vicinato dell'Europa orientale e ricorda che, conformemente all'articolo 49 TUE, tali paesi, come qualsiasi altro paese europeo, possono presentare domanda di adesione all'Unione europea, purché si attengano ai criteri di Copenaghen e ai principi democratici, rispettino le libertà fondamentali e i diritti umani e delle minoranze e garantiscano lo Stato di diritto;

    32.

    accoglie con favore la firma, la ratifica da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali dei paesi interessati nonché l'attuazione provvisoria degli accordi di associazione, inclusi gli accordi di libero scambio globali e approfonditi con la Georgia, la Repubblica di Moldova e l'Ucraina, che costituiscono un passo avanti fondamentale in vista della loro convergenza con l'UE; è del parere che questo processo di associazione dovrebbe essere utilizzato dai paesi interessati per ammodernare la governance democratica, rafforzare lo Stato di diritto, riformare la pubblica amministrazione e intraprendere riforme economiche e strutturali, progressi importanti verso loro convergenza politica, economica, sociale e ambientale con l'UE; sollecita un aumento sostanziale dell'assistenza politica, finanziaria e tecnica dell'UE per sostenere tali riforme; insiste, tuttavia, su una rigorosa condizionalità e sulla necessità di garantire l'assunzione di responsabilità per le risorse impiegate e di conseguire un notevole successo nella riduzione della corruzione; si compiace dello svolgimento e dei risultati delle elezioni parlamentari tenutesi in Ucraina e nella Repubblica di Moldova rispettivamente a ottobre e dicembre 2014, in linea con le norme democratiche internazionali;

    33.

    invita a una più stretta collaborazione con i vicini dell'Europa orientale che non hanno ancora concluso accordi di associazione con l'UE o che desiderano approfondire e rafforzare le relazioni in diversi contesti, anche promuovendo la cooperazione bilaterale nei settori di interesse reciproco; ricorda, tuttavia, che l'assistenza dell'UE può essere efficace solo se esiste una sufficiente titolarità e un sufficiente rispetto dei valori europei da parte dei paesi partner, che devono adempiere agli obblighi a loro derivanti dal diritto internazionale;

    34.

    esorta la Russia a rispettare i propri impegni e obblighi giuridici, compresi quelli sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla Carta di Parigi, dall'Atto finale di Helsinki dell'OSCE, dal Memorandum di Budapest e dal trattato di amicizia, cooperazione e partenariato tra Russia e Ucraina; condanna fermamente il fatto che la Russia abbia violato il diritto internazionale mediante l'aggressione militare diretta e la guerra ibrida contro l'Ucraina, che ha provocato migliaia di vittime militari e civili, così come l'annessione e l'occupazione illegittime della Crimea e le azioni di natura analoga nei confronti dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale, territori della Georgia; sottolinea l'allarmante deterioramento del rispetto dei diritti umani, della libertà di espressione e della libertà dei media in Crimea; esorta la Russia ad attenuare il clima di tensione, a ritirare le sue truppe dal territorio ucraino e a ripristinare lo status quo precedente all'annessione; accoglie con favore gli sforzi profusi per raggiungere un accordo globale a Minsk il 12 febbraio 2015 e invita ad attuare immediatamente e pienamente l'accordo; respinge come illegittime le elezioni presidenziali e parlamentari tenutesi a Donec'k e Luhans'k il 2 novembre 2014;

    35.

    sostiene le sanzioni adottate dall'UE in reazione all'aggressione russa contro l'Ucraina e sottolinea che tali sanzioni sono modulabili e reversibili, in particolare a seconda del rispetto degli accordi di Minsk, ma potrebbero anche essere rafforzate se la Russia continuasse a non rispettare i suoi obblighi internazionali; invita la Commissione a vigilare sulla loro attuazione uniforme;

    36.

    sottolinea la necessità che l'UE e i suoi Stati membri mostrino solidarietà e parlino con un'unica voce dinanzi alla Russia; invita i paesi candidati all'adesione ad allineare la loro politica estera nei confronti della Russia con quella dell'Unione; invita l'AR/VP a sviluppare, in via prioritaria, una strategia comune dell'Unione europea nei confronti della Russia, che miri a coinvolgere questo paese nella pace e nella stabilità in Europa, compreso il rispetto incondizionato della sovranità e dell'integrità territoriale dei suoi vicini; ritiene che sarebbe interesse comune creare buone relazioni tra la Russia e l'UE, sulla base del rispetto del diritto internazionale e di altri obblighi internazionali, e auspica che la Russia si dimostri aperta a tale sviluppo rispettando il diritto internazionale;

    37.

    sottolinea la necessità di un approccio europeo coerente nei confronti delle campagne di disinformazione e delle attività di propaganda utilizzate dalla Russia all'interno e all'esterno dell'UE; esorta il SEAE e la Commissione a presentare un piano d'azione con misure concrete per contrastare la propaganda russa; chiede la cooperazione con il Centro di eccellenza delle comunicazioni strategiche della NATO sulla questione;

    38.

    sollecita la dirigenza dell'UE e gli Stati membri a garantire la sicurezza e la libertà dei cristiani e di altre minoranze religiose e etniche che devono far fronte a discriminazioni e persecuzioni crescenti, e che si trovano tra due fuochi; invita il SEAE e gli Stati membri a far sì che i futuri accordi bilaterali comportino meccanismi di monitoraggio efficaci atti a garantire la protezione dei diritti umani delle minoranze religiose e l'effettiva applicazione degli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo;

    Sostenere la sicurezza e la stabilizzazione nel vicinato meridionale

    39.

    insiste sulla necessità di rivedere sostanzialmente la politica dell'UE nei confronti del suo vicinato meridionale, che deve essere caratterizzata da adeguate risorse di bilancio e dalla messa a punto e attuazione di una strategia globale che concentri gli strumenti e le risorse dell'UE sul sostegno alla costruzione di Stati funzionanti e inclusivi in grado di garantire la sicurezza dei loro cittadini, di promuovere la democrazia, di fronteggiare l'estremismo religioso, di rispettare i diritti umani, di proteggere le minoranze religiose ed etniche e di migliorare lo Stato di diritto, prerequisiti fondamentali per gli investimenti e lo sviluppo economico; sottolinea il potenziale inutilizzato del commercio transfrontaliero nella regione; insiste sulla necessità di una stretta cooperazione con le autorità dei paesi interessati per la gestione dei flussi migratori, rispettando al contempo lo Stato di diritto e il diritto internazionale;

    40.

    sottolinea che nel fornire aiuto e sostegno l'UE deve applicare le condizionalità, dal momento che i programmi di aiuto e il sostegno alla società civile possono sussistere solo se sono fissate chiare condizioni al più elevato livello politico;

    41.

    insiste sul fatto che l'approccio rivisto dell'UE nei confronti dei suoi vicini meridionali debba essere basato sulla differenziazione e sul principio «più progressi, più aiuti», in base al quale un ulteriore sostegno da parte dell'UE dovrebbe essere indirizzato ai governi partner che si impegnano a favore della democratizzazione e del rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani ed effettuano progressi tangibili in materia, come nel caso della Tunisia, della Giordania e del Marocco;

    42.

    si rammarica del recente deterioramento delle relazioni tra l'UE e la Turchia e auspica nuovi sforzi tesi a promuovere una cooperazione più forte per affrontare le sfide comuni nel Mediterraneo meridionale sul fronte della sicurezza e dell'emergenza umanitaria; esorta ulteriormente la Turchia a impegnarsi a favore di riforme che rispettino pienamente le norme in materia di diritti umani, anche per quanto riguarda la libertà di stampa, la democrazia, l'uguaglianza e lo Stato di diritto;

    43.

    esorta la leadership dell'UE a sviluppare, in stretta collaborazione con gli USA e coinvolgendo le grandi potenze (ad esempio la Russia e la Cina), una strategia che incoraggi gli attori regionali (tra cui la Turchia, l'Iraq, Israele, la Giordania, l'Egitto, i governi del Consiglio di cooperazione del Golfo, l'Iran, la Lega Araba e le forze curde) a unirsi per porre fine alle guerre per procura e interrompere il sostegno finanziario ai fondamentalisti, nonché per sviluppare una soluzione per la pace e la stabilità nella regione tesa in particolare a porre fine alla guerra in Siria e in Iraq; sottolinea la necessità di preservare l'integrità territoriale e l'unità nazionale della Libia, ed esorta l'AR/VP a favorire un più intenso coinvolgimento degli attori regionali negli sforzi di mediazione e risoluzione dei conflitti, in stretto coordinamento con l'ONU; accoglie con favore i negoziati in corso del gruppo E3+3 con l'Iran e auspica che conducano a un accordo reciprocamente accettabile, che garantisca la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano e offra una prospettiva a lungo termine per il pieno reintegro dell'Iran nella comunità internazionale; sostiene l'impegno dell'AR/VP e di tutte le parti coinvolte nel processo di pace in Medio Oriente a trovare una soluzione globale, costruttiva e durevole per entrambe le parti al conflitto in atto in Medio Oriente; sottolinea che la mancanza di progressi verso una soluzione che preveda la coesistenza di due Stati sulla base dei confini del 1967 sta portando solamente a maggiore violenza e spargimento di sangue;

    44.

    accoglie con favore la dichiarazione dell'AR/VP sull'apertura di un ufficio a Erbil, nel Kurdistan iracheno, ed esorta l'AR/VP e il SEAE a procedere in questa direzione il prima possibile; sottolinea che ciò permetterà all'UE di raccogliere informazioni sul posto, migliorare il suo impegno con gli attori locali, garantire una migliore valutazione e un miglior coordinamento delle risposte umanitarie e militari e incrementare la visibilità dell'UE nella regione;

    45.

    chiede la nomina di un consulente speciale che valuti i vantaggi dell'apertura di una rappresentanza diplomatica permanente dell'UE in Iran;

    46.

    è del parere che le attività criminali e la barbara violenza perpetrate da gruppi terroristi jihadisti del cosiddetto Stato islamico (IS) e ad esso associati rappresentino una grave minaccia per la più ampia regione MOAN (Medio Oriente e Africa del Nord), per l'Europa e potenzialmente per la pace e la stabilità globali; sostiene la coalizione globale contro l'IS e il suo tentativo di combatterlo militarmente; accoglie con favore i contributi degli Stati membri dell'UE in questo contesto e incoraggia un dialogo e una cooperazione efficienti e rafforzati al fine di elaborare una valutazione comune della minaccia; sollecita l'intensificazione di una risoluta pressione normativa globale per privare i jihadisti delle entrate petrolifere e per applicare severe sanzioni globali contro le transazioni finanziarie a loro favore; osserva in questo quadro che le risorse finanziarie delle formazioni jihadiste provengono anche da alcuni paesi arabi ai quali l'UE dovrebbe richiedere una maggiore coerenza; sottolinea l'urgente necessità di contrastare l'uso di Internet da parte dei gruppi jihadisti per finalità di reclutamento e propaganda; insiste sulla necessità di potenziare la cooperazione internazionale e all'interno dell'UE, volta ad impedire agli estremisti di recarsi in Siria e in Iraq per unirsi alla lotta jihadista, anche investendo nella prevenzione della radicalizzazione a livello nazionale e in programmi di deradicalizzazione negli Stati membri; invita gli Stati membri a individuare modalità idonee per processare i combattenti europei che rientrano in Europa, nel quadro dei rispettivi ordinamenti penali nazionali; ribadisce la necessità di una cooperazione e di un coordinamento più stretti tra la Turchia e l'UE;

    47.

    esorta i paesi della regione a mantenere l'impegno nei confronti della lotta al terrorismo e ad astenersi da azioni che possano causare tensione, attrito o crisi tra di loro, ovvero problemi aggiuntivi alla lotta della comunità internazionale contro l'IS;

    48.

    condanna la feroce violenza usata dal regime di Assad contro i cittadini siriani e invoca maggiori pressioni per promuovere una vera e propria transizione politica in Siria, anche aumentando il sostegno all'opposizione siriana moderata;

    49.

    sottolinea che, in numerosi ambiti, la politica esterna dell'Unione nei confronti del vicinato meridionale deve altresì correlarsi con l'Africa; ritiene che l'Africa, e in particolare la regione del Sahel-Sahara, sia oggetto di una minaccia strategica e chiede una risposta adeguata da parte dell'UE, incluse misure concernenti lo sviluppo economico, la democrazia, lo Stato di diritto, l'istruzione e la sicurezza; prende atto del continuo rafforzamento delle attività criminali dei terroristi di al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQMI), Al-Mourabitoun nato dalla fusione del Movimento per l'unità e la Jihad in Africa occidentale (MUJAO) e la «Brigata degli uomini mascherati» di Mokhtar Belmokhtar e del movimento Boko Haram; sottolinea la necessità di dare attuazione alle raccomandazioni della strategia europea per la sicurezza e lo sviluppo nel Sahel e invita la Commissione a svolgere una valutazione di tale strategia;

    50.

    sottolinea l'importanza della Giordania e del Libano come partner stabili in Medio Oriente; ricorda che questi due paesi sono interessati da un'ondata di rifugiati in continuo aumento, che pone enormi sfide socio-economiche; elogia il costante impegno dei paesi vicini a offrire assistenza ai rifugiati provenienti dall'Iraq e dalla Siria; esorta la leadership dell'UE ad avviare uno sforzo globale, che comprenda i poteri regionali, per aumentare in modo massiccio l'assistenza umanitaria destinata ai civili coinvolti nel conflitto in Siria e in Iraq e vittime della violenza dell'IS, in particolare per sostenere i profughi e fornire sostegno finanziario diretto a tutti i paesi della regione che ospitano i rifugiati, al fine di promuovere l'integrazione sociale ed evitare la marginalizzazione;

    51.

    esorta l'UE a garantire che la cooperazione in materia di antiterrorismo con paesi terzi vada di pari passo con il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani universali;

    Potenziare un ordine globale cooperativo e fondato su regole

    52.

    ritiene che gli Stati Uniti siano il principale partner strategico dell'UE e promuove un maggior coordinamento, in condizioni di parità, con tale paese in materia di politica estera dell'Unione europea a sostegno del diritto internazionale e perseguendo approcci comuni nei confronti delle sfide inerenti al vicinato dell'Unione europea e a livello globale; sottolinea il carattere strategico del partenariato transatlantico su commercio e investimentiche ha il potenziale di consentire ai partner translatantici di fissare standard globali in materia di lavoro, salute, ambiente e proprietà intellettuale e rafforzare la governance globale; chiede, a questo proposito, che i negoziati si svolgano con maggiore apertura e trasparenza, coinvolgendo tutte le parti interessate in tutte le fasi procedurali; ritiene che l'America latina sia un partner importante dell'Unione europea e che sia opportuno definire diverse modalità per una cooperazione transatlantica triangolare;

    53.

    sottolinea la necessità di stabilire relazioni di cooperazione e partenariati strategici con diversi paesi, con un chiaro ordine delle priorità, e di rivedere i partenariati strategici già in essere alla luce dell'impatto delle politiche in essi contenute;

    54.

    accoglie con favore le conclusioni del vertice NATO tenutosi nel settembre 2014 in Galles e ne chiede l’attuazione; ritiene che la cooperazione UE-NATO debba essere rafforzata e che sia necessario intensificare la pianificazione e il coordinamento tra la difesa intelligente della NATO e la messa in comune e la condivisione dell'UE, così da evitare duplicazioni e utilizzare al meglio le scarse risorse disponibili; ribadisce la necessità di rispettare le politiche di sicurezza degli Stati membri dell'UE che non sono membri della NATO;

    55.

    sottolinea la necessità di definire una strategia dell'UE, in coordinamento con gli Stati Uniti, sulla condivisione con la Russia, la Cina, l'India e le altre grandi potenze della responsabilità in merito alla pace e alla stabilità dell'ordine politico ed economico globale; rimarca l'importanza, nel contesto di tale strategia, di rafforzare le relazioni con i paesi chiave dell'Asia nonché con organizzazioni regionali come l'ASEAN;

    56.

    invita l'AR/VP a rafforzare la politica estera dell'UE nei confronti dell'Asia, specialmente verso la Cina e l'India; esorta l'AR/VP a garantire che si tengano vertici bilaterali con la Cina e l'India su base annuale e con risultati tangibili;

    57.

    sottolinea che la pace e la stabilità nella regione Asia-Pacifico, specialmente nelle aree del Mar cinese orientale e meridionale, sono di importanza strategica per l'UE; esorta tutte le parti interessate nella regione a risolvere pacificamente le divergenze, nel rispetto del diritto internazionale, e a cooperare reciprocamente per sfruttare le risorse naturali e marine; sostiene l'elaborazione e la promozione di politiche europee sulla base del sostegno alla prevenzione attiva dei conflitti e alle strategie di risoluzione pacifica dei conflitti; è del parere che l'UE abbia un interesse sostanziale nella crescita e nella prosperità costanti dell'Asia orientale; sottolinea la necessità di rafforzare in senso inclusivo il partenariato economico dell'UE con i paesi dell'Asia-Pacifico, al fine di mantenere una pace, una stabilità e una prosperità sostenibili; accoglie con favore i progressi incoraggianti nelle relazioni tra le due sponde dello stretto osservati negli ultimi sei anni, ed esorta tutte le parti ad adottare ulteriori misure per facilitarne un sereno sviluppo;

    58.

    invita l'AR/VP e gli Stati membri dell'UE a dare un nuovo e forte stimolo al disarmo nucleare negoziato e alla politica in materia di controllo delle armi; accoglie con favore l'imminente revisione, da parte delle Nazioni Unite, del trattato di non proliferazione come un importante passo verso la pace e la sicurezza internazionale ed esorta gli Stati membri dell'UE ad adottare una posizione coordinata e proattiva nei negoziati; accoglie con favore l'entrata in vigore del trattato sul commercio delle armi e ne chiede l'effettiva e completa attuazione; sollecita la creazione di un'autorità dell'UE sul commercio delle armi che assista gli Stati membri nell'interpretazione delle norme stabilite dalla posizione comune dell'Unione europea sulle esportazioni di armi e ne garantisca coerentemente e rigorosamente il rispetto; sottolinea la necessità di maggiori controlli ex-post sull'utilizzo delle armi esportate;

    59.

    sostiene che l'UE, che ha già conseguito risultati concreti in passato nella lotta alla pena di morte, deve assumere una posizione più decisa; chiede alle istituzioni e agli Stati membri di mantenere e rafforzare il loro impegno e la loro volontà politica per questa causa, con l'obiettivo di raggiungere l'abolizione definitiva della pena di morte nel mondo;

    60.

    ribadisce la necessità di riformare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché rifletta meglio le realtà globali odierne; esorta l'AR/VP a inserire tale questione tra le priorità e ad avviare un dibattito a livello europeo sulla riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; sottolinea a questo proposito che l'UE dovrebbe diventare un membro a pieno titolo dell'ONU;

    61.

    ribadisce la necessità che l'UE svolga un ruolo di primo piano nella promozione della firma e della ratifica a livello mondiale dello statuto di Roma, nonché nell'ulteriore potenziamento della Corte penale internazionale e nel suo sostegno a essa;

    62.

    ricorda il fermo impegno dell'UE a lottare contro l'impunità e promuovere l'universalità dello Statuto di Roma che istituisce la corte penale internazionale; accoglie positivamente la recente ratifica dello Statuto di Roma da parte della Palestina;

    63.

    chiede lo sviluppo di una strategia coerente in materia di sicurezza climatica a livello di UE che affronti le conseguenze strategiche e politiche del cambiamento climatico, consentendo all'UE di rispondere e di prepararsi all'instabilità geopolitica indotta dal clima e prestando particolare attenzione alla cooperazione con i paesi in via di sviluppo e con i paesi maggiormente colpiti dagli effetti del cambiamento climatico; riconosce l'importanza del prossimo vertice di Parigi sul cambiamento climatico; invita il SEAE a dare priorità alla diplomazia in merito agli obiettivi del cambiamento climatico per creare sostegno a favore di un accordo forte e globale; chiede una discussione su una lungimirante strategia intesa ad affrontare le migrazioni determinate dal cambiamento climatico;

    64.

    invita l'UE e gli Stati membri a contribuire positivamente e in modo coordinato all'elaborazione dell'agenda per lo sviluppo post 2015 e sottolinea l'importante ruolo svolto dall'AR/VP nel garantire la leadership dell'UE nei negoziati; sottolinea che il nuovo quadro deve affrontare le cause strutturali della povertà, della disuguaglianza e della violenza promuovendo istituzioni democratiche, inclusive ed efficaci e rafforzando la buona governance e lo Stato di diritto;

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    65.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione all'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'UE, al segretario generale delle Nazioni Unite, al segretario generale della NATO, al presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO, al presidente in carica dell'OSCE, al presidente dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE, al presidente del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa e al presidente dell'Assembla parlamentare del Consiglio d'Europa.


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