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Document 52012AP0360

    Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2012 per favorire il buon esito della procedura di approvazione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (COM(2011)0398 – COM(2012)0388 – 2011/0177(APP))

    GU C 68E del 7.3.2014, p. 1–12 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
    GU C 68E del 7.3.2014, p. 1–1 (HR)

    7.3.2014   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 68/1


    Martedì 23 ottobre 2012
    Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020

    P7_TA(2012)0360

    Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2012 per favorire il buon esito della procedura di approvazione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (COM(2011)0398 – COM(2012)0388 – 2011/0177(APP))

    2014/C 68 E/01

    Il Parlamento europeo,

    visti gli articoli 311 e 312 TFUE,

    vista la proposta della Commissione del 29 giugno 2011 e la sua proposta modificata del 6 luglio 2012 per un regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (COM(2011)0398 e COM(2012)0388,

    vista la proposta della Commissione del 29 giugno 2011, relativa a un accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria (COM(2011)0403),

    vista la Comunicazione della Commissione del 29 giugno 2011 dal titolo "Un bilancio per la strategia 2020" (COM(2011)0500),

    vista la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del 27 aprile 2010, sul funzionamento dell'accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (COM(2010)0185),

    vista la sua risoluzione del 29 marzo 2007 sul futuro delle risorse proprie dell'Unione europea (1),

    vista la sua risoluzione dell'8 giugno 2011 dal titolo "Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva" (2),

    vista la sua risoluzione del 13 giugno 2012 sul quadro finanziario pluriennale e le risorse proprie (3),

    vista la dichiarazione congiunta sulle questioni relative al QFP allegata alle regole finanziarie riviste applicabili al bilancio generale dell'Unione,

    visto l'articolo 81, paragrafo 3, del suo regolamento,

    visti la relazione interlocutoria della commissione per i bilanci e i pareri della commissione per gli affari esteri, della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale, della commissione per il controllo del bilancio, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione per i trasporti e il turismo, della commissione per lo sviluppo regionale, della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, della commissione per la pesca, della commissione per la cultura e l'istruzione, della commissione giuridica, della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, della commissione per gli affari costituzionali e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0313/2012),

    A.

    considerando che, a norma dell'articolo 312, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), il Consiglio, deliberando secondo una procedura legislativa speciale, adotta un regolamento che fissa il quadro finanziario pluriennale (QFP), deliberando all'unanimità e previa approvazione del Parlamento; considerando che, a norma dell'articolo 312, paragrafo 2, TFUE, il Consiglio europeo può adottare all'unanimità una decisione che consente al Consiglio di deliberare a maggioranza qualificata quando adotta il regolamento che stabilisce il QFP;

    B.

    considerando che, ai sensi dell'articolo 310, paragrafo 1, TFUE, tutte le voci di entrata e di spesa dell'Unione devono essere indicate nel bilancio;

    C.

    considerando che, a norma dell'articolo 295 TFUE, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione procedono a reciproche consultazioni e definiscono di comune accordo le modalità della loro cooperazione e che, a tal fine, dovrebbe essere adottato un accordo interistituzionale inteso a migliorare il funzionamento della procedura di bilancio annuale e la cooperazione tra le istituzioni sulle questioni finanziarie;

    D.

    considerando che l'articolo 312, paragrafo 5, TFUE stabilisce che il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione adottino ogni misura necessaria a facilitare l'adozione del quadro finanziario;

    E.

    considerando che, a norma dell'articolo 311 TFUE, l'Unione deve dotarsi dei mezzi necessari per conseguire i suoi obiettivi e per portare a compimento le sue politiche ed è finanziata integralmente tramite risorse proprie; considerando che il Consiglio è tenuto a consultare il Parlamento prima di adottare una nuova decisione sulla riforma delle risorse proprie e che il Consiglio deve altresì ottenere l'approvazione del Parlamento prima di adottare un regolamento sulle misure intese ad attuare il sistema di risorse proprie;

    F.

    considerando che è la prima volta che si adotta un regolamento QFP in base alle nuove norme del trattato di Lisbona, con nuove disposizioni di cooperazione fra le istituzioni volte a conciliare l'efficienza del processo decisionale con il rispetto delle prerogative previste dal trattato;

    G.

    considerando che il trattato di Lisbona conferisce all'Unione europea nuove importanti prerogative in settori quali l'azione esterna (articolo 27, paragrafo 3, TUE), lo sport (articolo 165 TFUE), lo spazio (articolo 189 TFUE), i cambiamenti climatici (articolo 191 TFUE), l'energia (articolo 194 TFUE), il turismo (articolo 195 TFUE) e la protezione civile (articolo 196 TFUE);

    H.

    considerando che nella sua risoluzione dell'8 giugno 2011, adottata a stragrande maggioranza, il Parlamento ha stabilito le sue priorità politiche generali per il prossimo QFP, in termini sia legislativi sia di bilancio;

    I.

    considerando che nella sua risoluzione del 13 giugno 2012, adottata a stragrande maggioranza, il Parlamento ha indicato le sue priorità generali per il prossimo QFP, in termini di bilancio sul piano delle spese e delle entrate;

    J.

    considerando che le commissioni parlamentari competenti hanno condotto un'analisi completa e approfondita delle esigenze cui far fronte, al fine di identificare le priorità politiche, come risulta dai pareri allegati;

    K.

    considerando che l'attuale Presidenza cipriota intende sottoporre uno "schema di negoziato" contenente cifre massimali (ma anche scelte programmatiche che rientrano nell'ambito della procedura legislativa ordinaria) al Consiglio europeo straordinario di novembre 2012;

    L.

    J bis. considerando che il bilancio dell'UE fornisce già garanzie per il sostegno finanziario a medio termine delle bilance dei pagamenti degli Stati membri non appartenenti alla zona euro, per un importo fino a 50 miliardi di EUR, nonché garanzie per il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF) per un importo fino a 60 miliardi di EUR (esposizione creditizia totale);

    M.

    considerando che è necessario che l'UE disponga di un bilancio e di una procedura di bilancio che riflettano appieno la natura trasparente e democratica del processo decisionale e di controllo parlamentare, sulla base del rispetto dei principi generali di unità e universalità, i quali impongono che tutte le entrate e le spese siano iscritte per la totalità dell'importo senza compensazioni incrociate e che si proceda ad un dibattito parlamentare e ad una votazione sia sulle entrate sia sulle spese il linea con le competenze del trattato.

    Il bilancio UE come strumento essenziale per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva di tutta l'Unione

    1.

    è pienamente consapevole che i negoziati sul QFP 2014-2020 si svolgono in un contesto sociale, economico e finanziario molto problematico, in cui gli Stati membri profondono notevoli sforzi per operare adattamenti fiscali ai rispettivi bilanci nazionali, ai fini della stabilità delle finanze pubbliche e della stabilizzazione del settore bancario e della moneta unica; insiste sul fatto che l'Unione non può essere vista come un'entità che aggrava l'onere finanziario a carico dei contribuenti; è tuttavia persuaso che il bilancio UE costituisca parte integrante di una soluzione in grado di permettere all'Europa di uscire dall'attuale crisi, promuovendo gli investimenti nella crescita e nell'occupazione e aiutando gli Stati membri ad affrontare, collettivamente e di concerto e su base sostenibile, le attuali sfide strutturali, in particolare la perdita di competitività, la crescente disoccupazione e l'aumento della povertà;

    2.

    considera peraltro che l'attuazione di riforme strutturali equilibrate a livello nazionale e unionale rappresenti un requisito essenziale per un'esecuzione sana ed efficiente dell'intervento finanziario dell'Unione, ricordando nel contempo l'importanza di finanze pubbliche sane;

    3.

    rammenta che il Consiglio europeo ha insistito in numerose occasioni sulla necessità di rafforzare la governance economica europea ed ha avallato gli obiettivi enunciati nella strategia UE 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: segnatamente promuovere l'occupazione, migliorare le condizioni per l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo e la relativa spesa pubblica, conseguire gli obiettivi prefissati in materia di cambiamento climatico e di energia, migliorare i livelli di istruzione e promuovere l'inclusione sociale, specie grazie alla riduzione della povertà;

    4.

    rammenta che lo stesso Consiglio europeo ha adottato nel giugno 2012 un Patto per la crescita e l'occupazione (Growth and Jobs Compact), che riconosce l'effetto leva del bilancio UE in termini di rafforzamento della crescita e dell'occupazione e pone grande enfasi sul suo contributo al superamento dell'attuale crisi economica e finanziaria da parte dell'intera Unione;

    5.

    ritiene che l'Unione sia stata particolarmente colpita dalle successive crisi finanziarie degli ultimi quattro anni, in parte perché gli operatori finanziari, i partner internazionali e l'opinione pubblica hanno messo in dubbio il livello di solidarietà all'interno dell'UE; ritiene che il bilancio dell'UE debba essere al centro di tale solidarietà; è pertanto convinto che la decisione sul prossimo QFP o avrà un forte impatto positivo sugli sforzi compiuti dai governi nazionali per superare la crisi oppure porterà ad un'ulteriore recessione nell'UE;

    6.

    rammenta che le misure macroeconomiche di stabilizzazione finanziaria adottate fin dal 2008 non hanno ancora determinato la fine della crisi economica e finanziaria; ritiene pertanto che per un ritorno alla crescita e alla creazione di occupazione in Europa, gli Stati membri debbano proseguire i propri sforzi intesi a liberare il proprio potenziale per una crescita sostenibile e che un bilancio UE ben mirato, solido e sufficiente sia necessario per contribuire ulteriormente a coordinare e coadiuvare gli sforzi nazionali;

    7.

    nota che il bilancio UE rappresenta appena il 2 % circa della spesa pubblica complessiva dell'Unione, ossia meno di un 45esimo della spesa sostenuta dalla totalità degli Stati membri;

    8.

    rammenta che, a norma dell'articolo 310 TFUE, le entrate e le spese iscritte nel bilancio UE devono essere in equilibrio e che pertanto il bilancio non può generare disavanzo e debito pubblico;

    9.

    sottolinea che il bilancio UE è innanzitutto un bilancio di investimenti e che il 94 % degli utili complessivi sono investiti negli stessi Stati membri o per priorità esterne dell'Unione; evidenzia che, senza il contributo del bilancio UE, per le regioni e gli Stati membri gli investimenti pubblici sarebbero di minima entità o del tutto impossibili; è persuaso che qualsiasi riduzione del bilancio UE finirebbe inevitabilmente per aumentare gli squilibri e ostacolare la crescita e la forza competitiva dell'intera economia dell'Unione, nonché la sua coesione, e minerebbe il principio di solidarietà quale valore fondamentale dell'UE;

    10.

    sottolinea che la strategia di Lisbona non ha conseguito i propri obiettivi, a causa tra l'altro di un coordinamento e di impegni insufficienti a tutti i livelli in termini sia di bilancio sia legislativi; è fortemente convinto che, per essere efficace, la strategia Europa 2020 debba essere attuata adesso e non debba più essere rinviata;

    11.

    rammenta che il conseguimento delle finalità delle sette iniziative faro contemplate dalla strategia Europa 2020 richiederà investimenti sostanziali e lungimiranti, stimati ad almeno 1 800 miliardi di EUR fino al 2020 (4); sottolinea che uno degli obiettivi principali della strategia Europa 2020 – ossia promuovere la crescita e l'occupazione di qualità per tutti gli europei – potrà essere raggiunto soltanto effettuando ora e senza ulteriori ritardi i necessari investimenti per l'istruzione, la società della conoscenza, la ricerca e l'innovazione, le PMI, le nuove tecnologie e le tecnologie verdi, promuovendo nel contempo l'inclusione sociale; sostiene l'adozione di un approccio su due fronti che preveda misure di risanamento di bilancio favorevoli alla crescita, al fine di ridurre i disavanzi e il debito pubblico grazie alla promozione di tali investimenti;

    12.

    ritiene che la situazione allarmante che i giovani devono affrontare in tutta l'UE, fra cui un tasso di disoccupazione senza precedenti, una crescente povertà e nuove sfide educative, richieda uno sforzo particolare, attraverso misure orizzontali, per tenere le nuove generazioni legate ai valori dell'UE come la pace, la democrazia e i diritti umani, la prosperità economica e la giustizia sociale nonché fornendo programmi adeguati di sostegno al bilancio;

    13.

    sottolinea che una base industriale forte, diversificata e competitiva è essenziale per conseguire un'economia europea intelligente, sostenibile e inclusiva; pone l'accento sul fatto che il settore industriale svolge un ruolo importante nel sostenere la competitività e la creazione di posti di lavoro nell'UE ed apporta pertanto un contributo essenziale al superamento della crisi economica;

    14.

    sostiene con forza la proposta della Commissione di integrare misure intese a lottare contro il cambiamento climatico con l'obiettivo di far sì che almeno il 20 % della spesa sia correlata al clima; ritiene essenziale che il bilancio UE sia in grado di mobilitare investimenti per un'economia prospera e sostenibile a basso tenore di carbonio, fornire un sostegno adeguato al conseguimento degli obiettivi UE 2020 in materia di clima, energia, efficienza delle risorse e biodiversità, apportando ai cittadini il beneficio di un ambiente più sano;

    15.

    invita pertanto gli Stati membri a considerare l'attivazione di sinergie fra gli interventi di consolidamento nazionale e l'apporto aggiuntivo del bilancio UE, che consentano l'attuazione degli impegni politici già assunti al più alto livello;

    Livelli di spesa

    16.

    sottolinea che dal 1988 i bilanci nazionali sono cresciuti in media più rapidamente del bilancio UE; nota che, anche nel periodo successivo alla crisi del 2008, la spesa pubblica complessiva degli Stati membri è aumentata a un tasso annuo nominale del 2 %; conclude che la contrazione del bilancio UE rispetto ai bilanci nazionali è in flagrante contraddizione con l'estensione dei compiti e delle competenze conferiti all'Unione dal trattato e con le importanti decisioni politiche assunte dallo stesso Consiglio europeo, segnatamente lo sviluppo di una governance economica europea rafforzata;

    17.

    sottolinea che dal 2000 il divario fra il massimale delle risorse proprie dell'UE (1,29 e 1,23 % dell'RNL rispettivamente in stanziamenti d'impegno e di pagamento) e i massimali del QFP è fortemente cresciuto; nota anche che il QFP fissa solo livelli massimi di spesa e che il bilancio UE si è mantenuto ben al di sotto di tali livelli;

    18.

    considera che la proposta della Commissione – che per il QFP 2014-2020 prevede un congelamento dei massimali ai livelli del 2013 – non sarà sufficiente a finanziare le attuali priorità programmatiche della strategia dell'Europa per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, i nuovi compiti previsti dal trattato di Lisbona o eventuali eventi imprevisti, per non parlare degli obiettivi e impegni politici assunti dallo stesso Consiglio europeo;

    19.

    rammenta la sua posizione, espressa l'8 giugno 2011, secondo cui senza un adeguato incremento del bilancio oltre il livello dei massimali del 2013, diverse priorità e politiche dell'UE dovranno subire revisioni al ribasso o essere del tutto abbandonate;

    20.

    dissuade il Consiglio da qualsiasi tentativo di ridurre ulteriormente il livello della spesa UE proposto dalla Commissione; si oppone decisamente a ogni pressione a operare tagli lineari e indiscriminati, che comprometterebbero l'esecuzione e l'efficacia di tutte le politiche UE, senza tener conto del loro valore aggiunto, del loro peso politico o dei risultati conseguiti; esorta il Consiglio, nel caso in cui proponga dei tagli, ad individuare chiaramente e pubblicamente quali delle sue priorità o progetti debbano essere del tutto abbandonati;

    21.

    ribadisce il ruolo fondamentale da accordare al bilancio dell'UE per il raggiungimento degli obiettivi concordati della strategia UE 2020; è fortemente persuaso che, se ben studiato, il finanziamento dell'UE possa effettivamente originare e catalizzare azioni di chiaro valore aggiunto a livello unionale che gli Stati membri da soli non sarebbero in grado di portare avanti, creando altresì sinergie e complementarità tra le attività degli Stati membri e aiutando questi ultimi a concentrarsi su investimenti chiave orientati al futuro;

    22.

    riafferma in tale ambito la sua posizione favorevole al forte incremento dei fondi disponibili per i programmi dell'Unione in materia di competitività, PMI, imprenditorialità e infrastrutture sostenibili, che sono al centro della strategia Europa 2020; è fermamente convinto che ulteriori tagli rispetto alla proposta della Commissione comprometterebbero gravemente la credibilità dell'UE e il suo impegno politico nei confronti della crescita e dell'occupazione;

    23.

    accoglie con favore la proposta della Commissione sul meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility - CEF) e la sua realistica dotazione finanziaria intesa a migliorare le reti dei trasporti, dell'energia e le reti digitali in Europa; chiede, a tale proposito, che l'importo trasferito dal Fondo di coesione al CEF sia speso, durante i primi anni, pienamente in linea con le dotazioni nazionali a titolo di tale fondo;

    24.

    rileva l'importanza che la ricerca e l'innovazione rivestono nell'accelerare la transizione verso un'economia sostenibile, leader a livello mondiale e fondata sulla conoscenza e che usa le proprie risorse naturali in modo efficiente e responsabile; invita le istituzioni UE e gli Stati membri a concordare una tabella di marcia specifica per raggiungere l'obiettivo del 3 % del PIL in investimenti per la ricerca; richiama l'attenzione sul massiccio impegno economico che tale obiettivo comporta in termini di spesa totale aggiuntiva, 130 miliardi di euro l'anno, considerando tutte le fonti di finanziamento; sottolinea di conseguenza la necessità di accrescere, stimolare e garantire il finanziamento della ricerca e dell'innovazione nell'Unione grazie a un aumento significativo della spesa, specie quella finalizzata all'innovazione e alla ricerca, in particolare mediante il programma Orizzonte 2020;

    25.

    ricorda che le PMI sono il principale volano della crescita economica, della competitività, dell'innovazione e dell'occupazione e ne riconosce l'importanza per assicurare la ripresa e il rilancio di un'economia dell'UE sostenibile; accoglie quindi con favore l'accento posto dalla strategia Europa 2020 sull'innovazione e la politica industriale; respinge fermamente qualsiasi tentativo volto a ridurre ulteriormente la dotazione di programmi che, quali COSME, sono al centro della competitività e dell'occupazione europee;

    26.

    reputa che la politica di coesione dell'UE (Fondi strutturali e Fondo di coesione) costituisca uno strumento strategico per gli investimenti, la crescita sostenibile e la competitività nonché uno dei principali pilastri della solidarietà europea, con un indubbio valore aggiunto UE; nota altresì i significativi effetti di ricaduta positivi dei fondi di coesione per tutti gli Stati membri; insiste sul fatto che, per ridurre efficacemente gli squilibri macroeconomici all'interno dell'UE e contribuire alla coesione economica, sociale e territoriale, occorre appoggiarsi su un quadro finanziario solido, stabile e sostenibile; ribadisce la sua posizione secondo cui il finanziamento della politica di coesione, data la pressante necessità di garantire gli investimenti pubblici nella crescita e nell'occupazione, deve essere mantenuto almeno al livello del periodo 2007-2013 e deve continuare a coprire tutte le regioni dell'UE, con una particolare attenzione alle regioni meno sviluppate; appoggia la proposta della Commissione di destinare il 25 % della dotazione totale della politica di coesione al FSE;

    27.

    rammenta la sua posizione secondo cui, considerata l'ampia gamma di compiti, sfide e obiettivi cui deve far fronte la politica agricola comune, gli stanziamenti destinati alla PAC nell'esercizio finanziario 2013 dovrebbero essere almeno mantenuti per il successivo periodo di programmazione finanziaria; ritiene che la nuova PAC dovrebbe mirare ad un'assegnazione maggiormente efficace ed efficiente del proprio bilancio, tra l'altro mediante una distribuzione equa dei pagamenti diretti e degli stanziamenti destinati allo sviluppo rurale tra Stati membri, regioni e agricoltori, al fine di ridurre i divari esistenti; sottolinea al riguardo il ruolo cruciale del secondo pilastro della PAC che apporta un contributo significativo agli investimenti e alla creazione di posti di lavoro nelle zone rurali, al miglioramento dell'efficacia e della competitività del settore agricolo, in particolare alla luce delle nuove sfide cui fa riferimento la strategia Europa 2020, nonché alla gestione dell'ambiente ed alla conservazione della biodiversità;

    28.

    sottolinea che occorre rafforzare il programma ben mirato ed efficace dell'Unione per l'ambiente ed il clima e che le spese integrate a favore del clima e dell'ambiente dovrebbero essere sostenute attivamente nel quadro dei pertinenti fondi dell'Unione;

    29.

    riconosce le serie sfide cui sono confrontati i giovani nell'UE a causa della crisi economica; ritiene che la partecipazione, l'occupazione, l'istruzione, l'istruzione non formale, la formazione, la mobilità e l'inclusione sociale dei giovani europei siano questioni di importanza strategica per lo sviluppo dell'UE e della società europea; insiste sulla necessità di integrare e dare la priorità a tali interventi in tutte le pertinenti politiche finanziate dal bilancio UE, parallelamente ad un aumento necessario dei finanziamenti a favore degli strumenti concreti destinati ai giovani proposti dalla Commissione, come l'introduzione di una garanzia per i giovani che assicuri che ad ogni giovane che in Europa non riesce a trovare lavoro sia offerta la possibilità di un'ulteriore istruzione e formazione;

    30.

    pone l'accento sulla necessità di proseguire il programma per gli indigenti; ricorda alla Commissione il suo impegno a presentare in tempo utile una proposta legislativa in tal senso, al fine di garantire il proseguimento del sostegno a tale programma dopo il 2013 con una nuova base giuridica e una dotazione finanziaria autonoma;

    31.

    è del parere che gli stanziamenti complessivi previsti dalla Commissione per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia non riflettano adeguatamente il rafforzamento di questo settore ad opera del trattato di Lisbona e l'aumento dei compiti e delle sfide che il trattato comporta; sottolinea che le attività finanziate devono presentare un valore aggiunto europeo e che occorre garantire una ripartizione equa, equilibrata e trasparente dei finanziamento tra i diversi obiettivi perseguiti da tali programmi;

    32.

    ricorda che i programmi UE per l'istruzione, la gioventù, i mezzi di comunicazione e la cultura sono vicini ai cittadini, godono di tassi di esecuzione estremamente elevati, producono considerevoli effetti leva e di ricaduta con significativi risultati economici, e generano un chiaro e dimostrabile valore aggiunto europeo grazie alla messa in comune delle risorse, alla promozione della mobilità e della cittadinanza attiva ed al miglioramento della cooperazione fra settori e parti interessate;

    33.

    ribadisce il suo approccio secondo cui le nuove responsabilità conferite all'UE dai trattati richiederanno un adeguato volume di fondi supplementari rispetto al QFP 2007-2013, al fine di permettere all'Unione di assolvere al suo ruolo di attore globale nel rispetto degli impegni già presi, in particolare il conseguimento dell'obiettivo di spendere lo 0,7 % del RNL degli Stati membri per l'aiuto ufficiale allo sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015; evidenzia il ruolo dell'Unione nel promuovere la democrazia, la pace, la solidarietà, la stabilità e la riduzione della povertà nei paesi vicini e nei paesi partner; sottolinea la complementarietà tra l'assistenza dell'UE e quella prestata dagli Stati membri e il suo effetto catalizzatore in termini di interventi nelle regioni in cui non viene fornita assistenza bilaterale; è particolarmente favorevole alla programmazione congiunta delle azioni degli Stati membri e dell'UE; sottolinea pertanto che le proposte della Commissione per l'Europa globale e il Fondo europeo di sviluppo devono essere considerate come il minimo necessario per realizzare gli ambiziosi obiettivi dell'Europa a livello mondiale; nota in particolare la necessità di coniugare le responsabilità del SEAE con risorse di bilancio adeguate;

    Grandi progetti

    34.

    sottolinea l'importanza strategica di progetti infrastrutturali su ampia scala, quali ITER, Galileo e GMES, per il futuro della competitività dell'UE; respinge conseguentemente ogni tentativo di trasformare il GMES in un programma intergovernativo;

    35.

    è fermamente persuaso che il bilancio UE debba non solo assicurare il finanziamento dei grandi progetti, ma anche prevedere a tal fine fondi separati (ring-fenced) in modo che eventuali sovraccosti non minaccino il finanziamento e la buona esecuzione di altre politiche dell'Unione;

    36.

    saluta con favore la proposta della Commissione di fissare una dotazione massima per Galileo nel regolamento QFP, salvaguardando in tal modo lo stanziamento per tale progetto; è del parere che il regolamento debba fissare massimali anche per ITER e GMES; ritiene che le dotazioni finanziarie per questi tre progetti debbano essere assegnate fuori massimale QFP, in modo da facilitare, se necessario, l'apporto di fondi aggiuntivi da parte degli Stati membri;

    Spendere meglio

    37.

    ribadisce che conseguire un valore aggiunto europeo e garantire una sana gestione finanziaria – efficienza, efficacia ed economia – devono essere, ora più che mai, principi guida del bilancio dell'Unione europea; accoglie con soddisfazione, a tale proposito, il pacchetto di proposte legislative della Commissione sulla nuova generazione di programmi pluriennali da adottare nell'ambito della procedura legislativa ordinaria; insiste sulla necessità di massimizzare le sinergie tra i programmi di sostegno dell'Unione e gli investimenti nazionali;

    38.

    ritiene che, nell'attuale contesto di ristrettezze di bilancio, l'effetto catalizzatore di altre fonti di finanziamento sia indispensabile per realizzare gli investimenti a lungo termine necessari al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020; esprime la ferma convinzione che il valore aggiunto dell'Unione risieda in particolare negli investimenti a lungo termine che non sono alla portata dei singoli Stati membri; richiama l'attenzione, a tale proposito, sulle conclusioni e le raccomandazioni formulate nella propria risoluzione sugli strumenti finanziari innovativi nel contesto del prossimo quadro finanziario pluriennale (5);

    39.

    sottolinea la necessità di garantire la coerenza tra norme specifiche per il settore ed il quadro generale del regolamento finanziario e di trovare un equilibrio tra semplificazione e sana gestione finanziaria; prende atto del quadro di valutazione della semplificazione elaborato dalla Commissione e conferma la sua volontà di sostenere l'agenda per la semplificazione; è convinto della necessità di ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari e chiede l'attuazione di "controlli della burocrazia" approfonditi sulla nuova generazione di programmi pluriennali, al fine di evitare eventuali oneri amministrativi aggiuntivi a livello unionale e nazionale;

    40.

    ritiene che l'efficacia della spesa dell'Unione europea dipenda dalla validità del quadro programmatico, normativo e istituzionale a tutti i livelli; insiste sul fatto che, ai sensi degli articoli 310, paragrafo 5, e 317 TFUE, gli Stati membri sono tenuti ad attuare il bilancio in conformità del principio di sana gestione finanziaria; ricorda agli Stati membri il loro obbligo legale di assicurare che gli stanziamenti iscritti in bilancio siano utilizzati in linea con tale principio e che sono tenuti ad assumersi la loro parte di responsabilità ai fini di una maggiore efficacia dei finanziamenti dell'Unione; rammenta che il 90 % degli errori riscontrati dalla Corte dei conti europea si è verificato negli Stati membri e che la maggior parte di tali errori avrebbe potuto essere evitata; invita tutti gli Stati membri a pubblicare dichiarazioni di affidabilità nazionali firmate al livello politico appropriato;

    41.

    è favorevole all'introduzione di disposizioni in materia di condizionalità ex ante al fine di garantire che i finanziamenti dell'Unione, soprattutto per quanto riguarda il Fondo di coesione, i Fondi strutturali e i fondi per l'ambiente rurale e la pesca, siano più opportunamente mirati al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020; ritiene che, se la loro esecuzione poggia, da un lato, su un principio di partenariato rafforzato tramite il maggiore coinvolgimento degli enti locali e regionali e, dall'altro, su condizioni che sono pertinenti rispetto agli obiettivi dei diversi fondi, tali disposizioni in materia di condizionalità possano migliorare la legittimità e l'efficacia del sostegno dell'Unione;

    42.

    chiede di subordinare i finanziamenti nel quadro degli accordi di partenariato a vincoli specifici prestabiliti tramite un dialogo tra Commissione e Stati membri; considera opportuno instaurare il vincolo della corretta attuazione della legislazione UE vigente (tra cui regolamenti relativi a prezzi, gare d'appalto, trasporto, ambiente, salute) onde prevenire irregolarità e garantire l'efficacia; respinge tuttavia le proposte che richiedono riforme sociali ed economiche radicali da parte degli Stati membri; ritiene che tutti i vincoli debbano rispettare appieno i principi di sussidiarietà e partenariato;

    43.

    sottolinea, nondimeno, che non vi è un rapporto diretto tra i risultati della politica regionale e i risultati macroeconomici di uno Stato membro e che le regioni non dovrebbero essere punite per l'incapacità, a livello nazionale, di ottemperare alle procedure relative alla governance economica; ritiene che imporre ulteriori sanzioni possa pertanto acuire i problemi degli Stati membri che si trovano già in una difficile situazione macroeconomica e che, pertanto, le condizionalità macroeconomiche non siano accettabili;

    44.

    sottolinea il lavoro essenziale delle agenzie decentrate dell'Unione europea nel sostenere gli obiettivi di quest'ultima e la necessità di coniugare le loro responsabilità con idonee risorse di bilancio;

    45.

    è del parere, al tempo stesso, che il lavoro delle agenzie decentrate dell'Unione debba comportare risparmi ben più sostanziali a livello nazionale; esorta gli Stati membri a valutare i guadagni di efficienza generati da tali agenzie a livello nazionale e a trarne pienamente beneficio, razionalizzando in tal modo le spese nazionali; invita altresì gli Stati membri a individuare possibili settori caratterizzati da duplicazioni di lavoro o da un valore aggiunto ridotto in relazione alle agenzie decentrate, al fine di razionalizzarne il funzionamento;

    46.

    è convinto che l'istituzione del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) produrrà economie di scala a livello dell'UE e risparmi significativi a livello nazionale, specie nei servizi diplomatici nazionali dei paesi terzi;

    47.

    propone di eseguire una valutazione indipendente dell'efficacia della spesa pubblica a tre livelli – nazionale, regionale ed europeo – al fine di esaminare in modo approfondito il valore aggiunto e la possibilità di mettere in comune le risorse e di risparmiare in settori quali difesa, politica di sviluppo, agenzie decentrate, Servizio europeo per l'azione esterna e ricerca scientifica, non solo incoraggiando le economie di scala a livello dell'UE, ma anche rispettando il principio di sussidiarietà; crede che tale valutazione consentirà di risparmiare sulle spese; ricorda che la valutazione concernente le agenzie decentrate dovrebbe tenere conto delle pertinenti disposizioni dell'approccio comune allegato alla dichiarazione congiunta del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione sulle agenzie decentrate firmata il 19 luglio 2012;

    48.

    condivide il parere della Commissione circa la necessità di razionalizzare le spese amministrative; sottolinea, tuttavia, l'assoluta importanza di trovare un punto di equilibrio tra l'obiettivo di conseguire ulteriori risparmi e quello di garantire che le istituzioni possano assolvere ai propri compiti e doveri conformemente alle competenze e agli obblighi loro attribuiti dai trattati, tenendo conto delle difficili sfide poste dalla crisi economica in corso;

    49.

    è profondamente contrario ad applicare una riduzione lineare a tutte le istituzioni, gli organi e le agenzie, dato che, ai sensi dei trattati, i loro ruoli e responsabilità differiscono ampiamente; rileva che, per poter trattare individualmente le istituzioni, dovrebbe spettare a ciascuna di esse decidere dove e che tipo di tagli effettuare, in modo da non nuocere al loro corretto funzionamento;

    50.

    richiama l'attenzione sugli importanti risparmi che potrebbero essere realizzati se il Parlamento avesse una sede unica; invita l'autorità di bilancio a sollevare la questione in occasione dei negoziati sul prossimo QFP 2014-2020;

    Durata

    51.

    è del parere che il prossimo QFP, un periodo di sette anni fino al 2020, debba essere considerato una soluzione transitoria dal momento che è chiaramente connesso alla strategia Europa 2020; reputa tuttavia che un periodo di cinque anni – o di 5+5 – allineerebbe meglio la durata del QFP a quella del mandato delle istituzioni, rafforzando in tal modo la rendicontabilità e la responsabilità democratiche; ricorda che, per conseguire un QFP sostenibile ed efficace, un periodo di sette anni richiede un livello massimo di flessibilità;

    Riesame intermedio

    52.

    sottolinea la necessità che il regolamento che istituisce il QFP preveda un riesame intermedio, con una procedura specifica tra cui un calendario vincolante che garantisca il pieno coinvolgimento del prossimo Parlamento; ritiene che la Commissione debba presentare una proposta legislativa che consenta di adottare una versione riveduta del QFP in tempo per la procedura legislativa 2018; pone l'accento sul fatto che la revisione intermedia non dovrebbe ostacolare la stabilità delle prospettive di investimento e dovrebbe tutelare i beneficiari e la stabilità della programmazione e degli investimenti a lungo termine;

    Necessità di un QFP più flessibile

    53.

    è convinto, per una questione di principio, che l'evoluzione delle circostanze politiche ed economiche, nonché eventi imprevisti, comporteranno la necessità di modificare il QFP nel corso del settennio; insiste sulla necessità che il prossimo QFP garantisca una maggiore flessibilità di bilancio sia all'interno delle rubriche che tra di esse, nonché tra gli esercizi finanziari del QFP, onde garantire che le risorse di bilancio disponibili possano essere integralmente utilizzate;

    54.

    ritiene indispensabile una flessibilità del 5 % in relazione ai massimali delle (sotto)rubriche, al fine di rendere possibile l'adeguamento a nuove circostanze, senza incrementare l'importo complessivo e senza necessità di una revisione del QFP;

    55.

    plaude alla proposta della Commissione di portare dal 5 al 10 % il grado di flessibilità legislativa (possibilità di scostarsi da un determinato importo per l'intera durata del programma interessato);

    56.

    sottolinea la necessità di utilizzare al meglio i massimali previsti dal QFP; propone a tal fine che i margini disponibili all'interno dei massimali degli stanziamenti d'impegno nell'ambito del bilancio di un determinato esercizio siano riportati all'esercizio successivo e siano considerati parte di un margine globale del QFP, da assegnare nel corso di esercizi futuri a diverse rubriche in base al loro fabbisogno stimato e da mobilitare nell'ambito della procedura annuale di bilancio;

    57.

    sottolinea altresì la necessità di introdurre un margine globale del QFP per gli stanziamenti di pagamento, che offra la possibilità di riportare all'esercizio successivo i margini disponibili all'interno dei massimali degli stanziamenti di pagamento, da mobilitare nell'ambito della procedura annuale di bilancio;

    58.

    è particolarmente preoccupato per l'attuale livello in continuo aumento degli impegni residui (RAL); chiede una strategia interistituzionale comune per mantenere il livello dei RAL sotto controllo nel QFP 2014-2020 e che siano adottate misure adeguate a tal fine; incoraggia a tale proposito un dibattito su come conseguire una distribuzione più equa del livello di stanziamenti di spesa nel corso del periodo del QFP al fine di evitare, nella misura del possibile, che l'attuazione dei programmi UE rischi di essere ostacolata dalla mancanza di stanziamenti di pagamento alla fine del quadro finanziario;

    59.

    nota che ogni anno il bilancio UE registra un avanzo e che i contributi degli Stati membri al bilancio dell'UE sono ridotti grazie a tale importo; deplora nel contempo i tagli lineari regolarmente apportati dal Consiglio alle stime della Commissione relative agli stanziamenti di pagamento quali iscritti nel progetto di bilancio, nonché l'opposizione più volte espressa dal Consiglio, nel corso degli ultimi anni, al fatto di dotare il bilancio UE del livello di pagamenti aggiuntivi ritenuto necessario dalla Commissione, al termine dell'esercizio finanziario, per consentire all'UE di rispettare i propri obblighi finanziari; ritiene che tale approccio non sia corretto in termini di formazione del bilancio e che, benché l'avanzo di bilancio non abbia alcun impatto sul livello complessivo del disavanzo degli Stati membri, tale importo possa fare una netta differenza per il bilancio annuale dell'UE; ricorda l'impegno assunto dalle istituzioni di rivedere il regolamento finanziario al fine di autorizzare il riporto degli stanziamenti inutilizzati e del saldo di bilancio;

    60.

    è assolutamente favorevole al margine per imprevisti, pur rilevando che, per poter essere efficace, la sua mobilitazione non dovrebbe comportare la compensazione obbligatoria dei massimali e dovrebbe essere adottata a maggioranza qualificata in seno al Consiglio;

    61.

    si compiace della proposta della Commissione di incrementare la dotazione dello strumento di flessibilità e il ricorso agli importi annuali fino all'anno n+3;

    62.

    sottolinea il suo deciso sostegno alla proposta della Commissione secondo cui la riserva per gli aiuti d'urgenza, il Fondo di solidarietà dell'Unione europea, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e la riserva per le crisi nel settore agricolo, data la loro natura non programmabile, dovrebbero essere iscritti in bilancio al di sopra dei massimali delle pertinenti rubriche;

    63.

    evidenzia il valore aggiunto del Fondo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) quale strumento di intervento di crisi per aiutare i lavoratori che hanno perduto il loro posto a reinserirsi nel mondo del lavoro; sottolinea la necessità di portare avanti il FEG e di rafforzarlo dopo il 2013 quale strumento accessibile a pari condizioni per tutte le categorie di lavoratori; insiste altresì sulla necessità di una procedura semplificata e accelerata per il versamento delle sovvenzioni al fine di migliorarne l'efficienza;

    Unità del bilancio

    64.

    rammenta che nel bilancio dell'Unione europea rientrano tutte le entrate e le spese derivanti dalle decisioni adottate dalle istituzioni dell'UE nell'ambito delle loro competenze e che esso tiene conto separatamente delle operazioni finanziarie dell'Unione sotto forma di prestiti e garanzie;

    65.

    sollecita la Commissione e il Consiglio a riportare in un elenco separato gli impegni e le garanzie finanziari o di bilancio sottoscritti dall'Unione o da alcuni Stati membri nel quadro dei meccanismi europei di stabilizzazione (MESF, EFSF, MES) in linea con le disposizioni degli articoli 122, paragrafo 2, 136, paragrafo 3, e 143 TFUE, nonché l'aiuto finanziario bilaterale diretti ad altri Stati membri o altri progetti relativi all'"unione bancaria";

    66.

    sottolinea che tutte le decisioni relative al rafforzamento dell'unione economica e monetaria dovrebbero essere adottate sulla base dei trattati e coinvolgere le istituzioni pertinenti; pone l'accento sul fatto che qualsiasi scostamento dal metodo comunitario o un maggiore ricorso ad accordi intergovernativi non farebbe che dividere ed indebolire l'Unione europea, inclusa la zona euro;

    67.

    è fermamente convinto che qualsiasi nuova capacità contributiva per gli Stati membri appartenenti alla zona euro, ai fini di un adeguamento a shock asimmetrici specifici per paese e di riforme strutturali e le cui funzioni fiscali non siano coperte dal QFP debba essere sviluppata nel quadro dell'Unione ed essere soggetta ad un'adeguata responsabilità democratica attraverso le istituzioni esistenti; ricorda che, come stabilito dai trattati, qualsiasi nuova capacità di bilancio deve fare parte del bilancio UE, rispettandone l'unità; ritiene altresì che, al fine di accrescere la visibilità e garantire l'addizionalità di tale nuova capacità di bilancio, si dovrebbe creare una nuova rubrica apposita del QFP; respinge con forza qualsiasi tentativo di ridurre i massimali contenuti nella proposta della Commissione per il QFP, onde garantire risorse sicure per tale nuova capacità;

    68.

    invita vivamente gli Stati membri ad assumersi l'impegno deciso di incorporare il Fondo di sviluppo europeo nel bilancio dell'Unione europea a decorrere dal 2021; nota che tale riforma richiede un aumento adeguato dei massimali del QFP;

    69.

    conferma la propria intenzione di organizzare in futuro un dibattito pubblico specifico e di tenere una votazione sul lato delle entrate del bilancio, nell'ambito del proprio esame del progetto di bilancio annuale; è fermamente convinto che ciò consenta di alimentare un dibattito permanente sul sistema di finanziamento dell'Unione, pur riconoscendo che al momento l'autorità di bilancio non ha competenza per proporre modifiche a questa parte del bilancio;

    Risorse proprie

    70.

    è convinto che i negoziati sul prossimo QFP, avviati oltre un anno fa, dimostrino senza ombra di dubbio l'impasse venutasi a creare in ragione della mancanza di un vero e proprio sistema di risorse proprie: si tratta di negoziati organizzati in seno al Consiglio attorno a due campi opposti, guidati, da una parte, dai paesi contributori netti al bilancio dell'UE e, dall'altra, dai paesi beneficiari netti di tale bilancio in un sistema che ha dato vita a una versione puramente contabile di giusto ritorno e che, in ultima analisi, vincola qualsiasi accordo sul QFP a un accordo su una serie infinita di deroghe e compensazioni, negoziate a porte chiuse e incomprensibili per i cittadini europei;

    71.

    esprime la ferma convinzione che il finanziamento del bilancio dell'Unione debba essere riportato a un vero e proprio sistema di risorse proprie, come disposto dal trattato di Roma e da tutti i trattati successivi; si rammarica profondamente che l'attuale sistema, in cui il grosso del finanziamento proviene dai contributi nazionali, non sia trasparente né giusto, né soggetto a controllo parlamentare a livello europeo o nazionale; sottolinea che un simile sistema viola, nella sostanza, la lettera e lo spirito del trattato;

    72.

    rileva che la ristrutturazione del sistema delle risorse proprie in quanto tale non riguarda l'entità del bilancio dell'Unione, bensì la ricerca di un mix di risorse più efficace per finanziare le politiche e gli obiettivi concordati a livello di Unione; sottolinea che l'introduzione di un nuovo sistema non accrescerebbe l'aggravio fiscale complessivo per i cittadini, ma sgraverebbe invece le tesorerie nazionali;

    73.

    ribadisce la sua posizione fondamentale, espressa nella risoluzione del 13 giugno 2012, secondo cui non è disposto ad approvare il prossimo QFP in assenza di un accordo politico sulla riforma del sistema delle risorse proprie, conformemente alle proposte formulate dalla Commissione il 29 giugno 2011, incluse le sue proposte legislative per nuove reali risorse proprie; è convinto che una tale riforma debba puntare a ridurre al massimo al 40 % la quota del contribuito al bilancio dell'UE proveniente dal RNL degli Stati membri entro il 2020, contribuendo in tal modo al consolidamento degli sforzi degli Stati membri;

    74.

    esprime la ferma convinzione che nel necessario accordo politico debbano rientrare i seguenti elementi:

    1)

    si impone una riforma approfondita del finanziamento del bilancio dell'Unione europea, intesa al ripristino di un sistema autentico, chiaro, semplice ed equo di risorse proprie, che offra garanzie quanto al processo decisionale e al controllo democratico relativo a tutti i bilanci pubblici;

    2)

    la riforma deve entrare in vigore durante il QFP 2014-2020, come proposto dalla Commissione;

    3)

    la Commissione dovrebbe reagire immediatamente alla richiesta formale presentata da diversi Stati membri, il cui numero raggiunga la soglia necessaria, di introdurre un'imposta sulle transazioni finanziarie nel quadro della cooperazione rafforzata; sottolinea che qualsiasi proposta legislativa della Commissione in tal senso deve essere pubblicata, unitamente a una serie di proposte rivedute sul pacchetto delle risorse proprie, onde garantire che il gettito della tassa in questione sia destinato in toto o in parte al bilancio dell'UE quale reale risorsa propria, riducendo in tal modo i contributi nazionali degli Stati membri che applicano la tassa;

    4)

    l'accordo sulla riforma dell'IVA quale risorsa propria, unitamente alle sue modalità di esecuzione, deve essere concluso in concomitanza con l'accordo sul QFP;

    5)

    il nuovo sistema deve porre fine alle riduzioni esistenti dei contributi nazionali e ad altri meccanismi di correzione; eventuali compensazioni successive possono essere accettate soltanto sulla base di una proposta della Commissione, essendo a carattere temporaneo e giustificate da criteri economici incontestabili e obiettivi;

    6)

    qualora l'attuazione del nuovo sistema di risorse proprie non dovesse tradursi in un taglio sostanziale dei contributi al bilancio dell'UE basati sul RNL degli Stati membri, la Commissione formulerà ulteriori proposte sull'introduzione di nuove reali risorse proprie;

    Negoziati interistituzionali

    75.

    sottolinea la necessità di una rigorosa maggioranza in seno al Parlamento europeo e al Consiglio per l'adozione del QFP e rileva l'importanza di sfruttare appieno tutte le disposizioni dell'articolo 312, paragrafo 5, che impone alle istituzioni di negoziare per trovare un accordo su un testo che il Parlamento possa approvare;

    76.

    sottolinea che si tratta della prima volta che un regolamento QFP sarà adottato ai sensi delle nuove disposizioni del trattato di Lisbona, il quale prevede nuove modalità di cooperazione interistituzionale che combinano l'efficacia del processo decisionale con l'attenzione alle rispettive prerogative; si compiace a tale proposito delle misure adottate dalle Presidenze ungherese, polacca, danese e cipriota del Consiglio per avviare un dialogo strutturato e uno scambio periodico di informazioni con il Parlamento;

    77.

    manifesta la propria disponibilità ad avviare discussioni approfondite con il Consiglio sia sul regolamento QFP che sull'accordo interistituzionale (AII) e chiede al Consiglio di intensificare i contatti a tutti i livelli in vista del Consiglio europeo del 22 e 23 novembre 2012; sottolinea la necessità di conseguire quanto prima l'accordo finale sul QFP;

    78.

    rileva che un eventuale accordo raggiunto a livello di Consiglio europeo costituisce soltanto un mandato negoziale per il Consiglio; insiste sulla necessità che, una volta raggiunto un accordo politico in seno al Consiglio europeo, i negoziati veri e propri tra Parlamento e Consiglio abbiano luogo prima che quest'ultimo sottoponga formalmente all'approvazione del Parlamento le sue proposte sul regolamento QFP;

    79.

    ribadisce che, ai sensi del TFUE, gli organi legislativi sono il Parlamento e il Consiglio, mentre al Consiglio europeo non è riconosciuto il ruolo di legislatore; sottolinea che i negoziati sulle proposte legislative inerenti ai programmi pluriennali proseguiranno nell'ambito della procedura legislativa ordinaria;

    80.

    insiste su un approccio qualitativo ai negoziati sul regolamento QFP e sui relativi programmi pluriennali; sottolinea la necessità di considerarli un unico pacchetto, ribadendo il principio secondo cui o si raggiunge un accordo generale o non si raggiunge nessun accordo;

    81.

    sottolinea l'importanza dei pareri delle commissioni del PE allegati alla relazione interlocutoria, in quanto completano e forniscono un prezioso orientamento ed ulteriori informazioni sugli orientamenti relativi ai negoziati del QFP/AII definiti nella presente risoluzione; insiste sul fatto che le raccomandazioni settoriali contenute in tali pareri dovrebbero alimentare i negoziati sui programmi pluriennali pertinenti; ribadisce, a tale riguardo, la sua ferma posizione secondo cui la speciale procedura legislativa relativa al QFP non dovrebbe affrontare questioni che rientrano nelle procedure legislative ordinarie;

    82.

    richiama l'attenzione del Consiglio sul documento di lavoro allegato in cui sono evidenziate le modifiche apportate alla proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il QFP per il periodo 2014-2020 ed alla proposta di accordo interistituzionale sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria; è del parere che ulteriori modifiche potrebbero essere necessarie a seconda dei progressi dei negoziati relativi al QFP; sottolinea che l'accordo interistituzionale potrà essere finalizzato solo dopo che la procedura relativa al QFP sarà stata completata;

    83.

    rileva inoltre che, in caso di mancata adozione di un QFP entro la fine del 2013, i massimali e le altre disposizioni inerenti all'esercizio 2013 saranno prorogati fino all'adozione di un nuovo QFP; segnala, in tale evenienza, la propria disponibilità a trovare celermente un accordo con il Consiglio e la Commissione al fine di adeguare la struttura interna del QFP in modo che rifletta le nuove priorità politiche;

    *

    * *

    84.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti e ai governi degli Stati membri, nonché alle altre istituzioni e agli altri organi interessati.


    (1)  GU C 27 E del 31.1.2008, pag. 214.

    (2)  Testi approvati, P7_TA(2011)0266.

    (3)  Testi approvati, P7_TA(2012)0245.

    (4)  (COM(2010)0700).

    (5)  Testi approvati, P7_TA(2012)0404.


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