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Document 52008IP0094

    Situazione delle donne nelle zone rurali dell'Unione europea
    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2008 sulla situazione delle donne nelle zone rurali dell'Unione europea (2007/2117(INI))

    GU C 66E del 20.3.2009, p. 23–28 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    20.3.2009   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 66/23


    Situazione delle donne nelle zone rurali dell'Unione europea

    P6_TA(2008)0094

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2008 sulla situazione delle donne nelle zone rurali dell'Unione europea (2007/2117(INI))

    (2009/C 66 E/04)

    Il Parlamento europeo,

    visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare gli articoli 3 e 13,

    vista la decisione 2006/144/CE del Consiglio, del 20 febbraio 2006, relativa agli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale (periodo di programmazione 2007-2013) (1),

    visto il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (2),

    visto il regolamento (CE) n. 1974/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, recante disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (3),

    visto il regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio, del 21 giugno 2005, relativo al finanziamento della politica agricola comune (4),

    vista la direttiva 86/613/CEE del Consiglio, dell'11 dicembre 1986, relativa all'applicazione del principio della parità trattamento tra gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma, ivi comprese le attività nel settore agricolo, e relativa altresì alla tutela della maternità (5),

    vista la direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego (6),

    visto il regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio, del 21 giugno 1999, recante disposizioni generali sui Fondi strutturali (7),

    vista la risoluzione del Consiglio del 2 dicembre 1996 sull'integrazione della parità di opportunità per le donne e gli uomini nei Fondi strutturali europei (8),

    vista la sua risoluzione del 13 marzo 2003 sugli obiettivi della parità di opportunità tra donne e uomini nell'utilizzo dei Fondi strutturali (9),

    viste le Conclusioni del Consiglio del 22 luglio 2003 su «L'occupazione nelle aree rurali nel quadro della strategia europea per l'occupazione» (10),

    visto il «Riesame della strategia dell'Unione europea in materia di sviluppo sostenibile (SSS dell'UE) — Nuova strategia» (11),

    vista la comunicazione della Commissione al Consiglio europeo di Primavera intitolata «Lavorare insieme per la crescita e l'occupazione. Il rilancio della strategia di Lisbona» (COM(2005)0024),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «Combattere il divario di retribuzione tra donne e uomini» (COM(2007)0424),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «Occupazione nelle zone rurali: colmare il divario occupazionale» (COM(2006)0857) corredata del documento di lavoro dei servizi della Commissione (SEC(2006)1772),

    vista la pubblicazione «Le donne e lo sviluppo rurale — Per garantire un futuro all'Europa rurale» (12),

    visto lo studio sull'occupazione nelle zone rurali (SERA — Study of Employement in Rural Areas) del 2006,

    vista la relazione 2006 sullo sviluppo rurale nell'Unione europea — Informazioni statistiche ed economiche,

    viste le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona, del 23 e 24 marzo 2000 sulla Strategia di Lisbona per l'occupazione e la crescita,

    viste le conclusioni della seconda Conferenza europea sullo sviluppo rurale «Piantare i semi per il futuro del mondo rurale — elaborare una politica che possa realizzare le nostre ambizioni», tenutasi a Salisburgo dal 12 al 14 novembre 2003,

    viste le relazioni della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) intitolate «Primo studio sulla qualità di vita in Europa: differenze urbane-rurali», «Capitale sociale e creazione occupazionale nell'Europa rurale», e «Imprenditorialità delle donne nelle regioni rurali»,

    vista la decisione 2005/600/CE del Consiglio, del 12 luglio 2005, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (13),

    vista la Relazione congiunta per il 2007 sulla protezione e sull'inclusione sociale (14),

    visto il Patto europeo per la parità di genere approvato dal Consiglio europeo di Bruxelles del 23 e 24 marzo 2006,

    vista la sua risoluzione del 25 giugno 1993 sulla valutazione del lavoro non retribuito delle donne (15),

    viste le sue risoluzioni del 3 luglio 2003 sulle donne nelle regioni rurali dell'Unione europea in vista della revisione intermedia della politica agricola comune (16) e del 13 marzo 2007 su una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010 (17),

    visto l'articolo 45 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6-0031/2008),

    A.

    considerando che, da una prospettiva europea, la questione delle zone rurali (18) è trattata nel contesto della politica agricola comune (PAC), che la presente risoluzione si occupa del secondo pilastro della PAC, ossia lo sviluppo rurale, ma che devono altresì essere considerate le politiche sociali ed economiche,

    B.

    considerando che uno dei principali obiettivi della politica di sviluppo rurale dell'Unione europea è quello di migliorare la qualità di vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche,

    C.

    considerando che, per rendere più interessanti le zone rurali, è necessario promuovere una crescita sostenibile e integrata, creare nuove opportunità occupazionali, specialmente per le donne e i giovani, nonché servizi sociali e sanitari di qualità elevata,

    D.

    considerando che i cambiamenti economici e sociali in atto nelle zone rurali non riguardano tutte le donne nello stesso modo, dato che per alcune rappresentano opportunità e per altre costituiscono sfide e problemi molto gravi,

    E.

    considerando che gli obiettivi di Lisbona consistenti nel generare la crescita e promuovere l'economia sociale di mercato possono essere conseguiti unicamente avvalendosi pienamente del significativo potenziale delle donne nel mercato del lavoro tanto nelle zone rurali quanto in quelle urbane,

    F.

    considerando che il lavoro delle donne è spesso considerato una risorsa naturale illimitata da sfruttare e che inoltre l'iniqua segregazione del mercato del lavoro sta diventando ancora più rigida,

    G.

    considerando che nelle zone rurali i tassi occupazionali di uomini e donne sono più bassi e che, inoltre, molte donne non figurano mai nel mercato del lavoro e, pertanto, non sono né registrate come disoccupate né incluse nelle statistiche sulla disoccupazione; considerando che la mancanza di posti di lavoro di elevata qualità colpisce duramente le zone rurali,

    H.

    considerando che l'attuazione della direttiva 86/613/CEE non si è rivelata efficace e non ha realizzato gli obiettivi iniziali di tale direttiva, in particolare il miglioramento dello status delle coniugi assistenti,

    I.

    considerando che numerose donne nelle zone rurali sono impegnate in attività paragonabili a un'attività professionale ma non ricevono il riconoscimento, la protezione o la remunerazione corrispondenti,

    J.

    considerando che solo un modesto numero di donne è titolare di un'azienda agricola, generalmente di dimensioni economiche ridotte e scarsamente redditizia, mentre la maggior parte delle donne delle zone rurali lavorano insieme ai loro compagni maschi (padre, fratello o coniuge), i quali detengono in esclusiva la titolarità dell'azienda in questione (agricola o zootecnica),

    K.

    considerando la gran varietà di situazioni nelle regioni rurali tra gli Stati membri e in seno agli Stati membri e considerando che, pertanto, è opportuno fornire alle regioni rurali con potenziali di sviluppo diversi, come pure ai loro abitanti, un sostegno appropriato,

    L.

    considerando che, benché le zone rurali possano offrire un'elevata qualità di vita alle famiglie con bambini e alle persone anziane, esse fanno ancora fronte a innumerevoli sfide, quali la mancanza di infrastrutture di istruzione e di formazione a tutti i livelli ed inadeguate reti di servizi sociali senza, ad esempio, un numero sufficiente di strutture appropriate per l'assistenza all'infanzia, servizi di prossimità ed assistenza alle persone anziane o malate o ai disabili, affrontando inoltre la pressione risultante dalla ristrutturazione agricola in corso e dalle misure di protezione ambientale,

    M.

    considerando che il significativo contributo apportato dalle donne allo sviluppo locale e della comunità si rispecchia in maniera inadeguata nella loro partecipazione ai relativi processi decisionali,

    N.

    considerando che soprattutto le donne si offrono per attività di volontariato all'interno e al di fuori della famiglia, che costituisce l'unità fondamentale della società,

    O.

    considerando che le zone rurali sono particolarmente colpite dall'invecchiamento della popolazione, dalla scarsa densità di popolazione e, in alcune zone, dallo spopolamento,

    P.

    considerando che l'esodo delle donne appartenenti a gruppi di età economicamente attivi continua a provocare un certo grado di «mascolinizzazione» della popolazione rurale, con conseguenze negative sulla qualità di vita della comunità e sull'evoluzione demografica,

    Q.

    considerando che le donne, soprattutto nelle zone rurali, impiegano molto tempo per portare in automobile i loro bambini ed altri membri della famiglia dai medici, a scuola e a praticare sport, e che i giovani sono svantaggiati dalla mancanza di servizi locali di trasporto pubblico, per cui hanno minori opportunità di accedere alla formazione professionale o di trovare un lavoro,

    R.

    considerando la maggiore difficoltà di accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle zone rurali, specialmente per le donne,

    S.

    considerando che le zone rurali offrono reali opportunità grazie al loro potenziale di crescita nei nuovi settori e all'offerta di attrattive, attività artigianali e turismo rurali, gestite soprattutto da donne, che costituiscono un importante fattore economico per le regioni sottosviluppate ma di interesse paesaggistico,

    T.

    considerando che si dovrebbe accordare maggiore attenzione alla dimensione di genere nell'elaborazione del bilancio al fine di raggiungere una governance efficace dei programmi di sviluppo rurale e in particolare a rapportare meglio i fondi alle esigenze specifiche delle donne in tali regioni,

    U.

    considerando che l'eliminazione delle disparità e la promozione delle pari opportunità tra uomini e donne costituiscono obiettivi primari del regolamento (CE) n. 1260/1999,

    1.

    è convinto che l'integrazione della dimensione di genere nel settore rurale costituisca una strategia chiave non soltanto per promuovere l'uguaglianza tra donne e uomini bensì anche per la crescita economica e lo sviluppo rurale sostenibile;

    2.

    invita la Commissione a migliorare i dati statistici e le informazioni su tale fenomeno e ad analizzare le caratteristiche, le principali ragioni e le conseguenze dell'esodo dalle zone rurali nell'Unione europea; invita gli Stati membri ad elaborare strategie volte a contenere l'esodo dalle zone rurali delle donne, specialmente di quelle con un grado di istruzione elevato;

    3.

    chiede agli Stati membri che, in collaborazione con le autorità regionali e locali e le imprese, creino incentivi per migliorare il livello educativo e di formazione delle donne e promuoverne la partecipazione nel mondo del lavoro, in particolare eliminando le discriminazioni di cui possono essere vittima sul mercato del lavoro, al fine di far fronte al problema della povertà e dell'esclusione sociale nelle zone rurali; prende atto che la povertà è molto generalizzata nelle comunità rurali, specialmente nei nuovi Stati membri;

    4.

    invita gli Stati membri ad adottare misure adeguate per le lavoratrici autonome per quanto riguarda il congedo di maternità e di malattia;

    5.

    invita la Commissione a fornire statistiche sulla povertà e l'esclusione sociale, disaggregate non soltanto per genere ed età bensì anche per dimensione urbana/rurale;

    6.

    invita gli Stati membri a sostenere nelle zone rurali la transizione da un'organizzazione basata sull'agricoltura a un'economia più diversificata;

    7.

    invita gli Stati membri ad attuare politiche per migliorare le condizioni generali di vita delle donne nelle zone rurali, con particolare attenzione alle donne con disabilità, alle vittime della violenza di genere, alle immigrate, alle donne appartenenti a etnie minoritarie e a quelle che sono oggetto di discriminazioni varie, e preservare il futuro di dette zone offrendo servizi, ossia l'accesso e la disponibilità di servizi postali, servizi di banda larga e di nuove tecnologie applicate, centri culturali e sportivi, servizi di vigili del fuoco e servizi pubblici generali;

    8.

    chiede alle istituzioni dell'Unione europea, agli Stati membri e alle autorità regionali e locali di agevolare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nell'ambiente rurale, come pure che sia promossa la parità delle opportunità in tale accesso mediante politiche e attività indirizzate alle donne del mondo rurale;

    9.

    invita gli Stati membri a promuovere l'imprenditorialità femminile, a sostenere le reti imprenditoriali di donne, ad assistere/formare modelli o alleanze di imprenditrici e ad ideare iniziative miranti a migliorare lo spirito imprenditoriale, le abilità e le capacità delle donne nelle zone rurali e a favorirne l'inserimento negli organi direttivi di imprese e associazioni;

    10.

    invita le istituzioni dell'Unione europea, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a sostenere progetti di promozione e consulenza per la creazione di imprese innovative di produzione agricola primaria nell'ambiente rurale, capaci di creare nuovi posti di lavoro occupati maggioritariamente da donne; in tale contesto, saranno considerate come principali possibilità di intervento l'utilizzazione di prodotti in eccedenza o sottoutilizzati, l'aggiunta di valore ai prodotti agricoli, la ricerca di sbocchi commerciali per gli stessi e l'utilizzazione di nuove tecnologie, nonché il contributo alla diversificazione economica della zona e la prestazione di servizi che facilitino la conciliazione di vita lavorativa e familiare;

    11.

    invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri ad aumentare i finanziamenti per le misure innovative destinate alle donne nelle zone rurali; invita la Commissione a lanciare progetti di collegamento in rete Leader per lo scambio di esperienze e migliori prassi;

    12.

    sottolinea la necessità di valorizzare al massimo il lavoro delle donne, compreso quello delle donne immigrate non appartenenti al nucleo familiare di gestione e che forniscono manodopera agricola, le quali sono particolarmente toccate dalle difficoltà connesse alla loro condizione femminile nel mondo agricolo;

    13.

    invita gli Stati membri e la Commissione a tener conto del gruppo considerevole di persone — generalmente donne — che aiutano il coniuge o partner nei lavori agricoli e nelle piccole e medie imprese (PMI), persone che in molti Stati membri non hanno sufficiente riconoscimento giuridico del proprio ruolo, con conseguenti specifici problemi finanziari e giudici in relazione al diritto al congedo di maternità e di malattia, all'acquisizione di diritti pensionistici e all'accesso alla previdenza sociale, nonché in caso di divorzio;

    14.

    chiede agli Stati membri di sviluppare la figura giuridica della titolarità congiunta, affinché siano pienamente riconosciuti i diritti delle donne del settore agricolo, sia loro accordata la relativa protezione in materia di sicurezza sociale e sia assicurato il riconoscimento del loro lavoro;

    15.

    invita gli Stati membri ad apportare un sostegno ideologico e finanziario al lavoro non remunerato o al lavoro volontario; pone l'accento sull'importante opera sociale che svolgono le associazioni di donne in tale contesto; chiede tuttavia modifiche strutturali che consentano alle donne di avere accesso in maggior misura a un'occupazione attiva remunerata;

    16.

    richiama l'attenzione sul fatto che le donne nelle zone rurali sono relativamente più colpite, rispetto agli uomini, dalla disoccupazione occulta, a causa dei tradizionali modelli di ruolo e del fatto che molte zone sono scarsamente dotate di infrastrutture adeguate, ad esempio per l'assistenza all'infanzia;

    17.

    invita gli Stati membri, in collaborazione con le autorità regionali, a incoraggiare l'istituzione di centri di risorse regionali per le donne, in particolare per quelle tra i 25 e i 60 anni, che devono affrontare la disoccupazione, e a sostenerle nell'intraprendere un'attività autonoma o nello sviluppo di servizi nella loro comunità mediante la consultazione di base e la valutazione delle necessità;

    18.

    invita gli Stati membri a migliorare le strutture educative e formative e a promuovere lo sviluppo di reti di servizi sociali per l'assistenza all'infanzia e alle persone anziane, malate e disabili, come misura atta a consentire a uomini e donne del mondo rurale di conciliare vita lavorativa, familiare e personale; li invita inoltre a migliorare i servizi sanitari, in particolare garantendo l'accesso all'assistenza sanitaria di primo intervento; invita gli Stati membri ad assicurare la fornitura di servizi paramedici e di guardia medica nelle zone rurali;

    19.

    richiama l'attenzione sul forte tabù che esiste riguardo alla violenza sessuale e/o domestica contro le donne e le bambine nelle zone rurali e invita gli Stati membri ad adottare provvedimenti appropriati per garantire una migliore protezione e un migliore sostegno alle vittime e ai soggetti a rischio di diventare vittime di tale violenza;

    20.

    esorta gli Stati membri a far fronte alla mancanza di adeguate infrastrutture di trasporto nelle zone rurali e a sviluppare politiche positive atte a migliorare l'accesso ai trasporti per tutti, in particolare per i disabili, dato che i trasporti continuano a costituire un fattore nel radicare l'esclusione sociale e l'ineguaglianza nella società, colpendo principalmente le donne;

    21.

    invita la Commissione, nel quadro della revisione dei programmi di sviluppo rurale, a controllare accuratamente l'integrazione della prospettiva di genere nei programmi di sviluppo rurale presentati dagli Stati membri;

    22.

    plaude a tale riguardo ai progetti FSE/EQUAL volti a mettere in luce e a migliorare la posizione delle donne nell'agricoltura e nelle zone rurali; invita la Commissione e gli Stati membri, in tale contesto, a promuovere detti progetti all'interno dell'Unione europea;

    23.

    invita gli Stati membri a sostenere le imprese che investono nelle zone rurali e che offrono posti di lavoro di elevata qualità alle donne;

    24.

    invita le istituzioni dell'Unione europea, gli Stati membri e le autorità regionali e locali a promuovere la realizzazione di forum per lo scambio di conoscenze o attività analoghe, a livello nazionale sia internazionale, dedicati specificamente alla situazione della donna nelle zona rurali;

    25.

    sottolinea il fatto che le donne sono sottorappresentate nelle posizioni ufficiali di leadership in ambito rurale o regionale, malgrado il fatto che svolgano un ruolo importante nella comunità «informale», dove le donne spesso hanno un ruolo sociale essenziale influenzando l'emergere di «capitale sociale» attraverso la loro partecipazione a reti informali locali (ad esempio, nel quadro del lavoro volontario in comunità o di varie associazioni tematiche);

    26.

    invita le pertinenti autorità nazionali, regionali e locali ad incoraggiare la partecipazione delle donne ai gruppi d'azione locali e lo sviluppo di partenariati locali nel quadro dell'asse Leader nonché a garantire la partecipazione equilibrata sotto il profilo del genere nei consigli di amministrazione;

    27.

    deplora che la Commissione non abbia dato seguito alla citata risoluzione del Parlamento del 3 luglio 2003 procedendo a una revisione radicale della direttiva 86/613/CEE, benché la Commissione stessa riconosca che l'attuazione di tale direttiva si è rivelata finora inefficace e che sono stati rilevati progressi minimi per quanto riguarda il riconoscimento del lavoro e della specifica tutela delle coniugi assistenti di persone che esercitano un'attività autonoma o rurale negli Stati membri; invita nuovamente la Commissione a presentare entro la fine del 2008 una proposta di direttiva rivista che preveda diritti sociali e diritti pensionistici a sé stanti per le coniugi assistenti che lavorano in aziende agricole e che collaborano nelle PMI;

    28.

    deplora vivamente, inoltre, che la Commissione continui a non dare alcun seguito concreto alle precedenti risoluzioni del Parlamento europeo sulla situazione delle coniugi assistenti di persone che esercitano un'attività autonoma, risoluzioni che chiedevano tra l'altro:

    la registrazione obbligatoria delle coniugi assistenti di modo che non siano considerate più alla stregua di lavoratrici invisibili,

    l'obbligo per gli Stati membri di adottare le misure necessarie per far sì che le coniugi assistenti abbiano la possibilità di contrarre una polizza assicurativa che copra le cure sanitarie, la pensione di anzianità, le indennità di maternità e i servizi di sostituzione, nonché le indennità d'invalidità;

    29.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, nonché agli organi esecutivi ed elettivi competenti per le pari opportunità a livello locale, regionale e nazionale negli Stati membri.


    (1)  GU L 55 del 25.2.2006, pag. 20.

    (2)  GU L 277 del 21.10.2005, pag. 1.

    (3)  GU L 368 del 23.12.2006, pag. 15.

    (4)  GU L 209 dell'11.8.2005, pag. 1.

    (5)  GU L 359 del 19.12.1986, pag. 56.

    (6)  GU L 204 del 26.7.2006, pag. 23.

    (7)  GU L 161 del 26.6.1999, pag. 1.

    (8)  GU C 386 del 20.12.1996, pag. 1.

    (9)  GU C 61 E del 10.3.2004, pag. 370.

    (10)  GU C 186 del 6.8.2003, pag. 3.

    (11)  Documento del Consiglio 10117/06 del 9.6.2006.

    (12)  Direzione Generale Agricoltura, Commissione europea 2000.

    (13)  GU L 205 del 6.8.2005, pag. 21.

    (14)  Documento del Consiglio 6694/07 del 23.2.2007.

    (15)  GU C 194 del 19.7.1993, pag. 389.

    (16)  GU C 74 E del 24.3.2004, pag. 882.

    (17)  GU C 301 E del 13.12.2007, pag. 56.

    (18)  La definizione di zone rurali utilizzata nella presente risoluzione è stata approvata nell'ambito della decisione 2006/144/CE. La Commissione ha costantemente utilizzato la metodologia dell'OCSE. La metodologia dell'OCSE è basata sulla densità di popolazione (OCSE, Creazione di indicatori rurali per configurare una politica territoriale, Parigi, 1994). Essa è basata su un approccio a due tempi: in primo luogo, le unità locali (per esempio, i comuni) sono definite rurali quando presentino una densità di popolazione inferiore a 150 abitanti per chilometro quadrato. In secondo luogo, le regioni (per esempio, NUTS 3 o NUTS 2) sono classificate in una delle 3 categorie seguenti:

    Regioni prevalentemente rurali: più del 50 % della popolazione della regione vive in comuni rurali (con meno di 150 ab/kmq).

    Regioni intermedie: tra il 15 e il 50 % della popolazione regionale vive in unità locali rurali.

    Regioni prevalentemente urbane: meno del 15 % della popolazione della regione vive in unità locali rurali.

    Le 1 284 regioni NUTS 3 dell'UE a 27 sono generalmente suddivise in modo uniforme tra le tre categorie rurali-urbane. La Commissione sta attualmente incentrandosi su definizioni alternative che rispecchino meglio la diversità delle zone significativamente rurali, comprese le zone periurbane.


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