EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52021AE4024

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Nuova strategia dell’UE per le foreste per il 2030» [COM(2021) 572 final]

EESC 2021/04024

GU C 152 del 6.4.2022, p. 169–174 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

6.4.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 152/169


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Nuova strategia dell’UE per le foreste per il 2030»

[COM(2021) 572 final]

(2022/C 152/28)

Relatore:

Simo TIAINEN

Consultazione

Commissione europea, 10.8.2021

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

Adozione in sezione

25.11.2021

Adozione in sessione plenaria

8.12.2021

Sessione plenaria n.

565

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astensioni)

227/1/6

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Nella «Nuova strategia dell’UE per le foreste per il 2030», la Commissione europea afferma giustamente che le foreste assolvono una funzione varia e complessa e detengono un significativo potenziale economico, sociale e ambientale. La vitalità e la salute delle foreste sono di fondamentale importanza, per ragioni sia ambientali che climatiche, oltre che per rafforzare lo sviluppo economico basato sulle foreste e promuovere il benessere dei cittadini. Pur riconoscendo che la strategia per le foreste tratta delle opportunità economiche e sociali, il Comitato ritiene che questo tema andrebbe affrontato in modo più globale. Il CESE osserva inoltre che non viene data alcuna risposta alla questione di come remunerare i servizi ecosistemici non commerciali forniti dalle foreste, e quindi dai proprietari di foreste. A tale riguardo la strategia descrive alcuni esempi positivi, e il Comitato invita a trovare una soluzione veramente convincente e sostenibile per il futuro.

1.2.

La strategia per le foreste dovrebbe coprire le varie strategie e i diversi ambiti d’intervento riguardanti le foreste e la bioeconomia forestale. Il CESE sottolinea anche l’importanza di adottare le decisioni al livello più idoneo, nel rispetto delle diverse competenze e del principio di sussidiarietà. Dal momento che vi sono sensibili differenze tra le foreste delle varie parti dell’UE, non esistono soluzioni universalmente valide: il livello più opportuno per gestire le foreste e pianificarne la gestione al fine di contribuire agli obiettivi comuni è quello nazionale. Un quadro a livello UE è invece necessario per quanto riguarda gli aspetti relativi al mercato unico e i problemi ambientali e climatici che non si possono risolvere solo con misure nazionali e che spesso richiedono anche un’azione a livello internazionale.

1.3.

A tutti i livelli del processo di definizione delle politiche si impone una cooperazione avanzata; il CESE ribadisce la necessità di un’intensa partecipazione dei rappresentanti della società civile, comprese le imprese, i sindacati e le organizzazioni ambientaliste, all’ulteriore sviluppo e al monitoraggio della strategia, facendo presente il ruolo centrale dei proprietari di foreste, delle industrie e dei lavoratori nella gestione sostenibile delle foreste e nella bioeconomia forestale.

1.4.

Il CESE chiede coerenza, certezza, stabilità, chiarezza e uniformità nel quadro politico e normativo. È essenziale evitare di introdurre iniziative che si sovrappongono a definizioni, principi, criteri, indicatori, orientamenti e regimi di sostenibilità esistenti e largamente adottati, o li contraddicono. Occorre inoltre sostenere i principi della protezione della proprietà e della libertà d’impresa.

1.5.

In considerazione dell’ampio ventaglio di problemi le cui implicazioni non sono chiare, il CESE invita a effettuare una valutazione d’impatto globale della strategia, al fine di individuare le implicazioni per le condizioni di mercato, le zone rurali e le varie esigenze di finanziamento, tra cui la ricerca e l’innovazione, lo sviluppo delle capacità, le infrastrutture, la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’adattamento a tali cambiamenti, nonché il rafforzamento della biodiversità.

1.6.

Il CESE accoglie con favore il fatto che la strategia presti la debita attenzione all’adattamento ai cambiamenti climatici, dal momento che il riscaldamento globale trasforma le condizioni degli alberi e di tutti gli organismi ed è legato alle catastrofi forestali, il che ha conseguenze fatali a livello sia ambientale che economico. Il CESE sottolinea altresì la necessità di adottare una visione olistica del ruolo svolto dalle foreste e dalla bioeconomia forestale nella mitigazione dei cambiamenti climatici, al fine di ottenere la combinazione migliore di sequestro, stoccaggio e sostituzione e realizzare un’economia non più fondata sui combustibili fossili. Inoltre, il Comitato pone l’accento — così come la strategia forestale della Commissione — sull’importanza di un approccio integrato alla gestione delle foreste e alla protezione della biodiversità.

1.7.

Il CESE incoraggia la ricerca sui nessi tra cambiamenti climatici, ecosistemi forestali e gestione delle foreste, ed esorta a raccogliere e a condividere in modo sistematico dati affidabili sullo stato delle foreste. Il CESE segnala inoltre l’importanza dell’innovazione nei campi della produzione di biomassa sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici, dei nuovi prodotti forestali e delle pratiche di economia circolare, con un pieno utilizzo delle tecnologie digitali.

1.8.

La transizione digitale e la transizione verde delle attività forestali richiedono nuove competenze, che devono essere prese in considerazione soprattutto per quanto riguarda la formazione professionale e l’organizzazione della riqualificazione e del miglioramento delle competenze. Il CESE sottolinea l’importanza di creare posti di lavoro di qualità e di offrire ai lavoratori opportunità e condizioni di lavoro adeguate nella bioeconomia basata sul legno. Sottolinea il ruolo del dialogo sociale nello sviluppo delle competenze e della salute e della sicurezza sul lavoro. La cooperazione è inoltre necessaria per sensibilizzare l’opinione pubblica, e in particolare i giovani, sulle attività forestali moderne.

1.9.

Per effettuare investimenti produttivi lungo tutte le catene del valore e tradurre in realtà il potenziale innovativo e occupazionale della bioeconomia forestale è necessario un contesto favorevole. Il CESE ribadisce pure la necessità di investire in infrastrutture, favorire la logistica e introdurre la digitalizzazione nelle attività forestali.

1.10.

Per contribuire allo sviluppo globale, il CESE invita l’UE a promuovere attivamente condizioni di parità per le imprese dell’Unione che competono sui mercati internazionali della bioeconomia e a potenziare l’attuazione globale degli accordi internazionali che contribuiscono alla protezione e all’uso sostenibile delle foreste.

2.   Osservazioni generali: quadro politico

2.1.

La «nuova strategia dell’UE per le foreste per il 2030» aggiorna la strategia dell’UE per le foreste del 2013 così da tenere conto dei recenti sviluppi e rispondere agli obiettivi del Green Deal europeo, al fine di realizzare un’Unione europea moderna, neutra in termini di emissioni di carbonio, efficiente sotto il profilo delle risorse, competitiva e socialmente equa. Il CESE ha già esposto il proprio punto di vista in merito alla relazione sui progressi nell’attuazione della strategia precedente (1).

2.2.

Le foreste svolgono un ruolo importante nell’attuazione del Green Deal, in quanto sono intrinsecamente connesse ai suoi vari elementi fondamentali, ossia la promozione di sistemi sostenibili nei campi dell’industria, dell’energia, dei trasporti, dell’edilizia e della produzione alimentare, nonché la lotta contro i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’inquinamento ambientale.

2.3.

Le foreste rappresentano anche un’importante tematica globale, che si connette a molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, tra cui quelli relativi alla vita sulla terra, alla lotta contro i cambiamenti climatici, alla riduzione della povertà, alla salute e al benessere, alle imprese e all’innovazione, al lavoro dignitoso e alla crescita economica.

2.4.

Considerati il complesso ruolo e il potenziale delle foreste in termini di benefici economici, sociali e ambientali, il Comitato ritiene importante sviluppare tutte le funzioni delle foreste, in modo da generare i maggiori vantaggi possibili per tutti.

2.5.

È di fondamentale importanza favorire la vitalità e la salute delle foreste, per ragioni sia ambientali che climatiche, come pure in termini di rafforzamento dello sviluppo economico basato sulle foreste e di promozione del benessere dei cittadini. Pur riconoscendo che la strategia per le foreste tratta delle opportunità economiche e sociali, il Comitato ritiene che questo tema andrebbe affrontato in modo più globale. Il CESE osserva inoltre che non viene data alcuna risposta alla questione di come remunerare i servizi ecosistemici non commerciali forniti dalle foreste, e quindi dai proprietari di foreste. A tale riguardo la strategia descrive alcuni esempi positivi, e il Comitato invita a trovare una soluzione veramente convincente e sostenibile per il futuro.

2.6.

Il CESE è convinto che la strategia per le foreste dovrebbe coprire le varie strategie e i diversi ambiti d’intervento riguardanti le foreste e la bioeconomia forestale. A tal fine sarà necessaria una cooperazione intersettoriale estesa a ricerca, innovazione, politiche industriali, occupazionali e fiscali, oltre che alle politiche climatiche e ambientali e alla dimensione di sviluppo rurale della politica agricola.

2.7.

Il CESE sottolinea anche l’importanza di adottare le decisioni al livello più idoneo, nel rispetto delle diverse competenze e del principio di sussidiarietà. In linea generale, i problemi relativi al mercato unico esigono misure robuste a livello di Unione europea. Un quadro a livello UE è necessario anche per quanto riguarda i problemi ambientali e climatici che non si possono risolvere solo con misure nazionali, e che spesso richiedono anche un’azione a livello internazionale.

2.8.

All’opposto, il livello più opportuno per gestire le foreste e pianificarne la gestione al fine di contribuire agli obiettivi comuni è quello nazionale. Il CESE ritiene pertanto che il coinvolgimento e il sostegno degli Stati membri siano fondamentali per l’attuazione della strategia. A questo proposito i piani strategici nazionali per le foreste svolgono un ruolo essenziale, anche attraverso l’integrazione degli aspetti climatici e della biodiversità, ma altresì indicando delle modalità di compensazione economica dei proprietari di foreste per i servizi ecosistemici non commerciali delle foreste. Non esistono soluzioni universalmente valide, dal momento che le caratteristiche delle foreste variano notevolmente da una regione dell’UE all’altra. Varia pure l’importanza delle foreste nelle economie nazionali degli Stati membri, così come la proprietà delle foreste, in un ventaglio che va da proprietari facenti parte del settore pubblico a grandi imprese e investitori privati, fino alle piccole proprietà familiari.

2.9.

Il CESE ritiene importante condividere le buone pratiche tra gli Stati membri e sviluppare la cooperazione tra la Commissione e gli Stati membri, sulla base di pratiche di lavoro rivedute piuttosto che di nuovi organismi formali. A giudizio del CESE è inoltre necessaria un’intensa partecipazione dei rappresentanti della società civile, tra cui le imprese, i sindacati e le organizzazioni ambientaliste, all’ulteriore sviluppo e al monitoraggio della strategia; segnala altresì il ruolo centrale dei proprietari di foreste, delle industrie e dei lavoratori nella gestione sostenibile delle foreste e nella bioeconomia forestale. Per l’attuazione della strategia sono necessari investimenti nello sviluppo delle capacità delle parti interessate e delle autorità competenti.

2.10.

Alla luce della funzione essenziale svolta da imprese e proprietari di foreste privati, occorre tenere pienamente conto della protezione della proprietà e della libertà d’impresa. In linea generale il controllo di gamme di prodotti, scelte di materie prime o pratiche operative non è attuabile; una soluzione praticabile è piuttosto quella di fissare condizioni quadro basate su conoscenze scientifiche e tecnologicamente neutre, che consentano ai soggetti attivi nel campo della bioeconomia di innovare, investire e operare. Ciò vale, ad esempio, per l’attuazione del principio a cascata, che deve fondarsi sul mercato.

2.11.

Il CESE chiede coerenza, certezza, stabilità, chiarezza e uniformità nel quadro politico e normativo, dati i lunghi cicli d’investimento di molte attività della bioeconomia. È essenziale evitare di introdurre iniziative che si sovrappongono a definizioni, principi, criteri, indicatori, orientamenti e regimi di sostenibilità esistenti e largamente adottati, o li contraddicono. Qualsiasi iniziativa, inoltre, dovrebbe evitare oneri burocratici eccessivi come gli obblighi multipli di raccolta e comunicazione dei dati.

2.12.

A parere del CESE è essenziale prendere attentamente in considerazione i principi menzionati in materia di livello decisionale, proprietà, stabilità, coerenza e assenza di sovrapposizioni, e rispettarli pienamente nei futuri lavori. Questa considerazione vale in particolare per le iniziative concernenti il sistema di monitoraggio, gli indicatori e le soglie per la gestione sostenibile delle foreste, un sistema di certificazione «più rispettoso della natura» e criteri inerenti alle foreste per la finanza sostenibile.

2.13.

Nel complesso, le implicazioni della strategia non sono chiare, e alcune delle sue iniziative potrebbero indebolire le catene del valore basate sulle foreste e mettere a repentaglio dei posti di lavoro, soprattutto nelle zone rurali, limitando la raccolta sostenibile del legno. Il CESE esorta pertanto ad effettuare una valutazione d’impatto globale della strategia per verificarne le implicazioni cumulative in termini economici, sociali e ambientali. Tale valutazione è necessaria anche per identificare le varie esigenze di finanziamento, tra l’altro in materia di ricerca e innovazione, sviluppo delle competenze, infrastrutture, mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento a tali cambiamenti, nonché protezione e rafforzamento della biodiversità.

3.   Osservazioni particolari: il ruolo delle foreste per quanto riguarda i cambiamenti climatici e la biodiversità

3.1.

Le foreste svolgono un ruolo importante nei processi naturali, per quanto riguarda il controllo dei cicli del carbonio, dell’acqua e dei nutrienti, la formazione del suolo e il mantenimento della biodiversità. D’altro canto, le foreste sono di per sé assai vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici.

3.2.

Nell’Unione europea la superficie forestale totale e la superficie delle foreste protette sono aumentate negli ultimi decenni — l’incremento boschivo supera gli abbattimenti — e le foreste rappresentano un importante pozzo di assorbimento del carbonio (2). All’opposto, la deforestazione sta continuando a livello globale, soprattutto nelle regioni tropicali, trasformando tali foreste in una fonte di emissioni e contribuendo sensibilmente alla perdita di biodiversità in corso (3). Il CESE ribadisce pertanto la necessità di considerare anche la funzione delle foreste su scala globale e invita l’UE a promuovere attivamente l’attuazione globale degli accordi internazionali che contribuiscono alla protezione e all’uso sostenibile delle foreste.

3.3.

Le foreste e la bioeconomia forestale assolvono molteplici funzioni nella mitigazione dei cambiamenti climatici: tramite il sequestro e lo stoccaggio del carbonio e tramite la sostituzione di materie prime, energia e prodotti di origine fossile. Ne consegue che tra le varie misure vi sono sinergie e compromessi (4). Il CESE sottolinea pertanto la necessità di considerare tutti questi meccanismi in una prospettiva olistica, allorché si cerca di individuare le soluzioni più sostenibili per realizzare un’economia non più fondata sui combustibili fossili.

3.4.

Il sequestro del carbonio non è solo una questione di superficie occupata da terreni forestali: si tratta prima di tutto di espansione delle foreste e di una robusta fotosintesi. Oltre all’imboschimento e al rimboschimento, un’attiva opera di gestione, uso e rinnovamento delle foreste è pertanto essenziale per sfruttare il potenziale delle foreste come pozzo di assorbimento del carbonio.

3.5.

Il ruolo delle foreste è complesso e variegato anche per quanto riguarda lo stoccaggio del carbonio: questo infatti viene stoccato non soltanto negli alberi e nel suolo, ma anche nei prodotti del legno. I prodotti di legno duraturi quali edifici e mobili di alta qualità costituiscono lo strumento più efficace in questo senso. Anche i prodotti forestali a più breve ciclo di vita mantengono il proprio contenuto di carbonio, nella misura in cui vengono riciclati. Inoltre l’utilizzo di materie prime forestali rinnovabili in sostituzione di quelle fossili evita il rilascio di carbonio dallo stoccaggio fossile.

3.6.

Il CESE invita inoltre ad affrontare in maniera sistematica il problema della vulnerabilità delle foreste ai cambiamenti climatici e della necessità di adattarsi a tali cambiamenti; il riscaldamento infatti modifica le condizioni degli alberi e di tutti gli organismi ed è accompagnato da catastrofi forestali provocate dal diffondersi di siccità, incendi, tempeste e parassiti. D’altro canto, le foreste contribuiscono all’adattamento ai cambiamenti climatici poiché offrono protezione contro l’erosione, le frane e le inondazioni.

3.7.

Le foreste, compresi i terreni forestali gestiti, sono un elemento cruciale per la biodiversità, giacché rappresentano l’habitat di gran parte della biodiversità terrestre. La biodiversità si può favorire in vari modi: proteggendo le specie in pericolo, creando aree protette in cui le attività umane sono consentite in misura limitata o sono del tutto vietate, o ancora attuando pratiche di gestione delle foreste che permettano di conservare la biodiversità accanto all’uso socioeconomico delle foreste.

3.8.

Considerando che la maggior parte delle foreste viene gestita, il CESE sottolinea l’importanza di un approccio integrato alla gestione delle foreste e alla protezione della biodiversità, che consenta di combinare le molteplici funzioni delle foreste. Il Comitato riconosce la protezione della biodiversità basata sul mercato e volontaria nonché le misure di sequestro del carbonio adottate dai proprietari di foreste; approva inoltre l’esplorazione e lo sviluppo di piani di credito per tali misure.

3.9.

Sia la capacità di sequestro del carbonio, sia la biodiversità delle foreste variano notevolmente da uno Stato membro all’altro. Le differenze dipendono in parte dalle diverse condizioni naturali e in parte dalle modalità di uso e gestione delle foreste nel corso del tempo. La necessità di proteggere e ripristinare le foreste varia pertanto anch’essa da una parte all’altra dell’Unione europea; di questo si deve tener conto al momento di individuare le foreste da ripristinare o proteggere.

3.10.

Il CESE incoraggia la continuazione delle ricerche sui processi fisici, chimici e biologici delle foreste e sui nessi tra cambiamenti climatici, ecosistemi forestali e attività umane, per far sì che le pratiche di gestione delle foreste si basino su solidi dati scientifici. È inoltre importante monitorare e condividere sistematicamente i dati sullo stato delle foreste, sfruttando pienamente i sistemi e gli strumenti digitali e garantendo al tempo stesso un’adeguata protezione e affidabilità dei dati.

3.11.

Il CESE approva l’iniziativa di mettere a dimora tre miliardi di alberi come progetto di dimostrazione pratica, comprendente un’adeguata pianificazione dei siti e delle specie, l’assegnazione di risorse umane e finanziarie, la messa a dimora, la gestione e l’attento monitoraggio di sviluppi e risultati. Tale imboschimento non deve entrare in concorrenza con l’uso del suolo per la produzione alimentare o ignorare la necessità di mantenere un paesaggio aperto in alcune località.

4.   Osservazioni particolari: la funzione economica e sociale delle foreste

4.1.

Le foreste soddisfano un ampio ventaglio di necessità quotidiane: forniscono materie prime per i prodotti industriali e di consumo, spazi per le attività ricreative e alimenti sani per il consumo diretto da parte delle famiglie. Le foreste pertanto, oltre a contribuire alla salute e al benessere mentale, assolvono una funzione essenziale nella bioeconomia (basata o no sullo sfruttamento del legno).

4.2.

La bioeconomia forestale si fonda su varie catene del valore, in cui rientrano i proprietari di foreste e numerosi tipi di industrie e servizi: dagli imprenditori nei settori dei trasporti e delle macchine forestali alle imprese di trasformazione del legno, e alle microimprese, cooperative e PMI che operano su scala locale alle grandi multinazionali. Di conseguenza la bioeconomia forestale crea posti di lavoro in molti settori e in varie località, caratteristica che è assai importante per le zone rurali.

4.3.

Nell’UE, il legno tondo è usato in gran parte come materia prima industriale (tronchi e pasta di legno), mentre l’utilizzo del legno come combustibile varia sensibilmente da uno Stato membro all’altro (5). A eccezione della carta per stampa, la domanda globale è prevedibilmente destinata a crescere per tutti i prodotti del legno, tradizionali e nuovi. Il CESE raccomanda di far sì che norme e standard non ostacolino, ma anzi incoraggino, l’uso di prodotti del legno e costruzioni in legno, garantendo nel contempo che i consumatori siano correttamente informati, tramite un’etichettatura adeguata, sulla possibile presenza di materiali diversi dal legno in tali prodotti.

4.4.

Dalle attuali buone pratiche emerge che i diversi tipi di alberi e le differenti parti dell’albero vengono usati per lo scopo e le produzioni cui sono più adatti, generando in tal modo il massimo valore aggiunto senza sprecare risorse naturali. L’energia prodotta con lo sfruttamento delle foreste deriva in gran parte da prodotti di diradamento, residui del taglio o flussi collaterali della lavorazione del legno. Le fabbriche di pasta per carta sono un buon esempio di stabilimenti che producono elettricità e calore come sottoprodotto. Flussi collaterali e residui si utilizzano inoltre come materie prime nei processi industriali esistenti e, in misura sempre maggiore, per nuovi bioprodotti.

4.5.

Il CESE sottolinea l’importanza di un intenso sviluppo di tecnologie e soluzioni per la produzione di biomassa sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici, l’efficienza energetica e dei materiali e le pratiche di economia circolare in tutte le catene del valore forestali. Le tecnologie digitali, compresa l’intelligenza artificiale, dispongono di un ricco potenziale per sviluppare e ottimizzare la gestione delle foreste, i processi industriali, la logistica e l’interazione tra i partner della catena di approvvigionamento.

4.6.

Le innovazioni di più ampia portata generano materiali e prodotti nuovi, tra cui quelli biochimici, nonché fibre tessili e biocarburanti avanzati; in qualche caso si tratta di prodotti di volume ridotto dall’elevato valore aggiunto. Poiché i nuovi prodotti vengono spesso sviluppati nel contesto della produzione corrente, le unità di produzione tradizionali danno origine a nuovi ecosistemi aziendali che coinvolgono un’ampia varietà di imprese, tra cui in particolare le PMI.

4.7.

Lo sviluppo delle competenze costituisce un prerequisito per la transizione verde e digitale delle attività forestali, ed è anche uno strumento necessario per far sì che nessuno sia lasciato indietro. La nuova domanda di competenze dev’essere presa in considerazione nella formazione professionale e negli studi universitari, oltre che nell’organizzazione della riqualificazione e del miglioramento delle competenze. Occorrono inoltre servizi di consulenza pratica per aiutare le imprese, soprattutto le piccole imprese, a soddisfare i nuovi requisiti.

4.8.

Il CESE sottolinea il ruolo del dialogo sociale nello sviluppo delle competenze e della salute e della sicurezza sul lavoro. Destinare fondi del FSE+ all’obiettivo di favorire l’occupazione di qualità e condizioni di lavoro adeguate nella bioeconomia basata sul legno potrebbe contribuire a combattere la povertà e a ridurre la migrazione dalle zone rurali. La riduzione della povertà contribuisce inoltre a ridurre l’abbattimento illegale di alberi, in particolare a fini di riscaldamento.

4.9.

Dal momento che l’occupazione nel settore forestale è prevalentemente maschile e l’età media degli addetti in questo campo è relativamente avanzata, è importante attirare nel settore lavoratrici e imprenditrici, oltre che giovani. Ciò richiederà una cooperazione volta a promuovere l’immagine del settore forestale e delle industrie che si basano sullo sfruttamento delle risorse forestali, nonché a sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sulle opportunità offerte dalla bioeconomia moderna. È inoltre necessaria una forte comunicazione a livello di società sulle modalità e sui prerequisiti per rafforzare la vitalità e la resilienza delle foreste.

4.10.

Per tradurre in realtà il potenziale innovativo e occupazionale della bioeconomia forestale, occorre creare un contesto favorevole per gli investimenti produttivi lungo tutte le catene del valore. Il CESE sottolinea inoltre la necessità di infrastrutture adeguate, anche nelle zone rurali. La bioeconomia forestale richiede infrastrutture di trasporto che soddisfino le esigenze logistiche del settore forestale e della produzione e distribuzione di bioprodotti forestali. Un altro essenziale prerequisito per la bioeconomia moderna è un’infrastruttura digitale adeguata.

4.11.

Il CESE incoraggia gli Stati membri a utilizzare i fondi UE e i finanziamenti nazionali, compresi i finanziamenti per lo sviluppo rurale, al fine di potenziare la bioeconomia forestale. Occorre evitare i regimi di sostegno che ostacolano o distorcono i mercati della bioeconomia, prestando particolare attenzione alle sovvenzioni esistenti e ad altri incentivi per la combustione del legno.

4.12.

Le imprese dell’UE hanno inoltre bisogno di un contesto commerciale competitivo che consenta loro sia di esportare in altri paesi soluzioni e prodotti forestali sostenibili, sia di competere con successo con le importazioni nell’UE provenienti da paesi terzi. Il CESE invita l’UE a promuovere l’adozione delle stesse regole nei mercati internazionali della bioeconomia e a sfruttare i partenariati paneuropei e internazionali, come pure gli accordi sul commercio estero, per favorire l’ambizione climatica dell’UE e la sostenibilità dell’uso delle foreste al di fuori dell’UE.

Bruxelles, 8 dicembre 2021

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  Parere del CESE sulla Relazione della Commissione europea sui progressi nell’attuazione della strategia forestale dell’Unione europea (GU C 47 dell’11.2.2020, pag. 87).

(2)  https://forest.eea.europa.eu/news/summary-for-policy-makers-state-of-europe2019s-forests-2020

(3)  http://www.fao.org/state-of-forests/en/

(4)  https://ec.europa.eu/jrc/en/science-update/forest-based-bioeconomy-and-climate-change-mitigation-trade-offs-and-synergies

(5)  https://ec.europa.eu/eurostat/documents/3217494/12069644/KS-FK-20-001-EN-N.pdf/a7439b01-671b-80ce-85e4-4d803c44340a?t=1608139005821


Top