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Document 52010IP0283

    Situazione in Kirghizistan Risoluzione del Parlamento europeo dell' 8 luglio 2010 sulla situazione in Kirghizistan

    GU C 351E del 2.12.2011, p. 92–95 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    2.12.2011   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 351/92


    Giovedì 8 luglio 2010
    Situazione in Kirghizistan

    P7_TA(2010)0283

    Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 luglio 2010 sulla situazione in Kirghizistan

    2011/C 351 E/14

    Il Parlamento europeo,

    viste le sue precedenti risoluzioni sul Kirghizistan e l'Asia centrale, in particolare le risoluzioni del 12 maggio 2005 e del 6 maggio 2010,

    vista la sua risoluzione del 20 febbraio 2008 su una strategia dell'Unione europea per l'Asia centrale (1),

    visto il programma dell'Unione europea per la prevenzione dei conflitti violenti, adottato dal Consiglio europeo di Göteborg nel 2001,

    viste le dichiarazioni di Catherine Ashton, Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, sui nuovi scontri scoppiati in Kirghizistan l'11 giugno 2010 e sul referendum costituzionale del 28 giugno 2010,

    viste le conclusioni del Consiglio «Affari esteri» del 14 giugno 2010,

    vista la dichiarazione congiunta sulla situazione in Kirghizistan rilasciata, il 16 giugno 2010, dall'inviato speciale del Presidente in carica dell'OSCE, dal rappresentate speciale delle Nazioni Unite e dal rappresentante speciale dell'Unione europea in Kirghizistan,

    vista la strategia dell'Unione europea per un nuovo partenariato con l'Asia centrale, adottata dal Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007,

    vista la relazione comune del Consiglio e della Commissione al Consiglio europeo sullo stato di avanzamento dei lavori in relazione all'attuazione della strategia dell'UE per l'Asia centrale, del 14 giugno 2010,

    visto l'accordo di partenariato e di cooperazione (APC) tra l'Unione europea e il Kirghizistan entrato in vigore nel 1999,

    visto il documento strategico regionale della Comunità europea per l'assistenza all'Asia centrale nel periodo 2007-2013,

    visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

    A.

    considerando che l'11 giugno 2010, nelle città di Osh e Jalal-Abad nel Kirghizistan meridionale, sono scoppiati violenti scontri e che la situazione è andata aggravandosi fino al 14 giugno 2010 quando, secondo alcune fonti, centinaia di uomini armati avrebbero preso d'assalto le strade delle città, sparando alla popolazione civile e incendiando negozi, scegliendo i loro bersagli sulla base dell'etnia,

    B.

    considerando che, secondo le autorità kirghise, circa 300 persone avrebbero perso la vita negli scontri, pur esistendo il timore, espresso anche dal capo del governo ad interim Roza Otunbayeva, che la cifra reale potrebbe essere molto più elevata; considerando inoltre che più di 2 000 persone sono state ferite o ricoverate in ospedale e che molte risultano tuttora disperse,

    C.

    considerando che, secondo le stime, queste violenze hanno costretto 300 000 persone a sfollare all'interno del paese e altre 100 000 a cercare rifugio nel vicino Uzbekistan; considerando che il governo di Tashkent ha fornito assistenza umanitaria ai profughi con l'aiuto di organizzazioni internazionali, ma ha chiuso le frontiere con il Kirghizistan il 14 giugno 2010, asserendo l'incapacità di accogliere ulteriori persone,

    D.

    considerando che il governo ad interim ha dichiarato lo stato di emergenza nella zona e che le forze di sicurezza non sono state in grado di assumere il controllo; considerando che gli appelli rivolti dal presidente ad interim Roza Otunbayeva al presidente russo Medvedev e all'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva a favore di un sostegno militare per il ripristino dell'ordine hanno ricevuto risposte negative; considerando altresì che è stata presentata una richiesta per l'invio di una forza di polizia internazionale, attualmente in fase di esame da parte dell'OSCE,

    E.

    considerando che l'Unione europea ha un evidente interesse in un Kirghizistan pacifico, democratico ed economicamente prospero; considerando inoltre che l'Unione europea si è impegnata, in particolare nel quadro della sua strategia per l'Asia centrale, ad essere partner dei paesi della regione, che in questo momento è urgentemente necessario un impegno internazionale molto più forte e che la risposta dell'Unione europea avrà un impatto sulla sua credibilità in quanto partner,

    F.

    considerando che la Commissione ha stanziato 5 000 000 EUR per fornire assistenza medica di emergenza, aiuti umanitari e prodotti non alimentari, e per assicurare protezione e sostegno psicologico alle persone colpite dalla crisi; considerando che tale aiuto va rapportato all'appello lampo delle Nazioni Unite per un importo di 71 000 000 USD da destinare agli aiuti di emergenza,

    G.

    considerando che l'Unione europea, attraverso il programma di Göteborg adottato nel 2001 e documenti successivi, ha riconosciuto l'importanza della prevenzione dei conflitti e che, vista la situazione attuale in Kirghizistan, è necessario che i ragionamenti teorici si traducano in azioni concrete,

    H.

    considerando che nel referendum del 27 giugno 2010, che si è svolto in un contesto relativamente pacifico e con un'elevata affluenza alle urne, oltre il 90 % degli elettori si è espresso a favore di una nuova costituzione che garantisca un equilibrio tra i poteri presidenziali e quelli parlamentari, della conferma di Rosa Otunbayeva alla carica di presidente ad interim fino al 31 dicembre 2011 e dello scioglimento della Corte costituzionale; considerando inoltre che lo svolgimento delle elezioni parlamentari è previsto per il 10 ottobre 2010,

    I.

    considerando che i paesi dell'Asia centrale sono confrontati a numerose sfide comuni, quali la povertà e gravi minacce alla sicurezza della popolazione, nonché la necessità di rafforzare la democrazia, il buon governo e lo Stato di diritto; considerando che è necessario ristabilire e rafforzare la cooperazione regionale, al fine di sviluppare un approccio comune nei confronti dei problemi e delle sfide della regione; considerando che va accentuata la dimensione comune dell'approccio degli attori regionali e internazionali verso i problemi e le sfide cui la regione deve far fronte,

    J.

    considerando che l'Unione europea deve continuare a mantenere il suo impegno ad integrare i diritti umani, la democrazia e la legalità negli accordi con i paesi terzi e a promuovere le riforme democratiche mediante politiche coerenti che rafforzino la sua credibilità quale attore regionale,

    1.

    è profondamente preoccupato per i tragici e violenti scontri scoppiati nel Kirghizistan meridionale ed esprime il suo cordoglio alle famiglie di tutte le vittime;

    2.

    condanna i violenti scontri scoppiati recentemente nel Kirghizistan meridionale; deplora la perdita di vite umane ed esprime la speranza che si possa giungere a una soluzione pacifica al conflitto in Kirghizistan, basata su principi democratici, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani;

    3.

    invita il governo ad interim a svolgere un'indagine plausibile, imparziale e indipendente sugli scontri, eventualmente con l'assistenza di attori internazionali, al fine di condurre i responsabili dinanzi alla giustizia;

    4.

    invita le autorità ad interim a compiere ogni sforzo possibile per ripristinare la normalità e a creare tutte le condizioni necessarie affinché i profughi e gli sfollati interni possano ritornare volontariamente alle loro case in condizioni di sicurezza e dignità; esorta le autorità locali ad adottare misure efficaci intese a rafforzare la fiducia e ad avviare un dialogo autentico con tutte le comunità etniche che vivono nel Kirghizistan meridionale, con l'obiettivo di mettere in atto un processo di riconciliazione credibile;

    5.

    invita a tale riguardo la Commissione a rafforzare l'assistenza umanitaria, in collaborazione con le organizzazioni internazionali, ad avviare programmi a breve e medio termine per la ricostruzione delle abitazioni distrutte e per la sostituzione dei beni perduti e a realizzare progetti di risanamento in collaborazione con le autorità kirghise e altri donatori, allo scopo di creare condizioni favorevoli per il rientro dei profughi e degli sfollati interni; richiama l'attenzione a tale riguardo sull'importanza dei progetti di sviluppo locale;

    6.

    evidenzia la necessità di un consistente sforzo internazionale per contribuire alla ricostruzione, alla stabilizzazione e alla riconciliazione nel Kirghizistan meridionale e l'opportunità offerta dalla riunione dei donatori, che si dovrebbe tenere a Bishkek il 27 luglio 2010, per porre le basi di tale sforzo;

    7.

    sottolinea che la risposta umanitaria deve essere accompagnata da sforzi intesi a stabilizzare la situazione e a ridurre il rischio considerevole che si verifichino nuovi episodi di violenza, che potrebbero rappresentare una minaccia per la pace e la sicurezza anche in altre zone della valle di Fergana, che si estende tra l'Uzbekistan, il Kirghizistan e il Tagikistan;

    8.

    chiede un sostanziale aumento degli aiuti umanitari dell'Unione europea a favore delle persone colpite dai recenti scontri nel Kirghizistan meridionale e un esteso ricorso allo Strumento di stabilità;

    9.

    ritiene che sarà necessario un impegno dell'Unione europea nel Kirghizistan meridionale anche nel lungo termine; invita nuovamente la Commissione a elaborare proposte relative alla riassegnazione dei fondi a titolo dello Strumento di cooperazione allo sviluppo, onde consentire all'Unione europea di dare una risposta più congrua alla nuova situazione in Kirghizistan; considera essenziale che la politica dell'Unione europea per l'Asia centrale sia incentrata sulla sicurezza delle persone;

    10.

    invita il Vicepresidente/Alto rappresentante e gli Stati membri a prestare il loro sostegno e a contribuire attivamente al rapido dispiegamento di una missione di polizia dell'OSCE, con l'obiettivo di evitare lo scoppio di altre violenze, di stabilizzare la situazione nelle città che sono state teatro degli scontri, di proteggere le vittime e le persone più vulnerabili e di facilitare il rientro dei profughi e degli sfollati interni;

    11.

    prende atto dello svolgimento relativamente pacifico del referendum costituzionale in Kirghizistan il 27 giugno 2010; sottolinea che il ripristino dell'ordine costituzionale e dello Stato di diritto è cruciale ai fini della stabilizzazione a lungo termine della situazione nel paese; sottolinea che le prossime elezioni parlamentari (previste provvisoriamente per l'ottobre 2010) dovrebbero creare la base costituzionale per un governo che goda sia di una forte legittimità sia di un ampio sostegno popolare; invita pertanto le autorità ad adottare misure ferme e immediate per risolvere le importanti carenze individuate dall'OSCE/ODIHR in tempo utile prima delle prossime elezioni parlamentari; guarda con interesse alla prospettiva di instaurare forti legami interparlamentari con il futuro parlamento del Kirghizistan;

    12.

    esprime inquietudine per le segnalazioni relative all'arresto di alcuni difensori dei diritti umani in Kirghizistan e chiede il loro rilascio immediato; invita le autorità del paese ad adottare tutti i provvedimenti necessari a garantire che i difensori dei diritti umani possano svolgere la loro attività a favore della promozione e della protezione dei diritti umani senza essere ostacolati;

    13.

    sottolinea l'interesse e la responsabilità comuni del Kirghizistan, dei paesi confinanti, della Russia, della Cina, dell'Unione europea, degli Stati Uniti, dell'OSCE e del resto della comunità internazionale a evitare la destabilizzazione e invita tutti gli attori coinvolti a individuare delle sinergie;

    14.

    esprime preoccupazione per le difficoltà che pregiudicano il processo di democratizzazione in Kirghizistan, che sembrano derivare dalla debolezza del governo ad interim e dalla forza delle reti della criminalità nel paese, in particolare degli spacciatori di droga nel Kirghizistan meridionale;

    15.

    è del parere che la creazione di un sistema politico pluralistico che consenta la rappresentanza di diversi interessi e l'arbitrato sia fondamentale per diminuire le tensioni ed evitare lo scoppio di nuovi scontri violenti e ritiene che l'Unione europea e i suoi Stati membri debbano appoggiare attivamente la democratizzazione e impegnarsi a ridurre le divergenze tra le posizioni degli attori internazionali, in modo tale da migliorare le prospettive per il processo di riforma in Kirghizistan;

    16.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti e ai governi degli Stati membri, al governo ad interim del Kirghizistan, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale dell'OSCE e al Segretario generale del Consiglio d'Europa.


    (1)  GU C 184 E del 6.8.2009, pag. 49.


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