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Document 52008AE1924
Opinion of the European Economic and Social Committee on the Communication from the Commission to the Council and the European Parliament on the competitiveness of the metals industries — A contribution to the EU's growth and jobs strategy
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla competitività delle industrie dei metalli — Un contributo alla strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla competitività delle industrie dei metalli — Un contributo alla strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione
GU C 175 del 28.7.2009, p. 100–104
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
28.7.2009 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 175/100 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla competitività delle industrie dei metalli — Un contributo alla strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione»
COM(2008) 108 def. — SEC(2008) 246
(2009/C 175/19)
La Commissione europea, in data 22 febbraio 2008, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla competitività delle industrie dei metalli — Un contributo alla strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione
COM(2008) 108 def.
La commissione consultiva per le trasformazioni industriali, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 18 novembre 2008, sulla base del progetto predisposto dal relatore ZÖHRER e dal correlatore CHRUSZCZOW.
Il Comitato economico e sociale europeo, in data 3 dicembre 2008, nel corso della 449a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 160 voti favorevoli, 6 voti contrari e 7 astensioni.
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1 L'enorme valore aggiunto reale generato dall'industria dei metalli e dai suoi settori di produzione a valle rappresenta un contributo essenziale per lo sviluppo dell'economia europea nel suo insieme. L'industria dei metalli deve far fronte a una concorrenza globale e, negli scorsi anni, ha subito continuamente mutamenti e ristrutturazioni radicali.
1.2 Le ristrutturazioni future saranno strettamente connesse con la crescente globalizzazione cui sono soggette le catene del valore dell'industria dei metalli (dalle materie prime alla loro trasformazione). Ciò richiede un nuovo approccio alla politica industriale che punti all'innovazione, alla qualificazione e a condizioni di concorrenza eque a livello globale.
Il Comitato è sostanzialmente d'accordo con l'analisi delle caratteristiche del settore effettuata nella comunicazione della Commissione. Occorre tuttavia tener presente che l'industria dei metalli non è un settore omogeneo è che è difficile fare considerazioni di ordine generale. Molte misure proposte dalla Commissione sono un po' troppo generiche. Il Comitato esorta la Commissione a definire, come seguito alla comunicazione in esame, un calendario con un catalogo di misure concrete anche in relazione ai singoli sottosettori.
1.3.1 Il Comitato propone di realizzare studi specifici sui singoli settori che, fondandosi sulle esperienze raccolte nel contesto della CECA, siano accompagnati da un'azione di monitoraggio e dal dialogo sociale.
1.4 Per quanto riguarda la politica energetica, il Comitato invita a mettere a punto misure che, attraverso la trasparenza del mercato e dei prezzi, consentano un approvvigionamento sicuro, basato su contratti a lungo termine. Le lacune nelle reti di approvvigionamento vanno colmate. Si evidenzia inoltre l'importanza delle energie rinnovabili e il contributo della stessa industria alla produzione di energia elettrica e di calore.
Scopo della politica ambientale è innanzitutto trovare soluzioni capaci di coniugare gli obiettivi della protezione climatica con l'occupazione, la crescita e la competitività a livello globale. Al fine di evitare eventuali svantaggi competitivi per l'industria europea dei metalli, il Comitato invita a:
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dare priorità agli accordi internazionali, |
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promuovere la diffusione delle tecnologie migliori e più efficienti sotto il profilo energetico, |
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prendere in considerazione gli investimenti già attivati, |
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tener conto della capacità dei singoli settori di ridurre le emissioni, nel rispetto degli standard tecnici, |
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prendere decisioni rapide per il riconoscimento dei pericoli legati alla rilocalizzazione delle emissioni di CO2 (carbon leakage). |
1.5.1 Il Comitato sostiene i progetti della Commissione riguardanti la direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (PRII), la normativa in materia di rifiuti, REACH e la normalizzazione, ma auspica che le singole proposte vengano concretizzate ulteriormente.
1.6 In futuro, il riciclaggio delle materie prime, la riduzione dell'intensità di materiali e la ricerca di «materiali sostitutivi» saranno sempre più importanti (sia per la difesa dell'ambiente sia per motivi commerciali).
1.7 Il Comitato sostiene l'impegno della Commissione per rafforzare l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo nonché per il miglioramento delle qualifiche. Ne è un esempio il progetto ULCOS (Ultra Low CO2 Steelmaking, cioè produzione dell'acciaio a emissioni ultrabasse di CO2) nel quadro della Piattaforma tecnologica europea dell'acciaio (ESTEP). Nella seconda parte del Settimo programma quadro, il Comitato propone un controllo dell'efficienza dei programmi già esistenti e auspica un coordinamento e un sostegno maggiori. Per quanto riguarda il campo della formazione iniziale e continua, sono necessari investimenti importanti nella qualificazione di base.
1.8 Le questioni commerciali rivestono un'importanza determinante per l'industria dei metalli, che deve affrontare una concorrenza a livello globale. Il Comitato concorda con la Commissione sulla necessità di un dialogo intenso con i paesi terzi sulle questioni di politica commerciale. È tuttavia necessario che continuino ad essere disponibili strumenti di politica commerciale conformi alle norme OMC per contrastare le pratiche svantaggiose o discriminatorie per l'industria dei metalli europea.
1.9 L'industria dei metalli è di fronte a sfide sociali di ampia portata, quali ad esempio:
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ulteriori ristrutturazioni, |
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invecchiamento della manodopera, |
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crescenti esigenze di qualificazione, |
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sicurezza e protezione della salute. |
Il Comitato è leggermente meravigliato del fatto che la comunicazione della Commissione non proponga alcuna misura concreta o raccomandazione in merito agli aspetti sociali. Il Comitato esorta la Commissione a promuovere (ulteriormente) il dialogo sociale nei settori colpiti, dato che questo è il modo giusto per dibattere tali questioni.
2. Motivazione/Contenuto della comunicazione della Commissione
2.1 La comunicazione della Commissione valuta la competitività delle industrie dei metalli e formula raccomandazioni per il futuro. Il documento segue la comunicazione della Commissione del 2005 sulla politica industriale dell'UE, che annuncia varie iniziative settoriali, compresa una comunicazione in cui si valuta l'impatto delle forniture di materie prime ed energia sulla competitività dell'industria dei metalli europea (1), e tiene conto anche dell'esame intermedio della politica industriale del 2007 (2).
2.2 Essendo un settore intrinsecamente ad alta intensità energetica, l'industria dei metalli è direttamente esposta agli effetti della politica energetica della Comunità e dei cambiamenti climatici. Il Consiglio europeo del marzo 2007 ha sottolineato la grande importanza dei settori ad alta intensità energetica ed ha evidenziato la necessità di «misure efficienti in termini di costi per migliorare sia la competitività che l'impatto ambientale di tali industrie europee». In questo contesto il pacchetto della Commissione sull'iniziativa climatica e l'energia rinnovabile del 23 gennaio 2008 riconosce la situazione specifica delle industrie ad alta intensità energetica, direttamente esposte alla competitività globale.
2.3 La Commissione propone un pacchetto comprendente 16 azioni nei seguenti settori: energia, ambiente, normalizzazione, innovazione, ricerca e sviluppo, capacità, relazioni esterne e politica commerciale.
3. Osservazioni generali
3.1 Il Comitato, come già nel suo parere in merito alla comunicazione della Commissione Attuare il programma comunitario di Lisbona: un quadro politico per rafforzare l'industria manifatturiera dell'UE — verso un'impostazione più integrata della politica industriale (COM(2005) 474 def.) del 20 aprile 2006, si compiace, in generale, delle attività settoriali della Commissione per migliorare la competitività e la sicurezza dell'occupazione.
L'industria dei metalli è uno dei comparti più importanti della catena del valore di molti settori economici. Secondo stime dell'industria, il settore a valle dell'industria siderurgica, ad esempio, ha una cifra d'affari di 3 157 miliardi di euro e occupa 23 milioni di lavoratori (cfr. allegato 1). Purtroppo non disponiamo di stime relative agli altri comparti dell'industria dei metalli. I prodotti siderurgici sono molto utilizzati come materiali da costruzione e rivestono una grande importanza soprattutto per le infrastrutture ad alta efficienza energetica. Pertanto, la capacità dell'UE di svilupparsi ulteriormente e di adattarsi ai cambiamenti climatici dipende in larga misura dalla stabilità dei rifornimenti di acciaio sul mercato europeo.
3.2.1 Alla luce dell'attuale crisi dei mercati finanziari, il Comitato ritiene particolarmente importante sottolineare che l'enorme valore aggiunto reale generato dall'industria dei metalli e dai suoi settori di produzione a valle rappresenta un contributo indispensabile per lo sviluppo dell'economia europea. Il ruolo guida che l'industria europea dei metalli ha in molti settori è inoltre alla base della competitività di altri comparti industriali. Bisogna che queste competenze restino in Europa e vengano ulteriormente sviluppate.
L'industria dei metalli deve far fronte a una concorrenza globale e, negli scorsi anni, ha subito continuamente profondi cambiamenti e ristrutturazioni che hanno contribuito a migliorarne la competitività, ma hanno anche comportato enormi perdite di posti di lavoro. Alla base di queste ristrutturazioni, però, non vi sono solo le tecnologie o l'aumento della produttività: in parte esse sono dovute anche al fatto che determinate produzioni (come ad esempio quella di alluminio grezzo) sono state delocalizzate fuori dall'Europa. In tale contesto sono determinanti anche il costo dell'energia, le norme ambientali e la vicinanza alle materie prime. Questo processo non è giunto al termine e bisogna aspettarsi ulteriori ristrutturazioni, che saranno però strettamente connesse con la crescente globalizzazione della catene del valore dell'industria dei metalli (dalle materie prime alla loro trasformazione).
3.3 Questi comparti industriali, a causa della loro alta intensità energetica, sono particolarmente toccati dall'attuale dibattito sulla protezione del clima. Non si tratta solo di mantenere la competitività, ma anche di salvaguardare l'occupazione nelle industrie in questione. Per questo motivo anche il Consiglio Competitività, nelle sue conclusioni del 3 giugno 2008, ha esortato la Commissione e gli Stati membri «a proseguire attivamente le discussioni intavolate con l'industria e con i paesi terzi sulla questione degli approcci settoriali, in modo da incoraggiare l'adozione di misure efficaci per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, trattando in tal modo anche la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio».
Il Comitato è inoltre d'accordo con l'analisi delle caratteristiche del settore effettuata dalla Commissione. Al riguardo bisogna tenere presente che la comunicazione si fonda su lavori preparatori avviati già nel 2004 e che l'industria dei metalli non è un settore omogeneo.
3.4.1 Non c'è ancora chiarezza, però, sulla delimitazione dei settori oggetto di discussione. La definizione fornita dalla Commissione fa riferimento al codice NACE 27, mentre i dati contenuti nei documenti (comunicazione e allegato) si riferiscono solo a una parte dei sottosettori (industria primaria e semilavorati). La Commissione dovrebbe fornire una descrizione più precisa in merito, tanto più che è difficile fare affermazioni di carattere generale, data la diversità dei sottosettori (il codice NACE 27 ne individua 26, suddivisi in 5 gruppi) e delle strutture (nell'industria delle materie prime prevalgono le grandi imprese, mentre nell'industria di trasformazione ci sono molte PMI).
La Commissione, nella propria comunicazione, propone una serie di misure intese a migliorare il contesto in cui operano le industrie in questione. Tali misure devono essere poste in relazione anche con altri obiettivi politici, apparentemente contrastanti trattati contestualmente. Il Comitato si duole quindi che molte delle proposte siano un po' troppo generiche ed esorta la Commissione a definire, come seguito alla comunicazione in esame, un calendario con un catalogo di misure più concrete anche in relazione ai singoli sottosettori. Ciò è necessario soprattutto perché nell'industria dei metalli le decisioni relative agli investimenti sono prese a medio-lungo termine e sono influenzate dalle misure adottate.
3.5.1 Il Comitato propone di realizzare, in collaborazione con i diretti interessati, alcuni studi in merito all'evoluzione della domanda, della produzione e delle tecnologie nei singoli settori, studi che, basandosi sulle esperienze raccolte nell'ambito della CECA, siano accompagnati da un'azione costante di monitoraggio e dal dialogo sociale. L'industria siderurgica può servire da esempio: per il comparto ferro e acciaio, il Trattato CECA prevedeva raccolte di dati che andavano ben oltre il quadro delle statistiche generali dell'industria. Dopo la scadenza del Trattato CECA nel 2002 l'industria siderurgica europea si è adoperata con successo per continuare, almeno in via transitoria, ad effettuare alcune rilevazioni statistiche fondamentali particolari non coperte dalle statistiche generali dell'industria. Tale impegno è stato attuato a livello europeo con il regolamento (CE) n. 48/2004. Il Comitato è a favore di una proroga di tale regolamento, che ha durata limitata, e propone che anche per altri comparti dell'industria siderurgica siano compiute rilevazioni di dati altrettanto dettagliate, poiché è sempre più evidente che le statistiche generali dell'industria non forniscono indicazioni sufficienti per poterne dedurre la necessità concreta di un intervento a livello politico.
4. Osservazioni specifiche in merito alle proposte della Commissione
4.1 Politica energetica
4.1.1 Come osserva giustamente la Commissione, le fluttuazioni come i recenti rapidi aumenti del prezzo del gas e dell'energia elettrica e le limitazioni della garanzia di approvvigionamento energetico mediante contratti a lungo termine hanno un impatto negativo sulla concorrenzialità delle industrie dei metalli dell'UE.
4.1.2 È necessario quindi adottare misure che consentano di prevedere meglio l'andamento dei prezzi, garantiscano una maggiore trasparenza del mercato e permettano di scegliere liberamente il fornitore di energia. Un contributo al riguardo dovrà venire sia dalla legislazione sia dal riconoscimento della compatibilità delle attuali pratiche con il diritto comunitario.
4.1.3 La valutazione delle possibilità di contratti di fornitura a lungo termine è una delle misure più importanti per migliorare la prevedibilità delle condizioni di approvvigionamento. In tale contesto bisogna considerare anche fino a che punto i fornitori di energia in questione potranno poi partecipare o meno al sistema di vendita all'asta dei diritti di emissione previsto dal sistema europeo di scambio delle quote (ETS).
4.1.4 Sono necessarie delle soluzioni per colmare le lacune dell'infrastruttura di trasporto dell'energia (reti transeuropee), al fine di garantire il libero accesso al mercato dell'energia a tutte le imprese interessate.
4.1.5 A lungo termine, l'ulteriore sviluppo delle energie rinnovabili è un fattore essenziale per garantire un approvvigionamento del tutto indipendente delle industrie europee. Le industrie dei metalli contribuiscono al successo della politica comunitaria relativa all'incremento della produzione di energia (elettricità e calore) da fonti rinnovabili. Il processo di produzione dell'acciaio e i forni da coke sono una fonte di gas nobili quali i gas di altoforno, i gas di convertitore o BOS (Basic Oxygen Steelmaking) e i gas di cokeria. Si tratta di gas che contengono percentuali diverse di ossido di carbonio (fino al 65 % nei gas BOS), biossido di carbonio, azoto e idrogeno (fino al 60 % nei gasi di cokeria) e che, invece di venir dispersi o bruciati in torcia, dovrebbero essere usati in modo efficace per produrre elettricità e/o calore. Questo in gran parte avviene già, ma sono necessari sforzi per sviluppare ulteriormente queste tecnologie.
4.1.6 Il Comitato fa inoltre notare di essersi già espresso sul tema della politica energetica in una serie di pareri (da ultimo nel parere CCMI/052 e in alcuni pareri della sezione TEN).
4.2 Politica dell'ambiente
4.2.1 L'industria dei metalli forma già oggetto di un gran numero di disposizioni comunitarie relative alla politica ambientale la cui attuazione e osservanza pongono permanentemente all'industria la sfida di conciliare obiettivi diversi (così, ad esempio, la limitazione delle emissioni nocive può richiedere consumi energetici più elevati, il che, a sua volta, va a discapito dell'efficienza energetica). Senza dubbio, alcuni comparti dell'industria dei metalli figurano tra i settori ad alta intensità di energia esposti a una forte concorrenza internazionale sul piano dei costi. I comparti in questione producono grandi quantità di CO2. Se le misure previste dalla Commissione in materia di cambiamento climatico, e in particolare l'estensione del sistema ETS, venissero applicate in modo incondizionato all'industria dei metalli, potrebbero esserci dei trasferimenti di investimenti (peraltro già riscontrabili), nonché una perdita di posti di lavoro (rischio di «rilocalizzazione delle emissioni di carbonio»). L'effetto sperato in termini di cambiamenti climatici, invece, non si verificherà fintantoché tutti i paesi non perseguiranno gli obiettivi previsti.
4.2.2 La priorità principale deve pertanto essere la conclusione di accordi internazionali vincolanti, con criteri chiari per la loro efficacia e verifica, al fine di evitare svantaggi competitivi per l'industria europea e per contrastare i cambiamenti climatici a livello globale.
Le industrie dei metalli hanno in gran parte già effettuato ingenti investimenti in tecnologie efficienti sul piano energetico. L'industria siderurgica, ad esempio, è all'avanguardia per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di CO2 e molte aziende del settore hanno raggiunto il massimo livello di riduzione delle emissioni tecnicamente possibile nella produzione. Pertanto, l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 21 % entro il 2020 rispetto al livello del 2005 dovrebbe riguardare i settori che partecipano al sistema ETS nel loro complesso (settore della produzione di energia elettrica e industrie ad alta intensità energetica); inoltre, la ripartizione degli sforzi tra i singoli comparti dovrebbe tenere conto della capacità dell'industria di ridurre le emissioni nei limiti imposti dalla tecnologia senza compromettere le capacità di produzione.
4.2.3.1 Il Consiglio ha rilevato che, grazie agli accordi internazionali previsti, sarà possibile raggiungere obiettivi ben più ambiziosi, arrivando fino al 30 % di riduzione di CO2. In questo contesto il Comitato sottolinea che occorre chiarire in quali settori si dovranno realizzare queste riduzioni. È fuori di dubbio che ciò non potrà verificarsi solo nei settori che partecipano al sistema ETS. In particolare, il Comitato ritiene che vada posto un accento particolare anche sull'attuazione di misure in settori quali l'isolamento degli edifici, l'organizzazione dei trasporti e del traffico, l'efficienza energetica in generale, ecc.
4.2.4 Il Comitato reputa pertanto che, nel quadro delle misure previste, andrebbe data la priorità dapprima alla diffusione delle tecnologie migliori e più efficienti sul piano energetico e, in seguito, alle attività di ricerca e sviluppo finalizzate al miglioramento di tali tecnologie e alla messa a punto di nuovi materiali. Lo standard tecnico va tenuto presente sia nelle misure a livello comunitario sia nei negoziati relativi a un accordo internazionale per la protezione del clima.
La Commissione dovrebbe elaborare quanto prima un piano che comprenda tutte le azioni e le singole misure progettate per evitare ulteriori incertezze per l'industria. Al riguardo il Comitato rimanda all'articolo 10 ter della proposta della Commissione relativa al sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS) (3).
4.2.5 Quanto alla direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (PRII), il Comitato appoggia i progetti di armonizzazione della Commissione, che, non da ultimo, contribuirebbero alla semplificazione e al miglioramento della normativa. Come base per la certificazione e il funzionamento dei siti industriali, la direttiva codificata deve però tener conto del livello di sviluppo tecnologico delle singole industrie. La competitività delle industrie dei metalli dell'UE non dev'essere compromessa da requisiti che non sono in linea con le possibilità tecniche.
4.2.6 Per quanto riguarda le proposte relative alla normativa sui rifiuti, a REACH e alla normalizzazione, il Comitato, in linea di principio, è d'accordo con la Commissione, ma auspica che le singole proposte vengano concretizzate ulteriormente.
4.3 Innovazione, ricerca e sviluppo e capacità
4.3.1 Il Comitato sostiene la Commissione nel suo impegno ad incrementare l'innovazione, la ricerca e sviluppo e a migliorare le competenze.
4.3.2 La Piattaforma tecnologica europea dell'acciaio (ESTEP) contribuisce a progettare il futuro proponendo ambiziose misure di R&S per una competitività sostenibile, note come programma di ricerca strategico (PRS). Il PRS mira innanzitutto a ridurre l'impatto ambientale dei processi di produzione e a sviluppare prodotti moderni con un elevato valore aggiunto che siano più efficienti durante l'intero ciclo di vita. Il progetto ULCOS (Ultra Low CO2 Steelmaking), ad esempio, è il primo grande progetto dell'ESTEP che punta a ridurre drasticamente le emissioni di CO2. Si tratta della più ambiziosa iniziativa di questo genere finora concepita al mondo e ha già dato ottimi risultati, dato che sono state selezionate quattro promettenti tecnologie che saranno testate su scala industriale e combinate con tecnologie per la cattura e l'immagazzinamento del carbonio (CCS). Inoltre l'ESTEP influisce in modo indiretto sia sulle questioni legate ai cambiamenti climatici che su quelle energetiche, progettando soluzioni per acciai leggeri completamente riciclabili (per il settore automobilistico e delle costruzioni, ad esempio) e nuove soluzioni efficienti per lo sviluppo di fonti di energia del futuro (come l'energia eolica).
4.3.3 D'altra parte, però, dato che l'istruzione e la formazione del personale sono essenziali per creare un'industria sostenibile in Europa, occorrono investimenti importanti per migliorare le competenze di base; ciò può essere realizzato, ad esempio, mediante l'assunzione di personale altamente qualificato proveniente dalle università o sviluppando la formazione permanente, in particolare l'e-learning. Il sostegno dell'UE e del mondo accademico è necessario per raggiungere questo obiettivo sociale (4).
4.3.4 Il Comitato propone tuttavia anche di verificare l'efficienza dei programmi già esistenti. I primi bandi del Settimo programma quadro relativi al programma di ricerca strategico varato nell'ambito della ESTEP, ad esempio, hanno dato risultati deludenti (tasso di successo inferiore al 10 %) in quanto, evidentemente, non coprono le priorità del PRS. Il Comitato auspica quindi un coordinamento e un sostegno maggiori nella seconda parte del Settimo programma quadro.
4.4 Relazioni esterne e politica commerciale
4.4.1 Il Comitato approva l'approccio della Commissione inteso ad accordare un'alta priorità al rifornimento di materie prime per l'industria. In questo contesto va però tenuto presente che, come il Comitato ha già osservato nel proprio parere CCMI/056 L'industria estrattiva non energetica in Europa, non è esclusivamente una questione di relazioni esterne e di commercio estero. Va infatti evidenziato che, in futuro, il riciclaggio delle materie prime, la riduzione dell'intensità di materiali e la ricerca di «materiali sostitutivi» saranno sempre più importanti (non solo per motivi commerciali, ma anche per la loro rilevanza ai fini della tutela ambientale).
4.4.2 Occorre prestare un'attenzione particolare alla concentrazione, in molti settori delle materie prime, di poche imprese che operano a livello mondiale e portano a un'imposizione dei prezzi.
4.4.3 Il Comitato concorda con la Commissione sulla necessità di un dialogo industriale intenso con i paesi terzi sulle questioni di politica commerciale. È però necessario che continuino ad essere disponibili strumenti di politica commerciale conformi alle norme OMC per contrastare le pratiche svantaggiose o discriminatorie per l'industria dei metalli dell'UE, e occorre lanciare dei segnali chiari per dimostrare che tali strumenti vengono effettivamente utilizzati se non si compiono dei progressi con il dialogo.
4.5 Aspetti sociali
4.5.1 Di fronte a sfide quali l'invecchiamento della manodopera (soprattutto nell'industria siderurgica), i requisiti in materia di qualifiche e il progressivo cambiamento strutturale, il Comitato si meraviglia che la Commissione non presenti all'industria proposte o misure relative agli aspetti sociali menzionati nella comunicazione.
4.5.2 Occorre dedicare particolare attenzione alla questione della sicurezza e della tutela della salute, in quanto l'industria dei metalli fa parte delle industrie esposte a rischi più elevati.
4.5.3 In questo contesto il Comitato ribadisce l'importanza del dialogo sociale.
Bruxelles, 3 dicembre 2008.
Il Presidente del Comitato economico e sociale europeo
Mario SEPI
Il Segretario generale del Comitato economico e sociale europeo
Martin WESTLAKE
(1) COM(2005) 474 def. del 5 ottobre 2005, Allegato II.
(2) COM(2007) 374 def. del 4 luglio 2007.
(3) COM(2008) 16 def. del 23 gennaio 2008.
(4) Al riguardo va segnalato che nelle industrie dei metalli esistono già iniziative per promuovere/incrementare la mobilità della manodopera di questo settore in Europa, come ad esempio l'«EMU-pass» (www.emu-pass.com).