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Document 52007AE1702

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito al Libro verde della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — L'adattamento ai cambiamenti climatici in Europa — quali possibilità di intervento per l'UE COM(2007) 354 def.

GU C 120 del 16.5.2008, p. 38–41 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

16.5.2008   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 120/38


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito al Libro verde della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — L'adattamento ai cambiamenti climatici in Europa — quali possibilità di intervento per l'UE

COM(2007) 354 def.

(2008/C 120/09)

La Commissione europea, in data 29 giugno 2007, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito al:

Libro verde della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — L'adattamento ai cambiamenti climatici in Europa — quali possibilità di intervento per l'UE

La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 27 novembre 2007 sulla base del progetto predisposto dal relatore OSBORN.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 12 dicembre 2007, nel corso della 440a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 127 voti favorevoli, 1 voto contrario e 2 astensioni.

1.   Sintesi e raccomandazioni

1.1.

I cambiamenti climatici rappresentano una delle sfide maggiori che il mondo si trova ad affrontare nel XXI secolo. Le azioni volte a limitare tali cambiamenti riducendo le emissioni di gas serra costituiscono una priorità assoluta. È tuttavia importante anche programmare per tempo le misure necessarie per adattarsi a quei cambiamenti ormai divenuti inevitabili. Il Libro verde rappresenta un utile primo passo dell'Europa per affrontare questo problema.

1.2.

Il CESE raccomanda di elaborare una strategia europea generale che serva da quadro di riferimento e delinei le azioni che andranno intraprese a livello europeo, a livello nazionale e da altri attori.

1.3.

Il CESE ritiene che, nel mettere a punto le strategie di adattamento europee e nazionali, si dovrebbe tenere conto dei seguenti punti chiave:

le strategie dovrebbero affrontare tutti i temi individuati nel Libro verde, fra cui la protezione delle coste, le inondazioni e la siccità, le risorse idriche, gli incendi, la sanità pubblica, l'agricoltura e la biodiversità, l'utilizzazione del suolo e la progettazione delle infrastrutture, l'edilizia,

nei programmi futuri dovrebbe essere destinata all'adattamento ai cambiamenti climatici una quota molto maggiore del bilancio europeo; l'adattamento dovrebbe inoltre entrare a fare parte dei criteri di valutazione dei programmi e dei progetti,

l'Unione europea e i suoi Stati membri dovrebbero stanziare consistenti risorse nuove e supplementari per sostenere l'adattamento nei paesi in via di sviluppo,

le strategie di mitigazione devono essere compatibili e complementari con quelle di adattamento e viceversa; la valutazione e la gestione dei rischi dovrebbero essere strumenti fondamentali per stabilire le priorità,

la ricerca europea in materia di impatto dei cambiamenti climatici e di adattamento a questi ultimi dovrebbe venire considerevolmente incrementata,

la società civile europea, inclusi i consumatori e il grande pubblico, dovrebbe essere più largamente coinvolta per diffondere nell'opinione pubblica una conoscenza più ampia dei problemi connessi al cambiamento climatico e i nuovi comportamenti necessari per limitare ulteriori cambiamenti climatici e per adattarsi a quelli ormai inevitabili,

si dovrebbe istituire un organo indipendente per monitorare i progressi compiuti in Europa nelle misure di adattamento ai cambiamenti climatici e di mitigazione e richiamare al compimento delle azioni necessarie e al mantenimento degli impegni presi.

2.   Osservazioni generali

2.1.

I cambiamenti climatici rappresentano una delle sfide maggiori che il mondo si trova ad affrontare nel XXI secolo.

2.2

Finora a livello mondiale ci si è concentrati innanzitutto sul tentativo di mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici limitando le emissioni dei gas serra. Ormai, tuttavia, è sempre più chiaro che le sole emissioni del passato causeranno un ulteriore significativo aumento della temperatura dell'atmosfera e dei mari nell'arco dei prossimi cento anni e anche oltre. Tutto ciò avrà forti ripercussioni su tutti i fenomeni connessi al clima e al tempo atmosferico e sull'ambiente fisico e naturale di tutto il pianeta. Occorre pertanto affrontare in modo più mirato queste inevitabili ripercussioni del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici e mettere a punto i modi migliori per adattarvisi.

2.3.

Tutto ciò non deve impedire di continuare a impegnarsi per limitare le emissioni in modo tale da mitigare ulteriori cambiamenti climatici. Al contrario, una comprensione reale delle difficoltà che l'adattamento potrebbe comportare in futuro dovrebbe contribuire a rafforzare la determinatezza di tutti a ridurre sensibilmente le emissioni. Lasciando crescere le emissioni senza controllo, si condannerebbero le generazioni future a misure di adattamento molto più dolorose e costose.

2.4.

Le strategie di mitigazione devono essere compatibili e complementari con quelle di adattamento e viceversa. Occorre definire strategie credibili e attuabili per ridurre le emissioni dei gas serra a livelli e dimensioni tollerabili in tempi realistici. Le strategie di adattamento dovranno poi descrivere come il pianeta possa adattarsi al meglio alle dimensioni più probabili dell'inevitabile cambiamento climatico implicite negli stessi obiettivi di mitigazione. La valutazione e la gestione del rischio saranno strumenti fondamentali per definire il livello dell'azione necessaria e l'ordine delle priorità.

2.5.

Il Libro verde della Commissione fornisce un'utile descrizione di molti dei settori che saranno colpiti e dei tipi di problemi che si presenteranno.

2.6.

Il CESE ritiene che attualmente vi siano numerosi argomenti a favore dell'elaborazione di una strategia quadro europea di livello generale che tratti l'insieme dei problemi relativi all'adattamento e delinei le azioni che andranno intraprese a livello europeo e nazionale nonché da altri attori.

2.7.

La stessa strategia europea di adattamento dovrebbe richiedere agli Stati membri di elaborare in tempi ragionevoli strategie nazionali di adattamento e, in seguito, di relazionare regolarmente circa la loro attuazione.

2.8.

La strategia europea di adattamento dovrà presentare una solida dimensione esterna che spieghi come l'Europa intenda aiutare altre parti del mondo a risolvere i loro problemi di adattamento.

2.9.

L'Europa avrà bisogno di strutture istituzionali forti ed indipendenti per organizzare le necessarie attività di ricerca e monitoraggio e per chiedere conto agli organi politici in merito all'attuazione delle misure necessarie nei tempi dovuti. La società civile dovrà essere coinvolta in pieno nel lavoro di queste istituzioni.

3.   Osservazioni specifiche

3.1.

Il CESE ritiene che i campi di azione specifici individuati nel Libro verde siano in linea di massima pertinenti e, in conformità con il Libro verde, raccomanda che l'Unione europea e i suoi Stati membri elaborino immediatamente programmi e interventi concreti relativi ad ognuno di questi settori nel quadro delle loro strategie generali. Occorre definire tempistiche e programmi e stanziare risorse finanziarie appropriate.

3.2.

Nella maggior parte dei settori, la responsabilità principale per l'organizzazione dei lavori necessari compete alle rispettive autorità nazionali e locali. L'Unione europea dovrebbe tuttavia svolgere un ruolo importante per definire il quadro generale e per stimolare e supportare gli sforzi di adattamento compiuti a livello nazionale. Il Comitato propone in particolare che l'UE:

intraprenda specifiche attività di ricerca e di monitoraggio al fine di fornire previsioni più precise e scenari più concreti in merito al ritmo e all'impatto probabile dei cambiamenti climatici in diverse regioni dell'Europa e contribuisca a coordinare le singole ricerche svolte a molti livelli diversi su questi problemi in Europa,

sviluppi metodologie per valutare gli impatti, mettere a punto adeguate strategie di adattamento e promuovere lo scambio di esperienze e delle migliori pratiche in materia,

stimoli lo sviluppo delle strategie di adattamento e dei piani di attuazione a livello nazionale, regionale e locale e incoraggi la diffusione delle migliori pratiche e delle esperienze sulla base di ciò che è già stato realizzato ai diversi livelli,

identifichi problemi transfrontalieri nei quali potrebbe rendersi necessario il coordinamento dell'azione tra paesi vicini o al livello dell'Unione (ad esempio: trasferimento di insediamenti oppure di attività agricole o di altre attività economiche; protezione degli habitat e della biodiversità; sostegno pratico in caso di inondazioni, incendi, pandemie di grave entità, ecc.),

valuti le diverse conseguenze economiche dei cambiamenti climatici nelle diverse regioni dell'Unione e la necessità di sostenere i programmi di adattamento attraverso il Fondo di coesione o i fondi strutturali,

valuti le diverse ripercussioni dei cambiamenti climatici tra i nuclei familiari e le singole persone e tra le PMI, nonché l'adeguatezza delle modalità assicurative e di risarcimento in tutta l'UE,

individui eventuali settori nei quali iniziative o misure legislative dell'Unione potrebbero svolgere una funzione utile, ad esempio definendo standard per la valutazione dell'impatto potenziale legato ai cambiamenti climatici e risposte adeguate.

4.   Considerazioni su aspetti specifici

4.1.

Protezione delle coste — Il livello del mare si innalzerà a causa dello scioglimento dei ghiacciai e dell'aumento delle temperature marine. In alcune aeree potrebbe rendersi necessario costruire o rinforzare barriere fisiche per proteggere territori e insediamenti umani. In altre, la strategia migliore potrebbe rivelarsi il ritiro controllato e il ripristino di zone paludose a scopo protettivo, contestualmente allo spostamento degli abitanti di terreni a rischio.

4.2.

Inondazioni — I cambiamenti climatici probabilmente comporteranno andamenti meteorologici meno stabili di quelli attuali, caratterizzati da periodi di siccità più lunghi interrotti da precipitazioni più violente, che potranno causare fenomeni di deflusso rapido e inondazioni. I piani per la protezione dalle inondazioni devono pertanto essere aggiornati per adeguarsi a queste nuove condizioni meteorologiche. In alcuni casi occorreranno nuovi programmi di costruzione di opere di difesa; in altri, potrebbe rivelarsi necessaria la creazione o il ripristino di bacini idrografici o di zone inondabili atte a ricevere le acque in eccesso. In queste aree occorrerà eventualmente limitare la costruzione e prendere in considerazione il trasferimento degli abitanti.

4.3.

Risorse idriche e scarsità d'acqua — In molte parti d'Europa le risorse idriche scarseggiano già e la situazione rischia di peggiorare ulteriormente, poiché i cambiamenti climatici comportano periodi più lunghi di scarse precipitazioni e di siccità. Sarà eventualmente necessario prendere delle misure per portare nuovi fonti di acqua nelle regioni colpite (ad esempio mediante la desalinizzazione o il trasporto su lunga distanza) e per gestire con maggior efficienza l'uso dell'acqua. Devono essere potenziati gli incentivi per promuovere l'uso efficiente dell'acqua (inclusa la determinazione del prezzo). Nelle zone più duramente colpite potrebbe inoltre essere necessario scoraggiare attività quali l'agricoltura intensiva o il turismo. (Il CESE sta elaborando un parere distinto più dettagliato sulla scarsità d'acqua e la siccità.)

4.4.

In alcune regioni che stanno diventando più calde e più secche, come il Sud dell'Europa, i rischi di incendi gravi e la loro frequenza sono già in aumento e potrebbero ulteriormente intensificarsi di pari passo con l'ulteriore aumento delle temperature. Si dovranno rafforzare e coordinare meglio le misure protettive e le capacità di reazione. (Il CESE sta elaborando un parere distinto più dettagliato sulle catastrofi naturali e la protezione civile).

4.5.

Sanità pubblica — I cambiamenti climatici possono avere conseguenze in termini di sanità pubblica in molteplici modi. Possono causare un'ampia diffusione dei vettori di agenti patogeni, in particolare favorendo lo spostamento verso Nord di talune malattie prima confinate nelle zone tropicali. Gli estremi delle temperature potrebbero anche avere ripercussioni più immediate. È necessario elaborare dei piani per prepararsi a questi cambiamenti.

4.6.

Agricoltura — I cambiamenti climatici avranno ripercussioni molto forti sull'agricoltura. I mutamenti della temperatura e delle precipitazioni pregiudicheranno l'idoneità dei terreni per diversi usi agricoli e modificheranno notevolmente la qualità e quantità dei beni che possono essere prodotti e quindi anche l'economicità di diversi regimi agricoli in diverse parti d'Europa.

4.6.1.

La verifica dello stato di salute (health check) della PAC, che si terrà nel 2008, dovrebbe essere l'occasione per procedere a ulteriori cambiamenti al fine di incoraggiare gli agricoltori ad adattare le pratiche agricole ai cambiamenti climatici previsti.

4.6.2.

Occorre incentivare la ricerca agraria volta a mettere a punto nuove colture e metodi di coltivazione che si adattino meglio alle condizioni climatiche emergenti. Allo stesso modo, occorre valutare le ripercussioni che i cambiamenti climatici possono avere sulle prospettive dell'allevamento nelle varie regioni d'Europa e studiare le possibilità di combattere il propagarsi delle malattie da essi causato. (Il CESE elaborerà a breve un parere distinto più dettagliato sui cambiamenti climatici e l'agricoltura).

4.7.

Biodiversità — I cambiamenti climatici comporteranno mutamenti profondi negli habitat naturali di flora e fauna in Europa. In alcuni casi, determinate specie non saranno più in grado di sopravvivere nell'habitat modificato o saranno fortemente minacciate di estinzione. Alcune specie potrebbero riuscire a migrare in modo naturale verso nuovi habitat. Altre, per sopravvivere, dovranno venir assistite in questa fase di transizione. Le strategie ed i programmi per il mantenimento della biodiversità attualmente esistenti dovranno essere aggiornati e andranno stanziate risorse per la loro attuazione, se si vuole che questa transizione si compia senza grandi perdite di specie viventi.

4.8.

Anche gli alberi e le foreste risentiranno fortemente dei cambiamenti climatici. Alcune regioni potranno divenire meno ospitali per determinate specie arboree, mentre altre potranno di fatto divenire più accoglienti. Si dovranno adattare di conseguenza i programmi di impianto e reimpianto, cure colturali e gestione delle foreste.

4.9.

Pianificazione dell'utilizzazione del suolo — La pianificazione di insediamenti urbani o di altro tipo e quella dei trasporti e delle infrastrutture deve tenere sempre più conto dei cambiamenti di temperatura e di schemi meteorologici. Queste considerazioni devono entrare a far parte degli standard di progettazione e della prassi e formazione professionale. I singoli progetti e programmi di sviluppo dovranno ugualmente tenere conto di queste ripercussioni dei cambiamenti climatici. Si dovranno adattare in modo appropriato anche le metodologie di valutazione dell'impatto.

4.10.

Edilizia — Il settore dell'edilizia e della costruzione in genere sarà fortemente colpito dai cambiamenti climatici. Occorrono norme minime più severe in materia di efficienza energetica degli edifici, migliori standard di costruzione, ecc. Si dovrebbero inoltre rendere più facilmente accessibili ai cittadini le informazioni sulle migliori pratiche nonché su metodi, materiali e sussidi disponibili per la ristrutturazione di vecchi edifici e la costruzione di nuovi al fine di ridurre il consumo di energia e di renderli più adatti a temperature e condizioni meteorologiche variabili.

4.11.

Bilancio UE — Il CESE raccomanda di inserire nel bilancio annuale la rubrica «adattamento» per le politiche che necessitano di investimenti immediati (ad es. nei settori dell'energia, ricerca, agricoltura, trasporti, standard di costruzione, assistenza in caso di catastrofi naturali, protezione della biodiversità, politiche di sanità pubblica, ecc.). Il prossimo quadro finanziario dovrebbe assegnare una quota molto maggiore delle risorse disponibili ai programmi che si occupano di misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Anche gli Stati membri dovrebbero procedere a cambiamenti simili nei bilanci e programmi di spesa nazionali.

4.12.

Fondi strutturali — Il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione, e lo strumento di assistenza preadesione (IPA) contengono criteri per sostenere progetti nel settore ambientale, ma non menzionano esplicitamente l'adattamento ai cambiamenti climatici e spesso prevedono valutazioni d'impatto inadeguate (molti progetti nei settori dell'energia e dei trasporti sono chiaramente nocivi all'ambiente e al clima). Nelle prossime revisioni di tutti questi programmi si dovrebbe destinare una percentuale molto maggiore dei fondi disponibili al finanziamento di misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

4.13.

La Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) dovrebbero inserire i cambiamenti climatici nelle loro procedure di bilancio e nei loro criteri per la valutazione di progetti e programmi.

4.14.

Settore assicurativo — Il settore assicurativo si interessa molto ai cambiamenti climatici e valuta con crescente attenzione gli aspetti connessi a questa problematica per decidere contro quali eventi è disposto ad assicurare e a quali condizioni. L'UE e gli Stati membri dovrebbero istituzionalizzare un dialogo costante con il settore assicurativo per garantire che quest'ultimo svolga in pieno il suo ruolo per sostenere le imprese e gli altri attori sociali nell'adattarsi ai cambiamenti climatici.

4.15.

Paesi in via di sviluppo — Molti paesi in via di sviluppo avranno problemi di adattamento più gravi di quelli dell'Europa e meno risorse per affrontarli. Alcuni dei paesi meno sviluppati hanno contribuito solo in minima parte al cambiamento climatico ma saranno fra quelli che ne subiranno le conseguenze più pesanti e perciò, secondo i principi dell'equità e della giustizia, hanno tutti i diritti a ricevere cooperazione e sostegno. Essi avranno bisogno di aiuto da parte delle nazioni più sviluppate, anche sotto forma di risorse umane, tecnologiche e finanziarie, per riuscire ad adattarsi in modo adeguato. L'Europa dovrebbe assumere un ruolo di leadership sia assegnando alle misure di adattamento fondi supplementari nel contesto dei programmi di aiuto allo sviluppo collettivi e nazionali, sia aiutando la comunità finanziaria internazionale ad affrontare le sfide che l'adattamento comporta.

4.16.

Alcune regioni del mondo diventeranno molto meno adatte ad ospitare insediamenti umani (e in casi estremi potranno addirittura diventare praticamente inabitabili) a causa dell'innalzamento del livello del mare o di condizioni meteorologiche estreme. I cambiamenti climatici potrebbero causare pressioni crescenti e rafforzare il flusso migratorio da altre parti del mondo verso l'Europa o anche gli spostamenti di popolazione all'interno della stessa Europa. Le agenzie di aiuto allo sviluppo e gli altri organismi pubblici responsabili dovranno essere pronti ad aiutare i paesi in via di sviluppo a riconoscere per tempo queste situazioni e ad elaborare i programmi di reinsediamento eventualmente necessari.

4.17.

Disponiamo ancora di conoscenze parziali circa le ripercussioni potenziali e il ritmo probabile dei cambiamenti climatici a livello nazionale e locale in Europa. Saranno necessarie numerose ricerche e analisi supplementari prima di arrivare a previsioni migliori e più precise. L'Agenzia europea dell'ambiente potrebbe svolgere un ruolo utile sia fungendo da centro di coordinamento europeo per tutte le attività pertinenti del settore inerenti ricerca, monitoraggio, analisi e previsione, sia diffondendo le migliori informazioni disponibili ai decisori e ad altri attori impegnati nell'attuazione specifica delle strategie di adattamento. Il CESE stesso è pronto a dare il suo contributo per incoraggiare una comprensione più approfondita e diffusa delle ripercussioni legate ai cambiamenti climatici nelle differenti regioni d'Europa, nonché delle necessarie misure di adattamento.

4.18.

La società civile dovrà essere profondamente coinvolta nel processo di adattamento ai cambiamenti climatici. Le comunità locali, le imprese e altre organizzazioni di ogni tipo, che saranno sempre più colpite dai cambiamenti climatici, dovranno essere coinvolte anche nelle misure da attuare. I cittadini e le organizzazioni di ogni tipo hanno bisogno di acquisire una comprensione più profonda dei cambiamenti in corso e di quelli probabili nell'arco della propria vita e di quella dei loro figli. Essi hanno inoltre bisogno di comprendere molto meglio che cosa implicheranno per loro la mitigazione e l'adattamento climatico. Le conoscenze in materia dovrebbero divenire sempre più parte integrante dei programmi di studio nell'educazione formale e informale.

4.19.

Il CESE sottolinea l'importanza di coinvolgere la società civile a tutti i livelli e di comunicare con i consumatori ed il grande pubblico. Sostiene senza riserve la proposta del Libro verde di creare gruppi di lavoro settoriali con rappresentanti delle parti interessate, i quali dovrebbero contribuire a sviluppare le risposte necessarie nei settori specifici. Un compito importante di questi gruppi dovrebbe essere lo sviluppo di tecniche per valutare i livelli di rischio e verificare se le organizzazioni e le comunità sono pronte e preparate per affrontare condizioni meteorologiche estreme o altre catastrofi che possono presentarsi con maggiore intensità e frequenza man mano che i cambiamenti climatici si intensificano.

4.20.

Gli enti locali e regionali possono contribuire significativamente a questo processo, coordinando e stimolando attività al loro livello e stimolando la reazione e l'impegno dell'opinione pubblica. Le amministrazioni di tutti i livelli, inoltre, possono svolgere un fondamentale ruolo guida mediante un'adeguata progettazione dei propri edifici e delle proprie opere e grazie alle scelte operate nelle loro politiche in materia di appalti pubblici.

4.21.

Il Libro verde consiglia di creare un gruppo consultivo europeo sull'adattamento ai cambiamenti climatici, comprendente rappresentanti della società civile e del mondo scientifico e decisori politici, che fungerebbe da gruppo di esperti durante la fase di elaborazione della strategia. Il CESE può aderire a questa idea.

4.22.

Il Comitato propone inoltre che l'UE consideri la creazione di un organo di monitoraggio indipendente, con un presidente indipendente. Quest'organo sarebbe incaricato di sorvegliare i progressi dell'intera strategia sui cambiamenti climatici (adattamento e mitigazione), di riferire pubblicamente e regolarmente in merito e di segnalare tempestivamente, a seconda delle esigenze della situazione, un'eventuale tendenza a differire gli interventi rispetto agli impegni presi. Il Comitato stesso intende verificare regolarmente i progressi realizzati in questo campo.

Bruxelles, 12 dicembre 2007.

Il presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Dimitris DIMITRIADIS


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