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Document 52014IP0204

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2014 sulle attività della commissione per le petizioni relative al 2013 (2014/2008(INI))

GU C 378 del 9.11.2017, p. 35–43 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

9.11.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 378/35


P7_TA(2014)0204

Attività della commissione per le petizioni nel 2013

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2014 sulle attività della commissione per le petizioni relative al 2013 (2014/2008(INI))

(2017/C 378/04)

Il Parlamento europeo,

viste la rilevanza del diritto di petizione e l'importanza del fatto che gli organismi parlamentari siano immediatamente informati delle preoccupazioni e delle opinioni specifiche dei cittadini o residenti europei, come previsto agli articoli 24 e 227 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

viste le disposizioni della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare l'articolo 44 sul diritto di petizione al Parlamento europeo,

viste le disposizioni del trattato sul funzionamento dell'Unione europea concernenti la procedura di infrazione, in particolare gli articoli 258 e 260,

visti l'articolo 48 e l'articolo 202, paragrafo 8, del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per le petizioni (A7-0131/2014),

A.

ricordando che le petizioni ricevute nel 2013, Anno europeo dei cittadini, ammontano a 2 885, il che rappresenta un incremento del 45 % circa rispetto al 2012; constatando che nel corso dell'attuale legislatura sono state finora registrate circa 10 000 petizioni;

B.

considerando che, sebbene rimanga modesto rispetto alla popolazione dell'Unione europea, un simile dato è comunque sintomatico di uno spiccato aumento della consapevolezza del diritto di petizione e delle legittime aspettative quanto all'utilità della procedura di petizione quale mezzo per richiamare l'attenzione delle istituzioni europee e degli Stati membri sulle preoccupazioni dei singoli cittadini, delle comunità locali, delle ONG, delle associazioni di volontariato e delle imprese private;

C.

considerando che i cittadini europei sono direttamente rappresentati dall'unica istituzione dell'UE che eleggono, ovvero il Parlamento europeo; che il diritto di petizione offre loro la possibilità di rivolgersi direttamente ai loro rappresentanti;

D.

tenendo presente che il diritto di petizione migliora la capacità di risposta del Parlamento europeo nei confronti dei cittadini e dei residenti dell'Unione e può offrire nel contempo alle persone un meccanismo aperto, democratico e trasparente per ottenere, ove legittimo e giustificato, una soluzione extragiudiziale alle loro denunce, specialmente in relazione a problemi concernenti l'attuazione della legislazione europea; che le petizioni offrono un valido riscontro ai legislatori e agli organismi esecutivi a livello sia dell'UE che nazionale;

E.

considerando che si devono evitare ulteriori perdite irreparabili di biodiversità, in particolare all'interno dei siti designati Natura 2000; che gli Stati membri si sono impegnati a garantire la protezione delle zone speciali di conservazione ai sensi della direttiva Habitat (92/43/CEE) e della direttiva Uccelli (79/409/CEE); che, sebbene la Commissione possa svolgere pienamente la sua opera di controllo dell'osservanza della legislazione europea solo dopo che le autorità nazionali hanno adottato una decisione definitiva, è opportuno verificare quanto prima — soprattutto relativamente alle questioni ambientali — che le autorità locali, regionali e nazionali applichino correttamente tutti i pertinenti requisiti procedurali previsti dalla normativa dell'UE, ivi compreso il principio di precauzione;

F.

considerando che occorre accrescere la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell'Unione europea, con l'obiettivo di rafforzarne la legittimità e la responsabilità; che la procedura di petizione costituisce altresì un mezzo per verificare le tensioni che esistono all'interno delle società europee, segnatamente in periodi di crisi economica e di agitazioni sociali, come quelle generate dall'impatto del crollo dei mercati finanziari e dei sistemi bancari mondiali sui popoli europei; ricordando che, nel settembre 2013, la commissione per le petizioni ha organizzato un'audizione pubblica sul tema alla quale hanno partecipato alcuni firmatari; che numerose petizioni sulle irregolarità finanziarie e gli abusi nei confronti dei diritti dei consumatori nel settore bancario, e segnatamente sulle drammatiche conseguenze degli sgomberi forzati di intere famiglie per effetto di clausole abusive nei contratti di mutuo, hanno richiamato l'attenzione della commissione;

G.

considerando che dette petizioni trasmesse alla commissione per le petizioni hanno spesso offerto utili spunti per altre commissioni del Parlamento europeo che hanno la responsabilità di elaborare una legislazione intesa a costruire una base più sicura, solida, equa e prospera, dal punto di vista socioeconomico e ambientale, per il futuro di tutti i cittadini e i residenti europei;

H.

considerando che ogni petizione è valutata e trattata nel merito, anche se presentata da un solo cittadino o residente dell'UE, e che ogni firmatario ha il diritto di ricevere una risposta nella sua lingua;

I.

tenendo presente che, in funzione della natura e della complessità della petizione ricevuta, i tempi di trattamento e di risposta variano, ma che viene fatto il possibile per rispondere debitamente alle preoccupazioni dei firmatari entro tempi ragionevoli e in modo appropriato, in termini non solo di procedura ma anche di sostanza;

J.

considerando che i firmatari le cui petizioni sono successivamente discusse durante le regolari riunioni della commissione per le petizioni possono partecipare a pieno titolo, hanno il diritto di presentare la loro petizione corredata di informazioni più dettagliate e contribuiscono così attivamente ai lavori della commissione, fornendo informazioni aggiuntive e di prima mano ai membri della stessa, alla Commissione europea e ai rappresentanti degli Stati membri eventualmente presenti; che 185 firmatari hanno presenziato e partecipato attivamente alle decisioni della commissione nel 2013;

K.

tenendo presente che le attività della commissione per le petizioni sono interamente basate sugli spunti e i contributi ricevuti dai firmatari, unitamente agli esiti delle sue indagini relative a ciascun caso integrate all'occorrenza da ulteriori competenze della Commissione europea, degli Stati membri o di altri organi; che gli ordini del giorno della commissione per le petizioni sono organizzati e messi in ordine di priorità sulla base di decisioni prese democraticamente dai suoi membri;

L.

tenendo presente che i criteri di ammissibilità delle petizioni, stabiliti in conformità del trattato e del regolamento del Parlamento, precisano che una petizione deve riferirsi a una materia che rientra nel campo di attività dell'Unione e che concerne direttamente il firmatario; che, di conseguenza, una parte delle petizioni ricevute è dichiarata irricevibile perché non rispondente a tali criteri;

M.

considerando che il diritto di petizione è uno strumento fondamentale di partecipazione e controllo democratici da parte dei cittadini e che la sua corretta attuazione deve essere garantita dall'inizio alla fine della procedura; che tale diritto deve continuare a essere pienamente garantito, indipendentemente dagli interessi dei governi; che tale principio deve essere sostenuto in maniera esemplare a livello di Unione europea nella gestione delle petizioni all'interno del Parlamento e da parte della Commissione;

N.

considerando che i criteri sopraindicati sono stati collaudati dinanzi ai tribunali e che le sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea, ad esempio nella causa T-308/07, hanno suffragato i criteri inerenti al diritto di petizione e il fatto che le dichiarazioni concernenti le petizioni inammissibili devono essere ben fondate e necessitano di una motivazione della commissione nella sua successiva corrispondenza con il firmatario; considerando altresì, ad esempio, le cause T-280/09 e T-160/10, riguardanti petizioni che possono essere ritenute troppo vaghe nel contenuto;

O.

considerando che, oltre all'impatto della crisi sui cittadini e sui residenti europei, altre principali fonti di preoccupazione per i firmatari riguardano il diritto ambientale (specialmente le questioni relative alla gestione dei rifiuti e delle acque), i diritti fondamentali (in particolare i diritti dei minori e delle persone con disabilità e le problematiche legate alla salute), il diritto alla proprietà personale e immobiliare, la libera circolazione delle persone, diverse forme di discriminazione, in particolare per motivi etnici, culturali o linguistici, i visti, l'immigrazione e l'occupazione, nonché l'applicazione della giustizia, la presunta corruzione, i ritardi nelle procedure legali e molti altri settori di attività;

P.

considerando che, siccome molti firmatari, specialmente appartenenti alle fasce più giovani della popolazione, utilizzano ampiamente i media sociali come canale di comunicazione, la commissione per le petizioni ha sviluppato una propria rete con il patrocinio del Parlamento europeo ed è regolarmente seguita da un numero crescente di persone sui principali media sociali, che sono particolarmente attivi e ritenuti utili al momento delle riunioni della commissione; considerando che anche la newsletter della commissione, il PETI Journal, ha un notevole numero di abbonati regolari (attualmente 1 500);

Q.

considerando che, in questo stesso contesto, la commissione per le petizioni ha lavorato insieme ai servizi competenti del Parlamento europeo per elaborare un nuovo portale internet multilingue, che sostituisce il precedente strumento elettronico, più limitato, di presentazione delle petizioni sul sito del Parlamento europeo; che il nuovo portale è concepito per aumentare l'efficienza amministrativa, migliorando nel contempo la trasparenza e l'interattività della procedura di petizione a vantaggio dei firmatari, dei deputati al Parlamento europeo e del pubblico in generale;

R.

ricordando in tale contesto la posizione che ha sostenuto nella relazione annuale 2012, in cui si era detto deciso a rendere la procedura di petizione più efficiente, trasparente e imparziale, salvaguardando nel contempo i diritti di partecipazione dei membri della commissione per le petizioni di modo che il trattamento delle petizioni sia all'altezza di qualsiasi riesame giudiziario anche sul piano procedurale;

S.

considerando che la commissione per le petizioni continua a interessarsi attivamente alle modalità di applicazione del regolamento relativo all'iniziativa dei cittadini europei ed è consapevole delle molte debolezze e della natura alquanto farraginosa del quadro giuridico esistente, che non traduce integralmente lo spirito delle disposizioni del trattato in materia, nonostante gli sforzi compiuti dalla commissione per gli affari costituzionali e dalla commissione per le petizioni al momento della sua elaborazione; che, in virtù della clausola di revisione, il Parlamento è tenuto ad aprire il dibattito sulla revisione di detto regolamento tre anni dopo la sua entrata in vigore;

T.

considerando che le disposizioni del regolamento sull'iniziativa dei cittadini europei concernenti l'organizzazione di un'audizione pubblica nei locali del Parlamento ai fini del successo dell'iniziativa saranno presto attuate, coinvolgendo la commissione competente per il merito sull'argomento dell'iniziativa, accanto alla commissione per le petizioni, in conformità del regolamento del Parlamento e delle norme di attuazione adottate dall'Ufficio di presidenza;

U.

considerando il prezioso ruolo delle missioni conoscitive relative alle petizioni in esame, che la commissione per le petizioni organizza regolarmente sulle problematiche cui ha attribuito una specifica priorità, e la necessità che le relazioni su tali missioni siano della massima qualità e credibilità ed elaborate in un quadro di leale collaborazione, per portare a un auspicabile consenso tra i partecipanti; che nel 2013 sono state svolte missioni in Spagna (due volte), Polonia, Danimarca e Grecia; che una maggiore flessibilità delle modalità pratiche di tali missioni, segnatamente per quanto concerne le settimane ammissibili, contribuirebbe ad aumentarne ancora il successo, in particolare per quanto riguarda la disponibilità dei membri e la riduzione dei rischi di cancellazione;

V.

tenendo presenti le responsabilità della commissione per le petizioni in relazione all'ufficio del mediatore europeo, che è responsabile dell'esame delle denunce dei cittadini dell'UE sulla possibile cattiva amministrazione in seno alle istituzioni e agli organi dell'Unione, e su cui essa redige anche una relazione annuale basata sulla relazione annuale stessa del mediatore; che nel 2013 la commissione ha partecipato attivamente all'organizzazione dell'elezione di un nuovo mediatore europeo, a seguito del pensionamento dell'allora titolare della carica, Nikiforos Diamandouros;

W.

considerando che, sebbene i deputati al Parlamento europeo abbiano eletto un nuovo mediatore europeo, Emily O' Reilly, che ha assunto le sue funzioni il 1o ottobre 2013, una nuova elezione dovrà avere luogo all'inizio della nuova legislatura, come previsto dall'articolo 204 del regolamento; che sarebbe auspicabile garantire la pubblicazione in tempi ragionevoli di norme chiare e trasparenti per la procedura, che chiariscano ulteriormente la responsabilità della commissione per le petizioni in tale processo e garantiscano un'adeguata trasparenza dell'elezione, segnatamente tramite uno strumento web dedicato e migliorato;

X.

considerando che la commissione per le petizioni fa parte della rete dei difensori civici europei, che comprende alcune commissioni per le petizioni dei parlamenti nazionali, ove esistenti; che è importante mettere ulteriormente in luce la cooperazione tra le commissioni per le petizioni e, ove sia utile, rafforzarla ulteriormente; che il Parlamento potrebbe ricoprire un ruolo centrale in tale sviluppo, nell'interesse dei cittadini europei;

Y.

considerando che la commissione per le petizioni intende essere uno strumento utile e trasparente al servizio dei cittadini e dei residenti europei, che esercita il controllo democratico su molti aspetti dell'attività dell'Unione europea, specialmente riguardo alla messa in atto del diritto dell'UE da parte delle autorità nazionali; che, sulla base delle petizioni ricevute, la commissione può contribuire ulteriormente, da un lato, a un'applicazione più coerente e coordinata della legislazione dell'UE e, dall'altro, al miglioramento della legislazione futura di quest'ultima richiamando l'attenzione sugli insegnamenti che bisognerebbe trarre dal contenuto delle petizioni ricevute;

Z.

considerando che la presente relazione è l'ultima relazione annuale della commissione per le petizioni della 7a legislatura del Parlamento europeo, e che per questo motivo vi sono descritte le attività svolte dalla commissione nel 2013, vi è esaminata l'intera legislatura e valutata la misura in cui la commissione per le petizioni è riuscita a soddisfare le aspettative dei cittadini, dopo l'entrata in vigore del trattato di Lisbona;

1.

riconosce il ruolo sostanziale e fondamentale che la commissione per le petizioni svolge nel difendere e promuovere i diritti dei cittadini e dei residenti dell'UE, garantendo che, per il tramite della procedura di petizione, siano meglio riconosciute le preoccupazioni dei firmatari e siano risolte, laddove possibile ed entro tempi ragionevoli, le loro rimostranze legittime;

2.

è deciso a rendere la procedura di petizione più efficiente, più trasparente e più imparziale, nel rispetto dei diritti di partecipazione dei membri della commissione per le petizioni, di modo che il trattamento delle petizioni possa superare i controlli giudiziari anche a livello procedurale;

3.

sottolinea che la commissione per le petizioni, così come altri organi e altre istituzioni quali le commissioni d'inchiesta e il mediatore europeo, riveste un ruolo autonomo e ben definito come punto di contatto per ogni singolo cittadino; rileva che tali organi, insieme all'iniziativa dei cittadini europei, costituiscono strumenti fondamentali per un'Unione europea democratica e la creazione di un demo europeo, e che devono essere garantiti il corretto accesso ad essi e il loro funzionamento affidabile;

4.

sottolinea che, nel corso dell'attuale legislatura, la commissione per le petizioni ha raccolto la sfida di soddisfare le aspettative dei cittadini dell'Unione europea; sottolinea l'importanza del diretto coinvolgimento dei cittadini nelle attività del Parlamento e del trattamento specifico che i membri della commissione riservano alle loro preoccupazioni, proposte o denunce; mette in evidenza la quantità di lavoro svolto per porre rimedio ad eventuali violazioni dei diritti dei cittadini cooperando con le autorità nazionali, regionali e locali su questioni connesse all'applicazione del diritto europeo, mantenendo nel contempo un ruolo essenziale in termini di ricostituzione del legame con i cittadini europei, rafforzamento della legittimità democratica e responsabilità del processo decisionale dell'UE;

5.

ricorda il ruolo significativo che la Commissione ha svolto nell'assistere il trattamento dei casi sollevati dalle petizioni; ritiene che le indagini della Commissione in rapporto alle petizioni dovrebbero essere più approfondite e guardare alla sostanza dei casi qualora questi attengano alla legislazione dell'UE; sottolinea l'importanza della trasparenza di tali processi e di un adeguato accesso del pubblico ai documenti pertinenti e alle informazioni connesse al caso trattato;

6.

sottolinea l'importanza di un monitoraggio proattivo e di interventi preventivi tempestivi da parte della Commissione, quando vi siano prove fondate del fatto che alcuni progetti pianificati e pubblicati possono violare la normativa dell'UE;

7.

rileva la varietà di aree tematiche chiave che formano oggetto delle petizioni dei cittadini, quali i diritti fondamentali, il mercato interno, il diritto ambientale, le questioni di sanità pubblica, il benessere dell'infanzia, il settore dei trasporti e dell'edilizia, la legge spagnola sulle coste, il nuovo regolamento sulla buona amministrazione, le persone con disabilità, la discriminazione sulla base dell'età, l'accesso del pubblico ai documenti, le scuole europee, l'unione fiscale, l'industria siderurgica, i diritti degli animali e molte altre;

8.

ritiene che le petizioni rientranti in tali aree tematiche siano testimonianza del fatto che si verificano ancora di frequente situazioni di recepimento insoddisfacente della legislazione dell'UE o di applicazione scorretta del diritto;

9.

ritiene che sia importante rafforzare la collaborazione con i parlamenti e i governi degli Stati membri, sulla base della reciprocità e, se necessario, incoraggiare le autorità nazionali a recepire e applicare la legislazione dell'UE con assoluta trasparenza; sottolinea l'importanza della collaborazione tra la Commissione e gli Stati membri e si rammarica della negligenza di alcuni Stati membri per quanto attiene al pieno recepimento e alla piena applicazione della legislazione europea, segnatamente in campo ambientale;

10.

ricorda che la commissione per le petizioni considera ricevibili petizioni che sono connesse ai principi e al contenuto del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, come parte integrante della sua attività, e conduce indagini sul merito di ciascun caso; ricorda che la Commissione si è spesso sentita incapace di intervenire quando richiesto dalla commissione per le petizioni a motivo dell'articolo 51 della Carta; sottolinea che le aspettative dei cittadini sono molto più ampie di quanto non consentano le disposizioni strettamente giuridiche della Carta;

11.

si congratula con la commissione per il lavoro svolto in relazione alle petizioni che ha ricevuto riguardo a questioni connesse alla disabilità, che hanno registrato un notevole incremento nel 2013; prende atto degli sforzi profusi per garantire il successo del lancio del quadro dell'UE a norma dell'articolo 33 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, processo nel quale la commissione per le petizioni ha affiancato la Commissione, l'Agenzia per i diritti fondamentali e il Forum europeo sulla disabilità; rileva inoltre che la commissione è disposta a continuare a sostenere tale attività; si rammarica del fatto che, successivamente, la partecipazione della commissione per le petizioni al quadro della Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità sia stata interrotta e che essa sia stata sostituita da commissioni legislative con competenze anche in questo settore; ritiene che tale decisione sia scaturita da un'interpretazione erronea delle funzioni attribuite nell'ambito di detto quadro;

12.

constata la notevole attenzione prestata ad alcune petizioni corredate di numerose firme e riguardanti la proposta di creare un nuovo aeroporto a Notre-Dame-des-Landes, vicino a Nantes; riconosce che sono stati ricevuti contributi significativi da parte di firmatari che si oppongono al progetto per motivi ambientali, e che è anche pervenuta una petizione firmata da un consistente numero di persone favorevoli al progetto; osserva che ciò ha innescato un'intensa discussione in commissione, cui hanno partecipato le autorità francesi, il Direttore generale «Ambiente» della Commissione e i principali firmatari; è del parere che tali importanti discussioni non soltanto migliorino la consapevolezza pubblica e consentano ai cittadini di partecipare attivamente e legittimamente, ma che permettano altresì di chiarire vari aspetti controversi legati al progetto, presumibilmente in conflitto con il diritto dell'UE, e di individuare soluzioni che consentono un adeguato rispetto del diritto europeo, quale dovrebbe essere applicato in simili circostanze;

13.

riconosce che nel 2013 numerosi firmatari hanno espresso la loro apprensione dinanzi alle palesi ingiustizie verificatesi in Danimarca durante le procedure amministrative e giudiziarie relative alla separazione e al divorzio di genitori, nonché alla conseguente custodia dei figli minorenni; osserva in tale contesto che, nel caso delle coppie a doppia cittadinanza, vi sono esempi lampanti di discriminazione fondata sulla nazionalità a favore del coniuge dello Stato membro in cui si svolgono i procedimenti e a danno del coniuge non cittadino di detto Stato, con gravi ripercussioni spesso molto negative e drammatiche sui diritti dei bambini; sottolinea in tale contesto le gravi violazioni dei diritti fondamentali sia dei firmatari che dei figli; osserva che la commissione per le petizioni ha compiuto una missione conoscitiva per indagare direttamente su tali denunce in Danimarca, dove la situazione sembra essere particolarmente grave; osserva altresì che si sono registrati anche alcuni casi in altri paesi, segnatamente in Germania (soprattutto casi riguardanti le azioni dello Jugendamt), Francia e Regno Unito;

14.

ricorda le indagini condotte, nel corso della legislatura, sulla base delle petizioni ricevute in merito alle conseguenze della mancata attuazione della direttiva quadro sui rifiuti, nonché la relazione approvata sul tema; ricorda le raccomandazioni riguardanti la mancanza di un corretto processo decisionale riguardo alle discariche e ai relativi effetti sulle popolazioni locali; sottolinea che la situazione è lungi dall'essere stata risolta, considerate la petizioni che sono state discusse successivamente, segnatamente in relazione al persistere di incendi tossici provocati da rifiuti industriali altamente inquinanti in alcune zone della Campania, e alla mancanza di trasparenza riguardo ai piani e alla gestione istituzionale degli ultimi mesi nel Lazio, dopo la prevista chiusura della discarica di Malagrotta, che è attualmente oggetto di indagini giudiziarie di alto livello; ricorda l'importante missione conoscitiva effettuata in Grecia nell'autunno 2013 sul medesimo tema, che ha attirato l'attenzione sulle lacune nell'applicazione delle pertinenti direttive in tema di rifiuti, la mancanza di progressi nella gestione dei rifiuti per quanto riguarda i piani e i sistemi che si collocano nella parte superiore della gerarchia dei rifiuti, come pure l'impatto sulla salute delle popolazioni in talune zone della Grecia; rileva che di recente sono state presentate varie altre petizioni sulle carenze riscontrate nella gestione dei rifiuti in altri Stati membri, e in particolare nella regione di Valencia, in Spagna, e nel Regno Unito;

15.

prende atto della relazione della missione conoscitiva compiuta in Polonia e relativa alla proposta di creare una miniera a cielo aperto in Bassa Slesia; accoglie con favore le intense discussioni con firmatari e autorità nazionali tenutesi in tale occasione sulla possibile esplorazione e il possibile sfruttamento delle riserve di gas di scisto, su cui la commissione ha già tenuto un seminario nel 2012;

16.

evidenzia il lavoro estremamente costruttivo svolto dall'intera commissione per quanto concerne le petizioni ricevute in merito alla legge spagnola sulla gestione delle coste (Ley de Costas), in termini di esiti e conclusioni della missione conoscitiva e di cooperazione sia con i firmatari che con le autorità nazionali responsabili; ricorda che la commissione ha costituito uno gruppo speciale di lavoro ad hoc per esaminare più dettagliatamente questa complessa problematica e assicurare il collegamento con i numerosi firmatari interessati; riconosce che, sebbene nella nuova normativa approvata dal parlamento spagnolo siano stati ottenuti alcuni miglioramenti per i firmatari; chiede alla Commissione di continuare a monitorare attivamente la questione;

17.

plaude al fatto che, durante la missione conoscitiva in Galizia svoltasi nel mese di febbraio 2013, si siano tenute approfondite discussioni con i firmatari e le autorità regionali in merito a questioni relative all'assenza di idonei impianti di depurazione delle acque reflue nella regione; ratifica le conclusioni e le raccomandazioni presentate nella relazione della missione conoscitiva, approvata dalla commissione per le petizioni in data 17 dicembre 2013, per quanto riguarda la necessità di proseguire gli sforzi per giungere a una pulizia e una rigenerazione complete delle rías oggetto della visita;

18.

sottolinea l'importanza dell'obbligo di presentare relazioni della commissione; richiama l'attenzione sulle diverse risoluzioni adottate nel 2013 sotto forma di relazioni, come la relazione speciale del Mediatore europeo sul trattamento da parte della Commissione delle carenze nella valutazione d'impatto ambientale del progetto di ampliamento dell'aeroporto di Vienna, oltre alla relazione annuale sulle attività del Mediatore europeo nel loro complesso; sottolinea l'importante contributo fornito dalla commissione sotto forma di pareri alle commissioni competenti grazie all'esperienza acquisita trattando molti casi concreti nel corso degli anni, con particolare riferimento alla revisione della direttiva VIA e al parere sull'ubicazione delle sedi delle istituzioni dell'Unione europea; ritiene che, grazie a tali documenti, la commissione per le petizioni possa portare all'attenzione dell'Aula le questioni che rivestono importanza per i cittadini europei;

19.

ricorda che a norma dell'articolo 202, paragrafo 2, la commissione per le petizioni ha facoltà non solo di presentare all'Aula relazioni di iniziativa non legislative su questioni oggetto di varie petizioni, ma anche di presentare brevi proposte di risoluzione da sottoporre al voto in Aula in relazione a questioni urgenti;

20.

ritiene che l'organizzazione di audizioni pubbliche sia uno strumento estremamente importante per esaminare le problematiche sollevate dai firmatari; richiama l'attenzione sullo svolgimento dell'audizione pubblica relativa all'impatto della crisi sui cittadini europei e al potenziamento del coinvolgimento democratico nella governance dell'Unione, nonché dell'audizione pubblica relativa alla massima valorizzazione della cittadinanza dell'UE, che hanno analizzato le preoccupazioni sollevate su entrambi i punti dai cittadini dell'UE sulla base delle petizioni ricevute; ritiene che le informazioni fornite nelle petizioni dimostrino le conseguenze personali che le misure di austerità hanno avuto sui diritti dei firmatari, oltre a mettere in evidenza il ruolo e l'impegno maggiori della società civile; riconosce che, per far fronte alla futura sfida finanziaria, l'Europa necessita di una governance economica credibile, visibile e responsabile; sottolinea l'importanza di combattere i rimanenti ostacoli al godimento da parte dei cittadini dell'Unione dei diritti previsti dal diritto dell'UE, nonché di promuovere la loro partecipazione politica alla vita dell'Unione;

21.

ritiene fondamentale, ai fini del proprio lavoro su determinati temi, utilizzare altre forme di attività quali le interrogazioni parlamentari con richiesta di risposta orale esaminate durante le tornate; ricorda che esse costituiscono uno strumento diretto di controllo parlamentare nei confronti delle altre istituzioni e degli altri organi dell'Unione europea; fa notare che si è avvalso di tale diritto nove volte nel corso del 2013 presentando interrogazioni concernenti, ad esempio, le disabilità, il benessere degli animali, la gestione dei rifiuti e l'iniziativa dei cittadini europei; esprime profondo rammarico per il fatto che alcune delle iniziative proposte dalla commissione siano lasciate in attesa per diversi mesi prima di essere discusse in Aula, impedendo in tal modo di dare voce e una risposta diretta della Commissione alle ricorrenti preoccupazioni dei cittadini dell'UE;

22.

osserva il costante afflusso di corrispondenza dai cittadini che si rivolgono al Parlamento alla ricerca di soluzioni per questioni che esulano dalla sfera di competenza dell'UE, conformemente all'articolo 227 del trattato e all'articolo 51 della Carta dei diritti fondamentali; invita a trovare soluzioni migliori per la gestione delle richieste dei cittadini, tenendo al contempo in considerazione gli obblighi del Parlamento per quanto concerne la corrispondenza con gli stessi; si rammarica, in questo senso, che i servizi competenti del Parlamento non abbiano dato seguito alla risoluzione del Parlamento del 21 novembre 2012 sulle attività della commissione per le petizioni nel 2011 per quanto concerne le istanze dei cittadini relative a questioni che esulano dalla sfera di competenza dell'UE;

23.

riconosce che le problematiche ambientali rimangono una priorità per i firmatari, sottolineando in tal modo che gli Stati membri continuano a essere carenti in tale ambito; osserva che molte petizioni sono incentrate su tematiche di sanità pubblica, quali ad esempio la gestione dei rifiuti, la sicurezza dell'acqua, l'energia nucleare e gli animali protetti; sottolinea che molte petizioni riguardano nuovi e imminenti progetti che presentano un rischio maggiore di ripercussioni sui suddetti settori; ricorda che, se da un lato gli Stati membri si adoperano per far fronte a tali situazioni, dall'altro lato è evidente che il conseguimento di una soluzione duratura è ancora difficoltoso; segnala il caso delle acciaierie ILVA di Taranto, che è fonte di grandi preoccupazioni a causa del grave deterioramento delle condizioni ambientali e della salute della popolazione locale; esorta la Commissione a ricorrere ai meccanismi di cui dispone per garantire, per quanto possibile, il rispetto immediato della legislazione ambientale dell'Unione da parte delle autorità italiane;

24.

invita la commissione per le petizioni a continuare a valutare le ripercussioni della giurisprudenza relativa alla Radio televisione ellenica (Ellinikí Radiofonía Tileórasi, ERT) sull'interpretazione dell'articolo 51 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nonché le conseguenze per quanto concerne le petizioni, e a indagare su quali ostacoli effettivi incontrino i cittadini dell'Unione che chiedono pronunce pregiudiziali della Corte di giustizia al fine di ottenere un'interpretazione affidabile delle questioni fondamentali del diritto europeo nelle cause avviate dinanzi ai tribunali nazionali;

25.

plaude all'attuazione dell'iniziativa dei cittadini europei (ICE), avvenuta il 1o aprile 2012, alla registrazione della prima ICE dedicata alle politiche per la gioventù europea — Fraternité 2020, e al recente buon esito dell'ICE dedicata al diritto all'acqua; ritiene che l'iniziativa costituisca il primo strumento di democrazia partecipativa transnazionale, che darà ai cittadini l'opportunità di essere coinvolti attivamente nella definizione delle politiche e delle normative europee; ribadisce il proprio impegno a partecipare all'organizzazione di audizioni pubbliche che garantiscano il buono esito delle iniziative dei cittadini europei, con il coinvolgimento attivo di tutte le commissioni parlamentari interessate; sottolinea la necessità di riesaminare periodicamente lo stato delle iniziative dei cittadini europei, al fine di migliorare la procedura riducendo al contempo la burocrazia e altri ostacoli; è consapevole che le prime audizioni parlamentari relative alle prime ICE di successo, che si terranno nel 2014, rivestono un ruolo essenziale al fine di definire norme procedurali elevate e rispondere alle aspettative dei cittadini riguardo all'esercizio di tale diritto in futuro, e si impegna ad accordare priorità, a livello istituzionale, alla garanzia di un processo partecipativo efficace;

26.

si compiace della decisione della Commissione di dichiarare il 2013 «Anno europeo della cittadinanza» al fine di fornire preziose informazioni e accrescere la comprensione dei cittadini europei in merito ai loro diritti e agli strumenti democratici di cui dispongono per farli valere; ritiene che l'«Anno europeo della cittadinanza» dovrebbe essere utilizzato per un'ampia diffusione di informazioni sulla nuova iniziativa dei cittadini europei, fornendo quindi orientamenti chiari e comprensibili intesi a ridurre l'alto tasso di irricevibilità, comparabile a quello che si osserva tuttora nel campo delle petizioni; esprime la convinzione che il portale web per le petizioni costituisca un concreto e valido contributo da parte del Parlamento a favore dei cittadini europei;

27.

invita la Commissione, in quanto custode dei trattati, a garantire che sia posto rimedio all'attuale inadeguata attuazione del diritto dell'UE, di cui è indice il numero di petizioni presentate al Parlamento, onde consentire ai cittadini dell'Unione di beneficiare appieno dei loro diritti;

28.

invita la Commissione a proporre atti legislativi volti a risolvere i problemi legati al reciproco riconoscimento dei documenti di stato civile, nel rispetto delle competenze degli Stati membri;

29.

deplora il fatto che, quando esercitano il loro diritto alla libera circolazione, i cittadini europei continuino a riscontrare frequenti difficoltà dovute all'applicazione scorretta delle norme riguardanti il mercato interno da parte delle amministrazioni pubbliche;

30.

deplora il fatto che recentemente le relazioni sulle missioni conoscitive e altri documenti non siano stati tradotti nelle lingue ufficiali dell'UE e in particolare nelle lingue nazionali dei firmatari;

31.

riconosce l'importante ruolo svolto dalla rete SOLVIT, che individua e risolve regolarmente problemi legati all'attuazione della normativa in materia di mercato interno; esorta a rafforzare tale strumento e a garantire una cooperazione più attiva tra la commissione per le petizioni e la rete SOLVIT; ricorda che il 2013 è stato l'Anno europeo della cittadinanza e rende omaggio agli organi e alle istituzioni dell'Unione europea e degli Stati membri che, nel corso dell'anno, hanno pubblicizzato maggiormente i servizi forniti ai cittadini e ai residenti europei, alla luce dei principi contenuti nei trattati e di quanto illustrato nella presente relazione;

Nuovi orizzonti e rapporti con le altre istituzioni

32.

sottolinea l'importanza di rendere più efficace il lavoro svolto da questa commissione all'interno del Parlamento innalzandone il profilo di commissione di controllo; invita la neoeletta commissione per le petizioni a nominare i relatori annuali interni sulle principali politiche di interesse dei firmatari europei e a intensificare la cooperazione con le altre commissioni parlamentari invitando sistematicamente i loro membri ai dibattiti della commissione per le petizioni che riguardano il loro rispettivo ambito di competenza legislativa; invita le altre commissioni parlamentari a coinvolgere maggiormente la commissione per le petizioni, in qualità di commissione per parere, nelle relazioni di attuazione e negli altri strumenti intesi a monitorare il corretto recepimento e attuazione o l'eventuale revisione della legislazione europea negli Stati membri; sottolinea l'importanza, anche alla luce del numero crescente di petizioni ricevute e degli impegni che ne derivano, di garantire alla commissione per le petizioni uno status di commissione «deneutralizzata» in seno al Parlamento; invita a dedicare più tempo al lavoro svolto dalla commissione per le petizioni;

33.

sottolinea che è necessario rafforzare la collaborazione della commissione per le petizioni con le altre istituzioni e organi dell'UE, nonché con le autorità nazionali degli Stati membri; ritiene che sia importante promuovere il dialogo strutturato e la cooperazione sistematica con gli Stati membri, segnatamente con le commissioni per le petizioni dei parlamenti nazionali, ad esempio organizzando riunioni periodiche con i presidenti di tutte le commissioni per le petizioni nazionali; è del parere che la creazione di un simile partenariato consentirà lo scambio ottimale di esperienze e pratiche nonché un rinvio più sistematico ed efficiente delle petizioni al livello e all'organismo competente, e in ultima istanza avvicinerà il Parlamento alle preoccupazioni dei cittadini europei; plaude all'istituzione della commissione paritetica Oireachtas per le indagini, la vigilanza e le petizioni in Irlanda e agli utili legami da essa instaurati con il Parlamento europeo nel corso di quest'anno, al fine di fornire un servizio ancora migliore ai cittadini; rileva che i parlamenti di altri Stati membri stanno attualmente valutando la possibilità di creare commissioni per le petizioni o organismi affini, e che alcuni dispongono di altre procedure per esaminare le petizioni;

34.

chiede alla Commissione di riconoscere debitamente il ruolo delle petizioni nel controllo dell'effettiva applicazione del diritto dell'Unione, dal momento che le petizioni sono in genere i primi indicatori del fatto che gli Stati membri sono in ritardo nell'attuazione dei provvedimenti giuridici; invita il Parlamento europeo a raccomandare, nel suo accordo interistituzionale con la Commissione, di ridurre il tempo di risposta alle richieste della commissione per le petizioni e di informarla altresì in merito agli sviluppi nelle procedure di infrazione direttamente connesse alle petizioni; ritiene, in generale, che le istituzioni europee dovrebbero fornire maggiori informazioni ed essere più trasparenti nei confronti dei cittadini dell'UE, al fine di contrastare la crescente percezione di deficit democratici;

35.

sottolinea che la stretta cooperazione con gli Stati membri è essenziale per le attività della commissione per le petizioni; incoraggia gli Stati membri a svolgere un ruolo proattivo nella risposta alle petizioni concernenti l'applicazione e il rispetto della legislazione europea, e attribuisce estrema importanza alla presenza e all'attiva cooperazione di loro rappresentanti alle riunioni della commissione per le petizioni; è deciso a mantenere una stretta cooperazione e comunicazione tra le istituzioni dell'UE e i cittadini;

36.

sottolinea l'importanza di una collaborazione rafforzata con il Mediatore europeo concludendo un nuovo accordo interistituzionale; evidenzia che è importante coinvolgere il Parlamento europeo nella rete dei difensori civici nazionali; plaude agli eccellenti rapporti nel quadro istituzionale tra il Mediatore e la commissione per le petizioni; apprezza, in particolare, i regolari contributi del Mediatore alle attività della commissione nel corso dell'intera legislatura; ricorda che non tutti i cittadini dell'UE dispongono di un difensore civico nazionale, il che significa che non tutti i cittadini dell'UE dispongono di pari possibilità di ricorso; è del parere che un Ufficio nazionale del difensore civico in ciascuno Stato membro nell'ambito della rete europea dei difensori civici garantirebbe un considerevole sostegno al Mediatore europeo;

Metodi di lavoro

37.

invita i deputati al Parlamento europeo membri della commissione per le petizioni ad adottare norme interne definitive intese a garantire la massima efficienza e apertura nelle attività svolte dalla commissione e a presentare proposte per rivedere in tal senso il regolamento del Parlamento europeo, al fine di consolidare i continui tentativi effettuati nel corso dell'intera settima legislatura per migliorare i metodi di lavoro; invita la commissione per le petizioni ad adottare un calendario chiaro per la procedura relativa alle petizioni al fine di accelerare il loro ciclo di vita nel Parlamento europeo e di rendere l'intera procedura ancora più trasparente e democratica; sottolinea che tale esercizio potrebbe dare origine a un ciclo di vita definito per le petizioni, dalla registrazione fino all'archiviazione finale nel Parlamento europeo, analogamente ai termini esistenti per i lavori sui fascicoli legislativi e non legislativi; ritiene che tali scadenze debbano creare un meccanismo di allerta che attiri automaticamente l'attenzione dei deputati sulle petizioni in relazione alle quali non vi siano stati interventi o corrispondenza per un tempo prolungato, onde evitare che le vecchie petizioni restino aperte per anni senza alcuna valida ragione; ricorda che le missioni conoscitive sono uno dei principali strumenti investigativi della commissione per le petizioni, per cui è necessaria un'urgente revisione delle norme pertinenti onde consentire ai deputati neoeletti di effettuare missioni efficaci e di riferire rapidamente ai firmatari e alla commissione in merito agli esiti e alle raccomandazioni;

38.

accoglie favorevolmente la presenza delle autorità pubbliche dello Stato membro interessato, nonché di altre parti interessate, alle riunioni della commissione per le petizioni; sottolinea che la commissione per le petizioni è l'unica a offrire sistematicamente una piattaforma che permette ai cittadini di illustrare le proprie preoccupazioni direttamente ai deputati al Parlamento europeo e che consente un dialogo tra le istituzioni dell'UE, le autorità nazionali e i firmatari; propone, al fine di agevolare l'organizzazione delle riunioni e di ridurre le spese di viaggio in futuro, che la commissione per le petizioni e l'amministrazione del Parlamento prendano in considerazione la possibilità che i firmatari o le autorità pubbliche partecipino alle riunioni mediante videoconferenza o sistemi analoghi;

39.

prende atto del numero crescente di petizioni nel corso della legislatura e rinnova la sua viva preoccupazione per i ritardi e i tempi di risposta ancora troppo lunghi in tutte le fasi della procedura, dalla registrazione all'ammissibilità; invita a dotare l'Unità ricevimento e deferimento dei documenti ufficiali e la segreteria della commissione per le petizioni, diun ulteriore amministratore con formazione giuridica, affinché possa formulare raccomandazioni ed esprimersi sul fatto se la petizione rientri o meno nelle aree di competenza del diritto europeo; ritiene che tali raccomandazioni, insieme alle sintesi delle petizioni, dovrebbero essere fornite ai deputati dapprima solo in inglese e successivamente tradotte in tutte le lingue ufficiali soltanto all'atto della pubblicazione, al fine di accelerare ulteriormente le prime decisioni sull'ammissibilità; auspica che il lancio del nuovo portale web per le petizioni riduca il numero di richieste contestabili che talvolta sono registrate come petizioni;

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40.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione e la relazione della commissione per le petizioni al Consiglio, alla Commissione, al Mediatore europeo, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alle loro commissioni per le petizioni, nonché ai loro difensori civici nazionali o analoghi organi competenti.


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