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Document 52013IE1979

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Strumenti statistici per misurare il volontariato (parere d'iniziativa)

    GU C 170 del 5.6.2014, p. 11–17 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    5.6.2014   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 170/11


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Strumenti statistici per misurare il volontariato (parere d'iniziativa)

    2014/C 170/02

    Relatore: PATER

    Il Comitato economico e sociale europeo, in data 14 febbraio 2013, ha deciso, conformemente all'articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno, di elaborare un parere di iniziativa sul tema:

    Strumenti statistici per misurare il volontariato.

    La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 14 novembre 2013.

    Alla sua 494a sessione plenaria, dei giorni 10 e 11 dicembre 2013 (seduta del 10 dicembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 109 voti favorevoli, 1 voto contrario e 5 astensioni.

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1

    Tenuto conto del fatto che il volontariato rappresenta:

    1.1.1

    un importante motore di crescita inclusiva, che contribuisce alla creazione di capitale sociale e umano e favorisce la solidarietà intergenerazionale, rivestendo inoltre un significativo valore economico;

    1.1.2

    un fattore chiave in molte politiche sociali e un indicatore dell'impatto delle politiche pubbliche, che va misurato e monitorato accuratamente per fornire ai decisori le informazioni e conoscenze loro necessarie;

    1.1.3

    un tema di ricerca che attualmente viene affrontato in maniera inadeguata, tramite indagini incoerenti e riduttive che omettono aspetti quali l'assistenza volontaria fornita direttamente alle persone al di fuori di qualsiasi struttura organizzativa e trascurano il valore economico del volontariato.

    1.2

    Il Comitato invita la Commissione europea a:

    1.2.1

    garantire le condizioni per intraprendere lavori metodologici e studi pilota intesi a definire i principi per la conduzione di ricerche sul volontariato da parte degli istituti di statistica nazionali degli Stati membri dell'UE, servendosi a questo fine del Manuale sulla misurazione del lavoro volontario pubblicato dall'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e delle esperienze maturate finora dai paesi che hanno già condotto ricerche applicando le soluzioni raccomandate in tale manuale;

    1.2.2

    elaborare, entro pochi anni, una metodologia uniforme per le ricerche sul lavoro volontario, e adottarla, con opportuno regolamento, per condurre ricerche regolari negli Stati membri;

    1.2.3

    prendere misure che, in attesa dell'adozione del regolamento, incoraggino gli istituti di statistica degli Stati membri a partecipare alle ricerche sul lavoro volontario;

    1.2.4

    raccogliere e rendere accessibili informazioni coerenti risultanti dalle ricerche sul volontariato condotte dai singoli Stati membri o a livello dell'UE;

    1.2.5

    introdurre misure giuridiche vincolanti a livello dell'UE e degli Stati membri che consentano al settore non profit di cofinanziare sovvenzioni pubbliche con il valore economico del lavoro volontario prestato, stimato in base a solidi dati statistici elaborati con strumenti statistici conformi alle raccomandazioni del presente parere.

    1.3

    Inoltre, il CESE coglie questa opportunità per ribadire la necessità di creare condizioni favorevoli alle attività di volontariato e di sostenerle. Nel quadro dell'Anno europeo del volontariato 2011 sono state formulate proposte precise in questo senso, tra cui quella di fornire un aiuto sostenibile alle attività volontarie, che contribuiscono in modo significativo al bene comune (1).

    2.   Contesto

    2.1

    In base a una definizione ampiamente utilizzata (nelle istituzioni europee), per «volontariato» si intende qualsiasi forma di attività volontaria, sia essa formale o informale, svolta spontaneamente da una persona, per sua scelta e motivazione, e senza trarne vantaggi economici.

    2.2

    Conforme a tale accezione, quantunque più precisa, è la definizione utilizzata nel Manuale sulla misurazione del lavoro volontario, pubblicato dall'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) come quadro concettuale per la misurazione del volontariato formale e informale nei diversi contesti culturali e giuridici. In base a tale definizione, il volontariato è da intendersi come lavoro non retribuito e non obbligatorio; ossia, tempo donato da individui, in assenza di retribuzione, per svolgere attività tramite un'organizzazione o direttamente per altri al di fuori della propria famiglia  (2). Tale definizione, che enumera con esattezza le caratteristiche del volontariato, va applicata nelle ricerche comparative internazionali, in quanto consente di tenere conto di tutte le proprietà importanti del lavoro volontario nelle definizioni descrittive applicate nei singoli Stati membri, mantenendo così invariato l'ambito della ricerca a prescindere dal contesto locale.

    2.3

    Negli ultimi anni, soprattutto in relazione all'Anno europeo del volontariato 2011, numerosi documenti della Commissione europea, del Parlamento europeo, del Consiglio, del CESE, del CdR e delle organizzazioni della società civile europea hanno evidenziato che il volontariato è collegato a valori fondamentali dell'UE quali la partecipazione della società civile e la solidarietà nei confronti delle persone bisognose. In tali documenti si sottolinea che il volontariato apporta un contributo importante a quella parte di benessere sociale non misurata dal PIL, e incide molto sulla qualità di vita delle persone. Da un punto di vista sistemico, il volontariato contribuisce a creare capitale sociale, costruendo o rafforzando i legami di fiducia e di collaborazione e promuovendo norme e valori sociali ampiamente accettati. Il volontariato informale è uno strumento importante per investire nel capitale umano, tra l'altro nel campo dell'assistenza e dell'istruzione informale di bambini e giovani, mentre il volontariato formale svolge un ruolo importante, ad esempio, nello sviluppo di competenze trasversali e nell'acquisizione di nuove competenze professionali. Anche l'assistenza volontaria prestata agli — ma anche dagli — anziani è di estrema importanza per le società europee, che vivono un processo di invecchiamento demografico. Tutte queste caratteristiche, che evidenziano il ruolo svolto dal volontariato nel costruire la coesione sociale e nel favorire l'occupazione, fanno sì che esso sia considerato un elemento importante della crescita inclusiva, che rappresenta uno dei tre pilastri della strategia di sviluppo dell'UE (Europa 2020).

    2.4

    Una parte importante delle riflessioni succitate è costituita dalle raccomandazioni che sottolineano la necessità di raccogliere dati comparabili per tracciare un quadro dell'importanza sia sociale che economica del volontariato. Esse ravvisano inoltre nella metodologia descritta nel Manuale dell'OIL un modello appropriato per la conduzione delle ricerche statistiche in materia (3).

    2.5

    Le suddette raccomandazioni sono in evidente collegamento con la constatata insufficienza dei dati a nostra disposizione sul fenomeno del volontariato — una diagnosi che resta tuttora valida.

    2.6

    Nei singoli Stati membri sono state condotte alcune ricerche su molti aspetti importanti del volontariato (non solo il grado di partecipazione al volontariato e il profilo demografico delle persone impegnate in questo tipo di attività, ma anche, ad esempio, la loro motivazione). Ciò che ostacola l'utilizzo di tali ricerche ai fini delle analisi su scala UE è la mancanza di uniformità per quanto riguarda l'ambito, il modo di definire il volontariato e altri aspetti metodologici (ad esempio, la durata del periodo considerato, i limiti di età della popolazione esaminata, le modalità di realizzazione delle ricerche, la precisione dei risultati), ma anche per quanto riguarda i limiti temporali delle ricerche. Come si evince dalla relazione commissionata alla società GHK dalla Commissione europea, spesso le differenze possono essere addirittura del 30-40 % (4).

    2.7

    I dati raccolti periodicamente comparabili a livello internazionale hanno una portata tematica assai limitata per quanto riguarda il volontariato: si riferiscono infatti principalmente alla prevalenza del lavoro volontario (variamente definito) prestato nel quadro di organizzazioni (volontariato formale) e al profilo demografico delle persone impegnate in tale attività. Talvolta in tali rilevazioni vengono inserite alcune domande aggiuntive, ad esempio sulla frequenza dell'impegno in attività di volontariato (5). Parte di questi studi internazionali non si limita a porre una domanda generale sul volontariato, comunque esso sia definito, ma utilizza un repertorio di alcuni tipi, o di decine di tipi, di organizzazioni e attività alle quali le persone dedicano il proprio tempo libero (6). L'aspetto esaminato con relativamente meno frequenza è la quantità di ore dedicate alle attività di volontariato (7).

    2.8

    Malgrado le significative differenze nei risultati delle singole ricerche a livello internazionale, e tra i risultati nazionali e internazionali, è innegabile che il fenomeno del volontariato — anche qualora si consideri soltanto il volontariato formale — abbia una portata molto vasta. Nell'UE, il numero dei volontari dai 15 anni in su viene stimato tra i 92 milioni e i 150 milioni di persone, il che significa che le persone impegnate in un lavoro non obbligatorio e non retribuito in organizzazioni di vario genere rappresentano tra il 22 e il 36 % della popolazione adulta degli Stati membri dell'UE (8). Secondo le stime, relativamente basse, delle maggiori istituzioni dell'UE, il numero dei volontari non supera i 100 milioni di persone (9).

    2.9

    I dati disponibili sul volontariato allo stato attuale non consentono di condurre le analisi richieste nei documenti della Commissione europea, del Parlamento, del Consiglio europeo e del CESE. Ad oggi, infatti, non vi è alcuna possibilità di monitorare effettivamente né l'importanza economica del volontariato né il suo contributo alla realizzazione delle politiche dell'UE. Non è possibile stabilire quanto tempo venga dedicato complessivamente al lavoro volontario né il valore pecuniario del volontariato, e quindi non è possibile valutarne l'entità in base a parametri economici universali, come ad esempio l'occupazione nazionale (numero di occupati nell'economia nazionale) o il PIL. Gli unici dati fin qui disponibili, i quali tuttavia si riferiscono esclusivamente alle attività di volontariato formale prestate in organizzazioni non profit e stimate in base a metodi poco coerenti, provengono dallo studio comparativo internazionale sul settore non profit coordinato dal Centro studi sulla società civile dell'Università Johns Hopkins (Johns Hopkins Comparative Non-Profit Sector Project — JHCNP). Tali dati hanno quantificato il contributo al PIL del lavoro volontario prestato in organismi non profit e il potenziale di lavoro rappresentato da quest'ultimo per la popolazione attiva limitatamente a tre paesi: la Repubblica ceca (rispettivamente 0,2 % del PIL e 0,5 % della popolazione attiva), la Francia (1,4 % e 3,2 %) e il Belgio (0,7 %, seconda percentuale non disponibile) (10).

    2.10

    Sulla base dei presupposti metodologici contenuti nel Manuale dell'OIL, gli istituti nazionali di statistica di tre Stati membri dell'UE (Polonia, Ungheria, Italia) hanno già condotto indagini sull'entità e il valore del lavoro volontario, mentre in altri paesi sono in preparazione indagini di questo tipo (11). Attualmente sono disponibili i dati relativi alla Polonia per il 2011, da cui risulta in sostanza che il volontariato formale e non formale rappresenta l'equivalente di un lavoro per il 9,6 % degli occupati nell'economia nazionale allargata (comprendente, cioè, il lavoro volontario) e il 2,8 % del PIL allargato. In Polonia, in cui i legami all'interno della famiglia allargata sono particolarmente forti, la componente più importante del lavoro volontario è rappresentata dal volontariato informale, che rappresenta l'8 % del numero degli occupati nell'economia nazionale comprendente anche il volontariato e il 2,2 % del PIL allargato. Il volontariato formale rappresenta rispettivamente l'1,6 % e lo 0,6 % nei succitati dati aggregati (12).

    3.   Il Manuale dell'OIL come approccio globale e universale alle ricerche sul volontariato

    3.1

    Come già ricordato, il Manuale pubblicato sotto l'egida dell'OIL per la misurazione del lavoro volontario viene citato in quasi tutti i documenti dell'UE sul volontariato come modello positivo per il sistema di conduzione delle ricerche statistiche in questo campo. Le soluzioni metodologiche in esso contenute sono state indicate anche dalla Conferenza internazionale degli statistici del lavoro come una base idonea per le ricerche sul lavoro volontario, che si chiede di collegare alle statistiche ufficiali sul lavoro (13). L'utilità delle soluzioni proposte nel Manuale ha fatto sì che esso trovasse sostegno anche tra gli attivisti del terzo settore, come dimostra la grande attività delle organizzazioni non governative che promuovono l'utilizzo del modello contenuto nel Manuale (14).

    3.2

    L'approccio metodologico proposto nel Manuale dell'OIL offre inoltre una risposta al problema della mancanza o dell'incongruenza dei dati sul volontariato nel terzo settore, problema individuato nel già citato studio sul settore non profit dell'Università Johns Hopkins e successivamente indicato come un grave ostacolo per le statistiche ufficiali relative ai conti nazionali e al conto satellite del settore non profit (15).

    3.3

    L'approccio metodologico applicato si basa su una definizione operativa del fenomeno studiato, che nel Manuale viene denominato «lavoro volontario». Tale definizione nel quadro di specifiche ricerche non si basa sull'uso uniforme di uno o di alcuni termini in ciascun paese studiato bensì su una definizione descrittiva, che prende in considerazione 3 caratteristiche fondamentali del fenomeno studiato. Vengono definite come lavoro volontario le attività che:

    a)

    hanno carattere di lavoro produttivo,

    b)

    non hanno scopo di lucro,

    c)

    sono intraprese liberamente, e

    d)

    non vengono svolte a profitto del nucleo familiare di appartenenza.

    Il Manuale apporta numerosi altri chiarimenti, che servono a risolvere eventuali dubbi interpretativi in merito ai suddetti criteri (16).

    3.4

    Il vasto campo d'indagine adottato nel Manuale consente di tenere conto delle esigenze informative di numerose parti interessate. L'ambito d'applicazione è determinato dalla nozione di lavoro volontario, che occupa un posto centrale nel Manuale, e comprende sia il volontariato formale (definito dall'OIL come «volontariato indiretto») che il volontariato informale (denominato dall'OIL «volontariato diretto»). Inoltre, esso non è limitato a un unico settore, bensì tiene conto sia del volontariato praticato nell'ambito del terzo settore che di quello svolto nelle istituzioni del settore pubblico, e chiede la separazione dei dati, ad esempio in base al settore e all'ambito istituzionale. I dati raccolti saranno così chiaramente definiti e al tempo stesso potranno essere utilizzati in maniera flessibile.

    3.5

    Il modello d'indagine proposto nel Manuale dell'OIL si basa su alcuni principi generali che costituiscono il fondamento della sua coerenza:

    a)

    la più ampia copertura possibile, in modo da captare tutte le componenti rilevanti della popolazione;

    b)

    l'uso della definizione descrittiva del concetto di lavoro volontario adottata nel Manuale e della terminologia utilizzata in tale descrizione;

    c)

    copertura di tutte le forme di volontariato (volontariato svolto per — o tramite — organizzazioni e volontariato diretto svolto in maniera informale a favore di persone che non fanno parte del proprio nucleo familiare oppure a favore dell'ambiente o della collettività);

    d)

    raccolta di dati sullo svolgimento del lavoro volontario per quanto riguarda tutte le variabili contenute nel modulo raccomandato dal manuale per le rilevazioni: tempo dedicato a un determinato lavoro (ore effettive), tipo di attività svolte (professione corrispondente), tipo di organizzazione nelle cui fila viene svolto il volontariato (settore istituzionale o ramo economico);

    e)

    capacità di definire l'attività volontaria in base ai codici occupazionali (ISCO) e industriali (la classificazione internazionale tipo NACE oppure la classificazione ICNPO, specificamente dedicata alle attività del settore non profit) standard per permetterne un'analisi in termini di mercato del lavoro e di valore monetario (17).

    3.6

    La metodologia proposta consente di concentrare gli sforzi di ricerca soprattutto sull'acquisizione dei dati necessari per definire il volume e il valore del lavoro volontario in unità economiche standard, permettendo una comparazione con l'occupazione nazionale o il PIL. I dati raccolti consentono di definire la scala e il valore di diversi tipi di lavoro volontario a seconda del settore istituzionale, del comparto economico, del tipo di attività svolta, delle regioni, del grado di urbanizzazione, ecc.

    3.7

    Sulla base dei dati raccolti applicando il modulo del lavoro volontario è inoltre possibile realizzare numerose analisi di carattere sociale. Si possono analizzare la diffusione e l'intensità del volontariato, la forma che assume (ad esempio se viene svolto a favore di persone o di organizzazioni nel caso di strutture formali, si può definirne l'ambito d'attività o il settore). Queste analisi possono tenere conto di diverse caratteristiche dei volontari: ad esempio delle categorie demografiche di appartenenza (età, sesso, situazione familiare), della loro ubicazione (regione, dimensioni della località in cui operano), del loro grado di istruzione e del loro status professionale e materiale. Aggiungendo al modello sul lavoro volontario delle domande aggiuntive è inoltre possibile esaminare anche la motivazione dei volontari, le ragioni per cui non si fa volontariato, ecc.

    3.8

    Tenuto conto del fatto che spesso i rispondenti sono in grado di fornire dati precisi e affidabili soltanto relativamente al passato recente, il periodo di riferimento adottato nel Manuale per le domande relative al lavoro volontario è di 4 settimane. Tale limite è motivato dalla necessità di stabilire con esattezza, per quanto possibile, il numero di ore dedicate al volontariato. Si tratta però di un periodo significativamente più breve dei classici 12 mesi utilizzati nella maggior parte delle ricerche sul volontariato. Un periodo di riferimento più breve si traduce in indici di diffusione più bassi (numero di volontari) e comporta inoltre il rischio che i risultati siano alterati da fluttuazioni stagionali. Si raccomanda pertanto di attenersi, per motivi di comparabilità, al periodo di riferimento di 4 settimane, e al tempo stesso di trovare dei metodi che consentano di bilanciare la stagionalità e di garantire un campione di dimensioni adeguate, che fornisca all'indagine un numero di volontari sufficiente per ulteriori stime quanto al numero di ore in ciascun gruppo.

    3.9

    Il metodo raccomandato nel Manuale per le ricerche sul volontariato consiste nell'inserire il relativo modulo all'interno della Rilevazione sulle forze di lavoro o di altre rilevazioni sulle famiglie. L'utilizzo della Rilevazione sulle forze di lavoro come piattaforma offre una serie di vantaggi:

    a)

    l'assoluta comparabilità e la piena affidabilità dei risultati, ottenuti con ricerche condotte su campioni più rappresentativi utilizzando una metodologia universale (indagine sulle forze di lavoro),

    b)

    è potenzialmente meno oneroso per il sistema statistico pubblico e per i rispondenti,

    c)

    offre la possibilità di analizzare i dati relativi al lavoro volontario in congiunzione con i dati sulla situazione demografica, sociale e professionale ottenuti nel quadro dell'indagine sulle forze di lavoro,

    d)

    consente di raggiungere i partecipanti a un costo limitato,

    e)

    offre la possibilità di avvalersi dell'esperienza dei rilevatori della Rilevazione sulle forze di lavoro nel codificare diversi tipi di attività in base alle classificazioni utilizzate nelle statistiche pubbliche, in special modo la classificazione delle professioni (ISCO),

    f)

    fornisce un contesto cognitivo adeguato per le rilevazioni (le domande sul lavoro non retribuito rappresentano un naturale complemento delle domande sul lavoro retribuito).

    3.10

    Effettuare le rilevazioni sul volontariato tramite un modulo collegato alla Rilevazione sulle forze di lavoro comporta però anche alcune limitazioni e problemi, che vengono risolti in funzione delle condizioni locali o in modo globale:

    a)

    il fatto che le rilevazioni nelle indagini sulle forze di lavoro vengano sempre più spesso effettuate con il metodo telefonico anziché tramite indagini dirette si traduce in una pressione a ridurre la durata delle interviste e potrebbe comportare una diminuzione della percentuale di volontari (tasso di volontariato) — in particolare nei paesi in cui il volontariato è poco riconosciuto e poco radicato nel linguaggio familiare, per cui le interviste richiedono più tempo perché bisogna fornire esempi o chiarimenti (18),

    b)

    questo problema potrebbe essere eliminato inserendo le domande del modulo per la misurazione del lavoro volontario in indagini multiscopo realizzate con il metodo del contatto diretto tra rilevatore e rispondente (intervista faccia a faccia) (19),

    c)

    per alcuni dei problemi indicati precedentemente nell'applicazione del modulo di rilevazione del lavoro volontario, gli autori del Manuale dell'ILO raccomandano soluzioni universali: ad, esempio, per risolvere il problema dell'inferiorità qualitativa delle informazioni ottenute intervistando sostituti (proxy), si raccomanda di intervistare unicamente il diretto interessato sul lavoro volontario da lui prestato, anziché utilizzare le informazioni fornite dal coniuge o da altri familiari, mentre, in caso di difficoltà ad applicare le grandi classificazioni universali come la NACE, è prevista la possibilità di applicare sistemi più semplici come la classificazione ICNPO (20).

    3.11

    Il carattere globale del Manuale per la misurazione del lavoro volontario è legato al fatto che esso non soltanto fornisce orientamenti per l'impostazione e la realizzazione delle ricerche, ma raccomanda anche un metodo per elaborare e presentare i risultati. Per la stima del valore del lavoro volontario viene raccomandato il metodo del costo di sostituzione completo, assegnando ad ogni ora di lavoro volontario il valore retributivo medio previsto nell'economia nazionale per quel determinato tipo di attività (professione corrispondente), per il comparto e per il settore economici nel cui ambito viene prestato il lavoro volontario.

    3.12

    A prescindere dall'approccio globale e dalla solida motivazione delle soluzioni proposte, il Manuale dell'OIL consente una grande flessibilità riguardo a molte questioni, che possono essere decise dai singoli paesi in base alle condizioni locali. Ad esempio, è possibile adattare la formulazione dei quesiti alle condizioni locali, e calcolare in modo più o meno dettagliato il valore del lavoro volontario (per alcuni altri esempi, si veda il punto 3.10). Per garantire la comparabilità internazionale dei dati, tuttavia, è opportuno mantenere gli elementi chiave delle definizioni di lavoro volontario.

    3.13

    Tale flessibilità è dovuta al fatto che esso è concepito per garantire un'applicazione ampia e generalizzata, facendo astrazione dalle enormi differenze tra le culture e civiltà presenti nel mondo. Nell'UE tali differenze sono relativamente limitate, e ciò consente di elaborare una metodologa più uniforme e quindi di ottenere risultati più comparabili.

    4.   Che fare?

    4.1

    Data la grande necessità di dati sul volontariato, alla luce dell'importante ruolo di quest'ultimo nel generare crescita inclusiva e nel rafforzare la coesione sociale, il capitale sociale, il capitale umano, l'istruzione informale, l'inserimento professionale e la solidarietà fra le generazioni, bisogna che a livello UE vengano garantite condizioni che sostengano lo svolgimento di ricerche sistematiche e comparative sul volontariato negli Stati membri. Il CESE è consapevole del fatto che tutte le nuove attività intraprese dalle istituzioni UE e dagli Stati membri devono poter contare su un'adeguata copertura finanziaria, e dichiara pertanto la sua intenzione di esplorare tutte le vie percorribili per sostenere e finanziare ricerche sulla misurazione del volontariato, anche in relazione alla proposta avanzata al punto 4.2.

    4.2

    Sulla scorta delle raccomandazioni contenute nei documenti dell'UE, che invitano gli Stati membri a sviluppare ricerche sul volontariato sulla base del Manuale dell'OIL, il CESE esorta la Commissione europea ad attivarsi affinché, entro pochi anni, venga elaborata una metodologia uniforme per le ricerche sul lavoro volontario, e ad adottarla, con opportuno regolamento, per condurre ricerche regolari negli Stati membri.

    4.3

    In attesa dell'adozione di tale regolamento, la Commissione europea dovrebbe intraprendere azioni che sostengano lo svolgimento di lavori metodologici e ricerche pilota intesi a definire i principi comuni su cui si baseranno le ricerche sul volontariato da parte degli istituti nazionali di statistica, avvalendosi, in tali lavori, dei principi fondamentali del Manuale dell'OIL e delle esperienze dei paesi che hanno già intrapreso ricerche applicando le soluzioni in esso descritte. Nel definire i dettagli del regolamento, bisogna puntare a ridurre al minimo i costi e gli oneri amministrativi. A questo fine, la soluzione ottimale è quella di collegare le ricerche sul lavoro volontario ad una delle rilevazioni che oggi vengono già effettuate dagli istituti nazionali di statistica degli Stati membri.

    4.4

    Considerate la necessità di maggiori dati sull'entità del volontariato formale e non formale e la sua incidenza sul livello di benessere sociale nonché su determinati aspetti della vita sociale dei singoli Stati membri e dell'intera UE, è necessario assicurare le condizioni per raccogliere e facilitare l'accesso, da parte della Commissione europea, a dati opportunamente armonizzati forniti da ricerche condotte negli Stati membri. Una possibilità sarebbe quella di studiare gli effetti del volontariato tramite l'indagine sulla partecipazione degli adulti all'apprendimento permanente (Adult Education Survey, Indagine sull'istruzione degli adulti), nell'ambito della quale potrebbero essere raccolti e analizzati dati sull'incidenza del lavoro volontario sull'acquisizione di abilità utili per ottenere il lavoro desiderato.

    4.5

    Il valore economico del lavoro volontario deve essere riconosciuto e valutato dalle autorità pubbliche. La Commissione europea e gli Stati membri dovrebbero introdurre disposizioni che ammettano il valore economico del lavoro volontario come uno dei modi per cofinanziare i progetti sostenuti con fondi pubblici. Le esperienze e i dati ottenuti con ricerche sul valore economico del volontariato condotte in base a una metodologia uniforme in tutta l'Unione europea saranno molto utili nell'elaborazione di soluzioni pratiche.

    Bruxelles, 10 dicembre 2013

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Henri MALOSSE


    (1)  GU C 181 del 21.6.2012, pag. 150.

    (2)  Manuale sulla misurazione del lavoro volontario, Organizzazione internazionale del lavoro, Ginevra, 2011.

    (3)  (1) Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Comunicazione sulle politiche dell'UE e il volontariato: riconoscere e promuovere le attività di volontariato transfrontaliero nell'UE (COM(2011) 568 final; (2) Il ruolo delle attività di volontariato nella politica sociale — Conclusioni del Consiglio — Consiglio dell'Unione europea, 2011; (3) GU C 181 del 21.6.2012, pag. 150

    (4)  GHK, Volunteering in the European Union (Il volontariato nell'Unione europea), GHK, 2010.

    (5)  Ad esempio, nel quadro dell'Indagine sociale europea (ESS 2002-2010), ogni due anni vengono raccolti dati sulla prevalenza dell'impegno nelle attività dei partiti politici o di altre organizzazioni o associazioni motivato dalla volontà di fare qualcosa di positivo per il paese o di impedire qualcosa di negativo. Nelle indagini relative al 2006 e al 2012 è stata però posta anche la seguente domanda: con che frequenza ti sei impegnato in attività a favore di organizzazioni sociali o caritative negli ultimi 12 mesi?

    (6)  Come ad esempio lo European Values Study (Studio sui valori europei) e alcune indagini condotte nel quadro di Eurobarometro, con il coordinamento della DG Comunicazione (Eurobarometro 66.3/2006, 73.4/2010, 75.2/2011).

    (7)  European Quality of Life Survey (Indagine sulla qualità della vita in Europa (EQLS 2003, 2007), Eurobarometro 60.3 (2003/2004). I dati più completi sul tempo dedicato al lavoro non retribuito all'interno di organizzazioni, all'assistenza informale a famiglie diverse dalla propria oppure alla partecipazione alle riunioni di organizzazioni, gruppi o comunità tenendo conto anche delle differenze stagionali nell'arco dell'anno vengono raccolti nel quadro della Time Use Survey (Indagine sull'impiego del tempo).

    (8)  Le stime citate sono tratte dalla relazione della società GHK Volunteering in the European Union («Il volontariato nell'Unione europea»), del 2010

    (9)  Questa cifra viene fornita nella Relazione sul contributo del volontariato alla coesione economica e sociale della commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo (2008) (2007/2149 (INI) documento A6- 0070/2008.

    (10)  Tali risultati si fondano su ricerche condotte presso organizzazioni non profit. Sulla base di tali dati viene stimato il numero totale di ore di lavoro volontario prestato nel settore, che viene convertito in posti di lavoro a tempo pieno (full time equivalent) per poterlo successivamente comparare con la popolazione attiva di un determinato paese. Il valore del volontariato viene quindi stabilito moltiplicando il numero di unità equivalenti a tempo pieno per la retribuzione media percepita nel settore non profit. Le stime del volume e del valore del volontariato ottenute con questo metodo possono essere più basse di quelle che si ottengono con il metodo descritto nel Manuale dell'OIL, in quanto le organizzazioni molto spesso non tengono una contabilità del tempo dedicato al lavoro volontario e tendono a non tener conto del lavoro prestato saltuariamente. Inoltre, i risultati ottenuti riguardano soltanto il settore non profit, mentre la metodologia del Manuale dell'OIL consente di misurare la totalità del volontariato formale svolto in qualsiasi tipo di organizzazione. I risultati riportati al punto 2.9 sono tratti dalla seguente pubblicazione: Salamon, L. M., Sokolowski, S. W., Haddock, M. A., Tice, H.S, The State of Global Civil Society and Volunteering. Latest Findings from the Implementation of the UN Nonprofit Handbook («Stato della società civile globale e del volontariato, ultimi risultati dell'attuazione del Manuale del non profit delle Nazioni Unite»), Center for Civil Society Studies — Johns Hopkins University, 2013.

    (11)  L'Istituto di statistica del Portogallo ha già condotto un'indagine pilota applicando il modulo del Manuale dell'OIL nel quadro della Rilevazione sulle forze di lavoro, e gli istituti statistici di Irlanda e Spagna hanno manifestato la disponibilità a svolgere studi analoghi.

    (12)  Nałęcz, S., Goś-Wójcicka, K., (a cura di) Wolonatariat w organizacjach i inne formy pracy niezarobkowej poza gospodarstwem domowym — 2011 («Il volontariato nelle organizzazioni e altri forme di lavoro non retribuito al di fuori della propria abitazione — 2011»), Istituto nazionale polacco di statistica, Varsavia, 2012.

    (13)  In base alla risoluzione adottata l'11 ottobre 2013 dalla 19a Conferenza degli statistici del lavoro, il volontariato rientra tra le forme lavorative contemplate nella definizione statistica di lavoro. Si chiede quindi che esso sia oggetto di un regolare monitoraggio statistico.

    (14)  Ad esempio l'Alleanza per l'Anno europeo del volontariato 2011, il Centro europeo per il volontariato, il Centro studi sulla società civile dell'Università Johns Hopkins e l'associazione italiana Promozione e solidarietà (SPES).

    (15)  Handbook on Non-Profit Institutions in the System of National Accounts (Manuale sulle istituzioni non profit nel sistema dei conti nazionali), Divisione statistica delle Nazioni Unite, New York, 2003.

    (16)  Sono disponibili traduzioni ufficiali del Manuale in francese, spagnolo, italiano e montenegrino, scaricabili ai seguenti indirizzi: www.ilo.org e www.evmp.eu.

    (17)  Versione abbreviate e modificata delle disposizioni del Manuale dell'OIL (pag. 10). ISCO: Classificazione internazionale tipo delle professioni; NACE: Classificazione statistica delle attività economiche; ICNPO — Classificazione internazionale delle organizzazioni non profit.

    (18)  Nałęcz, S., Sharing the Experience of Volunteer Work Measurement. Lessons from Pioneer Implementation of the ILO Methodology by the Central Statistical Office of Poland (Condividere l'esperienza della misurazione del lavoro volontario; insegnamenti tratti da un progetto pilota di applicazione della metodologia dell'OIL condotto dall'Istituto centrale di statistica della Polonia), http://evmp.eu/wp-content/uploads/Lessons-Podgorica-GUSISP.pdf.

    (19)  Cappadozzi, T., Sharing the Italian Experience on the Project of Measurement of Unpaid Volunteer Work (Condivisione dell'esperienza italiana nel progetto di misurazione del lavoro volontario non retribuito), http://evmp.eu/wp-content/uploads/Cappadozzi_Presentation_EVMP-Conference_Madrid_3.28.2012.pdf.

    (20)  Questa classificazione più semplice è stata applicata in tutti e 3 i paesi in cui sono già state effettuate misurazioni del lavoro volontario in base al Manuale dell'OIL


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