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Document 52013IE3017

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Verso una strategia macroregionale dell'UE per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale nel Mediterraneo (parere d'iniziativa)

GU C 170 del 5.6.2014, p. 1-10 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

5.6.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 170/1


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Verso una strategia macroregionale dell'UE per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale nel Mediterraneo (parere d'iniziativa)

2014/C 170/01

Relatore: MALLIA

Correlatore: PALMIERI

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 14 febbraio 2013, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno, di elaborare un parere d'iniziativa sul tema:

Verso una strategia macroregionale dell'UE per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale nel Mediterraneo.

La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 14 novembre 2013.

Alla sua 494a sessione plenaria, dei giorni 10 e 11 dicembre 2013 (seduta del 10 dicembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 121 voti favorevoli, 2 voti contrari e 1 astensione.

Glossario

Acronimo

 

MMR

Macroregione mediterranea

MMRS

Strategia macroregionale per il Mediterraneo

RCM

Regione costiera mediterranea

EMMRF

Forum macroregionale euromediterraneo

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che la regione mediterranea abbia bisogno di una strategia macroregionale per aiutare le regioni e gli Stati che ne fanno parte a far fronte alle sfide che non possono risolvere in modo soddisfacente da soli con i mezzi consueti. Una strategia di questo tipo aiuterebbe le regioni interessate ad affrontare alla radice l'incertezza che domina nella regione mediterranea aumentando il valore aggiunto dei risultati positivi delle iniziative già lanciate e degli obiettivi della strategia Europa 2020. Il successo della strategia macroregionale per il Mediterraneo (MMRS) avrà inoltre un effetto positivo sull'intera Unione europea.

1.2

Le regioni costiere mediterranee (RCM) dell'UE presentano i presupposti ideali per costituire una piattaforma di cooperazione che potrebbe diventare strategicamente importante nel rafforzare i legami economici, sociali e politici tra queste stesse regioni e le regioni mediterranee dei paesi terzi in rapporto a temi specifici (immigrazione, trasporti marittimi, sicurezza marittima, tutela ambientale, ecc.). Le RCM sono potenzialmente in grado di catalizzare il processo di crescita economica e di trasformazione con modalità assolutamente innovative.

1.3

Tenuto conto della vastità dell'area, il CESE propone inoltre di suddividere la macroregione mediterranea (MMR) in tre sottomacroregioni identificate secondo un criterio geografico (la prossimità regionale) e di renderla operativa attraverso piani d'azione basati su un approccio funzionale alle sfide comuni.

1.4

Il CESE propende per una strategia basata sulla «regola dei tre sì» (sì alla complementarità dei finanziamenti, sì al coordinamento degli strumenti istituzionali, sì alla definizione di nuovi progetti) che rafforzi le sinergie tra le varie politiche dell'UE e coordini gli sforzi di un ampio ventaglio di soggetti interessati delle regioni costiere mediterranee dell'UE.

1.5

Il CESE è favorevole allo sviluppo di una strategia macroregionale per il Mediterraneo che inglobi tutti gli obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare le priorità definite come crescita intelligente (promuovere un'economia basata sulla conoscenza a sostegno dell'innovazione e delle nuove tecnologie), crescita sostenibile (promuovere un'economia sostenibile, più verde e più competitiva) e crescita inclusiva (promuovere un'economia con una forte attenzione alla creazione di posti di lavoro e alla riduzione della povertà, per sostenere la coesione sociale e territoriale).

1.6

Il CESE individua cinque motori di cambiamento che possono contribuire alla riuscita attuazione delle politiche di coesione dell'UE per il periodo 2014-2020 nella regione del Mediterraneo:

promuovere uno sviluppo policentrico, equilibrato e integrato;

sostenere la cooperazione territoriale nelle regioni costiere mediterranee dell'UE;

garantire la competitività globale di tali regioni grazie a economie locali forti;

migliorare la connettività territoriale a beneficio dei cittadini, delle comunità e delle imprese;

gestire e collegare le risorse ecologiche, paesaggistiche e culturali.

1.7

Il CESE richiama l'attenzione sulla notevole importanza di sostenere la strategia per la crescita blu, potenzialmente in grado di rafforzare la competitività nella regione mediterranea facilitando l'attuazione di politiche più rispettose dell'ambiente e il passaggio verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori. Il Comitato appoggia inoltre il principio di una strategia macroregionale per il Mediterraneo che tenga conto della Strategia europea sulla disabilità  (1) e della Strategia per la parità tra donne e uomini  (2). Queste tre strategie dovrebbero rafforzarsi reciprocamente nel processo di attuazione.

1.8

Il CESE accoglie favorevolmente la proposta per il Mediterraneo avanzata dalla Commissione europea nel quadro della politica marittima integrata. Desidera tuttavia proporre un approccio più ambizioso comprendente una strategia macroregionale che inglobi sia il pilastro marittimo che quello territoriale, tenendo conto delle esperienze delle regione del Mar Baltico e di quella del Danubio, oltre che della relazione del Parlamento europeo sul tema Evoluzione delle strategie macroregionali dell'UE e della relazione della Commissione europea sul valore aggiunto delle strategie macroregionali.

1.9

Il CESE fa notare che la struttura di governance della strategia macroregionale per il Mediterraneo dovrebbe essere basata su un approccio multilivello che coinvolga le istituzioni regionali, nazionali ed europee, e non dovrebbe essere considerata un'attività o uno sforzo aggiuntivo delle suddette istituzioni.

1.10

Secondo il CESE, il principio fondamentale per l'attuazione di una strategia macroegionale per il Mediterraneo è l'adozione di un approccio integrato, da definirsi in un primo tempo attraverso tavole rotonde e da rafforzare poi con la creazione di un Forum macroregionale euromediterraneo (EMMRF), così da promuovere il pieno coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e della società civile (le parti interessate) e combinare le politiche esistenti con obiettivi funzionali per dare vita a una politica comune e condivisa. L'EMMRF qui proposto metterà a frutto l'esperienza accumulata nell'elaborazione, nel monitoraggio e nella valutazione delle questioni territoriali e marittime del Mediterraneo. Esso diventerà lo strumento macroregionale per la definizione delle linee d'azione strategiche comuni e assumerà un ruolo attivo nell'identificazione dei progetti prioritari per la coesione territoriale delle regioni mediterranee.

1.11

Tenuto conto del sostegno del CESE e del Comitato delle regioni per una strategia che sviluppi la coesione nel Mediterraneo, il CESE ritiene strategicamente opportuno che il Forum macroregionale del Mediterraneo sia ospitato e guidato da queste due istituzioni. A questo fine, bisognerà creare un gruppo guida composto da rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione, del CESE e del CdR. Questo gruppo guida fornirà un sostegno sistematico nella fase di elaborazione della strategia e nel suo futuro coordinamento.

1.12

Il CESE è dell'avviso che la strategia non debba ridursi a un mero documento, ma che vada vista innanzi tutto come un processo. Ciò significa che essa deve essere attuata nel corso del tempo. Il CESE si augura che gli insegnamenti positivi tratti dall'attuazione delle strategie macroregionali per il Baltico e per il Danubio vengano applicati alla regione mediterranea, contribuendo così a un'attuazione efficace e tempestiva della nuova strategia macroregionale per il Mediterraneo, onde apportare benefici concreti ai cittadini delle regioni interessate entro un arco di tempo ragionevole.

2.   Una strategia macroregionale dell'UE per il Mediterraneo

2.1

È importante stabilire che cosa si intenda per macroregione. Perlopiù, viene definita macroregione «un'area che abbraccia territori di diversi paesi o regioni associati a una o più caratteristiche o sfide [….] di tipo geografico, culturale o economico, oppure di altra natura» (3).

2.1.1

La Commissione ha stabilito la struttura generale di una strategia macroregionale, che consta dei tre elementi seguenti:

1)

si tratta di un quadro integrato che abbraccia Stati membri e paesi terzi di una stessa zona geografica;

2)

è intesa ad affrontare sfide comuni;

3)

i paesi interessati traggono beneficio da una cooperazione rafforzata in termini di coesione economica, sociale e territoriale.

2.2

A tutt'oggi l'UE ha adottato due strategie macroregionali: quella per la regione del Mar Baltico e quella per la regione danubiana, rispettivamente nel 2009 e nel 2011. È in corso di approvazione una strategia macroregionale per la regione adriatico-ionica, proposta originariamente nel 2011 dal Comitato delle regioni (CdR) (4), mentre è stata già approvata una strategia atlantica basata su un approccio a livello di bacino marittimo.

2.2.1

Il dibattito sulle strategie macroregionali va inteso in funzione dei vari sviluppi nel quadro delle politiche dell'UE: con il Trattato di Lisbona, la coesione territoriale è diventata un obiettivo centrale della politica dell'UE, e nella strategia Europa 2020 la governance territoriale rappresenta il fattore chiave per sostenere il raggiungimento degli obiettivi della politica di coesione dell'UE per il prossimo periodo di programmazione (quadro finanziario pluriennale 2014-2020).

2.2.2

Nel 2012 la Commissione ha pubblicato una comunicazione in cui valuta le esigenze e il potenziale delle attività connesse al mare nell'area adriatica-ionica, presentando un quadro generale «per poter procedere, entro il 2013, verso una strategia marittima coerente accompagnata dal relativo piano d'azione», e ha aggiunto che «qualora gli Stati membri dell'UE dovessero decidere di affidare alla Commissione l'elaborazione di una strategia unionale per la regione adriatica e ionica, la presente strategia marittima potrebbe costituire il punto di partenza di questa strategia macroregionale europea, estesa ad ambiti supplementari» (5).

2.3

Visto che l'approccio «macroregionale» è sempre più presente nella politica dell'UE, il CESE ritiene che lo stesso termine «macroregione» debba essere definito in modo più chiaro. Inoltre il CESE, sulla scia dei precedenti pareri (6), sostiene questa importante strategia politica e la risoluzione del Parlamento europeo sulle prospettive macroregionali nel bacino del Mediterraneo (7).

2.3.1

Nelle strategie macroregionali si distinguono due obiettivi principali, a seconda che si occupino di problemi che non possono essere affrontati in modo soddisfacente attraverso l'azione individuale di regioni o paesi (ad esempio, le sfide ambientali) o siano finalizzate a una cooperazione che apporta benefici alle regioni e ai paesi coinvolti. Questa classificazione rispecchia la distinzione tra questione transnazionale e questione d'interesse comune (concetti utilizzati nel dibattito sulla transnazionalità e sussidiarietà del finanziamento dell'UE). Nel caso del Mediterraneo, le caratteristiche geografiche, socioeconomiche e amministrative della regione fanno propendere fortemente per la prima categoria di obiettivi.

2.4

Il bacino del Mediterraneo presenta caratteristiche ambientali, storiche e culturali omogenee e per questo motivo potrebbe essere considerato come un'unica macroregione (8). Il CESE è dell'avviso che nel bacino del Mediterraneo occorra applicare un'unica strategia macroregionale, che coinvolga le 149 regioni costiere mediterranee (di cui 7 croate) di Spagna, Francia, Croazia, Italia, Malta, Slovenia, Grecia e Cipro definite al livello NUTS 3 (9).

2.5

Nel 2009 la popolazione attiva residente nelle regioni costiere mediterranee dell'UE era di 32,4 milioni di persone, di cui circa il 41 % formato da donne. In media la popolazione di queste regioni è soggetta a un maggior rischio di disoccupazione: nel 2009 il tasso medio di disoccupazione nelle regioni costiere mediterranee dell'UE si aggirava intorno al 12,9 %, a fronte di un tasso UE dell'8,9 %. Nel 2007 il prodotto interno lordo (PIL) di queste regioni era di 1 715 miliardi di SPA (standard di potere d'acquisto), ossia il 13,9 % del PIL dell'UE, mentre il PIL medio pro capite era di 23 000 SPA, ossia inferiore a quello medio dell'UE (24 000 SPA pro capite) (10).

2.5.1

Tenuto conto dell'estensione dell'area, il CESE è quindi dell'avviso che la macroregione mediterranea dell'UE debba essere suddivisa in almeno tre sottomacroregioni. Recenti consultazioni realizzate dal Parlamento europeo (PE) sull'evoluzione delle macroregioni hanno mostrato una propensione a suddividere l'area considerata in tre sottomacroregioni distinte: (i) una nel Mediterraneo occidentale, (ii) un'altra nel Mediterraneo centrale (con l'attuazione della macroregione adriatico-ionica) e (iii) la terza nel Mediterraneo orientale, con piani d'azioni specifici e coordinati tra loro.

2.5.2

Per quanto concerne la sottomacroregione del Mediterraneo centrale, il CESE, in linea con il punto di vista del Parlamento europeo e la distribuzione geografica elaborata da Eurostat, ritiene fondamentale coinvolgere la Sicilia e Malta nella macroregione adriatico-ionica. Più importante ancora, i paesi e le regioni situati lungo i confini immaginari delle sottomacroregioni dovrebbero inoltre poter far parte di più di una sottomacroregione, onde assicurare un coordinamento migliore ed eliminare inutili doppioni e conflitti.

3.   Quali sono i presupposti esistenti?

3.1

L'intero bacino del Mediteranno ha risentito di un approccio discontinuo da parte dell'Unione europea, con il lancio di vari strumenti e iniziative nel corso degli anni. Pur avendo portato ad alcuni risultati positivi, queste iniziative non sono riuscite a centrare appieno gli obiettivi di sviluppo sociale, politico ed economico che si erano inizialmente prefisse. È arrivato il momento di completare ciò che l'UE sta facendo, nel quadro della sua politica esterna, attraverso l'Unione per il Mediterraneo e la politica europea di vicinato lanciando una politica più integrata per le regioni mediterranee dell'UE.

3.1.1

Strategie chiare e condivise per l'intera regione e per le relative sotto-regioni, accompagnate dal relativo piano d'azione, potrebbero contribuire a risolvere alcune incertezze della politica regionale che sono sorte a causa degli insuccessi delle politiche esterne dell'UE in questa regione, come l'Unione per il Mediterraneo e la politica di vicinato. Strategie chiare di questo tipo possono inoltre contribuire a inglobare e salvaguardare alcuni dei risultati positivi ottenuti e dei progetti in corso nel quadro delle attuali politiche esterne dell'UE.

3.2

Il CESE propende per un approccio macroregionale che rafforzi le sinergie tra le differenti politiche dell'UE e coordini gli sforzi di un ampio ventaglio di parti interessate delle regioni costiere mediterranee dell'UE. In termini generali, una strategia macroregionale dovrebbe puntare a fornire un valore aggiunto alle azioni già in corso all'interno di una macroregione per coordinare i fondi europei, nazionali e regionali in funzione di obiettivi e traguardi condivisi, suscitare nei soggetti coinvolti il sentimento di un successo comune e riunire le organizzazioni e gli enti di ogni livello attorno ad alcune opportunità e sfide cruciali. Più concretamente, in questo periodo molto particolare di enormi restrizioni di bilancio che si stanno pesantemente ripercuotendo sulla capacità del settore privato di far ripartire il motore economico, è indispensabile raggiungere il maggior grado possibile di efficienza paretiana nell'impiego delle risorse disponibili.

3.3

La situazione economica attuale, frutto della crisi finanziaria mondiale del 2008, richiede uno sforzo continuo teso a incoraggiare nuovi settori di crescita che possano aiutare i paesi a superare la crisi economica e permettere loro di creare i tanto necessari posti di lavoro. Le aree costiere dell'UE nell'Europa meridionale sono potenzialmente in grado di diventare centri innovativi di crescita dinamica facendo leva sulle loro caratteristiche uniche.

3.3.1

Sarà tuttavia necessario uno sforzo senza precedenti per coordinare tutti i lavori in corso ad opera delle principali parti interessate della regione, allo scopo di realizzare un'integrazione più stretta tra le aree considerate, in cui le parti sociali e la società civile svolgano un ruolo di primo piano.

3.3.2

Il CESE è dell'avviso che esista già una sovrabbondanza di strumenti e politiche che potrebbero contribuire in modo significativo all'attuazione di una strategia macroregionale. Ci riferiamo ai progetti finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo sociale europeo (FSE), ai cosiddetti fondi strutturali e ai fondi sparsi tra l'obiettivo Convergenza, l'obiettivo Competitività regionale e occupazione e l'obiettivo Cooperazione territoriale europea, e i programmi per lo sviluppo della rete dei trasporti e la coesione territoriale (destinati alla realizzazione della strategia Europa 2020), in particolare quelli con una spiccata impronta marittima, come il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e il meccanismo per collegare l'Europa, oltre alla Banca europea per gli investimenti (BEI) e ai finanziamenti nazionali.

3.3.2.1

A questo proposito, vale la pena sottolineare che tutti gli Stati membri dell'UE (e più specificamente le 163 regioni dell'area mediterranea) stanno attualmente elaborando propri accordi di partenariato, in cui spiegano in che modo intendono utilizzare i fondi del quadro strategico comune (QSC). Sebbene la cooperazione territoriale sia senz'altro una delle componenti di tali accordi, il CESE ritiene che si stia perdendo un'opportunità di rafforzare il coordinamento tra paesi e regioni nel bacino mediterraneo.

3.3.2.2

In ogni caso, il CESE insiste sull'opportunità di ricorrere ad accordi provvisori per favorire l'attuazione della strategia macroregionale e, all'atto della revisione intermedia degli accordi di partenariato in via di conclusione con gli Stati membri, tali misure dovrebbero già essere pienamente operative.

3.3.3

Per assicurare che questi strumenti siano mirati e ottimizzati, è necessario un coordinamento multilivello tra le istituzioni interessate, allo scopo di guidare il processo e garantire che le risorse siano utilizzate al massimo e vengano evitate le duplicazioni. Il coordinamento interregionale è ora diventato essenziale e urgente, soprattutto in quanto è necessario realizzare di più con un livello di finanziamenti identico, se non inferiore. Pertanto, per garantire coordinamento ed efficacia, vanno creati gli strumenti opportuni.

3.3.3.1

In un mondo caratterizzato da una concorrenza globale, le 163 regioni del Mediterraneo devono essere in grado di competere con i concorrenti sia vicini che lontani e per questo motivo sono estremamente necessarie leadership e decisioni tempestive.

3.3.4

Le regioni che fanno parte della Conferenza delle regioni periferiche marittime d'Europa (CRPM) e il CdR hanno esortato a più riprese la Commissione europea a introdurre un «patto territoriale» per favorire l'appropriazione della strategia Europa 2020 da parte di tutti i gruppi economici nelle regioni europee (11).

3.4

Ciò che occorre è una combinazione di politiche fondamentali e decentramento del processo decisionale, che contribuisca ad assicurare che le risorse siano coordinate in modo tale da essere impiegate laddove avranno più probabilità di esercitare il massimo impatto in termini di crescita e occupazione.

3.4.1

Soltanto una strategia ben meditata, mantenuta semplice e basata sul più ampio consenso possibile può contribuire a chiarire i percorsi e le scelte che si prospettano per le regioni, le città e i porti delle regioni costiere mediterranee dell'UE.

3.4.2

È anche importante mettere a punto un metodo di misurazione dell'efficacia delle politiche all'interno della macroregione mediterranea, in modo da poter intervenire tempestivamente con un'azione correttiva. In passato, la mancanza di un parametro con cui misurare con precisione il successo o il fallimento delle politiche, associato all'assenza di coordinamento, alla duplicazione degli sforzi e a una mancanza di responsabilità, impediva un'azione correttiva tempestiva e finiva per amplificare i fallimenti delle politiche.

3.4.3

La strategia deve essere accompagnata da un piano d'azione che identifichi chiaramente i progetti, da scegliere prevalentemente in base all'impatto transregionale e all'importanza ai fini della crescita economica, e le fonti di finanziamento da mobilitare per la loro realizzazione. Questa parte è essenziale e dovrebbe essere preferibilmente completata entro i primi due anni dall'avvio del QFP 2014-2020.

3.4.4

È estremamente importante ridurre gli obblighi a carico dei soggetti interessati e degli operatori in termini di informazione e formalità amministrative. Le ONG, le PMI e gli enti regionali, soprattutto quelli appartenenti alle regioni più piccole, sono spesso disincentivati dal partecipare in quanto non dispongono della capacità necessaria e hanno estrema difficoltà a svolgere tutte le procedure burocratiche richieste. Pur riconoscendo la necessità di «checks and balances», è fondamentale che i beneficiari dei fondi per la realizzazione di progetti possano dedicare tempo e risorse alla produzione di benefici reali per la società e l'economia in senso lato.

3.4.5

Il CESE ritiene che una mancata realizzazione dei piani d'azione impedirà alle regioni di sfruttare un'opportunità di crescita. Il costo del mancato sfruttamento di questa opportunità sarà estremamente alto, soprattutto in tempi di crisi. Il CESE è fermamente convinto che attraverso una collaborazione innovativa si possano realizzare incrementi di efficienza significativi nell'impiego delle risorse allo scopo di conseguire una crescita più forte. Il rischio di un fallimento rappresenta una minaccia anche per i responsabili politici regionali e i loro cittadini. Per la maggior parte delle regioni interessate, le prospettive di crescita per i prossimi due anni non sono molto buone e questa situazione sfavorevole rischia di aggravarsi se le regioni imboccano vie che ignorano le opportunità fornite da una strategia macroregionale e non utilizzano le risorse umane e naturali della regione in modo efficiente e sostenibile (12).

3.4.6

Il punto di partenza di questa strategia dovrebbe essere la definizione degli obiettivi principali e l'individuazione dei programmi esistenti a livello europeo, nazionale e regionale nonché degli enti locali e regionali e delle organizzazioni della società civile che possono fornire il necessario sforzo di coordinamento. Esistono vari progetti finanziati dall'Unione nel quadro di una strategia macroregionale dell'UE che, se opportunamente coordinati, potrebbero produrre un valore aggiunto molto maggiore. Questo tipo di progetti che già esiste, almeno sulla carta, e quelli nuovi che saranno certamente lanciati in futuro, possono essere utili nella realizzazione di alcuni obiettivi della strategia macroregionale dell'UE.

4.   Quale dovrebbe essere il campo d'azione?

4.1

Il campo di azione consiste principalmente nell'incoraggiare la definizione di una macroregione mediterranea multilivello associata a una strategia macroregionale, in cui le attività siano realizzate attraverso piani d'azione specifici basati sulla «regola dei tre sì»: sì alla complementarità dei finanziamenti, sì al coordinamento degli strumenti istituzionali, sì alla definizione di nuovi progetti.

4.2

Le regioni mediterranee hanno bisogno di un impegno comune a collaborare per mezzo della strategia a tutti i livelli di azione: ciò renderà possibile trarre vantaggio dagli obiettivi della strategia Europa 2020, promuovendo così l'integrazione tra le politiche e i fondi dell'UE (cooperazione territoriale). La strategia macroregionale dovrebbe essere attuata per aiutare le regioni e i territori a fare fronte alle sfide che non possono essere risolte unicamente con mezzi nazionali.

4.3

Il CESE è dell'avviso che lo sviluppo di una strategia macroregionale per il Mediterraneo dovrebbe essere basato su tre pilastri di crescita:

crescita intelligente (con particolare attenzione alla crescita blu)

promuovere un'economia basata sulla conoscenza a sostegno dell'innovazione e delle nuove tecnologie

crescita sostenibile

promuovere un'economia sostenibile, più verde e più competitiva

crescita inclusiva

promuovere un'economia con una forte attenzione alla creazione di posti di lavoro e alla riduzione della povertà per sostenere la coesione sociale e territoriale.

4.3.1

La «crescita intelligente» sarà sostenuta tenendo conto del concetto di «crescita blu». Il 13 settembre 2012 la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione sul tema della crescita blu in cui individua cinque «catene del valore» potenzialmente in grado di creare una crescita e un'occupazione sostenibili nell'economia blu, nella fattispecie: energia blu; acquacoltura; turismo marittimo, costiero e di crociera; risorse minerali marine; biotecnologia blu (13).

4.3.1.1

La «crescita blu» rispecchia le scelte operate dalle regioni marittime per rafforzare la propria competitività e crescita economica sfruttando la loro posizione geografica e le loro specificità — ossia, le attività marine e marittime — in breve, concentrandosi su ciò che sanno fare meglio.

4.3.1.2

La sfida della «crescita intelligente» per le regioni costiere della macroregione mediterranea dell'UE è duplice:

da un lato, si tratta di creare un'attività economica sufficiente per contribuire a far uscire l'Europa dall'attuale crisi economica e sociale,

dall'altro, occorre realizzare gli investimenti necessari nelle infrastrutture chiave (in particolare porti, aeroporti, ferrovie, poli dei trasporti e altre strutture) affinché la macroregione mediterranea dell'UE sia in grado di partecipare pienamente alla ripresa, quando questa inizierà.

4.3.1.3

L'impiego sostenibile delle risorse del Mediterraneo offre l'opportunità di creare ricchezza e occupazione. Bisognerebbe sviluppare la ricerca in sistemi e tecnologie ambientali di livello avanzato per sostenere le attività tradizionali della regione mediterranea che sono in declino, aprendo così nuove prospettive.

4.3.1.4

Queste sfide richiedono il coinvolgimento della comunità scientifica, di quella tecnologica e del mondo economico accanto alle parti sociali. Bisognerebbe tenere conto delle attività di supporto in settori quali le infrastrutture, l'industria, la formazione, le politiche d'investimento in R&S, la collaborazione tra università e la creazione di cluster.

4.3.1.5

Il settore nautico è assai prospero e contribuisce alle strategie di sviluppo. Il turismo nautico genera attività economica e occupazione, e inoltre contribuisce a sviluppare l'identità euromediterranea.

4.3.2

Gli aspetti principali della «crescita sostenibile» e i settori coinvolti sono tutti interconnessi in molteplici modi. Il raggiungimento della sostenibilità e l'attuazione di politiche più verdi, oltre al passaggio verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori, contribuiscono a realizzare gli obiettivi in materia di cambiamenti climatici e di adattamento a tali cambiamenti. Le risorse devono essere impiegate in modo efficiente, le sinergie vanno rafforzate, gli sprechi e i doppioni devono essere individuati e scoraggiati. Le infrastrutture chiave, comprese quelle per i trasporti terrestri e marittimi, le reti informatiche e quelle per la trasmissione dell'energia, devono essere costantemente potenziate per assicurare che non insorgano strozzature asfissianti.

4.3.2.1

La sostenibilità costiera e quella marittima sono interconnesse ed entrambe sono esposte alle pressioni esercitate dall'attività umana, compreso l'inquinamento del suolo, che finisce per scaricarsi nel Mediterraneo, e le emissioni di CO2 generate dalle navi (14). La gestione integrata delle aree costiere non dovrebbe essere circoscritta alle attività economiche e all'inquinamento costieri. Bisogna fornire ogni incentivo per incoraggiare il settore marittimo e le navi che solcano il Mediterraneo a passare alle forme più moderne di tecnologia «verde».

4.3.2.2

L'Unione europea e otto dei suoi Stati membri hanno sottoscritto la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo contro l'inquinamento (e dei relativi protocolli), conclusa sotto l'egida del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP). Con atto del Consiglio approvato alla fine del 2012, l'UE è inoltre diventata parte contraente del protocollo di questa convenzione per la protezione delle aree costiere del Mediterraneo dall'inquinamento generato dalle attività offshore. Le regioni mediterranee dell'UE hanno molte probabilità di ricavare grandi benefici da questa convenzione e dovrebbero prestarvi grande attenzione, anche nel quadro del loro obiettivo di realizzare una crescita «blu».

4.3.2.3

Il potenziale di energie rinnovabili nel Mediterraneo rappresenta una fonte immensa di energia pulita ancora da sfruttare. In linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020, nella strategia macroregionale dell'UE andrebbero incluse delle misure di adattamento e prevenzione dei cambiamenti climatici.

4.3.2.4

La strategia macroregionale dell'UE deve prevedere azioni in materia di trasporto sostenibile volte a ridurre le emissioni di biossido di carbonio. Il traffico legato ai trasporti stradali dovrebbe essere trasferito sui trasporti marittimi (15), mentre questi ultimi devono proseguire sulla strada che porta all'utilizzo di carburante «più pulito». La strategia deve inoltre comprendere la sicurezza marittima, nonché la cooperazione in materia di prevenzione e risposta alle calamità.

4.3.3

La strategia macroregionale dell'UE dovrebbe prevedere una forte dimensione sociale per sostenere una «crescita inclusiva» nelle regioni costiere mediterranee. Lo sviluppo economico e la creazione di nuovi posti di lavoro dovrebbero aiutare gli abitanti di queste regioni a ottenere una qualità di vita migliore. Gli enti regionali devono promuovere il dialogo sociale e la partecipazione delle parti sociali e della società civile. Sulla base di un approccio integrato alla coesione territoriale, bisognerebbe tener conto della situazione delle città e delle aree metropolitane, delle zone rurali, dei piccoli centri urbani del litorale e delle isole dal punto di vista dell'inclusione. L'accessibilità delle infrastrutture, delle tecnologie e dei servizi alle persone con disabilità dovrebbe essere collegata allo sviluppo sostenibile, in quanto rappresenta un presupposto basilare per una crescita inclusiva.

4.3.3.1

Vanno sviluppate le tecnologie dell'informazione, specialmente nelle aree periferiche, attraverso il miglioramento della connettività, per sostenere la coesione territoriale e sociale generale delle regioni mediterranee con un approccio transettoriale. Bisognerebbe promuovere lo sviluppo delle TIC.

4.3.3.2

È inoltre importante sottolineare la necessità di sviluppare ulteriormente gli aeroporti e i servizi aerei nel quadro della macroregione mediterranea, per rafforzare l'integrazione economica regionale. I servizi aerei e le infrastrutture di trasporto aereo presentano tuttora un ingente potenziale inutilizzato e hanno bisogno di maggiori investimenti.

4.3.3.3

Gli istituti d'istruzione e formazione hanno un ruolo fondamentale nel sostenere la «crescita inclusiva» nell'area mediterranea. In quest'ambito, bisogna identificare obiettivi validi per l'intera macroregione mediterranea dell'UE.

4.3.3.4

Il CESE ritiene che il dialogo tra, da un lato, le parti sociali e gli attori della società civile e, dall'altro, gli istituti di istruzione/formazione debba essere rafforzato. Bisogna dare la priorità alla formazione nelle discipline marittime e nautiche e alla collaborazione tra le università e i centri di formazione.

4.3.3.5

I disoccupati delle regioni costiere mediterranee dell'UE devono essere anch'essi ascoltati nella formulazione di una futura strategia che punti a fornire loro le opportunità per rientrare nel mercato del lavoro. È inoltre indispensabile compiere sforzi concreti e tangibili per coinvolgere le figure prominenti di gruppi sociali «esclusi», come le comunità di migranti, le persone con disabilità e le organizzazioni femminili. Il CESE appoggia pienamente le politiche UE tese a prevenire le discriminazioni fondate sulla razza o l'origine etnica, le disabilità, l'età, l'orientamento sessuale o il genere.

4.3.3.6

Tenuto conto delle prospettive europee relative all'invecchiamento demografico, nelle regioni costiere mediterranee dell'UE bisognerebbe prevedere un'azione specifica a sostegno di un invecchiamento attivo e in buona salute. Le regioni mediterranee hanno inoltre bisogno di lanciare un piano sostenibile a lungo termine in materia di immigrazione controllata e lavoratori stagionali, allo scopo di colmare i vuoti lasciati dall'invecchiamento della popolazione e di affrontare l'aumento del tasso di dipendenza (ossia, il rapporto tra persone a carico e lavoratori). Il CESE è favorevole a un impegno più energico da parte dell'UE ad aiutare le regioni mediterranee a far fronte alla sfida della migrazione e a integrare i migranti nella società.

4.3.3.7

Il CESE ritiene essenziale sviluppare la strategia macroregionale per il Mediterraneo tenendo conto delle priorità dell'UE in materia di inclusione sociale, benessere e pieno rispetto dei diritti delle persone disabili e promuovere la parità di genere nell'area mediterranea. È pertanto fondamentale garantire l'autonomia individuale, la dignità e la libertà dei disabili e mettere le donne dell'area mediterranea in condizione di rafforzare il loro ruolo nel mercato del lavoro, nella società e nei posti decisionali.

5.   Quali benefici si possono attendere?

5.1

L'attuazione di una strategia macroregionale per il Mediterraneo offre molte opportunità, soprattutto in quanto fornisce un quadro di riferimento pertinente per la politica di coesione e incoraggia la cooperazione intersettoriale in uno spazio comune di prestazione dei servizi. Questo quadro di riferimento può guidare gli investimenti verso una maggiore complementarità e può influenzare le priorità rispettive dei singoli piani di sviluppo regionale per una macroregione europea, assicurando una visione d'insieme e autentiche sinergie nel quadro di un approccio integrato.

5.2

Una strategia macroregionale dell'UE assicurerebbe un coinvolgimento maggiore e una cooperazione migliore tra i vari meccanismi d'intervento dell'UE, andando oltre gli stanziamenti destinati alla politica di coesione e mettendo in comune le risorse delle regioni e degli Stati membri attraverso la governance multilivello. Questo rappresenta una strategia vincente per tutti i soggetti interessati a livello locale.

5.3

I benefici di una strategia macroregionale per il Mediterraneo derivano, in larga misura, dall'adozione di un approccio integrativo, molto globale e multilivello, in grado di promuovere sinergie tra le politiche e i programmi dell'UE, oltre alla complementarità dei finanziamenti.

5.4

L'attuazione della strategia macroregionale per il Mediterraneo promuoverà la realizzazione di attività strategiche nelle zone costiere e insulari, oltre ad accrescere la cooperazione tra amministrazioni, regioni, città e porti del Mediterraneo e anche, ove necessario, tra autorità nazionali.

5.5

Verranno svolte attività legate alla politica marittima integrata e alla crescita blu, sottolineando le interdipendenze e le sinergie che esistono tra attività apparentemente senza rapporto con il settore marittimo.

5.6

Le azioni proposte saranno connesse ai tre pilastri di crescita precedentemente individuati. Le azioni proposte dovranno soddisfare i seguenti criteri:

avere un impatto sulla macroregione e apportare benefici concreti ai cittadini della macroregione mediterranea dell'UE entro un arco di tempo ragionevole,

essere in linea con il principio dello sviluppo sostenibile e quindi essere rivolte a stimolare la crescita economica e, al tempo stesso, ridurre al minimo gli effetti negativi sull'ambiente,

essere realizzabili nel breve-medio termine (7 anni al massimo),

avere la probabilità di attrarre finanziamenti dal settore privato che integrino i finanziamenti pubblici (europei e statali).

6.   I motori del cambiamento

6.1   Il CESE ritiene che le sfide legate allo sviluppo sociale ed economico nell'area del Mediterraneo richiedano sforzi comuni e congiunti per gestire e utilizzare le potenzialità dei territori. Il Comitato individua cinque motori di cambiamento che possono contribuire alla riuscita attuazione delle politiche di coesione dell'UE per il periodo 2014-2020 nelle regioni costiere mediterranee dell'UE.

6.1.1   Promuovere uno sviluppo policentrico, equilibrato e integrato

Uno sviluppo territoriale equilibrato è d'importanza strategica per sostenere la coesione sociale ed economica nelle regioni costiere mediterranee dell'UE. Esse devono collaborare per creare reti innovative volte a ridurre la polarizzazione territoriale dei risultati economici e le disparità regionali, nonché per indirizzare la prosperità economica verso uno sviluppo sostenibile dell'area mediterranea.

6.1.2   Sostenere la cooperazione territoriale nelle regioni costiere mediterranee dell'UE

La cooperazione territoriale è un fattore importante nel rafforzare la competitività del Mediterraneo e, allo stesso tempo, ridurre al minimo la frammentazione economica, sociale ed ecologica. È importante rafforzare il coordinamento tra gli enti che gestiscono i programmi transfrontalieri e transnazionali, inglobando le priorità individuate per mezzo delle strategie a livello nazionale, regionale e locale per sostenere lo sviluppo di interventi in linea con la strategia Europa 2020 e le politiche di coesione per il periodo 2014-2020.

6.1.3   Garantire la competitività globale delle regioni costiere mediterranee dell'UE grazie a economie locali forti

La competitività globale e la coesione delle regioni costiere mediterranee dell'UE possono essere ottenute incoraggiando i cittadini a imparare, a studiare e ad aggiornare le loro competenze, valorizzando l'innovazione orientata al mercato per creare nuovi prodotti/servizi che generino crescita e occupazione e, al tempo stesso, aiutando le comunità locali ad affrontare le sfide sociali. Per lo sviluppo di economie locali forti è determinante rafforzare l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e la creazione di un mercato unico del digitale basato su Internet veloce/ultraveloce e su applicazioni interoperabili.

6.1.4   Migliorare la connettività territoriale a beneficio dei cittadini, delle comunità e delle imprese

L'accessibilità, anche economica, di servizi d'interesse generale come l'informazione, la conoscenza e la mobilità, insieme a soluzioni di trasporto intermodale efficaci e a sistemi di produzione rispettosi dell'ambiente sono priorità essenziali per la coesione nel Mediterraneo. Il rafforzamento dei legami tra i centri principali delle regioni costiere mediterranee dell'UE e gli snodi di trasporto intercontinentale attraverso lo sviluppo delle autostrade del mare, il potenziamento delle reti transeuropee (TEN-T) e lo sviluppo di reti di sistemi secondari a livello locale e regionale per superare barriere territoriali come quelle delle isole del Mediterraneo è d'importanza strategica per il rafforzamento della competitività e della coesione nel bacino del Mediterraneo.

6.1.5   Gestire e collegare le risorse ecologiche, paesaggistiche e culturali

La protezione e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale rappresentano un requisito importante per lo sviluppo delle regioni costiere mediterranee dell'UE. È importante sostenere la piena integrazione tra le aree protette e le comunità ed economie locali. Il grande pregio dei paesaggi mediterranei dovrebbe essere sviluppato sul piano qualitativo e bisogna attribuire alle aree ricche di risorse naturali e culturali il giusto valore, affinché di queste risorse venga fatto il miglior uso possibile. È quindi importante sviluppare l'identità regionale e locale e, al tempo stesso, aumentare la consapevolezza e la responsabilità di queste comunità mediterranee in rapporto all'ambiente, al paesaggio, alla cultura e ad altre risorse uniche di chi dispongono.

Bruxelles, 10 dicembre 2013.

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Strategia europea sulla disabilità 2010-2020: un rinnovato impegno per un'Europa senza barriere COM(2010) 636 final.

(2)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Strategia per la parità tra donne e uomini COM(2010) 491 final.

(3)  Strategie macroregionali nell'UE, documento di discussione presentato dal commissario Pawel Samecki a Stoccolma (16/9/2009): http://ec.europa.eu/regional_policy/archive/cooperation/baltic/pdf/macroregional_strategies_2009.pdf.

(4)  Parere d'iniziativa del Comitato delle regioni sul tema La cooperazione territoriale nel bacino del Mediterraneo attraverso la macroregione Adriatico-Ionica, GU C 9 dell'11.1.2012, pag. 8.

(5)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Una strategia marittima per il Mare Adriatico e il Mar Ionio, COM(2012) 713 final, Bruxelles, 30.11.2012.

(6)  Parere esplorativo del CESE richiesto dalla presidenza cipriota dell'UE sul tema Sviluppo di una strategia macroregionale per la regione del Mediterraneo, GU C 44, del 15.2.2013, pag. 1; parere CESE sul tema Sviluppare una strategia marittima per la regione dell’Oceano Atlantico, GU C 229, del 31.7.2012, pag. 24.

(7)  Proposta di risoluzione del Parlamento europeo sul tema Evoluzione delle strategie macroregionali dell'UE: pratiche attuali e prospettive future, in particolare nel Mediterraneo — 2011/2179(INI), 27.6.2012

(8)  «L'area del Mar Mediterraneo comprende tutte le acque marine limitate a ovest dallo stretto di Gibilterra e a est dal Mar di Marmara (con l'esclusione di questo mare). 142 regioni costiere dell'UE sono lambite dal Mar Mediterraneo (NUTS3)». Eurostat, 2011, Statistics in Focus, «The Mediterranean and Black Sea Basin».

(9)  Una regione costiera dell'UE è una regione statistica definita al livello NUTS 3 che soddisfa uno dei seguenti criteri:

regione con un confine marittimo (372 regioni corrispondono a questo criterio),

regione con più della metà della popolazione che vive a meno di 50 km. dal mare (73 regioni corrispondono a questo criterio),

Amburgo, città-stato tedesca che non corrisponde ai criteri della definizione, è stata aggiunta all'elenco delle regioni costiere dell'UE tenuto conto della sua grande tradizione e influenza marittima.

Fonte: Eurostat, 2011, Op.cit.

(10)  Le 7 regioni costiere mediterranee acquisite con l'adesione della Croazia presentano una popolazione attiva pari a 527 700 persone (di cui 44,7 % donne), un tasso di disoccupazione del 17,8 % e un PIL medio di 20 785 SPA (Eurostat 2013). Per gli altri paesi, cfr. Eurostat, 2011, op.cit.

(11)  Marsiglia, 27 novembre 2009, seminario della CRPM sul tema Far uscire l'Europa dalla crisi: prime proposte delle regioni sul futuro del bilancio e delle politiche dell'UE. Nella sua prima risoluzione (CdR 199/2010), il Comitato delle regioni propone di dare un ampio sostegno alla proposta del Parlamento europeo volta a istituire un «Patto territoriale degli enti regionali e locali sulla strategia Europa 2020».

(12)  Scenari per il Mediterraneo — Forum economico mondiale 2011.

(13)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Crescita blu — Opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo, COM(2012) 494 final, Bruxelles, 13 settembre 2012.

(14)  COM(2013) 480 final — 2013/0224 (COD).

(15)  Ibidem.


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