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Document 52010AE1373
Opinion of the European Economic and Social Committee on the ‘Report from the Commission to the Council, the European Parliament, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions on the State of Implementation of Integrated Product Policy’ COM(2009) 693 final
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sullo stato di attuazione della politica integrata di prodotto» — COM(2009) 693 definitivo
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sullo stato di attuazione della politica integrata di prodotto» — COM(2009) 693 definitivo
GU C 51 del 17.2.2011, p. 75–79
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
17.2.2011 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 51/75 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sullo stato di attuazione della politica integrata di prodotto»
COM(2009) 693 definitivo
2011/C 51/15
Relatore: ZBOŘIL
La Commissione europea, in data 21 dicembre 2009, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sullo stato di attuazione della politica integrata di prodotto
COM(2009) 693 definitivo.
La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 7 luglio 2010.
Alla sua 466a sessione plenaria, del 21 ottobre 2010, il Comitato economico e sociale europeo ha adottato all'unanimità il seguente parere.
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1 Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la relazione della Commissione europea sull'attuazione della politica integrata di prodotto (IPP), che contiene una presentazione approfondita del processo di applicazione dei principi dell'IPP. La relazione si inserisce perfettamente nel quadro più ampio del piano d'azione Produzione e consumo sostenibili e Politica industriale sostenibile (piano d'azione SCP/SIP).
1.2 La strategia di approccio integrato tiene debito conto del principio di sussidiarietà e delle specificità di ciascuno Stato membro. Il CESE desidera richiamare l'attenzione sul fatto che l'intervento concreto si realizza in primo luogo ai livelli sussidiari e grazie all'interazione, sul mercato, tra il fornitore e il consumatore.
1.3 Sebbene l'IPP tenga conto del fattore rappresentato dalle forze di mercato, il CESE ritiene che resti ancora molto da fare per quanto riguarda l'utilizzo degli strumenti di regolazione del mercato (come la tassazione e gli incentivi ambientali) per progredire in modo coordinato nell'applicabilità di tali strumenti. Il CESE raccomanda di attribuire maggiore attenzione allo scambio di esperienze tra gli Stati membri, concentrandosi in particolare sugli incentivi, sulla loro applicazione e sul ruolo degli accordi volontari a lungo termine.
1.4 Il CESE è convinto che la normalizzazione potrebbe avere ricadute positive su un gran numero di prodotti, poiché potrebbe favorirne, ad esempio, la riciclabilità, l'efficacia ed efficienza sul piano ambientale e altri aspetti. La normalizzazione svolge un ruolo fondamentale nell'applicazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile e in futuro sarebbe bene rafforzarla.
1.5 Il CESE ritiene che una maggiore convergenza tra i due sistemi di gestione ambientale (lo strumento EMAS e lo standard ISO 14001) potrebbe contribuire ad assicurare un'applicazione più sistematica dell'EMAS nel quadro del piano d'azione SCP/SIP.
1.6 Qualsiasi disposizione, politica o strumento, anche quando riguardi l'attuazione del piano d'azione SCP/SIP, deve essere elaborato e applicato in maniera tale da non creare distorsioni della concorrenza o del funzionamento del mercato interno. Deve inoltre rispettare pienamente il principio del miglioramento normativo (Legiferare meglio) e l'obiettivo della sostenibilità. È fondamentale garantire che le nuove misure che sono state adottate per ragioni pratiche non creino sovrapposizioni o conflitti con gli strumenti e le politiche già in atto nell'UE.
1.7 Un altro aspetto fondamentale per il successo del piano d'azione SCP/SIP è l'efficacia in termini di costi. La valutazione di impatto iniziale dovrebbe essere integrata da una valutazione degli effetti macro e microeconomici, che nella realtà economica sono spesso assai divergenti.
1.8 La procedura di valutazione dovrebbe inoltre tenere conto, sin dalle primissime fasi e con la massima trasparenza, delle principali catene del valore aggiunto. La legislazione in vigore in materia di progettazione ecocompatibile ed etichettatura non deve diventare un ostacolo per i prodotti europei, ma dovrebbe anzi contribuire al loro successo sui mercati sia interni che internazionali. Qualsiasi iniziativa, in particolare quelle che riguardano l'etichettatura dei prodotti e quelle che mirano a favorire un cambiamento nei consumi, dovrebbe fondarsi su una base scientifica solida e dimostrata, e dovrebbe essere avviata soltanto nei settori nei quali può essere ottenuto un cambiamento dei modelli di consumo.
1.9 In linea con suoi precedenti pareri in materia (1), il Comitato esprime il suo appoggio al concetto dell'IPP e al piano d'azione SCP/SIP, volti a favorire lo sviluppo di prodotti e di processi di produzione più sostenibili. Questo approccio porterà a un valore aggiunto maggiore sia per l'ambiente che per la competitività dell'economia europea.
1.10 Il CESE è convinto che occorra quindi dare la priorità ai programmi europei esistenti come il piano SET (Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche), il piano ETAP (Piano d'azione per le tecnologie ambientali) o le attività delle piattaforme tecnologiche. Occorre garantire in particolare un buon coordinamento e un sufficiente livello di ambizione.
1.11 Il miglioramento della cooperazione tra gli attori impegnati nelle attività di ricerca e sviluppo nel campo delle innovazioni «verdi», il mondo dell'economia e dell'impresa, i centri di ricerca e il settore dell'istruzione superiore dovrebbe favorire le innovazioni, che in questo ambito sono assolutamente fondamentali.
1.12 Se in futuro si scinderà il concetto dell'IPP dal piano d'azione SCP/SIP, si rischierà di generare contraddizioni e incertezze giuridiche. Il CESE concorda pertanto pienamente sulla necessità che ogni futura attività inerente all'IPP sia ora valutata e intrapresa nel quadro del piano d'azione SCP/SIP.
1.13 L'attuazione dell'IPP e del piano d'azione SCP/SIP deve rappresentare un processo continuo, basato sul dialogo permanente e sulla cooperazione tra le diverse parti interessate (dalle imprese e dai responsabili politici fino alle organizzazioni dei consumatori e alle ONG ambientali), onde rafforzare gli strumenti di comunicazione rivolti ai consumatori, la produzione pulita e la promozione degli appalti e degli acquisti sostenibili della pubblica amministrazione.
2. Il documento della Commissione
2.1 Il 18 giugno 2003 la Commissione ha adottato la comunicazione Politica integrata dei prodotti - Sviluppare il concetto di «ciclo di vita ambientale» (2). Il concetto dell'IPP si basa sulle seguenti osservazioni:
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la produzione e l'utilizzo di beni e servizi (cioè i prodotti) costituiscono la causa principale degli impatti negativi complessivi sull'ambiente; la situazione sta peggiorando a causa del costante aumento del numero di prodotti consumati nell'UE e nel mondo, |
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le pressioni e gli impatti ambientali dei prodotti si verificano in varie fasi del ciclo di vita di questi ultimi (lungo il ciclo di produzione, nella fase di utilizzo e all'atto dello smaltimento finale dei prodotti). Le azioni correttive vanno concepite in modo tale da evitare che il carico ambientale venga semplicemente trasferito ad altre fasi del ciclo dei prodotti, o ad altre zone geografiche, |
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a causa dell'enorme varietà di prodotti e del loro impatto, non è possibile sviluppare un singolo strumento politico che possa contemplarli tutti; si dovrà scegliere e utilizzare, caso per caso e in modo coordinato lo strumento politico o la combinazione di strumenti politici più appropriati, spesso trasversali rispetto ai vari settori delle politiche. |
2.2 La comunicazione definisce nei dettagli l'obiettivo dell'IPP e fissa cinque «principi» fondamentali: (1) considerazione del ciclo di vita (life-cycle thinking), (2) collaborazione con il mercato, (3) ampio coinvolgimento delle parti interessate, (4) miglioramento continuo dei prodotti e (5) utilizzo coordinato degli strumenti d'azione. La IPP doveva essere applicata tramite tre azioni strategiche:
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contribuendo ad affrontare i problemi ambientali individuati in particolare nella strategia per lo sviluppo sostenibile (3), nel Sesto programma di azione per l'ambiente (4) e nel quadro decennale di programmi a sostegno di modelli sostenibili di produzione e consumo (5), |
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integrando le politiche di prodotto esistenti, grazie a un quadro più ampio nell'ambito del quale i problemi ambientali possano essere valutati tenendo conto del ciclo di vita dei prodotti, |
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rafforzando il coordinamento e la coerenza tra i vari strumenti ambientali della politica di prodotto. |
2.3 I principi dell'IPP sono stati incorporati nel quadro complessivo Produzione e consumo sostenibili e Politica industriale sostenibile (SCP/SIP) attraverso il Piano d'azione 2008 SCP/SIP (6), che ingloba e prosegue con efficacia il processo avviato con la comunicazione sull'IPP.
2.4 La direttiva sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia integra i principi dell'IPP nella normativa sulla progettazione dei prodotti. Il suo campo di applicazione è stato ampliato nel 2009 con l'aggiunta di ulteriori categorie di prodotti (prodotti connessi al consumo energetico) nel contesto del piano d'azione SCP/SIP (7).
2.5 La nuova direttiva quadro sui rifiuti (8) rende vari elementi dell'IPP giuridicamente vincolanti, in particolare essa prevede l'obbligo di tener conto dell'intero ciclo di vita dei materiali nello sviluppo delle politiche sui rifiuti.
2.6 Le strategie tematiche per l'uso sostenibile delle risorse naturali e per la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti hanno fatto proprio il concetto di ciclo di vita e di miglioramento continuo (9), nonché il principio della collaborazione con il mercato (10). L'obiettivo di potenziare i mercati europei del riciclaggio contenuto nella strategia dei rifiuti ne è un esempio.
2.7 Subito dopo l'adozione della comunicazione sull'IPP, la Commissione ha avviato lo sviluppo della piattaforma europea sulla valutazione del ciclo di vita (LCA), una banca dati europea di riferimento sul ciclo di vita, di qualità controllata, e un manuale LCA.
2.8 Nell'insieme, a livello comunitario sono stati compiuti importanti progressi verso la realizzazione di politiche dei prodotti ecocompatibili. Tuttavia, poiché l'IPP è un processo piuttosto che un punto d'arrivo, vi sono ancora ampi margini di manovra per ulteriori attività.
2.9 Questo concetto può essere applicato anche al miglioramento ambientale dei prodotti non industriali e dei servizi. Gli «strumenti» dell'IPP costituiti da misure fiscali e da sovvenzioni non sono ancora messi in atto a livello comunitario.
2.10 L'attuazione dell'IPP in termini di integrazione delle politiche è difficile da documentare, in quanto è raro che le nuove politiche facciano esplicito riferimento all'IPP; tuttavia, complessivamente si sono registrati importanti progressi nell'adozione del concetto di ciclo di vita da parte dei principali settori industriali e dei responsabili politici, e sia la disponibilità di dati sul ciclo di vita che il consenso sulla metodologia sono aumentati notevolmente. Si è registrato inoltre un buon risultato anche nell'individuazione dei prodotti con il maggior margine di miglioramento e delle possibili misure in tal senso.
2.11 L'informazione dei consumatori, la legislazione sulla progettazione ecocompatibile, la produzione pulita e gli appalti/acquisti verdi della pubblica amministrazione sono oggi al centro del piano d'azione SCP/SIP. Esso porta avanti il processo avviato con la comunicazione IPP nell'intento di stimolare ulteriormente la richiesta di prodotti più sostenibili da parte del mercato e di promuovere un consumo più intelligente e informato. La comunicazione conclude osservando che la revisione del piano d'azione, prevista per il 2012, fornirà un'eccellente opportunità per valutare ulteriormente gli sviluppi dell'IPP.
3. Osservazioni generali
3.1 Il Comitato accoglie con favore la relazione della Commissione europea sull'attuazione della politica integrata di prodotto e il documento di lavoro che la accompagna, nei quali i servizi della Commissione forniscono una presentazione approfondita del processo di applicazione dei principi dell'IPP. Tale presentazione comprende non solo le iniziative e la loro attuazione concreta a livello della Commissione, ma anche un utile raffronto delle situazioni esistenti nei diversi Stati membri e delle loro caratteristiche specifiche. La relazione si inserisce correttamente nel quadro più ampio del piano d'azione Produzione e consumo sostenibili e Politica industriale sostenibile (piano d'azione SCP/SIP).
3.2 La comunicazione iniziale sull'IPP pubblicata dalla Commissione europea nel 2003 è stata particolarmente utile nell'avviare un dibattito fruttuoso. Essa valutava il ruolo delle istituzioni dell'UE e degli Stati membri nonché delle diverse parti interessate con lo scopo di ridurre al massimo l'impatto dei prodotti sull'ambiente. Il dibattito da essa avviato ha inoltre cambiato la percezione della questione nel suo insieme e contribuito a intensificare gli sforzi per sviluppare strumenti politici e giuridici atti a consentire di ridurre in modo generale l'impatto dei prodotti sull'ambiente.
3.3 L'obiettivo era quello di creare un quadro concettuale basato sul principio di valutazione del ciclo di vita di un prodotto, il quale può contribuire a migliorare il coordinamento e la coerenza tra i diversi strumenti politici che trattano l'impatto ambientale dei prodotti.
3.4 In generale, i cinque principi alla base dell'IPP sono stati integrati con successo nei lavori degli organismi amministrativi e legislativi, nonché nell'attività delle parti interessate. Tali principi costituiscono inoltre la base del piano d'azione SCP/SIP, che è diventato la prosecuzione logica del processo avviato dalla comunicazione sull'IPP.
3.5 Il CESE si compiace che tutti questi cinque principi fondamentali abbiano trovato traduzione concreta in direttive e documenti politici dell'UE: (1) la considerazione del ciclo di vita è servita da base per la direttiva europea sulla progettazione ecocompatibile; (2) per rafforzare la cooperazione con il mercato a livello nazionale ed europeo sono stati proposti il piano d'azione SCP/SIP e gli incentivi; (3) il coinvolgimento delle parti interessate, sia a livello europeo che nazionale, trova applicazione concreta attraverso una serie di iniziative; (4) il miglioramento continuo della funzionalità dei prodotti rappresenta anch'esso una parte integrante del piano d'azione SCP/SIP; infine, (5) il coordinamento e la coerenza tra gli strumenti adottati sono migliorati al fine di garantire il pieno sfruttamento delle sinergie potenziali offerte dall'approccio integrato del piano d'azione SCP/SIP.
3.6 La strategia di approccio integrato tiene in debita considerazione il principio di sussidiarietà e le specificità di ogni Stato membro cercando di non danneggiare il contesto competitivo del mercato interno. Il CESE richiama l'attenzione sul fatto che l'applicazione concreta dei principi e degli strumenti politici si realizza in primo luogo ai livelli sussidiari, grazie all'interazione, sul mercato, tra il fornitore e il consumatore. Questa constatazione dovrebbe tradursi nell'utilizzo di strumenti efficaci che siano largamente accettati da tutte le parti interessate.
3.7 Sebbene la politica integrata di prodotto abbia dato i suoi frutti e sia stata realizzata attraverso numerose politiche e vari strumenti concreti, il CESE ritiene che sia giunto il momento di prestare maggiore attenzione all'efficacia di attuazione dell'IPP. Andrebbero valutati in particolare il grado di riuscita dell'attuazione, nonché gli ostacoli e gli insuccessi incontrati, in modo tale che nella valutazione del piano d'azione SCP/SIP che si svolgerà nel 2012 si possano adottare le eventuali misure correttive necessarie a garantire il livello di efficacia richiesto.
3.8 Il CESE è inoltre convinto che tale politica orientata al prodotto possa esplicare appieno i suoi effetti solo se le misure sono attuate a livello globale tenendo conto di tutte le differenze economiche e culturali. Il Sistema di preferenze generalizzate (SPG), incentrato su accordi commerciali regionali e sull'impegno dei paesi in via di sviluppo a favore dello sviluppo sostenibile, costituisce un buon esempio di un meccanismo utile ad attuare efficacemente i cinque principi dell'IPP su scala mondiale.
4. Osservazioni particolari
4.1 Sebbene l'IPP tenga conto del fattore rappresentato dalle forze di mercato, che è fondamentale per il successo di questa politica e degli altri strumenti messi in campo, il CESE ritiene che vi sia ancora molto da fare per quanto riguarda l'utilizzo degli strumenti di regolazione del mercato (come la tassazione e gli incentivi ambientali) per progredire in modo coordinato nell'applicabilità di tali strumenti, anche se è innegabile che in questo campo l'UE svolgerà un ruolo meno importante degli Stati membri. Il Libro verde adottato dalla Commissione nel 2007 e l'ampia consultazione dei soggetti interessati da essa realizzata hanno messo in evidenza, in una certa misura, il ruolo degli strumenti di regolazione del mercato. Tuttavia, il CESE raccomanda di attribuire maggiore attenzione allo scambio di esperienze tra gli Stati membri, concentrandosi in particolare sugli incentivi, sulla loro applicazione e sul ruolo degli accordi volontari a lungo termine.
4.2 I prodotti e il loro impatto ambientale sono anche strettamente collegati alla questione della normalizzazione. Il CESE è convinto che la normalizzazione potrebbe avere ricadute positive non solo sugli standard in materia di emissioni dei veicoli a motore, ma anche su un gran numero di prodotti. Essa potrebbe favorire, ad esempio, la loro riciclabilità e la loro efficienza sul piano ambientale, nonché molti altri aspetti ambientali. Inoltre, la normalizzazione svolge un ruolo fondamentale nell'applicazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile e in futuro sarebbe bene rafforzarla. La normalizzazione offre il vantaggio di consentire il coinvolgimento di tutte le parti interessate.
4.3 I sistemi di gestione ambientale EMAS e ISO 14001 sono strumenti facoltativi che sostengono il concetto dell'IPP e le politiche connesse. Senza dubbio, i requisiti amministrativi e di controllo più rigorosi imposti dall'EMAS non favoriscono la sua diffusione e sono proibitivi per le piccole e medie imprese. L'applicazione della norma ISO 14001 è più diffusa, in particolare a causa del suo ampio campo d'applicazione, ma soprattutto perché è lo strumento più adatto per le società che operano a livello mondiale. Il CESE ritiene che una maggiore convergenza tra i due sistemi potrebbe contribuire ad assicurare un'applicazione più sistematica dell'EMAS nel quadro del piano d'azione SCP/SIP.
4.4 Qualsiasi disposizione, politica o strumento, anche quando riguardi l'attuazione del piano d'azione SCP/SIP, deve essere elaborato e applicato in maniera tale da non creare distorsioni della concorrenza o del funzionamento del mercato interno. Deve inoltre rispettare pienamente il principio di una migliore regolamentazione e l'obiettivo della sostenibilità.
4.5 Diversi strumenti politici sono già stati messi in campo e stanno dando risultati positivi che rappresentano un passo avanti verso un consumo e una produzione sostenibili nell'UE. Occorre perciò garantire che le nuove misure non creino sovrapposizioni o conflitti con le politiche e gli strumenti già esistenti nell'UE, altrimenti si rischia di compromettere fortemente la competitività dell'economia europea: la scelta finale deve spettare sempre al consumatore informato.
4.6 Il CESE è convinto che soltanto politiche coerenti, prive di inutili gravami burocratici e amministrativi, possano fornire un quadro giuridico positivo per gli investimenti nell'UE. Solo all'interno di questo quadro si possono creare nuovi posti di lavoro, salvaguardare quelli esistenti e ridurre in modo sistematico la pressione sull'ambiente. Il quadro giuridico in materia di sostanze chimiche e materiali da costruzione, nonché le norme sugli apparecchi elettrici ed elettronici limitano il rischio di conflitti tra le diverse misure. L'incertezza e l'incoerenza giuridica che prevalgono in questi casi sono considerevoli e dovrebbero essere affrontate con cautela. Il prossimo riesame del regolamento REACH (11) offre un'eccellente occasione per cercare di raggiungere una maggiore coerenza e per studiare la possibilità di fondere diverse misure settoriali nel quadro giuridico orizzontale per le sostanze chimiche adottato di recente dall'UE.
4.7 Un altro aspetto fondamentale per il successo del piano d'azione SCP/SIP è l'efficacia in termini di costi. La valutazione iniziale dell'impatto e dei vantaggi dovrebbe essere integrata da studi sul potenziale sia del settore economico nel suo insieme che delle singole imprese, dato che nella realtà economica i risultati delle valutazioni macro e microeconomiche sono spesso assai divergenti.
4.8 La procedura di valutazione dovrebbe inoltre tenere conto, sin dalle primissime fasi e con la massima trasparenza, delle principali catene del valore aggiunto. La legislazione in vigore in materia di progettazione ecocompatibile ed etichettatura non deve diventare un ostacolo per i prodotti europei in termini di concorrenza da parte di altre regioni economiche o di una reazione insufficiente del mercato verso prodotti più sostenibili. Essa dovrebbe anzi contribuire al loro successo sui mercati interni e internazionali. Qualsiasi iniziativa, in particolare quelle che riguardano l'etichettatura dei prodotti e quelle che mirano a favorire un cambiamento nei consumi, dovrebbe fondarsi su una base scientifica solida e dimostrata. L'etichettatura ha un'utilità limitata nei prodotti rivolti alle aziende (business to business). Inoltre, non è l'unico strumento che consente di informare i consumatori sulle prestazioni ambientali di un prodotto. Sarebbe opportuno esaminare anche altri strumenti di informazione, tra i quali le norme internazionali.
4.9 Il contesto economico deve rimanere sufficientemente flessibile affinché lo sviluppo dei prodotti possa essere adattato in modo da soddisfare meglio le esigenze dei consumatori in un dato mercato. L'applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile in tutta l'UE si basa sostanzialmente su un approccio volontario da parte del settore economico.
4.10 Il Comitato esprime quindi il suo appoggio all'IPP e al piano d'azione SCP/SIP, volti a favorire lo sviluppo di prodotti e di processi di produzione più sostenibili. Questo approccio porterà a un valore aggiunto maggiore sia per l'ambiente che per la competitività dell'economia europea. Potrebbe inoltre aprire nuovi mercati, a livello dell'UE e su scala mondiale. Questi nuovi mercati dovrebbero favorire le innovazioni ecologiche ed essere efficaci: saranno quindi necessari finanziamenti europei e investimenti pubblici nazionali per sostenere le attività di ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie sostenibili. Si dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di indirizzare i proventi derivanti dagli strumenti finanziari collegati al CO2 verso gli investimenti nelle tecnologie sostenibili.
4.11 Il CESE è convinto che occorra quindi dare la priorità ai programmi europei esistenti come il piano SET (Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche), il piano ETAP (Piano d'azione per le tecnologie ambientali) o le attività delle piattaforme tecnologiche. Sarà tuttavia necessario un maggiore sforzo finanziario per trainare il necessario cambiamento nel mercato. Occorre prestare particolare attenzione a garantire un buon coordinamento e un sufficiente livello di ambizione, soprattutto per quanto riguarda le azioni finanziate con i fondi pubblici erogati dagli enti regionali o locali e dall'UE.
4.12 In questo contesto, la tavola rotonda europea sul consumo e la produzione sostenibili dei prodotti alimentari, copresieduta dalla Commissione europea e sostenuta dal programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e dall'Agenzia europea dell'ambiente, rappresenta un'iniziativa riuscita. La partecipazione dei soggetti interessati a livello europeo consente di adottare un approccio armonizzato fondato sul ciclo di vita e favorisce un dialogo aperto e finalizzato al conseguimento di risultati concreti lungo la catena alimentare. Lo scopo è quello di promuovere un approccio scientifico coerente e di fare in modo che la catena alimentare contribuisca in maniera fondamentale al consumo e alla produzione sostenibili in Europa, tenendo conto anche dell'agenda SCP mondiale (12).
4.13 L'attuazione dell'IPP e del piano d'azione SCP/SIP deve rappresentare un processo continuo, basato sul dialogo permanente e sulla cooperazione tra le diverse parti interessate (dalle imprese e dai responsabili politici fino alle organizzazioni dei consumatori e alle ONG ambientali), onde rafforzare gli strumenti di comunicazione rivolti ai consumatori, la produzione pulita e la promozione degli appalti e degli acquisti sostenibili della pubblica amministrazione.
4.14 Il miglioramento della cooperazione tra i soggetti responsabili della ricerca e dello sviluppo nel campo delle innovazioni ecologiche, il mondo economico e imprenditoriale, i centri di ricerca e gli istituti di istruzione superiore dovrebbe non solo promuovere le innovazioni necessarie nel settore, ma anche contribuire a garantire il trasferimento di know-how in materia di diritti di proprietà intellettuale e lo sviluppo di conoscenze e di nuove competenze, senza di cui l'IPP sarebbe destinata a rimanere un progetto irrealizzabile.
4.15 Scindendo il concetto dell'IPP dal piano d'azione SCP/SIP, si rischierebbe di generare contraddizioni e incertezze giuridiche. Il CESE concorda pertanto pienamente sulla necessità che tutte le future attività dell'IPP siano valutate e intraprese nel quadro del piano d'azione SCP/SIP.
Bruxelles, 21 ottobre 2010
Il presidente del Comitato economico e sociale europeo
Staffan NILSSON
(1) GU C 80 del 30.3.2004, pag. 39 e GU C 218 dell'11.9.2009, pag. 46.
(2) COM(2003) 302 definitivo.
(3) Riesame della strategia dell'UE in materia di sviluppo sostenibile, del 9 maggio 2006 (doc. del Consiglio n. 10117/06).
(4) COM(2001) 31 definitivo.
(5) Cfr. http://www.un.org/esa/dsd/dsd_aofw_scpp/scpp_tenyearframprog.shtml.
(6) COM(2008) 397 definitivo.
(7) Direttiva 2009/125/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativa all'istituzione di un quadro per l'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all'energia.
(8) Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive.
(9) COM(2005) 670 definitivo.
(10) COM(2005) 666 definitivo.
(11) Regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche. In conformità con l'articolo 131, la Commissione ha la possibilità di rivedere e modificare gli allegati di tale regolamento, mentre l'articolo 138 e altre disposizioni del regolamento rendono obbligatorie più revisioni specifiche.
(12) www.food-scp.eu.