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Document 52006IE1155

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Il turismo sociale in Europa

GU C 318 del 23.12.2006, p. 67–77 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

23.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 318/67


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Il turismo sociale in Europa

(2006/C 318/12)

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 19 gennaio 2006, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere sul Il turismo sociale in Europa

La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 26 luglio 2006, sulla base del progetto predisposto dal relatore MENDOZA CASTRO.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 14 settembre 2006, nel corso della 429a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 138 voti favorevoli, 2 voti contrari e 4 astensioni.

A.   PARTE PRIMA: ANALISI DELLA SITUAZIONE ATTUALE

1.   Introduzione

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo, nel quadro dei diversi pareri che sta elaborando con l'obiettivo di contribuire alla definizione di una politica europea del turismo, ha voluto formulare un parere sul cosiddetto «turismo sociale», analizzandone le origini, la sua diffusione e la sua realtà attuale in Europa, le diverse esperienze dei singoli Stati membri e i valori a cui si ispira. Il Comitato vuole in particolare presentare una serie di raccomandazioni alle varie istituzioni pubbliche o private ai fini di una maggiore efficacia, di una generalizzazione e di un miglioramento del turismo sociale in Europa. Il presente parere costituisce inoltre un contributo al dibattito attualmente in corso in merito alla politica turistica europea attraverso lo studio del turismo sociale come parte integrante del modello turistico europeo.

1.2

Il turismo in Europa: situazione attuale e sfide future. diversi studi, relazioni e pareri hanno esaminato la situazione attuale del turismo da punti di vista molto differenti: economici, sociali e ambientali, ovvero sotto il profilo della sua notevole importanza nell'attività economica dell'Europa in generale e di alcuni paesi in particolare, o anche nei suoi sviluppi positivi, in quanto fattore di ricchezza e occupazione in Europa: tutti elementi che tracciano un quadro di grande forza, stabilità e crescita. In un'altra ottica si sono prese in considerazione le varie realtà e le minacce (sia interne che esterne, nel breve, medio e lungo termine), inerenti al turismo in relazione alla stagionalità, all'utilizzo — talvolta all'abuso — delle risorse naturali, alla scarsa valorizzazione del patrimonio culturale e della realtà locale, e alla preoccupazione per il terrorismo, che condiziona la sicurezza delle popolazioni e dei turisti. Queste due prospettive obbligano a riconoscere che il turismo presenta sfide di notevole importanza, che dobbiamo affrontare se vogliamo che tale attività continui a svilupparsi in maniera sostenibile. A mero titolo di esempio, tra queste sfide si possono menzionare l'accessibilità effettiva al turismo per tutti i cittadini, il suo contributo concreto alla sviluppo di molti paesi del terzo mondo, la sostenibilità ambientale, il rispetto del codice etico del turismo, la stabilità e la qualità dell'occupazione nel settore, e il contributo alla pace mondiale. La risposta a queste sfide e a molte altre ancora rappresenta il necessario contributo di un'industria strategica, come è quella del turismo in Europa, per garantire una migliore qualità della vita per tutti.

1.3

La politica turistica nell'Unione europea. Il 6 aprile 2005 il Comitato economico e sociale europeo ha adottato un parere sul tema La politica turistica nell'Unione allargata , in cui si analizzano da un lato, in modo approfondito, l'attuale politica turistica alla luce del Trattato costituzionale, e dall'altro l'impatto dell'ultimo e del prossimo allargamento. In tale documento si dà una valutazione positiva del ruolo svolto dal turismo nelle azioni di sostegno, di coordinamento e di complemento delle altre politiche europee. Il turismo, ad esempio, presenta forti legami con la politica dell'occupazione e con quella sociale, con il miglioramento della qualità, con la ricerca e lo sviluppo tecnologico, con la protezione dei consumatori, con la politica ambientale e con molti altri settori d'intervento. Il presente parere intende in particolare individuare e analizzare il contributo concreto del turismo alla politica dell'occupazione e a quella sociale appena citate. Con i vari pareri formulati in relazione con il turismo, il CESE sta promuovendo la definizione di politiche europee intese a configurare un modello turistico europeo fondato non tanto sulle norme quanto sui valori. Il turismo sociale e i valori ad esso collegati possono essere pertanto considerati importanti elementi costitutivi di tale modello, i quali contribuiscono alla sua attuazione e diffusione.

1.4

La sfida della strategia di Lisbona e il turismo sociale. Occorre dedicare particolare attenzione alla sfida che la strategia di Lisbona comporta per il turismo, specie per quello sociale. Se l'obiettivo strategico di tale strategia è di rendere l'Europa l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, sarà necessario analizzare se il turismo sociale contribuisca in modo efficace e positivo a conseguire tale obiettivo, come lo faccia e come possa dare un contributo ancora maggiore. Va detto subito che, a parere del Comitato, questo contributo esiste, come vedremo più avanti nel parere, ma che esso può essere potenziato e a tal fine si proporranno misure ai differenti soggetti che agiscono nell'ambito del turismo sociale.

1.5

Antecedenti del presente parere. Gli antecedenti del presente parere sono molto differenti, sia dal punto di vista teorico (studi, relazioni, giornate) che pratico (le varie manifestazioni e realtà del turismo sociale in Europa). Tra tali numerosi contributi, che sono il frutto degli sforzi delle varie istituzioni pubbliche e private, riteniamo importante menzionare due pareri del CESE: il primo adottato il 29 ottobre 2003 sul tema Un turismo accessibile a tutti e socialmente sostenibile , nel cui punto 5.5.2 figurava già il turismo sociale come una delle 100 iniziative proposte; e il secondo sul tema La politica turistica nell'Unione allargata, adottato il 6 aprile 2005, nel quale si suggeriva il progetto di turismo sociale europeo come possibile progetto pilota di cooperazione istituzionale europea.

2.   Il concetto di turismo sociale

2.1

Il diritto al turismo come fondamento del turismo sociale. Ogni individuo ha diritto al riposo, con diversi orizzonti temporali: giornaliero, settimanale o annuale; ognuno ha diritto di disporre di tempo libero per sviluppare pienamente tanto i diversi aspetti della sua personalità quanto la sua integrazione sociale. In definitiva, ciascuno deve poter esercitare quello che è un diritto generale allo sviluppo personale. Il diritto al turismo è indubbiamente un'espressione concreta di tale diritto generale e il desiderio di universalizzare e garantire la reale accessibilità del turismo a tutti costituisce il fondamento del turismo sociale. Pertanto quest'ultimo non è un'attività né marginale né estranea rispetto all'insieme delle attività generali del settore turistico, il quale costituisce un'industria possente sia a livello mondiale che in tutta Europa, e in particolare in diversi paesi dell'UE, bensì rappresenta un modo per realizzare concretamente questo diritto di ognuno a praticare tale attività, a viaggiare e a conoscere altre regioni e paesi, il che costituisce la base stessa del turismo. Va dato particolare risalto al fatto che tale diritto è sancito nell'articolo 7 del codice etico mondiale del turismo approvato dall'organizzazione mondiale del turismo il 1o ottobre 1999 a Santiago del Cile e fatto proprio dalle Nazioni Unite il 21 dicembre 2001.

2.2

Definizione di turismo sociale. Date le molteplici teorie esistenti riguardo alla natura o alla percezione che si ha del turismo sociale, non è facile definirne con esattezza il concetto. Le varie istituzioni che hanno affrontato questa tematica hanno infatti utilizzato metodi molto diversi, come l'individuazione del contenuto, dei risultati attesi, dell'insieme degli obiettivi, delle idee e delle convinzioni — con un punto fermo però, ovvero che tutte le persone, anche le meno favorite, necessitano di riposo, di tempo libero e di tempo di recupero dal lavoro e vi hanno diritto con cadenza giornaliera, settimanale e annuale. Il Bureau International du Tourisme Social (BITS) definisce il turismo sociale come l'insieme dei rapporti e dei fenomeni legati alla partecipazione al turismo da parte delle fasce sociali con redditi modesti, partecipazione che è stata resa possibile attraverso misure dal carattere sociale ben definito. Attualmente, il BITS sta riesaminando questa definizione, al fine di estenderla alle attività turistiche intese some contributo allo sviluppo e alla solidarietà.

2.2.1

La Commissione europea (1) segnala che in alcuni paesi il turismo sociale è organizzato da associazioni, cooperative e sindacati ed ha lo scopo di rendere i viaggi effettivamenteaccessibili al maggior numero possibile di persone, specie alle fasce meno favorite della popolazione. Questa definizione, ormai lontana nel tempo, è in corso di revisione in seguito alle riunioni tecniche svoltesi negli ultimi anni. Il Comitato considera che nessuno dei due tentativi di definire il fenomeno sia sufficientemente preciso, ma, come accade spesso nell'ambito delle scienze sociali non è tanto importante la definizione esatta del fenomeno quanto l'individuazione delle sue manifestazioni concrete.

2.2.2

Per tale motivo, senza voler definire esattamente il turismo sociale e partendo dal presupposto che il turismo è un diritto generale che bisogna cercare di rendere accessibile a tutti, si può affermare che per parlare di turismo sociale devono essere soddisfatte le seguenti tre condizioni:

deve essere constatata una vera e propria incapacità totale o parziale ad esercitare pienamente il diritto al turismo. Questa situazione può essere dovuta a condizioni economiche, a fenomeni di invalidità fisica o mentale, a condizioni di isolamento personale o familiare, ad una mobilità ridotta, a difficoltà geografiche o ad una grande diversità di cause che in definitiva costituiscono un ostacolo reale,

qualcuno, ente pubblico o associazione privata, impresa, sindacato o un semplice gruppo organizzato di persone, decide di agire ed effettivamente agisce per superare o ridurre gli ostacoli che impediscono ad una persona di godere del suo diritto al turismo,

questa azione deve essere veramente efficace e consentire ad un gruppo di persone di praticare il turismo in condizioni basate su valori quali la sostenibilità, l'accessibilità e la solidarietà.

2.2.3

In definitiva, così come il turismo in generale è un'attività che concerne diversi settori e ambiti di sviluppo, anche il turismo sociale è l'insieme di una serie di iniziative che consente a persone che soffrono di particolari difficoltà di praticare il turismo e al tempo stesso produce effetti positivi sul piano sociale ed economico, anch'essi in diversi settori, attività, gruppi ed ambiti.

2.3

Storia del turismo sociale

È difficile stabilire con esattezza quando siano comparse le prime attività di turismo sociale così come le intendiamo oggi; la loro origine può forse essere individuata negli organismi, apparsi all'inizio del XX secolo, specializzati nell'organizzazione di vacanze basate sull'esercizio fisico in montagna, come ad esempio le colonie di vacanze organizzate in Svizzera e in Francia e destinate ai figli di famiglie svantaggiate.

L'intervento da parte dei poteri pubblici nelle prime forme di turismo sociale si può far risalire al secondo dopoguerra: si tratta in sostanza di interventi collegati ai movimenti operai. In alcuni paesi europei (Francia, Italia, Portogallo e Spagna) vengono organizzate attività di turismo sociale, altri paesi (Regno Unito, Paesi Bassi) si distinguono semplicemente per un atteggiamento non interventista.

È a partire dagli anni '50 e '60 che si registra un'intensificazione degli sforzi mirati alla promozione del turismo sociale e nascono diverse organizzazioni, associazioni e organi di coordinamento, tra cui il Bureau International du Tourisme Social con sede a Bruxelles, il quale continua a svolgere un'attività promozionale e rappresentativa di ampio respiro.

2.4

Le basi del turismo sociale. Come suggerisce il BITS, il turismo sociale si basa su cinque criteri.

2.4.1

Il diritto al turismo per il maggior numero possibile di persone. È forse la volontà di dare concreta realizzazione a tale diritto a costituire la giustificazione e il fondamento principali delle varie iniziative di turismo sociale. È evidente che le fasce sociali che attualmente possono godere di un periodo di vacanze sono aumentate notevolmente in seguito alla socializzazione del fenomeno turistico; ciononostante continuano ad esservi numerosi gruppi che, per i più svariati motivi, non hanno possibilità di andare in vacanza. La mancanza di risorse economiche sufficienti è forse l'ostacolo più comune all'effettiva universalizzazione di tale diritto. Ci si interroga inoltre sulla possibilità e sulla necessità che i poteri pubblici garantiscano con fondi pubblici il diritto a fare turismo, ad andare in vacanza. Le risposte a tale interrogativo variano molto tra i diversi paesi, con alcuni più attaccati a criteri di giustizia sociale, e altri più accomodanti nei confronti dei fattori che ostacolano l'accessibilità generalizzata delle vacanze. È importante sottolineare che il turismo sociale non deve essere assolutamente identificato con un turismo di qualità inferiore o di seconda categoria. Al contrario, le attività del turismo sociale devono essere contraddistinte dalla massima attenzione alla qualità totale, per quanto concerne sia le infrastrutture sia il personale.

2.4.2

Il contributo del turismo sociale alla socializzazione. Il turismo è un potente strumento di socializzazione, che consente non solo di farci entrare in contatto con realtà diverse dal punto di vista culturale, geografico e delle tradizioni, ma soprattutto di mettere in relazione tra di loro persone che, se non fosse per i viaggi, le vacanze o il turismo, non potrebbero incontrarsi, dialogare e riconoscersi come essenzialmente uguali, ma culturalmente diverse. Questo scambio culturale, questa fruizione del tempo libero costituisce un importante strumento di sviluppo personale tanto per i turisti quanto per coloro che li accolgono nella loro realtà locale. Lo scambio culturale generato dal turismo è particolarmente importante per i giovani, sia per la loro formazione intellettuale sia perché possano giungere ad una visione più ricca del mondo. Per quanto riguarda l'Unione europea, il turismo sociale può rappresentare un ottimo contributo alla costruzione dell'Europa dei cittadini. È opportuno sottolineare l'opinione generale secondo cui i circuiti del turismo sociale non devono essere differenziati rispetto a quelli del turismo in senso lato, ma devono servire a scopo di integrazione sociale. Sono i diversi gruppi del turismo sociale che devono trovare, all'interno dei circuiti turistici generali, le condizioni idonee per godere delle loro vacanze e non il contrario. Chiaramente questo impone sforzi in termini non solo di condizioni materiali ma anche di servizi e, dunque, di formazione specifica destinata agli operatori del settore.

2.4.3

La creazione di strutture turistiche sostenibili. Non sempre le infrastrutture delle zone e delle destinazioni turistiche possono essere definite sostenibili: pare piuttosto che spesso lo sviluppo turistico sia avvenuto in base a criteri di profitto nel breve termine, di sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, e di occupazione delle zone migliori, specie sulla costa e in alta montagna. Il turismo sociale, caratterizzato com'è da una visione che privilegia le condizioni sociali rispetto a quelle economiche, può contribuire alla costruzione o al recupero delle destinazioni turistiche in base a criteri di sostenibilità di tipo economico, sociale e ambientale. Le modalità di gestione del turismo sociale nelle sue varie manifestazioni sono di fondamentale importanza ai fini di una maggiore sostenibilità delle zone e delle destinazioni turistiche. Se la sostenibilità consiste fondamentalmente nell'equilibrio tra i diversi aspetti dell'attività umana, il turismo sociale costituisce chiaramente uno strumento di sviluppo sostenibile per un gran numero di paesi sottosviluppati, che vedono nel turismo una fonte di attività economica che li può fare uscire dalla povertà.

2.4.4

Il contributo del turismo sociale all'occupazione e allo sviluppo economico. Il settore del turismo nel suo insieme è attualmente e diventerà forse in futuro l'industria più forte del mondo, uno dei settori che contribuiranno maggiormente alla crescita dell'occupazione, allo sviluppo, alla ricchezza e alla qualità della vita degli abitanti che vivono nelle destinazioni turistiche. Sebbene partecipi pienamente di tale importanza economica, il turismo sociale non ha ancora preso sufficientemente coscienza della propria forza, della propria rilevanza economica, e pertanto del proprio potere di imporre la sostenibilità come condizione per la scelta di una destinazione. Nell'esercizio delle loro attività, le imprese e gli organismi operanti nel settore del turismo sociale non devono tener conto soltanto di criteri esclusivamente economici. Un criterio da applicare è sicuramente quello della creazione di posti di lavoro stabili e di qualità, fattore chiave per lo sviluppo sostenibile di una destinazione turistica. In particolare, il maggiore o minore contributo del turismo sociale alla lotta contro la stagionalità costituisce un criterio di azione fondamentale legato all'obiettivo della qualità e della stabilità dell'occupazione, criterio che deve diventare parte integrante del modello di turismo europeo. Un ottimo strumento e un ottimo indicatore del rispetto di tale criterio si può rinvenire nella presenza di partenariati pubblico-privato nella gestione del turismo sociale.

2.4.5

Il contributo del turismo sociale allo sviluppo mondiale. Si è già menzionato che il turismo, e in particolare il turismo sociale, può tradursi per molti popoli in una via d'uscita da una situazione di sottosviluppo, di crisi industriale edi abbandono delle attività minerarie, industriali o agricole. Esiste una totale coincidenza tra le condizioni di sviluppo del turismo sociale e quelle per cui un territorio e i suoi abitanti trovano nell'attività turistica il motore del proprio sviluppo. Nella misura in cui la popolazione può vivere dell'attività turistica, vengono potenziate l'economia locale e l'integrazione sociale. Come hanno raccomandato numerosi organismi internazionali, l'attività turistica costituisce un ottimo antidoto contro le guerre e i disastri di ogni tipo che esse provocano. Il turismo è accoglienza, scambio, valorizzazione della realtà locale, amicizia e comunicazione interpersonale, mentre la guerra è aggressione, invasione e distruzione della natura. Se si ama soltanto ciò che si conosce, il turismo rappresenta uno strumento di avvicinamento, di conoscenza tra i popoli ed è pertanto uno strumento di pace, armonia e sviluppo. Dal canto suo, il turismo sociale può e deve riaffermarsi e contribuire alla realizzazione in tutto il mondo di condizioni di uguaglianza, giustizia, democrazia e benessere per consentire uno sviluppo di tutti i popoli del mondo basato sulla solidarietà.

2.5

Principi, condizioni e gestione del turismo sociale. È importante analizzare gli elementi ed i criteri che definiscono le attività del turismo sociale e le relative modalità di gestione. Questo ci consentirà di distinguere tra ciò che si può definire turismo «sociale» e ciò che non merita tale appellativo. Seguono alcuni criteri che secondo il BITS definiscono il concetto generale di turismo sociale:

avere come finalità principale di base l'ampliamento dell'accessibilità delle attività turistiche a tutti i gruppi sociali che vi hanno accesso con difficoltà o ad alcuni di essi,

essere aperto a gruppi e a settori molto diversi tra loro. Essere aperto anche a varie formule di gestione e a vari tipi di operatori attivi nel settore,

definire correttamente i gruppi a cui si rivolgono le attività (classi sociali, fasce di età, disabili), fermo restando il criterio della non discriminazione in base alla razza, alla cultura o alla situazione sociale,

comprendere iniziative e obiettivi di carattere umanistico, pedagogico, culturale e in generale di sviluppo personale,

essere trasparente sotto il profilo del regime economico dell'attività in base al quale gli utili si limitano al livello necessario per il raggiungimento degli obiettivi sociali,

integrare nel prodotto turistico un valore aggiunto di tipo non monetario,

manifestare una chiara volontà di integrazione, in maniera sostenibile, dell'attività turistica nel contesto della destinazione,

gestire il personale secondo criteri di valorizzazione e integrazione, sulla base della qualità del posto di lavoro dei lavoratori delle organizzazioni operanti nel settore del turismo sociale.

Questi criteri e altri simili possono servire da un lato come linee guida per gli operatori del turismo sociale, e dall'altro come punti di riferimento per identificare la presenza di questa attività.

2.6

La redditività delle imprese e il turismo sociale. Il turismo sociale deve essere ed è un'attività economica, certo non unicamente economica, ma come tale deve essere gestita in base ai principi fondamentali sia della redditività degli investimenti che della generazione degli utili necessari per proseguire e conseguire gli obiettivi originari. Solo le imprese sia competitive che redditizie in senso lato possono operare in base a criteri di qualità, sicurezza e garanzia per i consumatori. La variegata realtà del turismo sociale al giorno d'oggi dimostra che le imprese e le organizzazioni operanti in questo settore sono redditizie quando già dispongono di una struttura consolidata, di un mercato adeguato e di prezzi appropriati per tale mercato. A tale riguardo va menzionata la creazione di posti di lavoro riconducibile alle organizzazioni del turismo sociale, sia nel corso dell'intero anno che durante i periodi di scarso sfruttamento della capacità, ovviando così alla disoccupazione dei lavoratori interessati.

2.7

La redditività sociale del turismo. Se il turismo è un'attività economica, esso è anche chiaramente un'attività sociale, con benefici sociali: l'utente riceve vantaggi in termini di vacanze, i lavoratori del settore in termini di posto di lavoro, e la società nel suo insieme in termini di benefici per la collettività. Per quanto riguarda l'europa, il turismo sociale contribuisce alla costruzione dell'Europa dei cittadini, contributo che sicuramente crescerà in futuro. I viaggi effettuati dal maggior numero possibile di cittadini nei vari paesi europei si tradurranno indubbiamente in un maggior livello di conoscenza, comprensione e tolleranza.

2.8

Diverse concezioni e visioni del turismo sociale in Europa. Vi sono oggi diverse concezioni del turismo sociale nei vari Stati membri dell'Unione che svolgono programmi di questo tipo, ma si può affermare che vi sono tre elementi comuni:

la capacità reale di avere tempo libero per andare in vacanza,

la capacità monetaria per potersi spostare e viaggiare,

l'esistenza di modalità, strutture o strumenti che consentano di fruire in pratica di tali diritti.

2.8.1

Si possono così far rientrare nel turismo sociale il complesso di viaggi e di attività organizzato dai sindacati, quello di tipo familiare, quello di ispirazione religiosa, quello organizzato dalle imprese per i propri lavoratori, quello organizzato dalle istituzioni pubbliche, quello organizzato per i disabili, i giovani, gli anziani, e altre svariate realtà.

2.9

Gli organismi operanti nel settore del turismo sociale. Esiste inoltre una gran varietà di organismi operanti nel settore del turismo sociale in tutta Europa, tra cui:

le federazioni e i consorzi nazionali,

gli enti pubblici che si occupano esclusivamente di turismo sociale o che svolgono solo alcune attività di turismo sociale,

le associazioni di turismo sociale, sportive o culturali,

gli enti cooperativi,

i sindacati,

gli organismi a gestione mista o paritetica.

3.   I soggetti che agiscono nell'ambito del turismo sociale e il loro ruolo

3.1

Le istituzioni europee. Le istituzioni europee stanno mostrando un crescente interesse nei confronti delle attività di turismo sociale, come dimostrano i vari studi, pareri, relazioni e conferenze organizzati, promossi o coordinati dal Parlamento, dalla Commissione e dal CESE. La loro attività è fondamentalmente incentrata sulla raccolta, sulla classificazione e sulla diffusione dell'ampia gamma di esperienze dei vari paesi europei. La Commissione, in particolare, da un lato si sta facendo promotrice di nuove iniziative al livello degli Stati membri e dall'altro si sta adoperando per mettere in contatto fra loro i responsabili nazionali per iniziative di cooperazione transnazionale. Non sembra che la Commissione si stia assumendo attualmente il ruolo di coordinamento generale a livello comunitario delle esperienze nazionali di turismo sociale. Va dato particolare rilievo all'inchiesta recentemente realizzata dall'unità Turismo della direzione generale Imprese e industria sulla percentuale di cittadini europei che effettuano periodi di vacanza e sui motivi per cui il 40 % circa della popolazione europea non partecipa ad attività turistiche. Non sembra fuori luogo che la Commissione in futuro assuma il ruolo di coordinamento e di integrazione di una piattaforma di turismo sociale a livello europeo, ruolo che non dovrebbe richiedere necessariamente un contributo finanziario da parte delle istituzioni europee per lo sviluppo di tale piattaforma comune transnazionale.

3.2

I governi degli Stati membri. Come si è già affermato in precedenza, la presenza dei governi degli Stati membri dell'Unione europea nelle attività di turismo sociale varia molto da un paese all'altro per motivi legati al loro grado di coinvolgimento nonché per motivi storici, ideologici e sociali. In taluni Stati il governo, sia esso nazionale, regionale o locale, fornisce notevoli aiuti finanziari, aiuti spesso distribuiti a diversi gruppi sociali (i giovani, gli anziani, i disabili, le persone sfavorite, ecc.). Attualmente i governi si stanno adoperando per superare i limiti nazionali dei loro programmi di turismo sociale attraverso modalità di scambio transnazionale.

3.3

Gli imprenditori. È importante tenere in considerazione il fatto che esistono iniziative, come il cosiddetto «buono vacanze», mediante le quali i datori di lavoro offrono un contributo economico per permettere ai loro dipendenti di andare in vacanza. Va ricordato inoltre che, come si è già affermato, il turismo sociale è un'attività economica di grande rilevanza e forza e come tale attira gli imprenditori del settore turistico, che vi vedono la possibilità di espandere la propria attività di prestazione di servizi o di intermediazione. Un'iniziativa degna di nota è quella di Mundo Senior, un'impresa spagnola che raccoglie diverse grandi imprese turistiche inizialmente unitesi per gestire il programma di turismo sociale del ministero del Lavoro e della sicurezza sociale e che ha in realtà ampliato il proprio oggetto sociale e la propria attività offrendo prodotti turistici destinati in modo specifico agli anziani. È evidente che il requisito della competitività non si oppone al carattere sociale dell'attività. È chiaro che in futuro possono e devono svilupparsi iniziative di partenariato pubblico-privato sia all'interno dei vari Stati membri sia tra i diversi paesi per dar vita a programmi di turismo sociale redditizi.

3.4

I lavoratori. Sin dalle origini del fenomeno del turismo sociale, i sindacati, quali organizzazioni di tutela dei lavoratori, sono stati molto presenti nelle attività turistiche per ottenere benefici per i loro affiliati. Tale presenza si è tradotta nel sostegno alle infrastrutture materiali, ai centri di vacanza, alle residenze, ecc. oppure nella semplice erogazione di un servizio specializzato. Sebbene le esperienze e il grado di coinvolgimento varino da un paese all'altro, in quasi tutti i paesi esiste una qualche forma di turismo sociale di origine sindacale. A tale proposito vanno menzionate in particolare le organizzazioni sindacali presenti nei nuovi paesi membri dell'UE, alla ricerca di un valido modello di turismo sociale e di contatti con organismi che hanno esperienze più consolidate. Nel maggio 2005 il BITS ha inoltre effettuato un interessante studio riguardante le attività di tipo turistico svolte dalle varie organizzazioni sindacali a favore dei lavoratori, studio che passa in rassegna una per una le attività in corso negli attuali 25 Stati membri europei. Si tratta indubbiamente di un adeguato strumento per la conoscenza e l'analisi della realtà di questo fenomeno.

3.5

Le associazioni specializzate. Tra le varie associazioni esistenti vanno menzionate da un lato le cooperative di consumatori, che in alcuni paesi (Italia e Regno Unito) dispongono di un'ampia rete di agenzie che organizzano attività di turismo sociale. Meritano una citazione anche le organizzazioni giovanili e ambientali che operano in questo ambito. In questa sezione vanno menzionati anche gli organismi di carattere associativo delle stesse organizzazioni dedite al turismo sociale: è questo il caso del BITS, che svolge attività di sostegno, coordinamento e promozione di importanza vitale.

3.6

I gruppi coinvolti direttamente o indirettamente nel turismo sociale. È chiaro che gli utenti sono i veri protagonisti dei vari programmi e delle diverse attività di turismo sociale. Sono loro a beneficiare in primo luogo di certi vantaggi economici che consentono loro di godere del loro tempo libero e delle loro vacanze praticando le attività sportive e culturali favorite. In secondo luogo sono proprio loro a trarre vantaggio da un turismo rispettoso delle risorse territoriali, patrimoniali e ambientali e dalla relazione che si instaura tra gli utenti stessi e con gli abitanti dei luoghi di accoglienza, tutte attività che consentono di promuovere la conoscenza reciproca tra le persone, il riposo e lo sviluppo personale. Anche le comunità locali in cui viene praticato il turismo sociale ne traggono vantaggi, in termini di creazione di posti di lavoro, di promozione dell'attività economica e di sviluppo.

4.   La realtà attuale del turismo sociale in Europa

4.1

Quadro teorico, normativo e programmatico. Sebbene in Europa il quadro teorico, normativo e programmatico del turismo sociale non sia attualmente molto ricco, sono relativamente abbondanti gli studi e le ricerche che cercano di catalogare e analizzare in modo comparato le varie realtà del turismo sociale esistenti in Europa. Alcune di esse sono riportate nella sezione D del presente parere come riferimenti bibliografici e tecnici.

4.2

Diverse esperienze concrete in Europa. Come segnalato in precedenza, nel corso dei lavori del gruppo di studio, durante l'audizione svoltasi a Barcellona il 4 e 5 maggio 2006, e attraverso le esperienze illustrate nel corso della conferenza intitolata Turismo per tutti organizzata dalla Commissione e dal BITS, è stato possibile rilevare e conoscere numerose esperienze concrete portate avanti in Europa, le quali possono essere considerate veramente positive. L'obiettivo del presente parere non è di analizzare nei minimi dettagli tali esperienze ma di citarne alcune tra le più significative, le quali certamente contribuiranno a mettere in luce il valore del turismo sociale e potranno dare un orientamento agli sforzi di altri operatori del settore o degli Stati o enti territoriali che, per vari motivi, non dispongano di programmi in questo ambito.

4.2.1

L'Agenzia nazionale dei buoni vacanze (ANCV) in Francia, il cui fatturato è molto elevato e nel 2005 è stato valutato intorno al miliardo di euro. L'Agenzia è un ente pubblico di carattere industriale e commerciale creato nel 1982 e dopo più di 23 anni di lavoro continua ad essere uno strumento utile di politica sociale a favore del turismo.

4.2.1.1

I suoi obiettivi si articolano intorno a tre assi:

consentire al maggior numero possibile di persone, in particolare quelle con il reddito più basso, di andare in vacanza,

offrire libertà di scelta, grazie ad una vasta rete di professionisti del turismo in grado di soddisfare con un buon livello qualitativo qualsiasi richiesta,

contribuire allo sviluppo turistico grazie ad una migliore ripartizione territoriale dell'attività turistica.

4.2.1.2

È opportuno sottolineare che ogni anno due milioni e mezzo di persone percepiscono il buono vacanze, il quale consente a 7 milioni di persone di viaggiare. Gli organismi che partecipano al suo finanziamento sono più di 21.000, mentre gli operatori nel campo del turismo e del tempo libero che prestano i loro servizi sono circa 135.000.

4.2.1.3

Il programma permette inoltre a gruppi particolarmente svantaggiati, a gruppi di invalidi, ai giovani, ecc. di viaggiare grazie a borse di viaggio il cui valore ammonta a 4 milioni e mezzo di euro. Di una certa importanza è anche l'attività d'investimento dell'Agenzia, volta a modernizzare le attrezzature del turismo sociale.

4.2.1.4

Pare che la continuità e la redditività del programma siano nel complesso assicurate; senza dubbio gli studi economici confermano che grazie all'impatto sull'attività economica vi sia un reale rientro finanziario.

4.2.1.5

L'obiettivo dell'Agenzia per gli anni futuri è quello di estendere e diffondere la sua attività tra gli utenti e gli operatori del turismo. Un altro obiettivo potrebbe forse essere quello di dare carattere transnazionale al programma, mediante accordi con altri paesi europei. I vantaggi sarebbero certamente reciproci, esemplari e di grande portata economica e sociale.

4.2.2

Il programma di turismo sociale dell'Imserso in Spagna, che risponde ad obiettivi analoghi ma con un approccio distinto e con strumenti diversi. In questo caso, più di un milione di persone, in prevalenza anziani, approfittano annualmente di viaggi organizzati in gruppo e in periodi di bassa stagione. Lo Stato spagnolo investe annualmente nel programma circa 75 milioni di euro. Tuttavia, grazie a diversi meccanismi fiscali (IVA, l'imposta sulle attività economiche, l'imposta sugli utili delle imprese e sul reddito delle persone fisiche), grazie ad un aumento degli introiti derivanti dai contributi alla previdenza sociale e grazie alle economie realizzate sui sussidi di disoccupazione, il programma riesce ad ottenere circa 125 milioni di euro, con una grande redditività economica.

4.2.2.1

Il programma è caratterizzato da una redditività sociale ed economica ben evidente. Innanzitutto, ha permesso ad ampi strati della popolazione anziana di viaggiare per la prima volta, di conoscere altre città e altre realtà, di allargare le relazioni sociali su un piano di parità, di migliorare lo stato fisico, il tutto seguendo principi adeguati di qualità e garantendo la soddisfazione degli utenti. Inoltre, per ogni euro investito nel programma, è stato possibile recuperare un euro e settanta centesimi.

4.2.2.2

È opportuno sottolineare l'importanza di questo programma sul piano dell'occupazione. Sono infatti circa 10.000 i lavoratori diretti che durante la bassa stagione non perdono il loro impiego, in quanto gli alberghi, gli altri stabilimenti e gli altri servizi restano aperti.

4.2.2.3

Il programma è in costante crescita ed evoluzione e va alla ricerca di nuove formule di turismo sociale che abbiano contemporaneamente un maggiore valore culturale, sanitario e sociale, come è il caso dei soggiorni termali, di indiscusso successo, o dei circuiti e degli eventi culturali.

4.2.2.4

Così come accade in Francia, le possibilità di crescita del programma sono molto elevate, non solo all'interno del paese ma anche a livello transnazionale. Attualmente l'Imserso è già convenzionato con il suo omologo portoghese per uno scambio di turisti e si propone di fare lo stesso con la Francia. Questo potrebbe rivelarsi un modello esportabile di grande valore per gli altri paesi europei.

4.2.3

Altre esperienze. Oltre a questi due importanti programmi di turismo sociale, esistono in Europa altri buoni esempi, forse più limitati e maggiormente centrati su un gruppo specifico di utenti, ma non per questo meno positivi. È ad esempio il caso della Piattaforma rappresentativa statale degli invalidi fisici (Predif), illustrata nel corso dell'audizione di Barcellona, destinata ad un gruppo ben specifico, ma che gestisce a favore di tale gruppo un nutrito programma di vacanze.

4.2.3.1

Da un altro punto di vista molto interessante, è importante citare l'esperienza condivisa da tre organizzazioni, una britannica ( Family Holiday Association ), una belga ( Tourisme Vlaanderen ) e una francese ( Vacances Ouvertes ), che si coordinano tra di loro per concretizzare il principio «Turismo per tutti» nei loro tre paesi.

4.2.3.2

Attività di turismo sociale esistono anche in altri Stati europei. È il caso, tra l'altro, di Portogallo, Polonia e Ungheria, in cui assumono un ruolo importante i sindacati, e dell'Italia, che dispone di un programma promosso dalle cooperative di consumo. Per concludere, si può affermare che il numero di esperienze, la quantità di utenti e la diversità si stanno consolidando e ampliando in tutta Europa.

4.2.3.3

Analogamente, è opportuno constatare che alcune regioni e comuni stanno portando avanti, in diverse forme, esperienze di turismo sociale. È il caso della Comunità autonoma delle Isole Baleari con il suo Piano OCI 60.

4.2.3.4

Inoltre, sempre in ambito regionale, il governo dell'Andalusia (Spagna) ha elaborato il programma di Residenze per il tempo libero e il programma Conoce tu costa , basato sulla cooperazione tra l'amministrazione regionale e i comuni per favorire il turismo di persone anziane all'interno della stessa Comunità autonoma.

4.2.3.5

Va citata infine la presenza del turismo sociale nel portale dell'Unione europea sul turismo (www.visiteurope.com), che opera come centro di consultazione per tutta l'attività turistica europea, compreso il turismo sociale.

4.3

Valutazione globale del turismo sociale. Tra i numerosi valori che il turismo sociale esprime e apporta alla società si possono menzionare:

la soddisfazione degli utenti, non solo per la vacanza in sé, quanto per la maniera «speciale» in cui essa si svolge,

la dimensione e i valori umani dell'attività,

un miglior equilibrio e un maggior grado di sviluppo personale degli utenti e delle comunità di accoglienza,

la redditività e i benefici economici nell'industria turistica, specie per via dell'allungamento dell'alta stagione,

il suo impatto positivo sulla creazione di posti di lavoro stabili e di qualità durante tutto l'anno,

il mantenimento di condizioni di sostenibilità nelle destinazioni turistiche,

la valorizzazione della realtà locale, delle sue risorse naturali, sociali, culturali e patrimoniali,

il potenziamento delle conoscenze e degli scambi tra i diversi paesi dell'Unione.

4.3.1

Tutto questo insieme di valori, unitamente alle realtà del turismo sociale già esistenti e riconosciute valide, alle prospettive di crescita di questa attività e alla ricerca e all'introduzione di nuovi prodotti, conferiscono al turismo sociale in Europa un'immagine estremamente positiva sotto tutti i punti di vista.

4.3.2

Questa immagine positiva in tutti gli aspetti e sotto tutte le angolazioni è quello che ci permette di definire comunemente l'attività del turismo sociale un «miracolo», in cui tutti gli operatori e gli utenti conseguono ogni tipo di vantaggio: vantaggi economici, sociali, sanitari, occupazionali, di cittadinanza europea …, nessuno può sentirsi danneggiato da questa attività. In definitiva è difficile trovare un'attività umana ed economica che goda di un riconoscimento e di un sostegno tanto unanimi.

4.3.3

Tenendo conto di quanto precede, non resta che raccomandare vivamente, nell'ambito del presente parere, proposte e formule che, da un lato, consentano di consolidare e migliorare i programmi esistenti e, dall'altro, estendano i loro effetti positivi ad un maggior numero di cittadini.

B.   PARTE SECONDA: PROPOSTE

5.   Per una piattaforma europea nel campo del turismo sociale

5.1

Condizioni preliminari. Nei punti precedenti si è potuto constatare che, a prescindere dalla sua definizione, dalle sue modalità di finanziamento e di gestione, il turismo sociale è una realtà socioeconomica potente, redditizia e stabile che, da un lato, raggiunge i propri obiettivi con un elevato livello di soddisfazione da parte degli utenti e, dall'altro, contribuisce all'occupazione e alla destagionalizzazione dell'attività turistica. Si tratta pertanto di una realtà di notevole rilevanza in tutto il mondo e in modo particolare in Europa. La questione è quindi di vedere come estendere e generalizzare l'effetto benefico attualmente esercitato dal turismo sociale sulle persone, sulle imprese e sulla società nel suo insieme.

5.1.1

Non è facile riassumere in un unico concetto un'attività come quella del turismo sociale a livello europeo: si può parlare di piattaforma, di progetto, di programma o di iniziativa. Pur non avendo lo stesso significato, tutti questi concetti fanno riferimento ad un'attività organizzata di ambito sopranazionale europeo che presenta alcuni obiettivi ben definiti. Nel presente parere, visto che si tratta di una proposta generica, questi sostantivi saranno utilizzati in maniera indifferenziata, nell'attesa che questa piattaforma futura scelga, nell'ambito della propria realtà, il termine più idoneo.

5.1.2

D'altro canto si constata che la realtà turistica a livello europeo presenta al momento diverse carenze ed è soggetta a diverse minacce nel medio termine:

l'aggravamento del già esteso fenomeno della stagionalità nell'industria turistica, sia nell'Europa settentrionale, sia in quella centrale e sulle coste del Mediterraneo, in cui intere zone risultano abbandonate durante la bassa stagione e mancano infrastrutture adeguate per tutto l'anno,

il sottoutilizzo delle risorse umane durante la media e la bassa stagione,

il notevole incremento della popolazione attiva a causa della migrazione, che rende necessaria l'espansione dell'attività economica per salvaguardare il tenore di vita,

la difficoltà per l'industria turistica di mantenere livelli adeguati di prezzi e di utilizzazione durante tutto l'anno, che garantiscano la sua redditività nel medio termine,

l'esistenza di limiti obiettivi nella ricettività turistica utilizzabile,

la necessità imprescindibile ai fini di uno sviluppo sostenibile dell'industria turistica di incrementare il valore aggiunto della ricettività turistica durante tutto l'anno: aumentando la qualità e quindi il prezzo ovvero innalzando l'utilizzazione media annua mediante l'allungamento della stagione di apertura degli impianti turistici,

l'emergere di numerose destinazioni turistiche in tutto il mondo che offrono prodotti e servizi innovativi concorrenziali. Questa nuova concorrenza deve essere anzitutto un nuovo stimolo per migliorare sia in qualità che in competitività.

5.1.3

Esistono, tuttavia, fattori che rappresentano chiare opportunità in termini di fattibilità di un'eventuale piattaforma di turismo sociale europeo:

l'incremento graduale, in termini sia assoluti che relativi, del numero di cittadini europei che non svolgono alcuna attività e che dispongono però di una pensione e di un tenore di vita adeguati,

l'aumento progressivo della speranza di vita dei cittadini europei,

l'aumento del tempo libero di cui dispone in media ciascuno nel corso della vita, specie in età matura,

la riduzione dei costi di trasporto grazie al boom delle compagnie aeree a basso costo, fenomeno che promuove la mobilità e il turismo,

la crescita del livello culturale, che incoraggia un'attività turistica responsabile e sostenibile,

la presenza di esperienze positive nell'ambito dei programmi di turismo sociale in tutta Europa,

l'adesione di nuovi paesi all'Unione europea, il che amplia il mercato e con esso le possibilità e le opportunità di viaggiare.

5.2

Un'eventuale piattaforma di turismo sociale europeo potrebbe avere diversi obiettivi, tra cui:

generalizzare e ampliare sia i programmi attuali che il numero di utenti del turismo sociale nei vari paesi europei fino a quando tutti gli Stati non dispongano di un proprio programma,

integrare gli elementi transnazionali dei programmi già esistenti attraverso accordi di cooperazione di tipo bilaterale o multilaterale,

creare le condizioni propizie per la messa a punto e l'avvio di una piattaforma di turismo sociale di portata europea, della quale tutti i cittadini europei possano beneficiare per visitare altri paesi a costi accessibili e in maniera sostenibile. A tale proposito sarebbe interessante conoscere il numero di cittadini europei che non si è mai recato in un altro paese europeo; si tratterebbe sicuramente di un gruppo piuttosto numeroso che potrebbe svolgere un ruolo chiave nel programma stesso,

promuovere l'affermarsi graduale di un'attività di turismo sociale su scala europea a cui partecipino il maggior numero possibile di Stati.

5.3

Gli operatori e i gruppi coinvolti nella piattaforma di turismo sociale europeo. Tra i gruppi e gli operatori che potrebbero essere eventualmente coinvolti si possono menzionare:

le organizzazioni che attualmente gestiscono i programmi di turismo sociale nei vari paesi,

le organizzazioni sindacali e le cooperative interessate allo sviluppo del programma,

gli imprenditori del settore turistico (nel senso più ampio del termine) interessati al miglioramento della redditività delle loro strutture in maniera sostenibile,

i governi nazionali, regionali e locali interessati ad intervenire nel settore turistico, a contribuire al suo miglioramento e a promuovere lo sviluppo personale e sociale dei loro cittadini,

l'Unione europea e le sue istituzioni, interessate ad ampliare e a promuovere l'occupazione, le attività economiche e il concetto di cittadinanza europea. In considerazione delle dimensioni sovranazionali della piattaforma, le istituzioni dell'Unione europea dovrebbero svolgere anche un ruolo di coordinamento e di monitoraggio nei confronti delle condizioni di sviluppo del programma, ed essere leader nella sua introduzione,

le organizzazioni di turismo sociale, specie il BITS.

5.4

Elementi essenziali del turismo sociale europeo. Per essere realizzabile dal punto di vista sociale ed economico, la piattaforma di turismo sociale dovrebbe includere i seguenti elementi:

essere rivolta ai gruppi meno favoriti dal punto di vista socioeconomico o territoriale. In particolare ai disabili fisici e mentali o a gruppi con difficoltà di spostamento derivanti dalla realtà geografica in cui vivono, come per esempio gli abitanti delle isole europee. Questo implica farsi carico del finanziamento parziale, equo e paritario del viaggio e dei soggiorni, indipendentemente dalla durata, in modo da compensare la realtà delle persone svantaggiate, intese in senso molto ampio,

essere complessivamente redditizio dal punto di vista socioeconomico, nel breve, medio e lungo termine, nel settore pubblico e in quello privato,

creare occupazione stabile e di qualità durante tutto l'anno. Per realizzare l'obiettivo dell'occupazione, è necessario assicurare una gestione centralizzata e cercare di ottenere il massimo dal soggiorno nelle strutture turistiche,

svolgersi nei periodi di bassa stagione turistica,

essere attuato in condizioni di sostenibilità e mirare a esperienze arricchenti sotto il profilo sia personale che sociale tanto per gli utenti quanto per le comunità di accoglienza,

salvaguardare un elevato livello di qualità delle prestazioni in linea con gli obiettivi da raggiungere,

assumere la forma di partenariato pubblico-privato.

Se queste condizioni vengono rispettate, il turismo sociale sarà, senza dubbio, un elemento integrante fondamentale del modello di turismo europeo.

5.5

La cooperazione tra il settore pubblico e quello privato nel quadro del progetto. Se, da un lato, può rappresentare un forte condizionamento, dall'altro, un'efficace cooperazione tra il settore pubblico e quello privato nelle fasi di concezione, messa a punto e gestione del progetto può favorire la fattibilità del programma. Non dovrebbe essere difficile trovare organizzazioni e imprese europee disposte a parteciparvi.

6.   Effetti e risultati di una piattaforma di turismo sociale europeo

6.1

Impatto sulla crescita e sull'occupazione. In caso di avvio della piattaforma, nelle sue diverse articolazioni, gli effetti sulla crescita e sull'occupazione sarebbero considerevoli, contribuendo indubbiamente al conseguimento dell'obiettivo fissato nel vertice di Lisbona. Per esempio, l'esperienza dell'Imserso in Spagna è una chiara dimostrazione degli effetti positivi del turismo sociale sul mantenimento e la creazione di posti di lavoro durante la bassa stagione.

6.2

Impatto sull'effettivo diritto di accesso al turismo. Se è vero che, secondo le statistiche disponibili, attualmente circa il 40 % della popolazione non va in vacanza, la piattaforma di turismo sociale europeo avrebbe come obiettivo la riduzione di detta percentuale e indubbiamente aiuterebbe in modo sostanziale a conseguirlo e a realizzare concretamente il diritto a un turismo per tutti, contribuendo alla conoscenza reciproca dei popoli d'Europa.

6.3

Effetti sul modello turistico europeo. In vari pareri in materia di turismo, il CESE ha espresso la convinzione che la costruzione di un modello di turismo europeo, basato non tanto sulle norme quanto su valori generalmente accettati e applicati, sia possibile. Uno dei principi alla base di tale modello sarebbe sicuramente l'universalizzazione del turismo, il cosiddetto turismo per tutti. La piattaforma di turismo sociale europeo potrebbe contribuire notevolmente a promuovere tale modello.

7.   Il contributo del turismo, e in particolare del turismo sociale, alla creazione di un'identità e di una dimensione europea

7.1

Si è potuto recentemente constatare che la costruzione europea non è un cammino semplice né breve: ancora oggi persistono infatti molte incertezze e difficoltà da superare. Il turismo sociale può costituire pertanto un potente strumento di informazione, di mutua conoscenza fra i cittadini e di solidarietà fra i popoli: esso può contribuire a costruire l'Europa dei cittadini, non con sforzi o sacrifici bensì mediante la fruizione del tempo libero, dei viaggi e delle vacanze. In particolare sembra che i giovani siano un gruppo che può intensificare i suoi viaggi nell'alta stagione, periodo in cui diverse strutture residenziali per studenti non sono occupate e potrebbero accogliere temporaneamente attività turistiche analoghe al programma Erasmus.

7.2

L'attività turistica pare un buon modo di costruire l'Europa dei cittadini; i differenti gruppi in questione, il settore economico turistico e le comunità locali possono trovare una convergenza di interessi e farlo in maniera gradevole e accessibile a tutti.

C.   PARTE TERZA: CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI

8.   Conclusioni

8.1

Dopo aver analizzato, nell'ambito del presente parere, la situazione attuale del turismo sociale in Europa, si può innanzitutto concludere che si tratta di un'attività sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale, nonché di primaria importanza in ciascuno di questi tre ambiti.

8.2

I vantaggi economici e sociali per la salute e l'integrazione di cui godono tutti gli utenti e gli operatori che partecipano ai programmi sono ampiamente riconosciuti a livello generale e presentano un grande valore aggiunto.

8.3

I diversi gruppi di utenti del turismo sociale, in particolare gli invalidi e le persone a mobilità ridotta, ottengono dai programmi un contributo straordinario per la loro piena integrazione in quanto individui.

8.4

La realtà del turismo sociale in Europa presenta una grande diversità di operatori, di forme di sviluppo, di obiettivi pubblici, di strumenti finanziari, ecc., che l'arricchisce, la diversifica e contribuisce al suo sviluppo e alla sua evoluzione.

8.5

Un'altra conclusione particolarmente importante riguarda la dimostrazione del fatto che tale attività presenta una redditività sociale compatibile con quella economica e positivamente legata ad essa.

8.6

È economicamente fattibile e socialmente auspicabile che ogni paese europeo elabori un programma nazionale di turismo sociale e che tale programma presenti diversi approcci e formule di gestione.

8.7

Anche la creazione di una piattaforma o programma transnazionale di turismo sociale europeo risulta economicamente fattibile e socialmente auspicabile.

8.8

Qualsiasi attività nel campo del turismo sociale deve prevedere, nel suo sviluppo, un insieme di valori improntati alla sostenibilità e alla creazione di posti di lavoro, in linea con la strategia di Lisbona.

8.9

Il turismo sociale può costituire uno strumento di grande valore per la creazione di un'Europa dei cittadini, di tutti i cittadini, ma in questo processo assume grande importanza, in particolare, il ruolo dei giovani.

8.10

Il turismo sociale è un'attività che apporta una serie di valori che possono far parte integrante del modello turistico europeo.

8.11

Tutte le comunità locali europee possono beneficiare dalle attività di turismo sociale in virtù del contributo di quest'ultimo alla salvaguardia del patrimonio culturale e locale.

8.12

In guisa di conclusione generale va detto che l'attività di turismo sociale è oggi un'attività matura, con ampia diffusione in numerosi Stati d'Europa, con buoni gestori e strutture organizzative adeguate, pronta a fare il salto per estendersi in modo generalizzato in tutti i paesi e per dare un carattere transnazionale alla sua offerta di servizi, che porti con sé un aumento quantitativo e qualitativo dei suoi obiettivi.

9.   Raccomandazioni

9.1

La raccomandazione fondamentale da rivolgere ai potenziali utenti dei programmi del turismo sociale è chiaramente quella di invitarli a partecipare ad un'attività come il turismo, alla quale hanno diritto come persone, ma cui non hanno avuto accesso per una serie di circostanze. Il turismo sociale è un fattore di chiara e profonda integrazione, di conoscenza e di sviluppo personale e in quanto tale la partecipazione alle sue attività è auspicabile.

9.2

Per quanto concerne i diversi operatori che partecipano alla gestione dei vari programmi del turismo sociale, è in primo luogo opportuno riconoscere i vantaggi della loro attività, il loro impegno a svolgere la funzione di organizzatori e l'attenzione posta nella prestazione di un servizio accessibile ma di qualità agli utenti. Tuttavia, è anche opportuno incoraggiare detti operatori a migliorare costantemente i loro prodotti e servizi, ad investire nel potenziamento delle infrastrutture e a creare nuovi prodotti, specie di carattere transnazionale. Il coordinamento dei programmi e l'associazionismo degli organismi responsabili sono buoni strumenti per il miglioramento e lo scambio di esperienze.

9.3

Alle imprese del settore turistico si raccomanda di partecipare con impegno alle attività del turismo sociale. Quest'ultimo presenta valori compatibili con una corretta gestione imprenditoriale, con la competitività e la redditività, a breve ma soprattutto a media e lunga scadenza, e permette di garantire posti di lavoro a molte persone durante tutto l'anno.

9.4

Alle istituzioni e ai governi nazionali, regionali e locali si raccomanda di promuovere la creazione di programmi di turismo sociale, per via dei benefici sociali ma anche economici che tali programmi presentano. Il maggior gettito da imposte o da contributi e le economie sui sussidi di disoccupazione sono chiaramente degli incentivi a fornire adeguate sovvenzioni a gruppi svantaggiati dal punto di vista economico, sociale o fisico nella certezza di recuperare i costi e di garantire la redditività.

9.5

Alle istituzioni europee si raccomanda di considerare il turismo sociale come un'attività importante che condivide i suoi obiettivi con il turismo in generale e con la politica sociale. È un'attività che merita un riconoscimento, uno sviluppo, un'assistenza tecnica specializzata, un sostegno e un incentivo non necessariamente di carattere economico. L'animazione, il coordinamento tecnico, la diffusione di esperienze e l'essere un punto di incontro per la conclusione di accordi transnazionali sono alcune delle funzioni che la Commissione, attraverso l'unità Turismo, potrebbe svolgere con i suoi stessi mezzi per l'istituzione di una grande piattaforma/programma europeo di turismo sociale. La leadership della Commissione in questi aspetti della promozione del turismo sociale sarebbe indubbiamente un valido strumento per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

9.6

Tutte le istituzioni dovrebbero porsi la questione del rafforzamento delle loro politiche di eliminazione di tutti i tipi di barriere, nelle infrastrutture di comunicazione, nelle strutture ricettive e nei servizi turistici. Il caso delle isole europee è un esempio evidente del fatto che la realtà geografica condiziona pesantemente la mobilità e l'accesso al turismo dei cittadini delle isole.

9.7

Il Parlamento europeo dovrebbe lanciare iniziative per promuovere un dibattito e adottare risoluzioni per incentivare il turismo sociale in Europa, in considerazione della sua dimensione politica, sociale ed economica.

9.8

Il CESE è d'accordo sul fatto che il presente parere sia pubblicato e diffuso come Dichiarazione di Barcellona sul turismo sociale europeo, e che rappresenti il contributo del CESE al Forum europeo sul turismo e alla Giornata mondiale del turismo, entrambi previsti quest'anno.

D.   PARTE QUARTA: RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E TECNICI

Les différentes notions du tourisme social: l'évolution de l'offre et de la demande, Commissione europea, DG XXIII, unità Turismo, 1993

Dichiarazione di Montreal. Per una visione umanistica e sociale del turismo, BITS, settembre 1996

Codice etico mondiale del Turismo. OMT Santiago del Cile, 1o ottobre 1999

Atti del seminario sugli aiuti alle vacanze nell'Unione europea, Parlamento europeo, Strasburgo, marzo 2000

Les concepts de tourisme pour tous et de tourisme social dans l'Union Européenne, BITS, seminario di Bruges, giugno 2001

Relazione sui risultati del sondaggio Turismo per tutti, giugno 2001

Parere del CESE sul tema Un turismo accessibile a tutti e socialmente sostenibile, ottobre 2003

Studio sul programma di vacanze per la terza età, Imserso, Spagna, maggio 2004

Forum europeo del turismo sociale, BITS, Budapest, aprile 2005

Relazione sul turismo e lo sviluppo (A6-0173/2005), Parlamento europeo, maggio 2005

Relazione sulle nuove prospettive e le nuove sfide per un turismo europeo sostenibile (A6-0235/2005), Parlamento europeo, luglio 2005

Turismo accesible para todas las personas, piano di azione del CERMI (Comité Español de Representantes de personas con Discapacidad), dicembre 2005

Consultation sur les activités en matière de tourisme pour les travailleurs, BITS, Bruxelles, maggio 2005

Conferenza europea sul turismo sociale, la crescita economica e l'occupazione, Govern Balear, Palma di Maiorca, novembre 2005

Conferenza Tourisme Pour Tous: État des lieux et pratiques existantes dans l'UE, Commissione europea, direzione generale Imprese e industria, unità Turismo, gennaio 2006.

Congresso mondiale del turismo sociale in Provenza, Verso un turismo di sviluppo e di solidarietà, Aubagne (Francia), maggio 2006.

Bruxelles, 14 settembre 2006

La Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Anne-Marie SIGMUND


(1)  Direzione generale XXIII, Unità Turismo — Les différentes notions du tourisme social: l'évolution de l'offre et de la demande (Le diverse nozioni di turismo sociale: l'evoluzione della domanda e dell'offerta).


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