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Document 52004IE1206
Opinion of the European Economic and Social Committee on the topic: ‘Towards the seventh Framework Programme for Research: Research needs in the area of demographic change — quality of life of elderly persons and technological requirements’
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Verso il Settimo programma quadro per la ricerca: Le esigenze di ricerca nel campo dei cambiamenti demografici — Qualità di vita degli anziani ed esigenze tecnologiche
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Verso il Settimo programma quadro per la ricerca: Le esigenze di ricerca nel campo dei cambiamenti demografici — Qualità di vita degli anziani ed esigenze tecnologiche
GU C 74 del 23.3.2005, p. 44–54
(ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)
GU C 74 del 23.3.2005, p. 20–28
(MT)
23.3.2005 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 74/44 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Verso il Settimo programma quadro per la ricerca: Le esigenze di ricerca nel campo dei cambiamenti demografici — Qualità di vita degli anziani ed esigenze tecnologiche
(2005/C 74/09)
Il Comitato economico e sociale europeo, in data 29 gennaio 2004, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere sul tema: «Verso il Settimo programma quadro per la ricerca: Le esigenze di ricerca nel campo dei cambiamenti demografici - Qualità di vita degli anziani ed esigenze tecnologiche»
La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere sulla base del rapporto introduttivo della relatrice HEINISCH in data 14 luglio 2004.
Il Comitato economico e sociale europeo, in data 15 settembre 2004, nel corso della 411a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 144 voti favorevoli, 1 voto contrario e 2 astensioni.
1. Sintesi
1.1 |
Dati i cambiamenti demografici in atto e le opportunità e i rischi che essi comportano per la qualità della vita del crescente numero di anziani in Europa, il Comitato chiede:
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Motivazione
Gli aspetti biologici, psicologici, sociali, culturali, tecnologici, economici e strutturali dell'invecchiamento sono strettamente collegati fra loro. Inoltre, si invecchia sempre in uno specifico contesto fisico e sociale, che in Europa è caratterizzato da forti contrasti geografici, culturali e sociostrutturali. Ambedue gli aspetti, quello della multidimensionalità dell'invecchiamento e quello delle diverse condizioni nelle quali esso avviene, non sono sufficientemente presi in considerazione negli attuali programmi di ricerca. Tuttavia soltanto un'attività di ricerca di ampio respiro e a lungo termine potrà creare quelle fondate basi decisionali e di pianificazione che il cambiamento demografico rende necessarie nei più svariati ambiti sociali e a tutti i livelli decisionali.
Per quanto riguarda il punto (a), occorre approfondire la ricerca soprattutto sui seguenti temi:
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politica economica e finanziaria (4.1) |
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lavoro e occupazione (4.2) |
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realtà quotidiana degli anziani (4.3) |
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ambiente sociale e di vita (4.4) |
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apprendimento permanente (4.5) |
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salute e assistenza (4.6) |
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nuove tecnologie (4.7) |
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elaborazione, aggregazione e integrazione delle conoscenze disponibili (4.8). |
Le molteplici dimensioni del processo di invecchiamento e le diverse condizioni culturali, economiche e strutturali in cui esso avviene impongono un'attività di ricerca multidisciplinare e interdisciplinare a lungo termine.
In relazione al punto (b): si considerano necessarie in particolare le seguenti misure complementari al fine di garantire il rispetto dell'articolo 25 della Carta dei diritti fondamentali inclusa nel Trattato costituzionale europeo, che sancisce il diritto di vivere in dignità e di partecipare attivamente ai processi civici e decisionali per tutti i cittadini anziani dell'Unione:
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applicazione del metodo di coordinamento aperto per trattare in modo uniforme e classificare gli indicatori della qualità della vita degli anziani nei paesi europei, per favorire lo scambio di esperienze, il confronto in sede europea e l'apprendimento reciproco; per incentivare il dialogo fra rappresentanti della società civile organizzata e le pertinenti direzioni generali della Commissione, e per concordare valori comuni in relazione all'invecchiamento della società, |
— |
istituzione di un osservatorio comune europeo nell'ottica di creare un'Agenzia europea per l'invecchiamento e una banca dati per raccogliere, concentrare e diffondere conoscenze, migliorare il metodo di coordinamento aperto e trarne le debite conseguenze pratiche e politiche, |
— |
istituzione di una categoria «Invecchiamento della società» nel CESE; e |
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organizzazione di seminari e convegni per approfondire le conoscenze sui cambiamenti demografici, segnalazione dell'importanza di adottare urgentemente misure preventive e di accompagnamento, per favorire la sensibilizzazione, per diffondere nella misura più ampia possibile informazioni in merito ai risultati della ricerca, per promuovere gli scambi tra vecchi e nuovi Stati membri. |
Obiettivo:
Creazione di un'ampia base di conoscenze
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per effettuare interventi volti a mantenere e, se necessario, aumentare la qualità della vita dell'attuale e della futura generazione di anziani, e |
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per rafforzare lo sviluppo economico e la competitività dell'Europa in base al potenziale generato dai cambiamenti demografici. |
2. Introduzione
2.1 |
I cambiamenti della struttura demografica sono uno dei grandi risultati e al contempo una sfida di grande attualità della nostra epoca. Per la prima volta nella storia, intere generazioni hanno fondati motivi di sperare e attendersi che vivranno una vecchiaia molto prolungata. La nuova fase della vita così conquistata comporta numerose opportunità, ma anche doveri completamente nuovi per l'individuo e la società. In gran parte dei paesi europei molti anziani hanno un reddito sufficiente e le capacità fisiche e cognitive necessarie per trascorrere in autonomia e serenità gli anni risultanti dall'allungamento della vita. Ciò crea nuove opportunità di sviluppo economico e sociale. Con l'avanzare dell'età aumenta però il rischio di un calo delle capacità psichiche, sensoriali e cognitive e dell'insorgere di impedimenti funzionali. Oltre a ciò esistono nella società anche gruppi privi di risorse materiali, sociali e personali sufficienti per invecchiare con dignità, un fenomeno questo che riguarda soprattutto un elevato numero di donne anziane che vivono sole. Vi sono grosse differenze da questo punto di vista anche fra paesi europei. Inoltre, i cambiamenti della piramide demografica in tutti i paesi rendono necessaria una ridistribuzione delle risorse disponibili e l'adeguamento dei sistemi sanitari e previdenziali. L'invecchiamento della popolazione interessa, anche se a velocità differenti, tutti i paesi dell'Unione europea. Nella sua relazione sulle attività del CESE 2000-2002, il Presidente scrive (a pag. 68): |
2.2 |
«Il Comitato ha anche richiamato l'attenzione sulle previsioni demografiche allarmanti e sul loro possibile impatto in materia di occupazione, sanità pubblica e pensioni» |
2.3 |
Il presente parere di iniziativa prende spunto da questo fenomeno e affronta in particolare l'esigenza di portare avanti la ricerca in materia di «Cambiamenti demografici - Qualità di vita degli anziani ed esigenze tecnologiche»; il parere chiede inoltre di inserire nel Settimo programma quadro per la ricerca un'azione chiave su questa tematica. In tal modo vengono considerati due aspetti distinti, ma complementari: da un lato, il cambiamento demografico in quanto tale, causato dal calo delle nascite con le conseguenti modifiche della struttura familiare e dall'aumento della speranza di vita della popolazione e, dall'altro, l'invecchiamento e la vecchiaia come fase autonoma della vita con il loro elevato potenziale di innovazione socioculturale, organizzativa, tecnologica ed economica e i relativi rischi. Esiste un fabbisogno di ricerca per ambedue questi aspetti, sia per quanto riguarda le ripercussioni sull'intera società e le conseguenti politiche (macrolivello), che in termini di interventi volti a garantire la qualità della vita dei cittadini più anziani (microlivello). Occorre comunque tenere sempre conto della differente situazione degli uomini e delle donne. |
3. Contesto e motivazione del parere d'iniziativa
3.1 |
La novità assoluta dei cambiamenti demografici in corso e delle loro ripercussioni sulla struttura demografica e sociale impone di approfondire le conoscenze, tanto al fine di valutare le ripercussioni sullo sviluppo sociale, quanto per disporre di adeguati elementi di giudizio su cui basare secondo uno schema temporale corretto la programmazione, le decisioni e l'azione politica sia a livello nazionale che europeo. Anche alcuni pareri del CESE e comunicazioni della Commissione in materia di politica occupazionale (1) e di integrazione sociale (2), di sanità, di formazione permanente (3) ecc. evidenziano l'esigenza di muoversi in questa direzione. |
3.2 |
Queste conoscenze sono al contempo il presupposto per le innovazioni sociali, culturali, organizzative, economiche e tecnologiche necessarie a salvaguardare la qualità della vita degli anziani, alleggerendo al tempo stesso la pressione sui sistemi sanitari e previdenziali. In particolare il rapido aumento del numero di persone molto anziane e il coesistere di diverse generazioni nell'ambito della terza età, che ne è in certa misura una conseguenza, richiedono la creazione di servizi e professioni completamente nuovi. |
3.3 |
Importanti risultati in questo campo sono già stati conseguiti con i progetti attuati nell'ambito del Quinto programma quadro, attraverso l'azione chiave 6 «Invecchiamento della popolazione» e il programma «Qualità della vita e gestione delle risorse biologiche». La DG Ricerca ha recentemente pubblicato una valutazione di medio periodo sui risultati e sulle esperienze relative a questa azione chiave multidisciplinare. Applicare i risultati dei progetti realizzati nell'ambito del programma telematico può contribuire a migliorare la qualità della vita degli anziani e dei disabili. L'approccio unitario sostenuto nel programma telematico della fine degli anni '90 non è tuttavia ancora applicato in maniera generale. |
3.4 |
Il Sesto programma quadro finanzia la ricerca sull'invecchiamento della popolazione e sulle relative conseguenze individuali e sociali soltanto attraverso pochi ambiti minori delle priorità tematiche «Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute» (Priorità 1), «Tecnologie per la società dell'informazione» (Priorità 2), «Cittadini e governance nella società della conoscenza» (Priorità 7) e «Sostegno alle politiche e anticipazione delle esigenze scientifiche e tecnologiche» (Priorità 8), come pure attraverso la rete dello Spazio europeo della ricerca ERA-NET. |
3.4.1 |
I progetti in corso di attuazione nell'ambito della priorità 8 sul tema delle prospettive demografiche, dei costi e della spesa sanitaria derivanti dall'invecchiamento della società porteranno probabilmente importanti risultati ai fini delle politiche. L'obiettivo strategico specifico del programma IST consiste nel promuovere l'integrazione degli anziani e dei disabili nella società dell'informazione. Anche in questo ambito esiste già una serie di risultati utili e progetti promettenti che vedono la partecipazione di grandi consorzi e dell'industria. Nondimeno serve ancora molto lavoro per colmare le lacune tuttora esistenti, mentre l'invecchiamento della popolazione non figura più fra le priorità tematiche dell'azione. |
3.5 |
È lecito attendersi che i progetti in campo biomedico finanziati nell'ambito del Quinto e del Sesto programma quadro porteranno grandi progressi nella conoscenza dei processi biologici e fisiologici che caratterizzano l'invecchiamento, nella lotta contro le malattie e nella promozione e nel mantenimento della salute. |
3.6 |
I risultati della ricerca in questo settore sono indubbiamente importanti, ma non possono risolvere i problemi degli anziani né soddisfare nell'immediato futuro le esigenze poste alle società europee dall'aumento del numero di anziani e soprattutto delle persone in età molto avanzata. Il tasso di natalità relativamente basso ha fatto scendere la percentuale di giovani di età inferiore ai 20 anni sulla popolazione totale dell'Unione europea dal 32 % nel 1960 al 23 % nel 2001, mentre nello stesso arco di tempo la quota di anziani di età pari o superiore a 60 anni è aumentata dal 16 % al 22 %. Il quoziente degli anziani, ossia la percentuale della popolazione di età superiore ai 60 anni rapportata a quella di coloro che hanno fra 20 e 59 anni, è aumentato nello stesso periodo dal 29,5 al 38,9 %. Il numero degli anziani crescerà ulteriormente nei prossimi anni, dato il calo delle nascite degli ultimi tre decenni, e raggiungerà il 27 % della popolazione nel 2020, quando oltre un quarto dei cittadini europei avrà più di 60 anni (4). In questo scenario, le persone molto anziane saranno particolarmente numerose (cfr. anche il punto 4.5.1). L'ampia portata del fenomeno e le conseguenze non ancora prevedibili dell'invecchiamento demografico sui più svariati ambiti sociali impongono di ampliare decisamente la prospettiva di ricerca. Proprio come l'invecchiamento non è un processo soltanto biologico, bensì abbraccia vari aspetti e un arco temporale di molti anni, anche la ricerca in materia deve avere un'impostazione multidisciplinare, interdisciplinare e a lungo termine. La ricerca non può puntare esclusivamente a migliorare la salute e allungare la vita, ma deve invece contribuire ad aumentarne la qualità negli anni così guadagnati. |
3.7 |
Per questo motivo il Settimo programma quadro per la ricerca dovrebbe comprendere un'azione chiave sulle sfide generate dai cambiamenti demografici, la quale aggiunga agli studi condotti finora, incentrati prevalentemente sugli aspetti biomedici, una prospettiva sociale, comportamentale, culturale, socioeconomica e orientata alla prevenzione nel corso della vita. Un approccio di ricerca olistico come questo deve contemplare sia ricerca e sviluppo di base che ricerca applicata (5). Come raccomandano il Secondo piano d'azione internazionale sull'invecchiamento adottato nell'ambito della Seconda assemblea mondiale sull'invecchiamento organizzata a Madrid nell'aprile 2002 e la strategia approvata dalla Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite (UNECE) nella Conferenza ministeriale di Berlino del settembre 2002, dovrebbero esservi coinvolte le organizzazioni europee degli anziani più rappresentative. Data la lunghezza e la complessità dei processi decisionali, il finanziamento di quest'attività di ricerca è urgente. Nel seguito del parere vengono esaminate più specificamente le esigenze di ricerca in alcuni ambiti. |
4. Esigenze specifiche di ricerca
Il presente parere d'iniziativa analizza soprattutto l'attività di ricerca da condurre per poter garantire una vita e una vecchiaia dignitosa ai cittadini europei nelle condizioni imposte dai cambiamenti demografici. A questo ambito di ricerca appartengono, da un lato, gli studi sui processi di senescenza e le condizioni di vita degli interessati, che possono assumere caratteristiche molto diverse nei vari paesi europei e, dall'altro, l'analisi dei contesti sociali, anch'essi molto differenti da un paese all'altro.
Fra i numerosi ambiti interessati dai cambiamenti della struttura demografica si citano soltanto quelli nei quali è particolarmente sentito il bisogno di innovazione e quindi di una ricerca più interdisciplinare.
4.1 Esigenze di ricerca nel settore della politica economica e finanziaria
4.1.1 |
Un primo aspetto di importanza basilare e trascurato dal Sesto programma quadro per la ricerca è l'analisi socioeconomica delle ripercussioni dei cambiamenti demografici, le quali, secondo gli studi della DG Affari economici e finanziari, saranno di grande portata. È pertanto necessario disporre di una solida base di conoscenze che consenta di collegare i dati sul reddito e l'occupazione con quelli sulla salute e il comportamento sociale. Per poter elaborare previsioni fondate, occorre una rilevazione statistica continua e su un arco di tempo prolungato (sono validi esempi l'English Longitudinal Study of Ageing [ELSA] che considera anche il tema della salute e lo statunitense Retirement Survey [HRS]). Ne derivano i seguenti temi d'indagine per la ricerca:
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4.2 Esigenze di ricerca nel settore del lavoro e dell'occupazione
4.2.1 |
In presenza di uno spostamento della piramide delle età e della conseguente necessità di ridistribuire le scarse risorse disponibili, che non possono aumentare in proporzione, in futuro le imprese e i sistemi previdenziali, ma anche gli stessi anziani, dovranno sfruttare la forza lavoro e le conoscenze dei non più giovani molto più a lungo di quanto non avvenga attualmente (6). È notorio che le prestazioni degli anziani non sono globalmente inferiori a quelle dei giovani, anche se con l'età talune competenze si affievoliscono mentre altre si rafforzano. La ricerca dovrà dunque dare risposta ai seguenti interrogativi:
La quota crescente di anziani sul totale della popolazione rende inoltre necessario ampliare i profili professionali esistenti e crearne di nuovi. Mancano tuttavia informazioni in merito agli
Queste nuove situazioni andrebbero analizzate
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4.3 Esigenze di ricerca sulla realtà quotidiana degli anziani
4.3.1 |
L'invecchiamento è un processo non solo biologico ma anche e soprattutto sociale e le condizioni sociali variano molto sia in un medesimo paese europeo che tra un paese e l'altro. Ciò riguarda, da un lato, il macrolivello dei sistemi sociopolitici che si è andato formando nel corso della storia e, dall'altro, il microlivello delle biografie e delle risorse individuali. Le condizioni dell'invecchiamento e della vecchiaia cambiano quindi anche nei diversi gruppi sociali. Queste differenze riguardanti le diverse situazioni di uomini e donne, le esperienze individuali e/o professionali, le condizioni materiali di vita ecc. vanno tenute in considerazione nel portare avanti la ricerca sulla realtà quotidiana degli anziani. |
4.3.2 |
Tra i paesi europei esistono grandi differenze climatiche, geografiche, di densità abitativa e di forme di insediamento, di infrastrutture dei trasporti, di organizzazione dello Stato sociale e molte altre ancora; queste differenze incidono sulla possibilità per gli anziani di condurre una vita autonoma e di partecipare attivamente alle attività sociali. In alcuni paesi esistono pensioni minime che costituiscono una base economica sufficiente per condurre una vita serena nella vecchiaia, in altri invece la pensione non basta nemmeno a sopperire alle esigenze di base. Esistono grosse differenze fra e all'interno dei singoli paesi e nella grande fascia della terza età.
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4.3.3 |
Autonomia, autodeterminazione e integrazione sono importanti obiettivi individuali e sociali, la cui realizzazione per vari motivi è a rischio nell'età avanzata e in particolare nella vecchiaia. Da un lato con l'avanzare dell'età aumenta il rischio di avere problemi di salute: quando ciò si verifica, condizioni ambientali sfavorevoli e scarse risorse economiche rendono più difficile agli anziani conservare l'autonomia e la partecipazione alla vita sociale. Anche talune norme e concetti diffusi nella società, come per esempio certe idee discriminatorie sulla vecchiaia, possono diventare barriere che escludono da importanti attività sociali. All'immagine negativa della vecchiaia si contrappone peraltro la realtà che vede la stragrande maggioranza degli anziani vivere per molti anni una vita autonoma e responsabile. Inoltre essi danno un importante contributo alle famiglie e alla società grazie al sostegno (sociale ed economico) intergenerazionale e al lavoro volontario che prestano in organizzazioni politiche, sindacali e religiose. |
4.3.4 |
Proprio le numerose circostanze esterne avverse e le limitazioni dovute alle condizioni di salute danno però alle persone anziane una grande capacità psicologica di superare le difficoltà; questo equilibrio interiore rischia tuttavia di saltare quando i problemi si accumulano.
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4.3.5 |
Gran parte degli anziani riesce a trascorrere i due o tre decenni della vecchiaia in condizioni di relativa salute e attività. Data la novità storica del fenomeno, tuttavia, per il momento sono pochi gli esempi da cui trarre indicazioni su come attraversare questa fase della vita. Non esistono quasi dati affidabili e comparabili a livello europeo sugli ambiti che oggi vedono la presenza attiva degli anziani e nei quali essi rendono un importante contributo sociale ed economico, come per esempio il lavoro retribuito o volontario in istituzioni politiche, sindacali e religiose, il sostegno, la formazione e l'educazione della gioventù ecc.
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4.3.6 |
In genere si parla di invecchiamento della società come se questo fosse soltanto un problema, un peso e una fonte di crescenti costi sociali e sanitari, mentre esso comporta invece anche aspetti positivi, ai quali non si pensa quasi mai e sui quali esistono soltanto poche informazioni; non si considera per esempio che gli anziani non gravano più sul mercato del lavoro, mentre continuano a contribuire allo sviluppo economico come consumatori.
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4.3.7 |
Il dibattito in corso sui problemi dell'assistenza sanitaria, del finanziamento delle pensioni e - in alcuni paesi - dell'eutanasia, fa sì che attualmente molti anziani sentano di essere un peso per la società, invece che una sua apprezzata componente.
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4.4 Esigenze di ricerca sull'ambiente sociale e di vita
4.4.1 |
L'ambiente sociale nel quale vivono gli anziani sta cambiando enormemente in questi anni e i bassi tassi di natalità, la formazione tardiva della famiglia nonché l'elevato numero di divorzi erodono la tradizionale rete di rapporti famigliari. Al contempo, la maggiore aspettativa di vita consente sempre più spesso il coesistere anche di cinque generazioni di una stessa famiglia («famiglia plurigenerazionale»).
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4.4.2 |
Gli studi condotti sulla gestione del tempo e sulla mobilità indicano che con l'avanzare degli anni si trascorre sempre più tempo in casa, mentre contestualmente diminuiscono le attività svolte fuori dalle mura domestiche.
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4.4.3 |
La prospettiva di trasferirsi in casa di riposo con l'aumentare delle disabilità è in genere motivo di grande angoscia per la maggior parte delle persone anziane.
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4.4.4 |
Apparecchiature tecniche, sistemi e servizi possono essere di grande aiuto per risolvere le difficoltà quotidiane della vecchiaia, ma spesso non sono conformi alle esigenze delle persone in età avanzata. Tutte le apparecchiature potrebbero essere progettate tenendo conto delle esigenze di qualsiasi utente (Design for All) ed essere adattabili a vari gruppi di utilizzatori. Ciò implica l'assoluta necessità di coinvolgere i futuri utenti nelle fasi di sviluppo di questi prodotti e servizi in modo da aumentarne la qualità. Il Comitato raccomanda a tal fine di consultare e di coinvolgere attivamente le più rappresentative organizzazioni europee degli anziani – come pure gli anziani stessi – nel quadro di uno scambio costante (audit sociale) in merito alle reali esigenze degli anziani.
Inoltre occorre analizzare con più precisione quali sono gli ausili tecnici veramente necessari agli anziani e le condizioni necessarie affinché possano migliorarne la qualità della vita.
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4.4.5 |
È noto che praticare attività fisiche, sociali e culturali aiuta a invecchiare in salute e serenità. Spesso però ostacoli naturali e/o artificiali presenti nell'ambiente oppure la mancanza di mezzi di trasporto impediscono l'accesso ai luoghi ove queste si svolgono. I problemi sono ben noti (7), ma il più delle volte mancano gli interventi.
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4.4.6 |
In molti casi anche la mancanza di risorse sociali ed economiche e/o gli impedimenti fisici o sensoriali precludono l'accesso e la partecipazione alle attività extradomestiche. Proprio per queste persone, che spesso sono donne anziane e sole, la partecipazione alle attività socioculturali sarebbe però particolarmente importante per evitare il rischio di isolamento.
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4.5 Esigenze di ricerca in relazione all'apprendimento permanente
4.5.1 |
In una società dai rapidi cambiamenti di tipo sociale, culturale e tecnico, l'apprendimento permanente assume sempre maggiore importanza. Ciò riguarda soprattutto i lavoratori anziani, le cui competenze acquisite in passato non sono più all'altezza delle esigenze dei posti di lavoro moderni. L'obiettivo di creare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente è già stato evidenziato nella comunicazione congiunta della DG Istruzione e cultura e della DG Occupazione e affari sociali nonché in una risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 (8). Anche in questo campo è urgente proseguire la ricerca:
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4.5.2 |
Imparare lungo tutto l'arco della vita è però una necessità anche per chi non fa più parte della popolazione attiva ma deve comunque avere la possibilità di continuare a evolversi nell'interesse proprio e dell'intera società.
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4.6 Esigenze di ricerca nel settore della salute e dell'assistenza
4.6.1 |
Una conseguenza particolarmente grave dei cambiamenti demografici risiede negli elevati costi a carico dei sistemi previdenziali e sanitari generati dal rapido aumento del numero di persone molto anziane. Si stima che nei prossimi 15 anni in Europa gli ottantenni aumenteranno del 50 % e diventeranno più di 20 milioni (9); contestualmente crescerà in misura esponenziale il numero degli ultracentenari (10). La ricerca assume pertanto un'importanza centrale proprio in vista della prevenzione, del mantenimento e del ripristino della funzionalità nonché dell'autonomia nella vecchiaia.
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4.6.2 |
Si prevede che nei prossimi anni la percentuale crescente di persone in età avanzata comporterà un enorme fabbisogno di assistenza, con un aumento dei costi a carico dei bilanci pubblici e privati. Anche da questo punto di vista si prospettano molteplici esigenze di ricerca:
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4.6.3 |
Non esistono in Europa definizioni armonizzate nel settore dell'assistenza, per esempio sul significato di concetti come «non autonomo», «persona addetta all'assistenza domiciliare»; i diversi servizi non hanno strutture omogenee e non esistono direttive sulle qualifiche del personale.
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4.7 Fabbisogno di ricerca nel settore delle nuove tecnologie
4.7.1 |
La rapida e progressiva diffusione delle tecnologie, in particolare di quelle dell'informazione e della comunicazione (TIC) si ripercuote notoriamente su tutti gli ambiti precedentemente citati (cfr. punti 4.1-4.6). In ambito lavorativo, per esempio, spesso le tecnologie sono il pretesto per emarginare i lavoratori più anziani. D'altro canto alcuni studi hanno dimostrato che adeguandosi alle nuove condizioni i lavoratori più anziani possono persino aumentare la propria produttività: ecco perché questo aspetto va inserito nella ricerca relativa a tutti gli ambiti. Occorre tenere conto soprattutto degli aspetti etici, nonché della questione dell'integrazione degli anziani che non possono o non vogliono utilizzare le innovazioni tecnologiche. |
4.8 Elaborazione, aggregazione e integrazione delle conoscenze disponibili
4.8.1 |
Le attività di ricerca finanziate a livello nazionale ed europeo hanno già consentito di costituire un vasto patrimonio di conoscenze, le quali però vertono per lo più su determinati aspetti di talune discipline, sono molto disperse e spesso esistono soltanto nelle rispettive lingue nazionali. Di frequente l'utilizzo di campionature e strumentazioni diverse rende i risultati di una ricerca incompatibili con quelli di altri studi.
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5. Obiettivi e raccomandazioni
5.1 |
Il presente parere di iniziativa è inteso a motivare la richiesta di inserire nel Settimo programma quadro per la ricerca un'azione chiave intitolata «Cambiamenti demografici - Qualità di vita degli anziani ed esigenze tecnologiche». |
5.2 |
L'obiettivo è di finanziare la ricerca multidisciplinare e interdisciplinare sull'invecchiamento, con la partecipazione della società e su un'ampia gamma di tematiche, al fine
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5.3 |
Gli ambiti di ricerca evidenziati e gli esempi delle tematiche da approfondire dovrebbero aver dimostrato come i fattori biologici, psicologici, sociali, culturali, tecnologici, economici e strutturali siano strettamente interdipendenti nell'invecchiamento e nella vecchiaia. Inoltre, si invecchia sempre in un contesto spaziale e sociale concreto, che in Europa è caratterizzato da forti contrasti geografici, culturali e sociostrutturali, sia nel confronto fra singoli paesi che all'interno degli stessi. Date la multidimensionalità del processo di invecchiamento e le diverse condizioni nelle quali esso avviene, è indispensabile che la ricerca in materia sia multidisciplinare e interdisciplinare. Serve inoltre una prospettiva di ricerca a lungo termine per comprendere a fondo i processi di cambiamento e trarne le debite conseguenze (12). |
5.4 |
Soltanto una ricerca di ampio respiro e di lungo termine potrà fornire le basi per programmare e adottare le decisioni che i cambiamenti della struttura demografica rendono necessarie nei più svariati ambiti sociali e a tutti i livelli. L'invecchiamento non pone soltanto problemi da risolvere attraverso soluzioni biomediche o economiche, bensì anche sfide che la società deve affrontare con strumenti di tipo socioculturale. |
5.5 |
Oltre alle attività di ricerca elencate, il Comitato propone le seguenti misure complementari:
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5.6 |
L'obiettivo ultimo è quello di garantire UNA VITA E UNA VECCHIAIA DIGNITOSE IN EUROPA non soltanto a coloro che adesso sono anziani o molto anziani, bensì anche alle future generazioni. |
Bruxelles, 15 settembre 2004.
Il Presidente
del Comitato economico e sociale europeo
Roger BRIESCH
(1) COM(2004) 146 def.; direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro; Comunicazione della Commissione che rafforza l'attuazione della strategia europea per l'occupazione, Allegato 1, COM(2004) 239 def., 26 marzo 2004; http://europa.eu.int/comm/employment_social/fundamental_rights/legis/legln_en.htm.
(2) Decisione del Consiglio, del 27 novembre 2000, che istituisce un programma d'azione comunitario per combattere le discriminazioni (2001-2006) (2000/750/CE); http://europa.eu.int/comm/employment_social/fundamental_rights/index_en.htm; parere del CESE, GU C 284 del 14.9.1998; pubblicazione CES-2000-018 «Jobs, Learning and Social inclusion: The work of the European EESC» (FR/EN).
(3) Risoluzione del Consiglio, del 27 giugno 2002, sull'apprendimento permanente (2002/C 163/01), GU C 163 del 9.7.2002; COM(2002) 678 def. (novembre 2001); cfr. anche COM(2004) 156 def.
(4) Comunità europee (2002). Statistica sociale europea: Eurostat, Settore 3, Popolazione e condizioni sociali. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee.
(5) COM(2004) 9 def.; cfr. anche - COM(2002) 565 def., in particolare i punti 3.3 e 4.2.
(6) Cfr. il punto 4.7 del parere del CESE «Politica dell'innovazione», GU C 10 del 14.1.2004. (COM(2003) 112 def.).
(7) Conferenza europea dei Ministri dei trasporti (ECMT). (2002). Trasporti e invecchiamento demografico. Paris Cedex: OECD Publications.
(8) COM(2001) 678 def.; risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 (2002/C 163/01), GU C 163 del 9.7.2002.
(9) Eurostat (2002), The Social Situation in the European Union 2002, Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee.
(10) Cfr. Robine, J.M. & Vaupel, J. (2001). Emergence of supercentenarians in low mortality countries. The Gerontologist, 41 (special issue II), 212.
(11) Cfr. in merito il parere del Comitato economico e sociale in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Verso uno spazio europeo della ricerca», GU C 204 del 18.7.2000.
(12) Cfr. in merito ancora i pareri del CESE, GU C 95 del 23.4.2003 (COM(2002) 565 def.
(13) Comunicazione della Commissione COM(2002) 277 def.