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Document 52007AE0089

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Riesame del mercato unico

GU C 93 del 27.4.2007, p. 25–30 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

27.4.2007   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 93/25


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Riesame del mercato unico

(2007/C 93/06)

Il 5 ottobre 2006 la vicepresidente della Commissione europea Margot WALLSTRÖM ha chiesto al Comitato economico e sociale europeo di elaborare un parere sul Riesame del mercato unico.

L'Ufficio di presidenza del Comitato ha deciso di incaricare la sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo di preparare i lavori in materia.

Vista l'urgenza dei lavori, il Comitato economico e sociale europeo, in data 17 gennaio 2007, nel corso della 432a sessione plenaria, ha nominato relatore generale CASSIDY e ha adottato il seguente parere con 136 voti favorevoli, 42 voti contrari e 9 astensioni:

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il CESE apprezzerebbe che la Commissione inserisse le misure descritte di seguito tra le sue priorità per il mercato unico.

1.1.1

Al fine di superare gli ostacoli che ancora si frappongono al completamento del mercato unico, occorre raggiungere un equilibrio tra il dinamismo economico, la dimensione sociale e lo sviluppo sostenibile. Il mercato unico potrà essere pienamente realizzato solo quando tutti i cittadini — datori di lavoro, lavoratori, consumatori, ecc. — comprenderanno che esso è nel loro interesse. Il numero dei beneficiari del mercato unico dovrebbe essere il maggiore possibile e andrebbero previste misure di compensazione per coloro che subiscono delle perdite. Lo scetticismo generale nei confronti dell'Europa può essere superato soltanto se le politiche affrontano le preoccupazioni più urgenti dei cittadini. La comunicazione, da sola, non è sufficiente.

1.1.2

Per far fronte alle sfide della globalizzazione — affrontare la concorrenza globale, garantire la crescita e l'occupazione, creare le infrastrutture necessarie, gestire il cambiamento climatico, assicurare l'approvvigionamento energetico, reagire alla crescente influenza dei mercati finanziari sull'economia in generale — e per trarre vantaggio dalle opportunità che essa offre, è necessario sfruttare pienamente il potenziale del mercato unico. Occorre quindi che le misure volte a promuovere la liberalizzazione e la concorrenza siano integrate da politiche macroeconomiche di accompagnamento, orientate all'occupazione e alla crescita, e da misure volte a costruire una società basata sulla conoscenza, poiché scopo essenziale dell'Unione europea resta il miglioramento costante delle condizioni di vita e di occupazione dei suoi popoli (obiettivo iscritto nel preambolo del Trattato di Roma e ripreso in tutti i testi successivi). Ciò contribuirà in modo considerevole al completamento del mercato unico.

1.1.3

L'Europa deve investire di più sull'educazione, la formazione e la ricerca a livello nazionale e europeo. Per l'Europa gli investimenti in questi settori rappresentano una necessità, non un lusso. Realizzare lo Spazio europeo della ricerca (SER) e l'apprendimento permanente è quindi una priorità.

1.1.4

La credibilità della politica europea della ricerca è stata ampiamente intaccata dai ripetuti falliti tentativi di introdurre il brevetto comunitario. Non essendo stato possibile giungere in tempi ragionevoli ad un accordo sulla creazione di tale strumento fondamentale per l'economia della conoscenza che l'UE persegue tenacemente, bisognerebbe cominciare a riflettere seriamente sull'opportunità di applicarlo sin dall'inizio in tutti gli Stati membri, se persiste l'impossibilità di raggiungere un accordo unanime (1).

1.1.5

Oltre all'importante questione dei brevetti e a quella, ad essa collegata, della proprietà intellettuale, il Comitato ritiene necessario affrontare, a livello dell'UE, anche il tema dell'intelligenza economica. A questo proposito si chiede se non sia opportuno intervenire per rafforzare il ruolo e la visibilità dell'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA) (2) presso gli operatori economici, al fine di contribuire al mantenimento della competitività delle imprese dell'UE e di evitare che informazioni riservate relative al loro processo di produzione, di ricerca e di innovazione vengano «intercettate »da concorrenti esterni all'UE.

1.1.6

Nel quadro delle relazioni transatlantiche, la Commissione e il Consiglio dovrebbero mostrarsi più fermi nell'esigere il rispetto del principio di non discriminazione da parte degli Stati Uniti. Dovrebbero così insistere per lo smantellamento del «Committee on Foreign Investments in the US »(CFIUS), istituito più di 30 anni fa con il compito di analizzare ed eventualmente proibire le acquisizioni di partecipazioni in imprese americane da parte di stranieri sulla base dell'unico criterio, del resto neanche definito, della «sicurezza nazionale». Nella stessa linea, nelle controversie commerciali tra imprese straniere e imprese americane opera un pregiudizio favorevole a queste ultime.

1.1.6.1

Se non fosse possibile garantire il principio di non discriminazione nel quadro delle fusioni/acquisizioni o delle pratiche commerciali, l'UE dovrebbe seriamente prendere in esame la possibilità di portare queste situazioni davanti all'Organo di regolazione delle controversie dell'OMC o di istituire meccanismi simili al CFIUS. Questi principi devono valere anche nelle relazioni con gli altri partner dell'UE.

1.1.7

Un migliore approccio normativo può inoltre semplificare le condizioni per le imprese, e migliorare la trasparenza per i cittadini e i consumatori. Tuttavia, adottare un numero di norme inferiore non porterà automaticamente ad un quadro normativo migliore. Il CESE è favorevole anche all'impiego di strumenti giuridici in settori importanti come quelli coperti da norme minime in materia di salute e sicurezza, per i quali l'introduzione di norme nazionali risulta inadeguata.

1.1.8

I contratti collettivi stipulati tra le parti sociali, che costituiscono una componente importante del processo decisionale in numerosi Stati membri, possono anche contribuire, a livello europeo, a definire le politiche e a garantire l'accettazione delle misure. Tuttavia, perché ciò accada, ambo le parti del dialogo sociale devono mostrarsi disponibili.

1.1.9

La Commissione europea e gli Stati membri hanno promesso di ridurre del 25 % entro il 2012 gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese. Il CESE teme tuttavia che si tratti di un impegno troppo generico e che sia opportuno ridefinirlo. A meno che non si adotti un approccio più ragionato, il risultato rischia di non essere conseguito, il che avrebbe l'unico effetto di minare ulteriormente la credibilità dell'Europa.

1.1.10

Il ricorso a testi normativi creerebbe anche, ove possibile, un contesto giuridico più chiaro, e sarebbe un elemento di coerenza.

1.1.11

Il mercato unico si basa sul reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali e dei titoli di studio. Tra questi figurano, ad esempio, quelli delle ostetriche e degli avvocati, che, nonostante le direttive UE sull'argomento, non possono far valere le proprie qualificazioni.

1.1.12

Il CESE ricorda che un'armonizzazione verso l'alto riguardante 27 paesi, per quanto difficile, è un elemento essenziale del mercato unico.

1.1.13

Le parti sociali dovrebbero essere consultate in tutte le fasi del processo, in modo da garantire che la semplificazione amministrativa e il miglioramento legislativo siano realizzati in un lasso di tempo ragionevole. Affinché l'Unione non perda ulteriore credibilità agli occhi dei suoi cittadini, è importante che in questo campo vengano raggiunti risultati tangibili.

1.1.14

Il CESE auspica un progresso più rapido verso il completamento del mercato unico dei servizi, senza il quale il mercato interno non può dirsi completo. Il Comitato accoglie con favore gli emendamenti del Parlamento europeo alla direttiva sui servizi, che sono ampiamente in linea con le sue proposte. Alcuni punti devono ancora essere chiariti e migliorati, ad esempio nel settore dei servizi di interesse generale. Adesso che il Parlamento europeo ha adottato la direttiva sui servizi, le imprese prevedono di trarre un reale beneficio dalla loro libertà di stabilimento e di fornire servizi transfrontalieri.

1.1.15

Nel campo dei servizi finanziari (3), il CESE ha raccomandato di operare un «consolidamento dinamico »evitando al contempo il sovrapporsi di troppi interventi normativi (il cosiddetto gold-plating). Esso, tuttavia, ha anche sottolineato la necessità di rispettare lo spirito della strategia di Lisbona e di tenere conto delle specificità del modello sociale europeo. Ciò riguarda anche la prestazione transfrontaliera di tali servizi (come la compravendita di azioni e la trasferibilità dei diritti a pensione complementare) e dei servizi finanziari di base, come dare a tutti la possibilità di avere un conto bancario. Tenuto conto dell'influenza sempre maggiore esercitata dalle transazioni finanziarie sull'economia e delle innovazioni dinamiche e creative in tale campo (ad esempio i fondi speculativi e il settore del private equity), la regolamentazione del settore deve tenere conto dei rischi sistemici e delle conseguenze per l'economia reale, creando condizioni atte ad evitare effetti controproducenti. Il CESE sollecita la Commissione a presentare al più presto le sue proposte legislative per migliorare le informazioni fornite dagli investitori istituzionali sulle loro politiche in materia di investimenti e di voto. La presentazione di tali proposte sarebbe in linea con il piano di azione «Modernizzare il diritto delle società e rafforzare il governo societario nell'Unione europea»

1.1.16

Il completamento del mercato unico va conseguito anche attraverso misure di politica fiscale, nei limiti in cui esse possono essere adottate a livello europeo, tenendo debito conto dell'equilibrio tra dinamismo economico, dimensione sociale e sviluppo sostenibile, come indicato più sopra. In questo contesto rientra anche la necessità di armonizzare la base imponibile per la tassazione delle imprese e di evitare la doppia tassazione. In un mercato unico non vi è posto per la doppia tassazione.

1.1.17

Il CESE chiede inoltre alla Commissione di esaminare le restrizioni al mercato unico mantenute dagli Stati membri, dagli enti pubblici o dalle associazioni professionali (4).

1.1.18

La questione centrale è che la concezione dei prodotti, ad esempio dei prodotti assicurativi, è fortemente influenzata dai sistemi fiscali e giuridici vigenti a livello locale. È il caso dell'assicurazione obbligatoria, ma anche di molti altri prodotti assicurativi essenziali: per esempio con soluzioni divergenti per certe fattispecie, come la copertura assicurativa per le catastrofi naturali nel quadro delle polizze sull'incendio dell'abitazione o quella per atti terroristici nel quadro di prodotti assicurativi comuni.

1.1.19

Uno degli ostacoli al completamento del mercato interno è il mantenimento di forti restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori. Il CESE chiede con insistenza a quegli Stati membri che non consentono la libera circolazione di rimuovere tali ostacoli. La libera circolazione delle persone è uno degli elementi fondamentali del mercato unico, e la mobilità presenta aspetti interessanti anche per i lavoratori.

1.1.20

Le PMI non sembrano beneficiare dal mercato unico nella misura in cui potrebbero. L'esistenza di importanti barriere al commercio di servizi fa sì che esso incida solo per il 20 % sul totale degli scambi nell'UE. La direttiva sui servizi dovrebbe migliorare fortemente le opportunità commerciali e occupazionali, specialmente grazie al proposto meccanismo di screening delle legislazioni nazionali e all'uso di sportelli unici per i fornitori stranieri di servizi.

1.1.21

La trasparenza e l'apertura degli appalti pubblici rivestono un'importanza fondamentale per il funzionamento del mercato interno. Facendo seguito al pacchetto di misure relative agli appalti pubblici adottato nel 2004, è essenziale procedere rapidamente al riesame delle direttive «ricorsi». Non si deve consentire che le proposte di riforma avanzate dalla Commissione vengano rese meno rigorose: ciò riguarda, in particolare, l'introduzione di un termine sospensivo sufficientemente lungo tra la notifica della decisione d'attribuzione del contratto e la sua firma, ed il fatto che la validità del contratto venga meno in caso di non ottemperanza a determinati criteri di pubblicazione.

1.1.22

L'apertura del mercato degli appalti pubblici è oggetto di intense consultazioni tra soggetti pubblici e privati direttamente interessati, che fanno emergere notevoli divergenze di opinione sull'approccio da adottare. Tale apertura deve tenere conto di aspetti importanti come l'occupazione e le considerazioni di natura sociale e ambientale, che rivestono pari importanza in questo processo.

1.1.23

Il sistema Solvit (rete per la soluzione dei problemi nel mercato interno) funziona in modo soddisfacente e, idealmente, potrebbe contribuire a superare gli ostacoli giuridici (che derivano spesso dalla cattiva applicazione della legislazione che disciplina il mercato interno, a sua volta dovuta alla mancanza d'informazione, all'insufficiente formazione dei funzionari ed al protezionismo), ma avrebbe bisogno di più risorse umane e finanziarie nelle capitali europee. Sarebbe opportuno condurre una campagna pubblicitaria ben strutturata per far conoscere alle PMI questo meccanismo e le possibilità che offre.

1.1.24

Il CESE ha elaborato un elenco dettagliato degli ostacoli al mercato unico (5), che fornisce un'immagine realistica delle difficoltà normative che continuano a rallentare la piena realizzazione del mercato interno europeo. Non sempre questi ostacoli sono a livello di governi.

1.1.25

A seguito dell'accordo interistituzionale del 2003, il CESE, in cooperazione con la Commissione europea, sta mettendo a punto una base dati (PRISM II) per repertoriare le iniziative europee in materia di coregolamentazione e di autoregolamentazione (6). Il Comitato, e in particolare i membri dell'Osservatorio del mercato unico (OMU), rappresentano una risorsa a cui la Commissione e gli Stati membri sono invitati ad attingere. L'OMU, in particolare, ogni anno organizza, in diversi Stati membri, audizioni pubbliche che danno particolare rilievo alle questioni occupazionali nei nuovi Stati membri.

1.1.26

Considerate le sue competenze e la sua rappresentatività, il CESE ritiene di poter svolgere un ruolo nell'elaborazione delle valutazioni d'impatto che la Commissione intende effettuare in modo sistematico. È di fondamentale importanza che le proposte legislative rispecchino una molteplicità di punti di vista e abbiano una base più rigorosa e obiettiva possibile. La trasmissione preliminare di tali valutazioni al Comitato, e la conseguente possibilità per quest'ultimo di formulare delle osservazioni al riguardo prima che esse siano trasmesse alle istituzioni comunitarie, potrebbe contribuire a una maggiore accettazione delle iniziative legislative dell'Unione, nello spirito del partenariato per il rilancio europeo (7).

1.1.27

In ultima analisi, promuovere i vantaggi del mercato unico per i consumatori e incoraggiare questi ultimi a trarne beneficio dovrebbero essere considerati due aspetti prioritari nel processo di completamento del mercato interno.

2.   Introduzione

2.1

Il presente parere fa seguito alla richiesta di parere esplorativo formulata il 5 ottobre 2006 da Margot WALLSTRÖM, vicepresidente della Commissione europea.

2.2

Il Comitato è stato invitato a riflettere sulle priorità stabilite dalla Commissione europea, apportando così un contributo alla relazione da presentare al Consiglio europeo di primavera 2007 e poi alla relazione finale.

2.3

Visto il ritmo imposto dal calendario, il Comitato ha deciso di concentrarsi su alcuni aspetti centrali e di individuare alcuni settori prioritari, nei quali, a suo avviso, è necessario progredire ulteriormente.

3.   Osservazioni generali

3.1

La logica iniziale del mercato unico consisteva nel sostituire diversi insiemi di disposizioni nazionali con un insieme di norme UE, creando così condizioni di mercato uguali per tutti che consentissero all'economia europea di sviluppare pienamente il proprio potenziale. Tuttavia, le norme comunitarie sono troppo spesso percepite come disposizioni integrative, piuttosto che sostitutive, di quelle nazionali.

3.2

Un elemento che ha visto crescere la propria importanza è la globalizzazione, che costituisce nello stesso tempo una sfida ed un'opportunità. Questa sfida potrà essere affrontata soltanto a condizione di sfruttare appieno il potenziale del mercato unico.

3.3

In questo contesto il CESE appoggia l'intenzione della Commissione europea di elaborare un nuovo programma politico fondato su un nuovo partenariato, attraverso una più efficace cooperazione tra le istituzioni. Nel quadro di questo programma comune, i governi nazionali, regionali e locali avranno anche il compito di produrre risultati concreti e di avvicinare l'Europa ai suoi cittadini.

3.4

Non si deve cedere alla tentazione di credere che «più legislazione »sia sinonimo di «più Europa». È questo lo strumento più efficace per raggiungere gli obiettivi desiderati? Occorre dare maggiore importanza alla promozione di soluzioni alternative alla legislazione, quali ad esempio le migliori pratiche in materia di iniziative di coregolamentazione e di autoregolamentazione, oppure gli accordi collettivi, incoraggiando un più ampio ricorso a tali pratiche, non tralasciando però di portare avanti il dialogo sociale — che il Trattato invita la Commissione a promuovere — al fine di concludere accordi collettivi.

3.5

Tuttavia, nel corso del processo legislativo e di definizione delle politiche, sarebbe opportuno garantire un impiego più efficace e una migliore qualità delle valutazioni d'impatto, analisi e consultazioni pubbliche (il progetto di legge ha prodotto i risultati attesi? In caso negativo, per quale motivo?). A questo proposito il Comitato elaborerà anche un parere esplorativo dal titolo Norme di qualità relative ai contenuti, alle procedure e ai metodi degli studi di impatto sociale dal punto di vista delle parti sociali e degli altri attori della società civile.

3.6

Il mercato unico ha prodotto ottimi risultati in alcuni settori che interessano un gran numero di consumatori (ad esempio la sicurezza dei prodotti o le garanzie di vendita), mentre in altri i progressi si sono concretizzati molto lentamente o sono addirittura stati nulli per l'utente finale (ad esempio i servizi finanziari o il brevetto comunitario).

3.7

La creazione di posti di lavoro e la mobilità dei lavoratori figurano tra gli obiettivi chiave del mercato unico, mentre i programmi di istruzione e formazione devono indirizzarsi maggiormente verso la preparazione all'«economia basata sulla conoscenza». Tuttavia, la creazione del mercato unico non basterà di per sé a risolvere i problemi del mercato del lavoro europeo, ma si renderanno necessari ulteriori interventi proattivi.

3.8

Le proposte di legge dovrebbero essere elaborate in modo da essere di facile comprensione per i potenziali utenti finali, e non soltanto per gli organi legislativi. La stessa logica dovrebbe applicarsi alla regolamentazione.

3.9

Occorre accordare priorità al tema «Legiferare meglio», al quale il CESE ha fatto riferimento in molti pareri (8). Sia dalla consultazione realizzata dalla Commissione che dalle informazioni comunicate dagli Stati membri risulta ampiamente che il recepimento delle direttive nel diritto nazionale da parte delle amministrazioni nazionali provoca spesso un aumento dei costi (ad esempio le cosiddette pratiche di gold-plating, cioè l'aggiunta di requisiti non previsti), che grava più sulle PMI che sulle grandi imprese. I titolari di PMI devono spesso riunire in sé tutte quelle funzioni che le grandi strutture possono delegare a specialisti.

3.10

Il miglioramento dell'attuazione e dell'applicazione della legislazione costituisce il presupposto dell'esistenza stessa del mercato unico. Il parere del CESE sul tema Prassi e collegamenti tra amministrazione dell'UE e amministrazioni nazionali  (9) richiama l'attenzione sui problemi che si registrano attualmente:

in alcuni Stati membri, vi sono contatti insufficienti tra i funzionari che conducono i negoziati a Bruxelles e quelli responsabili dell'attuazione a livello nazionale,

in altri Stati membri la confusione è ingenerata dal fatto che più amministrazioni nazionali negoziano sui diversi aspetti di una proposta di direttiva, e di conseguenza dal fatto che i governi interessati non sempre assumono una posizione coerente.

3.11

Un'applicazione migliore e un'attuazione più efficace rappresentano una garanzia contro la frammentazione del mercato unico.

3.12

Nelle amministrazioni nazionali si osserva un'evidente mancanza di coerenza, e l'efficacia dell'Unione europea è messa a rischio dal fatto che gli Stati membri non si attengono alle proprie decisioni. In alcuni Stati membri vi è una scarsa comunicazione e informazione sul mercato unico, anche per quanto riguarda gli esempi positivi. I governi, i parlamenti nazionali ed i media non si sentono moralmente impegnati a svolgere un ruolo in questo campo. Per far sì che i cittadini europei si sentano realmente coinvolti nell'ulteriore sviluppo dell'UE, in cui rientra anche il progetto, attualmente sospeso, di Costituzione europea, è necessario intensificare la partecipazione delle parti sociali e della società civile. Non ci si dovrebbe però concentrare esclusivamente sui problemi di comunicazione. Il primo passo per riconquistare la fiducia dei cittadini nell'UE consiste, come sempre, nel trovare una soluzione ai problemi urgenti dell'Unione.

Bruxelles, 17 gennaio 2007

Il Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Dimitris DIMITRIADIS


(1)  Cfr., ad esempio GU C 185 dell'8.8.2006.

(2)  Per ulteriori informazioni consultare il sito www.enisa.europa.eu

(3)  Parere in merito al Libro bianco sui servizi finanziari, GU C 309 del 16.12.2006.

(4)  Direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 settembre 2005, sul riconoscimento delle qualifiche professionali (GU L 255 del 30.9.2005, pag. 22).

(5)  L'Osservatorio del mercato unico (OMU) del CESE ha stilato un elenco dettagliato di tali ostacoli, disponibile all'indirizzo Internet

http://eesc.europa.eu/smo/news/index_en.asp.

(6)  Questa base dati sarà disponibile nel primo semestre del 2007 sul sito Internet dell'Osservatorio del mercato unico:

http://eesc.europa.eu/smo/index_en.asp.

(7)  GU C 221 dell'8.9.2005.

(8)  In particolare nei pareri sul tema Legiferare meglio GU C 318 del 23.12.2006 (relatore: RETUREAU), ; Migliorare l'applicazione e l'attuazione della legislazione dell'UE GU C 318 del 23.12.2006 (relatore: van IERSEL), GU C 24 del 31.1.2006; Strategia per la semplificazione, GU C 309 del 16.12.2006 (relatore: CASSIDY); nella relazione informativa sul tema La situazione attuale della coregolamentazione e della autoregolamentazione nel mercato unico (relatore: VEVER), e nella pubblicazione dell'OMU dal titolo What is the state of the enlarged single market, ottobre 2004, EESC-C-2004-07-EN. Nell'allegato I figura un elenco dei pareri più recentemente adottati dal CESE sull'argomento.

(9)  GU C 325 del 30.12.2006 (relatore: van IERSEL).


ALLEGATO

al parere del Comitato economico e sociale europeo

Il testo del progetto di parere riveduto che figura qui di seguito è stato respinto in favore di un emendamento adottato dall'Assemblea plenaria, ma ha ottenuto un numero di voti pari almeno a un quarto dei voti espressi:

1.1.11

Il CESE ricorda che una profonda armonizzazione riguardante 27 paesi, per quanto difficile, è un elemento essenziale del mercato unico. Ciò mette in luce l'importanza del riconoscimento reciproco.

Esito della votazione:

Voti favorevoli all'emendamento: 89

Voti contrari all'emendamento: 72

Astensioni: 24

I seguenti emendamenti sono stati respinti nel corso del dibattito, ma hanno ottenuto un numero di voti pari almeno a un quarto dei voti espressi:

Punto 1.1.16, Sopprimere:

Il CESE chiede inoltre alla Commissione e agli Stati membri (o enti pubblici) di esaminare le restrizioni al mercato unico mantenute dalle associazioni professionali  (1) .

Esito della votazione:

Voti contrari: 93

Voti favorevoli: 67

Astensioni: 33

Punto 1.1.17, Sopprimere il punto:

La questione centrale è che la concezione dei prodotti, ad esempio dei prodotti assicurativi, è fortemente influenzata dai sistemi fiscali e giuridici vigenti a livello locale. È il caso dell'assicurazione obbligatoria, ma anche di molti altri prodotti assicurativi essenziali: per esempio con soluzioni divergenti per certe fattispecie, come la copertura dalle catastrofi naturali nel quadro delle polizze sull'incendio dell'abitazione o la copertura da atti terroristici nel quadro di prodotti assicurativi comuni.

Esito della votazione:

Voti contrari: 94

Voti favorevoli: 82

Astensioni: 20

Punto 1.1.8, Modificare come segue:

Uno degli ostacoli al completamento del mercato interno è il mantenimento di forti restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori. Il CESE chiede con insistenza a quegli Stati membri che non consentono la libera circolazione di rimuovere tali ostacoli. La libera circolazione delle persone è uno degli elementi fondamentali del mercato unico, e la mobilità presenta aspetti interessanti anche per i lavoratori. Tuttavia, a causa delle differenze negli standard e nelle regole vigenti negli Stati membri, sta iniziando ad emergere un mercato unico che non garantisce in alcun modo condizioni di parità, coerentemente evocate in tanti altri settori del mercato unico. Esempi come il caso Laval  (2) , presentato dinnanzi alla Corte di giustizia il 9 gennaio 2007, o Viking Line, dimostrano chiaramente la necessità di agire su questo fronte. Inoltre, invece di chiedere ai lavoratori di spostarsi dove ci sono posti di lavoro, sarebbe più efficace e anche più compatibile con le loro esigenze creare i posti di lavoro dove c'è un'offerta di manodopera  (3) . Ciò richiederebbe adeguate politiche di localizzazione, regionali e strutturali come complemento del mercato unico. Politiche di questo tipo aumenterebbero considerevolmente l'accettazione dell'Europa da parte dei cittadini.

Esito della votazione:

Voti contrari: 99

Voti favorevoli: 79

Astensioni: 17

Punto 3.1, Sopprimere l'ultima frase:

La logica iniziale del mercato unico consisteva nel sostituire diversi insiemi di disposizioni nazionali con un insieme di norme UE, creando così condizioni di mercato uguali per tutti che consentissero all'economia europea di sviluppare pienamente il proprio potenziale. Tuttavia, le norme comunitarie sono troppo spesso percepite come disposizioni integrative, piuttosto che sostitutive, di quelle nazionali.

Esito della votazione:

Voti contrari: 86

Voti favorevoli: 85

Astensioni: 23


(1)  Direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005 sul riconoscimento delle qualifiche professionali (GU L 255 del 30.9.2005, pag. 22).

(2)  Si tratta di una controversia tra una compagnia edile lettone e i sindacati svedesi riguardo alle condizioni di lavoro di operai che lavorano alla costruzione di una scuola nella cittadina svedese di Vaxholm. Questa causa è essenziale per il futuro delle relazioni tra datore di lavoro e lavoratore, ed è il risultato di normative diverse vigenti in Svezia e Lettonia. Tali differenze esistono anche tra altri Stati membri.

(3)  GU C 234 del 30.9.2003.


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