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Document 52022IP0267

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 giugno 2022 sul futuro delle relazioni commerciali UE-Africa (2021/2178(INI))

GU C 32 del 27.1.2023, pp. 74–95 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
GU C 32 del 27.1.2023, pp. 55–76 (GA)

27.1.2023   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 32/74


P9_TA(2022)0267

Futuro delle relazioni commerciali UE-Africa

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 giugno 2022 sul futuro delle relazioni commerciali UE-Africa (2021/2178(INI))

(2023/C 32/09)

Il Parlamento europeo,

vista l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile,

visto l'accordo di Parigi,

vista la dichiarazione congiunta a seguito del sesto vertice Unione europea-Unione africana (UA) del 17 e 18 febbraio 2022, dal titolo «Una visione comune per il 2030»,

vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019, dal titolo «Il Green Deal europeo» (COM(2019)0640),

vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal titolo «Verso una strategia globale per i rapporti con l'Africa» del 9 marzo 2020 (JOIN(2020)0004),

vista la sua risoluzione del 25 marzo 2021 su una nuova strategia UE-Africa — un partenariato per lo sviluppo sostenibile e inclusivo (1),

vista l'Agenda 2063 dell'Unione africana: l'Africa che vogliamo,

viste le iniziative avviate dall'UA per realizzare l'Agenda 2063, tra cui lo sviluppo industriale accelerato per l'Africa, il programma di sviluppo delle infrastrutture in Africa, il rafforzamento del commercio intra-africano e la visione per le attività estrattive in Africa,

visto l'accordo di partenariato tra l'Unione europea, da una parte, e i membri dell'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, dall'altra,

vista la comunicazione della Commissione del 18 febbraio 2021 dal titolo «Riesame della politica commerciale — Una politica commerciale aperta, sostenibile e assertiva» (COM(2021)0066),

visti gli accordi di partenariato economico (APE) conclusi e in via di negoziazione tra l'UE e 14 regioni e paesi dell'Africa subsahariana e altri accordi di libero scambio tra l'UE e i paesi nordafricani,

vista la decisione del 2 luglio 2018 dell'Assemblea dei capi di Stato e di governo dell'UA sulla zona continentale di libero scambio per l'Africa (ZCLS) (2),

vista la decisione di Kigali dell'Assemblea dei capi di Stato e di governo dell'UA del luglio 2016 sull'esito della sessione dell'Assemblea dell'Unione africana, in particolare il paragrafo 5 sul finanziamento dell'Unione (3),

vista la comunicazione della Commissione, del 12 settembre 2018, riguardante una nuova alleanza Africa-Europa per gli investimenti e l'occupazione sostenibili: far avanzare allo stadio successivo il nostro partenariato per gli investimenti e l'occupazione (COM(2018)0643),

vista la sua risoluzione del 13 marzo 2018 sull'uguaglianza di genere negli accordi commerciali dell'UE (4),

vista la dichiarazione resa il 25 settembre 2020 dai ministri delle finanze del G7 sull'iniziativa di sospensione del servizio del debito e sull'alleviamento del debito per i paesi vulnerabili,

vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 1o dicembre 2021, dal titolo «Il Global Gateway» (JOIN(2021)0030),

vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, presentata dalla Commissione il 14 luglio 2021 (COM(2021)0564),

vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 25 novembre 2020, dal titolo «Piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III — Un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE» (JOIN(2020)0017),

vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 9 febbraio 2021, dal titolo «Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale — Una nuova agenda per il Mediterrane» (JOIN(2021)0002) e il relativo documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione (SWD(2021)0023),

vista la sua risoluzione del 10 marzo 2022 sul terzo piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere (5),

visti il regolamento (CE) n. 2173/2005 del Consiglio, del 20 dicembre 2005, relativo all'istituzione di un sistema di licenze FLEGT per le importazioni di legname nella Comunità europea (6) e i relativi accordi volontari di partenariato tra l'UE e i paesi partner,

vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla messa a disposizione sul mercato dell'Unione e all'esportazione dall'Unione di determinate materie prime e determinati prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale, presentata dalla Commissione il 17 novembre 2021 (COM(2021)0706),

vista la sua risoluzione del 10 marzo 2021 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti la dovuta diligenza e la responsabilità delle imprese (7),

visti il processo di Kimberley e la risoluzione del Parlamento, del 16 dicembre 2021, sull'attuazione del sistema di certificazione del processo di Kimberley (8),

visto il regolamento (UE) 2017/821 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio (9),

vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate, presentata dalla Commissione il 22 settembre 2021 (COM(2021)0579),

vista la sua risoluzione del 10 febbraio 2021 sul nuovo piano d'azione per l'economia circolare (10),

vista la sua risoluzione del 20 ottobre 2021 su una strategia «Dal produttore al consumatore» per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente (11),

vista la sua risoluzione del 25 novembre 2021 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti la dovuta diligenza e la responsabilità delle imprese (12),

vista la dichiarazione del Forum Africa-Europa dei governi locali e regionali tenutosi il 15 febbraio 2022,

vista la dichiarazione congiunta delle organizzazioni imprenditoriali, del 14 febbraio 2022, al settimo Forum economico UE-Africa,

visto il documento finale del Forum delle organizzazioni della società civile nella Settimana Africa-Europa, del febbraio 2022, dal titolo «No decision on us without us without us!» (Nessuna decisione su di noi senza di noi!),

visti i risultati congiunti del Percorso giovani della settimana Africa-Europa del febbraio 2022,

vista la relazione 2021 della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) sullo sviluppo economico in Africa, dal titolo «Reaping the potential benefits of the African Continental Free Trade Area for inclusive growth» (Sfruttare i potenziali benefici della zona continentale di libero scambio africana ai fini di una crescita inclusiva),

vista l'alleanza Africa-Europa per gli investimenti e l'occupazione sostenibili,

viste le raccomandazioni contenute nella relazione finale del gruppo consultivo presidenziale del Sud Africa sulla riforma agraria e l'agricoltura del 4 maggio 2019,

vista la relazione della task force UE-Unione africana per l'economia digitale, del 13 giugno 2019, dal titolo «Nuovo partenariato Africa-Europa per l'economia digitale: accelerare il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile»,

vista la relazione del 2021 sui progressi compiuti dall'UE in materia di aiuti al commercio,

visto il dialogo multilaterale dell'UE sul cacao sostenibile, incentrato sul settore del cacao in due principali paesi produttori, la Costa d'Avorio e il Ghana,

visto il discorso di Nana Akufo-Addo, presidente del Ghana, rivolto al Parlamento europeo a Strasburgo il 12 dicembre 2021,

vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 2 marzo 2022, sull'aggressione contro l'Ucraina,

vista la comunicazione della Commissione del 23 marzo 2022 dal titolo «Proteggere la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari» (COM(2022)0133),

viste le conclusioni del Consiglio europeo del 16 dicembre 2021,

visto l'articolo 54 del regolamento,

visti i pareri della commissione per lo sviluppo e della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale,

vista la relazione della commissione per il commercio internazionale (A9-0169/2022),

A.

considerando che l'Unione europea e l'Africa hanno relazioni politiche, economiche e culturali importanti e di lunga data; che il sesto vertice UE–Unione africana (UA) del 2022 è sfociato in un accordo su una «visione comune per il 2030», una nuova strategia comune reciprocamente vantaggiosa che rafforza i legami tra le due unioni e consentirà una più stretta cooperazione su questioni di convergenza reciproca nei settori del commercio, dello sviluppo, della sicurezza e della buona governance; che il suo scopo è portare avanti le nostre priorità comuni, preservando insieme i nostri interessi e i beni pubblici comuni, la sicurezza e la prosperità dei nostri cittadini, la tutela dei diritti umani per tutti, la parità di genere e l'emancipazione femminile in tutti gli ambiti della vita, il rispetto dei principi democratici e lo Stato di diritto, le azioni volte a preservare l'ambiente e la biodiversità, la crescita economica sostenibile e inclusiva, la lotta alle disuguaglianze, il sostegno ai diritti dei minori e l'inclusione dei giovani e delle persone più svantaggiate; che entrambe le unioni riconoscono l'importanza della sicurezza alimentare e della nutrizione; che tale partenariato rinnovato sarà fondato sulla geografia, sul riconoscimento della storia, sui legami umani, sul rispetto della sovranità, sul rispetto e la responsabilità reciproci, sui valori condivisi, sull'uguaglianza tra partner e sugli impegni reciproci; che l'UE e l'UA si sono impegnate a rafforzare il loro partenariato strategico al fine di affrontare insieme nuove sfide, quali i cambiamenti climatici, la ripresa post-pandemia e lo sviluppo della resilienza agli shock futuri;

B.

considerando che la pace è una condizione preliminare per la realizzazione dello sviluppo sostenibile e di un ambiente stabile per gli scambi e gli investimenti; che il contesto geopolitico globale ha subito notevoli cambiamenti a seguito dell'invasione illegale, non provocata e ingiustificata della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina il 24 febbraio 2022, anche per quanto riguarda le relazioni tra l'UE e l'Africa; che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella sua risoluzione del 2 marzo 2022, ha condannato a larghissima maggioranza l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina contando con il sostegno dell'UA, con 28 dei suoi Stati membri favorevoli alla risoluzione; che 16 dei suoi Stati membri si sono astenuti e nove hanno scelto di non votare; che l'invasione russa e le ripercussioni della guerra hanno conseguenze devastanti per le catene di approvvigionamento e del valore globali, in particolare per l'accesso al frumento e ad altre materie prime, ponendo altri milioni di persone a rischio di carenza alimentare; che la sicurezza alimentare nel continente africano è particolarmente colpita; che l'Africa settentrionale importa il 60 % del frumento e di altre colture alimentari dall'Ucraina e dalla Russia e che diversi paesi africani devono far fronte alla carenza di importazioni di fertilizzanti; che l'interruzione delle catene di approvvigionamento provocata dalla guerra russa contro l'Ucraina potrebbe portare a rivolte per la fame e disordini sociali;

C.

considerando che il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) entro il 2030 deve diventare l'orientamento centrale e il parametro di riferimento per verificare il successo della cooperazione UE-Africa, compreso il contributo delle relazioni commerciali e di investimento alla lotta alla povertà;

D.

considerando che la migrazione fa parte dell'OSS 10.7, volto ad agevolare la migrazione e la mobilità delle persone in modo ordinato, sicuro, regolare e responsabile;

E.

considerando che la revisione della politica commerciale dell'UE riconosce l'importanza strategica di approfondire il dialogo con il continente africano e gli Stati africani proponendo diverse linee d'azione per rafforzare i legami commerciali ed economici tra l'UE e l'Africa; che l'Europa e l'Africa sono continenti vicini la cui prosperità e stabilità sono strettamente interconnesse e devono essere sostenute da un'integrazione economica più stretta ed equa;

F.

considerando che l'UE e i suoi Stati membri sono i maggiori fornitori mondiali di aiuti al commercio, con un apporto del 38 % ai contributi globali; che l'Africa ha continuato a ricevere la quota maggiore di impegni per gli aiuti al commercio nel 2019; che l'UE intende aumentare la propria quota di aiuti al commercio assegnata ai paesi meno sviluppati per contribuire al raddoppio della loro quota di esportazioni globali, poiché nel 2020 la quota dei paesi meno sviluppati è rimasta ferma all'1 % nelle esportazioni globali e al 2 % nelle esportazioni verso l'UE;

G.

considerando che l'UE dovrebbe perseguire un approccio «Team Europa» nella sua cooperazione con l'Africa, anche attraverso un maggiore coordinamento tra le diverse direzioni generali della Commissione, le istituzioni europee di finanziamento allo sviluppo, le agenzie europee di credito all'esportazione, le banche commerciali e gli Stati membri dell'UE;

H.

considerando che l'UE e i suoi Stati membri costituiscono il principale partner commerciale per l'Africa e che nel 2021 il valore degli scambi commerciali è passato a 288 miliardi di EUR da un valore modesto di 225 miliardi di EUR nel 2020 a causa della pandemia di COVID-19; che il disavanzo commerciale a favore dell'UE è passato da 24 miliardi di EUR nel 2020 a 4 miliardi di EUR nel 2021; che, nel quadro degli accordi commerciali esistenti e delle preferenze unilaterali dell'UE per i paesi in via di sviluppo, il 90 % delle esportazioni africane gode di un accesso al mercato unico dell'UE in esenzione da dazi e contingenti; che nel 2021 oltre il 65 % delle merci importate nell'UE dall'Africa consisteva in beni primari come alimenti e bevande, materie prime ed energia e che il 68 % delle merci esportate dall'UE verso l'Africa erano prodotti finiti; che tale struttura commerciale riflette lo squilibrio strutturale e l'interdipendenza delle economie interessate e continua quindi a relegare il continente africano all'estremità inferiore delle catene del valore globali; che l'UE e i suoi Stati membri sono da tempo la principale fonte di investimenti per l'Africa, l'aiuto pubblico allo sviluppo, l'assistenza umanitaria e i finanziamenti per la sicurezza;

I.

considerando che nel 2021 gli Stati Uniti hanno effettuato scambi di merci con l'Africa del valore di circa 26,7 miliardi di USD in esportazioni e 37,5 miliardi di USD in importazioni, per un importo totale di 64,2 miliardi di USD; che nonostante l'iniziativa Prosper Africa lanciata dalla precedente amministrazione statunitense il commercio tra gli Stati Uniti e l'Africa subsahariana è stagnante e rappresenta meno dell'1 % di tutto il commercio di merci degli Stati Uniti;

J.

considerando che la quota dell'Africa nel commercio mondiale è diminuita in modo costante negli ultimi 50 anni e, secondo l'UNCTAD, rappresenta oggi il 2,9 % del commercio mondiale; che il continente ha un elevato livello di dipendenza dalle importazioni e dalle esportazioni di risorse naturali basate sulle materie prime; che il commercio interregionale rappresenta solo il 14,4 % del commercio continentale totale;

K.

considerando che la Banca africana di sviluppo stima il costo economico del commercio illecito di risorse naturali a 120 miliardi di USD all'anno, pari allo 5 % del prodotto interno lordo (PIL) dell'Africa (13);

L.

considerando che gli scambi intracontinentali in Africa sono molto al di sotto del loro potenziale e che è essenziale rafforzarli per la trasformazione strutturale sostenibile dell'economia africana; che il settore privato africano e quello europeo hanno un interesse comune all'attuazione efficace ed effettiva della ZCLS, in particolare per quanto riguarda la crescita economica e le opportunità di lavoro che dovrebbe creare; che l'entrata in vigore della ZCLS il 30 maggio 2019 e l'avvio degli scambi commerciali secondo le sue preferenze il 1o gennaio 2021, quale progetto faro del primo piano decennale di attuazione (2014-2023) nell'ambito dell'Agenda 2063 dell'UA, hanno dato nuovo slancio alle opportunità commerciali e di investimento panafricane e hanno aumentato la connettività tra UE e Africa;

M.

considerando che la ZCLS diventerà la più grande zona di libero scambio al mondo in termini di paesi partecipanti, che includerà 54 dei 55 Stati membri dell'UA, creando un mercato di 1,2 miliardi di persone, ivi compresa una classe media in rapida ascesa, diventando così l'ottavo blocco economico più grande al mondo con un PIL complessivo di 3 miliardi di USD, che dovrebbe più che raddoppiare entro il 2050; che, secondo la Banca mondiale, il PIL dell'Africa potrebbe crescere annualmente dell'1 %, l'occupazione totale dell'1,2 % e il commercio intra-africano del 33 %; che la creazione della ZCLS rappresenta un'importante opportunità per l'UE, ma il suo successo dipenderà anche in gran parte dalla capacità di mobilitare investimenti e promuovere gli scambi commerciali e la presenza delle aziende in Africa;

N.

considerando che nell'ambito della ZCLS devono essere eliminate le tariffe sul 90 % delle linee tariffarie, con un impegno dei paesi più avanzati a liberalizzare le tariffe delle merci non sensibili nell'arco di cinque anni e dei paesi meno avanzati nell'arco di 10 anni; che il 7 % delle linee tariffarie è costituito da merci sensibili e i paesi più avanzati liberalizzeranno le tariffe delle merci sensibili nell'arco di 10 anni mentre i paesi meno avanzati nell'arco di 13 anni; che il 3 % delle linee tariffarie può essere escluso dalla liberalizzazione; che la ZCLS rappresenta un passo importante per lasciarsi alle spalle l'attuale modello di commercio formale in Africa, caratterizzato da lunghi tempi di attraversamento delle frontiere, ampi requisiti normativi e tasse elevate;

O.

considerando che la ZCLS, oltre a essere uno strumento di liberalizzazione del commercio, mira a consentire una crescita inclusiva e uno sviluppo sostenibile in linea con l'Agenda 2063; che l'attuazione efficace e coordinata della ZCLS come regime continentale è essenziale per migliorare il commercio intra-africano e costituirà una sfida importante caratterizzata da diversi livelli e impegni derivanti dagli accordi commerciali, dalle comunità economiche regionali e dalle unioni doganali, che richiedono misure di ampia portata per lo sviluppo di infrastrutture di trasporto transfrontaliere e una maggiore agevolazione degli scambi per migliorare le catene del valore transfrontaliere; che le riforme della governance mirate all'agevolazione degli scambi, agli ostacoli non tariffari al commercio, al rispetto delle norme tecniche e sanitarie comuni e del diritto del lavoro nonché alle misure di difesa e le salvaguardie commerciali sono essenziali per conseguire le aspirazioni dell'UA e rendere la ZCLS un regime efficace e prevedibile; che, come ogni accordo commerciale, la ZCLS avrà effetti positivi e negativi ed è essenziale disporre di adeguate misure di sostegno per mitigare eventuali ripercussioni negative e garantire che la ZCLS possa contribuire al progresso delle piccole e medie imprese (PMI) e in particolare che le imprese gestite da donne e giovani possano beneficiare di nuove opportunità;

P.

considerando che per quanto riguarda il commercio, in particolare le norme di origine e il cumulo, i diversi accordi dell'UE con i paesi dell'Africa hanno portato a una frammentazione del continente africano, creando così barriere tariffarie e ostacolando la costruzione di catene del valore transfrontaliere nell'ambito del ZCLS;

Q.

considerando che gli Stati africani non sono omogenei; che il continente africano è particolarmente vulnerabile agli shock esterni, data la sua elevata dipendenza non solo da risorse e entrate finanziarie esterne quali rimesse dall'estero, investimenti diretti esteri, turismo e aiuti esterni, ma anche dalle importazioni di prodotti finiti;

R.

considerando che l'Africa è un continente di speranza e opportunità ed è percepito come tale da un numero crescente dei suoi giovani; che l'Africa è il continente più giovane al mondo, con un'età media di 19,8 anni e il 60 % della popolazione di età inferiore ai 25 anni; che entro il 2050 la popolazione africana sarà raddoppiata, passando da circa 1,2 miliardi di persone a circa 2,4 miliardi, e che, entro lo stesso anno, il 50 % della popolazione mondiale di età inferiore ai 25 anni si troverà in Africa, il che costituirà una sfida significativa per le economie e la governance democratica dei paesi africani e avrà un impatto sulla geopolitica, sul commercio globale e sulla migrazione; che oggi in Africa vivono quattro volte più bambini che in Europa e che il 70 % della popolazione dell'Africa subsahariana ha meno di 30 anni; che l'incremento demografico e la crescita numerica della classe media richiederanno un commisurato aumento delle risorse alimentari e, pertanto, il settore agroalimentare dovrebbe creare possibilità economiche e occupazionali per i giovani africani, la cui partecipazione nel settore sarà indispensabile anche per garantire il ricambio generazionale e il rinnovamento del sistema agroalimentare; che i giovani africani hanno bisogno di un'istruzione di qualità, di possibilità occupazionali e commerciali che gli consentano di contribuire alla crescita e allo sviluppo sostenibile dei loro paesi; che la popolazione europea sta invecchiando e in molti settori economici si manifesta già una carenza di manodopera qualificata e si segnalano difficoltà a trovare apprendisti; che l'emancipazione economica delle donne e dei giovani in Africa contribuisce sia alla crescita economica che all'avanzamento della loro posizione nella società;

S.

considerando che l'obiettivo di sviluppo sostenibile di azzeramento della fame mira a porre fine a tale piaga entro il 2030 e a conseguire sicurezza alimentare e una migliore nutrizione; che negli ultimi anni i progressi verso tale obiettivo sono rallentati e che oltre 800 milioni di persone sul nostro pianeta continuano ad andare a letto ogni notte senza aver mangiato; che, secondo le previsioni dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), il numero di persone che soffrono la fame in Africa aumenterà significativamente, passando da 280 a 300 milioni, raggiungendo entro il 2030 lo stesso livello dell'Asia, regione con il maggior numero di persone denutrite; che l'insicurezza alimentare è peggiorata nel continente e che il 21 % della popolazione era malnutrito nel 2020; che il vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari 2021 ha stabilito che a far nascere tali tendenze sfavorevoli sono la crescente frequenza e intensità dei conflitti, la variabilità del clima e gli eventi climatici estremi, i rallentamenti e le flessioni economiche e gli elevati livelli di disuguaglianza, quest'ultima esacerbata dalle flessioni economiche del 2020, che sono state principalmente una conseguenza delle misure di contenimento della COVID-19 a livello globale;

T.

considerando che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano minacce esistenziali per l'Africa, l'UE e il mondo intero e richiedono una risposta congiunta e investimenti sostanziali nella resilienza; che le relazioni commerciali UE-Africa devono svolgere un ruolo fondamentale nell'affrontare la transizione climatica e promuovere sforzi comuni per conseguire una crescita sostenibile, uno sviluppo economico inclusivo e l'accesso ai beni pubblici, in particolare attraverso la promozione di catene di approvvigionamento sostenibili e la diversificazione commerciale nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio; che l'UE si è impegnata a trasformarsi nel primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e a dissociare la sua crescita economica dall'uso delle risorse; che i paesi africani, finora, hanno contribuito e contribuiscono in misura minima alle emissioni di gas a effetto serra, indipendentemente dal fatto che queste siano misurate in base alle emissioni storiche, attuali o previste e in termini totali o pro capite, mentre la produzione, lo stile di vita e le abitudini di consumo nell'UE contribuiscono in maniera significativa ai cambiamenti climatici; che gli effetti dei cambiamenti climatici saranno catastrofici, in particolare per molti Stati africani, alcuni dei quali saranno tra i più colpiti; che nell'Africa subsahariana i costi di adattamento per evitare i costi ancora più elevati dei soccorsi supplementari in caso di catastrofi sono stimati a 30-50 miliardi di dollari USD all'anno nel prossimo decennio, pari al 2-3 % del PIL regionale; che la 27o conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) si terrà nello Stato africano dell'Egitto nel 2022; che la transizione verso un mondo decarbonizzato deve essere giusta ed equa; che l'UE ha proposto di fare dell'accesso all'energia uno dei pilastri principali della cooperazione con l'Africa nell'ambito del Green Deal europeo;

U.

considerando che l'UE e l'UA hanno annunciato un pacchetto di investimenti Africa-Europa di 150 miliardi di EUR distribuiti su un periodo di sei anni, ossia una media di 25 miliardi di EUR all'anno, che sosterrà ambizioni comuni per l'Agenda 2030 e l'Agenda 2063 dell'Unione africana, e avrà elementi nel settore degli investimenti, della sanità e dell'istruzione; che tali investimenti non dovrebbero aumentare il debito dei paesi africani;

V.

considerando che circa il 34 % delle famiglie africane vive al di sotto della soglia della povertà internazionale, equivalente a 1,90 di USD al giorno, e circa il 40 % della ricchezza totale del continente è di proprietà di circa lo 0,0001 % della sua popolazione; che permangono forti disparità nello sviluppo dei paesi africani; che, data la rapida crescita prevista della popolazione africana, è ancora più importante garantire che sia accompagnata dallo sviluppo sostenibile, da un'istruzione di qualità e dalla creazione di posti di lavoro dignitosi;

W.

considerando che solo un paese africano su tre dispone di programmi nazionali per il lavoro dignitoso, che sono stati istituiti come il principale veicolo per l'erogazione del sostegno dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) sulla base delle priorità e dei risultati di ciascun paese;

X.

considerando che la Commissione ha lanciato l'iniziativa per il cacao sostenibile, guidata congiuntamente dalla direzione generale del Commercio e dalla direzione generale per i Partenariati internazionali e incentrata sul Ghana e sulla Costa d'Avorio, con il Camerun in qualità di osservatore, i cui principali obiettivi sono garantire un reddito di sussistenza per gli agricoltori, sradicare il lavoro minorile dalla filiera del cacao ed eliminare la deforestazione al fine di creare piantagioni di cacao;

Y.

considerando che la relazione dell'UNICEF/ILO del 2021 sul lavoro minorile indica che dal 2012 il lavoro minorile nell'Africa subsahariana è in continuo aumento e che tale tendenza continuerà a perdurare a causa degli effetti pervasivi della pandemia;

Z.

considerando che la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze economiche hanno frenato la crescita in tutta l'Africa nel 2020 e potrebbero aver gettato in povertà altri 30 milioni di persone ed esacerbato la prevalenza del lavoro minorile; che i pacchetti di misure per la ripresa post-pandemia segnalano una svolta epocale nel consenso politico; che la capacità dei fondi pubblici di sostenere la ripresa varia da una regione all'altra, causando un rischio imminente di esacerbazione delle disuguaglianze; che nel marzo 2022 il tasso di vaccinazione totale in Africa non superava il 15 % (rispetto al 73 % dell'UE); che milioni di vaccini devono essere distrutti a causa della data di scadenza che si avvicina rapidamente anziché poter essere utilizzati nei paesi più poveri; che l'UE e l'UA si sono impegnate a sostenere la piena sovranità dell'Africa in materia di salute per consentire al continente di rispondere alle future emergenze di sanità pubblica, e a sostenere, a tal fine, un'agenda comune per la produzione di vaccini, medicinali, strumenti diagnostici, terapie e prodotti sanitari in Africa, anche attraverso gli investimenti nelle capacità di produzione, i trasferimenti volontari di tecnologia e il rafforzamento del quadro normativo per consentire un accesso equo ai vaccini, alla diagnostica e alle terapie; che il Parlamento accoglie con favore tutte le misure a sostegno del sistema sanitario africano e delle capacità sanitarie del continente;

AA.

considerando che in Africa una ripresa sostenibile e inclusiva dalla COVID-19 richiederà ulteriori 1000 miliardi di USD all'anno, che andrà ad aggiungersi al divario finanziario annuale pari a 2 500 miliardi di USD per gli OSS precedente alla crisi; che tale sforzo costituisce un'importante opportunità di investimento; che la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha intensificato i propri sforzi per aiutare i partner africani a rispondere alla crisi sanitaria ed economica causata dalla COVID-19, fornendo 5 miliardi di EUR a sostegno di investimenti pubblici e privati per la trasformazione pari a oltre 12 miliardi di EUR in tutta l'Africa nel 2020;

AB.

considerando che il sesto vertice UE-UA ha sottolineato l'urgenza del contributo dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) alla lotta contro la pandemia e alla ripresa dell'economia mondiale e ha impegnato le parti a lavorare in modo costruttivo a favore di un accordo su una risposta globale dell'OMC alla pandemia, che comprenda aspetti connessi agli scambi commerciali e alla proprietà intellettuale; che la Commissione europea e i governi degli Stati Uniti, dell'India e del Sud Africa hanno raggiunto una proposta di compromesso in seno all'OMC, da presentare agli Stati membri dell'OMC, che faciliterebbe la deroga a talune norme in materia di proprietà intellettuale, in particolare a taluni criteri delle disposizioni in materia di licenze obbligatorie ai sensi dell'accordo dell'OMC sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS), mentre non include ancora disposizioni in materia di strumenti, dispositivi e trattamenti diagnostici, come richiesto dagli Stati africani; che non è ancora stata avviata una discussione più ampia in seno all'OMC;

AC.

considerando che il comunicato stampa contenente la relazione della piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici sulla biodiversità e sulle pandemie rileva che il rischio pandemico può essere notevolmente contenuto riducendo le attività umane che determinano la perdita di biodiversità, mediante una maggiore conservazione delle aree protette e misure che riducono lo sfruttamento insostenibile delle regioni ad alta biodiversità;

AD.

considerando che, secondo il Fondo monetario internazionale, circa il 60 % dei paesi a basso reddito presenta un elevato rischio di sovraindebitamento o è già sovraindebitato a seguito della crisi COVID-19, mentre nel 2015 tale cifra era inferiore al 30 %; che i governi dei paesi fortemente indebitati, sia in Europa che in Africa, faticano a mobilitare gli investimenti necessari nei settori che costituiscono le condizioni preliminari dello sviluppo economico, come una forza lavoro qualificata e infrastrutture moderne;

AE.

considerando che il segretariato del ZCLS ha istituito un fondo di adeguamento del ZCLS pari a 1 miliardo di USD, finanziato dalla Banca africana di esportazione e importazione (Afreximbank), che mira a sostenere i paesi che subirebbero una perdita di entrate a breve termine a causa della riduzione o dell'eliminazione delle loro tariffe; che il segretariato del ZCLS stima il fabbisogno effettivo a circa 7 miliardi di USD;

AF.

considerando che l'UE è il principale importatore ed esportatore di prodotti agroalimentari a livello mondiale; che, nonostante l'Africa disponga della terra più arabile al mondo, i paesi dell'UA sono importatori netti di prodotti alimentari, con agricoltori che producono al di sotto del loro potenziale, in parte a causa degli effetti di alcune politiche e pratiche interne europee sui prezzi che gli agricoltori africani possono ottenere per i loro prodotti sui mercati locali, aumentati da tariffe che rendono gli alimenti trasformati africani non competitivi nelle esportazioni; che le esportazioni di latte in polvere europeo verso l'Africa occidentale, sostenute dalla politica agricola comune, sono aumentate e che la triplicazione delle esportazioni registrata da quando l'UE ha revocato le sue quote latte nel 2015 ha prodotto conseguenze disastrose per numerosi pastori e agricoltori locali i cui prezzi del latte non sono in grado di competere con i prezzi molto bassi per il latte in polvere; che il rispetto di condizioni eque per il commercio di prodotti agricoli tra l'UE e l'Africa dovrebbe costituire la base per le esportazioni e le importazioni europee e africane di prodotti alimentari e altri prodotti agricoli, come pure la necessità di garantire che le esportazioni agricole non siano in contraddizione con l'obiettivo di creare un settore alimentare più resiliente in Africa; che per far progredire l'agricoltura sostenibile in entrambi i continenti, andrebbe fatto spazio a modelli di riforma per l'agricoltura in Africa e in Europa che offrano dignità agli agricoltori, rafforzino la resilienza nazionale e regionale e possano sbloccare le capacità di entrambi i continenti di garantire prodotti alimentari in abbondanza e raggiungere l'autosufficienza alimentare, oltre a contribuire alla sicurezza alimentare in altre regioni del mondo; che nel continente l'agricoltura familiare fornisce fino al 70 % delle risorse alimentari effettivamente consumate dagli africani e non destinate all'esportazione; che, secondo la relazione sullo sviluppo umano in Africa del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo del 2016, le disuguaglianze di genere costano all'Africa subsahariana il 6 % del PIL della regione, mettendo a repentaglio gli sforzi profusi a favore dello sviluppo umano e della crescita economica inclusivi; che la parità di accesso delle donne ai fattori di produzione agricoli potrebbe aumentare la produzione di colture fino al 19 %, stimolare il PIL agricolo e complessivo, e far uscire centinaia di migliaia di persone dalla povertà (14);

AG.

considerando che nel 2020 si è registrato un aumento di quasi il 40 % nel numero di persone colpite dall'insicurezza alimentare rispetto all'anno precedente; che la guerra in Ucraina dimostra l'interconnessione esistente tra la sicurezza alimentare e il mercato mondiale e la dipendenza di alcuni paesi africani dalle importazioni alimentari provenienti da un numero limitato di paesi o regioni che esportano; che un'eccessiva dipendenza può lasciare i paesi vulnerabili agli shock esterni; che al vertice del G7 del 24 marzo 2022 è stata presentata l'iniziativa «Missione per la resilienza alimentare e agricola», che prevede misure concrete per garantire la sicurezza alimentare a livello globale e in particolare nei paesi africani più colpiti dall'interruzione della produzione alimentare a seguito della guerra in Ucraina; che le indagini sulle famiglie condotte dal Fondo monetario internazionale hanno rilevato che l'ampliamento dell'accesso ai sistemi di allerta precoce e alle informazioni sui prezzi dei prodotti alimentari e sulle condizioni meteorologiche, anche mediante un semplice messaggio di testo o vocale per informare gli agricoltori su quando piantare, irrigare o fertilizzare le loro coltivazioni, può favorire un'agricoltura intelligente in termini di clima e potrebbe ridurre di 30 punti percentuali il rischio di insicurezza alimentare;

AH.

considerando che le micro, piccole e medie imprese nei paesi a basso e medio reddito in tutta l'Africa sono soggette, in termini di scambi intra-africani, a notevoli costi di transazione e a ritardi causati dalle limitate relazioni transfrontaliere tra le banche, dalla scarsa disponibilità di valuta estera, dagli elevati costi dei servizi per gli intermediari e dalla necessità di valutare la vendita e l'acquisto di valute rispetto al dollaro americano; che gli sviluppi tecnologici e la cooperazione tra le banche centrali, come nell'ambito del sistema panafricano di pagamento e regolamento (PAPSS), possono offrire una via d'uscita a questo problema;

AI.

considerando che sono in corso negoziati sulla prevista liberalizzazione dei servizi nell'ambito del ZCLS, a partire da cinque settori prioritari individuati dall'UA, vale a dire trasporti, turismo, comunicazioni, servizi finanziari e servizi alle imprese; che i servizi rappresentano il 54 % del PIL africano e il 75 % degli investimenti diretti esteri;

AJ.

considerando che la strategia per la trasformazione digitale dell'Africa (2020-2030) prevede la creazione di un mercato unico digitale sicuro per l'Africa entro il 2030 in cui sia garantita la circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali e le persone e le imprese possano accedere senza problemi e impegnarsi in attività online, in linea con il ZCLS; che l'economia digitale in Africa offre prospettive per una maggiore creazione di posti di lavoro, in particolare per le PMI, che, secondo le stime, forniscono il 80 % dei posti di lavoro in tutto il continente e costituiscono la spina dorsale dell'economia africana; che la digitalizzazione del commercio e la promozione di sistemi commerciali dematerializzati hanno un potenziale significativo per sostenere i piccoli commercianti, tra cui le imprese gestite da donne e i giovani imprenditori; che sono necessari investimenti sostanziali nell'infrastruttura per Internet al fine di facilitare la partecipazione digitale della popolazione africana, di cui solo il 33 % aveva accesso a Internet nel 2021; che i nostri partner africani cercano anch'essi attivamente l'assistenza dell'UE per migliorare l'infrastruttura digitale dell'Africa e garantire una connettività e un accesso a Internet adeguati in tutto il continente; che l'Africa è molto indietro rispetto agli Stati Uniti, alla Cina e, in misura minore, all'Europa per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico digitale; che, secondo l'UNCTAD, l'Africa rappresenta meno del 1 % delle esportazioni globali di servizi digitali;

1.

afferma che le relazioni commerciali e di investimento tra l'UE e l'Africa fanno parte del nostro sforzo comune per raggiungere gli OSS delle Nazioni Unite entro il 2030 e gli obiettivi dell'accordo di Parigi; sottolinea che l'Africa è una priorità geografica fondamentale nella nuova strategia commerciale dell'UE e sottolinea l'importanza di un dialogo più solido tra l'UE e l'Africa; sottolinea, a tale riguardo, che l'UE dovrebbe impegnarsi maggiormente affinché il partenariato vada al di là del tradizionale rapporto «donatore-beneficiario»; sottolinea che la modernizzazione delle relazioni commerciali e di investimento UE-UA può apportare enormi benefici in termini di stimolo alla crescita economica, all'integrazione regionale, alla riduzione della povertà e alla creazione di posti di lavoro, può contribuire alla ripresa dalla pandemia di COVID-19 e alla trasformazione verde e digitale delle economie dei paesi dell'UE e dell'UA, nonché tra i nostri partner commerciali globali, e deve rispettare il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo sancito dall'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea; sottolinea che la vicinanza geografica e i legami storici e culturali di lungo corso sono sempre più rafforzati dai crescenti scambi commerciali; sottolinea che la partecipazione delle organizzazioni della società civile deve essere un elemento fondamentale della strategia UE-UA per poter conseguire gli OSS delle Nazioni Unite;

2.

invita la Commissione ad approfondire e strutturare meglio la sua cooperazione con i nostri partner africani e a stabilire un regolare dialogo politico di alto livello, che includa una dimensione parlamentare e coinvolga altresì il Parlamento europeo; chiede che tale dialogo sia integrato da uno scambio a livello di raggruppamenti regionali e di singoli Stati e da un dialogo parallelo con le parti interessate della società civile in Africa e nell'UE quali elementi essenziali per portare avanti il partenariato paritario dell'UE con l'Africa;

3.

sottolinea l'importanza di creare una base infrastrutturale e industriale solida, resiliente e competitiva in Africa, come stabilito nell'Agenda 2063 dell'Unione africana, puntando allo sviluppo di catene del valore resilienti e alla trasformazione ad alto valore aggiunto delle materie prime in Africa quale via principale verso la creazione di posti di lavoro di qualità; invita la Commissione e le imprese e gli investitori europei, compresa la BEI, ad applicare le moderne tecnologie di produzione sostenibile e, ove possibile, a impatto climatico zero nei progetti di industrializzazione africani; insiste affinché le parti sociali siano coinvolte in tutte le fasi della promozione dell'industrializzazione; sottolinea, a tale proposito, la necessità di sostenere l'Africa nell'adattare le proprie politiche macroeconomiche, fiscali, monetarie e commerciali indipendenti e invita la Commissione a consentire ai paesi dell'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OACPS) di proteggere le loro industrie nascenti, anche attraverso il sostegno tecnico e finanziario, e di prevedere il diritto di legiferare rispettivamente; sottolinea che gli sforzi per proteggere l'ambiente dovrebbero essere posti al centro delle politiche e dei programmi di cooperazione a sostegno dell'industrializzazione e della creazione di posti di lavoro dignitosi in Africa, da istituire e attuare ad opera di tutte le parti interessate responsabili dei due continenti;

4.

invita la Commissione a promuovere investimenti sostenibili per avanzare verso un'economia senza emissioni di carbonio, in linea con l'impegno assunto nel patto di Glasgow per il clima, garantendo nel contempo un approvvigionamento e una gestione responsabili e sostenibili delle risorse naturali e delle materie prime, nonché una gestione sostenibile dei rifiuti in linea con i suoi obiettivi del Green Deal;

5.

sottolinea il ruolo fondamentale svolto dal funzionamento delle istituzioni, delle autorità e delle infrastrutture statali e ritiene che la loro assenza possa costituire un grave ostacolo al commercio; sottolinea, a tale proposito, che tutti i paesi africani devono migliorare la certezza del diritto poiché è fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi tipo di commercio; invita la Commissione a collaborare strettamente con le sue controparti africane per garantire un ambiente imprenditoriale favorevole agli investimenti;

6.

sottolinea la necessità di adeguare le proposte economiche e commerciali della nuova agenda per il Mediterraneo, adottata dalla Commissione il 9 febbraio 2021, all'attuale situazione di emergenza; invita a realizzare quanto prima e senza interruzioni i progetti commerciali del piano economico e di investimento;

7.

sottolinea che l'UE ha bisogno di fondamenta completamente nuove per il suo partenariato economico con l'Africa, che si basino su condizioni paritarie, sull'uguaglianza e sul rispetto e la comprensione reciproci, includano le sfide cui si trovano dinanzi i partner africani nel contesto delle relazioni commerciali e di investimento, tengano conto dell'esistenza di dinamiche mutevoli e affrontino le carenze e gli squilibri storici; ritiene che questa sia un'opportunità unica per rilanciare le relazioni commerciali tra i due continenti e che il vertice abbia stabilito un percorso che permette all'UE e all'UA di avviare un partenariato rinnovato, reciprocamente vantaggioso e sostenibile basato sulla solidarietà e la cooperazione, e di riformare le relazioni economiche, commerciali e di scambio con l'obiettivo di rafforzare l'Africa, anche garantendo relazioni commerciali eque ed etiche che favoriscano l'integrazione del continente africano; sottolinea che le relazioni commerciali UE-Africa dovrebbero promuovere i diritti umani e i diritti del lavoro, la buona governance, lo Stato di diritto e la parità di genere e invita la Commissione a promuovere tali elementi nel contesto delle relazioni commerciali UE-Africa;

8.

esorta la Commissione a contribuire a porre fine al ruolo di «riempimento e imballaggio» delle nazioni africane sostenendo un sistema multipartecipativo che consentirà alle nazioni dell'UA di produrre i propri vaccini, una capacità già dimostrata nella produzione di vaccini contro l'HIV, che aprirà spazi per lo sviluppo del potenziale scientifico e diminuirà la dipendenza da un numero molto ristretto di aziende a livello mondiale;

9.

sottolinea che la risposta dell'UE agli sforzi globali di vaccinazione per mitigare la pandemia di COVID-19 ha perturbato le relazioni UE-Africa; sottolinea che i risultati del sesto vertice UE-UA devono essere un nuovo punto di partenza per far progredire le relazioni tra l'UE e l'Africa; invita la Commissione a impegnarsi in modo bilaterale e strutturato con i partner africani e a perseguire l'impegno regionale e multilaterale di far avanzare le relazioni UE-Africa; invita la Commissione a impegnarsi in una discussione con il Parlamento sul compromesso di deroga all'accordo TRIPS negoziato dal cosiddetto «Quad» formato dall'UE, dagli Stati Uniti, dall'India e dal Sud Africa; invita la Commissione a rimanere flessibile e pragmatica nelle discussioni in seno all'OMC volte a raggiungere un compromesso su una deroga mirata e temporanea all'accordo TRIPS assieme ad altri membri dell'OMC, in modo da procedere verso una conclusione e risultati significativi sugli aspetti relativi al commercio e alla salute prima della 12a conferenza ministeriale;

10.

ribadisce l'importanza della pace per uno sviluppo sociale, ambientale ed economico positivo; prende atto della mancanza di sostegno da parte di molti governi africani alla risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che condanna l'aggressione contro l'Ucraina e del fatto che il sostegno africano alle posizioni dell'UE non può essere dato per scontato; invita la Commissione e il servizio europeo per l'azione esterna a esplorare le varie ragioni di tale scetticismo e ad aumentare gli sforzi diplomatici per costruire posizioni comuni contro le aggressioni militari in entrambi i continenti;

11.

sostiene gli obiettivi e le aspirazioni della ZCLS quali espressi nel suo preambolo; sostiene altresì le aspirazioni dell'Agenda 2063 di creare un mercato continentale con libera circolazione di persone, capitali, beni e servizi, al fine di approfondire l'integrazione economica del continente africano; ritiene che la ZCLS sia un'iniziativa ambiziosa di integrazione economica che offre ai paesi africani un'importante opportunità per stimolare la crescita inclusiva, consentire lo sviluppo sostenibile, ridurre la povertà e migliorare il tenore di vita, generare un elevato numero di posti di lavoro dignitosi, aumentare la competitività dei paesi africani, promuovere le tecnologie verdi e l'energia, aumentare la sostenibilità delle finanze pubbliche, combattere la corruzione e promuovere il buon governo, nonché realizzare trasformazioni strutturali negli Stati partecipanti; invita l'UE a sostenere attivamente la ZCLS; sottolinea che gli indicatori per misurare il successo economico in Africa e nell'UE dovrebbero essere migliorati e diversificati al di là della crescita del PIL e raccomanda di fare riferimento anche a indicatori come il coefficiente Gini, l'indicatore di progresso reale, l'indice di sviluppo umano, l'indice Theil per misurare la diversificazione delle esportazioni, gli indicatori relativi alla discriminazione di genere e, in particolare, alle relazioni sullo stato di avanzamento degli OSS;

12.

ricorda che tra il 2014 e il 2020 l'UE ha stanziato più di 74 milioni di EUR in finanziamenti per la creazione della ZCLS attraverso il suo programma panafricano e che i finanziamenti sono stati utilizzati per il rafforzamento delle capacità nella negoziazione, ratifica e attuazione dell'accordo sulla ZCLS; invita l'UE e i suoi Stati membri a continuare a fornire sostegno finanziario e tecnico all'attuazione della ZCLS; osserva, che affinché l'accordo sulla ZCLS mantenga le sue promesse e vada oltre la semplice liberalizzazione del commercio e sollevi le persone dalla povertà, i paesi africani hanno bisogno dello spazio politico che consenta loro di adottare politiche che rafforzino la coerenza tra misure commerciali, obiettivi di diversificazione, risposta alle esigenze della popolazione, sostenibilità e crescita inclusiva;

13.

invita le commissioni sia dell'UE che dell'UA a facilitare lo sviluppo di catene del valore regionali e di migliori infrastrutture regionali in Africa; sottolinea la necessità di investimenti coerenti e di un controllo pubblico nello sviluppo di infrastrutture sostenibili generali e transfrontaliere; sottolinea la necessità di investire in modo significativo nelle infrastrutture di trasporto, nella connettività e nella digitalizzazione per facilitare il commercio regionale e quindi la diversificazione e la resilienza delle catene del valore locali, regionali e continentali; osserva che la rimozione degli ostacoli al commercio intra-africano può facilitare la crescita delle catene del valore regionali, il che può agevolare l'internazionalizzazione delle imprese africane, in particolare le PMI; sottolinea che la strategia «Global Gateway» dovrebbe contribuire allo sviluppo di infrastrutture per aumentare il commercio intra-africano e invita i partner dell'UA a rispondere alle proposte di Team Europa per progetti infrastrutturali comuni; invita sia i partner dell'UE che quelli africani ad attuare senza ulteriore indugio i progetti prioritari individuati congiuntamente e a creare opportunità di profitto legate ai progetti per le imprese locali e opportunità di lavoro per la popolazione locale, nel rigoroso rispetto di elevati standard ambientali e di lavoro e dell'accordo di Parigi; sottolinea la necessità di un ulteriore sviluppo delle infrastrutture per le aree rurali e fa notare che, secondo le stime, nell'Africa subsahariana il 40 % degli alimenti di base trasportati non arriva al mercato a causa di infrastrutture carenti e della mancanza di strutture di raffreddamento e stoccaggio; invita la Commissione europea e l'UA a mappare le catene del valore regionali tra l'UE e l'Africa, al di là dei flussi commerciali bilaterali, e a condurre un'analisi dei punti di forza, dei punti di debolezza, delle opportunità e dei rischi (SWOT), in particolare al fine di identificare vie possibili per la delocalizzazione di prossimità e aree di collaborazione come l'economia circolare e l'ecologizzazione delle catene di approvvigionamento; sottolinea l'importanza di sviluppare ulteriormente le infrastrutture e i collegamenti tra l'Africa subsahariana e l'Africa settentrionale e tra l'Africa occidentale e quella orientale;

14.

sottolinea l'importanza di includere la parità di genere e l'integrazione della dimensione di genere nelle relazioni commerciali UE-Africa, in quanto componente essenziale per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile; sottolinea che le relazioni commerciali e di investimento hanno il potenziale per promuovere la parità di genere, contribuire all'emancipazione economica e sociale delle donne e favorire economie e società più eque e resilienti; ritiene che il partenariato UE-Africa debba sostenere, in particolare, l'imprenditoria femminile e giovanile nelle zone rurali e urbane, anche attraverso le organizzazioni dei piccoli produttori, e reputa che a tal fine sia essenziale promuovere la parità di accesso alle risorse economiche e produttive, come i servizi finanziari, nonché ai mercati, e proteggere i diritti fondiari; accoglie con favore il lavoro svolto dalla Commissione in materia di raccolta e analisi dei dati, per meglio comprendere l'impatto della politica commerciale sulle donne; invita la Commissione a impegnarsi con i partner africani per promuovere la parità di genere e l'emancipazione femminile nelle relazioni commerciali UE-Africa; invita la Commissione a integrare la dimensione di genere nelle relazioni commerciali e di investimento tra l'UE e l'Africa; invita la Commissione a includere negli APE capitoli autonomi sulla dimensione di genere; sottolinea il ruolo essenziale delle donne delle zone rurali nelle economie agricole e rurali in tutto il continente africano, in particolare per quanto riguarda la sicurezza alimentare; ricorda che quasi la metà del lavoro agricolo in Africa è svolto da donne; chiede lo sviluppo di scambi tra le imprenditrici africane e dell'UE attraverso piattaforme che consentano la creazione di reti, lo scambio di esperienze e lo svolgimento di progetti comuni; incoraggia l'avanzamento dei diritti di successione per le donne e le ragazze e invita l'UE a sostenere i paesi partner, in particolare per quanto riguarda il loro riconoscimento del pieno diritto delle donne ai diritti fondiari;

15.

sottolinea la necessità di instaurare un dialogo costruttivo tra pubblico e privato e di consentire l'evoluzione delle culture in vista dello sviluppo di una rete intelligente di ecosistemi e dell'eventuale ibridazione tra sfera pubblica e sfera privata; evidenzia che in tale contesto l'UE deve continuare a collaborare con i paesi africani per facilitare e promuovere gli investimenti privati nel continente, poiché l'investimento pubblico da solo non è sufficiente; invita a rafforzare ulteriormente i partenariati trilaterali pubblici e privati per sviluppare nuovi legami commerciali in settori di interesse comune come l'energia, l'industria e i trasporti;

16.

sottolinea il ruolo chiave attribuito al piano per gli investimenti esterni dell'UE, e in particolare al Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile come primo pilastro, per definire la politica commerciale e di investimento dell'UE nei confronti dell'Africa, parallelamente agli APE; ricorda l'accento posto sul miglioramento del clima degli investimenti nei paesi partner; sottolinea che l'impegno dell'UE per la promozione degli investimenti del settore privato per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile equivale a istituire diritti umani obbligatori, diritti sociali e obblighi di dovuta diligenza ambientale, sulla base dei principi guida delle Nazioni Unite per imprese e diritti umani, che dovrebbero applicarsi all'intera catena del valore e includono disposizioni sull'accesso alla giustizia;

17.

invita le commissioni sia dell'UE che dell'UA a creare e facilitare per i paesi africani condizioni che consentano loro di modificare la natura della loro integrazione nell'economia mondiale, da fonti di materie prime a esportatori di prodotti intermedi e finali, mantenendo al contempo uno spazio politico per la salvaguardia delle industrie nascenti; raccomanda una cooperazione rafforzata con le università e altre strutture di ricerca in Africa al fine di creare una piattaforma per lo scambio di tecnologia e conoscenze; sottolinea, in questo contesto, l'opportunità che lo sviluppo e gli investimenti nei mercati emergenti rappresentano per entrambi i continenti, in particolare nel settore manifatturiero; sottolinea inoltre l'importanza di rafforzare i collegamenti tra le imprese europee e quelle africane a tale riguardo, onde contribuire a creare valore e innalzare gli standard, migliorando così la competitività;

18.

sottolinea che gli sforzi volti alla diversificazione della catena di approvvigionamento creano opportunità per entrambi i continenti e ritiene che l'UE e l'AU dovrebbero collaborare per creare le condizioni e gli incentivi necessari per sostenere la diversificazione degli investimenti e della produzione delle imprese africane e dell'UE;

19.

ribadisce che l'UE e l'UA condividono un interesse comune per un sistema commerciale multilaterale stabile e basato su regole, che contribuisca a promuovere la crescita economica nell'UE e nel continente africano; sottolinea che la riforma e la modernizzazione dell'OMC e del corpus di norme di quest'ultima sono un settore importante per la cooperazione tra l'UE e l'UA e invita i partner a collaborare per creare un'architettura finanziaria e commerciale giusta ed equa a livello mondiale attraverso il rilancio dell'OMC, compresa la conclusione del ciclo di Doha per tenere maggiormente conto degli interessi dei paesi del Sud del mondo, come convenuto dai membri dell'OMC;

20.

sottolinea che l'iniziativa degli aiuti al commercio guidata dall'OMC mira ad aiutare in particolare i paesi meno avanzati a costruire le proprie capacità dal lato dell'offerta e le infrastrutture relative al commercio di cui hanno bisogno per attuare gli accordi dell'OMC e beneficiarne e ampliare ulteriormente i loro scambi commerciali; ritiene che, a tale riguardo, questa iniziativa sia una componente chiave nelle relazioni commerciali con l'Africa, in particolare all'indomani della crisi della COVID-19;

21.

sottolinea che l'agenda «Aiuti per il commercio» dovrebbe svolgere un ruolo nella mobilitazione delle risorse per affrontare i vincoli legati al commercio, nel finanziamento delle esigenze infrastrutturali e nel contribuire a rafforzare la capacità dei paesi africani di istituire strutture normative adeguate;

22.

sottolinea l'importanza di rafforzare la collaborazione tra l'OMC, l'UNCTAD, l'ILO, il programma ambientale delle Nazioni Unite, la FAO e altri organismi delle Nazioni Unite per mantenere viva la visione multilaterale, promuovendo un'agenda comune per una prosperità condivisa e in conformità del principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo;

23.

evidenzia che una governance globale responsabile e trasparente dovrebbe prevedere una maggiore partecipazione degli organi parlamentari, dal momento che i parlamentari eletti direttamente possono fungere da collegamento fondamentale tra i cittadini e il sistema multilaterale; sottolinea l'importanza dei lavori della Conferenza parlamentare sull'OMC organizzata congiuntamente dal Parlamento europeo e dall'Unione interparlamentare, e chiede maggiori sforzi per incrementare ulteriormente il coinvolgimento dei parlamentari africani, in particolare del parlamento panafricano; sottolinea la necessità di garantire che i parlamentari godano di un migliore accesso ai negoziati commerciali e siano coinvolti nei processi decisionali e di revisione dell'OMC; chiede un rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo e del Parlamento panafricano nonché dei parlamenti nazionali di tutti gli stati membri dell'OMC nella fase di mandato dei negoziati sul commercio internazionale e sugli investimenti;

24.

sottolinea che la rinnovata relazione tra l'UE e l'Africa dovrebbe avere al suo centro i migliori interessi condivisi di entrambi i continenti e dovrebbe basarsi su un forte partenariato; conclude che un partenariato tra pari, basato sulla piena cooperazione, tra l'UA e l'UE costituisce una risposta adeguata ai concorrenti globali; ritiene con convinzione che, se la concorrenza geopolitica dell'UE è guidata solo dalla demarcazione dalle altre potenze mondiali, il proseguimento della tradizionale politica di influenza ostacolerà una cooperazione reciprocamente vantaggiosa; sottolinea che un'equa concorrenza degli interessi non è estranea alle economie di mercato, e i partner africani si riservano il diritto di beneficiare di una situazione della domanda a loro favorevole;

25.

è convinto che gli interessi dell'UE come l'accesso alle materie prime, la definizione delle relazioni economiche per promuovere l'economia dell'UE e la gestione della migrazione, affrontandone le cause profonde, possano essere perseguiti al meglio attraverso un nuovo partenariato tra pari; è convinto che un nuovo partenariato tra pari possa consentire all'UE di rafforzare efficacemente la sua autonomia strategica;

26.

sottolinea che l'Unione dovrebbe favorire un impegno costruttivo per quanto riguarda tutti gli aspetti della migrazione, degli sfollamenti forzati e della mobilità, adoperandosi per garantire che la migrazione avvenga in modo sicuro e ben regolamentato; considera che è essenziale costruire una strategia condivisa a lungo termine per collegare le politiche commerciali, di sviluppo e migratorie, come stabilito da diverse conclusioni del Consiglio europeo, in particolare quelle adottate il 16 dicembre 2021, in quanto tale strategia potrebbe svolgere un ruolo chiave nel combattere le rotte della tratta di esseri umani e della migrazione illegale dai paesi africani verso l'UE;

27.

sottolinea che il miglioramento della qualità del commercio intercontinentale richiederà la regolarizzazione della mobilità e della migrazione nel continente africano; insiste — sebbene la politica commerciale possa, in determinate circostanze, ridurre al minimo la migrazione forzata attraverso la creazione di posti di lavoro — che né la politica commerciale dell'UE né la sua assistenza allo sviluppo dovrebbero essere sfruttate per garantire la cooperazione dei paesi terzi in materia di migrazione, che potrebbe minare i principi e i valori dell'UE e l'obiettivo primario della riduzione della povertà; ricorda, a tale proposito, che la migrazione forzata può essere risolta solo creando percorsi legali, rafforzando la protezione internazionale e affrontando le più ampie crisi politiche, climatiche, umanitarie e di sviluppo che portano ai trasferimenti forzati;

28.

prende atto dell'impatto della COVID-19 sulle catene di approvvigionamento; insiste sull'importanza di costruire catene di approvvigionamento più resilienti nel mondo post-pandemico, sia nell'UE che nell'UA, aumentando l'autonomia strategica, identificando le dipendenze, affrontando meglio le vulnerabilità e le interruzioni dell'approvvigionamento, diversificando la produzione e rafforzando gli investimenti in imprese innovative che integrino obiettivi sociali, ambientali e sanitari nei loro modelli di impresa; ricorda l'impegno del Parlamento a favore del Green Deal europeo e plaude alle iniziative commerciali volte a conseguirne gli obiettivi, compresi, tra gli altri, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, la proposta legislativa sulla dovuta diligenza obbligatoria e la proposta sui prodotti a deforestazione zero; insiste sul fatto che la Commissione debba monitorare attentamente l'impatto di dette iniziative sugli scambi tra l'UE e l'Africa e presentare misure di accompagnamento volte a mitigare eventuali perturbazioni sul breve termine; è persuaso che, sul lungo periodo, tali iniziative legislative si tradurranno in catene del valore globali più resilienti e sostenibili, a beneficio dei cittadini e delle imprese sia dell'UE che dell'Africa;

29.

si rammarica del forte impatto dell'invasione dell'Ucraina, non provocata e ingiustificata, da parte della Federazione russa, sull'aumento del prezzo dell'energia, dei combustibili, delle materie prime e dei prodotti agricoli che sta provocando un forte aumento dei costi di produzione che mette a repentaglio la continuità della produzione e può portare a interruzioni della catena di approvvigionamento; chiede un'azione rafforzata a livello internazionale per garantire che il processo decisionale politico sia incentrato sulla sicurezza alimentare, al fine di evitare la scarsità e garantire la sicurezza nutrizionale nei paesi più vulnerabili, in particolare nel continente africano, e per affrontare la sicurezza alimentare con mezzi commerciali e prevenire gli ostacoli al commercio internazionale di prodotti alimentari e materie prime;

30.

ritiene che l'UE possa contribuire a ridurre in modo significativo l'attuale dipendenza dell'Africa dalle importazioni di prodotti alimentari, sementi, fertilizzanti e pesticidi, attraverso il sostegno finanziario e tecnico, il dialogo politico, lo scambio di conoscenze e le nuove tecnologie, e promuovendo l'innovazione africana;

31.

chiede un'offensiva di investimento europeo-africana su larga scala che fornisca incentivi per un aumento significativo degli investimenti privati negli Stati africani e consenta investimenti pubblici globali nelle infrastrutture e nella lotta ai cambiamenti climatici; accoglie con favore, in tale contesto, l'impegno assunto in occasione del sesto vertice UE-UA di mobilitare 150 miliardi di EUR nel quadro dell'iniziativa Global Gateway; chiede che tale iniziativa di investimento sia notevolmente ampliata assieme agli Stati membri dell'UE;

32.

chiede che l'offensiva di investimento si concentri principalmente su progetti per lo sviluppo e l'espansione delle energie rinnovabili, la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, le misure di adeguamento ai cambiamenti climatici e la costruzione di infrastrutture pubbliche; si aspetta che tutti i progetti di investimento coinvolgano le società partner africane e prestino particolare attenzione alla creazione di occupazione locale e all'approfondimento delle catene del valore africane; invita la Commissione a individuare adeguati progetti di investimento in coordinamento con i partner locali, regionali e statali in Africa e a garantirne l'attuazione;

33.

invita l'UE e i suoi Stati membri a impegnarsi a sostenere i paesi africani nell'attuazione di azioni per il clima ambiziose e giuste; sottolinea che i finanziamenti dell'UE nell'ambito del nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale devono essere utilizzati per sostenere un approccio basato sui diritti umani che ponga le comunità locali e le popolazioni indigene al centro degli sforzi in materia di clima, ambiente e sviluppo, partendo con la consultazione della comunità e della società civile;

34.

osserva che i precedenti meccanismi di finanziamento misto non sono riusciti a stimolare sufficienti investimenti privati; chiede pertanto che l'iniziativa di investimento includa le PMI locali, che contribuiscono in modo particolare alla diversificazione dell'economia e alla creazione di posti di lavoro;

35.

sottolinea che l'UE dovrebbe approfondire le sue relazioni economiche e commerciali con l'Africa attraverso investimenti che creino posti di lavoro degni e promuovano la creazione di posti di lavoro e i diritti ambientali; sottolinea le differenze nell'accesso ai finanziamenti tra le regioni e i paesi africani a causa di vari fattori; sottolinea che si dovrebbe porre l'accento sugli investimenti in nuove infrastrutture, come le infrastrutture digitali e verdi, e sulla produzione di energia rinnovabile; accoglie con favore l'accordo quadro di cooperazione per progetti firmato nell'ottobre 2021 tra la BEI e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS); accoglie con favore il memorandum d'intesa firmato nel 2021 tra la BERS e la Banca africana di sviluppo per promuovere lo sviluppo sostenibile del settore privato in Africa; invita la Commissione a promuovere gli investimenti nel continente africano attraverso strumenti finanziari innovativi per aumentare i flussi di capitale e ridurre i rischi; incoraggia l'UE e i paesi africani a valutare la negoziazione di accordi di agevolazione degli investimenti sostenibili, come annunciato nel riesame della politica commerciale dell'UE (15), che rafforzano la capacità dei governi di legiferare nell'interesse pubblico e bilanciano i diritti e gli obblighi degli investitori e delle comunità con le preoccupazioni ambientali; ricorda l'importanza fondamentale di investimenti coerenti nei servizi pubblici, nelle capacità di ricerca e nella promozione dei settori economici in cui un paese o una regione ha il potenziale per acquisire un vantaggio comparato; raccomanda di accrescere le opportunità di investimento in Africa, in particolare fornendo maggiori capitali di rischio e garanzie volte ad agevolare gli investimenti; accoglie favorevolmente il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus (EFSD+), che consente alle istituzioni di finanziamento allo sviluppo di assumersi maggiori rischi nei loro programmi di investimento; ricorda che il piano d'azione di Addis Abeba sul finanziamento dello sviluppo ha evidenziato la necessità di mobilitare maggiori risorse interne per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

36.

incoraggia i paesi africani, in un momento in cui UNICA riferisce che molti dei trattati sugli investimenti conclusi negli anni '90 e nei primi anni 2000 sono scaduti di recente o stanno per scadere, a rivedere e riformare i propri trattati sugli investimenti e sulla doppia imposizione in base alle loro esigenze di sviluppo; ritiene che la ZCLS e gli attuali sforzi di integrazione regionale offrano una buona opportunità per riequilibrare il regime di investimenti internazionali affinché esso diventi responsabile ed equo e consenta di favorire lo sviluppo sostenibile;

37.

sottolinea che l'accordo tra l'UE e l'OSACP, siglato nell'aprile 2021 manca di meccanismi per applicare il dovere di diligenza in materia di norme ambientali, diritti umani e il principio del libero consenso preventivo e informato, che sono ancora più essenziali alla luce degli impegni assunti nell'accordo di agevolare gli accordi internazionali in materia di investimenti; sottolinea che l'UE dovrebbe tenere conto dei diversi livelli di sviluppo e garantire che i suoi accordi commerciali siano coerenti con le priorità dei partner in materia di integrazione economica regionale;

38.

esorta la Commissione e la BEI, in quanto organi responsabili per i prestiti dell'UE, a elaborare un regime di microcredito efficace e facilmente accessibile e, a tale riguardo, a rafforzare le loro capacità di sostenere lo sviluppo del settore privato in Africa; invita la BEI, in merito, a destinare maggiori fondi alle micro, piccole e medie imprese africane attraverso il bilancio combinato di EFSD +; sottolinea inoltre, in tale contesto, l'elevato potenziale del microfinanziamento per rafforzare ulteriormente il ruolo delle piccole e medie imprese e degli agricoltori locali; raccomanda l'istituzione di sistemi di microcredito che offrano accesso al credito senza la necessità di garanzie collaterali o di altre garanzie finanziarie; sottolinea l'importanza di tale sistema per l'emancipazione delle donne e dei giovani, il cui accesso ai finanziamenti richiede un notevole miglioramento; chiede, a tale proposito, adeguate misure di accompagnamento, quali assistenza e consulenza tecnica e legale, nonché alleanze con i partner locali sul campo, al fine di rendere tali microcrediti veramente accessibili; considera che il sostegno all'economia sociale e alle cooperative, nonché ai regimi di microcredito, contribuirà alla più che necessaria formalizzazione dell'economia informale attraverso strategie chiare basate sulla raccomandazione ILO n. 204;

39.

invita l'UE ad aumentare il suo sostegno ai paesi africani e all'UA nella lotta contro i flussi finanziari illeciti e l'evasione fiscale da parte delle imprese, e chiede iniziative volte a garantire che le società non contribuiscano a tali deflussi di capitali dai paesi africani; ricorda che l'Africa perde circa 88,6 miliardi di USD ogni anno sotto forma di fuga illecita di capitali, pari al 3,7 % del PIL del continente; chiede sforzi congiunti per garantire il pagamento delle imposte laddove si creino profitti e valore economico reale, al fine di fermare la continua erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili; chiede una maggiore cooperazione tra l'UA e l'UE e i loro Stati membri nella promozione internazionale di misure in materia di trasparenza dell'imposta sulle società, inclusa una migliore cooperazione con riguardo alla direttiva sulla rendicontazione delle informazioni finanziarie dell'UE (16); invita la Commissione ad affrontare altresì i flussi finanziari illeciti e l'evasione fiscale nei suoi regimi di aiuto per il commercio e includendo i rispettivi capitoli in sede di negoziazione della modernizzazione degli APE;

40.

sottolinea che i paesi meno avanzati mostrano un grande interesse e un forte sostegno per i sistemi commerciali multilaterali basati su regole e che sarebbe opportuno migliorarne l'integrazione nel sistema commerciale internazionale; è consapevole del fatto che il trattamento speciale e differenziato è un principio fondatore dell'OMC; invita la Commissione a garantire che i paesi in via di sviluppo possano esercitare pienamente i propri diritti ai sensi delle disposizioni dell'OMC in materia di trattamento speciale e differenziato, in particolare per garantire la loro sicurezza alimentare; è del parere che un'eccessiva dipendenza da un singolo paese o regione geografica per un determinato prodotto possa lasciare i paesi vulnerabili agli shock esterni, che potrebbero avere un impatto estremamente dannoso sulla sicurezza alimentare dei paesi in via di sviluppo; ritiene pertanto che la Commissione dovrebbe sostenere i nostri partner africani nella diversificazione dei loro flussi commerciali, al fine di aumentarne la resilienza; chiede sforzi congiunti con i partner africani dell'UE a livello di OMC per trovare soluzioni multilaterali per le principali divisioni nelle questioni di politica agricola globale, come discusso in seno al comitato per l'agricoltura dell'OMC;

41.

sottolinea la necessità di norme commerciali multilaterali che supportino l'agricoltura sostenibile, basate su riforme agrarie globali in vari Stati africani da attuare per garantire la sicurezza alimentare in tutto il continente; sottolinea, a tale proposito, l'importanza della protezione e promozione del diritto delle comunità locali di accedere e controllare le risorse naturali, come i terreni e l'acqua; denuncia il fatto che l'accaparramento dei terreni è diffuso in Africa; esprime preoccupazione per la portata dell'acquisizione di terreni da parte di investitori stranieri in Africa, che si concentra nei paesi con strutture di governance più deboli e che potrebbe rappresentare una minaccia per la sicurezza alimentare e l'accesso alla terra e all'acqua; sottolinea l'importanza di avviare un processo inclusivo con l'obiettivo di garantire l'effettiva partecipazione delle organizzazioni della società civile e delle comunità locali allo sviluppo, all'attuazione e al monitoraggio delle politiche e delle azioni relative all'accaparramento dei terreni; chiede che le linee guida volontarie per una governance responsabile dei regimi di proprietà siano osservate in tutti i progetti che promuovono la protezione dei diritti fondiari, anche nel commercio, e anche misure volte a garantire che i progetti non mettano in pericolo i diritti fondiari dei piccoli agricoltori, in particolare delle donne; esorta, inoltre, l'UE e l'Africa a riconoscere i diritti delle popolazioni indigene alla proprietà e al controllo consuetudinario delle loro terre e delle loro risorse naturali, come previsto dalla dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni e dalla Convenzione 169 dell'OIL, e a rispettare il principio del consenso libero, previo e informato;

42.

sottolinea che il partenariato commerciale tra l'UE e l'Africa deve salvaguardare il diritto dei paesi africani alla sovranità alimentare, garantire il rispetto dei principi di sostenibilità, e non dovrebbe mai compromettere la sicurezza e protezione alimentare e la qualità degli alimenti, né favorire la deforestazione o il degrado dell'ambiente; sottolinea che ciò richiederà maggiori impegni in entrambi i continenti e la promozione di sistemi agroalimentari sicuri, resilienti e sostenibili al fine di intensificare gli sforzi per conseguire l'obiettivo di sviluppo sostenibile della fame zero nel 2030 e sostenere l'azione congiunta per mitigare i cambiamenti climatici; individua la necessità di ristrutturare le catene del valore affinché parti maggiori della trasformazione e del valore aggiunto della produzione avvengano nei paesi di origine; ribadisce l'importanza del rispetto dei prodotti a denominazione di origine protetta; invita la Commissione a garantire che gli strumenti di investimento, come Global Gateway e Global Europe, contribuiscano allo sviluppo di un settore agricolo sostenibile in Africa in linea con gli OSS e a sostenere l'attuazione della ZCLS per il commercio agricolo intra-africano; invita la Commissione a facilitare l'istruzione e la formazione per far progredire e promuovere in Africa pratiche agricole sostenibili, come l'agroecologia, e per far avanzare le iniziative esistenti in Africa; ricorda che la capacità dell'agroecologia di conciliare le dimensioni economica, ambientale e sociale della sostenibilità è stata riconosciuta da relazioni fondamentali del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico e della piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici, nonché dalla valutazione internazionale delle conoscenze agricole, della scienza e della tecnologia per lo sviluppo promossa a livello globale dalla Banca mondiale e dalla FAO; invita l'UE e l'Africa a svolgere un ruolo guida nella conclusione di un ambizioso accordo globale, in occasione della 15a Conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica; osserva in tale contesto che un'agricoltura sostenibile e un'alimentazione più sostenibile in Europa possono fornire un contributo significativo per garantire la sicurezza alimentare nei paesi africani;

43.

sottolinea la dipendenza asimmetrica di alcuni paesi africani dalle importazioni agricole per la sicurezza alimentare; esprime profonda preoccupazione per le conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina sulla fornitura di determinati prodotti agroalimentari, principalmente cereali, vista la significativa dipendenza di molti Stati da tali importazioni, nonché sulle interruzioni della catena di approvvigionamento globale e sull'aumento dei prezzi, che portano all'insicurezza alimentare globale, in particolare nel continente africano; accoglie con favore la decisione della Commissione di valutare l'impatto della guerra russo-ucraina sulle importazioni di cereali e sulla sicurezza alimentare e invita la Commissione ad agire tempestivamente contro possibili crisi umanitarie; sottolinea, inoltre, i disagi che il conflitto armato sta causando alle esportazioni africane verso la Russia di determinati prodotti, come agrumi, caffè e tè; invita la Commissione a collaborare con i paesi africani per garantire l'accesso ai prodotti agricoli e a utilizzare gli strumenti commerciali esistenti per affrontare e facilitare l'accesso ai prodotti agricoli da parte dei nostri partner africani, nonché a sostenerli nel potenziare la loro produzione agricola per migliorare la loro resilienza alimentare;

44.

ricorda che, considerando che nel 2020 il valore delle esportazioni agroalimentari dell'UE verso l'Africa ha raggiunto i 17,6 miliardi di EUR e quello delle importazioni dall'Africa i 16,5 miliardi di EUR, i paesi africani sono destinazioni importanti per le esportazioni dell'Unione e l'UE rimane il principale mercato di esportazione di prodotti agricoli e alimentari provenienti dall'Africa; richiama l'attenzione sulla necessità che le importazioni dall'Africa, in particolare quelle di prodotti agroalimentari, rispettino le norme dell'UE in materia di salute, sicurezza e qualità, ivi comprese quelle relative all'uso di ormoni, antibiotici e organismi geneticamente modificati; sottolinea che è opportuno offrire supporto tecnico e formazione per garantire che i produttori africani abbiano l'opportunità e il know-how per soddisfare tali norme; è convinto che l'UE, quale uno tra i principali attori mondiali nel settore agroalimentare, dovrebbe cooperare con i paesi africani nell'ulteriore sviluppo di parametri di riferimento e norme internazionali per sistemi alimentari sostenibili, basati sul rispetto dei diritti umani e del lavoro, la concorrenza leale, il principio di precauzione, la tutela dell'ambiente e il benessere degli animali, conformemente alle norme dell'OMC; sottolinea che l'UE è impegnata a sostenere e promuovere la transizione globale verso sistemi agroalimentari sostenibili con tutti i suoi partner, in linea con gli obiettivi della strategia «Dal produttore al consumatore» e con gli OSS; sottolinea che l'UE e l'Africa condividono l'obiettivo di trasformare il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo i nostri alimenti; fa notare, pertanto, che è necessario che la cooperazione tra l'UE e i suoi partner africani si concentri sulla questione centrale dell'approvvigionamento alimentare, con programmi su misura per la cooperazione tra gli agricoltori e le PMI dell'Unione e africani, investimenti mirati nel settore dello sviluppo agricolo sostenibile, reti di trasporto moderne e adeguate infrastrutture di stoccaggio che forniscano agli agricoltori africani i mezzi per rendere l'agricoltura resiliente alle sfide climatiche;

45.

chiede una maggiore coerenza delle politiche a livello dell'UE nel contesto del commercio agroalimentare, date le implicazioni globali della politica agricola comune e del commercio agricolo in tema di progressi verso il raggiungimento degli OSS; invita l'UE a tener conto delle conclusioni della task force Africa rurale sulla necessità di investimenti nelle catene alimentari africane, con una particolare attenzione alle materie prime a valore aggiunto; invita l'UE e gli Stati membri a lavorare attivamente con i partner africani per creare sinergie tra la strategia UE-Africa e le politiche del Green Deal europeo, in particolare la dimensione esterna della strategia «Dal produttore al consumatore»;

46.

sottolinea l'importanza della ricerca e dell'innovazione nell'incoraggiare gli agricoltori ad adottare pratiche agricole sostenibili ed ecosistemi agricoli e sistemi alimentari produttivi nelle terre aride; chiede a questo proposito che si faccia maggiore affidamento sul contributo che le conoscenze tradizionali africane possono apportare a una transizione giusta, specialmente per quel che riguarda le pratiche agricole, la pesca e la tutela delle foreste, responsabilizzando così le popolazioni africane e le comunità locali;

47.

si rammarica del fatto che non venga riconosciuta l'importanza strategica dei pascoli, che costituiscono circa il 43 % del suolo africano e rappresentano pertanto importanti pozzi di assorbimento del carbonio; ricorda l'importanza di sostenere le piccole aziende agricole e la pastorizia e altri sistemi di produzione alimentare locale e/o tradizionale al fine di rafforzare la loro resilienza e sostenere il loro contributo alla sicurezza alimentare, alla gestione sostenibile delle risorse e alla conservazione della biodiversità; osserva che i diritti di pascolo e i terreni per il pascolo di proprietà collettiva, ad esempio, si configurano come diritti d'uso della terra tradizionali basati sul diritto consuetudinario e non su diritti di proprietà sanciti per iscritto; chiede alla Commissione di sviluppare, insieme alle comunità e ai portatori di interessi locali, una strategia volta a ottimizzare il loro potenziale mediante una gestione sostenibile dei pascoli, ad esempio come quella praticata dai pastori; chiede che siano affrontare le tensioni sociali tra le popolazioni agricole sedentarie e le comunità pastorali nomadi, specialmente nelle regioni in cui i conflitti etno-religiosi si sovrappongono;

48.

raccomanda di invertire la tendenza negativa dell'aumento del numero di persone che soffrono di insicurezza alimentare in Africa integrando politiche umanitarie, di sviluppo e di costruzione della pace nelle aree affette da conflitti, aumentando la resilienza climatica in tutti i sistemi alimentari, rafforzando la resilienza delle persone più vulnerabili alle avversità economiche, intervenendo lungo le catene di approvvigionamento alimentare per ridurre il costo degli alimenti nutrienti e aumentare il valore nutritivo dei prodotti alimentari, affrontando la povertà e le disuguaglianze strutturali, garantendo che gli interventi siano inclusivi e a favore delle persone povere, rafforzando gli ambienti alimentari e modificando il comportamento dei consumatori per promuovere, anche mediante misure commerciali, modelli alimentari con impatti positivi sulla salute umana e sull'ambiente; sottolinea la necessità di politiche sostenibili e innovative, che consentano agli Stati africani di compiere un salto di qualità rispetto alle tecnologie e alle pratiche agricole più datate e inquinanti, con l'obiettivo di realizzare una transizione ecologica e sociale verso pratiche agroalimentari sostenibili; sottolinea il ruolo centrale svolto dai settori agricolo e alimentare nell'economia africana e nell'offerta di opportunità di lavoro dignitose e sostenibili nelle zone rurali nelle numerose piccole imprese e aziende agricole a conduzione familiare attraverso misure volte a rafforzare la resilienza, la modernizzazione sostenibile delle pratiche agricole, il miglioramento della qualità dei prodotti e la diversificazione dei prodotti; invita la Commissione a sostenere le imprese agricole locali e ad aumentare la capacità delle aziende agricole di piccole dimensioni e a conduzione familiare di competere con le grandi aziende agricole; esprime preoccupazione per la crescente espansione delle aziende agricole altamente industrializzate basate su monocolture, che contribuiscono ad aggravare le disuguaglianze sociali e l'erosione del suolo come pure la continua perdita di biodiversità; sottolinea l'importanza degli agricoltori per il rafforzamento delle economie circolari nelle varie regioni africane; sostiene la proposta della task force per l'Africa rurale di istituire un programma di gemellaggio fra UE e Africa che colleghi organismi del settore agricolo degli Stati membri dell'UE e dei paesi partner africani, attraverso il quale partner simili e impegnati possano condividere le migliori prassi e conoscenze;

49.

sottolinea che l'uso dei pesticidi nell'agricoltura intensiva in Africa, oltre a causare danni ambientali, può incidere sulla salute dei lavoratori che hanno un accesso molto limitato alla formazione in materia di protezione fitosanitaria e all'assistenza sanitaria; chiede l'introduzione di misure per l'istruzione e la formazione in materia di approcci fitosanitari sostenibili e di alternative ai pesticidi, nonché la riduzione al minimo dell'esposizione a sostanze pericolose; denuncia il fatto che l'UE applica due pesi e due misure per quanto riguarda i pesticidi, consentendo l'esportazione di sostanze pericolose vietate nell'UE verso i paesi africani e altri paesi non appartenenti all'UE; chiede pertanto la modifica delle vigenti norme dell'UE al fine di eliminare tale incoerenza giuridica, in linea con la convenzione di Rotterdam del 1998 e il Green Deal europeo;

50.

sottolinea la necessità di aiutare i paesi africani a ridurre l'uso dei pesticidi vietati nell'UE attraverso lo sviluppo di sistemi alternativi per il controllo degli organismi nocivi; sottolinea l'incoerenza dell'UE nel consentire l'esportazione verso paesi africani e altri paesi terzi di pesticidi non autorizzati nel mercato unico dell'UE; chiede la rapida eliminazione di tale incoerenza, in quanto in totale contraddizione con lo spirito del Green Deal europeo;

51.

sottolinea che, rispetto ad altre regioni del mondo, la distribuzione del valore aggiunto nelle catene del valore agricole è per lo più sfavorevole ai piccoli proprietari africani, come si può osservare negli effetti della concentrazione del mercato sugli agricoltori e sui paesi produttori di cacao; accoglie con favore l'iniziativa del Ghana e della Costa d'Avorio di istituire un differenziale del reddito di sussistenza per il cacao; plaude all'iniziativa dell'UE sul cacao sostenibile e invita la Commissione a incoraggiare impegni a livello del settore privato a pagare prezzi equi ai coltivatori di cacao, che consentano loro di produrre in modo sostenibile e senza ricorrere al lavoro minorile; ricorda che le relazioni e le iniziative commerciali UE-Africa, come quella sul cacao, devono basarsi su un monitoraggio e una rendicontabilità trasparenti e affidabili; chiede che sia garantito l'approccio multipartecipativo attraverso meccanismi specifici tesi al coinvolgimento della società civile nello sviluppo di strategie e politiche settoriali; condivide le opinioni espresse dalla coalizione sul cacao (Cocoa Coalition) secondo cui la legislazione dell'UE in materia di dovere di diligenza in fase di elaborazione, compreso il regolamento sulla deforestazione, dovrebbe mirare a fornire un reddito di sussistenza ai coltivatori di cacao quale passo essenziale per realizzare un settore del cacao sostenibile;

52.

è preoccupato per il fatto che la politica commerciale dell'UE nei confronti dell'Africa è molto frammentata; ribadisce che i diversi APE dovrebbero contribuire allo sviluppo dell'integrazione intra-africana e di un modello di commercio equo e sostenibile come pure alla riduzione della povertà; osserva che i punti di vista per quanto riguarda la valutazione del successo degli APE sono diversi: alcuni nell'UE e in Africa sostengono che gli APE conclusi o negoziati nell'ultimo decennio non soddisfino in misura sufficiente i requisiti di un nuovo partenariato e mirino principalmente a difendere gli interessi dell'UE, osservano che le esportazioni dell'UE verso gli Stati aderenti all'APE sono state dannose per la produzione locale, in particolare nel settore agricolo, deplorano che non siano stati raggiunti importanti obiettivi degli APE, come la diversificazione delle catene del valore e la promozione dell'integrazione regionale in Africa, osservando che i prodotti agricoli e le materie prime continuano a costituire le principali esportazioni, e ritengono inoltre che ciò costituisca una delle ragioni delle frequenti critiche o addirittura del rifiuto degli APE in molti Stati africani, mentre altri nell'UE e nell'UA sostengono che gli APE contribuiscono allo sviluppo sostenibile in linea con gli OSS e con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e lo promuovono, riducono la povertà, favoriscono i flussi commerciali intra-africani, migliorano l'integrazione regionale, contribuiscono all'agevolazione degli scambi e all'eliminazione degli inutili ostacoli al commercio, facilitano l'accesso delle imprese, in particolare le PMI, al mercato dell'UE e africano, promuovono gli investimenti pubblici e privati in Africa, promuovono buone pratiche agricole sostenibili e favoriscono le relazioni commerciali tra l'UE e l'Africa, tenendo conto dei risultati del vertice UE-UA, e nel contempo ritengono che, per svolgere appieno tale ruolo e favorire l'integrazione delle catene del valore dell'UE e dell'Africa, gli APE dovrebbero essere attuati e modernizzati per includere disposizioni a sostegno delle catene del valore transfrontaliere, anche in altri settori quali il commercio di servizi, gli investimenti, i diritti di proprietà intellettuale e la concorrenza, che rassicurerebbero le imprese e gli investitori in merito al contesto imprenditoriale in tali paesi;

53.

ritiene che gli APE dovrebbero migliorare la capacità dei paesi africani di sfruttare le opportunità commerciali nei settori della sicurezza alimentare, dell'assistenza sanitaria e della riduzione della povertà;

54.

ricorda che la richiesta dell'UE di vietare le tasse all'esportazione sulle materie prime è stata un ostacolo di lunga durata nel processo negoziale sugli APE; sottolinea che per quanto riguarda le economie che basano quasi esclusivamente le proprie entrate sullo sfruttamento delle risorse naturali, il divieto di tali tasse può bloccarle in una dipendenza dagli aiuti, ostacolando nel contempo la loro diversificazione economica; sottolinea il diritto dei paesi africani di regolamentare le materie prime nel loro interesse pubblico e invita l'UE ad astenersi dall'adottare una politica commerciale che, di norma, vieti ai paesi africani di imporre tasse all'esportazione sulle materie prime, nella misura in cui è compatibile con l'OMC;

55.

ribadisce la sua richiesta di effettuare un'analisi approfondita dell'impatto degli APE sulle economie locali, sull'integrazione regionale, sulla diversificazione economica e sugli OSS prima che siano negoziati nuovi APE; chiede che gli APE siano modernizzati aggiungendo capitoli forti, vincolanti e applicabili in materia di commercio e sviluppo sostenibile (CSS) in linea con l'accordo di Parigi; invita la Commissione, in tale contesto, a collaborare con i nostri partner africani per promuovere un commercio equo e sostenibile, in particolare attraverso i capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile degli APE, e a collaborare con i nostri partner nella prossima revisione di tali capitoli; sottolinea inoltre l'importanza di includere l'obiettivo di contrastare il lavoro forzato e il lavoro minorile nei capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile degli accordi commerciali dell'Unione, data la sua prevalenza nel settore agricolo; chiede un monitoraggio sistematico, trasparente e basato su dati concreti da parte di tutti i soggetti interessati, tra cui la società civile e le comunità dell'Unione e africane, le autorità locali e i parlamenti nazionali, dell'attuazione degli accordi commerciali UE-Africa e del rispetto dei principi di coerenza delle politiche per lo sviluppo e di coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile; chiede un'analisi approfondita dell'impatto degli APE e degli accordi commerciali esistenti sui paesi africani per determinare in che misura essi siano compatibili con gli sforzi volti a sostenere il processo di attuazione della ZCLS e l'integrazione continentale in Africa e la necessità che siano coerenti con gli OSS e con l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea; chiede un adeguamento delle disposizioni degli APE in funzione dei risultati; invita la Commissione, nell'ambito della revisione degli APE, ove opportuno, ad affrontare, mitigare e prevenire qualsiasi potenziale effetto che possa pregiudicare gli obiettivi di sviluppo del mercato intra-africano, in stretta collaborazione con i nostri partner africani; sottolinea che è necessario che gli APE sostengano l'ulteriore sviluppo della ZCLS; chiede che la Commissione assicuri che gli APE fungano da base per consolidare le relazioni economiche tra le parti in un modo reciprocamente vantaggioso, tenendo conto dei rispettivi livelli di sviluppo; invita la Commissione a prestare particolare attenzione alle PMI e a sostenere le PMI africane che esportano nell'UE fornendo assistenza tecnica; osserva che, al fine di rendere gli APE più attraenti, essi devono includere elementi aggiuntivi, quali il rafforzamento delle capacità, l'incoraggiamento delle donne a partecipare all'economia, anche nel settore agricolo, e gli investimenti in opportunità per i giovani nei paesi africani;

56.

ricorda che l'attuazione dei capitoli sulla sostenibilità deve essere accompagnata parallelamente dal consolidamento delle capacità attraverso l'assistenza allo sviluppo dell'UE e altri investimenti per aiutare i paesi partner a onorare i loro impegni (17), e che i soggetti interessati della società civile dovrebbero essere maggiormente coinvolti nel monitoraggio (18);

57.

accoglie con favore la riforma del regolamento relativo al sistema di preferenze generalizzate (SPG) (19) e il suo ruolo nell'aumentare le opportunità commerciali, nell'agevolare la diversificazione delle esportazioni per i paesi in via di sviluppo, nel promuovere lo sviluppo sostenibile e nel garantire il rispetto dei diritti umani e dei diritti del lavoro, la protezione ambientale, lo sviluppo sostenibile, la buona governance e la parità di genere; osserva che nel prossimo futuro diversi paesi africani non saranno più classificati come paesi meno sviluppati ed evidenzia la necessità di sostenere la loro agevole transizione allo status di SPG; è del parere che detti paesi trarrebbero vantaggio dall'appartenenza al sistema SPG+ e li incoraggia a prendere in considerazione la possibilità di fare domanda di adesione a tale sistema, invitando nel contempo la Commissione ad avvicinarsi in modo proattivo a tali potenziali candidati e ad offrire loro sostegno negli sforzi tesi a soddisfare i requisiti, e a garantire una transizione agevole dallo status di paesi meno sviluppati a quello di paesi partner dell'SPG+; invita la Commissione a garantire che l'SPG sia complementare ad altre iniziative di politica commerciale nel continente africano; invita i paesi della regione che beneficiano del regime SPG e del regime «Tutto tranne le armi» ad adoperarsi per rafforzare l'effettiva attuazione dei loro impegni internazionali;

58.

chiede maggiori investimenti nella ricerca e nello sviluppo connessi ai beni e alle tecnologie verdi; invita la Commissione ad adottare le misure necessarie per garantire che l'attuazione del futuro dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità dell'UE nonché di norme antideforestazione incoraggi relazioni di approvvigionamento a lungo termine e migliori le pratiche di acquisto, garantisca un salario dignitoso ai lavoratori e un reddito dignitoso ai piccoli agricoltori e assicuri il rispetto dell'ambiente e il coinvolgimento significativo delle parti interessate, compresi i titolari dei diritti, in tutte le fasi del processo relativo al dovere di diligenza; ricorda che l'Africa ospita una biodiversità eccezionale; esprime profonda preoccupazione per l'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e l'impatto della riduzione della biodiversità sui livelli di resilienza; esprime particolare preoccupazione per il fatto che il ritmo della deforestazione in Africa sta accelerando, specie nel bacino del Congo, che nel 2020 è stato secondo solo al Brasile in termini di perdita di foreste primarie, e in Camerun, nonché per il contrabbando di specie selvatiche rare; ricorda che la distruzione delle foreste pluviali africane comporta una perdita irreversibile di biodiversità e di pozzi di assorbimento del carbonio nonché la distruzione delle abitazioni e degli stili di vita delle comunità indigene; ricorda che le foreste contribuiscono in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi climatici, alla tutela della biodiversità e alla prevenzione della desertificazione e dell'erosione estrema del suolo; sottolinea il ruolo dell'acqua in quanto elemento fondamentale per la resilienza sociale ed economica, soprattutto nel contesto della sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché il fatto che l'acqua rischia di diventare una risorsa scarsa; ritiene pertanto che occorra attribuire maggiore importanza all'approvvigionamento idrico; sottolinea che la desertificazione e gli sciami di locuste hanno peggiorato la già difficile situazione della sicurezza alimentare in Africa e che la pandemia di COVID-19 e i conseguenti problemi economici e logistici hanno messo in luce il potenziale dei mercati locali e regionali nell'affrontare le vulnerabilità e le carenze del sistema alimentare globale; ritiene che un partenariato commerciale debba basarsi su modelli e tecnologie ben adeguati ai modelli agricoli, alle economie e alle colture dei paesi africani come pure sulla cooperazione, in particolare attraverso la formazione e lo scambio di conoscenze, garantendo agli agricoltori la titolarità, l'indipendenza e il diritto di iniziativa;

59.

sottolinea l'importanza delle città e dei centri urbani nel promuovere lo spirito del commercio equo; elogia la Commissione per aver istituito il premio «Città dell'UE per il commercio equo ed etico»; elogia il vicepresidente e commissario per il Commercio Valdis Dombrovskis per il suo impegno nel portare avanti questa importante iniziativa; invita la Commissione a perseguire la cooperazione con la commissione dell'UA al fine di rafforzare la cooperazione diretta tra città e centri urbani di entrambi i continenti, onde promuovere relazioni commerciali eque ed etiche e aumentare la visibilità delle numerose rispettive iniziative dei consigli comunali;

60.

ritiene che, ora più che mai dopo la pandemia di COVID-19, a livello globale e in particolare per quanto riguarda l'Africa, occorra adottare nuovi approcci per le relazioni economiche e commerciali sulla base di un commercio equo ed etico e dei principi di solidarietà e cooperazione;

61.

accoglie con favore la dichiarazione concordata durante la riunione dei leader dei governi locali e regionali degli Stati membri dell'UA e dell'UE tenutasi il 15 febbraio 2022 a Bruxelles, in cui si è sottolineato, tra l'altro, che il 65 % dei 169 obiettivi alla base degli OSS non può essere raggiunto senza l'impegno dei governi locali e regionali;

62.

plaude all'accordo raggiunto dal Consiglio dei ministri della ZCLS in merito a norme comuni di origine per l'87,7 % delle merci o 3 800 linee tariffarie coperte dalla ZCLS; invita la Commissione europea ad armonizzare le norme di origine e a elaborare una proposta relativa a norme di origine unificate per il commercio con tutti i paesi africani, sulla base delle norme recentemente concordate nell'ambito della ZCLS, al fine di superare il mosaico di norme di origine contenute nei diversi accordi e intese commerciali dell'UE con le regioni e i paesi africani; è convinto che ciò andrebbe anche a beneficio delle società e delle autorità doganali dell'UE; invita la Commissione a vagliare ulteriori possibilità e misure per rafforzare i collegamenti e le sinergie tra i diversi accordi commerciali dell'UE con i paesi africani e la ZCLS; accoglie con favore l'obiettivo della ZCLS di migliorare la differenziazione regionale nonché l'espansione e l'interconnessione dei sistemi infrastrutturali; invita l'UE a collaborare con il segretariato della ZCLS al fine di promuovere lo sviluppo delle capacità e il sostegno tecnologico all'attuazione della ZCLS;

63.

si compiace che nel novembre 2021 la BEI abbia aperto il suo primo polo in Africa, nella capitale keniota Nairobi;

64.

apprezza l'iniziativa del Consiglio e della Commissione volta a organizzare la prima settimana Africa-Europa, tenutasi nel febbraio 2022 a Bruxelles; plaude al proficuo lavoro svolto da diverse migliaia di rappresentanti delle organizzazioni giovanili, delle organizzazioni della società civile, degli enti locali, del settore culturale e imprenditoriale; sottolinea che un dialogo più intenso dell'UE con i giovani africani e la diaspora africana nell'Unione può migliorare strutturalmente le relazioni UE-Africa nel lungo periodo; si rammarica, in tale contesto, che il Parlamento europeo non sia stato maggiormente coinvolto e che gli eventi si siano svolti durante la settimana di tornata del Parlamento a Strasburgo, e sottolinea l'importanza di promuovere, in vista delle prossime iniziative, una maggiore cooperazione tra tutte le parti interessate, comprese le organizzazioni aziendali; invita la Commissione a organizzare la settimana Africa-Europa su base annuale e a coinvolgere i giovani, in particolare le donne e le ragazze, nelle discussioni organizzate durante tale evento;

65.

invita la Commissione a concentrare le future edizioni del vertice commerciale UE-Africa sul potenziale che le alternative economiche e di produzione sostenibile locali, come i prodotti biologici e del commercio equo e solidale, le cooperative di piccoli agricoltori e gli attori dell'economia sociale, possono offrire nella costruzione di un partenariato commerciale più sostenibile ed equo tra l'Africa e l'Unione europea;

66.

sottolinea la necessità di rafforzare il coinvolgimento delle parti interessate, in particolare le associazioni delle PMI in tutto il continente africano e delle sempre più importanti organizzazioni della società civile dell'UE e dell'UA, nei dibattiti che definiscono la nuova dimensione del commercio, degli investimenti e della cooperazione economica, finalizzata a relazioni eque ed etiche;

67.

osserva che le reti di trasporto sono fattori determinanti per il commercio e la prosperità delle economie; sottolinea la necessità di collegare meglio le zone rurali e urbane africane per garantire una maggiore interconnessione all'interno dei paesi africani e del continente africano; sottolinea che le proposte di Team Europa per la realizzazione di progetti infrastrutturali devono basarsi sulle esigenze individuate dall'UA nel programma di sviluppo delle infrastrutture in Africa; chiede, a tal proposito, che le parti interessate locali e regionali siano coinvolte nel processo decisionale relativo alla natura e al volume dei progetti infrastrutturali; ricorda che, secondo le stime, circa il 53 % delle strade in Africa non sono pavimentate e sono isolate dai poli commerciali, e che meno della metà della popolazione delle zone rurali ha accesso a strade funzionali tutto l'anno, il che dimostra la necessità di non investire solo in progetti faro; chiede inoltre investimenti nella logistica della catena del freddo e in moderni impianti di stoccaggio nonché, in generale, una migliore logistica tra i luoghi di produzione e di consumo, che consentano agli agricoltori di fornire i loro prodotti agricoli su determinate distanze, anche alla luce della rapida urbanizzazione dell'Africa, contribuendo così a porre fine all'insicurezza alimentare; osserva che una rete di trasporto funzionante e gli investimenti in progetti infrastrutturali possono contribuire allo sviluppo delle economie africane; invita la Commissione europea ad agevolare gli investimenti nei progetti infrastrutturali africani attraverso i suoi strumenti commerciali e di investimento per l'Africa;

68.

incoraggia un ampio dibattito con l'obiettivo di rivedere i modelli e i piani di sviluppo delle infrastrutture e di individuare modelli di mobilità alternativi e soluzioni di mobilità moderne al passo col XXI secolo per tutti all'interno delle regioni e dell'intero continente, sulla base degli insegnamenti appresi nell'UE e in altri paesi industrializzati, al fine di evitare gli errori ivi commessi;

69.

sottolinea che l'istruzione e la formazione professionale che forniscono alle persone le competenze richieste dal mercato del lavoro sono fattori fondamentali per lo sviluppo; ritiene, in tale contesto, che occorra rafforzare la cooperazione tra le università, gli istituti di ricerca e i programmi di istruzione e formazione professionale dei due continenti; è del parere, a tal proposito, che le iniziative in materia di istruzione e formazione professionale guidate dal settore privato e l'imprenditorialità in Africa dovrebbero essere sostenute e coordinate meglio, poiché la pandemia ha messo in luce l'importanza sia delle competenze digitali che dei metodi di apprendimento digitali;

70.

condivide la visione a lungo termine della creazione di un accordo commerciale, di cooperazione e di sviluppo globale UE-Africa da continente a continente, sulla base della ZCLS; sottolinea che un accordo commerciale e di cooperazione da continente a continente deve essere preceduto dallo sviluppo significativo di un mercato intra-africano solido e resiliente; pone l'accento, a tal proposito, sull'importanza dell'impegno dell'UE con l'Africa sul piano della politica commerciale nello sviluppo del mercato intra-africano; invita la Commissione ad aggiornare regolarmente il Parlamento in merito all'obiettivo a lungo termine di un accordo commerciale e di cooperazione da continente a continente, in particolare attraverso i diversi strumenti politici esistenti relativi all'Africa;

71.

chiede l'attuazione responsabile e rapida degli impegni in materia di commercio e investimenti concordati in occasione del vertice UE-UA del 2022 e invita la Commissione a riferire in modo strutturato al Parlamento in merito all'attuazione, da parte delle commissioni competenti, degli impegni in materia di commercio e investimenti;

72.

accoglie con favore l'iniziativa Africa-UE per l'energia verde e il costante sostegno dell'Unione al mercato unico africano dell'energia elettrica; sottolinea che l'accesso all'energia deve essere garantito a prezzi accessibili a tutti, in quanto bene comune e diritto fondamentale, e che l'accesso all'energia e la futura domanda di energia sono questioni fondamentali che l'UE e l'Africa dovrebbero affrontare insieme; rileva la necessità di sfruttare il nuovo potenziale energetico rinnovabile e a basse emissioni di carbonio in Africa e di investire in settori a più elevato valore aggiunto, come l'acciaio verde e l'idrogeno verde, in particolare rafforzando la cooperazione tecnologica e aumentando le esportazioni di energia pulita; sottolinea la necessità di un'assistenza tecnica per quanto riguarda la normativa relativa al mercato dell'energia, che dovrebbe essere fornita attraverso la cooperazione UE-Africa e l'elaborazione di norme comuni; evidenzia che la cooperazione in materia di energia sostenibile dovrebbe costituire una delle caratteristiche principali della strategia «Global Gateway» in relazione all'Africa; plaude all'impegno, nell'ambito della strategia «Global Gateway», a mobilitare 2,4 miliardi di EUR di sovvenzioni per l'Africa subsahariana e 1,08 miliardi di EUR per l'Africa settentrionale, al fine di sostenere le energie rinnovabili, l'efficienza energetica, la transizione giusta e l'inverdimento delle catene del valore locali; chiede un approccio di investimento intelligente dal punto di vista del genere nel settore dell'energia, che rafforzi la posizione delle donne in quanto leader, lavoratrici e consumatrici;

73.

insiste sull'importanza di costruire partenariati per migliorare la sostenibilità delle catene del valore delle materie prime, basandosi sul piano d'azione per le materie prime critiche e avvalendosi di tutti gli strumenti di politica esterna dell'UE;

74.

chiede che si tenga conto del legame tra salute pubblica e biodiversità, in linea con l'approccio «One Health» delle Nazioni Unite, e accoglie con favore l'annuncio dell'iniziativa «NaturAfrica», che mira a proteggere la fauna selvatica e gli ecosistemi in Africa, nonché la revisione del piano d'azione contro il traffico illegale di specie selvatiche; constata che la letteratura accademica ha individuato alcune zone critiche globali per le malattie zoonotiche emergenti in Africa; raccomanda di elaborare valutazioni dell'impatto sulla salute di pandemie e malattie emergenti e di integrarle nei principali progetti di sviluppo e di uso del suolo facilitati dal rinnovato partenariato tra l'UE e l'UA, nonché di riformare gli aiuti finanziari per l'uso del suolo in modo che i benefici e i rischi per la biodiversità e la salute siano riconosciuti ed esplicitamente affrontati; invita la Commissione a valutare la possibilità di pubblicare orientamenti destinati alle imprese e agli investitori dell'UE attivi in Africa in relazione alla futura direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (20); invita l'UE e l'UA a promuovere un nuovo partenariato intergovernativo in materia di salute e commercio volto a ridurre i rischi di malattie zoonotiche nel commercio internazionale delle specie selvatiche; sottolinea che l'iniziativa «NaturAfrica» dovrebbe essere sviluppata in consultazione con tutte le parti interessate, prestando particolare attenzione ai diritti delle comunità locali, delle popolazioni indigene e delle donne; ritiene che tale iniziativa dovrebbe sostenere i governi africani e le popolazioni locali nell'affrontare i principali fattori di perdita di biodiversità e di degrado ambientale in modo olistico e sistematico, anche offrendo sostegno per la buona gestione di reti di zone protette; chiede l'inclusione di disposizioni ambiziose in materia di biodiversità ispirate all'approccio «One Health» delle Nazioni Unite in sede di aggiornamento degli APE; ritiene che l'UE debba partecipare alla realizzazione dell'iniziativa «Grande muraglia verde» nella regione del Sahel, che contribuirà in modo significativo a fermare l'ulteriore desertificazione e a salvaguardare in tal modo i redditi agricoli;

75.

sottolinea che i diritti umani e la parità di genere devono essere al centro della cooperazione rafforzata tra l'UE e l'UA, prestando un'attenzione particolare all'impatto delle tecnologie emergenti e innovative sui diritti umani nonché all'inclusione delle donne nell'economia; sottolinea il potenziale del commercio digitale nel far progredire e migliorare l'agevolazione degli scambi in Africa, e invita la Commissione a promuovere le competenze digitali per facilitare l'attuazione degli APE e della ZCLS; invita la Commissione a tenere conto dell'agenda digitale UE-UA nel dialogo con i suoi partner strategici globali;

76.

osserva che la condivisione delle conoscenze e lo sviluppo delle competenze in Africa possono contribuire allo sviluppo di relazioni commerciali sostenibili; sottolinea il potenziale dell'infrastruttura digitale nel stimolare l'economia africana e nel promuovere l'innovazione nel continente; chiede una cooperazione rafforzata sulle agende digitali UE-UA basata sui principi della governance democratica, norme multilaterali di sostegno al commercio elettronico, meccanismi di regolamentazione efficaci in tutto il settore digitale e meccanismi di governance da globale a locale per i dati e le infrastrutture digitali incentrati sullo sviluppo delle persone; prende atto della creazione della task force UE-UA per l'economia digitale; sottolinea che le relazioni digitali UE-UA dovrebbero promuovere la spinta dell'Africa verso la trasformazione digitale e rispettare il diritto dei governi di conservare la titolarità del trattamento dei dati e di regolamentare la propria economia digitale in base alle proprie esigenze di sviluppo e nell'ottica di costruire un mondo digitale più equilibrato; invita l'UE a sostenere il potenziamento digitale dei paesi africani mediante piattaforme dell'UNCTAD create per garantire guadagni in termini di sviluppo sostenibile derivanti dalle trasformazioni digitali; evidenzia che la trasformazione digitale deve essere coerente con i principi della protezione dei dati;

77.

incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché all'Unione africana, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'Unione africana e al Segretario generale della ZCLS.

(1)  GU C 494 dell’8.12.2021, pag. 80.

(2)  Assemblea/UA/Dec. 692(XXXI).

(3)  Decisione di Kigali (Assemblea/UA/Dec. 605 (XXVII)).

(4)  GU C 162 del 10.5.2019, pag. 9.

(5)  Testi approvati, P9_TA(2022)0073.

(6)  GU L 347 del 30.12.2005, pag. 1.

(7)  GU C 474 del 24.11.2021, pag. 11.

(8)  Testi approvati, P9_TA(2021)0516.

(9)  GU L 130 del 19.5.2017, pag. 1.

(10)  GU C 465 del 17.11.2021, pag. 11.

(11)  GU C 184 del 5.5.2022, pag. 2.

(12)  Testi approvati, P9_TA(2021)0472.

(13)  Articolo della FAO dell'11 febbraio 2019 dal titolo «FAO calls for urgent action to curb corruption, illicit exploitation of forests» (La FAO chiede un'azione urgente per contrastare la corruzione e lo sfruttamento illecito delle foreste), consultato il 1o giugno 2022. Disponibile al seguente indirizzo: https://www.fao.org/africa/news/detail-news/en/c/1180700/

(14)  Articolo del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo in Etiopia, del 13 ottobre 2016, dal titolo «Gender gap costs subsaharian Africa $US95 billion a year: UNDP» (Il divario di genere costa all'Africa subsahariana 95 miliardi di USD all'anno: UNDP), consultato il 3 giugno 2022. Disponibile al seguente indirizzo: https://www.undp.org/ethiopia/press-releases/gender-gap-costs-sub-saharan-africa-us95-billion-year-new-undp-report.html

(15)  Comunicazione della Commissione del 18 febbraio 2021 dal titolo «Riesame della politica commerciale — Una politica commerciale aperta, sostenibile e assertiva» (COM(2021)0066).

(16)  Direttiva 2014/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, recante modifica della direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni (GU L 330 del 15.11.2014, pag. 1).

(17)  Documento di riflessione dell'Istituto tedesco per lo sviluppo, del gennaio 2016, dal titolo «Can Rules of Origin in Sub-Saharan Africa be Harmonized? A Political Economy Exploration».

(18)  Documento di riflessione dell'Istituto tedesco per lo sviluppo, del gennaio 2016, dal titolo «Can Rules of Origin in Sub-Saharan Africa be Harmonized? A Political Economy Exploration».

(19)  Regolamento (UE) n. 978/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, relativo all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate e che abroga il regolamento (CE) n. 732/2008 del Consiglio (GU L 303 del 31.10.2012, pag. 1).

(20)  Proposta della Commissione, del 23 febbraio 2022, di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 (COM(2022)0071).


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