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Document 52014IP0248

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2014 sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia (2014/2627(RSP))

GU C 378 del 9.11.2017, p. 213–217 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

9.11.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 378/213


P7_TA(2014)0248

Invasione dell'Ucraina da parte della Russia

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2014 sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia (2014/2627(RSP))

(2017/C 378/24)

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sulla politica europea di vicinato, sul partenariato orientale (PO) e sull'Ucraina, con particolare riferimento alla risoluzione del 27 febbraio 2014 sulla situazione in Ucraina (1),

vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2013 sull'esito del vertice di Vilnius e il futuro del partenariato orientale, in particolare per quanto riguarda l'Ucraina (2),

vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2014 sul vertice UE-Russia (3),

viste le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio Affari esteri, del 3 marzo 2014, sull'Ucraina,

vista la dichiarazione del Consiglio del Nord Atlantico del 4 marzo 2014,

vista la dichiarazione sull'Ucraina emessa dai capi di Stato o di governo a seguito della riunione straordinaria del Consiglio europeo sull'Ucraina, del 6 marzo 2014,

visto l'articolo 2, paragrafo 4, della Carta delle Nazioni Unite,

visto l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.

considerando che l'atto di aggressione commesso dalla Russia con l'invasione della Crimea costituisce una violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, è contrario al diritto internazionale e contravviene agli obblighi che incombono alla Russia in quanto firmataria del memorandum di Budapest del 1994 sulle garanzie in materia di sicurezza per l'Ucraina, con cui si è impegnata a garantire il rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità dell'Ucraina;

B.

considerando che uomini armati filorussi e soldati russi hanno occupato edifici chiave a Sinferopoli, capitale della Crimea, nonché importanti installazioni ucraine e obiettivi strategici in Crimea, tra cui almeno tre aeroporti; che la maggior parte delle unità militari ucraine nella penisola sono state circondate ma si rifiutano di deporre le armi; che, dall'inizio della crisi, è stato inviato in Ucraina un numero considerevole di truppe russe aggiuntive;

C.

considerando che gli argomenti addotti dai leader russi a sostegno di tale aggressione sono assolutamente privi di fondamento e avulsi dalla realtà sul terreno, in quanto non si sono registrati casi di attacchi o intimidazioni di nessun genere nei confronti di cittadini russi o di etnia russa in Crimea;

D.

considerando che le autorità autoproclamate e illegittime della Crimea hanno deciso, in data 6 marzo 2014, di presentare alla Russia una richiesta di adesione della Crimea alla Federazione russa e hanno indetto per il 16 marzo 2014 un referendum sulla secessione della Crimea dall'Ucraina, violando in questo modo la Costituzione sia dell'Ucraina che della Crimea;

E.

considerando che il primo ministro russo ha annunciato piani tesi ad applicare in tempi rapidi le procedure di acquisizione della cittadinanza russa da parte delle persone russofone nei paesi esteri;

F.

considerando che il 1o marzo 2014 il Consiglio federale della Federazione russa ha autorizzato l'invio di forze armate della Federazione russa in Ucraina al fine di tutelare gli interessi della Russia e dei russofoni in Crimea e nell'intero paese;

G.

considerando che sono necessari un'azione diplomatica internazionale incisiva a tutti i livelli e un processo negoziale per allentare la crisi, disinnescare la tensione, impedire che la crisi si amplifichi sfuggendo al controllo e garantire un esito pacifico; che l'Unione europea deve fornire una risposta efficace, in modo da permettere all'Ucraina di esercitare appieno la propria sovranità e integrità territoriale senza pressioni esterne;

H.

considerando che 28 primi ministri e capi di Stato dell'UE hanno lanciato un deciso monito sulle conseguenze delle azioni russe e hanno deciso di sospendere i colloqui bilaterali con la Russia in materia di visti, i negoziati sul nuovo accordo di partenariato e di cooperazione, come pure la partecipazione delle istituzioni dell'UE ai preparativi del vertice del G8 che dovrebbe tenersi a Soči nel giugno 2014;

1.

condanna fermamente l'atto di aggressione commesso dalla Russia con l'invasione della Crimea, che costituisce una parte indivisibile dell'Ucraina ed è riconosciuta come tale dalla Federazione russa e dalla comunità internazionale; chiede l'istantaneo allentamento della crisi, con il ritiro immediato di tutte le forze militari presenti illegalmente sul territorio ucraino, ed esorta al pieno rispetto del diritto internazionale e degli obblighi derivanti dalle convenzioni vigenti;

2.

ricorda che tali azioni sono in palese violazione della Carta delle Nazioni Unite, dell'Atto finale di Helsinki dell'OSCE, dello Statuto del Consiglio d'Europa, del memorandum di Budapest sulle garanzie in materia di sicurezza del 1994, del trattato bilaterale di amicizia, cooperazione e partenariato del 1997, dell'accordo sullo status e le condizioni di permanenza della flotta russa del Mar Nero sul territorio dell'Ucraina del 1997, nonché degli obblighi internazionali incombenti alla Russia; ritiene che le azioni intraprese dalla Russia pongano una minaccia alla sicurezza dell'UE; si rammarica della decisione della Federazione russa di non presenziare alla riunione sulla sicurezza dell'Ucraina convocata dai firmatari del memorandum e fissata per il 5 marzo 2014 a Parigi;

3.

evidenzia che l'integrità territoriale dell'Ucraina è stata garantita dalla Russia, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito nel memorandum di Budapest firmato con l'Ucraina e rileva che, in base alla Costituzione ucraina, la Repubblica autonoma di Crimea può indire referendum solo su questioni locali e non sulla modifica dei confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina; sottolinea che il referendum sull'adesione alla Federazione russa sarà quindi considerato illegittimo e illegale, al pari di qualsiasi altro referendum che violi la Costituzione ucraina e il diritto internazionale; ritiene che lo stesso valga per la decisione delle autorità illegittime e autoproclamate della Crimea di dichiarare l'indipendenza in data 11 marzo 2014;

4.

sottolinea la necessità che l'UE e i suoi Stati membri si rivolgano alla Russia con una sola voce e sostengano il diritto dell'Ucraina unita di determinare liberamente il suo futuro; accoglie pertanto con favore e appoggia fermamente la dichiarazione congiunta del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo 2014, che ha condannato gli atti di aggressione della Russia e ha sostenuto l'integrità territoriale, l'unità, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina; sollecita una stretta cooperazione transatlantica sulle misure tese a risolvere la crisi;

5.

condanna, in quanto contraria al diritto internazionale e ai codici di condotta, la dottrina ufficiale russa secondo cui il Cremlino rivendica il diritto di intervenire con la forza all'interno degli Stati sovrani vicini per «proteggere» la sicurezza dei compatrioti russi che vi risiedono; sottolinea che tale dottrina equivale ad arrogarsi unilateralmente il ruolo di arbitro supremo del diritto internazionale ed è stata utilizzata per giustificare numerosi interventi politici, economici e militari;

6.

ricorda che, nel contesto del referendum nazionale sull'indipendenza svoltosi in Ucraina nel 1991, la maggioranza della popolazione della Crimea ha votato a favore dell'indipendenza;

7.

sottolinea la propria convinzione secondo cui l'instaurazione di un dialogo costruttivo rappresenta il modo migliore per risolvere qualsiasi conflitto e garantire la stabilità a lungo termine in Ucraina; plaude al modo responsabile, misurato e controllato con cui il governo ucraino sta gestendo questa grave crisi, in cui sono in gioco l'integrità territoriale e la sovranità del paese; invita la comunità internazionale ad appoggiare fermamente l'Ucraina e a sostenerla;

8.

rifiuta di accettare l'obiettivo dichiarato dalla Russia, secondo cui è necessario proteggere la popolazione russofona in Crimea, che risulta del tutto infondato in quanto tale popolazione non ha subito e non subisce alcuna discriminazione; respinge fermamente la propaganda diffamatoria russa finalizzata a ritrarre come fascisti i manifestanti che protestano contro la politica di Janukovyč;

9.

chiede una soluzione pacifica della crisi attuale e il pieno rispetto dei principi del diritto internazionale e degli obblighi da esso derivanti; è dell'avviso che la situazione debba essere contenuta e ulteriormente normalizzata onde evitare un conflitto armato in Crimea;

10.

sottolinea l'importanza fondamentale dell'osservazione e della mediazione internazionali; invita le istituzioni dell'Unione europea e gli Stati membri a essere pronti a esaurire tutte le possibili strade diplomatiche e politiche e a lavorare indefessamente con tutte le pertinenti organizzazioni internazionali, quali le Nazioni Unite, l'OSCE e il Consiglio d'Europa, al fine di garantire una soluzione pacifica, che deve essere basata sulla sovranità e sull'integrità territoriale dell'Ucraina; chiede pertanto l'invio di una vera e propria missione di vigilanza dell'OSCE in Crimea;

11.

accoglie con favore l'iniziativa volta a istituire un gruppo di contatto sotto l'egida dell'OSCE, ma deplora che alcuni gruppi armati abbiano ostacolato l'ingresso in Crimea della missione di osservatori dell'OSCE il 6 marzo 2014; critica le autorità russe e quelle autoproclamate della Crimea per il loro rifiuto di collaborare con la missione di osservatori dell'OSCE e di concedere ai suoi membri un accesso totale e sicuro alla regione;

12.

deplora che l'inviato speciale in Crimea del Segretario generale delle Nazioni Unite sia stato costretto a ridurre la durata della propria missione a causa delle violente minacce nei suoi confronti;

13.

è del parere che alcuni aspetti dell'accordo del 21 febbraio 2014, negoziato da tre ministri degli Affari esteri per conto dell'UE ma violato da Janukovyč con la firma della nuova legge costituzionale, potrebbero ancora essere utili per uscire dall'impasse attuale; ritiene, tuttavia, che nessuno può negoziare e/o accettare soluzioni che mettono a repentaglio la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, e ribadisce il diritto fondamentale del popolo ucraino a determinare liberamente il futuro del proprio paese;

14.

prende atto con grande preoccupazione delle notizie secondo cui soggetti armati starebbero contrassegnando le abitazioni dei tatari ucraini nelle zone della Crimea in cui convivono tatari e russi; osserva che i tatari di Crimea, che sono ritornati in patria in seguito all'indipendenza dell'Ucraina, dopo essere stati deportati da Stalin, chiedono alla comunità internazionale di sostenere l'integrità territoriale dell'Ucraina nonché un accordo politico e giuridico globale sul ripristino dei loro diritti in quanto popolazione autoctona della Crimea; invita la comunità internazionale, la Commissione, il Consiglio, l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e il Rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani a tutelare i diritti di questa comunità e di altre eventuali comunità minoritarie della penisola di Crimea; chiede che sia svolta un'indagine completa sulle intimidazioni rivolte agli ebrei e sugli attacchi ai siti religiosi ebraici avvenuti in seguito all'invasione della Crimea;

15.

plaude all'impegno del governo ucraino di intraprendere un ambizioso programma di riforma a livello politico, economico e sociale; accoglie pertanto con favore la decisione della Commissione di fornire all'Ucraina un pacchetto di aiuti finanziari a breve e medio termine del valore di 11 miliardi di EUR, onde contribuire alla stabilizzazione della situazione economica e finanziaria del paese; si attende che il Consiglio e la Commissione, insieme al Fondo monetario internazionale (FMI), alla Banca mondiale, alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, alla Banca europea per gli investimenti e ad altri paesi, presentino quanto prima un pacchetto di sostegno finanziario solido a lungo termine che aiuti l'Ucraina a far fronte al peggioramento della situazione economica e sociale e fornisca assistenza economica per avviare le necessarie riforme approfondite e globali dell'economia ucraina; ricorda la necessità di organizzare e coordinare una conferenza internazionale dei donatori, indetta dalla Commissione, da tenersi quanto prima; invita l'FMI a evitare di imporre misure di austerità intollerabili, ad esempio tagli al livello di sovvenzioni per l'energia, che aggraverebbero la già difficile situazione socioeconomica dell'Ucraina;

16.

invita la Commissione e gli Stati membri, di concerto con il Consiglio d'Europa e la Commissione di Venezia, a fornire non solo assistenza finanziaria, ma anche assistenza tecnica per quanto concerne la riforma costituzionale, il rafforzamento dello Stato di diritto e la lotta contro la corruzione in Ucraina; auspica risultati positivi in proposito ed evidenzia che il Maidan e tutti gli ucraini si aspettano cambiamenti radicali e un adeguato sistema di governance;

17.

chiede che in tutto il paese si tengano elezioni libere, eque e trasparenti, alla presenza di osservatori dell'OSCE/ODIHR, e conferma nuovamente la disponibilità a istituire una missione propria che serva allo stesso scopo; invita le autorità ucraine a fare il possibile per incoraggiare una partecipazione elevata degli elettori alle elezioni presidenziali, anche nelle zone orientali e meridionali del paese; ribadisce l'invito alle autorità ucraine ad assicurare lo svolgimento delle elezioni parlamentari in conformità delle raccomandazioni della Commissione di Venezia ed esprime il proprio sostegno nei confronti dell'adozione di un sistema di voto proporzionale che agevolerebbe un'effettiva rappresentanza a livello nazionale delle esigenze locali; sottolinea che è importante che il parlamento e i suoi membri, sia a livello centrale che locale, rispettino lo Stato di diritto;

18.

invita l'Ucraina a non cedere alle pressioni finalizzate a posticipare le elezioni presidenziali previste per il 25 maggio 2014;

19.

chiede che il governo dell'Ucraina sia di larghe intese e quanto più inclusivo possibile, al fine di ridurre al minimo il rischio di nuove ondate di violenza e di frammentazione territoriale; mette in guardia la Russia da qualsiasi azione che possa contribuire a intensificare la polarizzazione per motivi etnici o linguistici; sottolinea la necessità di garantire, in stretta collaborazione con l'OSCE e con il Consiglio d'Europa, la completa protezione e il rispetto dei diritti degli appartenenti alle minoranze nazionali, compresi i diritti degli ucraini di lingua russa, conformemente alle norme internazionali; ribadisce l'invito a istituire un nuovo regime linguistico ad ampio raggio, a sostegno di tutte le lingue minoritarie;

20.

accoglie con favore la decisione del presidente facente funzioni di porre il veto sul disegno di legge volto ad abrogare la legge sulla politica linguistica del 3 luglio 2012; ricorda che in ogni caso tale legge non sarebbe applicabile in Crimea; invita la Verchovna Rada a riformare la legislazione esistente, allineandola agli obblighi dell'Ucraina derivanti dalla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie;

21.

plaude alla disponibilità dei 28 capi di Stato e di governo dell'UE a firmare i capitoli politici dell'accordo di associazione (AA) il più presto possibile e prima delle elezioni presidenziali del 25 maggio 2014, e ad adottare misure unilaterali, come la riduzione delle tariffe doganali per le esportazioni ucraine verso l'UE, che consentano all'Ucraina di beneficiare delle disposizioni dell'accordo di libero scambio globale e approfondito (DCFTA), come proposto dalla Commissione l'11 marzo 2014; evidenzia che l'UE è pronta a firmare l'AA/DCFTA completo quanto prima e non appena il governo ucraino sarà pronto a impegnarsi in questo senso; insiste sulla necessità di mandare un segnale chiaro alla Russia per dimostrare che tale accordo non mette a repentaglio e non pregiudica in alcun modo le sue future relazioni di cooperazione bilaterale in ambito politico ed economico con l'Ucraina; sottolinea inoltre che, in conformità all'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, l'Ucraina, come qualsiasi altro Stato europeo, presenta una prospettiva europea e può domandare di diventare membro dell'Unione, a condizione che si attenga ai principi della democrazia, rispetti le libertà fondamentali, i diritti umani e quelli delle minoranze e garantisca lo Stato di diritto;

22.

ricorda, a tale proposito, che l'esportazione di armamenti e di tecnologia militare può mettere in pericolo la pace e la stabilità dell'intera regione e deve essere immediatamente interrotta; deplora profondamente il fatto che gli Stati membri dell'UE abbiano esportato verso la Russia ingenti quantità di armi e tecnologia militare, tra cui armi convenzionali con capacità strategiche notevoli;

23.

accoglie con favore la decisione del Consiglio europeo del 6 marzo 2014 relativa a una prima serie di misure mirate nei confronti della Russia, tra cui la sospensione dei negoziati bilaterali sulle questioni concernenti i visti e sul nuovo accordo, come pure la decisione degli Stati membri e delle istituzioni dell'UE di sospendere la loro partecipazione al vertice del G8 di Soči; avverte tuttavia che, in assenza di un allentamento della crisi o in caso di un ulteriore aggravarsi della crisi con l'annessione della Crimea, l'UE dovrebbe adottare tempestivamente misure adeguate, che dovrebbero includere un embargo sulle armi e sulle tecnologie a duplice uso, restrizioni sui visti, il congelamento di beni, l'applicazione di norme sul riciclaggio di denaro nei confronti degli individui coinvolti nel processo decisionale in merito all'invasione dell'Ucraina, nonché misure volte a garantire che le società russe e le loro controllate, in particolare nel settore energetico, rispettino pienamente il diritto dell'UE; tali misure dovrebbero avere ripercussioni sui legami politici ed economici con la Russia;

24.

sottolinea che la cooperazione parlamentare istituita tra il Parlamento europeo e la Duma di Stato e il Consiglio della Federazione russi non può essere portata avanti secondo le prassi abituali;

25.

si compiace della decisione del Consiglio di adottare, nei confronti di 18 persone, tra cui Janukovyč, sanzioni incentrate sul congelamento e sul recupero di fondi ucraini acquisiti indebitamente;

26.

invita, a tale proposito, la Commissione a sostenere i progetti nel corridoio meridionale, che diversificano in modo efficace l’approvvigionamento energetico, e sollecita gli Stati membri a fare in modo che le loro imprese pubbliche non partecipino a progetti con aziende russe che aumentano la vulnerabilità europea;

27.

sottolinea l'importanza di un approvvigionamento energetico sicuro, diversificato ed economicamente sostenibile in Ucraina; pone l'accento, a tale riguardo, sul ruolo strategico della Comunità dell'energia, la cui presidenza è esercitata dall'Ucraina nel 2014, nonché sull'importanza di rafforzare la resistenza del paese di fronte alle minacce della Russia in ambito energetico; ricorda la necessità di accrescere le capacità di stoccaggio dell'Unione e di garantire un flusso inverso di gas dagli Stati membri dell'UE all'Ucraina; accoglie con favore la proposta della Commissione di modernizzare il sistema di transito del gas in Ucraina e di fornire assistenza al paese nel pagamento dei suoi debiti a Gazprom; sottolinea l'urgente necessità di compiere ulteriori progressi verso il conseguimento di una politica di sicurezza energetica comune, con un mercato interno solido e un approvvigionamento energetico diversificato, e di adoperarsi per la piena attuazione del terzo pacchetto energetico, rendendo l'UE meno dipendente dal petrolio e dal gas russi;

28.

invita il Consiglio ad autorizzare immediatamente la Commissione ad accelerare la liberalizzazione dei visti con l'Ucraina, così da proseguire nella direzione dell'introduzione di un regime di esenzione dal visto, secondo l'esempio della Moldova; chiede nel frattempo l'introduzione immediata di procedure di concessione del visto temporanee, molto semplici e a basso costo a livello dell'UE e degli Stati membri;

29.

è fermamente convinto del fatto che gli eventi in Ucraina mettano in luce la necessità che l'Unione raddoppi il proprio impegno e sostegno a favore della scelta europea e dell'integrità territoriale della Moldova e della Georgia, in vista della firma da parte di queste ultime degli accordi di associazione e di libero scambio globale e approfondito con l'UE nel corso dell'anno;

30.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi degli Stati membri, al presidente facente funzione e al governo e al parlamento dell'Ucraina, al Consiglio d'Europa e al presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa.


(1)  Testi approvati, P7_TA(2014)0170.

(2)  Testi approvati, P7_TA(2013)0595.

(3)  Testi approvati, P7_TA(2014)0101.


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