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Έγγραφο 52014IP0210

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2014 sulla situazione e le prospettive future del settore della pesca europeo nel quadro dell'accordo di libero scambio tra l'UE e la Thailandia (2013/2179(INI))

    GU C 378 del 9.11.2017, σ. 81 έως 84 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    9.11.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 378/81


    P7_TA(2014)0210

    Settore della pesca europeo e accordo di libero scambio tra l'UE e la Thailandia

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2014 sulla situazione e le prospettive future del settore della pesca europeo nel quadro dell'accordo di libero scambio tra l'UE e la Thailandia (2013/2179(INI))

    (2017/C 378/10)

    Il Parlamento europeo,

    visto l'articolo 3, paragrafo 5, del trattato sull'Unione europea sulle relazioni dell'Unione con il resto del mondo,

    visto il regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008, che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (1) (regolamento INN),

    vista la comunicazione della Commissione del 25 ottobre 2011 su «Una strategia rinnovata dell'UE per il periodo 2011-14 in materia di responsabilità sociale delle imprese» (COM(2011)0681),

    viste le interrogazioni orali E-000618/2013, del 22 gennaio 2013, sugli abusi nella catena di approvvigionamento del commercio al dettaglio ed E-002894/2013, del 13 marzo 2013, sull'accordo di libero scambio con la Thailandia e il lavoro minorile nell'industria conserviera, e le relative risposte della Commissione,

    vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla dimensione esterna della politica comune della pesca (2),

    visto l'articolo 48 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per la pesca e il parere della commissione per il commercio internazionale (A7-0130/2014),

    A.

    considerando che il settore della pesca dell'Unione europea sta uscendo da un periodo di crisi che interessa i settori estrattivo, della trasformazione e dell'acquacoltura; che questa situazione indebolisce drammaticamente la sua posizione competitiva, soprattutto quando il mercato globale si sta liberalizzando e alcuni paesi in via di sviluppo dotati di abbondanti risorse marine stanno emergendo quali nuove potenze nel settore della pesca;

    B.

    considerando che l'industria europea della pesca e della trasformazione è essenziale per l'approvvigionamento alimentare dei cittadini europei e per la sussistenza delle zone costiere, che dipendono ampiamente da tali attività; che la sopravvivenza del settore sarebbe messa a repentaglio se l'Unione liberalizzasse il commercio dei prodotti della pesca con paesi in via di sviluppo interessati a esportare i loro prodotti nell'importante mercato unionale, specialmente se tali paesi beneficiano di esenzioni dai dazi doganali;

    C.

    considerando che l'Unione europea è il principale importatore mondiale di prodotti della pesca e che la dipendenza dalle importazioni rende il mercato unionale molto appetibile per gli esportatori, in particolare tenendo conto del fatto che la domanda di prodotti della pesca dell'Unione cresce dell'1,5 % ogni anno;

    D.

    considerando che la Thailandia è il più importante paese produttore di conserve di tonno del mondo, con un 46 % della produzione mondiale, e che le sue esportazioni di conserve di tonno nell'Unione europea (superiori a 90 000 tonnellate l'anno) rappresentano quasi il 20 % del totale delle importazioni unionali da paesi terzi giacché gli Stati Uniti, l'Unione europea e il Giappone sono i principali mercati di destinazione delle esportazioni di prodotti della pesca thailandesi;

    E.

    considerando che la Thailandia è il principale importatore mondiale di tonno fresco, refrigerato e congelato per la sua industria conserviera;

    F.

    considerando che l'80 % del tonno è consumato in scatola e che, secondo i più recenti dati disponibili della banca dati FISHSTAT dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), il 21 % della produzione mondiale di conserve e preparati di tonno avviene nell'Unione europea, mentre il rimanente 79 % è lavorato in paesi terzi, perlopiù paesi in via di sviluppo;

    G.

    considerando l'importanza commerciale, economica e strategica della Thailandia per l'Unione europea e i vantaggi sostanziali che l'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e la Thailandia apporta all'economia dell'Unione nel suo insieme;

    H.

    considerando che l'Unione europea sostiene l'integrazione regionale tra i paesi membri dell'ASEAN (Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico); che l'accordo di libero scambio con la Thailandia costituisce un pilastro essenziale di tale processo, il cui obiettivo ultimo è la conclusione, in futuro, di un accordo interregionale;

    I.

    considerando che, per l'Unione europea, la conclusione di un accordo di libero scambio UE-ASEAN è dal 2007 un obiettivo prioritario, che mira all'inclusione di Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei e Vietnam; che la mancanza di progressi nei negoziati relativi a tale accordo regionale ha portato all'avvio di negoziati bilaterali con paesi membri dell'ASEAN, inclusa la Thailandia, e all'impegno politico di concludere un accordo di libero scambio entro due anni;

    J.

    considerando che, includendo la Thailandia, l'Indonesia e le Filippine nella regione del Pacifico centro-occidentale, la produzione di conserve di tonno in tale regione rappresenta quasi la metà della produzione mondiale;

    K.

    considerando che le modifiche che interessano i produttori di conserve di tonno e la produzione di filetti vanno di pari passo con la tendenza all'approvvigionamento globale in paesi trasformatori con bassi costi di produzione, situati in prossimità delle materie prime (per esempio Thailandia, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea ed Ecuador); che il numero di paesi impegnati nella produzione ed esportazione di conserve di tonno sta aumentando;

    L.

    considerando che la Thailandia e le Filippine sono i principali paesi esportatori di preparati e conserve di tonno nell'Unione europea e che le importazioni thailandesi sono aumentate del 20 %, mentre quelle filippine sono diminuite del 5 %;

    M.

    considerando che qualunque riduzione tariffaria per le conserve e i preparati di tonno potrebbe avere ripercussioni sulle preferenze di cui godono i paesi del gruppo di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP) e i beneficiari del sistema di preferenze generalizzate (SPG+), in base al quale i paesi terzi s'impegnano, in cambio della concessione di preferenze tariffarie, a rispettare determinate politiche in materia di rispetto dei diritti umani e del lavoro, politiche ambientali e buon governo;

    N.

    considerando cha una riduzione tariffaria distorcerebbe altresì il mercato unionale, visto che la maggior parte dell'industria conserviera del tonno dell'Unione è collocata in regioni altamente dipendenti dalla pesca come la Galizia, la Bretagna francese, le Azzorre (una regione ultraperiferica), i Paesi Baschi e la Sardegna; che l'industria unionale del tonno è la seconda produttrice mondiale di conserve di tonno e che la sua attività, consolidata negli anni, è di importanza vitale per creare valore aggiunto e posti di lavoro nel territorio dell'Unione garantendo i più elevati standard sociali, ambientali e igienico-sanitari;

    O.

    considerando che le norme preferenziali sull'origine mirano essenzialmente a stabilire l'esistenza di un legame economico sufficiente tra i prodotti importati nell'Unione europea e i paesi beneficiari delle preferenze che essa accorda, onde garantire che tali preferenze non siano indebitamente sfruttate a vantaggio di altri paesi ai quali non erano destinate;

    P.

    considerando che una discussione del commercio di prodotti della pesca riguarda il commercio di una risorsa naturale, la cui sostenibilità dipende da un'ampia varietà di fattori, tra cui la gestione equilibrata e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca, il controllo della pesca illegale, l'inquinamento, i cambiamenti climatici e la domanda di mercato; che tutti questi fattori esterni incidono sul commercio internazionale di prodotti della pesca e che, pertanto, tali prodotti dovrebbero essere considerati sensibili e potenzialmente oggetto di una protezione speciale;

    Q.

    considerando che un approvvigionamento di materie prime sufficiente e costante è essenziale per il mantenimento e lo sviluppo economico delle imprese di lavorazione del tonno dell'Unione europea;

    R.

    considerando che, secondo l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), il libero scambio è uno strumento di crescita finalizzato allo sviluppo sostenibile e fondato sulle tre dimensioni sociale, economica e ambientale;

    S.

    considerando a questo proposito che le norme commerciali strumenti basilari e fondamentali per assicurare che il commercio sia vantaggioso e conseguire gli obiettivi di protezione della salute e dell'ambiente, assicurando un'adeguata gestione delle risorse naturali;

    T.

    considerando che la globalizzazione ha comportato un aumento sostanziale della quantità di pesce commercializzato a livello internazionale e che vi è una preoccupazione generalizzata circa la mancanza, in molti paesi produttori, dei mezzi sufficienti a gestire e/o sfruttare gli stock in maniera sostenibile, assicurare un livello di protezione igienico-sanitaria adeguato, mitigare l'impatto ambientale della pesca e dell'acquacoltura, garantire il rispetto dei diritti umani in generale e promuovere i diritti dei lavoratori e le condizioni sociali in particolare;

    U.

    considerando che alcuni partner commerciali dell'Unione europea mostrano deficienze riguardo allo sviluppo sostenibile della pesca nelle sue tre dimensioni sociale, economica e ambientale;

    V.

    considerando che la gestione sostenibile degli stock di tonno è assicurata dalle cinque organizzazioni regionali di pesca del tonno; che la cooperazione internazionale tra gli Stati e con le organizzazioni regionali di pesca è imprescindibile per assicurare la sostenibilità degli stock di tonno;

    W.

    considerando che, recentemente, sia l'OIL sia diverse ONG hanno messo in evidenza le gravi carenze delle condizioni sociali, lavorative e del rispetto dei diritti umani nell'industria thailandese della pesca; che, come sottolineato dai mezzi di comunicazione e riconosciuto dal governo thailandese, parte dell'industria della pesca thailandese si avvale del lavoro forzato di immigrati vittime della tratta di esseri umani, e che due multinazionali thailandesi che producono conserve di tonno utilizzano manodopera infantile;

    X.

    considerando che, secondo la FAO, è frequente che i pescherecci thailandesi siano confiscati da Stati costieri vicinanti e che i loro capitani siano accusati di pesca illegale o di intrusione illecita nella zona economica esclusiva;

    Y.

    considerando che, nel 2013, le autorità spagnole hanno negato il permesso di scarico e di commercializzazione di tonni provenienti da tonniere battenti bandiera ghanese perché queste erano coinvolte in attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) avendo violato le misure di gestione della ICCAT (Commissione internazionale per la conservazione del tonno atlantico); che aziende private thailandesi detenevano partecipazioni nella maggior parte di queste tonniere;

    Z.

    considerando che, negli ultimi mesi, l'Unione europea ha respinto numerose partite di conserve di tonno importate dalla Thailandia a causa del loro inadeguato trattamento termico, fondamentale per neutralizzare microrganismi che, diversamente, rappresenterebbero un rischio per la salute umana;

    1.

    chiede che prodotti ittici come il tonno in scatola importato dalla Thailandia, suscettibili di interferire con la produzione e il mercato unionali di tali prodotti, siano trattati come prodotti sensibili; ritiene inoltre che qualunque decisione relativa a un maggiore accesso delle conserve e preparati di tonno thailandesi dovrebbe essere presa solo dopo aver effettuato rigorose valutazioni d'impatto e in stretta collaborazione con l'industria, al fine di analizzare e valutare il potenziale impatto di tale maggiore accesso sull'industria di lavorazione e sulla commercializzazione di prodotti a base di pesce nell'Unione;

    2.

    chiede che l'accesso di conserve e preparati di pesce e frutti di mare thailandesi al mercato dell'Unione rimanga soggetto alle tariffe attuali e sia pertanto escluso dalle riduzioni tariffarie; qualora siano introdotte riduzioni tariffarie, raccomanda che si instaurino lunghi periodi di transizione e si prendano impegni a una liberalizzazione parziale, anche mediante l'imposizione di contingenti, per le conserve e i preparati di pesce e frutti di mare thailandesi, in modo da garantire la sostenibilità e la competitività dell'industria del tonno dell'Unione europea, preservando questa importante attività e la sua dimensione sociale nell'Unione, rappresentata da 25 000 posti di lavoro diretti e 54 000 posti di lavoro indiretti;

    3.

    chiede che, se del caso e prima di procedere a qualunque tipo di concessione tariffaria o altra normativa, siano realizzate valutazioni d'impatto rigorose, che analizzino e valutino l'impatto che tali concessioni o normative possono avere sull'industria di trasformazione e commercializzazione dei prodotti del mare nell'Unione europea;

    4.

    chiede che per i prodotti sensibili si assicuri la piena conformità con norme di origine coerenti e rigorose, senza eccezioni, e che per i prodotti per i quali la Thailandia è principalmente un paese di lavorazione e non quello dove avviene l'attività di pesca, la possibilità di cumulo sia rigorosamente limitata;

    5.

    chiede che le importazioni di tonno in scatola e di altri prodotti ittici provenienti dalla Thailandia siano nella misura del possibile soggette alle stesse condizioni di concorrenza previste per i prodotti ittici dell'Unione europea; ritiene che ciò implichi, in particolare, che l'accordo deve comprendere un ambizioso capitolo in materia di commercio e sviluppo sostenibile, ai sensi del quale la Thailandia si impegni a rispettare, promuovere e attuare le norme sul lavoro riconosciute a livello internazionale come sancite dalle convenzioni fondamentali dell'OIL, comprese quelle sul lavoro forzato e sul lavoro minorile; ritiene inoltre che il rispetto per i diritti umani, la protezione dell'ambiente, la conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse di pesca, la lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e la conformità alle norme sanitarie e fitosanitarie dell'Unione europea dovrebbe essere rigorosamente assicurato; reputa pertanto che la Commissione dovrebbe riferire a scadenze regolari al Parlamento sul rispetto, da parte della Thailandia, degli obblighi sopra indicati;

    6.

    esorta la Commissione a garantire l'attuazione effettiva del regolamento INN e ad assicurare che i negoziati relativi all'accordo di libero scambio si traducano in un esplicito riferimento allo stesso nel corpo del testo dell'accordo;

    7.

    ritiene che il modo migliore per assicurare la piena cooperazione della Thailandia alla lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata sia l'inserimento di un riferimento esplicito al regolamento INN nel testo dell'accordo di libero scambio;

    8.

    sollecita l'inclusione, nell'accordo di libero scambio, della necessità di rispettare le convenzioni dell'OIL e di una maggiore trasparenza, sorveglianza, vigilanza e tracciabilità nel settore della pesca thailandese, così da consentire il monitoraggio delle attività di pesca;

    9.

    invita a garantire la tracciabilità dei prodotti quale elemento essenziale per la tutela della salute umana e dell'ambiente e strumento fondamentale per il controllo della pesca illegale;

    10.

    chiede che l'accordo di libero scambio mantenga la coerenza con le altre politiche unionali e con la promozione di strategie relative alla responsabilità sociale delle imprese; chiede l'introduzione di clausole di salvaguardia;

    11.

    sottolinea che la decisione del Parlamento europeo di dare la sua approvazione all'accordo di libero scambio terrà conto dei risultati globali dei negoziati, anche nel settore della pesca.

    12.

    chiede reciprocità nell'accesso ai mercati e l'eliminazione di qualunque tipo di discriminazione nel settore dei servizi;

    13.

    auspica che la Thailandia, in quanto principale paese esportatore di tonno in scatola al mondo, partecipi e cooperi con le tre organizzazioni regionali di pesca della regione, vale a dire la commissione interamericana per il tonno tropicale, la commissione per la pesca del Pacifico occidentale e l'organizzazione regionale di gestione della pesca del Pacifico meridionale, alle quali appartiene;

    14.

    chiede una politica di conservazione e gestione sostenibile delle risorse della pesca;

    15.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


    (1)  GU L 286 del 29.10.2008, pag. 1.

    (2)  Testi approvati, P7_TA(2012)0461.


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