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Document 52011IP0331
Financial, economic and social crisis: measures and initiatives to be taken European Parliament resolution of 6 July 2011 on the financial, economic and social crisis: recommendations concerning the measures and initiatives to be taken (2010/2242(INI))
Crisi finanziaria, economica e sociale: misure e iniziative da adottare Risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2011 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare (2010/2242(INI))
Crisi finanziaria, economica e sociale: misure e iniziative da adottare Risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2011 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare (2010/2242(INI))
GU C 33E del 5.2.2013, pp. 140–157
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
5.2.2013 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
CE 33/140 |
Mercoledì 6 luglio 2011
Crisi finanziaria, economica e sociale: misure e iniziative da adottare
P7_TA(2011)0331
Risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2011 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare (2010/2242(INI))
2013/C 33 E/15
Il Parlamento europeo,
— |
vista la sua decisione del 7 ottobre 2009 (1) sulla costituzione, le attribuzioni, la composizione numerica e la durata del mandato della commissione speciale sulla crisi finanziaria, economica e sociale ("commissione CRIS"), adottata a norma dell'articolo 184 del suo regolamento, |
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vista la sua decisione del 16 giugno 2010 di prorogare il mandato della commissione CRIS fino al 31 luglio 2011 (2), |
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vista la sua risoluzione del 20 ottobre 2010 sulla crisi finanziaria, economica e sociale: raccomandazioni sulle misure e le iniziative da adottare (relazione intermedia) (3), |
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vista la propria risoluzione dell'8 marzo 2011 su un finanziamento innovativo a livello mondiale ed europeo (4), |
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visto l'attuale programma legislativo dell'Unione europea, in particolare per quanto riguarda le modifiche al trattato, la governance economica, l'Atto per il mercato unico e le politiche energetiche, |
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viste le sue conclusioni in seguito alle proposte della sua commissione speciale sulle sfide politiche e le risorse di bilancio per un'Unione europea sostenibile dopo il 2013 (SURE) sul nuovo quadro finanziario pluriennale, |
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visti i contributi pervenuti dai seguenti organi parlamentari nazionali: Bundesrat e Nationalrat austriaci, Senato e Camera dei rappresentanti del Belgio, Assemblea nazionale della Bulgaria, Senato e Camera dei deputati della Repubblica ceca, Folketing danese, Eduskunta finlandese, Assemblée Nationale francese, Bundestag e Bundesrat della Germania, Vouli Ton Ellinon greco, Assemblea nazionale ungherese, Camera dei deputati e Senato della Repubblica italiani, Saeima lettone, Seimas lituano, Camera dei rappresentanti dei Paesi Bassi, Sejm e Senato della Polonia, Assemblea della Repubblica portoghese, Camera dei deputati e Senato rumeni, Consiglio nazionale della Slovacchia, Assemblea nazionale della Repubblica di Slovenia, Riksdag svedese e Camera dei Lord e Camera dei Comuni del Regno Unito, |
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visto l'articolo 48 del suo regolamento, |
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vista la relazione della commissione speciale sulla crisi finanziaria, economica e sociale (A7-0228/2011), |
A. |
considerando che i costi sociali della crisi sono elevati, che l'occupazione nell'Unione europea ha subito una contrazione dell'1,8 %, e che, di conseguenza, 23 milioni di persone economicamente attive si ritrovano disoccupate (9,6 % del totale), che il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 21 %, che permangono incerte le prospettive di ripresa dei livelli di occupazione e che il 17 % dei cittadini dell'Unione rischia di divenire indigente (5), |
B. |
considerando che le rivoluzioni popolari scoppiate nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo e del Medio Oriente possono essere considerati una conseguenza, ma non solo, delle privazioni e delle sperequazioni socioeconomiche, nonché dell'elevata disoccupazione che colpisce soprattutto la generazione di giovani istruiti; che tali cambiamenti servono a rammentare il valore della democrazia e dimostrano che la globalizzazione richiede una risposta esauriente sul piano del riconoscimento e del rispetto di diritti e libertà fondamentali e dell'appianamento delle disuguaglianze tra i diversi paesi e tra i diversi strati sociali di ciascun paese, |
C. |
considerando che, a tre anni di distanza dal fallimento di Lehman Brothers, sono stati adottati alcuni provvedimenti per contrastare la crisi finanziaria; che occorre tuttavia adoperarsi ulteriormente per creare un settore finanziario sostenibile in grado di far fronte all'eccessiva speculazione e di finanziare l'economia reale, preferibilmente tramite il finanziamento del fabbisogno a lungo termine in materia di investimenti e la creazione di occupazione; considerando altresì che le riforme della governance economica non hanno affrontato in maniera adeguata il problema degli squilibri a livello mondiale e dell'Unione europea, |
D. |
considerando che la crisi finanziaria ha innescato una crisi socioeconomica, sfociando in alcuni paesi in una crisi politica, |
E. |
considerando che, secondo le previsioni della Commissione, entro il 2013 la produzione dovrebbe diminuire del 4,8 % circa del PIL e che nel corso prossimo decennio dovrebbe essere nettamente inferiore agli ultimi vent'anni (6), |
F. |
considerando che la crisi evidenzia una mancanza di fiducia, sicurezza e lungimiranza in seno all'Unione, |
G. |
considerando che uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione consiste nel basarsi ulteriormente sull'economia sociale di mercato e sui suoi valori, |
H. |
considerando che, a fronte della crescita del numero di persone che vive in relativa agiatezza, sono aumentate contemporaneamente anche le disuguaglianze economiche e sociali, |
I. |
considerando che la crisi finanziaria globale ha avuto un grave impatto sui progressi verso il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) e in particolare dell'obiettivo di dimezzare la povertà mondiale entro il 2015, |
J. |
considerando che la crisi ha reso manifesta la necessità di compiere progressi verso la creazione una vera e propria governance economica dell'Unione, costituita da un complesso di politiche intese a garantire la crescita sostenibile, la stabilità e la qualità dell'occupazione, la disciplina di bilancio, la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi, la competitività e la produttività dell'economia europea e una più rigorosa vigilanza e regolamentazione dei mercati finanziari, così come un idoneo meccanismo di soluzione della crisi finanziaria, |
K. |
considerando che il Parlamento europeo, nella sua risoluzione dell'8 giugno 2011 dal titolo "Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva", ha chiaramente indicato che, a prescindere dai risparmi che possono essere realizzati, il bilancio dell'Unione, al suo attuale livello dell'1 % del reddito nazionale lordo (RNL) non è in grado di colmare il deficit di finanziamento prodotto dalle nuove esigenze create dal trattato e da quelle legate alle politiche e agli impegni in corso; che il Parlamento europeo è pertanto convinto della necessità che le risorse del prossimo QFP crescano del 5 % rispetto ai livelli del 2013, |
L. |
considerando che nella medesima risoluzione il Parlamento europeo rileva che il massimale delle risorse proprie è rimasto invariato dal 1993; ritiene che tale tetto possa richiedere adeguamenti progressivi man mano che gli Stati membri conferiscono ulteriori competenze e definiscono nuovi obiettivi per l'Unione europea; ritiene che, se l'attuale massimale stabilito all'unanimità dal Consiglio fornisce un congruo margine di manovra in bilancio per far fronte alle sfide più pressanti dell'Unione, esso non basta a rendere il bilancio dell'UE un vero strumento di governance economica europea o a permettergli di contribuire in modo determinante agli investimenti UE nel quadro della strategia Europa 2020, |
M. |
considerando che per garantire una crescita sostenibile dell'Unione e conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020, occorre riassegnare gli stanziamenti di pagamento inutilizzati a programmi comuni orientati verso la crescita, la competitività e l'occupazione e potenziare i prestiti concessi dalla BEI, creando un mercato obbligazionario in grado di attrarre gli investitori pubblici e privati, con il quale finanziare progetti comuni d'interesse per l'Unione nel suo insieme (emissione di obbligazioni per progetti specifici), |
I. Debito sovrano europeo e la crisi dell'euro, compresa l'emissione comune di debito pubblico ed eurobbligazioni
1. |
ricorda la triade di vulnerabilità interconnesse, laddove la politica di bilancio squilibrata di taluni Stati membri ha amplificato i disavanzi pubblici esistenti prima della crisi e la crisi finanziaria ha contribuito significativamente a un'ulteriore crescita esponenziale di tali disavanzi, cui hanno fatto seguito le tensioni sui mercati del debito sovrano in alcuni Stati membri; |
2. |
sottolinea che il declassamento del debito sovrano di Grecia, Irlanda, Portogallo da parte delle agenzie di rating del credito ha avuto un effetto di ricaduta sull'intera area dell'euro e ha provocato una rimodulazione del portafoglio che riflette comportamenti speculativi e avversi al rischio da parte degli investitori e che, di conseguenza, il reperimento di fondi sui mercati a tassi sostenibili è diventato inaccessibile per la Grecia, l'Irlanda e il Portogallo, sfociando quindi nella concessione di un'assistenza finanziaria nell'ambito dei programmi UE-FMI; |
3. |
ritiene che l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) dovrebbe essere coinvolta nell'ambito dei programmi di assistenza finanziaria UE-FMI; |
4. |
rammenta che le agenzie di rating del credito hanno contribuito significativamente a creare i presupposti per la crisi finanziaria mediante l'assegnazione di rating fallaci agli strumenti finanziari strutturati, che durante la crisi sono stati declassati; condivide i principi sanciti dal Consiglio per la stabilità finanziaria nell'ottobre 2010, che ha fornito orientamenti generali sulle modalità per ridurre la dipendenza dalle agenzie di rating del credito esterne, e invita la Commissione a tenere in debita considerazione la consultazione pubblica conclusasi nel gennaio 2011; |
5. |
chiede lo svolgimento di una revisione contabile trasparente del debito pubblico al fine di determinarne l'origine e individuare l'identità dei principali detentori di titoli del debito e i relativi importi; |
6. |
rileva che gli approcci bilaterali o multilaterali degli Stati membri rappresentano una minaccia per l'integrazione economica, la stabilità finanziaria e la credibilità dell'euro e accoglie con favore il principio del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche, finalizzato a superare gli eccessivi squilibri interni nell'Unione; |
7. |
sottolinea che la crisi del debito sovrano ha evidenziato i rischi rappresentati dagli squilibri intraeuropei; rileva la necessità che l'Unione reagisca in modo univoco, adotti un coordinamento molto più stretto della politica di bilancio e, se del caso, elabori una politica di bilancio comune, dotata di risorse finanziarie sufficienti, provenienti in parte dalle risorse proprie, e predisponga opportuni meccanismi per la gestione delle crisi e la convergenza economica; |
8. |
sottolinea la necessità di razionalizzare la spesa degli Stati membri tramite il bilancio dell'Unione, soprattutto negli ambiti in cui quest'ultima offre un valore aggiunto maggiore rispetto a quello dei bilanci nazionali; |
9. |
sottolinea che le prospettive di crescita degli Stati membri dovrebbero essere considerate un elemento cruciale ai fini della definizione del livello relativo dei tassi di interesse connesso al debito sovrano, soprattutto in relazione all'assistenza fornita nel quadro del Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) e, a decorrere dal 2013, del Meccanismo europeo di stabilità (MES); |
10. |
riconosce gli sforzi compiuti dagli Stati membri fortemente indebitati ai fini del risanamento di bilancio e delle riforme strutturali; |
11. |
sottolinea che anche le banche capogruppo situate negli Stati membri dell'area dell'euro hanno la loro parte di responsabilità nelle pratiche di credito irresponsabili condotte dalle loro controllate in altri Stati membri dell'Unione, le quali hanno tra l'altro contribuito alle bolle immobiliari in Spagna, Irlanda e Lettonia e alle conseguenti difficoltà di bilancio, che tali Stati membri si trovano oggi ad affrontare; constata, pertanto, che l'assistenza finanziaria agli Stati membri indebitati in questione, se dovesse rivelarsi necessaria, servirebbe a soddisfare non solo i loro interessi particolari, ma anche quelli degli Stati membri dell'area dell'euro dove hanno sede le banche capogruppo che per prime non hanno definito pratiche di credito responsabili per le loro controllate; |
12. |
sottolinea che tutti gli Stati membri rivestono un'importanza sistemica; chiede un pacchetto di riforme completo, socialmente inclusivo e coesivo, che affronti le carenze del sistema finanziario e lo sviluppo della nozione di un Tesoro europeo per rafforzare il pilastro economico dell'UEM; chiede inoltre l'adozione di misure per superare l'attuale mancanza di competitività, mediante riforme strutturali adeguate che affrontino gli obiettivi della strategia Europa 2020 e le cause fondamentali alla base della crisi del debito pubblico, ogniqualvolta sia necessario; sottolinea la necessità che gli Stati membri ripristino la sostenibilità delle finanze pubbliche e dei tassi di crescita, sulla base di solide politiche in materia di spesa pubblica di qualità e dell'equità ed efficienza della riscossione delle imposte; |
13. |
chiede alla Commissione di esaminare un futuro sistema di eurobbligazioni, al fine di determinare le condizioni che rendano tale sistema vantaggioso per tutti gli Stati membri che aderiscono all'area dell'euro nel suo complesso; rileva che le eurobbligazioni rappresenterebbero una valida alternativa al mercato obbligazionario in dollari statunitensi e potrebbero favorire l'integrazione del mercato europeo dei debiti sovrani, ridurre gli oneri finanziari, rafforzare la liquidità, la disciplina di bilancio e il rispetto del patto di stabilità e crescita, promuovere riforme strutturali coordinate e contribuire a una maggiore stabilità dei mercati dei capitali, il che promuoverà l'idea dell'euro quale valuta rifugio a livello mondiale; ricorda che, per giungere all'emissione comune di eurobbligazioni, occorre avanzare ulteriormente verso una politica economica e di bilancio comune; |
14. |
sottolinea pertanto che, in caso di emissione di eurobbligazioni, tale emissione dovrebbe limitarsi a un rapporto debito/PIL del 60 %, avvenire sotto forma di obbligazioni di primo grado, con responsabilità in solido, ed essere legata a incentivi per la riduzione del debito sovrano a tale livello; propone che l'obiettivo sotteso delle eurobbligazioni consista nel ridurre il debito sovrano, evitare il rischio morale e prevenire le speculazioni ai danni dell'euro; rileva che l'accesso a siffatte eurobbligazioni presupporrebbe un accordo su programmi misurabili di riduzione del debito e la loro attuazione; |
15. |
constata l'esistenza di un accordo politico sulla revisione dell'articolo 125 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), al fine di trasformare il sistema temporaneo del FESF in un MES permanente entro il 2013; chiede che il MES sia successivamente convertito in un'Agenzia europea del debito e che al Parlamento europeo sia riconosciuto un ruolo rilevante in tale modifica del trattato; |
16. |
deplora la mancanza di responsabilità sociale di cui hanno dato prova i professionisti del settore finanziario per non aver rinunciato a una parte delle loro indennità per almeno un anno, destinandola a favore di un progetto sociale, come, ad esempio, la riduzione della disoccupazione giovanile nell'Unione; |
II. Squilibri mondiali e governance mondiale
17. |
ricorda che sia le economie avanzate che quelle emergenti, come gli Stati Uniti e la Cina, contribuiscono agli squilibri globali; accoglie con favore la partecipazione e l'ulteriore integrazione della Cina nel sistema di governance economica globale; |
18. |
osserva che ormai oltre la metà dell'economia mondiale si trova al di fuori dell'Unione europea, degli Stati Uniti e del Giappone, il che rappresenta un sovvertimento recente e senza precedenti della situazione pregressa; |
19. |
sottolinea che per riequilibrare la domanda mondiale è necessario un approccio asimmetrico: i paesi con elevate eccedenze verso l'estero (ad es. la Cina) devono diversificare i motori della crescita e rilanciare la domanda interna, mentre i paesi con un elevato disavanzo (ad es. gli Stati Uniti) devono aumentare i risparmi interni e completare le riforme strutturali; |
20. |
sottolinea la necessità che i mercati finanziari promuovano uno sviluppo sostenibile dell'economia reale; |
21. |
appoggia il G20 nei suoi sforzi volti a regolamentare i mercati di derivati su materie prime; invita la Commissione ad affrontare la volatilità dei prezzi sui mercati agricoli, ad attuare pienamente tutte le misure quadro concordate in sede di G20 e a combattere la speculazione eccessiva e dannosa, in particolare attraverso l'imminente legislazione sui mercati finanziari da introdurre nell'Unione, e il riesame della direttiva sugli abusi di mercato (7) e di quella relativa ai mercati degli strumenti finanziari (8); |
22. |
ricorda l'importanza delle materie prime per l'Unione europea, nonché della sicurezza alimentare e della stabilità dei prezzi alimentari a livello mondiale, specialmente per i paesi in via di sviluppo, e le pressioni inflazionistiche provocate a livello mondiale dalla scarsità di cibo e dall'instabilità dei prezzi; invita pertanto l'Unione europea a intensificare gli sforzi per ridurre la dipendenza dalle materie prime, migliorando rapidamente gli standard di efficienza, e a incrementare la produzione e l'impiego di materiali rinnovabili; rileva che, per contribuire alla sicurezza alimentare e alla stabilità dei prezzi, occorre generalizzare i metodi sostenibili di produzione e reintrodurre nel contempo i meccanismi di gestione dell'offerta; chiede a tal fine una maggiore trasparenza e reciprocità in materia di commercio; ammonisce, inoltre, contro le tendenze protezionistiche nel settore delle materie prime strategiche; |
23. |
chiede una migliore regolamentazione dei CDS (credit default swap); |
24. |
prende atto della tendenza a destinare quote elevate di investimenti privati alle economie emergenti, in cui i flussi in entrata dovrebbero attestarsi sui mille miliardi di dollari statunitensi nel 2011 (9); invita l'FMI a elaborare un quadro per prevenire bolle speculative, vigilando sui flussi mondiali di capitali e ad adottare i provvedimenti del caso per scongiurare sviluppi deleteri; riconosce che i controlli sui capitali non possono sostituirsi ad appropriate politiche economiche e che dovrebbero essere utilizzati soltanto come ultima ratio; sottolinea la necessità che i paesi adottino parallelamente misure di contrasto alla formazione di bolle speculative; |
25. |
prende atto dei possibili rischi, in termini di condizioni non ottimali per il finanziamento a lungo termine dell'economia reale, insiti nell'attuale concentrazione degli attori del mercato finanziario, compresi gli istituti finanziari e le borse; invita, a tal proposito, il Comitato europeo per il rischio sistemico a monitorare attentamente la comparsa di rischi sistemici per effetto della concentrazione sui mercati finanziari; |
26. |
sottolinea che, sebbene la bilancia delle partite correnti dell'Unione sia in equilibrio e non contribuisca agli squilibri mondiali, essa sarebbe comunque fortemente influenzata da una correzione disordinata di tali squilibri mediante la svalutazione del dollaro statunitense; rileva la necessità che l'Unione coordini le proprie politiche in materia di squilibri commerciali e valutari in stretta collaborazione con gli Stati Uniti, allo scopo di evitare una rapida svalutazione del dollaro; esorta gli Stati Uniti e altri importanti attori mondiali, a garantire che la gestione delle valute si traduca in uno sforzo multilaterale che veda coinvolte tutte le principali divise del mondo; si compiace del fatto che siano stati annunciati gli indicatori per gli squilibri mondiali e chiede di tenerli pienamente in considerazione in sede di definizione delle politiche macroeconomiche; |
27. |
sottolinea la necessità che l'Unione europea affronti una serie di sfide per migliorare il proprio ruolo di attore globale, cioè una mancanza di competitività e di convergenza, insufficiente stabilità finanziaria, la debolezza dei tassi interni di occupazione e di crescita, aumento degli squilibri interni con l'approfondimento del mercato interno e dell'UEM e mancanza di peso politico a livello internazionale, imputabile tra l'altro alla mancanza di coerenza della sua rappresentanza in seno alle organizzazioni internazionali e alla quale si potrebbe ovviare adottando misure per garantire la rappresentanza unificata dell'euro a livello internazionale, così come sancito dal trattato; |
28. |
rammenta la necessità che l'Unione europea si esprima con una sola voce, abbia, a medio termine, un unico rappresentante in seno al consiglio di amministrazione dell'FMI, segnatamente per l'eurozona e, se del caso, rappresenti pienamente gli Stati membri e difenda, a livello mondiale, la democrazia, i diritti umani, lo Stato di diritto, condizioni di vita e di lavoro dignitose, la buona governance, lo sviluppo sostenibile, il commercio libero ed equo e gli obiettivi climatici, nel rispetto della propria agenda interna, come pure la necessità di combattere la corruzione, la frode e l'evasione fiscale e i paradisi fiscali; |
29. |
è del parere che l'Europa dovrebbe puntare a un accordo commerciale mondiale equilibrato ed equo allo scopo di ridurre i contrasti tra le economie emergenti e quelle sviluppate; chiede l'abbattimento delle barriere commerciali e ritiene che l'assenza di un accordo commerciale mondiale rappresenti un grosso svantaggio dal momento le economie sviluppate bloccano i progetti di esportazione agricola delle economie emergenti, mentre queste ultime bloccano i servizi provenienti dalle economie avanzate; |
30. |
sottolinea la necessità di aprire i mercati degli appalti pubblici, su base trasparente e reciproca; |
31. |
sottolinea l'importanza dello spirito di reciprocità, e dei relativi vantaggi reciproci, nelle relazioni dell'Unione europea con i suoi principali partner strategici; ritiene, a tale proposito, che l'Unione europea dovrebbe chiedersi se sia opportuno dotarsi di strumenti che le consentano di esaminare le pratiche economiche dei paesi terzi in materia di aiuti di Stato e di valutare comportamenti che potrebbero essere finalizzati al trasferimento delle tecnologie chiave al di fuori del territorio dell'Unione; |
32. |
osserva che l'organo attualmente preposto alla disciplina delle norme contabili internazionali, l'International Accounting Standards Board (IASB), richiede un saldo combinato dei conti soltanto a livello regionale; chiede l'adozione di norme contabili in virtù delle quali tutte le imprese e le fondazioni siano obbligate a tenere una contabilità per paese, come pure la promozione della cooperazione fiscale internazionale mediante accordi di scambio di informazioni tra le autorità competenti; |
33. |
rammenta la propria insistenza su una riforma di vasta portata della governance economica e finanziaria mondiale, finalizzata a promuovere la trasparenza e la rendicontabilità e ad assicurare la coerenza tra le politiche delle istituzioni economiche e finanziarie internazionali; chiede l'integrazione delle istituzioni di Bretton Woods e di altri organismi esistenti per la governance economica, come il G20, come primo passo verso una struttura di governance economica nel sistema delle Nazioni Unite, all'interno del quale dovrebbero impegnarsi con l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), con l'OIL e con un'organizzazione mondiale per l'ambiente che dovrà essere istituita; |
34. |
chiede che i paesi del G20 adottino misure d'intervento globale e coordinato volte a contribuire a una crescita mondiale sostenuta, stabile ed equilibrata; chiede che vengano coinvolti i rispettivi parlamenti dei paesi in questione allo scopo di rafforzare la legittimità e la rendicontabilità; chiede altresì una riforma del FMI e l'assegnazione di maggiori risorse finanziarie a tale organismo onde rafforzarne la trasparenza e rendicontabilità e renderlo più democratico, consolidando nel contempo il suo ruolo nell'ambito della vigilanza economica e finanziaria sui propri membri, allo scopo di creare una rete di sicurezza credibile per combattere gli squilibri globali; |
35. |
chiede che siano introdotte nuove disposizioni in materia di assistenza finanziaria, ovvero:
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III. Argomenti per un nuovo sistema monetario
36. |
ricorda che nessun paese o blocco di paesi trarrebbe beneficio da una "guerra valutaria", che potrebbe vanificare gli sforzi compiuti dai cittadini dell'Unione in risposta alla necessità di ridurre il debito sovrano ed effettuare le riforme strutturali; osserva che l'euro ha impedito lo scoppio di una crisi valutaria analoga a quelle che storicamente sono state spesso associate alle crisi finanziarie; ricorda altresì che le regole del sistema commerciale multilaterale (OMC) non coprono i flussi di capitali e ad esse non corrisponde un sistema monetario multilaterale; |
37. |
ricorda l'obiettivo del G20 in Corea di costruire un sistema monetario internazionale (SMI) più stabile e resiliente; riconosce la preoccupazione espressa a livello mondiale sul funzionamento dello SMI e chiede che si compia con urgenza un salto di qualità; chiede pertanto che lo SMI sia riformato in modo tale da garantire una cooperazione macroeconomica sistematica e completa, con una crescita globale sostenibile ed equilibrata; |
38. |
sottolinea che lo SMI dovrebbe occuparsi, tra l'altro, di:
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39. |
chiede inoltre, nel lungo periodo, una riflessione sulla possibile creazione di una valuta di riserva mondiale basata sullo sviluppo e sulla trasformazione dei DSP e del FMI; |
IV. Accrescere la competitività e la sostenibilità dell'UE e attuare la strategia Europa 2020 mediante la promozione dell'innovazione e degli investimenti a lungo termine per l'occupazione e la crescita
Competitività, convergenza e strategia Europa 2020
40. |
chiede che, all'atto della definizione del contenuto del semestre europeo, si tenga pienamente e coerentemente conto degli obiettivi della strategia Europa 2020 e della necessità di correggere tutti gli squilibri interni dell'Unione europea; |
41. |
sottolinea l'importanza di politiche dell'Unione che si sostengono reciprocamente nel realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020 di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e dell'occupazione, supportata da diversi strumenti, tra cui strategie lungimiranti in materia di istruzione, ambiente, clima ed energia, efficienza delle risorse, rinnovamento della politica agricola, politica di coesione, strategie per la R&S e l'innovazione, rinnovamento del bilancio dell'Unione e una maggiore convergenza tra le spese nazionali a sostegno di tali obiettivi comuni; |
42. |
sottolinea la necessità che l'elemento di sostenibilità della strategia Europa 2020 sia integrato in tutte i pertinenti settori d'intervento affinché l'Unione europea recuperi la leadership mondiale; sottolinea che, per mantenersi competitiva nell'economia mondiale, l'Europa deve assumere la leadership della transizione ecocompatibile verso una società sostenibile ed efficiente sotto il profilo delle risorse; evidenzia che gli investimenti su larga scala nelle infrastrutture ecocompatibili, nelle energie da fonti rinnovabili e nell'efficienza energetica rappresentano una strategia eccellente per stimolare la ripresa e promuovere la crescita e l'occupazione a lungo termine; |
43. |
ricorda che non è stato ancora realizzato il pieno potenziale del mercato interno e che sono necessarie una rinnovata determinazione politica e un'azione risoluta per liberarne il pieno potenziale a favore di una crescita sostenibile e socialmente inclusiva e dell'occupazione; sottolinea la necessità di sviluppare ulteriormente il settore europeo dei servizi e di potenziare il commercio in tale comparto; |
44. |
rileva che il successo della strategia Europa 2020 dipende dall'impegno dell'Unione europea nel suo insieme e dalla titolarità degli Stati membri, dei parlamenti nazionali, degli enti locali e regionali e delle parti sociali; ricorda l'importanza di un dialogo sociale e di una contrattazione collettiva forti e correttamente funzionanti nel quadro della strategia Europa 2020, nonché della promozione di un autentico dialogo sociale europeo sulle politiche e sulle misure macroeconomiche; osserva che tali misure dovrebbero essere perseguite al fine di raggiungere un ampio consenso sulla strategia da seguire in futuro; |
45. |
constata i poteri e le responsabilità crescenti degli enti regionali e locali e ricorda che due terzi degli investimenti pubblici in Europa rimangono a livello subnazionale; rileva che la scelta del livello al quale stanziare ed eseguire gli investimenti pubblici incide notevolmente sull'efficacia di tali investimenti; sottolinea pertanto l'importanza di garantire che gli investimenti pubblici siano effettuati al livello di governance più efficace; |
46. |
esorta i parlamenti e i governi degli Stati membri, all'atto di adottare decisioni a livello nazionale, ad adottare una condotta responsabile nei confronti dell'Unione europea e a inserire la dimensione europea nelle discussioni nazionali; |
47. |
sottolinea che il risanamento di bilancio deve essere accompagnato da obiettivi di medio e lungo periodo, come quelli indicati dalla strategia Europa 2020, in particolare per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro, l'integrazione sociale, gli investimenti infrastrutturali, l'efficienza delle risorse, la trasformazione in chiave ecologica dell'economia e un'economia basata sulla conoscenza, affinché si rafforzino la competitività e la coesione sociale, economica e territoriale; constata che le varie politiche nazionali e dell'Unione europea dovrebbero fornire un sostegno coerente alla strategia Europa 2020 e che la disciplina di bilancio, se imposta senza una strategia ben definita, può compromettere le prospettive di crescita, ridurre la competitività e, a lungo termine, nuocere gravemente all'economia; rammenta che, dato il fallimento del metodo di coordinamento aperto, la strategia Europa 2020 dovrebbe includere obiettivi vincolanti per gli Stati membri, fissati dalla Commissione, con valori minimi e massimi da applicarsi a taluni aspetti macroeconomici delle loro economie; |
48. |
chiede che la Commissione avvii, in stretta collaborazione con Eurostat, un rigoroso audit finanziario di tutti gli Stati membri al fine di determinarne l'effettiva situazione finanziaria, permettendo l'adozione di decisioni, basate su dati oggettivi, riguardo a progetti regionali e di coesione nell'ambito della strategia Europa 2020; chiede un esame di tutti i programmi di finanziamento nell'Unione europea, nonché delle sovvenzioni nazionali e regionali; raccomanda di intensificare i progetti e i programmi il cui successo è determinante e di abolire le sovvenzioni e i programmi di sviluppo economico inefficaci; |
49. |
rileva che sono le donne in particolare ad essere maggiormente a rischio di povertà e che la povertà infantile è aumentata in diversi Stati membri durante la crisi; sottolinea l'inammissibilità di una tale situazione e la necessità di invertire siffatte tendenze negative; chiede pertanto che le organizzazioni non governative esistenti, in particolare, costituiscano una solida rete per debellare la povertà infantile mediante l'adozione di approcci incentrati sui minori, obiettivi specifici per l'infanzia e un forte accento sui diritti dei minori; |
50. |
rileva che validi sistemi di protezione sociale costituiscono importanti stabilizzatori economici nelle congiunture negative; sottolinea, pertanto, che nonostante la necessità di consolidare le finanze pubbliche, vi sono comunque valide ragioni per salvaguardare i servizi del settore pubblico e mantenere di conseguenza gli attuali livelli di protezione sociale; chiede l'adozione di misure volte a ridurre la sperequazione dei redditi, affrontando in particolare la disoccupazione giovanile; |
51. |
sottolinea che la recessione economica non dovrebbe rallentare i progressi in materia di politiche di conciliazione della vita professionale e di quella privata, soprattutto quelle che agevolano l'accesso delle donne al mercato del lavoro; |
52. |
prende atto delle sfide che scaturiscono dalla crisi, con un'enorme flessione dell'attività economica e un calo del tasso di crescita imputabili a un'impennata della disoccupazione strutturale e di lungo periodo e a un crollo dei tassi d'investimento pubblico e privato, nonché a una maggiore concorrenza da parte delle economie emergenti; |
53. |
riconosce che, per superare gli attuali squilibri all'interno dell'Unione, non sarà sufficiente un approccio uguale per tutti e che, per essere efficace, il coordinamento delle politiche economiche dovrà tenere debitamente conto dei punti di partenza delle economie nazionali dell'Unione e dei loro tratti specifici; sottolinea la necessità di un coordinamento economico e di progressi sulla via del risanamento delle finanze; |
54. |
chiede maggiore compatibilità e complementarità tra i bilanci nazionali e il bilancio dell'Unione europea; è del parere che il prossimo quadro finanziario pluriennale debba incentrarsi sui principali settori prioritari della strategia Europa 2020 e garantire l'adeguato finanziamento delle iniziative faro nei settori in cui vi sia competenza concorrente dell'Unione con quella degli Stati membri, tali da apportare un forte valore aggiunto europeo; |
55. |
sottolinea la necessità che la politica agricola e la politica di coesione svolgano entrambe un ruolo chiave nel sostenere la strategia Europa 2020; è persuaso che la riforma della politica agricola comune (PAC) debba essere attuata nell'ottica di rispondere alle sfide mondiali; ritiene che la riuscita della strategia Europa 2020 implichi la necessità di garantire la coerenza delle politiche dell'Unione, compresi aspetti tanto diversi come la convergenza tra i bilanci nazionali e il bilancio dell'Unione, tra cui la PAC e Fondi di coesione, ad esempio garantendo una perequazione delle risorse tra Stati membri e regioni, sulla base di chiari obiettivi volti ad accrescere la convergenza e promuovere la competitività, rivolgendo una particolare attenzione agli Stati membri e alle regioni più bisognosi, e di politiche quali l'istruzione, l'innovazione e la spesa per R&S; |
56. |
ricorda inoltre che la strategia Europa 2020 risulterà credibile soltanto se supportata da sufficienti risorse finanziarie e, pertanto, sostiene:
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Politica energetica e dei trasporti e mercato interno
57. |
considera l'istituzione di una Comunità europea dell'energia un progetto politico fondamentale per il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 di proseguire la transizione alle fonti energetiche rinnovabili, accrescendo l'indipendenza energetica dell'Unione e creando un mercato dell'energia veramente interconnesso; sottolinea l'importanza della dimensione esterna della sua politica energetica; |
58. |
ritiene che dovrebbero essere rafforzate le relazioni tra paesi produttori e paesi consumatori di petrolio e gas naturale, tra cui in primo luogo quelli europei, tenendo conto dei recenti sviluppi sullo scacchiere politico del Mediterraneo; reputa necessario attuare con urgenza una politica comune per la sostenibilità dell'energia e dell'approvvigionamento di materie prime, al fine di evitare incidenze negative che potrebbero ritardare la ripresa e il futuro sviluppo dell'economia europea; |
59. |
evidenzia il ruolo centrale che svolge l'integrazione dei principi dell'efficienza delle risorse in tutte le politiche europee nel garantire la competitività dell'Unione, tra cui lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi innovativi e nuove modalità per ridurre le materie prime impiegate e i rifiuti prodotti, migliorare la gestione delle riserve di risorse, alterare i modelli di consumo, migliorare la logistica e garantire che i processi di produzione e i metodi manageriali e commerciali siano ottimizzati onde assicurare che la concezione dei prodotti e dei servizi tenga conto del loro intero ciclo di vita, cosiddetto "dalla culla alla tomba"; |
60. |
ricorda che l'accesso all'energia e alle materie prime, come pure un loro efficiente utilizzo, sono essenziali per assicurare la competitività generale dell'Unione; sottolinea che, per restare competitiva sul lungo periodo, l'Unione deve diventare leader mondiale nella promozione del risparmio energetico e dell'efficienza energetica, nella ricerca sulle nuove tecnologie ecocompatibili e nell'investimento in tali tecnologie, nella diversificazione e razionalizzazione dell'approvvigionamento energetico e nello sviluppo e maggior utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili; rammenta che la riduzione della dipendenza dalle importazioni di energia e di materie prime contribuisce ad assicurare la competitività dell'Unione, concorrendo nel contempo a raggiungere gli obiettivi dell'Unione in materia d'inflazione; |
61. |
sottolinea la necessità di prestare particolare attenzione a una politica dei trasporti sostenibile, in particolare all'ampliamento delle reti europee di trasporto, mentre un migliore accesso a tali reti da parte delle regioni più svantaggiate tramite il contributo dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione contribuirebbe notevolmente al consolidamento del mercato interno; sottolinea l'importanza di un sistema di trasporti efficiente e interconnesso che agevoli la libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi e stimoli la crescita; sottolinea l'importanza delle reti transeuropee di trasporto (RTE-T) nel fornire un importante valore aggiunto europeo, dal momento che contribuiscono alla rimozione delle strozzature e all'eliminazione delle barriere fisiche, come ad esempio la differenza dello scarto ferroviario, oltre a garantire le infrastrutture transfrontaliere; |
62. |
ritiene che l'Atto per il mercato unico sia un'iniziativa politica fondamentale alla base degli obiettivi della strategia Europa 2020 e delle iniziative faro intese a sfruttare appieno il potenziale di crescita del mercato interno e a completarlo, nello spirito della relazione Monti; sottolinea che la crisi ha mostrato con chiarezza l'importanza del rafforzamento della base industriale e del potenziale innovativo dell'Unione, facilitando l'accesso al mercato e la mobilità e contrastando la frammentazione socio-territoriale nell'intera Unione europea; |
Mobilità e migrazione
63. |
sottolinea che le grandi rivoluzioni nelle nostre regioni limitrofe e l'andamento demografico in seno all'Unione europea richiedono entrambi l'adozione di una politica dell'immigrazione comune; sottolinea la necessità di incoraggiare un maggiore accesso al mercato del lavoro e una maggiore mobilità, garantendo pari condizioni di lavoro e sociali e pari diritti a tutti i lavoratori, tra cui il riconoscimento delle qualifiche professionali e dei diplomi nell'intera Unione, come pure la possibilità di trasferire i diritti di sicurezza sociale e i contributi pensionistici allo scopo di rafforzare il mercato interno; |
64. |
ritiene che l'accordo di Schengen sia a tutt'oggi un risultato eccezionale per i cittadini dell'Unione e che pertanto dovrebbe essere salvaguardato; chiede l'ulteriore intensificazione della cooperazione in tale ambito; esprime profonda preoccupazione per le eventuali modifiche alle disposizioni di Schengen; insiste sulla necessità che il Parlamento sia debitamente coinvolto nel processo legislativo e sottolinea l'importanza di impedire agli Stati membri di prendere decisioni unilaterali in questo ambito; ricorda che l'adozione dell'accordo di Schengen ha rappresentato un passo avanti verso una maggiore integrazione nell'Unione europea e che il principio della libera circolazione delle persone deve essere salvaguardato; |
65. |
chiede l'elaborazione di una politica dell'immigrazione comune a livello di Unione e accoglie con favore le proposte della Commissione volte a offrire maggiori canali legali per chi desidera venire a lavorare nell'Unione; sottolinea la necessità di riformare l'attuale sistema della Carta blu (estendendola a un numero ben più consistente di lavori e di professioni) e osserva che i datori di lavoro dell'Unione dipendono sempre di più da lavoratori provenienti da paesi terzi per coprire i posti disponibili in settori quali l'agricoltura, l'orticoltura, il turismo, l'assistenza agli anziani e infermieristica, dal momento che i cittadini dell'Unione sono sempre meno disposti a svolgere questo tipo di lavori; è del parere che la proposta della Commissione sui lavoratori stagionali debba garantire a tale categoria di lavoratori, spesso vulnerabili ed esposti, migliori condizioni e uno status giuridico certo al fine di proteggerli dallo sfruttamento; |
PMI, innovazione e R&S
66. |
esorta la Commissione a promuovere e ad agevolare un maggiore ricorso ai fondi propri per le PMI, mediante capitale di rischio o azioni quotate, un maggiore sostegno dei Fondi strutturali e una minore dipendenza dal debito, in particolare per le start-up dell'alta tecnologia, che hanno un enorme fabbisogno di capitale per R&S; sottolinea la necessità di rafforzare lo strumento di garanzia del programma quadro per la competitività e l'innovazione (CIP) e di semplificare l'accesso ai finanziamenti per le PMI; segnala la particolare necessità di incoraggiare e sostenere l'imprenditoria femminile; |
67. |
riconosce il ruolo dell'economia sociale (terzo settore) in Europa e la sua rilevanza per creare innovazione; sottolinea la necessità di disporre in Europa di politiche strategiche in materia di appalti pubblici, che siano ecologiche ed efficienti nell'impiego delle risorse, a sostegno di un settore dell'innovazione equo e competitivo; |
68. |
esorta ad affidare alla BEI e al FEI un ruolo guida a livello europeo nello sblocco di finanziamenti per le PMI mediante procedure più razionali e chiare, operando in cooperazione con le istituzioni finanziarie degli Stati membri ed evitando la creazione di schemi che riproducano le strutture già esistenti a livello nazionale, in modo che le PMI possano trovare con facilità il proprio abituale punto d'ingresso; raccomanda che la BEI/il FEI fungano da filtro, incentrandosi sui settori prioritari nell'ambito della strategia Europa 2020, nel rafforzare l'economia, l'occupazione, la sostenibilità ambientale e l'impiego efficiente delle risorse, agendo da mentore per determinati gruppi di PMI e partecipando alle discussioni con le banche e le relative equipe di gestione del rischio, al fine di aiutare le PMI ad ottenere prestiti a lungo termine; chiede che ci si avvalga pienamente della capacità di finanziamento della BEI; |
69. |
invita gli Stati membri ad accelerare l'attuazione delle misure stabilite dallo "Small Business Act" (2008) e nel suo riesame, pubblicato dalla Commissione il 23 febbraio 2011, allo scopo di ridurre gli oneri amministrativi, facilitare l'accesso delle PMI ai finanziamenti e sostenerne l'internazionalizzazione; |
70. |
sottolinea la necessità che la prossima generazione di programmi di finanziamento dell'Unione europea sostenga sistematicamente le PMI innovative e creatrici di occupazione nel mercato interno e su scala mondiale; sottolinea altresì come sia necessario agevolare la rapida creazione di imprese avvalendosi delle nuove tecnologie, migliorarne il finanziamento, ridurre gli oneri amministrativi e promuoverne l'internazionalizzazione; considera alquanto auspicabile riconoscere il ruolo centrale svolto dal sistema delle banche popolari e delle banche al dettaglio che garantiscono l'ottimizzazione della strategia volta a coadiuvare e a sostenere in maniera tangibile il settore delle PMI; |
Fiscalità
71. |
sottolinea che sia l'UEM, sia il mercato interno richiedono un maggiore coordinamento delle politiche fiscali nazionali; evidenzia che la qualità della fiscalità dovrebbe essere migliorata per fornire i giusti incentivi all'occupazione, all'innovazione e agli investimenti a lungo termine; chiede alla Commissione di analizzare, nell'ambito del semestre europeo, la resilienza dei regimi fiscali degli Stati membri in modo che le loro riforme fiscali siano impervie alle fluttuazioni economiche e non facciano affidamento senza motivo su basi imponibili che siano estremamente cicliche o note per essere inclini alle bolle; |
72. |
sostiene la Commissione nei suoi sforzi volti a contrastare la concorrenza fiscale dannosa, l'elusione fiscale o la frode e i paradisi fiscali, sia nell'Unione, sia a livello internazionale, e a migliorare i sistemi di riscossione delle imposte e introdurre una base imponibile consolidata comune per le società, con annesse aliquote fiscali indicative, come pure uno specifico regime fiscale semplificato per le PMI; accoglie con favore la strategia in materia di IVA che sarà presentata dalla Commissione al fine di trovare un sistema a prova di frode; |
73. |
rileva la necessità che la lotta alle frodi fiscali e all'evasione fiscale, nonché il miglioramento della riscossione delle imposte divengano un aspetto essenziale degli sforzi attuali degli Stati membri mirati al risanamento dei bilanci; |
74. |
ritiene che una manovra di questo genere sia essenziale nel contesto attuale, in cui gli Stati membri devono risanare i propri bilanci; osserva che la concorrenza fiscale è accettabile soltanto nella misura in cui non compromette la capacità degli Stati membri di incassare il gettito che possono ragionevolmente aspettarsi e ricorda che andrebbero individuate delle soluzioni per minimizzare la concorrenza fiscale dannosa; |
75. |
ritiene che la ripartizione dei fondi dell'Unione debba tener conto della strategia fiscale degli Stati membri e della loro volontà di collaborare per combattere l'evasione e promuovere una più stretta cooperazione fiscale; |
76. |
riconosce la mancanza di una definizione comune di paradisi fiscali e chiede per lo meno un'unica definizione concordata a livello europeo, in attesa di trovare un accordo su una definizione a livello mondiale; |
77. |
invita gli Stati membri, in considerazione del carattere fondamentale della lotta alla corruzione e ai fini di un reale risanamento finanziario, a inserire nel loro ordinamento penale la previsione che la realizzazione di opere attraverso corruzione, pagamento di tangenti e altri strumenti atti ad ottenere vantaggi illegittimi determini, da parte dell'ente pagatore, l'annullamento del pagamento e, qualora il pagamento sia avvenuto, la richiesta in restituzione del doppio della somma pagata; |
Occupazione
78. |
sottolinea che posti di lavoro nuovi e migliori sono una premessa per il conseguimento di una crescita equa, verde e intelligente, e pertanto chiede:
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79. |
rileva che buona parte della disoccupazione negli Stati membri in cui si stanno attuando misure di austerità di bilancio, è imputabile al declino dell'attività economica generale, con un preoccupante aumento del tasso di disoccupazione di lunga durata; constata la necessità di affrontare con urgenza tale tipo di disoccupazione in quanto può gravemente pregiudicare la crescita a lungo termine nei paesi interessati e tradursi conseguentemente in un calo della competitività dell'intera Unione; |
80. |
rileva che, in conseguenza della crisi attuale, il mercato del lavoro dell'Unione potrebbe risultare frammentato nel lungo periodo, da una parte, con una concentrazione del lavoro di elevata qualità negli Stati membri con i conti in equilibrio e, dall'altra, con alti tassi di disoccupazione e mancanza di offerta di manodopera competitiva negli Stati membri più gravemente colpiti dalla crisi e anche più fortemente indebitati; |
81. |
ritiene che occorra a tutt'oggi affrontare la questione del governo societario per quanto attiene agli incentivi manageriali per gli investimenti a lungo termine e la creazione di posti di lavoro; propone l'elaborazione di una relazione annuale di valutazione della responsabilità sociale e ambientale di tutte le imprese quotate in borsa con oltre 250 addetti e un fatturato superiore ai 50 milioni di EUR; |
Strategia formativa
82. |
sottolinea quanto sia importante per l'innovazione e la crescita l'istruzione infantile, professionale, universitaria e degli adulti, nonché la corretta attuazione della flessicurezza; sottolinea la necessità di adattare i sistemi di istruzione e di formazione, al fine di preparare meglio le persone, dotandole delle conoscenze e delle capacità necessarie per garantire livelli più elevati di occupazionale, produttività, crescita e competitività; |
83. |
propone la creazione di un programma di tirocinio dell'Unione europea analogo al programma Erasmus, con il pieno coinvolgimento del settore privato; ritiene che un siffatto programma dovrebbe coinvolgere raggruppamenti di università, università di scienze applicate, istituti di formazione professionale, imprese, mercati finanziari, PMI e grandi società e dovrebbe garantire ai cittadini, tra cui le fasce vulnerabili della popolazione, l'accesso alla formazione, in particolare per quanto attiene alle competenze trasferibili nell'economia della conoscenza, onde promuovere l'apprendimento permanente; |
84. |
sostiene con determinazione l'introduzione di misure volte a migliorare la qualità dell'istruzione superiore in Europa, anche mediante un'ulteriore riduzione degli ostacoli alla mobilità degli studenti, il miglioramento dei legami tra il mondo accademico e il mondo imprenditoriale e la promozione di una mentalità più imprenditoriale nella società; propone l'introduzione di una borsa di studio europea per l'innovazione, che contribuisca a promuovere le conoscenze e le competenze necessarie nei settori innovativi, agevolando nel contempo lo sviluppo di una cooperazione e di reti a livello di Unione; ritiene che una tale borsa di studio indirizzerebbe i giovani verso programmi di formazione professionale, predisposti e appositamente attuati in ciascuno Stato membro; |
85. |
sottolinea la necessità di creare le condizioni, tanto a livello europeo quanto a livello nazionale, per un incremento degli investimenti pubblici e privati nel settore R&S; rileva che il finanziamento delle università avviene prevalentemente attraverso i bilanci nazionali, già sotto pressione a causa del risanamento; incita, di conseguenza, gli Stati membri a garantire che i loro rispettivi sistemi di finanziamento delle università siano concepiti in modo tale da rafforzare la capacità dell'Europa di produrre sviluppo tecnologico, innovazione e creazione di posti di lavoro; |
86. |
ritiene che, al fine di incoraggiare gli Stati membri a investire maggiormente nel settore dell'istruzione, sarebbe opportuno prestare particolare attenzione alla spesa pubblica per l'istruzione, la ricerca e la formazione professionale in sede di valutazione degli obiettivi di bilancio a medio termine degli Stati membri; |
87. |
sostiene l'invito dell'Associazione europea delle università (EUA) di portare al 3 % del PIL gli investimenti pubblici nel settore dell'istruzione superiore; ritiene che questo obiettivo richieda una valutazione qualitativa di tale voce di spesa in sede di valutazione del patto di stabilità e crescita; |
88. |
chiede un miglioramento della formazione per i posti di lavoro che non richiedono studi universitari attraverso lo sviluppo dell'apprendistato; |
V. Ripensare l'Unione europea: oltre la governance economica europea
89. |
sottolinea che l'Unione europea si trova ad un bivio: o gli Stati membri decidono di unire le forze nell'approfondire l'integrazione o, il ristagno a livello decisionale e le divergenze a livello economico potrebbero sfociare nella disgregazione dell'Unione europea; |
90. |
ammonisce dai rischi di un ripiegamento su un'Unione frammentata, vulnerabile al protezionismo e al populismo; |
91. |
chiede un rafforzamento del carattere politico e democratico dell'Unione, in cui alle istituzioni di quest'ultima sia affidato un ruolo più forte sia nella concezione, sia nell'attuazione delle politiche comuni; sottolinea l'importanza di un rafforzamento della legittimità e del controllo democratici dell'Unione; |
92. |
sottolinea l'importanza di osservare i principi alla base del progetto europeo, vale a dire parità tra gli Stati membri, solidarietà, coesione e cooperazione; richiama l'attenzione sulla necessità di rimanere fedeli a tali principi affrontando efficacemente gli squilibri interni e procedendo verso una sostanziale convergenza, attraverso il coordinamento tra Stati membri che appartengono all'area dell'euro e quelli che non ne fanno parte; |
93. |
sottolinea la necessità di rafforzare la Commissione, che dovrebbe rendere maggiormente conto al Parlamento e svolgere un ruolo di primo piano in quanto principale voce dei cittadini, in particolare nel fornire una tribuna per dibattiti pubblici transfrontalieri, tenendo in considerazione gli effetti di ricaduta delle decisioni nazionali in settori quali la governance sociale ed economica; |
94. |
sottolinea la necessità che la governance economica, corredata di politiche economiche, di bilancio e sociali convergenti, sia organizzata ricorrendo al metodo comunitario e guidata dalle istituzioni dell'Unione, con il pieno coinvolgimento dei parlamenti nazionali; |
95. |
ritiene che la nuova normativa sul Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS) e le tre autorità europee di vigilanza costituisca un primo passo nella giusta direzione, pur essendo persuaso che siano necessari ulteriori passi avanti, soprattutto per garantire una sorveglianza diretta a livello di Unione delle istituzioni sistemiche, quali le entità ad elevato indebitamento e l'applicazione di un unico insieme di norme; sottolinea la necessità di dotare le nuove autorità di risorse umane e finanziarie commisurate alle loro crescenti responsabilità; |
96. |
ritiene che, oltre alla vigilanza volta a garantire stabilità finanziaria, siano necessari un meccanismo di sorveglianza e di prevenzione delle potenziali bolle, un'assegnazione ottimale del capitale alla luce delle sfide e degli obiettivi macroeconomici come pure investimenti nell'economia reale; è del parere inoltre che si debba ricorrere a tal fine alla politica fiscale; |
97. |
chiede alla Commissione di presentare proposte per la regolamentazione delle strutture del mercato finanziario le cui dimensioni, integrazione sistemica, complessità o interconnessione potrebbero compromettere la stabilità finanziaria e la capacità delle autorità di regolamentazione di opporsi alle loro richieste, incorporando misure che consentono alle autorità di vigilanza di controllarne le attività, tra cui il sistema bancario ombra e il loro livello di indebitamento; invita la Commissione ad esaminare le diverse opzioni normative quali la fissazione di un massimale o la limitazione delle dimensioni, nonché i modelli aziendali; |
98. |
sottolinea che per affrontare la crisi del debito pubblico e accrescere la competitività, la convergenza e la solidarietà nell'Unione, è necessario un trasferimento di competenze e di spese a favore di quest'ultima, con conseguente notevole alleviamento dell'onere gravante sui bilanci nazionali; sottolinea inoltre la necessità di creare sinergie significative fra i bilanci nazionali e il bilancio dell'UE, così da pervenire ad un utilizzo e ad una distribuzione ottimali delle risorse finanziarie esistenti a tutti i livelli, rispettando al tempo stesso il principio di sussidiarietà per contribuire a rafforzare le regioni e agli Stati; |
99. |
constata che, al fine di rafforzare l'unione politica e l'integrazione economica, commisuratamente all'unione monetaria, in linea con le priorità stabilite dal Consiglio europeo, l'Unione necessita un bilancio di dimensioni sufficienti per gestire l'euro in modo sostenibile, fornendo alla valuta il pertinente spazio di bilancio a livello dell’ organismo politico in cui viene emesso; |
100. |
ricorda che gli studi che hanno preceduto la realizzazione dell'Unione monetaria – segnatamente la relazione McDougall, che analizzava le condizioni necessarie per l'attuazione del piano Werner – affermavano che il volume del bilancio avrebbe dovuto situarsi tra il 2,5 e il 10 % del PNL dell'Unione, a seconda se il bilancio dell'Unione avesse assunto funzioni di redistribuzione – e quali –, se avesse dovuto essere finanziato sulla base di risorse proprie e avesse dovuto essere utilizzato per finanziare politiche e interventi nei settori della politica estera, di sicurezza e di difesa, dell'energia e dei trasporti, della cooperazione allo sviluppo e della R&S, con corrispondente riduzione dei bilanci nazionali, in modo da conseguire la neutralità fiscale per i cittadini e le imprese; |
101. |
sottolinea la necessità di garantire un migliore equilibrio fra politiche economiche e politiche sociali, anche mediante il rafforzamento e l'istituzionalizzazione del dialogo sociale macroeconomico; |
102. |
rammenta che l'Unione europea trae la propria legittimità dai valori democratici che essa propugna, dagli obiettivi che persegue e dalle competenze, dagli strumenti e dalle istituzioni di cui dispone; reputa necessaria una maggiore integrazione economica europea onde garantire la stabilità dell'area dell'euro e dell'Unione nel suo complesso ed è del parere che ciò presupponga ulteriori sviluppi riguardo alla rappresentanza esterna dell'area dell'euro, il voto a maggioranza qualificata sulla base imponibile per le società, misure di contrasto all'evasione e all'elusione fiscali, l'eventuale emissione comune di debito sovrano e delle eurobbligazioni per promuovere la disciplina di bilancio, la capacità di indebitamento dell'Unione, un migliore equilibrio tra politiche economiche e politiche sociali, le risorse proprie per il bilancio dell'Unione e il ruolo dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo; |
103. |
ritiene che le decisioni politiche sulla governance economica non dovrebbero compromettere gli impegni concordati a livello di Unione che riflettono gli obiettivi e gli interessi di tutti gli Stati membri e che tali decisioni dovrebbero essere sancite dal trattato ed essere perseguite con il pieno coinvolgimento e il controllo a livello istituzionale della Commissione e del Parlamento; |
104. |
chiede una strategia globale in risposta alle sfide che l'Unione ha di fronte a sé, con una rafforzata governance economica quale pietra angolare di tale risposta; chiede altresì di non perdere la determinazione nel perseguire il consolidamento di bilancio, la crescita sostenibile, il rafforzamento delle riforme strutturali e il riassetto del settore bancario; prende atto del Patto per l'euro plus proposto dal Consiglio nell'ambito del pacchetto di governance economica negoziato tra Parlamento e Consiglio; |
105. |
chiede che il trattato Euratom sia sostituito da una Comunità europea dell'energia; |
106. |
è del parere che, oltre alle modifiche al trattato necessarie all'attuazione del meccanismo di stabilità, tali questioni intercorrelate dovrebbero essere affrontate nell'ambito di una Convenzione da convocarsi a norma dell'articolo 48, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea; |
107. |
ritiene che, in caso contrario, sarà necessario passare alla cooperazione rafforzata ai sensi dell'articolo 329 TFUE, per consentire all'area dell'euro di funzionare in modo democratico ed efficiente; |
108. |
rammenta la necessità che una risposta europea alla crisi si basi sul rafforzamento dell'integrazione europea, sul ricorso al metodo comunitario, sul consolidamento del dialogo interparlamentare, sulla promozione del dialogo sociale, sul rafforzamento dello stato sociale tramite il sostegno all'integrazione sociale, all'occupazione e alla crescita sostenibile, nonché sull'ulteriore edificazione dell'economia sociale di mercato e dei suoi valori, quale obiettivo fondamentale dell'Unione europea, allo scopo di mobilitare tutti i cittadini a favore del progetto europeo sulla base dei valori sanciti dai trattati e dalla Carta europea dei diritti fondamentali; |
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109. |
incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Presidente del Consiglio europeo, al Presidente dell'Eurogruppo, alla Banca centrale europea, alla Banca europea per gli investimenti, alla Banca europea per lo sviluppo e la ricostruzione, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle regioni, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e alle parti sociali. |
(1) GU C 230 E del 26.8.2010, pag. 11.
(2) GU C 257 E del 24.9.2010, pag. 211.
(3) Testi approvati, P7_TA(2010)0376.
(4) Testi approvati, P7_TA(2011)0080.
(5) Eurostat, Statistics in focus, 9/2010, Population and social conditions (http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-SF-10-009/EN/KS-SF-10-009-EN.PDF) e Commissione europea, Employment in Europe 2010 (http://ec.europa.eu/employment_social/eie/executive_summarys_en.html#top).
(6) Commissione europea, Impact of the current Economic and Financial crisis on potential output, Occasional Papers 49, giugno 2009, tabella V, pag. 33 (http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/publication15479_en.pdf).
(7) Direttiva 2003/6/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2003, relativa all'abuso di informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato (abusi di mercato) (GU L 96 del 12.4.2003, pag. 16).
(8) Direttiva 2004/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, relativa ai mercati degli strumenti finanziari (GU L 145 del 30.4.2004, pag. 1).
(9) IMF Staff Position Noteposition, 19 febbraio 2010, SPN/10/04, Capital Inflows: The Role of Controls.