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Document 52008AE1502

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un mercato unico per l'Europa del XXI secolo COM(2007) 724 def.

    GU C 77 del 31.3.2009, p. 15–22 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    31.3.2009   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 77/15


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un mercato unico per l'Europa del XXI secolo

    COM(2007) 724 def.

    (2009/C 77/03)

    La Commissione, in data 20 novembre 2007, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un mercato unico per l'Europa del XXI secolo

    La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 15 luglio 2008, sulla base del progetto predisposto dal relatore CASSIDY e dai correlatori HENCKS e CAPPELLINI.

    Il Comitato economico e sociale europeo, in data 18 settembre 2008, nel corso della 447a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 51 voti favorevoli, 2 voti contrari e 4 astensioni.

    1.   Sintesi — conclusioni e raccomandazioni

    1.1

    Il CESE sottolinea l'importanza della strategia di Lisbona per mantenere i benefici del mercato unico e garantire il suo sviluppo e il suo consolidamento.

    1.2

    Un mercato unico efficiente, concorrenziale e favorevole all'innovazione è essenziale affinché l'Europa possa trarre i massimi benefici dalla globalizzazione salvaguardando nel contempo i suoi standard di protezione sociale. In tale contesto il CESE esprime preoccupazione per le recenti sentenze della Corte europea di giustizia in merito al distacco di lavoratori, e ne sta esaminando le ripercussioni sull'acquis comunitario in materia di politica sociale (1).

    1.3

    Il CESE sottolinea che per sviluppare il mercato unico è importante promuovere e mettere a frutto i risultati della ricerca scientifica e dell'innovazione, assistere i fornitori nazionali di tecnologia nella diffusione a livello europeo dei prodotti e delle tecnologie d'avanguardia e promuovere, diffondere e sfruttare a livello transnazionale i risultati della ricerca. Il mercato unico rappresenta uno strumento essenziale per la realizzazione dell'Agenda di Lisbona: esso ha l'obiettivo di favorire i consumatori e di stimolare la crescita economica e l'occupazione, sopprimendo progressivamente le barriere alla libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali. Malgrado sussistano ancora numerose barriere, il fatto che la maggiore integrazione abbia portato benefici è innegabile.

    1.4

    Il pacchetto di misure proposto dalla Commissione nel quadro del riesame del mercato unico rappresenta una buona base per il rilancio di quest'ultimo. Il suo successo, tuttavia, dipenderà in larga misura dalla capacità e dalla volontà di governi e parti sociali dei singoli paesi di assumersi le proprie responsabilità e di mettere a disposizione le risorse necessarie per trasformare i discorsi teorici in realtà.

    1.5

    Una delle sfide maggiori è l'applicazione corretta e uniforme della legislazione e delle norme in vigore: per migliorare la comprensione delle finalità della legislazione e per individuare soluzioni non normative è essenziale realizzare valutazioni di impatto, ridurre gli adempimenti amministrativi e i costi di adeguamento alla legislazione derivante dalla frammentazione fiscale del mercato interno e consultare in maniera più efficace le parti sociali e i soggetti interessati, in particolare le PMI.

    1.6

    Le piccole e medie imprese danno un contributo essenziale al funzionamento efficace del mercato unico. Nelle loro diverse forme, svolgono un ruolo importante soprattutto nel settore dei servizi e sono cruciali per il raggiungimento dei compromessi sociali su cui si fonda l'economia dell'UE. Sia lo Small Business Act che la Carta delle piccole e medie imprese ne riconoscono l'importanza nell'ambito dei processi di formazione delle politiche e delle istituzioni dell'Unione europea e degli Stati membri. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene però che vada prestata maggiore attenzione al ruolo delle PMI nella fase di attuazione delle politiche, con particolare riferimento al contributo da loro prestato alla realizzazione degli obiettivi delle politiche economiche, ambientali e sociali.

    1.7

    Il CESE sottolinea che il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è un importante strumento di solidarietà, il quale fornirà un aiuto mirato per trovare un altro impiego ai lavoratori che perdono il posto a causa di mutamenti nell'andamento degli scambi mondiali. Il CESE si compiace del fatto che i dipendenti delle PMI saranno ammessi a beneficiare di tale strumento, ma si rammarica dell'esclusione dei lavoratori autonomi, i quali saranno esposti agli stessi mutamenti.

    1.8

    Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che siano stanziate risorse adeguate per migliorare l'applicazione delle norme del mercato unico. Bisogna inoltre sviluppare iniziative che consentano di realizzare sinergie tra la politica del mercato unico e le altre politiche che sono importanti per il buon funzionamento di quest'ultimo, in particolare la politica della concorrenza, quella sociale e quella ambientale.

    1.9

    La Commissione europea e gli Stati membri devono fare in modo che le nuove iniziative normative che dovrebbero contribuire al buon funzionamento del mercato unico prendano in considerazione sia l'impatto sulla competitività delle imprese europee che le ripercussioni sociali e ambientali. Per garantire alle imprese e ai consumatori coerenza e certezza giuridica e per evitare che le nuove iniziative si contraddicano a vicenda, bisognerebbe che tutte le nuove proposte, a livello sia europeo che nazionale, fossero sottoposte ad un «test di compatibilità con il mercato unico» (2) e valutate in base al loro impatto sociale.

    1.10

    Ai cittadini e alle imprese andrebbe garantito un accesso alla giustizia facile e a prezzi contenuti, che comprenda mezzi di ricorso e meccanismi di risoluzione delle controversie adeguati. A questo proposito, andrebbe migliorato lo sviluppo di strumenti extragiudiziali di risoluzione delle controversie.

    1.11

    Il CESE non può che approvare l'obiettivo della comunicazione sui SIG, del 20 novembre 2007, di «consolidare il quadro normativo UE applicabile ai servizi di interesse generale, compresi i servizi sociali e sanitari, fornendo soluzioni concrete per problemi concreti ove esistano» e combinando azioni settoriali e azioni incentrate su questioni precise.

    1.12

    Poiché il diritto primario dell'UE, cioè i Trattati, riconosce che i SIEG fanno complessivamente parte dei «valori comuni» dell'UE e che essi contribuiscono alla sua «coesione sociale e territoriale», è indispensabile coniugare iniziative settoriali (che tengano conto della specificità di ciascun settore) e problematiche trasversali.

    1.13

    Iscrivendo nel diritto primario la distinzione tra SIEG e SIG non economici, così come la necessità di far rispettare i principi comuni di funzionamento dei SIEG, il Protocollo dimostra quanto sia più che mai necessario procedere a un chiarimento dei concetti e dei regimi esistenti per non dipendere più da un approccio basato solo sui singoli casi legislativi o contenziosi.

    1.14

    Sebbene il Parlamento europeo abbia ripetutamente chiesto di garantire ai servizi sociali di interesse generale (SSIG) un'effettiva certezza giuridica, le proposte contenute nella comunicazione si limitano a fornire una serie di risposte alle «domande frequenti», certamente utili ma senza valore giuridico vincolante.

    1.15

    Il CESE propone quindi un approccio plurimo e progressivo che coniughi la dimensione settoriale a quella tematica, portando all'adozione di iniziative legislative quando risultino necessarie e/o ad adeguare tali principi e condizioni ai diversi settori interessati (approccio orizzontale a orientamento settoriale).

    2.   Principali elementi delle comunicazioni della Commissione

    2.1

    Il pacchetto in esame propone un insieme di iniziative basate su cinque documenti di lavoro e due comunicazioni, dedicate rispettivamente ai SIG e alla dimensione sociale del mercato unico (3).

    2.2

    Il CESE ha elaborato pareri su tutti questi temi (4). Di recente ha adottato un parere d'iniziativa sulla dimensione esterna del mercato unico e attualmente ne ha in preparazione uno sulla sua dimensione sociale e ambientale (5).

    3.   Osservazioni generali — Un'applicazione più efficace

    3.1

    Il CESE apprezza il fatto che il documento della Commissione in esame (COM(2007) 724 def.) insista sulla necessità di conferire maggiore potere ai consumatori e alle PMI per aiutarli a trarre vantaggio dal mercato unico e rispondere meglio alle loro aspettative e preoccupazioni. Giudica quindi positivo che la politica del mercato unico presti particolare attenzione ai settori collegati al consumo, come l'energia, le telecomunicazioni, i servizi finanziari al dettaglio e il commercio all'ingrosso e al dettaglio.

    3.2

    Il successo della futura politica del mercato unico dipende dalla capacità congiunta degli Stati membri e della Commissione di migliorarne il funzionamento. Il mercato unico è non solo opus in fieri, ma anche un settore in cui l'UE e gli Stati membri esercitano competenze concorrenti. Occorre una maggiore adesione da parte degli Stati membri, che spesso non si fanno carico delle loro responsabilità nella gestione del mercato unico e creano così nuovi ostacoli che vanno a intaccare la fiducia che i cittadini dovrebbero avere nei suoi confronti. Andrebbe inoltre riconosciuto maggiormente l'importante ruolo di sostegno al mercato unico svolto dalle parti sociali.

    3.2.1

    La Commissione intende dare maggiore priorità a una corretta applicazione delle norme: occorre infatti predisporre strumenti che garantiscano una maggiore efficacia pratica della legislazione. Per facilitare l'applicazione delle norme sono fondamentali un recepimento corretto e puntuale della legislazione comunitaria e la semplificazione amministrativa. Il corretto recepimento della direttiva sui servizi è particolarmente importante per conseguire gli obiettivi di crescita e occupazione che questa si prefigge.

    3.3

    Fornire soluzioni semplici e rapide ai problemi incontrati dai cittadini e dalle imprese nel mercato unico dovrebbe rimanere una priorità. Uno strumento particolarmente utile è la rete Solvit, ma purtroppo è poco usata per scarsa conoscenza del suo funzionamento e della sua utilità e per mancanza di risorse adeguate, soprattutto a livello nazionale. Il CESE raccomanda quindi vivamente di adottare ogni iniziativa che possa porre rimedio alla situazione, comprese quelle volte a garantire che i centri Solvit siano dotati di risorse sufficienti — sia umane che finanziarie — e ad ampliarne il campo d'azione.

    3.4

    Il CESE appoggia l'intenzione della Commissione di semplificare e accelerare i procedimenti per infrazione, dando priorità ai casi che presentano maggiori rischi e assumono un rilievo economico senza tuttavia compromettere l'efficacia dei deterrenti attuali.

    3.5

    Molto rimane ancora da fare nel settore della sorveglianza del mercato dei prodotti locali e importati: dovranno intervenire non solo la Commissione ma anche le autorità degli Stati membri.

    3.6

    Il CESE auspica che la Commissione dia maggiore risalto all'assistenza alle PMI, collegando la politica in materia agli obiettivi sociali ed ambientali dell'UE, e che essa giunga ad abolire tutte le barriere nazionali non tariffarie, comprese le barriere alla libera circolazione dei capitali e dei lavoratori (6).

    3.7

    Più in generale, è tuttora essenziale che la Commissione continui a svolgere un ruolo di primo piano in quanto custode dei Trattati ed eserciti il suo diritto di iniziativa per consentire il buon funzionamento del mercato unico.

    3.8

    Il CESE ritiene importante proseguire gli sforzi volti a ridurre ulteriormente i costi dovuti alla frammentazione fiscale del mercato unico mediante l'adozione di disposizioni comunitarie in materia, che favoriranno lo sviluppo di attività transfrontaliere e consolideranno il mercato interno.

    4.   Il miglioramento normativo

    4.1

    Il CESE condivide l'obiettivo di garantire un più largo coinvolgimento nella formazione delle politiche e l'intenzione di ampliare la partecipazione delle parti interessate. A questo fine, è fondamentale realizzare sistematicamente valutazioni di impatto.

    4.2

    Nella preparazione di tali valutazioni è essenziale consultare le parti interessate rappresentative. Le valutazioni dovrebbero essere attentamente esaminate da un corpo di esperti esterni e indipendenti comprendente anche gruppi di utenti finali della legislazione.

    4.3

    Bisogna inoltre garantire la riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese senza tuttavia compromettere il conseguimento di risultati per la società.

    4.4

    Per assicurare coerenza e certezza giuridica alle imprese e ai consumatori ed evitare che le nuove iniziative generino nuove barriere, occorrerebbe sottoporre le nuove proposte, a livello sia europeo che nazionale, a un «test di compatibilità con il mercato unico» integrato da una valutazione delle conseguenze sociali e ambientali (7). L'esistenza di testi giuridici poco chiari, spesso attuati e interpretati in modo diverso, genera contraddizioni nell'ambito del diritto comunitario.

    4.5

    È di fondamentale importanza disporre di informazioni e dati migliori sull'applicazione pratica delle norme del mercato unico. La Commissione dovrebbe dimostrare maggiore apertura nel rivelare i dati relativi agli Stati membri che non adempiono i loro obblighi e nell'aiutare le parti sociali degli Stati membri rendendo l'elaborazione delle relazioni nazionali più coerente e trasparente.

    5.   La dimensione esterna del mercato unico (8)

    5.1

    Il CESE conviene con la Commissione nel ritenere che la globalizzazione sia una potente fonte di dinamismo e competitività e che il mercato unico sia una carta vincente da sfruttare per superare le sfide della globalizzazione.

    5.2

    La liberalizzazione degli scambi commerciali è giustamente considerata il primo pilastro della strategia comunitaria in questo settore: il successo dell'UE verrà valutato in base all'esito finale del ciclo di Doha e al completamento degli ampi negoziati in corso, avviati nel quadro della strategia per un'Europa globale, per la conclusione di accordi di libero scambio.

    5.3

    Le questioni legate alle norme giuridiche e tecniche svolgono un ruolo sempre più determinante ai fini della capacità delle imprese di svolgere attività internazionale. Gli organismi europei di normazione, quali il CEN, il Cenelec e l'ETSI, in collaborazione con organismi consultivi come la Normapme (9), dovrebbero garantire che le norme tecniche siano accessibili a tutte le imprese, e specialmente alle piccole imprese, in tutta l'UE e anche nei paesi in via di sviluppo.

    5.4

    La Commissione sottolinea a ragione la necessità di migliorare la cooperazione, l'equivalenza e la convergenza internazionale sul piano normativo. L'obiettivo a lungo termine dovrebbe essere l'accettazione generalizzata di un'unica norma sottoposta a un unico esame.

    5.5

    Le normative comunitarie devono contribuire a mantenere la competitività. L'imposizione di adempimenti troppo gravosi alle imprese europee non sarà compensata da un'accettazione internazionale delle norme UE. La cooperazione normativa con i paesi partner non porterà frutti senza uno spirito di innovazione e di apertura verso altri approcci.

    5.6

    Il CESE giudica incoraggiante l'impegno alla valutazione comparativa delle normative comunitarie rispetto alle migliori pratiche internazionali, in particolare quelle dei maggiori partner commerciali dell'UE. La valutazione comparativa dovrebbe essere inserita sistematicamente nelle valutazioni d'impatto comunitarie e l'UE dovrebbe essere aperta alla cooperazione normativa con i suoi maggiori partner. Dovrebbe inoltre accettare ufficialmente le norme internazionalmente riconosciute per la valutazione di conformità.

    5.7

    Andrebbero incoraggiate le iniziative dell'UE per assumere la leadership a livello mondiale nella definizione delle regole e nello sviluppo di norme tecniche internazionali di qualità basate su dati scientifici per i prodotti industriali e alimentari. Le norme tecniche comuni dovrebbero essere accompagnate da obiettivi normativi comuni. Il CESE raccomanda pertanto alle autorità di regolamentazione internazionali di privilegiare accordi bilaterali e la formazione di reti.

    5.8

    L'UE dovrebbe continuare a sostenere il libero scambio, assicurando nel contempo un adeguato grado di sorveglianza del mercato per prevenire l'importazione di prodotti non conformi alle norme di sicurezza. La Commissione dovrebbe tuttavia garantire che non vi sia abuso protezionistico di queste misure e dei sistemi emergenti di norme tecniche private (10).

    6.   La dimensione sociale del mercato unico

    6.1

    Il CESE concorda nel ritenere che la dimensione sociale contribuirà a migliorare il funzionamento del mercato unico, in linea con la strategia per la crescita e l'occupazione e grazie alla grande importanza che questa attribuisce alla salute economica delle PMI.

    6.2

    Dato che l'integrazione nel mercato del lavoro rappresenta la migliore garanzia contro l'esclusione sociale, la Commissione deve incentrare il suo piano a favore delle opportunità, dell'accesso e della solidarietà su un migliore sfruttamento del potenziale europeo di forza lavoro nell'ambito di società in rapida trasformazione. Essa deve operare di concerto con le parti sociali per fare in modo che ciò si applichi particolarmente alle categorie vulnerabili, ai gruppi di immigrati e alle minoranze.

    6.3

    Per rispondere alle sfide della globalizzazione, cioè sviluppo tecnologico e trasformazione delle realtà sociali e ambientali, occorre orientare le politiche verso il conseguimento di obiettivi sociali tramite l'incremento dei tassi d'occupazione e la creazione delle condizioni quadro per un netto aumento della produttività.

    6.4

    Il CESE ha sottolineato in un suo parere (11) l'importanza di integrare la «flessicurezza» in tutte le politiche dell'UE (12). Le PMI e, in particolare, i lavoratori autonomi rivestono un ruolo essenziale per il funzionamento efficace di mercati del lavoro flessibili. A questo fine, è necessaria una migliore comprensione del ruolo delle PMI nell'attuazione della politica sociale.

    7.   Un mercato unico trainato dall'innovazione

    7.1

    Il CESE sottolinea che per sviluppare il mercato unico è importante promuovere e mettere a frutto i risultati della ricerca scientifica e dell'innovazione, assistere i fornitori nazionali di tecnologia nella diffusione a livello europeo dei prodotti e delle tecnologie d'avanguardia e promuovere, diffondere e sfruttare a livello transnazionale i risultati della ricerca. La qualità del mercato unico può incidere fortemente sulla capacità di innovazione dell'Europa. Occorre coordinare gli sforzi in materia di R&S a livello europeo tra i cluster di PMI, le grandi imprese, gli istituti di ricerca, le università e il nuovo Istituto europeo di innovazione e tecnologia.

    7.2

    Ai fini della capacità di innovazione dell'Europa è fondamentale progredire verso un sistema brevettuale più competitivo in termini di costi e certezza giuridica. A tal fine occorre tra l'altro proseguire lo sviluppo di una giurisdizione brevettuale comune europea, in grado di garantire a tutte le imprese un massimo di qualità, efficacia rispetto ai costi ed affidabilità, nonché un brevetto comunitario che risponda anch'esso a tali requisiti, a beneficio in particolare delle PMI. Occorre inoltre tutelare attivamente i diritti di proprietà intellettuale mediante misure europee e internazionali volte a contrastare efficacemente la piaga sempre più grave della contraffazione e della pirateria.

    7.3

    L'innovazione nella gestione della politica sociale dovrebbe investire tutta la gamma delle organizzazioni dell'economia sociale (ad esempio, le cooperative) che, data un'adeguata vigilanza delle autorità di regolamentazione, sono in grado di avvicinare la fornitura dei servizi alle comunità di utenti.

    7.4

    La nuova politica del mercato unico dovrà svolgere un ruolo chiave nella costruzione di un'economia mondiale sostenibile sotto il profilo dell'ambiente.

    8.   Politica di tutela dei consumatori

    8.1

    Per un mercato unico efficace è importante una politica dei consumatori equilibrata. Il CESE ritiene che i consumatori siano cruciali per la nuova visione della Commissione di un mercato unico realmente includente. Si dovrebbe quindi prestare maggiore attenzione alle esperienze dei consumatori sul mercato, per esempio realizzando valutazioni d'impatto o includendo gli interessi dei consumatori nell'Agenda di Lisbona.

    8.2

    L'accento va posto su un mercato comune che sia vantaggioso sia per le imprese che per i consumatori e sul ruolo che può svolgere il settore dei servizi nel sistema economico accrescendo la qualità e la fiducia dei consumatori. Questi ultimi dovrebbero effettivamente poter accedere ai beni e ai servizi offerti in tutta l'UE, mentre le imprese dovrebbero essere in grado di offrire i loro beni e servizi in tutta l'UE con la stessa facilità che sul mercato nazionale. L'armonizzazione, abbinata al riconoscimento reciproco, fornisce una base idonea per creare tale situazione vantaggiosa per tutti (13).

    9.   Comunicazione Un mercato unico per l'Europa del XXI secolo — I servizi di interesse generale, compresi i servizi sociali di interesse generale: un nuovo impegno europeo  (14)

    9.1

    In molti dei suoi pareri (15), il CESE ha espresso preoccupazione per la persistente mancanza di certezza giuridica in merito ai SIG.

    9.2

    La comunicazione sui SIG sottolinea il ruolo dello speciale Protocollo sui servizi di interesse generale allegato al Trattato di Lisbona (protocollo SIG), che secondo la Commissione ha lo scopo di creare un quadro di riferimento coerente per l'azione comunitaria fornendo al tempo stesso una solida base per la definizione dei servizi di interesse generale (16).

    9.3

    La comunicazione, invece, accenna solo brevemente al nuovo articolo 16 del Trattato di Lisbona, senza svilupparne le implicazioni. Tale articolo introduce in realtà una nuova base giuridica per i SIEG, affidando al Consiglio e al Parlamento il compito di stabilire, mediante regolamenti e secondo la procedura legislativa ordinaria, i principi e le condizioni, in particolare economiche e finanziarie, che permetteranno ai SIEG di assolvere i loro compiti.

    9.4

    L'effettiva attuazione del principio per cui deve prevalere il corretto assolvimento dei compiti dei SIEG, che sarà resa possibile dal nuovo articolo 16 del Trattato di Lisbona, permetterà di ricorrere con meno frequenza all'arbitraggio della Corte di giustizia.

    9.5

    Il Trattato di Lisbona contiene numerose innovazioni, nella fattispecie l'articolo 16 di cui sopra e un riferimento ai SIG in genere e ai SIG di carattere non economico. Esso contribuisce a riportare la questione dei servizi di interesse generale nel campo d'azione dell'UE, in linea con il principio di sussidiarietà.

    9.6

    Per il CESE, il nuovo Trattato di Lisbona (in particolare l'articolo 16 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e il Protocollo SIG) è solo il punto di partenza di un nuovo approccio tendente a una maggiore certezza giuridica e a una regolamentazione più coerente dei regimi nazionali e comunitari in materia di SIG.

    9.7

    Il Protocollo SIG costituisce un manuale per l'applicazione delle norme in materia di SIG, che siano di tipo economico o non economico. Esso non risolve tuttavia il problema della distinzione tra queste due categorie.

    9.8

    Iscrivendo nel diritto primario la distinzione tra SIEG e SIG non economici, così come la necessità di far rispettare i principi comuni di funzionamento dei SIEG, il Protocollo dimostra quanto sia più che mai necessario procedere a un chiarimento dei concetti e dei regimi esistenti per offrire certezza giuridica sia alle imprese e agli organismi incaricati della gestione dei servizi, sia ai loro principali beneficiari.

    9.9

    La comunicazione sui SIG propone di «consolidare il quadro normativo UE applicabile ai servizi di interesse generale, compresi i servizi sociali e sanitari, fornendo soluzioni concrete per problemi concreti ove esistano» e combinando azioni settoriali e azioni incentrate su questioni precise.

    9.10

    Nel far ciò bisognerà evidentemente tener conto delle specificità di ciascuno dei settori interessati. Dato però che il diritto primario riconosce che i SIEG fanno complessivamente parte dei «valori comuni» dell'UE e che essi contribuiscono alla sua «coesione sociale e territoriale», è indispensabile coniugare iniziative settoriali (che tengano conto della specificità di ciascun settore) e problematiche trasversali.

    9.11

    Il CESE propone quindi un approccio plurimo e progressivo che coniughi la dimensione settoriale a quella tematica, portando all'adozione di iniziative legislative quando risultino necessarie e/o ad adeguare i principi e le condizioni in oggetto ai diversi settori interessati (approccio orizzontale a orientamento settoriale).

    10.   La situazione specifica dei servizi sociali di interesse generale

    10.1

    Il CESE sottolinea l'importanza della strategia di Lisbona per mantenere i benefici del mercato unico e garantire il suo sviluppo e il suo consolidamento.

    10.2

    La Commissione ha introdotto il concetto di servizi sociali di interesse generale (SSIG) e lo ha sviluppato nel Libro bianco sui servizi di interesse generale, in due comunicazioni (17) e in un documento di lavoro interno (18).

    10.3

    La comunicazione non propone una definizione dei SSIG e li distingue in due grandi gruppi: da un lato, i regimi legali e complementari di sicurezza sociale e, dall'altro, «altri servizi prestati direttamente alla persona».

    10.4

    La prudenza della Commissione dimostra chiaramente quanto sia difficile definire i SSIG a causa dell'estrema specificità e varietà dei loro compiti, profondamente ancorati nelle preferenze collettive nazionali se non locali.

    10.5

    Nel 2003, nel corso della consultazione relativa al Libro verde sui servizi di interesse generale, i soggetti del settore dei SSIG (enti pubblici locali, operatori, rappresentanti degli utenti) hanno abbondantemente segnalato un sentimento di crescente incertezza giuridica rispetto alle normative comunitarie a loro applicabili, date le loro specificità in particolare per quanto riguarda l'affidamento. Hanno sottolineato che si trovavano in una «zona grigia» pregiudizievole all'assolvimento dei loro compiti. Ciò, allo stesso tempo, ha spinto:

    la Commissione a intraprendere uno specifico processo di riflessione (comunicazione, studi, ecc.),

    il legislatore a escludere in gran parte i SSIG dal campo d'applicazione della direttiva sui servizi (19),

    il Parlamento europeo a chiedere in due occasioni maggiore certezza giuridica (20).

    10.6

    La Commissione, tuttavia, non adotta questo approccio, che è in evidente contraddizione con l'approccio settoriale da essa privilegiato, e conta di limitare le sue proposte a una serie di risposte alle «domande frequenti» e a un servizio di informazione interattivo, certamente utili ma senza valore giuridico vincolante.

    10.7

    Per rispondere alla domanda di certezza giuridica, ai sensi tra l'altro dell'articolo 16 del Trattato sul funzionamento dell'UE, che dischiude nuove prospettive per quanto riguarda il posto e il ruolo dei SIEG nell'Unione europea, SSIG compresi, occorre portare avanti il lavoro di chiarimento dei concetti e dei regimi comunitari applicabili alle attività di servizio pubblico.

    11.   La comunicazione Opportunità, accesso e solidarietà: verso una nuova visione sociale per l'Europa del XXI secolo

    11.1

    Il CESE accoglie con favore gli obiettivi enunciati nella comunicazione Opportunità, accesso e solidarietà: verso una nuova visione sociale per l'Europa del XXI secolo  (21), una comunicazione che è rivolta ai cittadini, alla società civile e alle imprese dell'UE, comprese le PMI, e si fonda su strumenti europei fondamentali come il mercato unico, la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione e la strategia in materia di sviluppo sostenibile.

    11.2

    Le trasformazioni attualmente in corso nelle società europee (tra queste: il passaggio all'Europa a 27 con 500 milioni di cittadini, i cambiamenti demografici, la globalizzazione, i progressi tecnologici e lo sviluppo economico) possono portare nuove opportunità di lavoro e nuove abilità, ma l'adattamento ai cambiamenti comporta sempre un rischio di disoccupazione e di esclusione.

    11.3

    Il CESE sostiene l'idea che l'UE debba svolgere un ruolo più incisivo nel facilitare, anticipare e incoraggiare tali trasformazioni strutturali promovendo nel contempo i valori europei a livello mondiale. La comunicazione delinea una nuova visione sociale per l'Europa del XXI secolo, imperniata sulle «opportunità di successo», ed è intesa a completare il processo di consultazione che aveva come scadenza il 15 febbraio 2008. Nel dibattito sulle trasformazioni sociali e sul concetto di realtà sociale europea è stato coinvolto, tra gli altri, anche l'Ufficio dei consiglieri per le politiche europee (BEPA), insieme agli Stati membri e alle istituzioni europee. Il CESE accoglie positivamente l'obiettivo che consiste nel garantire che le conclusioni finali di tale dibattito contribuiscano alla preparazione dell'agenda sociale rinnovata, che dovrà essere presentata nel 2008 e tener conto del nuovo quadro istituzionale definito dal Trattato di Lisbona.

    11.4   Ipotesi e osservazioni generali

    11.4.1   Realtà sociali in trasformazione

    Tutti gli Stati membri stanno vivendo trasformazioni rapide e profonde. In particolare, gli europei manifestano ansia e preoccupazione per le generazioni future (cfr. anche i precedenti pareri e iniziative del CESE, il documento del BEPA, contenente una panoramica dettagliata delle tendenze sociali in atto, e la relazione della Commissione sulla situazione sociale per il 2007).

    11.4.2   Una visione sociale per l'Europa imperniata sulle «opportunità di successo»: promuovere il benessere attraverso le opportunità, l'accesso e la solidarietà

    «Opportunità — per avviarsi nella vita con buone premesse, realizzare il proprio potenziale e sfruttare al meglio le possibilità offerte da un'Europa innovativa, aperta e moderna.

    Accesso — metodi nuovi e più efficaci per accedere all'istruzione, avanzare nel mercato dell'occupazione, beneficiare di un'assistenza sanitaria e di una protezione sociale di qualità e partecipare alla vita culturale e sociale.

    Solidarietà — promuovere la coesione sociale e la sostenibilità del modello sociale e garantire che nessuno venga escluso.»

    11.4.2.1

    Il CESE concorda con la Commissione nel ritenere che non vi sia una soluzione unica valida per tutta l'Europa e che le sfide comuni richiedano un'azione congiunta sostenuta da una cittadinanza attiva.

    11.4.2.2

    Per conseguire una crescita sostenuta e ridurre il rischio di défaillance del sistema di protezione sociale, è fondamentale combattere l'esclusione sociale e migliorare le condizioni di vita creando opportunità per i singoli cittadini. La fiducia e la speranza sono fondamentali per il progresso, la modernizzazione e la disponibilità al cambiamento.

    11.4.3   Principali aree di intervento

    Per conseguire gli obiettivi di «opportunità, accesso e solidarietà», l'UE deve investire:

    1)

    nei giovani: le nuove trasformazioni sociali e la nuova economia basata sull'innovazione e la tecnologia richiedono maggiore impegno in termini di istruzione e di competenze; investire nei giovani significa esercitare un impatto positivo sia sullo sviluppo economico che sulla coesione sociale. L'agenda di Lisbona ha posto l'istruzione al centro del sistema sociale ed economico europeo, trasformando la conoscenza in un fattore di competitività per l'Europa nel contesto globale;

    2)

    nell'obiettivo di rendere i percorsi professionali gratificanti: per un'economia e un mercato del lavoro dinamici occorrono norme flessibili e standard sociali elevati (cfr. «flessicurezza»);

    3)

    nella longevità e nella salute: l'allungamento dell'aspettativa di vita costituisce un peso per i sistemi di previdenza sociale, ma crea anche nuove opportunità economiche in termini di nuovi servizi, beni e tecnologie. L'UE dovrebbe promuovere nuove politiche sociali che consentano di sfruttare queste opportunità e di rimediare alle carenze degli attuali sistemi di protezione sociale;

    4)

    nella parità tra i sessi: i nuovi modelli economici inducono nuovi schemi sociali. Ad esempio, le politiche del lavoro dovrebbero adeguarsi coerentemente ai nuovi requisiti della parità tra i sessi. Alcune delle proposte della Commissione affrontano le questioni del divario retributivo, del regime fiscale e delle pratiche favorevoli alla famiglia sul luogo di lavoro;

    5)

    nel coinvolgimento attivo e nella non discriminazione: le recenti tornate di allargamento hanno rivelato profonde disparità economiche e sociali tra Stati membri e tra regioni. La Commissione mira a promuovere una nuova politica di coesione basata sull'accettazione della diversità, sull'inclusione attiva, sulla promozione dell'uguaglianza e sull'eliminazione delle discriminazioni;

    6)

    nella mobilità e nel successo dell'integrazione: il mercato unico ha portato ad un aumento della mobilità dei cittadini che ha avuto ripercussioni anche per le PMI. Ciò rende quindi necessari nuovi approcci su scala europea basati sull'integrazione;

    7)

    nella partecipazione civica, nella cultura e nel dialogo: questi aspetti svolgono un ruolo importante nella coesione sociale, coinvolgendo nel contempo risorse economiche collegate all'innovazione e allo sviluppo tecnologico.

    11.4.4   Il ruolo dell'UE

    11.4.4.1

    Il CESE sottolinea il fatto che, benché le politiche elencate siano principalmente di competenza degli Stati membri, l'UE e le parti sociali svolgono un ruolo importante nel guidare e sostenere le azioni e le riforme correlate. L'acquis comunitario è uno strumento essenziale in particolare per quanto riguarda l'allargamento e le politiche di coesione, il Trattato di Lisbona e la Carta dei diritti fondamentali.

    11.4.4.2

    Il CESE è favorevole alle cinque strategie seguenti, enunciate nella comunicazione:

    predisporre quadri strategici d'intervento: l'UE ha già definito obiettivi comuni volti ad armonizzare gli interventi degli Stati membri nei settori della Strategia europea per l'occupazione, dell'Agenda di Lisbona e delle politiche sociali. Ora dovrà concentrarsi sul raggiungimento di tali obiettivi e sul tentativo di rendere operativi i principi comuni,

    sostenere i valori dell'Europa e garantire pari condizioni: il quadro giuridico europeo svolge un ruolo fondamentale nell'orientare le politiche nazionali verso obiettivi comuni,

    condividere le esperienze e le buone pratiche: il CESE condivide l'idea della Commissione secondo cui le migliori pratiche, lo scambio di esperienze, le valutazioni comuni e le valutazioni inter pares delle innovazioni sociali devono entrare a far parte del grande dibattito sulle politiche nazionali ed europee, nel quale dovrebbero essere attivamente coinvolte anche le istituzioni nazionali, regionali e locali, le parti sociali e le ONG,

    sostenere l'azione a livello locale, regionale e nazionale: le politiche comunitarie di coesione e i fondi strutturali hanno contribuito a ridurre le differenze di prosperità e di tenore di vita nell'ambito dell'UE. Negli ultimi anni tali strumenti sono stati associati più strettamente alle priorità strategiche di «crescita e occupazione» dell'Unione (per il periodo 2007-2013 il Fondo sociale europeo ha stanziato 75 miliardi di euro per dotare i lavoratori di nuove competenze e incoraggiare le imprese innovative). Il CESE sottolinea che il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è un importante strumento di solidarietà: esso dovrebbe consentire di prendere misure concrete per attenuare l'impatto della globalizzazione sui gruppi più vulnerabili e sulle imprese, comprese le PMI. È quindi fondamentale partecipare al dibattito sul bilancio dell'UE dopo il 2013, in modo da integrarvi i risultati della consultazione sociale,

    sensibilizzare l'opinione pubblica e creare una solida base di conoscenze: il CESE accoglie positivamente iniziative come gli Anni europei delle pari opportunità per tutti (2007), del dialogo interculturale (2008) e della lotta contro la povertà e l'esclusione sociale (2010). Le fondazioni e agenzie esistenti — la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, la neoistituita Agenzia europea dei diritti fondamentali e l'Istituto europeo per la parità — contribuiranno sempre più a informare i responsabili del processo decisionale, a sensibilizzare l'opinione pubblica e a promuovere una consultazione sistematica (e non soltanto elettronica). A questo processo dovrebbero essere associati anche il CESE, gruppi di esperti indipendenti, organizzazioni di rappresentanza e istituti di ricerca a livello europeo/nazionale. Il CESE esorta a coinvolgere maggiormente tutte le parti interessate nell'opera di sensibilizzazione e di miglioramento della qualità dei risultati relativi a problematiche sociali (offerta di dati, statistiche, indicatori comuni e sistemi di monitoraggio affidabili, ecc.).

    Bruxelles, 18 settembre 2008.

    Il Presidente

    del Comitato economico e sociale europeo

    Dimitris DIMITRIADIS


    (1)  INT/416, R/CESE 1120/2008.

    (2)  Come richiesto dal Parlamento europeo nella risoluzione del 4 settembre 2007 sulla revisione del mercato unico: superare gli ostacoli e le inefficienze attraverso una migliore attuazione e applicazione (2007/2024 INI).

    (3)  Il «pacchetto» della Commissione del 20 novembre 2007 è composto dalla comunicazione Un mercato unico per l'Europa del XXI secolo (COM(2007) 734 def.), che stabilisce una serie di iniziative destinate a riposizionare il mercato unico, e da cinque documenti di lavoro intitolati:

    The single market: review of achievements (SEC(2007) 1521)

    Instruments for a modernised single market policy (SEC(2007) 1518)

    Implementing the new methodology for product, market and sector monitoring: Results of a first sector screening (SEC(2007) 1517)

    The external dimension of the single market review (SEC(2007) 1519)

    Initiatives in the area of retail financial services (SEC(2007) 1520).

    Esistono altre due comunicazioni intitolate:

    Servizi d'interesse generale, compresi i servizi sociali d'interesse generale: un nuovo impegno europeo (COM(2007) 725 def.) accompagnata da diversi documenti di lavoro (SEC(2007) 1514, SEC(2007) 1515 e SEC(2007) 1516),

    Opportunità, accesso e solidarietà: verso una nuova visione sociale per l'Europa del XXI secolo (COM(2007) 726 def.).

    (4)  CESE 267/2008 (GU C 162 del 25.6.2008); CESE 1262/2007 (GU C 10 del 15.2.2008), CESE 62/2008 (GU C 151 del 17.6.2008).

    (5)  CESE 481/2008 (GU C 204 del 9.8.2008) e INT/416, R/CESE 1120/2008.

    (6)  Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Piccole e medie imprese, essenziali per conseguire una maggiore crescita e rafforzare l'occupazione — Valutazione intermedia della politica moderna a favore delle PMI, COM(2007) 592 def., accessibile alla pagina

    http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:52007DC0592:IT:NOT

    (7)  Cfr. il parere CESE 794/2007.

    (8)  CESE 481/2008 (GU C 204 del 9.8.2008).

    (9)  Organizzazione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese per la standardizzazione.

    (10)  Relazione dell'OMC sul commercio mondiale 2005 Exploring the Links between Trade, Standards and the WTO, consultabile alla pagina

    http://www.wto.org/english/res_e/booksp_e/anrep_e/world_trade_report05_e.pdf

    (11)  CESE 767/2008 (SOC/283), COM(2007) 359 def.: Verso principi comuni di flessicurezza: Posti di lavoro più numerosi e migliori grazie alla flessibilità e alla sicurezza.

    (12)  CESE 999/2007 (GU C 256 del 27.10.2007).

    (13)  Cfr. conclusioni del Consiglio europeo del 13-14 marzo 2008.

    (14)  COM(2007) 725 def.

    (15)  CESE 427/2007 (GU C 161 del 13.7.2007), CESE 976/2006 (GU C 309 del 16.12.2006), CESE 121/2005 (GU C 221 dell'8.9.2005) e CESE 1125/2003 (GU C 80 del 30.3.2004).

    (16)  COM(2007) 725 def. del 20 novembre 2007, riquadro 3, pag. 10.

    (17)  Comunicazione della Commissione Attuazione del programma comunitario di Lisbona:i servizi sociali d'interesse generale nell'Unione europea (COM(2006) 177 def. del 26 aprile 2006) e I servizi di interesse generale, compresi i servizi sociali di interesse generale: un nuovo impegno europeo (COM(2007) 725 def. del 20 novembre 2007).

    (18)  Frequently Asked Questions concerning the Application of Public Procurement Rules to Social Services of General Interest (SEC(2007) 1514 del 20 novembre 2007).

    (19)  Cfr. l'articolo 2, paragrafo 1 e paragrafo 2, lettera j) della direttiva sui servizi.

    (20)  Relazione Rapkay del 14 settembre 2006 e relazioni Hasse Ferreira e Toubon del 2007.

    (21)  COM(2007) 726 def.


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