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Document 52023IR0903

Parere del Comitato europeo delle regioni — Una governance multilivello per il Green Deal: verso la revisione del regolamento sulla governance

COR 2023/00903

GU C, C/2024/1046, 9.2.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1046/oj (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1046/oj

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Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea

IT

Serie C


C/2024/1046

9.2.2024

Parere del Comitato europeo delle regioni — Una governance multilivello per il Green Deal: verso la revisione del regolamento sulla governance

(C/2024/1046)

Relatore:

Joško KLISOVIĆ (HR/PSE), presidente del consiglio cittadino di Zagabria

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

Adeguare il Green Deal europeo in quanto quadro strategico alle esigenze future

1.

sottolinea che gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo richiederanno, durante il prossimo fondamentale decennio, cambiamenti inauditi a una velocità senza precedenti e che tali cambiamenti devono avvenire in larga misura a livello locale e regionale. A tal fine occorre porre un forte accento sugli strumenti e sulle misure per un’attuazione agevole, sostenendo le regioni e i territori meno sviluppati al fine di evitare l’accrescersi delle disparità territoriali, e progredire verso un quadro europeo per un benessere sostenibile;

2.

sottolinea che il Green Deal europeo deve essere adeguato al contesto locale, in quanto la sua attuazione avverrà in larga misura a livello locale e regionale. Pertanto, gli enti locali e regionali devono essere coinvolti fin dalle primissime fasi per alimentare il processo decisionale dell’UE con la loro conoscenza del contesto sociale ed economico in cui si attuano le politiche dell’UE. Il CdR si impegna ad assumere un ruolo attivo di guida in questo esercizio di adeguamento;

3.

sottolinea che, dal suo lancio nel 2019, il Green Deal europeo ha dovuto far fronte a ripetute sfide poste da molteplici crisi, ma ha dimostrato di avere un ruolo chiave nel rafforzare la capacità delle regioni e delle città dell’UE di affrontare tali crisi e di essere resilienti; al fine di continuare a rafforzare tale resilienza, i meccanismi di attuazione del Green Deal europeo devono essere ambiziosi e «a prova di crisi», e devono offrire ai territori dell’UE una visione di lungo periodo;

4.

invita pertanto la Commissione europea a continuare a basarsi sul Green Deal europeo nel prossimo mandato dell’UE per garantire un quadro stabile che vada oltre un unico mandato, pubblicando una nuova comunicazione sul Green Deal 2.0 e valutando — come previsto dalla clausola di revisione intermedia del programma di azione per l’ambiente (PAA) fino al 2030 — la possibilità di presentare una proposta legislativa per aggiungere un allegato al PAA. Ciò aiuterà l’UE a realizzare gli obiettivi della duplice transizione verde e digitale, in particolare quelli della neutralità climatica e del benessere sostenibile entro il 2050, attraverso la mitigazione e l’adattamento, nonché a garantire la resilienza delle regioni e delle città europee e la coerenza delle misure nazionali e unionali con gli obiettivi climatici (articoli 6 e 7 della normativa dell’UE sul clima (1)), affrontando nel contempo altre crisi ambientali interdipendenti a livello sistemico, come la perdita di biodiversità e l’inquinamento;

5.

invita il Consiglio dell’Unione europea, il Parlamento europeo e la Commissione europea a impegnarsi ulteriormente in un riesame e una revisione approfonditi del regolamento sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima (regolamento sulla governance (2)) prendendo come punto di partenza i requisiti di cui all’articolo 45 di tale regolamento, e a migliorare l’attuazione della normativa europea sul clima. Ciò garantirà un quadro legislativo stabile e coerente che preveda un margine per soluzioni nazionali, regionali e locali, essenziale per il perseguimento dei suddetti obiettivi; sottolinea che il CdR e gli enti locali e regionali devono essere pienamente coinvolti in tale riesame;

6.

ritiene che il Green Deal europeo debba diventare una strategia globale, ulteriormente allineata al quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), al fine di includere le dimensioni più pertinenti dello sviluppo sostenibile, sfruttando i benefici collaterali derivanti dal conseguimento degli obiettivi ambientali e sociali e mantenendo nel contempo come bussola l’obiettivo della neutralità climatica. Tali sforzi sarebbero in linea con le discussioni in corso a livello mondiale, ad esempio nel quadro del gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulle sinergie tra gli OSS e gli obiettivi climatici (3);

7.

mette in risalto l’importanza dei programmi di istruzione riqualificazione e aggiornamento delle competenze per preparare le comunità locali alla transizione verde. Esorta gli Stati membri a investire in iniziative educative che promuovano la consapevolezza ambientale e dotino i cittadini di competenze pertinenti per l’economia verde emergente; chiede un sostegno mirato e iniziative di sviluppo delle capacità per gli enti locali e regionali al fine di garantire la loro partecipazione attiva e il loro contributo alla realizzazione degli obiettivi del Green Deal;

8.

insiste sul fatto che la revisione del quadro del Green Deal europeo deve affrontare tutti gli aspetti relativi ai gruppi vulnerabili, al fine di rispondere meglio alle esigenze sociali e territoriali, il che richiederà un allineamento più sistematico con l’assegnazione delle risorse dell’UE, a partire dal quadro finanziario pluriennale (QFP); accoglie con favore, in tal senso, il lavoro della Commissione europea sul benessere sostenibile e inclusivo (4) quale importante primo passo per far sì che la governance dell’Europa vada oltre l’uso del PIL come unico indicatore pertinente;

9.

chiede che le politiche in materia di salute e di genere siano collegate in modo più strutturale nel quadro del Green Deal europeo, facendo leva sull’approccio dell’UE all’integrazione della dimensione di genere e sul principio «One Health» (5);

10.

sottolinea la necessità di coinvolgere tutti i soggetti interessati pertinenti nella realizzazione delle priorità del Green Deal e mette in risalto l’esperienza positiva della piattaforma delle parti interessate per l’inquinamento zero (Zero Pollution Stakeholder Platform — ZPSP), copresieduta dalla Commissione europea e dal CdR. Il CdR si impegna a continuare a sostenere questa piattaforma e propone di includerla nel Green Deal 2.0 al fine di proseguire i suoi lavori a lungo termine per contribuire al conseguimento dell’obiettivo «inquinamento zero» per un ambiente privo di sostanze tossiche previsto dal Green Deal europeo;

11.

sottolinea che, per garantire orientamenti adeguati per la governance e l’attuazione del Green Deal, è necessario un sistema globale di monitoraggio e prospettive (6) in cui sia riservata particolare attenzione alle specificità territoriali, in particolare prendendo in considerazione la fragilità di ogni territorio riguardo a cause naturali quali il rischio sismico e idrogeologico, e alle vulnerabilità di alcuni territori, ivi comprese le zone remote e rurali, al fine di promuovere un benessere sostenibile e inclusivo per tutti gli europei. L’UE dovrebbe lavorare a una serie armonizzata di indicatori, sulla base di quelli esistenti (7), che consenta un’adeguata granularità a livello subnazionale per gli aspetti chiave, come già avviene, ad esempio, nel caso del quadro di valutazione urbano e regionale sull’azzeramento dell’inquinamento (8). Accoglie con favore la nuova iniziativa dell’Osservatorio europeo sulla neutralità climatica (9) quale passo fondamentale in questa direzione; questa serie di indicatori può inoltre concorrere al monitoraggio e all’aggiornamento continui dei contributi determinati a livello nazionale all’accordo di Parigi;

12.

riconosce il ruolo centrale degli ambasciatori del patto per il clima in ciascuno Stato membro nel sensibilizzare in merito ai cambiamenti climatici e nel promuovere pratiche sostenibili a livello locale; incoraggia gli Stati membri ad ampliare e a sostenere le iniziative degli ambasciatori del patto per il clima al fine di promuovere l’impegno sul territorio e la diffusione delle conoscenze e a collegare meglio tali attività con le altre iniziative dell’UE nell’ambito del Green Deal, come, ad esempio, il Patto europeo dei sindaci;

13.

evidenzia la necessità di un insieme affidabile e coerente di dati aperti per analizzare l’impatto delle politiche pianificate, valutare i quadri attuali, pianificare le infrastrutture, esaminare i piani nazionali, regionali e locali e individuare le priorità; onde superare tale situazione, chiede che sia istituita un’Agenzia europea per l’energia che fornisca un’infrastruttura imparziale di dati, di monitoraggio e di conoscenze per le decisioni in materia di politica energetica.

Verso la revisione del regolamento sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima

14.

ritiene che il regolamento sulla governance sia diventato uno strumento fondamentale per l’attuazione delle politiche in materia di clima ed energia e abbia il potenziale per diventare uno dei pilastri dell’intera attuazione del Green Deal europeo; invita, a tal fine, gli Stati membri a garantire una maggiore coerenza e complementarità nell’ambito delle rispettive strategie nazionali di sviluppo sostenibile;

15.

ritiene che le strategie nazionali a lungo termine previste dal regolamento sulla governance possano essere rafforzate e ampliate per includere maggiori aspetti del Green Deal europeo, che consentano transizioni eque con l’obiettivo di garantire un benessere sostenibile, diventando quindi strategie a lungo termine per il Green Deal e basandosi sul lavoro sviluppato dal piano sui Green Deal locali nell’ambito della sfida Città intelligenti della Commissione europea (10), mentre i piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) e le strategie nazionali di adattamento rimarrebbero incentrati sul loro attuale ambito di applicazione; le strategie a lungo termine per il quadro del Green Deal dovrebbero essere sufficientemente flessibili da garantire che gli Stati membri possano avvalersi di piani nazionali esistenti che siano comparabili in termini di portata e ambizione;

16.

accoglie con favore il lavoro svolto dall’OCSE sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile; invita la Commissione europea a portare avanti l’attuazione di tale quadro inserendolo nel regolamento riveduto sulla governance, sulla base dei controlli della coerenza previsti dalla normativa europea sul clima agli articoli 6 e 7, nonché delle buone pratiche di diversi Stati membri dell’UE (11);

17.

ritiene che la scarsa qualità dei dialoghi e delle consultazioni multilivello in materia di clima ed energia in alcuni Stati membri (12) rappresenti una grave minaccia per l’efficace attuazione del regolamento sulla governance (13), che può avere successo solo con l’effettiva partecipazione delle città e delle regioni (14); chiede pertanto un rafforzamento dell’articolo 11 del regolamento sulla governance e suggerisce che detto articolo rivisto imponga agli Stati membri di istituire, sulla base dei loro presupposti amministrativi, un dialogo permanente multilivello sull’energia e il clima (PMECD), che discuterebbe dei PNEC e, ove necessario, potrebbe estendere la portata della discussione a tutti gli aspetti del Green Deal europeo. Le strutture nazionali esistenti con portata e finalità analoghe potrebbero essere considerate equivalenti;

18.

ritiene in particolare che le città, soprattutto quelle più densamente abitate, siano l’elemento più fragile e che maggiormente risente degli effetti negativi dell’incremento della temperatura a livello globale. Nota che la struttura delle città e delle metropoli e le condizioni abitative all’interno di esse sono tutt’altro che omogenee a livello nazionale; pertanto ritiene che gli enti locali e regionali dovrebbero essere consultati regolarmente nella fase di programmazione degli interventi e delle misure dei PNEC;

19.

sottolinea la necessità di finanziamenti e risorse ad hoc per sostenere la riqualificazione e l’aggiornamento delle competenze della forza lavoro nelle regioni pesantemente colpite dalla transizione verde. Esorta gli Stati membri a collaborare con gli enti locali e regionali e i soggetti interessati dell’industria per istituire centri di formazione e programmi che affrontino le carenze di competenze specifiche in tali regioni;

20.

ritiene che l’assenza o la scarsa qualità del dialogo multilivello debba costituire un solido motivo per la formulazione da parte della Commissione europea di raccomandazioni sul PNEC di un paese, in quanto ciò potrebbe, in ultima analisi, inficiare la credibilità dell’intero piano. I servizi competenti della Commissione europea dovrebbero disporre di risorse sufficienti per effettuare i controlli richiesti, come già avviene per analoghi obblighi di consultazione previsti dalla normativa ambientale;

21.

propone che il nuovo PMECD incoraggi le procedure di co-pianificazione con i pertinenti enti subnazionali che hanno competenze dirette in materia di clima, energia e ambiente, e che dette procedure possano essere attivate su richiesta dell’autorità nazionale o di un gruppo di enti locali e regionali dello Stato membro interessato;

22.

ritiene che l’articolo 11 riveduto del regolamento sulla governance debba garantire la qualità dei dialoghi multilivello nel tempo, iniziando a monte dei negoziati sulle politiche in materia di clima ed energia e proseguendo durante la fase di attuazione per facilitare gli scambi sugli ostacoli e le leve. La Commissione europea dovrebbe fornire orientamenti agli Stati membri sulle modalità per istituire i PMECD, basandosi su buone pratiche che possano servire da ispirazione come quelle individuate nell’ambito del progetto LIFE NECPlatform (15);

23.

ritiene che, in conformità della convenzione di Aarhus, la disposizione sulla partecipazione del pubblico nel regolamento sulla governance (articolo 10) debba essere rafforzata e meglio monitorata per garantire che i cittadini partecipino maggiormente all’elaborazione e all’attuazione delle politiche in materia di clima, energia e ambiente, il che è essenziale per garantire cambiamenti strutturali nei comportamenti;

24.

sottolinea che il Green Deal europeo contiene una serie di nuovi obblighi e obiettivi di pianificazione per gli enti locali e regionali. Il regolamento sulla governance riveduto dovrebbe pertanto rendere obbligatorio per gli Stati membri l’inclusione nei PNEC di un nuovo capitolo sul tema «Sostegno e risorse fornite agli enti locali e regionali per l’attuazione», in cui gli Stati membri dovrebbero descrivere il sostegno tecnico e finanziario disponibile per l’attuazione a tutti i livelli di governo e, in particolare, fornire dettagli su un approccio strutturale e sistemico al finanziamento, razionalizzando i diversi fondi dell’UE a disposizione degli enti locali e regionali e allineando la programmazione dei finanziamenti dell’UE da parte degli Stati membri per sostenere l’attuazione da parte degli enti locali e regionali (ad esempio REPowerEU, Fondo sociale per il clima, dispositivo per la ripresa e la resilienza, FESR ecc.). Questo capitolo dovrebbe essere oggetto di ampie discussioni nei PMECD;

25.

invita a fare buon uso degli strumenti multilivello esistenti, quali la Piattaforma interistituzionale di scambio delle conoscenze (KEP 2.0) e l l’iniziativa La scienza incontra le regioni, per facilitare lo scambio delle buone pratiche, dei risultati della ricerca e delle soluzioni innovative relative alla transizione verde. Incoraggia gli Stati membri, gli enti locali e regionali e gli istituti di istruzione a partecipare attivamente a tali iniziative seguendo il modello della quadrupla elica, per migliorare la loro base di conoscenze e promuovere l’apprendimento collaborativo;

26.

suggerisce che il regolamento sulla governance sostenga la creazione di sportelli unici del Green Deal a livello subnazionale per migliorare l’attuazione di politiche sostenibili integrate a livello locale e regionale, secondo un approccio trasversale, offrendo informazioni e orientamenti facilmente accessibili sull’attuazione del nuovo quadro legislativo nazionale, nonché sulle opportunità di ottenere assistenza tecnica e finanziaria. Tali sportelli unici dovrebbero basarsi sulle esperienze attuali delle strutture locali, che aiutano le città e le regioni ad attuare azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, e ampliare il loro sostegno agli altri settori del Green Deal europeo;

27.

sottolinea che le agenzie locali e regionali per l’energia e il clima sono fondamentali per sostenere le amministrazioni locali e regionali nell’attuazione del Green Deal europeo, rafforzando le capacità e le competenze locali e consentendo un migliore accesso ai fondi e una loro migliore distribuzione. Dovrebbero essere ulteriormente sostenute attraverso finanziamenti e strumenti finanziari specifici dell’UE, nonché attraverso un maggiore sostegno da parte di programmi di assistenza tecnica quali lo strumento europeo per le città (European City Facility — EUCF), il Fondo di sviluppo dei progetti, il meccanismo ELENA e il programma ManagEnergy. Sottolinea che gli enti locali e regionali dovrebbero essere sostenuti attraverso i suddetti programmi dell’UE e i finanziamenti e gli strumenti finanziari specifici dell’Unione per colmare le lacune esistenti in termini di competenze e risorse ai rispettivi livelli;

28.

propone che la rifusione del regolamento sulla governance imponga agli Stati membri di integrare e rendere noti gli impegni, i dati e le misure riguardanti gli enti locali e regionali che sono disponibili nei piani d’azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC) elaborati dai firmatari del Patto europeo dei sindaci, nei contratti urbani per il clima elaborati dalle città nell’ambito della Missione dell’UE Città intelligenti e a impatto climatico zero e nei Green Deal locali, al fine di garantire il massimo livello di ambizione e fare in modo che i PNEC siano adeguati al contesto locale. Il Centro comune di ricerca (JRC) potrebbe svolgere un ruolo chiave (16) in questo processo e fornire agli Stati membri, insieme ai coordinatori nazionali del Patto dei sindaci, informazioni pertinenti per ciascun paese in un formato adatto all’inclusione nei PNEC, al fine di sfruttare meglio i dati esistenti;

29.

ritiene che il raccordo tra gli obiettivi nazionali sanciti dal regolamento sulla governance e gli obiettivi locali e regionali sia fondamentale per garantire la credibilità degli impegni assunti dagli Stati membri. Invita analogamente la Commissione europea a considerare in maniera formale l’azione per il clima portata avanti dagli enti subnazionali e a riferire al riguardo a livello di Nazioni Unite, nel quadro della revisione del contributo dell’UE determinato a livello nazionale (NDC).

30.

riconosce l’importanza di promuovere una cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità a livello locale e regionale. Incoraggia la creazione di un gran numero di valli regionali dell’innovazione nonché di poli di innovazione e incubatori nelle regioni meno sviluppate. Tali strutture basate sul territorio dovrebbero essere sostenute in sinergia da partenariati pubblico-privati e da diversi flussi di finanziamento dell’UE, al fine di stimolare l’innovazione verde, l’inclusione sociale e la crescita economica.

Il Green Deal europeo come strategia generale: verso un quadro europeo per un’economia del benessere

31.

ritiene che l’inclusione strutturale dei criteri del Green Deal europeo in tutti gli strumenti di governance economica e di finanziamento dell’UE sia fondamentale per un nuovo quadro europeo per il benessere sostenibile che vada oltre la considerazione del PIL quale indicatore unico del benessere delle nostre società;

32.

ritiene che il Green Deal europeo possa essere attuato con successo solo se adeguatamente integrato nella governance economica dell’UE, a partire dal QFP e dal ciclo del semestre europeo, e raccomanda pertanto alla Commissione europea, conformemente all’articolo 7, paragrafo 2, della normativa europea sul clima, di intensificare gli sforzi in tale direzione; sottolinea che, al fine di garantire che l’UE rimanga entro i limiti del nostro pianeta, è necessario tenere conto di tutte le priorità ambientali delineate nell’Ottavo programma di azione per l’ambiente (8o PAA);

33.

sostiene una riforma approfondita del funzionamento del semestre europeo per allinearlo ulteriormente a tutti gli obiettivi settoriali del Green Deal europeo e pertanto a strumenti quali i PNEC e l’8o PAA, avvalendosi dell’esperienza pertinente dell’iniziativa «Inverdimento del semestre europeo» e dell’integrazione degli OSS nell’analisi del semestre europeo;

34.

sottolinea la necessità di un monitoraggio e di una valutazione continui dell’impatto sociale delle politiche di transizione verde. Chiede l’integrazione nel quadro di monitoraggio del Green Deal di strumenti di monitoraggio consolidati come l’indice di progresso sociale, al fine di valutare l’efficacia delle misure di inclusione sociale e proporre, ove necessario, adeguamenti delle strategie locali per la transizione verde;

35.

incoraggia un’ulteriore integrazione del principio «non arrecare un danno significativo» e dei concetti di transizioni giuste e di equità sociale e ambientale nell’ambito degli indicatori di valutazione del semestre europeo, garantendo che le metodologie di attuazione a livello nazionale siano sufficientemente coerenti e adatte all’attuazione a livello subnazionale;

36.

sottolinea che la Corte dei conti europea, nella sua relazione speciale sugli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia (17), rileva che i PNEC non sono abbastanza precisi in merito ai fabbisogni di investimento e alle fonti di finanziamento per valutare se saranno resi disponibili fondi sufficienti per conseguire gli obiettivi per il 2030. Il CdR raccomanda pertanto di rafforzare le valutazioni sui fabbisogni di investimento da parte degli Stati membri nei rispettivi PNEC adottando una metodologia comune per armonizzare l’analisi di questi fabbisogni: tale analisi potrebbe essere meglio collegata al quadro del semestre europeo ed essere allineata alle misure e agli obiettivi dei PNEC, a norma dell’articolo 3 del regolamento sulla governance e delle strategie a lungo termine, quali definite all’articolo 15 di detto regolamento;

37.

ritiene che la politica di coesione sia uno strumento fondamentale per lo sviluppo sostenibile delle comunità locali e regionali. A tale proposito, invita la Commissione europea a rafforzare ulteriormente l’inclusione del Green Deal europeo in questa politica e a intensificare l’attuazione del principio «non arrecare un danno significativo» e dei concetti di transizioni giuste e di equità sociale e ambientale anche in questo contesto.

La dimensione sociale del Green Deal

38.

ribadisce che le recenti crisi hanno indebolito le comunità dell’UE e la coesione sociale, con gravi conseguenze per le persone più vulnerabili: pertanto il quadro del Green Deal europeo deve concentrarsi sempre più sulla dimensione sociale, facendo maggiormente leva sull’innovazione sociale quale stimolo per una transizione verde equa;

39.

accoglie con favore la relazione del JRC sulla demografia e i cambiamenti climatici (18) e reitera il suo invito a tenere conto delle differenze regionali nella struttura demografica e delle relazioni tra dinamiche demografiche e urbanizzazione al momento di definire i percorsi regionali per la transizione verde: questo aspetto rafforza la necessità di un approccio territoriale all’attuazione del Green Deal europeo;

40.

sottolinea che i giovani sono la fascia di età più ricettiva della società e una forza trainante nell’influenzare, promuovere e chiedere un comportamento responsabile verso una transizione sostenibile; invita gli enti locali e regionali ad avvalersi del loro impegno a proteggere l’ambiente e a lottare contro il cambiamento climatico, nonché a coinvolgerli meglio nel processo decisionale;

41.

sottolinea la necessità di un maggiore sviluppo delle competenze e delle capacità a livello locale e regionale, sia nel settore privato che in quello pubblico, attraverso la promozione di corsi di formazione, opportunità di apprendimento permanente e politiche educative mirate che promuovano una «cultura sostenibile». Questo elemento dovrebbe essere ulteriormente preso in considerazione nell’elaborazione dei PNEC, con particolare attenzione alle competenze delle amministrazioni pubbliche locali e regionali, sulla base delle disposizioni contenute nella raccomandazione del Consiglio del 16 giugno 2022 relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica (19) e nel documento di orientamento della Commissione sui PNEC (20); esorta gli Stati membri a collaborare con gli istituti di istruzione e gli enti locali e regionali per mettere a punto programmi educativi su misura che ispirino un senso di responsabilità ambientale e di coscienza climatica tra gli studenti;

42.

sottolinea l’importanza di promuovere la diversità e l’inclusività nella forza lavoro «verde». Incoraggia le iniziative rivolte ai gruppi sottorappresentati, comprese le donne, le minoranze e le persone con disabilità, affinché usufruiscano di programmi di formazione e di opportunità di lavoro connessi all’economia verde. Invita gli Stati membri e gli enti locali e regionali a collaborare con le ONG e i partner del settore privato per creare percorsi di accesso paritari per tutti i cittadini nel mercato del lavoro «verde»;

43.

sottolinea che si è constatato che le amministrazioni degli enti locali e regionali sono alle prese con una carenza di competenze, capacità e finanziamenti, aggravata dal carico di lavoro supplementare derivante dall’attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza. Ritiene pertanto che occorra intensificare gli sforzi, anche attraverso finanziamenti e/o trasferimenti diretti destinati agli enti locali, per rafforzare gli organici degli enti pubblici con competenze in materia di transizione energetica e adattamento climatico; raccomanda di fornire sostegno attraverso l’istruzione, la formazione e gli scambi al fine di sviluppare le capacità del personale delle amministrazioni locali. Iniziative come la rete di ambasciatori del patto per il clima possono contribuire in tal senso, una rete decentrata di appassionati sostenitori del clima e garantendo così che gli enti locali e regionali possano trarre vantaggio da un maggiore impegno sul territorio, da una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e da una migliore attuazione a livello locale delle azioni per il clima, amplificandone efficacemente l’impatto delle iniziative in materia di sostenibilità;

44.

sottolinea l’importanza dell’apprendimento tra pari e della condivisione delle buone pratiche per accelerare la transizione, e invita la Commissione europea e le agenzie esecutive competenti a collaborare con il CdR non solo per facilitare lo scambio di informazioni e conoscenze tratte da progetti dell’UE, ma anche per mostrare ai cittadini in modo tangibile i vantaggi della transizione;

45.

insiste sul ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nell’attuazione di politiche di transizione equa, attraverso la fornitura di servizi essenziali di interesse economico generale (SIEG) così come la messa in campo di misure volte ad affrontare la povertà energetica e di mobilità e altri sostegni mirati per proteggere i gruppi vulnerabili dagli effetti negativi legati al costo della vita; rinnova pertanto la sua esortazione agli Stati membri dell’UE a coinvolgere gli enti locali e regionali nella preparazione dei piani sociali per il clima a monte, conformemente al regolamento (UE) 2023/955 del Parlamento europeo e del Consiglio (21), del 10 maggio 2023, che istituisce un Fondo sociale per il clima, e ad allineare tali piani ai rispettivi PNEC per dare priorità alle misure volte ad affrontare la povertà energetica e di mobilità.

Bruxelles, 30 novembre 2023.

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Vasco ALVES CORDEIRO


(1)  Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 giugno 2021 che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (CE) n. 401/2009 e il regolamento (UE) 2018/1999 («Normativa europea sul clima») (GU L 243 del 9.7.2021, pag. 1).

(2)  Regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima che modifica le direttive (CE) n. 663/2009 e (CE) n. 715/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 94/22/CE, 98/70/CE, 2009/31/CE, 2009/73/CE, 2010/31/UE, 2012/27/UE e 2013/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive del Consiglio 2009/119/CE e (UE) 2015/652 e che abroga il regolamento (UE) n. 525/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (Testo rilevante ai fini del SEE.) (GU L 328 del 21.12.2018, pag. 1).

(3)  Harnessing Climate and SDGs Synergies — Department of Economic and Social Affairs (https://sdgs.un.org/climate-sdgs-synergies).

(4)  Comunicazione della Commissione — Relazione di previsione strategica 2023 [COM(2023) 376 final].

(5)  https://www.who.int/health-topics/one-health#tab=tab_1

(6)  Parere del comitato europeo delle regioni «Un pianeta pulito per tutti — Visione strategica europea a lungo termine per un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra» (GU C 404 del 29.11.2019, pag. 58) (ENVE-VI/037) all’indirizzo.

(7)  La relazione Measuring Progress towards Climate Neutrality [Misurare i progressi compiuti verso la neutralità climatica], Ecologic Institute (https://www.ecologic.eu/18153).

(8)  https://environment.ec.europa.eu/events/zero-pollution-urban-and-regional-scoreboard-workshop-2023-04-25_it

(9)  https://climateobservatory.eu/

(10)  www.intelligentcitieschallenge.eu/news/local-green-deals-blueprint-action

(11)  https://www.oecd.org/gov/pcsd/pcsd-country-profiles.htm

(12)  Studio del CdR, Gli enti locali e regionali nella governance dell’Unione dell’energia, 2023.

(13)  Cfr. Faber, Ricarda, D. Kocher e M. Duwe (2023), Progress on the implementation of national Multilevel Climate and Energy Dialogues: Assessing Member States’ own reporting. A preliminary assessment of the implementation of Article 11 of the EÙs Governance Regulation [Progressi dell’attuazione dei dialoghi nazionali multilivello sull’energia e il clima: valutazione delle relazioni degli Stati membri. Una valutazione preliminare dell’attuazione dell’articolo 11 del regolamento UE sulla governance]. Serie di governance procedurale 4i-TRACTION. Ecologic Institute, Berlino.

(14)  https://unhabitat.org/urban-climate-action-the-urban-content-of-the-ndcs-global-review-2022

(15)  Questo progetto dell’UE è teso ad agevolare i dialoghi multilivello in sei Stati membri (Bulgaria, Croazia, Italia, Francia, Portogallo, Romania) istituendo piattaforme apposite (https://energy-cities.eu/project/life-necplatform/).

(16)  Parere del Comitato europeo delle regioni — Promuovere il potenziale e le sinergie delle iniziative del Green Deal europeo per le regioni e le città (GU C, C/2023/249, 26.10.2023, ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/249/oj) (CdR 229/2023).

(17)  Corte dei conti europea, relazione speciale n. 18/2023: Obiettivi dell’UE in materia di energia e di clima — Gli obiettivi per il 2020 sono stati raggiunti, ma scarsi segnali indicano che le azioni intraprese per conseguire gli obiettivi per il 2030 saranno sufficienti, (https://www.eca.europa.eu/it/publications/sr-2023-18).

(18)  https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC133580

(19)   GU C 243 del 27.6.2022, pag. 35.

(20)   Comunicazione della Commissione sugli orientamenti agli Stati membri per l’aggiornamento dei piani nazionali per l’energia e il clima 2021-2030 (GU C 495 del 29.12.2022, pag. 24).

(21)  Regolamento (UE) 2023/955 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, che istituisce un Fondo sociale per il clima e che modifica il regolamento (UE) 2021/1060 (GU L 130 del 16.5.2023, pag. 1).


ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2024/1046/oj

ISSN 1977-0944 (electronic edition)


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