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Document 52007IP0196

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 maggio 2007 sull'Europa globale - aspetti esterni della competitività (2006/2292(INI))

GU C 102E del 24.4.2008, p. 128–138 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

52007IP0196

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 maggio 2007 sull'Europa globale - aspetti esterni della competitività (2006/2292(INI))

Gazzetta ufficiale n. 102 E del 24/04/2008 pag. 0128 - 0138


P6_TA(2007)0196

Europa nell'era della globalizzazione: aspetti esterni della competitività

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 maggio 2007 sull'Europa globale — aspetti esterni della competitività (2006/2292(INI))

Il Parlamento europeo,

- vista la Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni intitolata "Europa globale: competere nel mondo. Un contributo alla strategia per la crescita e l'occupazione dell'UE" (COM(2006)0567),

- vista la Comunicazione della Commissione intitolata "Europa globale: gli strumenti europei di difesa commerciale in un'economia globale in mutamento. Un Libro verde destinato alla consultazione pubblica " (COM(2006)0763),

- vista la sua risoluzione del 28 settembre 2006 sulle relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con l'India [1],

- vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2006 sulla relazione annuale della Commissione al Parlamento europeo sulle misure antidumping, antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità (2004) [2],

- vista la sua risoluzione del 4 aprile 2006 sulla valutazione del Round di Doha a seguito della Conferenza ministeriale dell'OMC a Hong Kong [3],

- vista la sua risoluzione del 12 ottobre 2006 sulle relazioni economiche e commerciali tra l'UE e il Mercosur in vista della conclusione di un Accordo di associazione interregionale [4],

- vista la sua risoluzione del 1° giugno 2006 sulle relazioni economiche transatlantiche UE-USA [5],

- vista la sua risoluzione del 13 ottobre 2005 sulle prospettive delle relazioni commerciali tra l'Unione europea e la Cina [6],

- vista la sua risoluzione del 6 settembre 2005 sull'avvenire del settore tessile e dell'abbigliamento dopo il 2005 [7],

- visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la Comunicazione della Commissione intitolata "Riforme economiche e competitività: i messaggi chiave della Relazione 2006 sulla competitività europea" (SEC(2006)1467),

- viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles del 23- 24 marzo 2006 [8],

- vista la sua risoluzione del 15 marzo 2006 sul contributo al Consiglio europeo di primavera 2006 in relazione alla strategia di Lisbona [9],

- visti la Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata "UE-Cina: maggiori responsabilità nell'ambito di un partenariato più forte" e il documento di lavoro della Commissione che l'accompagna "Una cooperazione più stretta; una responsabilità che cresce. Un documento programmatico sul commercio e gli investimenti tra l'UE e la Cina: concorrenza e cooperazione" (COM(2006)0631 e 0632),

- vista la Dichiarazione approvata all'unanimità il 2 dicembre 2006 in occasione della sessione annuale della Conferenza parlamentare dell'OMC,

- visto l'articolo 45 del suo regolamento,

- visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e il parere della commissione per i problemi economici e monetari (A6-0149/2007),

A. considerando che la politica commerciale può contribuire in modo decisivo alla promozione della crescita e alla creazione di posti di lavoro conformemente agli obiettivi dell'Agenda rinnovata di Lisbona,

B. considerando che l'UE deve adottare una strategia in grado di rispondere alle sfide della globalizzazione e di far fronte all'aumentata concorrenza da parte delle grandi economie emergenti, preservando nel contempo il modello europeo di coesione economica, regionale e sociale,

C. considerando che per il successo di tale iniziativa è indispensabile la coerenza tra gli aspetti interni ed esterni dell'Agenda rinnovata di Lisbona,

D. considerando che le riforme strutturali nazionali svolgono un ruolo importante nel migliorare la competitività, sia interna che esterna, delle imprese dell'UE,

E. considerando che la sospensione, il 24 luglio 2006, dopo quasi cinque anni di negoziati, dell'Agenda di Doha per lo sviluppo (ADS) ha creato una situazione nuova che impone all'UE di adeguare temporaneamente le priorità e gli strumenti della sua politica commerciale, mantenendo nel contempo il multilateralismo quale principale priorità della sua politica commerciale,

F. considerando che la politica commerciale è un mezzo e non un fine in sé stesso e che dovrebbe essere pertanto configurata in modo da contribuire al benessere comune dei popoli tanto all'interno dell'UE quanto al suo esterno,

G. considerando che l'UE è già, in molti settori, una delle economie più aperte a livello mondiale,

H. considerando che il carattere integrato della politica commerciale comune è un elemento importante per l'UE, che le consente di svolgere un ruolo di primo piano nel sistema commerciale internazionale,

I. considerando che il protezionismo tutela artificialmente dalla concorrenza internazionale settori inefficienti dell'economia, sottrae risorse a settori più produttivi, fa aumentare i prezzi e in ultima analisi crea disoccupazione,

J. considerando che l'opinione pubblica denuncia spesso l'impatto perturbatore che l'apertura del commercio produce su alcune regioni e taluni settori economici, mentre gli effetti positivi di quest'ultima sull'innovazione, la competitività e l'occupazione vengono troppo spesso ignorati,

K. considerando che l'accesso al mercato è ostacolato in misura crescente da diversi tipi di barriere non tariffarie (BNT),

L. considerando che i dazi elevati continuano a rappresentare un grave ostacolo agli scambi commerciali, specialmente con i grandi paesi emergenti,

M. considerando che il sistema commerciale multilaterale, regolamentato dall'OMC, rimane lo strumento più efficace per conseguire un commercio equo a livello mondiale, mediante la messa a punto di norme adeguate e la garanzia della loro osservanza,

N. considerando che l'UE continua ad operare per il successo dell'ADS e ha già dato prova della sua buona volontà avanzando una serie di offerte ragionevoli in tutti i settori del negoziato,

O. considerando che, in determinati casi, si dovrebbe prendere nuovamente in considerazione la conclusione di accordi di libero scambio (ALS) a livello bilaterale e regionale, ricordando tuttavia che l'eccessiva proliferazione di questo tipo di accordi potrebbe nuocere al rafforzamento del sistema multilaterale che l'UE sostiene,

P. considerando che è essenziale trovare il giusto equilibrio tra accordi multilaterali, bilaterali e plurilaterali,

Q. considerando che l'UE dovrebbe esser pronta a difendersi, se necessario, da violazioni delle regole concordate ricorrendo ai meccanismi di composizione delle controversie, nonché da pratiche commerciali sleali applicando efficaci e legali misure di difesa commerciale che assicurino un aiuto immediato alle industrie danneggiate,

R. considerando che non si può attuare una politica commerciale credibile e legittima senza un adeguato coinvolgimento del Parlamento,

S. considerando che per il Parlamento è importante avere accesso in tempo utile ai testi dei vari mandati di negoziato conferiti alla Commissione;

L'UE nella concorrenza globale

1. ritiene che la politica commerciale sia un elemento indispensabile di qualsiasi strategia volta a promuovere la crescita e a creare occupazione aumentando la competitività dell'Europa; accoglie pertanto con favore la succitata Comunicazione della Commissione "Europa globale: competere nel mondo" come un importante contributo all'Agenda rinnovata di Lisbona;

2. ritiene che lo sviluppo del commercio non sia fine a se stesso, ma vada valutato in base al suo impatto sulla crescita economica, l'occupazione e lo sviluppo sostenibile; segnala che per l'analisi della competitività dell'economia europea non bisogna concentrarsi solo sulle cifre del commercio ma anche sulla quota della produzione mondiale totale realizzata dai produttori europei e sull'andamento dell'occupazione;

3. ricorda l'impegno assunto dall'UE a favore della coerenza delle politiche e ritiene che, alla luce di tale impegno, gli obiettivi perseguiti dall'Unione europea nel quadro dei negoziati commerciali debbano essere coerenti con la politica comunitaria in materia di sviluppo, con un'attenzione particolare per i paesi meno sviluppati e quelli in via di sviluppo;

4. ritiene che il miglioramento della competitività esterna sia essenziale per realizzare gli obiettivi di crescita e occupazione della strategia di Lisbona; reputa che l'UE, nel quadro della sua azione esterna, debba stimolare le riforme e la cooperazione internazionale in campo economico in modo da creare un ambiente commerciale favorevole e da promuovere, a livello mondiale, lo sviluppo sostenibile; in tale ottica intende adoperarsi per un'accresciuta coerenza e compatibilità delle proprie politiche macroeconomiche, il rafforzamento della sicurezza monetaria e finanziaria, nonché la collaborazione fiscale e l'eliminazione della concorrenza fiscale iniqua;

5. ritiene necessario, in primo luogo, sviluppare una politica monetaria basata sulla stabilità dei prezzi che permetta di finanziare il progresso tecnologico e di sostenere le piccole e medie imprese (PMI), consentendo loro di accedere a mercati al di fuori della zona euro; in secondo luogo, istituire sistemi fiscali vantaggiosi per le imprese e in grado di favorire la nascita di nuove imprese, il che implica la riduzione di imposte che danneggino l'efficienza e ostacolino la creazione di posti di lavoro, soprattutto per determinati gruppi sociali quali le donne, i disoccupati di lunga durata e gli anziani; in terzo luogo, incrementare la concorrenza nel mercato interno, tenendo presente che quanto più forte è la concorrenza all'interno dell'UE tanto maggiore sarà la capacità delle imprese comunitarie di competere al di fuori di essa;

6. è convinto che il modello sociale, che resta alla base delle relazioni industriali in Europa, abbia permesso all'Unione europea di mantenere un alto grado di competitività globale nei confronti dei suoi principali concorrenti; stima che la sfida maggiore per l'Unione europea consista nel conservare il funzionamento di tale modello sociale nonostante le pressioni esistenti in mercati globali sempre più competitivi per abbassare ulteriormente i costi di produzione sia dal punto di vista sociale che ambientale;

7. è del parere che i vantaggi di un sistema commerciale aperto superino il suo impatto potenzialmente perturbatore; ritiene pertanto che l'UE dovrebbe continuare ad adoperarsi per completare il mercato interno e promuovere una maggiore liberalizzazione globale e il commercio libero ed equo, resistendo al protezionismo; ritiene, tuttavia, che non si possa sottovalutare il suo impatto potenzialmente perturbatore su taluni settori, regioni e paesi, come ad esempio gli effetti del trasferimento e della delocalizzazione;

8. ritiene che i benefici della liberalizzazione vadano in gran parte ai paesi che rimuovono le barriere tariffarie e non tariffarie e aprono i loro mercati; è dell'avviso pertanto che la capacità dell'UE di accrescere la sua competitività dipenda, insieme ad altri fattori, dalla sua volontà di affrontare le barriere al commercio esistenti a livello mondiale, di garantire il completamento del mercato interno e di aprire i suoi mercati a paesi terzi;

9. approva la strategia della Commissione, volta ad influenzare positivamente il processo di globalizzazione e a gestire i rischi;

10. deplora che i cittadini dell'Unione europea identifichino il fenomeno della globalizzazione con il calo della produzione europea e la perdita di occupazione; enfatizza la necessità che l'UE adotti una strategia adeguata per attuare le riforme necessarie che le consentano di beneficiare della globalizzazione, incrementando così la produzione e l'occupazione;

11. invita la Commissione e gli Stati membri ad informare meglio i cittadini europei su tutti gli aspetti della globalizzazione e sui benefici concreti risultanti dalla partecipazione dell'UE al sistema commerciale internazionale;

12. ritiene che il concetto alla base dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita sia uno strumento utile ma non sufficiente per rispondere ai cambiamenti prospettati nelle strutture produttive globali; chiede che l'applicazione della nuova strategia comunitaria in materia di concorrenza globale sia subordinata ai progressi nell'attuazione dell'Agenda di Lisbona, che dovrà essere riorientata per rispondere meglio alla giustificata paura dei cittadini europei di non essere in grado di adattarsi al cambiamento;

13. ritiene che l'accresciuta concorrenza dovrebbe indurre l'UE ad impegnarsi maggiormente nei settori dell'istruzione, della ricerca e dello sviluppo, al fine di mantenere la sua posizione sui mercati mondiali di prodotti innovativi e di servizi altamente qualificati e migliorare la sua posizione mediante la creazione di nuovi vantaggi comparati;

14. ritiene essenziale sostenere l'agevole integrazione nell'ambiente commerciale globale di società high-tech europee altamente innovative;

15. sottolinea la necessità strategica per l'UE di mantenere, nonostante le pressioni concorrenziali esterne, una base industriale sufficientemente ampia e diversificata; ritiene pertanto che l'apertura del commercio dovrebbe essere accompagnata da solide politiche industriali a livello nazionale ed europeo ed essere coerente con esse;

16. insiste sul fatto che la base del successo economico dell'UE è l'attività delle sue PMI, le quali, grazie al migliore accesso alle opportunità di ricerca e sviluppo, devono essere messe in grado di garantire la produzione di beni di elevata qualità a monte della catena del valore aggiunto;

17. ricorda che l'UE è già, in molti settori, una delle economie più aperte del mondo e che ha ampiamente contribuito, traendone benefici, alla considerevole espansione del commercio mondiale negli ultimi cinquant'anni;

18. ritiene tuttavia che i risultati conseguiti dall'UE rispetto ad economie già sviluppate ed emergenti nel sistema commerciale internazionale siano influenzati negativamente dalla mancanza di reciprocità nelle condizioni di accesso al mercato, da un insufficiente grado di conformità alle norme commerciali concordate e dalla proliferazione di prassi commerciali scorrette;

19. fa presente che molti paesi del mondo, comprese le grandi economie emergenti, mantengono elevate barriere tariffarie e non tariffarie nei confronti delle esportazioni dell'UE; è dell'avviso che l'abolizione o una significativa riduzione di tali barriere dovrebbe costituire una delle principali priorità della politica commerciale dell'UE;

20. concorda con la Commissione sul fatto che il sistema commerciale internazionale non è più appannaggio esclusivo dei paesi dell'OCSE; raccomanda però che paesi come il Messico siano inseriti nell'elenco dei paesi che la Commissione considera emergenti; ricorda che paesi emergenti come la Cina, il Brasile, la Russia, l'India e il Messico già rappresentano oltre il 18 % dei flussi commerciali mondiali;

21. chiede che le politiche esterne dell'UE garantiscano lo sviluppo economico equo tra paesi partner, lottino contro il dumping sociale e promuovano il rispetto delle norme sociali e del lavoro dignitoso che, come proposto dall'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), deve assicurare redditi accettabili per il lavoratore e la sua famiglia, il diritto alla sicurezza e alla salute sul posto di lavoro, alla protezione sociale e alla libertà sindacale;

22. sottolinea la necessità di promuovere codici di condotta che integrino gli obiettivi di lavoro dignitoso e altri aspetti della responsabilità sociale delle imprese da parte delle filiali presenti nei paesi terzi, dei subappaltatori e dei fornitori di imprese con sede in Europa;

23. rileva l'interesse dell'UE a proseguire e intensificare i negoziati bilaterali con i suoi principali partner commerciali, a condizione che ciò non metta a repentaglio le norme ambientali e sanitarie dell'UE e sia in linea con la Convenzione dell'UNESCO del 20 ottobre 2005 sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali;

L'OMC

24. è dell'avviso che il sistema commerciale multilaterale, regolamentato dall'OMC, rimanga di gran lunga lo strumento più efficace per attuare la liberalizzazione del commercio a livello mondiale; ritiene tuttavia che il sistema dell'OMC debba essere in qualche modo riformato per una sua maggiore trasparenza ed efficacia; accoglie con favore la ripresa di negoziati formali sull'Agenda di Doha per lo sviluppo e rinnova il suo deciso sostegno ad una positiva conclusione di detti negoziati;

25. ritiene che il conseguimento di un risultato ambizioso ed equilibrato nei negoziati ADS sia cruciale per le imprese europee e andrebbe considerato una priorità dai negoziatori dell'UE;

26. rileva che il ciclo di Doha è incentrato sullo sviluppo e che pertanto la nuova agenda commerciale dell'UE deve riflettere gli obiettivi in materia di sviluppo; sottolinea, inoltre, che la nuova agenda commerciale dell'UE comprende anche una speciale responsabilità per quanto riguarda l'efficacia della sua politica di sviluppo, segnatamente rispetto ai paesi più poveri del pianeta;

27. ritiene che un'adeguata riforma delle strutture istituzionali e del processo decisionale dell'OMC sia essenziale per migliorarne il funzionamento ed affrontare le sfide poste dal costante aumento del numero dei suoi membri; chiede alla Commissione di contribuire attivamente ad una riflessione globale su tale questione, formulando proposte costruttive;

28. ritiene che la promozione da parte dell'Unione europea di norme fondamentali multilaterali in materia di concorrenza e il rafforzamento della cooperazione internazionale in tale ambito contribuiranno a conseguire mercati più aperti, equilibrati ed efficienti;

Accordi bilaterali e regionali di libero scambio

29. sottolinea che l'OMC è la sede più appropriata per garantire l'equa distribuzione dei benefici derivanti dall'accresciuta globalizzazione; ritiene pertanto che il conseguimento di un risultato ambizioso e orientato allo sviluppo dei negoziati ADS debba essere la prima priorità dell'UE; è del parere che gli ALS bilaterali e regionali non siano una soluzione ottimale; ricorda che tali accordi comportano deviazioni degli scambi, sono spesso squilibrati, contribuiscono a creare discriminazioni nelle relazioni commerciali internazionali e tendono a ridurre il livello d'impegno dei paesi partecipanti all'OMC;

30. ritiene che nuove iniziative bilaterali o regionali di libero scambio andrebbero avviate solo laddove risultino necessarie per migliorare la posizione competitiva degli esportatori dell'UE sui principali mercati stranieri, soprattutto nei casi in cui altre grandi potenze commerciali abbiano già concluso o stiano negoziando siffatti accordi con i paesi o le regioni interessate; chiede alla Commissione la piena trasparenza sui criteri applicati nella scelta dei partner di nuovi ALS e insiste sulla necessità di effettuare valutazioni complete dell'impatto economico e sostenibile, con la partecipazione di tutte le parti interessate, e di renderne pubblici i risultati;

31. è dell'avviso che tutti i nuovi ALS conclusi dall'UE dovrebbero essere compatibili con le regole dell'OMC, completi ed ambiziosi e assicurare un'effettiva reciprocità nell'accesso al mercato nonché un'ampia liberalizzazione dei servizi e degli investimenti, andando oltre gli attuali impegni multilaterali e quelli risultanti da una positiva conclusione dell'ADS;

32. ritiene che, nella negoziazione degli ALS, la Commissione debba tener conto dei rischi di escludere i partner commerciali più piccoli e deboli dai benefici del commercio internazionale e insiste quindi sul fatto che i loro interessi devono essere tenuti in considerazione durante l'intero processo negoziale;

33. chiede al Consiglio di distinguere tra economie emergenti e paesi in via di sviluppo al momento di formulare i mandati di negoziato per gli ALS e gli accordi di associazione e di garantire che, nei negoziati con i paesi in via di sviluppo, prevalgano le loro necessità in materia di sviluppo;

34. è convinto che tutti i nuovi ALS debbano avere un carattere moderno e includere le norme contenute nelle principali Convenzioni dell'OIL;

35. chiede che tutti i nuovi ALS conclusi dall'UE contengano meccanismi che le consentano di sospenderne, interamente o parzialmente, l'applicazione qualora risulti che le altre parti non adempiano ai loro obblighi ALS; ritiene che la Commissione dovrebbe accettare di applicare tali meccanismi se invitata a farlo con una risoluzione del Parlamento;

36. invita la Commissione a negoziare, con i membri dell'OMC che condividono la sua impostazione, regole di base comuni per gli ALS, ad esempio per quanto concerne le norme sull'origine preferenziale, allo scopo di assicurare una maggiore coerenza fra tali accordi e semplificarne l'uso a beneficio degli operatori economici;

Negoziati plurilaterali/settoriali

37. invita la Commissione e il Consiglio a considerare anche il merito dei negoziati plurilaterali/settoriali in taluni casi, sull'esempio dell'accordo sull'aviazione civile, dell'accordo sugli appalti pubblici e di quello sulle tecnologie dell'informazione;

Approccio generale ai negoziati commerciali

38. insiste sulla necessità che le concessioni fatte dall'UE ai suoi partner negoziali corrispondano a concessioni da parte dei paesi interessati, a meno che non si tratti di concessioni chiaramente motivate da considerazioni inerenti allo sviluppo;

39. ricorda l'importanza strategica e il carattere multifunzionale dell'agricoltura nell'UE; insiste sul fatto che l'agricoltura non dovrebbe essere l'unico settore in cui l'UE fa concessioni nel corso dei negoziati commerciali e che la politica commerciale deve restare conforme alle opzioni fondamentali definite nel quadro di diverse riforme successive della politica agricola comune;

40. ricorda che l'UE — il più grande mercato unico di beni e servizi nel mondo — esercita una grande attrattiva sugli esportatori in tutto il mondo; richiama l'attenzione sulla grande influenza che tale situazione conferisce ai negoziatori dell'UE, sia nel quadro multilaterale che in quello bilaterale e regionale;

41. ritiene che l'attuazione delle politiche di commercio equo da parte dell'UE e di tutti i suoi partner commerciali dovrà progressivamente comportare una maggiore enfasi sul riconoscimento internazionale delle norme ambientali minime, foriere di condizioni di parità tra tutti i partner;

42. ritiene che i negoziati commerciali, a livello multilaterale, bilaterale o regionale, debbano mirare a definire il commercio internazionale in termini di impegni globali sociali, ambientali e in materia di diritti umani contribuendo così ai vari sforzi compiuti in altri contesti; insiste sul fatto che i progressi compiuti su tali problematiche debbano essere rapportati unicamente agli interessi commerciali dell'UE, in quanto il commercio estero è soltanto un aspetto, anche se importante, dello sviluppo economico sostenibile nell'UE;

43. 43 invita la Commissione a chiarire il proprio concetto sul carattere delle norme e degli standard sociali e ambientali nella politica commerciale internazionale, a stabilire i principi e il contenuto dei futuri capitoli sociali e ambientali dei nuovi accordi di libero scambio e di associazione e ad elaborare una strategia convincente su come promuovere l'accettazione di tali capitoli da parte dei partner commerciali dell'UE;

Relazioni transatlantiche

44. esprime il parere che l'UE debba diversificare le sue relazioni economiche, salvaguardare le sue politiche in materie come la sanità pubblica e l'ambiente e rafforzare le sue relazioni economiche con altre regioni del mondo sulla base dei principi di pace e sovranità, di rispetto delle libertà civili, di rispetto dell'ambiente, degli standard sociali, dei diritti umani e dello sviluppo;

45. è del parere che il rafforzamento delle relazioni economiche transatlantiche si debba attuare nel rispetto delle norme ambientali e sanitarie dell'UE, senza pregiudicare l'autonomia della sua politica di concorrenza e le sue norme di tutela dei servizi pubblici e della diversità culturale;

46. raccomanda la raccolta di dati affidabili al fine di analizzare la rilevanza dell'integrazione dei mercati economici UE e USA per l'economia e la società del Messico e del Canada; richiama l'attenzione sul fatto che gli investimenti esteri diretti in Messico spesso arrivano attraverso sussidiarie europee operanti dagli USA, il che spiega il motivo per cui tali operazioni di fatto non trovano riscontro nei dati UE-Messico;

Cina

47. fa riferimento alla succitata risoluzione sulle prospettive delle relazioni commerciali tra l'UE e la Cina; ritiene che la Cina rappresenti un chiaro esempio dell'impatto positivo che la liberalizzazione commerciale e la partecipazione attiva a mercati globali e competitivi producono in termini di crescita economica e previdenza sociale; è consapevole delle grandi sfide societarie e ambientali che tale paese deve affrontare; insiste affinché la Cina adempia a tutti gli obblighi assunti in sede OMC, quali l'applicazione delle norme internazionali del lavoro e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale (DPI); accoglie con favore la comunicazione e il documento di lavoro della Commissione su UE-Cina sopra indicati e sostiene gli sforzi della Commissione per definire una strategia adeguata che affronti tutti gli aspetti delle relazioni UE-Cina;

48. ritiene che lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali con la Cina debba andare di pari passo con un dialogo politico che contempli le responsabilità ambientali e sociali dei due partner; sottolinea che le relazioni economiche e commerciali tra l'UE e la Cina devono basarsi sul rispetto di regole commerciali giuste ed eque e sull'applicazione delle regole dell'OMC;

49. ritiene che l'insufficiente protezione dei DPI rappresenti una delle maggiori sfide cui l'Unione europea è confrontata nelle sue relazioni bilaterali con le autorità cinesi; invita pertanto la Commissione ad intensificare i suoi interventi presso la Cina affinché tale paese rispetti pienamente gli accordi TRIP e migliori l'esecuzione delle sentenze emanate dagli organi giudiziari;

Questioni normative

50. sottolinea la crescente importanza che le questioni normative assumono nel commercio internazionale; chiede una maggiore coerenza tra le norme e le pratiche dell'UE e quelle dei nostri principali partner commerciali; fa presente che ciò non dovrebbe condurre ad un'armonizzazione verso il basso delle normative, che potrebbe ridurre la fiducia dei cittadini nelle questioni riguardanti sanità, sicurezza e ambiente; evidenzia che occorrerebbe piuttosto incrementare gli sforzi affinché tali normative siano riconosciute e applicate dai principali partner commerciali dell'UE;

51. chiede alla Commissione di valutare sistematicamente l'impatto delle politiche interne e delle legislazioni dell'UE sulla competitività globale e di dare il giusto peso nei suoi processi di elaborazione delle politiche di regolamentazione alla posizione concorrenziale delle imprese comunitarie all'interno e all'esterno dell'Europa;

52. insiste, nell'ambito dell'OMC e degli ALS bilaterali, sull'importanza di accelerare la soppressione delle barriere commerciali non tariffarie e di armonizzare le norme tecniche, in particolare mediante l'applicazione del principio del riconoscimento reciproco;

53. ritiene che il modo più efficace per evitare divergenze in campo normativo, che portano alla creazione di ostacoli al commercio, consista nella definizione di norme e standard globali; incoraggia la Commissione a partecipare attivamente all'attività di tutte le agenzie e degli organismi competenti per la fissazione degli standard a livello internazionale;

54. sostiene la cooperazione bilaterale e multilaterale in ambito normativo con i principali paesi partner, a condizione che essa non comporti indebite discriminazioni nei confronti di altri paesi e non consenta ai partner interessati di interferire indebitamente con il processo decisionale interno dell'UE;

Tutela dei diritti di proprietà intellettuale

55. invita la Commissione a perseverare nel suo impegno a favore della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione; rammenta che il rispetto dei brevetti e la tutela dei DPI sono al centro della competitività esterna dell'Unione europea e ritiene che su questo punto l'UE dovrebbe assumere una posizione più decisa nei confronti dei paesi terzi;

56. sottolinea che la contraffazione e la pirateria provocano perdite di posti di lavoro, minacciano l'innovazione e sottraggono entrate fiscali ai governi; evidenzia che un'adeguata tutela dei DPI e un'efficace applicazione della legge sono il fondamento dell'economia globale;

57. considera un'adeguata tutela dei DPI da parte dei principali partner commerciali dell'UE come un requisito indispensabile per mantenere e migliorare la competitività dell'Unione europea all'estero;

58. accoglie con favore l'impegno della Commissione a rafforzare le disposizioni in materia di DPI all'interno degli accordi commerciali internazionali e a dare esecuzione agli impegni già esistenti;

59. insiste affinché i principali partner commerciali dell'UE, quali la Cina e la Russia, applichino i DPI in conformità degli obblighi OMC/TRIP;

60. sottolinea che la politica europea in materia di DPI nei confronti dei paesi in via di sviluppo non dovrebbe andare oltre gli obblighi previsti dagli accordi TRIP, ma piuttosto incoraggiare il ricorso alle flessibilità dei TRIP;

61. ritiene che la tutela dei DPI e la prova della loro effettiva applicazione mediante strumenti giuridici e amministrativi appropriati, rappresentino una condizione indispensabile per l'adesione all'OMC;

62. chiede al Consiglio di approvare la proposta della Commissione relativa ad un regolamento del Consiglio sull'indicazione obbligatoria del paese d'origine di taluni prodotti importati da paesi terzi (COM(2005)0661), proposta sostenuta dal Parlamento nella sua risoluzione del 6 luglio 2006 sul marchio d'origine [10],

Strategia di accesso al mercato

63. accoglie con favore la decisione della Commissione di rivedere la propria strategia di accesso al mercato e si attende l'adozione della sua comunicazione in materia nel 2007; invita la Commissione a coinvolgere da vicino il Parlamento in questa iniziativa;

64. insiste sulla necessità di concentrarsi soprattutto sulle BNT, le quali, con la progressiva riduzione o eliminazione delle tariffe, tendono a divenire gli ostacoli principali al commercio internazionale; richiama l'attenzione sulla grande varietà, complessità tecnica e sensibilità politica della questione delle BNT, che ne rende difficile il trattamento, e invita la Commissione a destinare risorse sufficienti a tale arduo compito;

65. richiama l'attenzione sul grave rischio che le misure relative alla sicurezza divengano le BNT del 21° secolo; invita tutti i paesi a risolvere le loro legittime preoccupazioni in materia di sicurezza mediante misure che limitino il meno possibile gli scambi commerciali e ad avviare cooperazioni — sul piano multilaterale, plurilaterale o bilaterale — volte al perseguimento di tale obiettivo;

66. invita le delegazioni della Commissione, le ambasciate e le agenzie di promozione del commercio degli Stati membri, le camere di commercio e tutte le altre organizzazioni pubbliche o private che rappresentano gli interessi economici europei all'estero a coordinare meglio la propria azione di promozione dei beni e dei servizi europei, di apertura dei mercati e di incremento dei flussi d'investimento;

Servizi

67. rammenta l'aumento della quota dei servizi nel risultato economico globale e nel PIL dell'Unione europea; richiama l'attenzione sull'elevato livello della competitività all'estero dei fornitori europei di servizi; invita la Commissione a perseguire, in tutti i negoziati commerciali, una liberalizzazione progressiva e reciproca dei servizi nonché una politica volta ad aumentare la standardizzazione, la trasparenza e la prevedibilità delle norme in materia, affinché il settore dei servizi europei, caratterizzato da un'elevata competitività, possa operare più liberamente in paesi terzi; nota tuttavia che ciò non dovrà comportare offerte o richieste nel comparto dei servizi pubblici;

68. ritiene che occorra operare una distinzione tra servizi commerciali e servizi pubblici, sottolinea la necessità di mantenere i servizi pubblici fuori da qualunque negoziato, in particolare quelli collegati alle esigenze fondamentali delle popolazioni e che consentono di accedere a beni pubblici essenziali quali la sanità, l'istruzione, l'acqua potabile e l'energia, ma anche quelli che rivestono un ruolo determinante nel salvaguardare la diversità culturale, come i servizi audiovisivi;

69. insiste sulla necessità di garantire che i partner dei paesi meno sviluppati conservino un margine politico per poter regolamentare i servizi che sono importanti ai fini del loro sviluppo;

70. ritiene che l'UE debba promuovere l'estensione e il riconoscimento delle norme e delle prassi internazionali di contabilità e di audit, al fine di garantire una maggiore stabilità e trasparenza dei mercati e di far sì che gli operatori possano beneficiare di maggiore sicurezza e di migliori informazioni in relazione alle loro attività al di fuori dell'UE;

71. sottolinea in particolare che lo sviluppo della competitività esterna esige che, nell'ambito della sua politica commerciale, l'UE adotti iniziative intese a rafforzare la sicurezza delle transazioni e degli interscambi elettronici, nonché a migliorare la protezione dei dati;

72. ritiene che l'apertura del mercato dei servizi finanziari e la facilitazione della circolazione dei capitali debbano essere accompagnate da una maggiore trasparenza e da misure più efficaci in materia di lotta al riciclaggio di denaro, al finanziamento del terrorismo e alle frodi fiscali, soprattutto nei casi in cui sono coinvolti centri finanziari off-shore;

Materie prime e energia

73. ritiene che le materie prime, e in particolare le risorse energetiche, meritino un trattamento speciale nella nuova agenda commerciale dell'UE;

74. è dell'avviso che, anche in considerazione della necessità di combattere il cambiamento climatico tramite modelli di scambio commerciale più sostenibili, l'accesso e l'utilizzo di energia e risorse sia una questione che pertiene alla sfera delle norme multilaterali, che non deve essere influenzata da accordi commerciali bilaterali mirati alla competizione per le condizioni di accesso più favorevoli;

Appalti pubblici

75. ritiene che all'alto grado di apertura dei mercati di appalti pubblici dell'UE, a tutti i livelli governativi, non corrisponda un accesso equivalente dei fornitori dell'UE, e in particolare delle PMI, ai mercati esteri di appalti pubblici di merci, servizi e attività di costruzione, e che la Commissione dovrebbe adoperarsi per un accesso reciproco a questo importante settore economico rispetto alle economie sviluppate ed emergenti; riconosce che l'introduzione di specifiche restrizioni all'accesso a taluni comparti del mercato comunitario degli appalti possa essere presa eccezionalmente in considerazione allo scopo di favorire la reciprocità, ma sarebbe fermamente contrario a qualsiasi tentativo di chiudere tale mercato a fini protezionistici;

76. chiede alla Commissione di ottenere dagli altri partecipanti all'Accordo sugli appalti pubblici dell'OMC impegni ragionevoli nell'ambito della sua attuale rinegoziazione;

77. sottolinea tuttavia la necessità di un più elevato livello di trasparenza e chiede alla Commissione di astenersi dall'avanzare richieste eccessive nel settore degli appalti pubblici, specie per quanto riguarda i servizi d'interesse generale, qualora ciò dovesse creare difficoltà per i paesi partner meno sviluppati;

78. prende atto dell'iniziativa di taluni Stati membri di riequilibrare l'accordo sugli appalti pubblici a favore delle PMI; raccomanda a tal fine alla Commissione e al Consiglio di insistere sull'inserimento nell'accordo sugli appalti pubblici, rinegoziato nell'ambito dell'OMC, di una clausola che consenta all'UE di privilegiare le proprie PMI nell'aggiudicazione degli appalti pubblici, sul modello delle clausole già applicate da altri grandi paesi che partecipano a tale accordo, come gli Stati Uniti e il Giappone;

79. ritiene che gli appalti pubblici dovrebbero costituire oggetto anche di tutti i negoziati commerciali bilaterali e regionali avviati dall'UE, allo scopo di pervenire ad un'apertura equilibrata dei mercati degli appalti pubblici;

Rispetto delle norme

80. sottolinea la necessità che i partner commerciali dell'UE rispettino pienamente le norme e gli obblighi risultanti dalla loro adesione all'OMC o da accordi bilaterali o regionali conclusi con l'UE; ribadisce l'importanza fondamentale che il meccanismo dell'OMC per la composizione delle controversie riveste per la credibilità e l'efficacia del sistema commerciale multilaterale; invita la Commissione ad applicare tale meccanismo ogni qualvolta l'inosservanza delle regole da parte di altri membri incida negativamente sugli interessi commerciali dell'UE e non sia possibile trovare una soluzione negoziata entro un periodo di tempo ragionevole;

Strumenti di difesa commerciale

81. ritiene che l'obiettivo di un'ulteriore liberalizzazione commerciale renda ancora più necessario per l'UE salvaguardare la sua capacità di tutelarsi da pratiche commerciali sleali; considera pertanto gli Strumenti di difesa commerciale (SDC) una componente indispensabile della strategia dell'UE per la competitività esterna;

82. prende atto con interesse dell'iniziativa della Commissione di intraprendere un riesame completo degli SDC e di avviare un processo di consultazione pubblica sulla base della succitata Comunicazione sul Libro verde destinato alla consultazione pubblica;

83. rammenta la sintesi della Commissione sulla "Valutazione degli strumenti europei di difesa commerciale " elaborata da Mayer, Brown, Rowe e Maw LLP e presentata nel dicembre 2005, in cui si concludeva che lo status quo è sia ragionevole sia adeguato al fine di tenere conto degli interessi dei vari gruppi delle parti, e sostiene pertanto il parere secondo cui non vi è attualmente una necessità apparente o urgente di rivedere o modificare gli attuali SDC della Comunità;

84. ricorda che negoziati su discipline multilaterali concernenti gli SDC sono attualmente in corso nell'ambito dell'Agenda di Doha per lo sviluppo; è favorevole a tali negoziati, ma deplora l'opposizione americana alle riforme del quadro OMC per gli strumenti di difesa commerciale; ritiene che l'intensificazione globale dell'utilizzo degli SDC, in primo luogo da parte dei paesi industrializzati avanzati, richieda un nuovo quadro normativo più rigoroso a livello dell'OMC onde garantire un futuro commercio mondiale libero ed equo;

85. sostiene l'idea di adeguare tali strumenti alle nuove realtà dell'economia globale, ma richiama l'attenzione sul pericolo di disarmare unilateralmente l'UE al punto da non consentirle di difendersi da pratiche commerciali sleali in un contesto internazionale caratterizzato dalla diffusione di tali pratiche e dal frequente, e spesso abusivo, ricorso a misure di difesa commerciale da parte di paesi terzi contro le importazioni dall'UE;

86. sostiene gli sforzi compiuti dalla Commissione per monitorare l'applicazione delle misure di difesa commerciale da parte di paesi terzi contro le importazioni dall'UE, reagire ad eventuali abusi e fornire un'adeguata assistenza alle imprese interessate;

Dazi doganali

87. sottolinea l'importanza delle norme e delle procedure doganali ai fini della corretta attuazione delle disposizioni di politica commerciale; ritiene che, nella definizione e nell'applicazione di tali norme e procedure, occorra trovare un giusto equilibrio tra efficacia dei controlli e agevolazione dei flussi commerciali;

88. rammenta che le procedure d'importazione eccessivamente complesse e onerose applicate da numerosi paesi del mondo comportano spesso notevoli costi di transazione per gli esportatori comunitari e rappresentano un forte ostacolo al commercio; sostiene pertanto gli sforzi della Commissione per risolvere questo problema sia nel quadro multilaterale dei negoziati ADS in materia di agevolazione degli scambi commerciali, sia mediante negoziati bilaterali e regionali;

89. invita la Commissione e gli Stati membri a vagliare attentamente la creazione di un servizio doganale unificato dell'UE per una più efficace applicazione delle regole e delle procedure doganali in tutto il territorio doganale dell'Unione europea;

Tassi di cambio

90. osserva che i tassi di cambio incidono notevolmente sullo sviluppo del commercio internazionale; invita la Commissione a presentare proposte concrete sulle misure da adottare in caso di tassi di cambio che riducano la competitività dell'UE e a prendere in considerazione l'inclusione di tali misure nella prossima revisione degli SDC dell'Unione europea;

Questioni istituzionali

91. ritiene che la credibilità e l'efficacia della politica commerciale comune quale strumento di competitività dell'UE siano influenzate negativamente dalla mancanza di legittimità di tale politica, che deriva da un coinvolgimento insufficiente del Parlamento;

92. deplora il fatto che importanti norme commerciali, come quelle concernenti gli SDC, rimangano al di fuori della procedura di codecisione e che persistano incertezze circa l'applicabilità della procedura del parere conforme in relazione agli accordi di libero scambio; invita gli Stati membri a porre rimedio quanto prima a questa situazione insoddisfacente, attuando le necessarie riforme istituzionali e, in particolare, applicando le disposizioni in materia di commercio internazionale di trattato che adotta una Costituzione per l'Europa;

93. invita la Commissione e il Consiglio a tenerlo pienamente informato e a coinvolgerlo in tutte le iniziative prese a seguito della Comunicazione "Europa globale";

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94. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, e dei paesi candidati.

[1] Testi approvati, P6_TA(2006)0388.

[2] Testi approvati, P6_TA(2006)0450.

[3] GU C 293 E del 2.12.2006, pag. 155.

[4] Testi approvati, P6_TA(2006)0419.

[5] GU C 298 E dell'8.12.2006, pag. 235.

[6] GU C 233 E del 28.9.2006, pag. 103.

[7] GU C 193 E del 17.8.2006, pag. 110.

[8] Documento del Consiglio 7775/1/06.

[9] GU C 291 E del 30.11.2006, pag. 321.

[10] Testi approvati, P6_TA(2006)0325.

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