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Document 52016IP0437

    Risoluzione del Parlamento europeo del 22 novembre 2016 sul miglioramento dell'efficacia della cooperazione allo sviluppo (2016/2139(INI))

    GU C 224 del 27.6.2018, p. 36–44 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    27.6.2018   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 224/36


    P8_TA(2016)0437

    Migliorare l'efficacia della cooperazione allo sviluppo

    Risoluzione del Parlamento europeo del 22 novembre 2016 sul miglioramento dell'efficacia della cooperazione allo sviluppo (2016/2139(INI))

    (2018/C 224/05)

    Il Parlamento europeo,

    visti il vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile e il documento conclusivo adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015, dal titolo «Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development» (Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile), in particolare l'obiettivo n. 17 degli obiettivi di sviluppo sostenibile ivi stabiliti che affida agli Stati membri dell'ONU il compito di rafforzare gli strumenti di attuazione dell'Agenda e rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile (1),

    visto il «programma d'azione di Addis Abeba», documento conclusivo adottato in occasione della terza conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo (Addis Abeba, Etiopia, 13-16 luglio 2015) e approvato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella risoluzione 69/313 del 27 luglio 2015 (2),

    vista la relazione del Segretario generale dell'ONU dal titolo «Trends and progress in international development cooperation» (Tendenze e progressi nella cooperazione internazionale allo sviluppo), presentata alla sessione del 2016 del forum sulla cooperazione allo sviluppo (E/2016/65) (3),

    visti la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti, adottata nel 2005 in occasione del secondo forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti, il programma d'azione di Accra adottato al terzo forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti svoltosi nel 2008 ad Accra (Ghana) (4) e l'esito del quarto forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti, tenutosi a Busan (Repubblica di Corea) nel dicembre 2011, che ha dato il via al partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo (GPEDC) (5),

    vista la dichiarazione di Dili del 10 aprile 2010 sulla costruzione della pace e il rafforzamento dello Stato, e il «Nuovo patto per l'impegno negli Stati fragili» avviato il 30 novembre 2011 in occasione del quarto forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti,

    visto il comunicato della prima riunione ad alto livello del GPEDC, tenutasi a Città del Messico nel mese di aprile 2014 (6),

    vista l'imminente seconda riunione ad alto livello del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo, che si svolgerà a Nairobi dal 28 novembre al 1o dicembre 2016 (7),

    vista la relazione 2014 sui progressi compiuti elaborata da OCSE e UNDP e intitolata «Making Development Co-operation More Effective» (Rendere più efficace la cooperazione allo sviluppo) (8),

    visto il «Siem Reap CSO Consensus» (Consenso di Siem Reap delle organizzazioni della società civile) del 2011 su un quadro internazionale per lo sviluppo efficace delle organizzazioni della società civile,

    visto l'articolo 208 TFUE, che definisce la riduzione e l'eliminazione della povertà come obiettivo principale della politica di sviluppo dell'UE e chiede che l'Unione e i suoi Stati membri rispettino gli impegni cui hanno aderito nel quadro delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni competenti e tengano conto degli obiettivi di cooperazione allo sviluppo nelle politiche da essi attuate che potrebbero incidere sui paesi in via di sviluppo,

    visti il Consenso europeo per lo sviluppo del 2005 (9) e l'intenzione di concordare un nuovo Consenso nel 2017,

    visto il codice di condotta dell'UE in materia di complementarità e di divisione dei compiti nell'ambito della politica di sviluppo (10),

    visto il testo consolidato del quadro operativo sull'efficacia degli aiuti (11), basato sulle conclusioni del Consiglio del 17 novembre 2009 su un quadro operativo sull'efficacia degli aiuti, sulle conclusioni del Consiglio del 14 giugno 2010 sulla divisione dei compiti trasversale ai paesi e sulle conclusioni del Consiglio del 9 dicembre 2010 sulla responsabilità reciproca e sulla trasparenza,

    visti il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 26 marzo 2015 dal titolo «Launching the EU International Cooperation and Development Results Framework» (Presentazione del quadro dei risultati dell'UE in materia di cooperazione internazionale e sviluppo) (SWD(2015)0080), e le conclusioni del Consiglio del 26 maggio 2015 sul quadro dei risultati (12),

    viste le conclusioni del Consiglio del 17 marzo 2014 relative alla posizione comune dell'UE per la prima riunione ad alto livello del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo (13),

    viste le conclusioni del Consiglio del 26 maggio 2015 su un nuovo partenariato mondiale per l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile dopo il 2015 (14),

    viste le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2016 sul potenziamento della programmazione congiunta (15),

    viste le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2016 sulla relazione annuale 2016 al Consiglio europeo sugli obiettivi in materia di aiuti allo sviluppo dell'UE (16),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 23 giugno 2015 dal titolo «Accountability Report on Financing for Development — Review of progress by the EU and its Member States» (Relazione di rendiconto 2015 dell'UE sul finanziamento per lo sviluppo — Riesame dei progressi compiuti dall'UE e dai suoi Stati membri) (SWD(2015)0128),

    vista la nota dal titolo «Una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea — Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte» presentata nel giugno 2016 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (17),

    vista la sua risoluzione del 22 maggio 2008 sul seguito dato alla dichiarazione di Parigi del 2005 sull'efficacia degli aiuti (18),

    vista la sua risoluzione del 5 luglio 2011 sul futuro del sostegno finanziario dell'UE ai paesi in via di sviluppo (19),

    vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2011 sul quarto forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti (20),

    vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2013 recante raccomandazioni alla Commissione sul coordinamento dei donatori UE in relazione agli aiuti allo sviluppo (21),

    vista la sua risoluzione del 19 maggio 2015 sul finanziamento dello sviluppo (22),

    vista la sua risoluzione del 14 aprile 2016 sul settore privato e lo sviluppo (23),

    vista la sua risoluzione del 12 maggio 2016 sul seguito e sul riesame dell'Agenda 2030 (24),

    vista la sua risoluzione del 7 giugno 2016 sulla relazione 2015 dell'UE sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo (25),

    visto l'articolo 52 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per lo sviluppo (A8-0322/2016),

    A.

    considerando che i principi stabiliti dalla dichiarazione di Parigi e dal programma d'azione di Accra restano pienamente validi e hanno dimostrato la loro efficacia nel migliorare la qualità degli aiuti allo sviluppo nonché il sostegno pubblico a tali aiuti nei paesi donatori;

    B.

    considerando che gli impegni politici di alto livello assunti nel contesto del consenso di Monterrey (2002), della dichiarazione di Roma (2003), della dichiarazione di Parigi (2005), del piano d'azione di Accra (2008) e del quarto forum sull'efficacia degli aiuti di Busan (2011) perseguono tutti lo stesso obiettivo di migliorare la qualità dell'attuazione, la gestione e l'utilizzo degli aiuti pubblici allo sviluppo al fine di ottimizzarne gli effetti;

    C.

    considerando che i principi sull'efficacia degli aiuti hanno chiaramente contribuito ai progressi verso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio in numerosi paesi, ma che tali progressi restano ancora disomogenei e che non tutti i principi sono stati sempre attuati pienamente in tutti i paesi e da tutti gli attori dello sviluppo;

    D.

    considerando il ruolo cruciale che il partenariato globale può svolgere nell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile spostando l'attenzione dal concetto di «efficacia di aiuto», riferito al tradizionale aiuto pubblico allo sviluppo, a quello di «efficacia della cooperazione allo sviluppo»;

    E.

    considerando che l'aiuto pubblico allo sviluppo può svolgere un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030, in particolare nei paesi a basso reddito e per quanto concerne la lotta alla povertà estrema e alla disuguaglianza, purché sia meglio orientato e rispetti i principi per un'efficace cooperazione allo sviluppo, vale a dire titolarità democratica dei paesi, allineamento, potenziamento della capacità a livello locale, trasparenza e responsabilità democratica, attenzione ai risultati e inclusività; che la condizionalità degli aiuti deve rispettare il principio della titolarità democratica;

    F.

    considerando che per sconfiggere la povertà e promuovere gli altri obiettivi di sviluppo sostenibile occorrono anche altri strumenti di politica di sviluppo oltre agli aiuti e alla cooperazione per lo sviluppo;

    G.

    considerando che il sostegno al bilancio presenta numerosi vantaggi, come la responsabilità dello Stato, una valutazione più precisa dei risultati, una maggiore coerenza delle politiche, una migliore prevedibilità degli aiuti e un uso ottimale delle risorse direttamente a beneficio delle popolazioni;

    H.

    considerando che il settore privato sta diventando, parallelamente alle altre tradizionali organizzazioni governative e non governative per lo sviluppo, un partner effettivo nelle nostre strategie in termini di conseguimento di uno sviluppo inclusivo e sostenibile;

    I.

    considerando che perché gli aiuti risultino efficaci è essenziale che i paesi beneficiari attuino parallelamente politiche volte alla crescita economica mediante l'introduzione dei meccanismi propri dell'economia di mercato, della mobilitazione del capitale privato e delle riforme fondiarie nonché la progressiva apertura dei loro mercati alla concorrenza mondiale;

    J.

    considerando che, stando a uno studio della Commissione, la frammentazione degli aiuti rappresenta per l'UE un costo supplementare compreso tra i 2 e i 3 miliardi di euro l'anno;

    K.

    considerando che il partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo (GPEDC) offre un forum inclusivo che riunisce governi, organizzazioni bilaterali e multilaterali, società civile, parlamenti, sindacati e il settore privato di tutti i paesi;

    L.

    considerando che il GPEDC si concentra sul comportamento degli attori dello sviluppo e sui rapporti che intrattengono fra loro, sull'attuazione efficace di politiche e programmi di sviluppo e sul monitoraggio dei progressi realizzati nel rispetto dei principi fondamentali definiti negli ultimi dieci anni, al fine di migliorare l'efficacia degli sforzi compiuti da tutti gli attori dello sviluppo; che è opportuno chiarire la sua interazione con l'architettura dell'aiuto allo sviluppo a livello mondiale cui è affidata la supervisione dell'attuazione dell'Agenda 2030;

    M.

    considerando che paesi quali Cina, Brasile, Turchia, Russia e India svolgono un ruolo sempre più decisivo in quanto donatori emergenti e nel trasferimento di tecnologia e competenze in materia di sviluppo, non da ultimo grazie alla loro recente e attuale esperienza in questo campo; che il loro impegno con i donatori più tradizionali nella promozione dei beni pubblici di carattere globale e la loro partecipazione al GPEDC per la cooperazione allo sviluppo può essere migliorata;

    N.

    considerando che la Commissione svolge un ruolo attivo all'interno del comitato direttivo del GPEDC e che uno dei copresidenti di quest'ultimo è originario dei Paesi Bassi, Stato membro dell'UE; che la Germania è in procinto di assumere la funzione di copresidenza;

    O.

    considerando che la titolarità dei paesi nell'ambito della cooperazione allo sviluppo richiede l'allineamento dei donatori ai piani nazionali di sviluppo e agli obiettivi e ai traguardi di sviluppo sostenibile concordati a livello internazionale, così come la partecipazione nazionale per quanto riguarda la progettazione e la responsabilità nell'attuazione di piani e programmi di sviluppo;

    P.

    considerando che gli aiuti, se non si riducono al finanziamento dei progetti per lo sviluppo, ma sono spesi in loco sui beni e sui servizi di produzione locale, portano un doppio profitto; che, pertanto, il potenziamento dei sistemi nazionali e dei sistemi di appalti pubblici è un elemento cruciale per l'efficacia degli aiuti secondo la dichiarazione di Parigi in materia, e per promuovere la buona governance e la responsabilità democratica nei paesi partner;

    Q.

    considerando che le agende in materia di cooperazione allo sviluppo promosse dai fornitori e gli aiuti vincolati, anche nel settore degli appalti, possono essere espressione di interessi politici diversi e a volte contrastanti con le politiche di sviluppo e rischiano di indebolire la titolarità e la sostenibilità degli aiuti allo sviluppo e i progressi già compiuti dal punto di vista dell'allineamento, dimostrandosi inefficaci e causando un aumento della dipendenza; che la titolarità a livello locale svolge una funzione chiave nel garantire uno sviluppo efficace per i cittadini;

    R.

    considerando che l'uso dei quadri dei risultati per misurare gli obiettivi raggiunti dai programmi di cooperazione allo sviluppo è in aumento, ma che la piena titolarità e l'impiego di tali quadri da parte dei paesi in via di sviluppo rimangono una sfida continua;

    S.

    considerando che il ciclo di monitoraggio del GPEDC del 2016 ha rilevato che i progressi nell'utilizzo dei sistemi nazionali sono rimasti ridotti e che non si sono registrati ulteriori avanzamenti nello svincolo degli aiuti, che si sono attestati sullo stesso picco dell'80 % raggiunto nel 2010;

    T.

    considerando che i parlamentari dei paesi partner, le autorità locali e la società civile continuano a esprimere insoddisfazione per il loro livello di coinvolgimento e informazione in merito alla programmazione e all'attuazione della cooperazione allo sviluppo;

    U.

    considerando che l'efficacia dello sviluppo, intesa come l'uso efficace di tutti gli strumenti e di tutte le risorse orientati allo sviluppo, compresa la riduzione della povertà, dipende sia dai donatori di aiuti che dai paesi beneficiari, nonché dall'esistenza di istituzioni efficienti e reattive, da politiche valide, dal coinvolgimento degli attori locali e della società civile, dallo Stato di diritto, da una governance democratica inclusiva, dall'esistenza di meccanismi di follow-up efficaci e trasparenti e da garanzie contro la corruzione nei paesi in via di sviluppo e contro i flussi finanziari illeciti a livello internazionale; che il GPEDC dovrebbe svolgere un ruolo più incisivo nel facilitare e promuovere il progresso sui fattori determinanti per lo sviluppo summenzionati;

    V.

    considerando che la frammentarietà degli aiuti resta una sfida persistente che deriva dalla proliferazione di donatori e agenzie per gli aiuti e dalla carenza di coordinamento fra le loro attività e i loro progetti;

    W.

    considerando che la cooperazione sud-sud ha continuato a crescere nonostante il rallentamento delle economie emergenti e il crollo dei prezzi delle merci;

    X.

    considerando che il panorama dello sviluppo è sempre più eterogeneo, con una popolazione povera più numerosa nei paesi a medio reddito rispetto ai paesi a basso reddito; che, al tempo stesso, si è osservato un cambiamento nella natura delle sfide per lo sviluppo, con l'emergere di nuove sfide globali come le migrazioni, la sicurezza alimentare, la pace, la stabilità e il cambiamento climatico;

    1.

    invita tutti gli attori dello sviluppo a basarsi sugli impegni assunti a partire da Parigi sino a Busan e a rinnovare e intensificare i loro sforzi per rendere la cooperazione allo sviluppo il più efficace possibile, al fine di conseguire gli ambiziosi obiettivi fissati nell'Agenda 2030 e ottimizzare l'uso di risorse pubbliche e private per lo sviluppo;

    2.

    invita a impiegare tutti gli strumenti offerti dalla politica per lo sviluppo per sconfiggere la povertà e promuovere gli obiettivi di sviluppo sostenibile; ritiene che occorrerebbe valutare l'efficacia del finanziamento allo sviluppo sulla base di risultati concreti e del contributo alla politica per lo sviluppo nel suo insieme;

    3.

    evidenzia il ruolo chiave dell'aiuto pubblico allo sviluppo nel conseguimento del programma sull'efficacia dello sviluppo, per sconfiggere la povertà, ridurre le disuguaglianze, fornire servizi pubblici essenziali e sostenere la buona governance; sottolinea che l'aiuto pubblico allo sviluppo è più flessibile, prevedibile e affidabile degli altri flussi che contribuiscono potenzialmente allo sviluppo;

    4.

    ricorda che i finanziamenti sufficienti sono un presupposto per un'efficace cooperazione allo sviluppo; osserva che la maggior parte dei fornitori di aiuti pubblici allo sviluppo non hanno rispettato il proprio impegno a destinare a tale scopo lo 0,7 % del proprio reddito nazionale lordo entro il 2015, per una perdita superiore ai duemila miliardi di dollari USA di risorse non assegnate ai paesi in via di sviluppo per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio;

    5.

    esorta l'UE e i suoi Stati membri a rispettare il proprio storico impegno di destinare lo 0,7 % del reddito nazionale lordo agli aiuti, a potenziare i propri aiuti allo sviluppo, anche attraverso il bilancio dell'Unione e il Fondo europeo di sviluppo (FES), nonché ad attuare una tabella di marcia efficace per tener fede agli impegni in modo trasparente, prevedibile e responsabile; ammonisce riguardo all'indebolimento dei criteri per gli aiuti pubblici allo sviluppo al fine di coprire spese diverse da quelle direttamente legate alla promozione dello sviluppo sostenibile nei paesi in via di sviluppo;

    6.

    rileva con preoccupazione che a metà del 2015 solo cinque Stati membri dell'UE avevano pubblicato i piani di attuazione del partenariato di Busan; esorta gli Stati membri a pubblicare i piani di attuazione e a riferire sulle loro attività prima della seconda riunione ad alto livello del GPEDC che si svolgerà a Nairobi dal 28 novembre al 1o dicembre 2016;

    7.

    chiede che il documento conclusivo della seconda riunione ad alto livello del GPEDC tratti con chiarezza e attribuisca ruoli e responsabilità differenziate agli attori e alle istituzioni competenti per l'aiuto allo sviluppo per attuare l'agenda e applicare i principi, onde potenziare i progressi e agevolare la cooperazione futura;

    8.

    prende atto della proposta del Messico di includere un quinto principio di efficacia dello sviluppo, il principio del «Leave No-one Behind» (Nessuno resti indietro); riconosce l'importanza di prestare grande attenzione ai gruppi poveri, vulnerabili ed emarginati, prendendo debitamente in considerazione la parità di genere e le situazioni di fragilità e conflitto, nel contesto del programma sull'efficacia dello sviluppo; ritiene che sebbene tale principio sia in linea con la filosofia generale e l'impegno onnicomprensivo dell'Agenda 2030, la sua inclusione dovrebbe essere accompagnata da una profonda discussione e riflessione sulla sua realizzabilità operativa, segnatamente riguardo alle questioni di normalizzazione e pertinenti agli indicatori;

    9.

    evidenzia la necessità di porre il GPEDC in una posizione di forza nel contesto attuativo dell'Agenda 2030 e del programma d'azione di Addis Abeba; ritiene che il GPEDC sia in grado di fornire un valore aggiunto purché il suo lavoro sia programmato strategicamente per fasi e armonizzato con l'attività e il calendario del forum per la cooperazione allo sviluppo, del forum sul finanziamento dello sviluppo e del forum politico ad alto livello del consiglio economico e sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite;

    10.

    sottolinea che il GPEDC dovrebbe svolgere un ruolo determinante sia negli aspetti oggettivi del monitoraggio e della responsabilità per quanto riguarda i principi di efficacia per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile sia nel sostenere la loro piena attuazione da parte di tutti i soggetti a livello nazionale; sottolinea la necessità che il GPEDC fornisca canali di cooperazione chiaramente definiti per determinati attori dello sviluppo oltre ai donatori OCSE, fra cui i donatori emergenti, i governi locali e regionali, le organizzazioni della società civile, i filantropi privati, gli istituti finanziari, le imprese del settore privato e i sindacati; ritiene che le disposizioni sulla presidenza del GPEDC dovrebbero riflettere la diversità delle parti interessate;

    11.

    ricorda che una crescita dell'1 % in Africa rappresenta oltre il doppio degli aiuti pubblici allo sviluppo;

    12.

    ritiene che il GPEDC debba svolgere un ruolo di primo piano nel garantire progressi verso il raggiungimento dell'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 17, ossia in fatto di monitoraggio e responsabilità, incremento dell'efficacia degli aiuti, aspetti di qualità e capacità del finanziamento per lo sviluppo, fiscalità e sostenibilità del debito, mobilitazione del settore privato e sua responsabilità per uno sviluppo sostenibile, trasparenza, coerenza delle politiche, partenariati multipartecipativi, cooperazione sud-sud e triangolare;

    13.

    sottolinea l'importante ruolo che il GPEDC deve svolgere riguardo all'indicatore dell'obiettivo di sviluppo sostenibile 17.16.1, segnatamente nel conseguire partenariati multipartecipativi più efficaci e inclusivi per sostenere e favorire l'attuazione dell'Agenda 2030, misurando la qualità del loro impegno per lo sviluppo; accoglie con favore il ciclo di monitoraggio del 2016, rilevando un aumento del numero di partner per lo sviluppo coinvolti in tale esercizio, e attende con interesse la pubblicazione della relazione sui progressi compiuti;

    14.

    incoraggia le parti del GPEDC a valutare la possibilità di creare un segretariato permanente più indipendente e dotato di risorse adeguate per il partenariato, sulla scorta del lavoro del gruppo comune di supporto ed esorta gli Stati membri dell'UE e i paesi partner a designare punti focali nazionali;

    15.

    ricorda che al Parlamento europeo dovrebbe essere garantita la possibilità di svolgere il suo essenziale ruolo di controllo democratico per tutte le politiche condotte dall'UE, comprese le politiche di sviluppo, e chiede con forza di essere informato regolarmente e in tempo utile sulle posizioni assunte dalla Commissione in seno al comitato direttivo del GPEDC;

    16.

    accoglie con favore i progressi compiuti e raccomanda alla Commissione di compiere ulteriori sforzi per garantire a tutti gli attori interessati l'accesso alle informazioni sulla trasparenza della programmazione, dei meccanismi di finanziamento, dei progetti e dei flussi di aiuti nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, in particolare nel contesto dell'Iniziativa per la trasparenza degli aiuti internazionali (International Aid Transparency Initiative — IATI) e della creazione dello strumento «EU Aid Explorer»; ricorda, tuttavia, che restano ancora da compiere importanti passi in materia e chiede con forza a tutti i donatori di compiere urgentemente ulteriori significativi sforzi per rendere le informazioni e i dati più accessibili, tempestivi e comparabili; invita gli Stati membri che ancora non contribuiscono alla IATI ad aderire all'iniziativa; invita la Commissione e gli Stati membri a fare uso dei dati disponibili e a sostenere inoltre i paesi partner, promuovendo lo scambio di informazioni e di prassi corrette in tal senso;

    17.

    ritiene che il monitoraggio, la revisione e lo scambio di conoscenza in merito ai progressi compiuti nello sviluppo siano di fondamentale importanza per incrementare la responsabilità e l'impatto della cooperazione, in particolare a livello di paese; esorta pertanto la Commissione a presentare relazioni, almeno ogni due anni, sugli sforzi e sui piani d'azione dell'UE e degli Stati membri al fine di conseguire un'attuazione esaustiva dei principi di Busan; invita l'UE a sostenere ulteriormente i paesi partner nel miglioramento della capacità amministrativa e logistica, in particolare i sistemi statistici;

    18.

    accoglie con favore le iniziative OCSE che contribuiscono potenzialmente alla riduzione dei flussi finanziari illeciti e invita la comunità internazionale a perfezionare la cooperazione per aumentare la trasparenza dei regimi fiscali e dei flussi finanziari più in generale; ribadisce il ruolo e le responsabilità cruciali sulla materia delle società multinazionali e degli istituti finanziari;

    19.

    invita la Commissione, le delegazioni UE e le agenzie degli Stati membri a informare i parlamenti nazionali e, per quanto possibile, le autorità locali e regionali, nonché i portatori di interesse privati e la società civile, sulla programmazione e sugli impegni finanziari in materia di assistenza allo sviluppo, pubblicando analisi della cooperazione allo sviluppo specifiche per paese che dovrebbero fornire una panoramica dei documenti strategici, del coordinamento dei donatori, dei piani d'azione annuali e dei programmi in corso e pianificati, nonché degli inviti a presentare progetti e degli appalti o di altri meccanismi di finanziamento utilizzati;

    20.

    incoraggia i parlamenti dei paesi destinatari ad adottare politiche nazionali sull'aiuto allo sviluppo al fine di accrescere il senso di responsabilità dei donatori e dei governi beneficiari comprese le autorità locali, rafforzare la gestione delle finanze pubbliche e la capacità di assorbimento, eradicare la corruzione e ogni forma di dispersione degli aiuti, rendere efficaci i sistemi fiscali, nonché migliorare le condizioni per ricevere il sostegno al bilancio e, nel lungo periodo, ridurre la dipendenza dagli aiuti;

    21.

    ritiene importante promuovere l'adesione da parte di tutti gli stati membri alla Addis Tax Initiative per raddoppiare l'assistenza tecnica entro il 2020 mirata a rafforzare le capacità dei paesi partner in materia di tassazione;

    22.

    chiede alla Commissione e agli Stati membri di impegnarsi con i parlamenti nazionali dei paesi partner al fine di sostenere in modo costruttivo lo sviluppo di tali politiche, integrandole con disposizioni di reciproca responsabilità; plaude agli sforzi della Commissione per migliorare la responsabilità nazionale nel contesto del sostegno al bilancio rafforzando le capacità istituzionali dei parlamenti nazionali e degli istituti superiori di controllo;

    23.

    sottolinea il ruolo che cittadini, comunità locali, rappresentanti eletti, organizzazioni religiose, organizzazioni della società civile, mondo accademico, sindacati e settore privato svolgono nello sviluppo ed evidenzia che tutti questi attori devono essere coinvolti nella promozione e nell'attuazione dell'agenda per l'efficacia degli aiuti a vari livelli; ritiene che un efficace contributo di tali soggetti richieda il loro coinvolgimento partecipativo nella pianificazione e nell'attuazione, reciproca responsabilità e trasparenza, monitoraggio e valutazione e che i donatori dovrebbero migliorare prevedibilità e rapidità nella collaborazione con questi attori in qualità di partner incaricati dell'attuazione e della fornitura dei servizi di base per poter raggiungere realmente le fasce più vulnerabili della popolazione;

    24.

    evidenzia che l'assistenza può essere sostenuta unicamente se i beneficiari mostrano un forte impegno e titolarità; insiste sull'importanza delle responsabilità condivise per i risultati dello sviluppo, anche nell'attuazione dei principi di Istanbul, e ricorda che l'appropriazione democratica presuppone istituzioni forti, capaci di assicurare la piena partecipazione degli attori locali nell'attuazione, nel monitoraggio e nella valutazione dei programmi di sviluppo;

    25.

    sottolinea l'importanza di consentire alle organizzazioni della società civile di svolgere le proprie funzioni di attori indipendenti dello sviluppo, concentrandosi in particolare su un contesto favorevole e coerente con i diritti internazionali concordati, che massimizzi il contributo delle organizzazioni della società civile allo sviluppo; esprime preoccupazione sulla contrazione degli spazi concessi alle organizzazioni della società civile in molti paesi partner; invita la Commissione a migliorare l'accessibilità al finanziamento alle organizzazioni della società civile;

    26.

    accoglie con favore i progressi compiuti dall'UE sulla programmazione congiunta e l'impegno verso di essa; segnala che la programmazione congiunta dovrebbe ridurre la frammentarietà degli aiuti e i costi di transazione, accrescere la complementarità grazie a una migliore ripartizione dei compiti, migliorare l'affidabilità nazionale e reciproca come pure la prevedibilità della cooperazione allo sviluppo, e offre quindi chiari vantaggi per l'UE e i paesi partner; osserva che la programmazione congiunta è stata sperimentata in 59 dei 110 paesi partner beneficiari di assistenza allo sviluppo UE; invita gli Stati membri dell'UE e i paesi partner a progredire nell'impegno verso la programmazione congiunta per sfruttarne appieno i benefici in tutti i paesi possibili;

    27.

    ricorda la sua richiesta (26) di codificare e potenziare i meccanismi e le pratiche per garantire una migliore complementarità e un coordinamento efficace degli aiuti allo sviluppo tra gli Stati membri e le istituzioni dell'UE, fornendo norme chiare e applicabili per assicurare la titolarità democratica nazionale, l'armonizzazione, l'allineamento con le strategie e i sistemi nazionali, la prevedibilità dei fondi, la trasparenza e la responsabilità reciproca; chiede alla Commissione di fornire informazioni circa la mancanza di seguito a tale richiesta e di indicare quali misure alternative ha adottato o intende adottare al riguardo;

    28.

    ricorda che l'UE e i suoi Stati membri si impegnano a svincolare i propri aiuti e riconosce i progressi compiuti in questo campo; invita tutti i fornitori di aiuti allo sviluppo, economie emergenti comprese, a incrementare gli sforzi per accelerare lo svincolo degli aiuti a livello globale; invita i fornitori di aiuti a impiegare i sistemi di appalto dei paesi partner come prima scelta;

    29.

    invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare nuove iniziative per promuovere progetti faro di cooperazione sud-sud e triangolare, coinvolgendo nuovi donatori emergenti e altri paesi a reddito medio, mirando ad affrontare le sfide globali di reciproco interesse senza perdere la prospettiva dell'eliminazione della povertà; evidenzia l'esigenza di sfruttare appieno il potenziale della cooperazione decentrata per portare avanti il programma sull'efficacia dello sviluppo, nel rispetto di tutte le garanzie di trasparenza, efficacia e coerenza ed evitando l'ulteriore frammentazione dell'architettura internazionale per gli aiuti;

    30.

    sottolinea che l'assistenza allo sviluppo può svolgere un ruolo importante nella lotta alla povertà, nell'eliminazione delle disuguaglianze e nella promozione dello sviluppo, in particolare per i paesi meno sviluppati, nonché per promuovere l'accesso a servizi pubblici di qualità per i gruppi più svantaggiati e vulnerabili e catalizzare altri fattori sistemici critici che favoriscono lo sviluppo, quali la promozione della parità di genere (come formulata nel partenariato di Busan), l'istruzione e il potenziamento dei sistemi sanitari, compresa la lotta contro le malattie legate alla povertà, se impiegati in un contesto di governance legittima e inclusiva, basata sullo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani;

    31.

    sottolinea l'importanza dell'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 16 per l'efficacia dello sviluppo in generale e avverte che gli aiuti allo sviluppo non possono raggiungere efficacemente la loro finalità dove mancano la pace, il rispetto per i diritti umani e lo Stato di diritto, un sistema giudiziario imparziale, efficace ed indipendente, norme e tutele sociali, ambientali e lavorative riconosciute a livello internazionale per l'integrità delle istituzioni pubbliche e dei titolari di cariche pubbliche, processi decisionali inclusivi, partecipativi e rappresentativi a tutti i livelli, trasparenza e responsabilità;

    32.

    ricorda che la corruzione nei paesi beneficiari, sia essa direttamente connessa all'assistenza allo sviluppo o meno, rappresenta una grave violazione della legittimità democratica e danneggia il sostegno pubblico per l'assistenza allo sviluppo nei paesi donatori; accoglie quindi con favore tutte le misure adottate per promuovere la sana gestione finanziaria e per eradicare definitivamente la corruzione, pur rilevando che la situazione in molti paesi partner comporta per definizione un certo grado di rischio;

    33.

    esorta gli Stati membri e altri donatori a potenziare gli sforzi e le risorse umane per meglio concettualizzare l'efficacia e realizzare analisi approfondite in contesti di fragilità, post-conflitto e prevenzione dei conflitti, dove i risultati desiderati non sempre possono essere acquisiti sotto forma di dati e all'interno di quadri dei risultati;

    34.

    è fermamente convinto che il settore privato rappresenti un partner importante per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e mobilitare ulteriori risorse per lo sviluppo; evidenzia che in considerazione del loro ruolo crescente nella cooperazione allo sviluppo, gli attori del settore privato devono allinearsi con i principi di efficacia dello sviluppo e tenere conto dei principi di responsabilità sociale d'impresa nell'intero ciclo di vita dei progetti; riconosce gli sforzi di alcuni attori del settore privato nel considerare l'impegno verso i diritti umani, l'inclusione sociale e la sostenibilità elementi fondamentali dei propri modelli aziendali e invita alla diffusione generale di tale impostazione; osserva la necessità che il settore privato rispetti i principi del diritto internazionale e le norme sociali e ambientali, nonché il patto globale delle Nazioni Unite sui diritti umani, i principi guida delle Nazioni Unite sulle imprese e sui diritti umani, le norme essenziali in materia di lavoro dell'OIL e la convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione; invita la Commissione a garantire che le imprese che operano da paradisi fiscali non partecipino a progetti finanziati mediante aiuti pubblici allo sviluppo; sottolinea nel contempo la necessità che i paesi partner promuovano un contesto propizio agli affari, anche sotto il profilo della trasparenza dei sistemi giuridici e normativi;

    35.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al SEAE, al parlamento e al governo del Kenya in quanto paese ospitante della seconda riunione ad alto livello del GPEDC, ai copresidenti del GPEDC, al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, all'OCSE nonché all'Unione interparlamentare.

    (1)  http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/RES/70/1&Lang=E

    (2)  http://www.un.org/esa/ffd/wp-content/uploads/2015/08/AAAA_Outcome.pdf

    (3)  https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N16/132/05/PDF/N1613205.pdf?OpenElement

    (4)  http://www.oecd.org/dac/effectiveness/34428351.pdf

    (5)  http://www.oecd.org/dac/effectiveness/49650173.pdf

    (6)  http://effectivecooperation.org/2014/03/draft-communique-for-the-first-high-level-meeting-of-the-global-partnership/

    (7)  http://effectivecooperation.org/events/2016-high-level-meeting/

    (8)  http://effectivecooperation.org/wp-content/uploads/2016/05/4314021e.pdf

    (9)  GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.

    (10)  Conclusioni del Consiglio 9558/07 del 15.5.2007.

    (11)  Documento del Consiglio 18239/10.

    (12)  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-9145-2015-INIT/it/pdf

    (13)  http://www.consilium.europa.eu/en/workarea/downloadasset.aspx?id=15603

    (14)  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-9241-2015-INIT/it/pdf

    (15)  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-8831-2016-INIT/it/pdf

    (16)  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-8822-2016-INIT/it/pdf

    (17)  Documento del Consiglio 10715/16.

    (18)  GU C 279 E del 19.11.2009, pag. 100.

    (19)  GU C 33 E del 5.2.2013, pag. 38.

    (20)  GU C 131 E dell'8.5.2013, pag. 80.

    (21)  Testi approvati, P7_TA(2013)0558.

    (22)  GU C 353 del 27.9.2016, pag. 2.

    (23)  Testi approvati, P8_TA(2016)0137.

    (24)  Testi approvati, P8_TA(2016)0224.

    (25)  Testi approvati, P8_TA(2016)0246.

    (26)  Testi approvati dell'11 dicembre 2013, P7_TA(2013)0558.


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