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Document 52016AE2740

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Iniziativa europea per il cloud computing — Costruire un'economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa» [COM(2016) 178 final]

    GU C 487 del 28.12.2016, p. 86–91 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    28.12.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 487/86


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Iniziativa europea per il cloud computing — Costruire un'economia competitiva dei dati e della conoscenza in Europa»

    [COM(2016) 178 final]

    (2016/C 487/14)

    Relatore:

    Antonio LONGO

    Consultazione

    Commissione europea, 19/04/2016

    Base giuridica

    Articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

    Sezione competente

    Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione

    Adozione in sezione

    07/09/2016

    Adozione in sessione plenaria

    21/09/2016

    Sessione plenaria n.

    519

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    149/1/1

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1.

    Il CESE condivide e sostiene la scelta strategica della Commissione di un cloud computing europeo, aperto e destinato al mondo scientifico, all'interno di un forte impegno politico ed economico per l'innovazione digitale. Il Comitato fin dal 2011 ha espresso in varie occasioni una serie di raccomandazioni alla Commissione per posizionare l'Europa alla testa di questo promettente settore, con l'aiuto di imprese leader.

    1.2.

    Per il CESE si tratta di una priorità assoluta che ha una importanza strategica, sia per quanto riguarda il superamento del gap tecnologico, sia per quanto riguarda il progresso economico, sociale e culturale della società.

    1.3.

    La proposta del CESE è per un cloud europeo disponibile per tutti i cittadini e le imprese. Il CESE chiede anzitutto di chiarire e precisare quali saranno i tempi e le modalità di estensione della base di utenti, promessi a PMI innovative ed all'industria.

    1.4.

    Il CESE condivide l'analisi della Commissione sulle criticità che impediscono all'Europa di sfruttare il potenziale dei dati, in particolare per quanto riguarda l'assenza di interoperabilità, la frammentazione delle strutture, la loro chiusura ad altri apporti e scambi. Sono positive le misure individuate nella comunicazione per superare la divisione delle realtà nazionali, che impediscono l'implementazione di un vero mercato unico digitale europeo, con azioni finalizzate ad ampliare l'accessibilità e a rafforzare la fiducia tra settore pubblico e mondo accademico, spesso totalmente separati e non comunicanti.

    1.5.

    Il CESE chiede che le misure di integrazione vengano realizzate in modo da favorire il cambio di mentalità della comunità scientifica, con meccanismi di integrazione tra le infrastrutture accademiche, centri di ricerca e istituzioni pubbliche e con la revisione della struttura degli incentivi per ottenere una maggiore condivisione dei dati, mentre quelle comunità in cui la condivisione dei dati è già piuttosto diffusa dovrebbero essere incoraggiate a svolgere un ruolo chiave nella definizione dei dettagli dei dati aperti.

    1.6.

    Il CESE raccomanda di esplicitare meglio quale sarà l'interazione fra l'infrastruttura di dati europea, che dovrebbe promuovere anche la promozione, lo sviluppo e l'implementazione di supercomputer ad alte prestazioni (HPC), e l'annunciata iniziativa faro per il rafforzamento nel campo della tecnologia informatica quantistica.

    1.7.

    Il CESE propone che sull'aspetto decisivo della governance, come anche sull'apertura progressiva a tutti e sulle modalità di utilizzo e la conservazione dei dati, la Commissione lanci una grande consultazione che coinvolga direttamente la comunità scientifica e i cittadini nelle loro associazioni rappresentative degli interessi.

    1.8.

    Il CESE raccomanda che le forniture di hardware e software necessari al cloud europeo siano acquistate in Europa e chiede maggiore chiarezza in merito alle risorse finanziarie, provenienti da vari programmi quadro, fondi strutturali, CEF e FEIS.

    1.9.

    Il CESE propone che la Commissione, d'accordo con gli Stati membri, lanci un grande programma di sviluppo e valorizzazione di nuove alte professionalità, che offra nuove opportunità occupazionali qualificate e favorisca il «rientro» nell'UE dei giovani scienziati che lavorano in altri paesi.

    1.10.

    Per avere un quadro normativo definito e certo a disposizione di imprese e cittadini, in un settore così strategico ma anche così complesso e in continua evoluzione come il digitale, il CESE propone la creazione di un «portale unico dell'Europa digitale», attraverso il quale cittadini e imprese possano facilmente accedere ai testi comunitari esistenti.

    1.11.

    Il CESE ribadisce infine, per lo sviluppo di una vera rivoluzione digitale, la necessità di educazione e formazione per tutte le fasce di età della popolazione europea e in tutti i periodi di attività o inattività. In particolare il CESE ribadisce la necessità di investire nella formazione tecnologica delle donne e nella loro collocazione nei ruoli di responsabilità e decisionali.

    2.   Contesto e contenuti

    2.1.

    La Commissione ha elaborato una serie di orientamenti finalizzati a porre le basi di una iniziativa europea per il cloud computing aperto e destinato al mondo scientifico ed ha pubblicato una proposta che, partendo dalla considerazione dello sviluppo dei cosiddetti big data, ritiene il cloud uno strumento in grado di sfruttare appieno la mole dei dati prodotti da soggetti pubblici e privati. La capacità di utilizzare i big data viene ritenuta di impatto sulla economia globale, offrendo l'opportunità di grandi innovazioni in campo industriale e sociale e la creazione di nuovi servizi e prodotti finanziari.

    2.2.

    La proposta si colloca all'interno di un primo pacchetto di politica industriale nel quadro della strategia per il mercato unico digitale, annunciato il 19 aprile 2016, con un consistente piano finanziario di 50 Mrd di euro, finalizzato a un vero e proprio «percorso per la digitalizzazione dell'industria europea» e prevede «un pacchetto di misure per sostenere e collegare le iniziative nazionali per la digitalizzazione dell'industria e dei servizi connessi in tutti i settori e per stimolare gli investimenti attraverso reti e partenariati strategici».

    2.3.

    L'iniziativa sul cloud computing costituisce uno degli impegni più importanti per fare dell'Europa «il leader mondiale nell'economia basata sui dati». La scelta — ha dichiarato Carlos Moedas, commissario alla Ricerca, sviluppo e innovazione — è anche una risposta «all'appello della comunità scientifica, che chiedeva un'infrastruttura per la scienza aperta. (…) I vantaggi dei dati aperti, ossia liberamente accessibili per la scienza, l'economia, la società europea, saranno enormi».

    2.4.

    Nella visione della Commissione, l'Europa deve rispondere a quattro quesiti:

    Come sfruttare al massimo la condivisione di dati

    Come garantire che i dati possano essere utilizzati il più possibile, tra diverse discipline scientifiche e tra il settore pubblico e quello privato?

    Qual è il modo migliore per collegare le infrastrutture di dati esistenti e quelle nuove in tutta Europa?

    Come coordinare al meglio gli strumenti di supporto disponibili per le infrastrutture di dati europee?

    2.5.

    Lo strumento individuato dalla Commissione è lo sviluppo di un European Open Science Cloud , uno spazio sicuro e aperto in cui la comunità scientifica possa archiviare, condividere e riutilizzare dati e risultati scientifici. Questo importante strumento finalizzato a sviluppare la capacità di calcolo, la connettività e soluzioni cloud ad alta capacità, si avvarrebbe di un'infrastruttura di dati europea, collegando dapprima la comunità scientifica e poi il settore pubblico e l'industria. Tutto questo rende necessaria la collaborazione aperta di tutti i soggetti interessati a trarre beneficio dalla rivoluzione dei dati in Europa.

    2.6.

    La Commissione chiarisce che l'iniziativa sarà accompagnata da ulteriori azioni nell'ambito della strategia per il mercato unico digitale, con riferimenti ai contratti di cloud computing per gli utenti commerciali ed il passaggio ad altro fornitore di servizi cloud e dall'iniziativa sul libero flusso dei dati.

    2.7.

    La Commissione individua 5 ragioni per cui l'Europa non sta sfruttando pienamente il potenziale dei dati:

    i dati provenienti dalla ricerca finanziata con fondi pubblici non sono sempre aperti;

    l'assenza di interoperabilità;

    la frammentazione delle infrastrutture dati ed informatiche;

    la mancanza di un'infrastruttura di calcolo ad alte prestazioni (HPC) di punta per l'elaborazione dei dati;

    la necessità di tecniche di analisi avanzate (text mining e data mining) in un ambiente affidabile.

    2.8.

    Il cloud europeo per la scienza aperta dovrebbe conferire all'Europa un ruolo guida a livello globale nelle infrastrutture per i dati scientifici mettendo a disposizione di 1,7 milioni di ricercatori e 70 milioni di operatori professionali un ambiente virtuale con servizi fruibili gratuitamente. Lo sviluppo di questo strumento sarebbe rimesso alla comunità scientifica ed, in prospettiva, sarà finalizzato anche alla istruzione ed alla formazione professionale. La definizione di norme tecniche riconosciute permetterebbe la creazione di un ambiente dati sicuro per gli utenti.

    2.9.

    Partendo dalle infrastrutture già esistenti, la Commissione intende far leva anche su azioni già previste come il libero accesso alle pubblicazioni e ai dati scientifici nell'ambito di Orizzonte 2020. La governance del cloud europeo per la scienza aperta sarà definita a conclusione di un accurato processo di preparazione, che è già in corso.

    2.10.

    Le misure specifiche previste per la realizzazione del cloud sono individuate nella comunicazione come segue:

    rendere liberamente accessibili per default tutti i dati scientifici prodotti dal programma Orizzonte 2020;

    aumentare la consapevolezza e modificare le strutture degli incentivi;

    sviluppare l'interoperabilità e la condivisione dei dati;

    creare un'idonea struttura di governance paneuropea;

    sviluppare servizi basati sul cloud per una scienza aperta;

    estendere la base di utenti del mondo scientifico del cloud europeo per la scienza.

    2.11.

    La Commissione prevede anche la infrastruttura europea dei dati, con una capacità HPC integrata di classe mondiale che rappresenta una necessità per l'Europa, da realizzare su scala exa entro il 2022 e che la porrebbe tra i tre protagonisti del settore.

    2.12.

    La Commissione ritiene che l'infrastruttura europea dei dati contribuirà anche alla digitalizzazione dell'industria, alla promozione dell'innovazione industriale ed allo sviluppo di piattaforme europee strategiche nella ricerca.

    2.12.1.

    Il calendario delle azioni si svilupperà dal 2016 al 2020.

    2.13.

    Nella comunicazione la Commissione annuncia anche un'iniziativa-faro finalizzata alla promozione della ricerca e dello sviluppo delle tecnologie quantistiche.

    2.14.

    La Commissione infine intende ampliare l'accessibilità e rafforzare la fiducia tra settore pubblico e mondo accademico, aprendo il cloud europeo al settore pubblico.

    2.15.

    La base di utenti sarebbe estesa successivamente ai servizi pubblici, alle PMI innovative ed all'industria. L'estensione dell'iniziativa ai servizi pubblici si baserà su esempi di eccellenza esistenti, quali la direttiva INSPIRE per l'informazione territoriale e la rete eHealth. L'estensione all'industria si baserà sugli esempi correnti della fornitura di infrastrutture scientifiche cruciali quali Helix-Nebula, EBI-EMBL e PRACE. Per le PMI il prossimo passo potrebbe essere il coinvolgimento in quanto fornitori di soluzioni innovative per l'EOSC, come già avviene per Orizzonte 2020.

    2.16.

    La Commissione prevede varie fonti di finanziamento:

    il programma quadro per la ricerca e l'innovazione Orizzonte 2020;

    il meccanismo per collegare l'Europa (CEF);

    i fondi strutturali e d'investimento europei;

    il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS).

    2.16.1.

    La stima iniziale dell'investimento supplementare pubblico e privato richiesto ammonta a 4,7 miliardi di euro in un periodo di 5 anni.

    2.17.

    Nel tempo l'iniziativa consentirà di generare entrate proprie, di pari passo con la relativa diffusione nella comunità scientifica, nelle startup innovative e nel settore pubblico.

    3.   Considerazioni generali

    3.1.

    La scelta della Commissione di impegno politico ed economico per l'innovazione digitale ha l'adesione convinta del CESE, con particolare riguardo alla scelta di un cloud computing europeo.

    3.1.1.

    La Commissione definisce una strategia molto ambiziosa. Sebbene il suo livello di complessità sia molto elevato, gli obiettivi politici sono chiaramente individuati. Le debolezze dell'Europa e le sfide che essa si trova dinanzi nel campo della creazione dei servizi per sfruttare i big data prodotti dalla scienza e dai servizi pubblici sono individuate con precisione e questo dovrebbe essere il punto di partenza di tutto il lavoro da realizzare nei prossimi anni.

    3.2.

    Il Comitato fin dal 2011 (1) e in varie occasioni ha formulato una serie di raccomandazioni alla Commissione «per incoraggiare l'Europa a posizionarsi alla testa di questo promettente settore, con l'aiuto di imprese leader».

    3.3.

    Ma va subito ricordato che la proposta del CESE era per un cloud europeo per tutti i cittadini e le imprese. Peraltro il titolo della comunicazione rischia di trarre in inganno il lettore, perché non specifica la destinazione al solo mondo scientifico.

    3.4.

    Il CESE, accoglie positivamente la decisione della Commissione e rileva l'importanza strategica delle scelte sia per quanto riguarda il superamento del gap tecnologico europeo, sia per quanto riguarda il progresso economico, sociale e culturale della società europea. Il cloud della scienza risponde anche all'esigenza della comunità scientifica di avere accesso e condividere i dati delle ricerche pubbliche.

    3.5.

    Il CESE condivide l'analisi della Commissione sulle criticità che impediscono all'Europa di sfruttare il potenziale dei dati, in particolare per quanto riguarda l'assenza di interoperabilità, la frammentazione delle strutture, la loro chiusura ad altri apporti e scambi. Il CESE ribadisce inoltre la necessità di educazione e formazione per tutte le fasce di età della popolazione europea e in tutti i periodi di attività o inattività (2). In particolare il CESE insiste sulla necessità di investire nella formazione tecnologica delle donne e nel loro accesso ai posti di responsabilità e dirigenza.

    3.6.

    Il Comitato concorda sugli obiettivi e le misure individuate nella comunicazione per superare la divisione delle realtà nazionali, che impediscono l'implementazione di un vero mercato unico digitale europeo. Va considerato inoltre che è ormai una tendenza generale il passaggio dallo stoccaggio sul proprio computer dei propri dati personali e di lavoro all'utilizzo di cloud pubblici o commerciali. L'iniziativa del cloud va quindi nella direzione giusta.

    3.7.

    È positivo anche l'impegno della Commissione per azioni finalizzate ad ampliare l'accessibilità e insieme rafforzare la fiducia tra settore pubblico e mondo accademico, spesso totalmente separati e non comunicanti.

    4.   Osservazioni particolari

    4.1.

    Ci sono alcuni aspetti che devono essere meglio precisati. Il piano della Commissione sembra allo stesso tempo molto complesso negli obiettivi, ma generico in alcuni punti fondamentali.

    4.2.

    Anzitutto il CESE raccomanda che le forniture di hardware e software necessari al cloud europeo siano acquistate in Europa. Le soluzioni di software sono altamente sviluppate in Europa, e dovrebbe essere possibile evitare la dipendenza tecnologica da altre regioni del mondo. Per quanto riguarda l'hardware, è positiva la previsione che almeno uno dei due supercomputer su scala exa sia europeo.

    4.3.

    Il CESE esprime preoccupazione anche in merito alle risorse non solo finanziarie, ma anche professionali necessarie all'implementazione e allo sviluppo del cloud. Per sfruttare tutte le potenzialità dei big data in termini di crescita economica e di occupazione per l'Europa, sarà fondamentale la disponibilità di risorse umane legate con competenze adeguate. Il Comitato esorta inoltre la Commissione a prendere attentamente in considerazione i sistemi di cloud computing transfrontalieri di specifiche comunità scientifiche, che già esistono e hanno dimostrato di funzionare bene, nonché le attività nazionali volte a conseguire lo stesso obiettivo.

    4.3.1.

    Pur valutando positivamente quanto previsto da Orizzonte 2020 e dal finanziamento del progetto EDISON che accelera il processo di istituzione della professione di «scienziato dei dati», il CESE si augura che la Commissione, d'accordo con gli Stati membri, lanci un grande programma di sviluppo di nuove alte professionalità che favorisca una occupazione qualificata e il «rientro» nell'UE dei giovani scienziati che lavorano in altri paesi. In particolare, c'è grande necessità di «amministratori dei dati» in grado di aiutare gli scienziati, l'industria del settore e l'amministrazione pubblica a utilizzare al meglio e a condividere i dati raccolti. Questi interventi della Commissione hanno un carattere di assoluta urgenza e devono tendere anche a recuperare opportunità di lavoro.

    4.4.

    Inoltre non si comprende bene l'interazione fra la proposta infrastruttura di dati europea, che dovrebbe promuovere anche la promozione, lo sviluppo e l'implementazione di supercomputer ad alte prestazioni (HPC), e l'iniziativa faro da affiancare in materia di rafforzamento nel campo della tecnologia informatica quantistica. Le due iniziative sono complementari, anche se differenziate. Mentre per la realizzazione dei supercomputer su scala exa c'è la previsione di realizzazione entro il 2018, la strategia per la tecnologia quantistica si trova ancora ad uno stadio preparatorio e presenta un approccio di lungo periodo.

    4.5.

    La comunicazione risulta molto generica anche laddove presuppone dei meccanismi di naturale integrazione, grazie al cloud europeo per la scienza aperta ed alla infrastruttura dati europei, tra infrastrutture accademiche, centri di ricerca e istituzioni pubbliche. Questa strategia non potrà avere successo senza l'allineamento di tutte le parti interessate. La sensibilizzazione e il cambiamento delle strutture degli incentivi destinati al mondo accademico, all'industria e ai servizi pubblici per la condivisione dei dati è un passo necessario per sviluppare il cloud computing per la scienza aperta. In particolare, le comunità in cui la condivisione dei dati è già piuttosto diffusa, come molti settori di ricerca, potrebbero svolgere un ruolo fondamentale per definire i dettagli dei dati aperti in un processo «dal basso».

    4.5.1.

    Il CESE apprezza la scelta della Commissione sull'opzione standard per i dati della ricerca aperta in tutti i nuovi progetti di Orizzonte 2020 a partire dal 2017. Il CESE incoraggia la Commissione ad esaminare le raccomandazioni del 2012 sull'accesso all'informazione scientifica e sulla sua conservazione.

    4.6.

    Inoltre, devono essere precisati i meccanismi di estensione della base di utenti, promessi a PMI innovative ed all'industria, avvalendosi di centri dati e software di eccellenza e poli di innovazione dei servizi di dati per PMI.

    4.7.

    Il CESE chiede che venga meglio costruita la governance del cloud, che secondo la Commissione sarà definita a conclusione di un accurato processo di preparazione che è già in corso. La comunità scientifica, le imprese e i cittadini hanno il diritto di partecipare a questa governance, e la Commissione ha il dovere di indicare in che modo e in quale misura. L'utilizzo della piattaforma OSPP (Piattaforma sulle politiche relative alla scienza aperta) può essere uno strumento positivo.

    4.8.

    Il CESE propone che su temi come la governance, l'apertura progressiva a tutti e le modalità di utilizzo e conservazione dei dati vada lanciata una grande consultazione che coinvolga direttamente la comunità scientifica e i cittadini nelle loro associazioni rappresentative degli interessi.

    4.9.

    In particolare la Commissione deve fornire informazioni più dettagliate sulla piattaforma amministrativa di gestione del cloud.

    4.10.

    Quanto al finanziamento, pur tenendo conto del gran numero di Stati in cui dovrebbe essere implementata, ma anche del contesto economico di bassa crescita dell'economia europea che rende molto difficili investimenti privati in una iniziativa europea, che di fatto avrebbe una ricaduta solo indiretta e secondaria sul mondo dell'industria e delle PMI, il CESE ritiene che si tratti di una priorità assoluta per l'Europa.

    4.11.

    Le imprese, infatti, fruirebbero degli effetti positivi del cloud e della infrastruttura dati solo dopo la loro implementazione, nel rispetto di norme tecniche comuni ancora da elaborare ed in un quadro normativo relativo a privacy, cybersecurity e proprietà intellettuale ancora non consolidato, sia a livello normativo europeo che di recepimento negli Stati membri.

    4.12.

    A questo proposito, il CESE propone la creazione di un «portale unico dell'Europa digitale», per facilitare l'accesso di cittadini e imprese ai testi comunitari esistenti.

    Bruxelles, 21 settembre 2016

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Georges DASSIS


    (1)  GU C 24 del 28.1.2012, pag.40; GU C 76 del 14.3.2013, pag. 59.

    (2)  GU C 451 del 16.12.2014 pag. 25.


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