EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52004AR0194

Parere del Comitato delle regioni in merito alla Comunicazione della Commissione: La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa — Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione

GU C 71 del 22.3.2005, p. 22–25 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

22.3.2005   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 71/22


Parere del Comitato delle regioni in merito alla Comunicazione della Commissione: La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa — Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione

(2005/C 71/06)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la comunicazione della Commissione europea La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa - Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione (COM(2004) 353 def.),

vista la decisione della Commissione europea, del 17 giugno 2004, di consultarlo in materia, conformemente al disposto dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea,

vista la decisione del proprio Presidente, del 5 aprile 2004, di incaricare la commissione Cultura e istruzione di predisporre un parere in materia,

vista la decisione del Consiglio europeo di Lisbona, che ha varato il progetto di Spazio europeo della ricerca, gettando le basi per una politica comune nel campo della scienza e della tecnologia nell'Unione europea,

vista la decisione del Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002, con la quale l'Unione europea si prefigge l'obiettivo di portare la spesa complessiva per le attività di ricerca europee al 3 % del PIL dell'Unione entro il 2010,

vista la comunicazione della Commissione europea L'Europa e la ricerca di base  (1),

vista la comunicazione della Commissione europea Il ruolo delle università nell'Europa della conoscenza  (2) e il parere di prospettiva del CdR sul tema Il ruolo delle università nello sviluppo locale e regionale nel contesto di un'Europa della conoscenza (CdR 89/2003 fin) (3),

visto il rapporto del gruppo di esperti ad alto livello presieduto dal prof. Ramon MARIMON Evaluation of the effectiveness of the New Instruments of Framework Programme VI (Valutazione dei nuovi strumenti del Sesto programma quadro) (21 giugno 2004),

visto il progetto di parere (CdR 194/2004 riv. 1) adottato in data 22 settembre 2004 dalla commissione Cultura e istruzione (relatore: Jyrki MYLLYVIRTA, sindaco di Mikkeli, FI/PPE),

considerando quanto segue:

1)

gli obiettivi generali della comunicazione costituiscono elementi assolutamente necessari per l'attuazione della strategia di Lisbona per l'Europa. Portare gli investimenti europei per le attività di R&S al 3 % del PIL, con il 2 % di provenienza privata, destinando tali risorse alla promozione della società e dell'economia della conoscenza in Europa mediante la ricerca e lo sviluppo, costituisce un obiettivo ambizioso che può essere conseguito soltanto grazie a un impegno congiunto e ad azioni coordinate da parte dell'Unione e degli Stati membri.

2)

La comunicazione propone sei obiettivi principali finalizzati allo sviluppo:

creare poli d'eccellenza europei tramite la collaborazione tra laboratori,

avviare iniziative tecnologiche europee,

stimolare la creatività della ricerca di base tramite la concorrenza tra équipe a livello europeo,

attirare in Europa i migliori ricercatori,

sviluppare infrastrutture di ricerca di interesse europeo,

intensificare il coordinamento dei programmi nazionali.

Le procedure più ampie che vengono proposte puntano a:

rendere la ricerca più efficiente in tutta l'Unione, specialmente nei nuovi Stati membri,

concentrare l'impegno dell'Unione su temi chiave,

fare meglio per fare di più.

3)

Le azioni proposte nella comunicazione non costituiscono in sé e per sé strumenti di coesione, ma hanno inevitabilmente un effetto, positivo o negativo, sulla coesione. Le industrie basate sulla conoscenza rappresentano l'elemento trainante dello sviluppo per l'intera Europa; dal punto di vista della politica regionale, mettere questo elemento di forza al servizio degli obiettivi di coesione è assai più efficace che non adottare una politica di ricerca volta a un accentramento che dovrebbe poi essere compensato da maggiori sussidi e sovvenzioni della politica regionale,

ha adottato il seguente parere all'unanimità, in data 18 novembre 2004, nel corso della 57a sessione plenaria.

1.   Considerazioni del Comitato delle regioni

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.1

accoglie con favore la comunicazione La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa - Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione, considerandola un punto di partenza di estrema importanza per incrementare e migliorare la ricerca europea e contribuire al successo di tutta l'Europa;

1.2

condivide l'opinione della Commissione europea secondo cui la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione costituiscono l'elemento motore dell'economia della conoscenza e un fattore chiave della crescita, della competitività delle imprese e dell'occupazione, nonché del miglioramento della qualità di vita dei cittadini europei;

1.3

ricorda che in Europa la crescita e il successo di ciascuna regione dipendono sempre più dai progressi dell'economia basata sulla conoscenza;

1.4

pur riconoscendo quanto si dimostri valido e necessario l'impegno profuso dall'Unione europea nel campo della politica di ricerca, ritiene che tale approccio risulti insufficiente alle necessità odierne;

1.5

sostiene l'obiettivo di innalzare al 3 % del PIL gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo e ritiene che tale risultato, assolutamente necessario, possa essere raggiunto unicamente con un solido impegno da parte degli Stati membri. In termini quantitativi, il ruolo del finanziamento diretto dell'Unione per la ricerca può essere solo marginale. I provvedimenti dell'UE possono tuttavia contribuire al suddetto obiettivo e risultano necessari per rafforzare l'impegno e per trarre il massimo profitto dagli investimenti;

1.6

appoggia la proposta della Commissione intesa a raddoppiare gli stanziamenti dell'Unione destinati alla ricerca nel periodo compreso fra il 2007 e il 2013. Realizzare questa proposta è nell'interesse dell'intera Europa, anche qualora venissero modificate altre parti della pianificazione finanziaria per il suddetto periodo;

1.7

sottolinea, insieme alla Commissione, che i nuovi Stati membri, con le loro risorse umane e culturali, costituiscono un'ulteriore motivazione per migliorare gli interventi e aumentare le risorse destinate alla politica di ricerca.

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.8

sottolinea quanto sia evidente nell'ambito della politica di ricerca il valore aggiunto europeo, rappresentato:

dalla possibilità di costituire la necessaria massa critica in ambiti di ricerca in cui le capacità dei singoli paesi sono troppo limitate,

dalla facoltà di attirare più efficacemente scienziati eccellenti,

da una maggiore mobilità di ricercatori altamente qualificati e di altri esperti;

1.9

ritiene che i finanziamenti dell'Unione per la ricerca e lo sviluppo, ivi compreso il nuovo Programma quadro, debbano rispondere in maniera dinamica alle esigenze delle aziende, della scienza e della collettività, in modo da orientare la ricerca verso i settori in cui è più

1.10

osserva che le autorità locali e regionali possono contribuire positivamente e in vari modi al conseguimento del valore aggiunto europeo, che comprende le politiche regionali d'innovazione, i centri tecnologici, i vivai d'impresa, i parchi scientifici e i fondi di capitale di rischio: elementi di cui si tiene adeguatamente conto nella comunicazione. Gli enti locali e regionali possono altresì svolgere un ruolo importante introducendo elementi innovatori in questioni quali lo sviluppo sostenibile nell'ambito della collettività di riferimento, grazie alla loro prossimità ai cittadini europei;

1.11

accoglie con favore l'obiettivo di sviluppare le infrastrutture di ricerca di interesse europeo;

1.12

sostiene il proposito di rendere la politica di ricerca dell'Unione europea più efficiente dal punto di vista del rapporto costi-benefici;

1.13

sottolinea che la massa critica dipende dall'oggetto della ricerca, dall'area tematica e dai partecipanti (cfr. relazione MARIMON). Non si può applicare a tutte le aree tematiche e a tutti gli strumenti il concetto di «modello unico valido in ogni caso»;

1.14

osserva che, per migliorare il coordinamento dei programmi nazionali, occorre altresì tener conto dei programmi di ricerca regionali e degli effetti dei programmi sullo sviluppo regionale;

1.15

rileva che le piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono il 99 % di tutte le società commerciali, sono i primi datori di lavoro e i principali protagonisti dell'innovazione europea e dello sviluppo regionale. La politica europea di ricerca deve pertanto tener conto delle PMI e delle loro esigenze di ricerca e sviluppo più di quanto non sia stato fatto finora;

1.16

concorda sul fatto che i ricercatori devono poter sfruttare pienamente le misure contemplate dalla politica europea di ricerca - ivi compresa la possibilità di progetti di dimensione ridotta - in funzione dei loro interessi e delle loro esigenze e appoggia la proposta di creare un meccanismo più aperto di finanziamento della ricerca;

1.17

gradirebbe un maggiore sostegno ai progetti proposti su iniziativa dei ricercatori in base alle necessità delle imprese in termini di R&S;

1.18

evidenzia il ruolo e il contributo delle politiche e delle strategie di sviluppo economico locale e regionale. Solitamente le città, gli enti locali e le regioni, in cooperazione con le università e le imprese della zona, coordinano gli strumenti per lo sviluppo economico locale e regionale e l'intera infrastruttura di innovazione;

1.19

ritiene che il metodo Eureka costituisca un valido esempio di ambiziosa rete di ricerca a carattere scientifico in cui anche le PMI possono partecipare senza dover soddisfare requisiti eccessivi.

La diversificazione e il decentramento geografico della ricerca

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.20

osserva che la principale ricchezza dell'Europa è l'elevato livello di istruzione di gran parte della sua popolazione. Per poter sfruttare appieno tale risorsa, l'Europa deve disporre di un'infrastruttura di istruzione e di ricerca ampiamente diffusa sul territorio;

1.21

chiede provvedimenti forti che consentano anche alle istituzioni più piccole e ai poteri pubblici di beneficiare della politica europea di ricerca. Il mondo della ricerca e dello sviluppo è oggigiorno poliedrico e versatile, mentre il confine tra ricerca di base e ricerca applicata sta diventando più incerto. Le nuove conoscenze possono essere prodotte in istituti di diverso tipo e di dimensioni differenti. Anche organismi di piccole dimensioni, specie quando cooperano con l'industria ad alta tecnologia, possono produrre conoscenze di rilevanza mondiale in settori ristretti di specializzazione;

1.22

osserva che la diversificazione, l'autonomia e il decentramento geografico della ricerca sono importanti per accrescere la sua efficacia regionale. Anche lo sviluppo delle strutture amministrative degli enti locali e regionali costituisce un requisito per la diffusione efficace delle innovazioni dal settore della ricerca verso le imprese e le organizzazioni pubbliche. Ciò è particolarmente importante per i nuovi Stati membri, nei quali lo sviluppo di strutture decentrate e il rafforzamento delle amministrazioni locali e regionali sono fattori determinanti ai fini del radicamento dello sviluppo sostenibile a livello locale e regionale;

1.23

ricorda l'esistenza di diversi sistemi in Europa. A seconda del paese, il ruolo delle città e degli enti locali e regionali è spesso fondamentale nell'organizzazione, nel finanziamento e nello sviluppo dell'istruzione superiore e della ricerca, e in particolare nella creazione di un contesto innovativo ove si combinino ricerca, sviluppo, vivai d'impresa e ambienti commerciali, e in cui i risultati della ricerca aprano la via a nuove attività commerciali, a nuovi posti di lavoro e a un maggior benessere;

1.24

reputa che il concetto di «centri d'eccellenza» proposto nella comunicazione vada attuato tenendo conto anche dei centri altamente specializzati di piccole dimensioni. Questi possono rivelarsi essenziali per lo sviluppo di imprese in grado di concorrere a livello mondiale in settori ristretti di produzione e possono costituire un punto di partenza per nuove imprese emergenti di grandi dimensioni;

1.25

ritiene che quanto sopra valga anche per le piattaforme tecnologiche, le quali vanno considerate un mezzo per promuovere diverse attività commerciali ad alta tecnologia in varie parti d'Europa;

1.26

esprime soddisfazione per l'utilizzo complementare dei finanziamenti per la ricerca e dei fondi strutturali. Occorre trovare le soluzioni pratiche nelle regioni interessate dall'obiettivo «convergenza» e dall'obiettivo «competitività regionale ed occupazione», specie nei nuovi Stati membri;

1.27

esorta a proseguire e a rafforzare le azioni «Marie Curie» destinate ad aumentare la capacità dell'Europa di attrarre i migliori ricercatori. La ricerca europea deve poter sfruttare interamente il proprio potenziale per migliorare la competitività europea, la situazione dei giovani, delle donne e di tutte le regioni e trarre beneficio da una cooperazione rafforzata con i paesi terzi.

Verso il Settimo programma quadro

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.28

accoglie con favore l'invito - rivolto a diversi operatori e utenti della ricerca in Europa, alla fine della comunicazione - a partecipare alle discussioni finalizzate all'elaborazione del Settimo programma quadro;

1.29

sottolinea inoltre il ruolo potenzialmente positivo che i vari operatori e in particolare gli enti locali e regionali potranno svolgere nel Consiglio europeo della ricerca proposto. Questo consiglio, sia esso un'agenzia dell'Unione o un altro tipo di struttura, dovrà comunque essere in stretto contatto con le amministrazioni locali e regionali e con il Comitato delle regioni. Il finanziamento del settore europeo R&S andrebbe determinato in funzione dell'eccellenza scientifica e della capacità di introdurre innovazioni nel mercato commerciale e di soddisfare le esigenze della società. Il Comitato delle regioni ritiene importante che dei risultati della ricerca beneficino anche le regioni e i ricercatori europei che non fanno parte delle équipe finanziate dal Consiglio europeo della ricerca;

1.30

è favorevole: alla razionalizzazione e al raggruppamento delle azioni dell'Unione a sostegno della ricerca all'interno delle PMI e a loro favore; allo sviluppo di fondi di capitale di rischio, di parchi scientifici, di vivai d'impresa e di politiche regionali d'innovazione; al trasferimento tecnologico e alla gestione della proprietà intellettuale e dei brevetti. Questo progetto implica la partecipazione di diverse direzioni generali della Commissione e va preparato congiuntamente; è essenziale coinvolgere da vicino anche il Comitato delle regioni.

2.   Raccomandazioni del Comitato delle regioni

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.1

raccomanda che nell'attuazione della politica europea di ricerca siano previste anche azioni tese a promuovere uno sviluppo regionale equilibrato in Europa;

2.2

evidenzia la necessità di tener conto della promozione del settore R&S nella preparazione dei nuovi programmi per i fondi strutturali;

2.3

sottolinea che nel nuovo programma di finanziamento si dovrebbe tener conto della «dimensione umana» e delle esigenze della società;

2.4

sottolinea l'importanza delle infrastrutture di ricerca e innovazione, dei centri di ricerca, dei parchi scientifici e dei poli di eccellenza - ivi compresi quelli di ridotte dimensioni - e ne ricorda il ruolo fondamentale nella formazione dei ricercatori e nella costituzione di capitale umano a livello locale, ma anche a beneficio di aree più estese;

2.5

raccomanda all'Unione di finanziare maggiormente la ricerca nel campo dell'imprenditorialità, dei processi di innovazione regionale e della commercializzazione dei risultati della ricerca, al fine di sviluppare strumenti in grado di rafforzare l'economia della conoscenza nelle varie regioni dell'Unione europea.

Bruxelles, 18 novembre 2004.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Peter STRAUB


(1)  COM(2004) 9 def.

(2)  COM(2003) 58 def.

(3)  GU C 73 del 23.3.2004, pag. 22.


Top