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Document 52012DC0492

    Politica di sviluppo dell’UE

    Politica di sviluppo dell’UE

     

    SINTESI DI:

    Articolo 4 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)

    Articolo 208 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)

    Articolo 21, paragrafo 2, lettera d) del trattato sull’Unione europea (TUE)

    POLITICA DI SVILUPPO DELL’UE NEI TRATTATI DELL’UNIONE EUROPEA

    L’articolo 4 del TFUE assegna all’UE la competenza per condurre azioni una politica comune nel settore della cooperazione allo sviluppo. Anche gli Stati membri possono esercitare la loro competenza in questo settore.

    Gli obiettivi principali della politica di sviluppo dell’Unione in questo settore sono, come stabilito dall’articolo 208 TFUE, la riduzione e, a lungo termine, l’eliminazione della povertà. L’articolo 208 stabilisce inoltre che l’Unione e gli Stati membri rispettino gli impegni assunti nel quadro delle Nazioni Unite e delle altre organizzazioni internazionali competenti.

    La politica di sviluppo dell’UE persegue inoltre gli obiettivi dell’azione esterna dell’UE, in particolare quelli stabiliti dall’articolo 21, paragrafo 2, lettera d) del trattato sull’Unione europea (TUE) di favorire lo sviluppo sostenibile dei paesi in via di sviluppo sul piano economico, sociale e ambientale, con l’obiettivo primo di eliminare la povertà;

    In linea con gli obiettivi stabiliti dall’articolo 21, paragrafo 2, lettera d) TUE, la politica di sviluppo contribuisce inoltre, fra le altre cose, a promuovere la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti dell’uomo, preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, migliorare la qualità dell’ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali mondiali, aiutare le popolazioni, i paesi e le regioni colpiti da calamità naturali o provocate dall’uomo e promuovere un sistema internazionale basato su una cooperazione multilaterale rafforzata e il buon governo mondiale.

    PUNTI CHIAVE

    Impegni globali

    Rafforzare il ruolo dell’UE come attore globale.

    L’UE cerca di riunire tutti i mezzi a disposizione dell’UE e degli Stati membri per lavorare verso un mondo più pacifico e prospero. La piena attuazione della strategia globale dell’UE (EUGS) sulla politica estera e di sicurezza comune è iniziata nel 2017. Tale strategia stabilisce gli interessi e i principi fondamentali per il coinvolgimento dell’UE e fornisce la visione di un’Unione più credibile, responsabile e reattiva a livello mondiale. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’ONU costituiscono elementi trasversali nell’attuazione dell’EUGS.

    L’UE e i paesi dell’UE sono, nell’insieme, il maggiore donatore di aiuti pubblici allo sviluppo (APS). Il Fondo europeo di sviluppo (FES) è il principale strumento dell’UE per fornire aiuti allo sviluppo ai 79 paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e ai paesi e territori d’oltremare ai sensi dell’accordo di Cotonou.

    Attraverso il suo strumento per la cooperazione allo sviluppo, l’UE mira a ridurre la povertà nei paesi in via di sviluppo, nonché a promuovere uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile, la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il buon governo.

    L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e il consenso europeo per lo sviluppo

    L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi 17 OSS, adottati dai 193 stati membri dell’ONU nel 2015, costituisce il nuovo quadro globale per l’eliminazione della povertà e per il raggiungimento di uno sviluppo mondiale sostenibile entro il 2030.

    In linea con l’EUGS, l’UE nel suo nuovo consenso europeo in materia di sviluppo del 2017 stabilisce i principi per le istituzioni dell’UE e per gli Stati membri nella loro cooperazione con i paesi in via di sviluppo, per contribuire alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 e del piano d’azione di Addis Abeba, concordato dall’ONU nel 2015, e dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

    Il consenso allinea le azioni di sviluppo dell’UE agli OSS ed è strutturato attorno alle cinque P su cui si basa l’agenda 2030 (persone, pianeta, prosperità, pace e partnership).

    Finanziamento per lo sviluppo sostenibile

    L’UE è parte del piano di azione di Addis Abeba, un accordo raggiunto da un partenariato di 193 paesi membri delle Nazioni Unite alla terza conferenza internazionale delle Nazioni Unite sul finanziamento dello sviluppo. Esso parte integrante dell’agenda del 2030 e stabilisce un nuovo paradigma per l’attuazione attraverso l’uso efficace di mezzi finanziari e non finanziari e mettendo in primo piano azioni e solide politiche nazionali. Il campo di azione comprende:

    • risorse pubbliche nazionali,
    • affari e finanza privati nazionali e internazionali,
    • cooperazione internazionale allo sviluppo,
    • commercio internazionale come motore per lo sviluppo,
    • debito e sostenibilità del debito,
    • problemi sistemici,
    • scienza, tecnologia, innovazione e sviluppo delle capacità.

    Piano per gli investimenti esterni

    Per contribuire al raggiungimento degli OSS e sfruttare gli investimenti pubblici e privati, l’UE ha istituito il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD) e il fondo di garanzia EFSD nel 2017. Essi fanno parte del piano per gli investimenti esterni che affronta le sfide poste dallo sviluppo sostenibile nell’Africa subsahariana che riguardano anche le riforme nella regione di vicinato dell’UE.

    Dopo Cotonou

    I negoziati sono in corso per ridefinire la futura relazione dell’UE con i paesi membri ACP. Attualmente, essa è definita dall’accordo di Cotonou che vedrà la sua scadenza nel 2020. L’accordo ha contribuito a ridurre la povertà, aumentare la stabilità e a integrare i paesi ACP nell’economia globale.

    Efficacia dello sviluppo e programmazione congiunta — lavorare meglio con gli Stati membri

    L’UE si impegna a garantire che gli aiuti allo sviluppo vengano spesi nel modo più efficace possibile per conseguire gli OSS. A questo proposito, ha approvato diversi accordi internazionali, tra i quali:

    I principi chiave dell’efficacia dello sviluppo, ridefiniti durante la riunione di alto livello di Nairobi nel 2016, sono:

    • proprietà delle priorità di sviluppo da parte dei paesi in via di sviluppo;
    • trasparenza e responsabilità reciproca;
    • cooperazione allo sviluppo incentrata sui risultati; e
    • coinvolgimento di tutte le parti interessate in partenariati di sviluppo inclusivi.

    Questi principi vengono messi in pratica in programmi e progetti, nonché mediante una programmazione congiunta , con i vari partner di sviluppo dell’UE (UE e Stati membri) che lavorano in un paese partner pianificando insieme la cooperazione allo sviluppo.

    Coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS)

    Attraverso la coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS), l’UE cerca di ridurre al minimo gli effetti negativi delle sue politiche sui paesi in via di sviluppo. Essa si prefigge di:

    • promuovere sinergie tra le diverse politiche dell’UE a beneficio dei paesi partner e sostenere gli OSS;
    • aumentare l’efficacia della cooperazione allo sviluppo.

    Per garantire che rimanga pertinente nel perseguimento degli OSS, l’UE ha integrato la CPS nel lavoro generale della Commissione sull’attuazione dell’agenda 2030. Gli Stati membri dispongono inoltre di meccanismi propri per garantire la CPS nelle loro politiche nazionali. La relazione dell’UE del 2019 sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo esamina i progressi compiuti dalle istituzioni e dagli Stati membri dell’UE in materia di CPS nel periodo 2015-2018.

    Persone

    Povertà e riduzione delle diseguaglianze

    Gli obiettivi OSS 1, sconfiggere la povertà, e OSS 10, affrontare le disuguaglianze e la discriminazione, sono fondamentali per la politica di sviluppo dell’UE.

    I risultati preliminari della ricerca che analizza la disuguaglianza, lanciata dalla Commissione nel 2017 indicano che:

    • nei paesi in via di sviluppo, il livello di disparità di reddito è elevato e, in media, superiore a quello di 30 anni fa;
    • la disparità di reddito sembra essere diminuita in alcuni paesi dell’America Latina (Brasile, Perù, Messico), mentre è aumentata in alcuni paesi asiatici (Cina e Vietnam); e
    • L’America latina e l’Africa subsahariana sono le regioni con la maggiore disparità al mondo.

    La disuguaglianza a livello nazionale rimane un ostacolo importante a una crescita rapida e alla riduzione della povertà. Sebbene l’estrema povertà continui a diminuire in tutto il mondo, è ancora diffusa in Africa, in particolare nell’Africa subsahariana.

    Sviluppo umano

    Le priorità della politica di sviluppo dell’UE comprendono l’eliminazione della povertà (OSS 1), la lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni (OSS 10) e il non lasciare indietro nessuno. L’approccio basato sullo sviluppo umano si concentra sulle persone, le loro opportunità e le loro scelte. L’UE sostiene le società e le economie dei paesi partner nel diventare più inclusive e sostenibili, in modo che tutti possano beneficiare dello sviluppo e nessuno venga lasciato indietro.

    Uguaglianza di genere ed emancipazione femminile

    L’uguaglianza tra uomini e donne costituisce un valore fondamentale dell’UE (articolo 2 del TUE) e un obiettivo politico sancito dal trattato sul funzionamento dell’Unione europea (articolo 19 TFUE). Promuovendo l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, l’UE contribuisce alla realizzazione dell’OSS 5 e all’agenda generale del 2030, come sottolineato anche nel consenso europeo per lo sviluppo del 2017.

    L’uguaglianza di genere è un presupposto essenziale per uno sviluppo sostenibile equo e inclusivo, dato che le donne e le ragazze costituiscono la metà della popolazione mondiale. L’UE mira a garantire che le donne e le ragazze possano partecipare pienamente ed equamente alla vita sociale, economica, politica e civile. In particolare, sostiene la rimozione di ostacoli all’uguaglianza di genere, quali leggi discriminatorie, disuguaglianze nell’accesso ai servizi e alla giustizia, all’istruzione e alla salute, all’occupazione e all’emancipazione economica e alla partecipazione politica, nonché l’eliminazione della violenza sessuale e di genere, anche affrontando le norme sociali e gli stereotipi di genere e sostenendo i movimenti delle donne e la società civile.

    Il piano d’azione dell’UE sulla parità di genere (2016-2020) definisce il quadro per la realizzazione di questi obiettivi prioritari in tutto il mondo, attraverso le politiche dell’UE in materia di relazioni esterne. Nel 2017 la Commissione europea ha pubblicato la sua prima relazione di attuazione del piano d’azione dell’UE sulla parità di genere 2016-2020.

    Un’iniziativa faro dell’UE è l’iniziativa Spotlight da 500 milioni di euro, un partenariato unico con le Nazioni Unite per eliminare la violenza contro donne e ragazze. L’iniziativa riunisce i governi partner e la società civile provenienti da Asia, Africa subsahariana, America latina, Caraibi e Pacifico.

    Migrazione, sfollamenti forzati e asilo

    Sebbene i temi della migrazione e della mobilità non siano nuovi, il numero di migranti internazionali è aumentato negli ultimi anni, arrivando a 258 milioni nel 2017 (dai 220 milioni nel 2010 e 173 milioni nel 2000). La maggior parte dei migranti internazionali nel mondo sono cittadini dei paesi in via di sviluppo e i paesi in via di sviluppo ospitano oltre l’85 % degli sfollati forzati.

    Le sfide della migrazione continuano a rimanere in cima all’agenda europea. Nel 2017 la Commissione europea ha continuato ad affrontare in modo proattivo il nesso tra sviluppo e migrazione, in linea con l’agenda 2030 e il consenso sullo sviluppo. La cooperazione allo sviluppo dell’UE ha svolto un ruolo cruciale nel contribuire agli sforzi globali dell’UE per affrontare la migrazione, nel contesto dell’agenda europea sulla migrazione, della dichiarazione di La Valletta, del quadro di partenariato sulla migrazione e del nuovo approccio dell’UE allo sfollamento forzato, nel pieno rispetto degli obiettivi e dei principi di sviluppo.

    Attraverso una serie di strumenti di sviluppo, ad esempio attraverso il fondo fiduciario di emergenza per l’Africa e il fondo fiduciario regionale dell’UE per la Siria, ma anche con strumenti geografici regolari, la Commissione europea ha attuato azioni nei paesi partner per affrontare sia le sfide a breve che a lungo termine e le opportunità derivanti dalla migrazione.

    In particolare sono stati messi a fuoco tre aspetti:

    • 1)

      affrontare i fattori scatenanti/le cause profonde della migrazione irregolare/dello sfollamento forzato;

    • 2)

      potenziare le capacità dei partner per una migliore gestione della migrazione/dei rifugiati;

    • 3)

      massimizzare l’impatto della migrazione sullo sviluppo.

    Attraverso questo approccio globale, il sostegno nel 2017 ha contribuito tanto a rafforzare il dialogo e il partenariato con i paesi partner nell’area della migrazione quanto a raggiungere risultati tangibili nel miglioramento della gestione della migrazione, fornendo protezione ai migranti e ai rifugiati vulnerabili e massimizzando l’impatto positivo della migrazione sullo sviluppo.

    Tra gli altri risultati, nel 2017 l’UE:

    • ha impegnato 3 miliardi di euro nello strumento per la Turchia a favore dei rifugiati; e
    • ha sviluppato un programma da 90 milioni di euro per offrire protezione e assistenza alle persone bisognose in Libia e come sostegno per stabilizzare le comunità ospitanti, spostando l’attenzione sulla rotta del Mediterraneo centrale;
    • ha approvato, al 31 dicembre 2017, un totale di 143 progetti per un valore di 2 388 milioni di euro nell’ambito del fondo fiduciario dell’UE per l’Africa;
    • ha adottato, in Asia, Afghanistan, Bangladesh, Pakistan e Iraq, una misura speciale di 196 milioni di euro tramite la Commissione nel settembre 2017 per affrontare le sfide poste dallo sfollamento forzato prolungato e dalla migrazione in Asia e in Medio Oriente.

    Cultura, istruzione e salute

    L’UE riconosce il ruolo della cultura nella crescita economica e come componente importante e fattore propulsivo per facilitare:

    • l’inclusione sociale,
    • la libertà di espressione,
    • la costruzione dell’identità,
    • la responsabilizzazione civile,
    • la prevenzione dei conflitti.

    Nel 2017, l’UE ha adottato:

    L’obiettivo dell’OSS 4 è quello di è garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti entro il 2030. L’istruzione è un diritto umano fondamentale e un bene pubblico. Essa svolge inoltre un ruolo importante nel raggiungimento di altri OSS attraverso l’apprendimento, le competenze e la consapevolezza.

    Nel 2017, l’UE:

    • ha sostenuto più di 45 paesi nei loro sforzi per rafforzare i sistemi di istruzione;
    • ha collaborato con il partenariato globale per l’istruzione, che sostiene l’istruzione di base, concentrandosi sui paesi più poveri e/o su quelli in situazioni fragili;
    • ha adottato un programma da 21 milioni di euro con l’obiettivo di sostenere le esigenze di istruzione in caso di crisi prolungata, concentrandosi sul miglioramento della qualità dell’istruzione in ambienti di apprendimento sicuri e sulla creazione di una base di dati globale per informare il sostegno futuro.

    Per raggiungere l’OSS 3 in materia di salute e benessere, l’UE ha continuato a lavorare nell’area della salute sostenendo il Fondo globale e GAVI, l’Alleanza globale per i vaccini, oltre a condurre ricerche sulla lotta alle malattie infettive legate alla povertà e trascurate. Ha inoltre sostenuto iniziative regionali, ad esempio il secondo programma di partenariato Europa-paesi in via di sviluppo per gli studi clinici e altre iniziative multinazionali.

    In collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, l’UE sostiene gli sforzi per aumentare la disponibilità di servizi di salute riproduttiva e di salute materna di qualità.

    Sicurezza alimentare e nutrizionale e agricoltura sostenibile

    Con una persona su nove che soffre di insicurezza alimentare e nutrizionale, l’OSS 2 cerca di porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile entro il 2030.

    L’agricoltura sostenibile, insieme alla pesca e all’acquacoltura sostenibili, è indispensabile per porre fine alla fame e garantire la sicurezza alimentare e rimane un fattore chiave per l’eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile. Sia l’agricoltura che la sicurezza alimentare sono fattori cruciali per raggiungere buoni risultati nella nutrizione.

    L’UE è stata uno dei principali promotori della pubblicazione nel 2017 del Rapporto globale sulle crisi alimentari il quale, indicando che quasi 108 milioni di persone stavano vivendo una crisi alimentare o una situazione di emergenza, ha identificato la necessità di:

    • analizzare i principali fattori di insicurezza alimentare; e
    • compiere sforzi per affrontare le sfide.

    L’UE ha messo in atto diverse iniziative per contribuire a ridurre il numero di bambini con ritardo della crescita di età inferiore ai 5 anni di almeno 7 milioni entro il 2025, con una dotazione di 3,5 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.

    L’agricoltura sostenibile, dal punto di vista economico, sociale e ambientale, è un tema centrale dell’agenda della cooperazione allo sviluppo dell’UE con i suoi paesi partner. L’UE concentra le sue attività in questo settore:

    • investendo in piccole aziende agricole;
    • sostenendo iniziative e programmi governativi che incoraggiano la sostenibilità e l’innovazione nel settore agricolo;
    • promuovendo pratiche e tecnologie agricole che aumentano il reddito rurale pur essendo sostenibili in termini di acqua, suolo ed ecosistemi e biodiversità;
    • migliorando l’accesso degli agricoltori alle risorse produttive quali terra, capitale ecc., in particolare incoraggiando la cooperazione locale e partenariati tra agricoltori;
    • sfruttando maggiori investimenti privati nel settore agricolo;
    • promuovendo l’emancipazione femminile in agricoltura.

    Il pianeta

    Cambiamenti climatici

    L’UE è impegnata a contribuire alla lotta globale contro i cambiamenti climatici in linea con l’accordo di Parigi del 2015 e l’OSS 13. Stiamo ponendo l’attuazione dei contributi determinati a livello nazionale al centro del dialogo politico con i nostri paesi partner per integrare i cambiamenti climatici nelle nostre politiche e strategie, nei piani di investimento e nei progetti in modo che contribuiscano pienamente all’accordo di Parigi e all’OSS 13. Il nostro lavoro sui cambiamenti climatici e l’agenda del 2030 devono procedere di pari passo.

    L’UE ha intensificato i propri sforzi per gestire i rischi e costruire resilienza e adattabilità ai cambiamenti, in linea con il quadro di Sendai per la riduzione dei rischi di catastrofi. L’UE sostiene inoltre il passaggio a un’economia verde a basse emissioni, resiliente al clima, in linea con l’OSS 8 sulla crescita e l’OSS 12 su consumo e produzione sostenibili. Il cambiamento climatico è legato a quasi tutti gli OSS.

    Nel periodo 2014-2018, l’UE ha investito 8,2 miliardi di euro per sostenere le azioni per il clima. La maggior parte dei finanziamenti dell’UE per il clima è andata alle azioni di adattamento (41 %), seguite da azioni sinergiche rivolte sia all’adattamento che alla mitigazione (31 %) e alle azioni di mitigazione (28 %). Il nostro obiettivo è promuovere tali azioni contribuendo sia all’adattamento che alla mitigazione.

    Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali

    L’ambiente e le risorse naturali, come terra, risorse idriche, foreste, stock ittici e biodiversità, sono fondamentali per le economie dei paesi in via di sviluppo e per i mezzi di sussistenza dei loro cittadini. La loro protezione e gestione sostenibile sono essenziali per attuare l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (compresi gli OSS 6, 12, 14 e 15), per eliminare la povertà e la fame e garantire salute, benessere, accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari e crescita sostenibile, preservando gli ecosistemi e combattendo i cambiamenti climatici. L’UE sostiene i paesi partner nel migliorare la governance ambientale e delle risorse naturali, gestire in modo sostenibile terra, acqua, foreste e altre risorse naturali, proteggere la biodiversità, combattere l’inquinamento e promuovere economie ecologiche inclusive.

    Energia sostenibile

    L’accesso a servizi energetici moderni e sostenibili è uno dei settori chiave dell’assistenza allo sviluppo dell’UE. Nel 2017 la Commissione ha pubblicato un documento che dimostra che la cooperazione in materia di energia sostenibile contribuisce all’attuazione del consenso europeo in materia di sviluppo.

    In base alle prospettive finanziarie 2014-2020, sono stati assegnati 3,7 miliardi di euro alla cooperazione energetica sostenibile per lo sviluppo per contribuire ai tre obiettivi dell’UE entro la scadenza del 2020: fornire accesso all’energia a circa 40 milioni di persone, aumentare la produzione di energia rinnovabile di circa 6,5 gigawatt e contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, risparmiando circa 15 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

    Ad esempio, l’UE mira a fornire il proprio contributo agli obiettivi dell’Iniziativa per le energie rinnovabili in Africa e raggiungere i 5 GW di capacità di generazione di energia rinnovabile entro il 2020, garantendo nel contempo l’accesso all’energia sostenibile a 30 milioni di persone in Africa e risparmiando 11 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

    Prosperità

    Collaborazione con il settore privato

    Poiché le necessità di investimento nei paesi partner sono consistenti e i fondi dei donatori dei governi e delle organizzazioni internazionali non sono sufficienti a soddisfarle, l’UE si avvale della combinazione in cui le sovvenzioni dell’UE sono integrate da prestiti o azioni di finanziatori pubblici e privati, contribuendo così all’OSS 17 (rafforzare i mezzi di attuazione e il partenariato per gli obiettivi). Il quadro per l’azione combinata dell’UE comprende i seguenti strumenti di combinazione regionali:

    Il Fondo di garanzia EFSD, un’importante innovazione, utilizza fondi pubblici limitati e sfrutta in particolare investimenti privati per progetti realizzabili che altrimenti avrebbero difficoltà a decollare o espandersi, concentrandosi su obiettivi di sviluppo sostenibile nei paesi partner. Il PEI nel suo insieme si concentra sulla rimozione dei vincoli agli investimenti privati sostenibili e sul sostegno alle riforme prioritarie attraverso un dialogo rafforzato con il settore privato e i soggetti interessati. Promuovere gli investimenti sostenibili e la creazione di posti di lavoro (OSS 8) è anche uno dei principali obiettivi dell’alleanza Africa-Europa per gli investimenti sostenibili e l’occupazione lanciata a settembre 2018.

    Sul commercio, a novembre 2017, l’UE ha adottato una nuova strategia di aiuto al commercio, per conseguire la prosperità attraverso il commercio e gli investimenti, congiuntamente con gli Stati membri. La strategia mira a incoraggiare una migliore mobilitazione degli aiuti dell’UE al commercio al fine di aiutare i paesi in via di sviluppo a sfruttare appieno lo sviluppo di vari strumenti della politica dell’UE, in particolare accordi commerciali e regimi preferenziali dell’UE (compresi gli accordi di partenariato economico e il sistema di preferenze generalizzate), in modo sostenibile e inclusivo.

    Crescita agricola

    I due terzi dei poveri del mondo dipendono dall’agricoltura per i loro mezzi di sussistenza e molti paesi in via di sviluppo rimangono fortemente dipendenti dal commercio di poche merci.

    L’UE è convinta che si debbano raggiungere livelli accelerati di investimenti responsabili nazionali e internazionali, pubblici e privati in agricoltura e nel settore agroalimentare per creare le dinamiche richieste per la crescita sostenibile e la resilienza nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo. Coerentemente con questo approccio, nel settembre 2018, il presidente Jean-Claude Juncker ha annunciato la nuova alleanza Africa-Europa per gli investimenti sostenibili e l’occupazione.

    Gli investimenti del settore privato devono essere stimolati creando un ambiente imprenditoriale ben regolamentato e assistito; il settore pubblico ha un ruolo chiave da svolgere per il raggiungimento di questo obiettivo. Tuttavia, gli elevati livelli di rischio legati alla produzione, ai finanziamenti e ai rischi del mercato, restano vincoli chiave per intensificare gli investimenti del settore privato. L’UE contribuisce a ridurre tali rischi attraverso il piano europeo per gli investimenti esterni (PEI). L’UE sostiene azioni di governance del territorio in circa 40 paesi con un bilancio totale di quasi 240 milioni di euro. In Perù e Honduras, le azioni finanziate dall’UE proteggono i diritti fondiari delle popolazioni indigene e assicurano loro i beni di base (contribuendo all’OSS 2).

    Infrastrutture, città e digitalizzazione

    I progressi verso l’agenda 2030 richiedono di:

    • costruire infrastrutture resilienti;
    • promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile; e
    • favorire l’innovazione (OSS 9).

    La trasformazione digitale in corso offre opportunità per aumentare la creazione di posti di lavoro e accelerare l’accesso a servizi di base di qualità, migliorare la trasparenza e la responsabilità dei governi e rafforzare la democrazia. Il presupposto è che si disponga di una buona connettività e di una regolamentazione adattata per favorire il raggiungimento dell’OSS 9.

    L’UE aiuta a coordinare l’agenda congiunta Africa-UE in sulle infrastrutture ed è coinvolta nel consiglio del programma di politica dei trasporti in Africa, sostenendo la politica e la strategia per i governi e le comunità economiche regionali dell’Africa.

    La rapida urbanizzazione, in particolare in Asia e in Africa, pone importanti sfide allo sviluppo. L’anno 2017 ha visto lo sviluppo del programma di cooperazione urbana internazionale che condivide le migliori pratiche urbane tra le città dell’UE e le città in paesi partner strategici, come India e Cina, e l’inclusione nell’ambito del PEI di una finestra di investimento specifica per le «città sostenibili» (OSS 11).

    La pace

    Democrazia, diritti umani, buon governo

    L’UE si fonda sui valori fondamentali del rispetto della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti umani (articolo 2 TUE). La promozione di questi valori è una priorità fondamentale per le relazioni esterne (articolo 21 TUE), che è stata tradotta nella strategia globale dell’UE (EUGS). L’UE sostiene i paesi partner nell’attuazione dell’OSS 16 sulla democrazia, l’accesso alla giustizia, la lotta alla corruzione, i diritti umani e il buon governo attraverso la sua programmazione degli aiuti allo sviluppo. Le attività in collaborazione con i governi dei paesi terzi comprendono l’assistenza elettorale e il sostegno alla democrazia, le riforme della giustizia e contro la corruzione e la promozione dell’indipendenza dei media e delle libertà fondamentali.

    Inoltre, l’UE svolge un ruolo di primo piano a livello mondiale attraverso il suo strumento europeo dedicato per la democrazia e i diritti umani. Le priorità dello strumento sono informate dal piano d’azione dell’UE sui diritti umani e la democrazia (2014-2019). Esso si concentra sul rafforzamento di organi e tribunali internazionali in materia di diritti umani ed è principalmente indirizzato alla società civile e agli organi di controllo indipendenti per garantire la promozione e la protezione dei diritti umani e della democrazia.

    Ad esempio, lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani consente misure di emergenza e progetti riservati per proteggere le organizzazioni per i diritti umani e gli attivisti per i diritti umani che operano negli ambienti più difficili.

    Viene fornito un sostegno mirato alle delegazioni dell’UE per sviluppare capacità nella promozione dei diritti umani. Ad esempio, sulla libertà di espressione, ciò avviene tramite due programmi:

    Fragilità e resilienza

    Nel 2017 l’UE ha adottato un impegno multisettoriale sulla resilienza. È stato avviato un processo pilota in sei paesi (Ciad, Iraq, Myanmar, Nigeria, Sudan e Uganda) per testare un più ampio approccio umanitario/di sviluppo/di pace in contesti fragili.

    Nel corso del 2017 sono proseguiti anche i lavori sulla resilienza e sulla lotta alle fragilità nelle seguenti quattro aree:

    • rafforzare il quadro di resilienza, in particolare con l’adozione della comunicazione congiunta «Un approccio strategico alla resilienza nell’azione esterna dell’UE»;
    • sviluppare e attuare un approccio integrato ai conflitti e alle crisi esterne. L’approccio integrato riunisce le istituzioni e gli strumenti dell’UE pertinenti nonché i paesi dell’UE per un’azione esterna più coordinata e coerente. L’obiettivo generale è quello di rafforzare l’impatto dell’UE nell’aiutare a prevenire, gestire e risolvere conflitti e crisi;
    • rafforzare l’importanza della resilienza nei conflitti e nelle crisi, anche con la riforma dello stato e la costruzione di contratti di resilienza nell’ambito delle nostre operazioni di sostegno al bilancio;
    • sostenere il dialogo internazionale sul consolidamento della pace e la costruzione dello stato, guidato dagli stessi governi dei paesi fragili e dalle stesse organizzazioni della società civile (OSC).

    Sicurezza

    Lo strumento che contribuisce alla regolamentazione della stabilità e della pace (IcSP) è il principale strumento finanziario della Commissione dedicato al miglioramento della stabilità, della pace e della resilienza nei paesi partner. L’ambito globale e il focus sulla sicurezza dello strumento IcSP lo rendono complementare ad altri strumenti finanziari; in particolare, nei casi in cui non sia possibile utilizzare strumenti geografici o tematici legati a criteri ufficiali di assistenza allo sviluppo, ma anche per affrontare questioni di natura transregionale o globale. Nell’ambito della parte programmabile dell’IcSP gestita dalla direzione generale della Cooperazione internazionale e dello sviluppo (DEVCO), sono in corso oltre 260 progetti, a beneficio di 70 paesi. Le agenzie dei paesi partner e degli Stati membri attuano congiuntamente questi progetti.

    I progetti riguardano una vasta gamma di questioni, ad esempio: contrastare l’estremismo violento; assistenza tecnica alle comunità delle forze dell’ordine per combattere il terrorismo, le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari, la criminalità organizzata, il traffico di stupefacenti o il riciclaggio di denaro; potenziamento delle capacità per migliorare i sistemi giudiziari; o protezione delle infrastrutture critiche. Gli strumenti di supporto possono comprendere «formare il formatore», l’assistenza in loco, simulazioni a tavolino ed esercitazioni sul campo e transfrontaliere nella vita reale, oltre allo sviluppo di piani d’azione nazionali basati sui bisogni e sulla valutazione dei rischi. Da gennaio 2018 l’UE è stata in grado di sostenere il potenziamento delle capacità a sostegno della sicurezza e dello sviluppo (CBSD). È possibile fornire formazione e attrezzature ai militari dei paesi partner per attività a sostegno di obiettivi di sviluppo in circostanze eccezionali.

    Con un approccio multidimensionale rivolto alla sicurezza in relazione a eventi intenzionali (terrorismo, criminalità) ma anche accidentali (Seveso, Fukushima) e ambientali (Ebola), l’IcSP contribuisce a numerosi OSS delle Nazioni Unite e aree chiave del consenso europeo per lo sviluppo, comprese le azioni prioritarie chiave nel vicinato UE.

    Sicurezza nucleare

    La Commissione europea non promuove l’energia nucleare, che è di esclusiva responsabilità del governo di uno stato, ma promuove la sicurezza nucleare. Qualsiasi incidente nucleare ha un effetto globale sulle società, pertanto la cooperazione in materia di sicurezza nucleare è della massima importanza per la sicurezza dei cittadini europei e dell’ambiente.

    Con un approccio multidimensionale che affronta la sicurezza nucleare, la salute, l’ambiente e le questioni correlate, il programma dello Strumento di cooperazione in materia di sicurezza nucleare contribuisce a molte aree chiave del consenso europeo per lo sviluppo, comprese le azioni prioritarie chiave nel vicinato dell’UE, in Asia centrale e in Iran.

    Vi sono sfide in corso nei paesi del vicinato dell’UE. Queste sfide riguardano principalmente i paesi che decidono di utilizzare l’energia nucleare, quali la Bielorussia e la Turchia, di che estendono la durata della vita dei reattori, come Armenia e Ucraina, e che devono disattivare e gestire i rifiuti radioattivi.

    Partenariati

    L’OSS 17 si riferisce al partenariato per lo sviluppo e sottolinea l’importanza di piattaforme inclusive e che riguardano più soggetti interessati come mezzo per attuare efficacemente l’agenda 2030. L’UE si impegna a raggiungere l’OSS 17 sia attraverso le proprie azioni e risorse esterne sia facilitandone l’attuazione da parte di altri. L’UE continua a impegnarsi nei processi delle Nazioni Unite relativi allo sviluppo, in particolare il partenariato globale per un’efficace cooperazione allo sviluppo (GPEDC), che attualmente svolge un esercizio di monitoraggio dell’efficacia dello sviluppo a livello nazionale.

    Cooperazione con la società civile

    Con l’adozione della comunicazione del 2012, la Commissione europea ha riconosciuto le organizzazioni della società civile (OSC) come attori della governance, non solo come fornitori di servizi. L’UE adotta inoltre un approccio inclusivo dell’intera società all’attuazione degli OSS, ampliando il coinvolgimento delle OSC non convenzionali, quali fondazioni, membri della diaspora, sindacati, associazioni di imprese ecc. Le fondazioni, in particolare, svolgono un ruolo crescente e influente.

    La Commissione europea ha promosso il dialogo e la consultazione delle OSC, in particolare attraverso il Forum politico sullo sviluppo, che offre uno spazio per lo scambio di più parti interessate sulle politiche di sviluppo. Ha firmato 25 Accordi quadro di partenariato con reti della società civile internazionali e regionali, per supportare le OSC nel contribuire all’elaborazione delle politiche regionali e globali, in particolare legate alla corretta attuazione degli OSS.

    A livello nazionale, l’UE ha elaborato 107 tabelle di marcia per l’impegno con la società civile. Le tabelle di marcia sono un quadro strategico e globale di un paese che comprende tutto il sostegno dell’UE, comprese le delegazioni e i paesi dell’UE, alla società civile. Concepite come un’iniziativa congiunta tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, le tabelle di marcia sono state introdotte per rafforzare l’impegno dell’Europa verso la società civile.

    L’UE ha stanziato 1,4 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 a sostegno delle OSC a livello globale e nazionale attraverso il programma delle autorità locali delle OSC incentrato sulla partecipazione, il partenariato e i dialoghi tra più soggetti interessati per riflettere i valori fondamentali di Agenda 2030.

    La relazione del 2017 sull’impegno dell’UE verso la società civile delinea le numerose forme ed esempi in cui questo sostegno sta avvenendo e il modo in cui l’Europa sta rafforzando il suo impegno verso la società civile.

    Cooperazione con la comunità dei donatori

    Collettivamente, l’Unione europea e i suoi Stati membri sono il principale fornitore mondiale di assistenza ufficiale allo sviluppo. L’assistenza europea allo sviluppo rappresenta quasi il 57 % dell’assistenza globale allo sviluppo offerta dai donatori del comitato per l’assistenza allo sviluppo dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L’UE lavora inoltre collettivamente sulle politiche comuni e a livello nazionale per mettere in atto approcci comuni, compresa la programmazione congiunta.

    Inoltre, nella logica del partenariato per l’attuazione dell’agenda 2030 e del piano di azione di Addis Abeba, oltre che per rafforzare il multilateralismo, la Commissione europea intrattiene un dialogo regolare sullo sviluppo con paesi partner extra-UE quali l’Australia, il Canada, il Giappone, la Corea e gli Stati Uniti. La sua cerchia di partner si amplia costantemente attraverso il coinvolgimento di donatori nuovi o emergenti, come ad esempio quelli provenienti dal mondo arabo.

    Cooperazione con organizzazioni internazionali

    L’UE è inoltre impegnata a livello strategico con le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali e istituzioni finanziarie internazionali. Oltre a fornire una consistente assistenza attraverso queste organizzazioni e istituzioni, vengono organizzati regolarmente dialoghi strategici di alto livello. Nello specifico, l’UE è attivamente impegnata:

    • nei processi delle Nazioni Unite legati allo sviluppo, incluso il Forum politico di alto livello e il Forum sui finanziamenti per lo sviluppo, oltre a mostrare sostegno alle Nazioni Unite, in particolare attraverso il rinnovato partenariato UE-ONU per lo sviluppo (2018);
    • nelle discussioni e deliberazioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici attraverso la partecipazione al comitato per l’assistenza allo sviluppo (CAS);
    • nel G20 e nel G7, assicurandosi di sottolineare il proprio impegno per l’attuazione dell’agenda 2030 e dei relativi OSS;
    • nel rafforzare le sue collaborazioni con istituzioni finanziarie internazionali, quali il Gruppo della Banca mondiale (GBM) e il Fondo monetario internazionale (FMI), oltre ad altre istituzioni finanziarie internazionali ed europee e banche di sviluppo regionale.

    Livello globale

    Elenco di paesi ammessi al programma di assistenza allo sviluppo dell’UE

    DOCUMENTI PRINCIPALI

    Versione consolidata del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea — Parte I — Principi — Titolo I — Categorie e settori di competenza dell’Unione — Articolo 4 (GU C 202 del 7.6.2016, pag. 51).

    Versione consolidata del trattato sul funzionamento dell’Unione europea — Parte quinta — Azione esterna dell’Unione — Titolo III — Cooperazione con i paesi terzi e aiuto umanitario — Capo 1 — Cooperazione allo sviluppo — Articolo 208 (ex articolo 177 del TCE) (GU C 202 del 7.6.2016, pag. 141).

    Versione consolidata del trattato sull’Unione europea — Titolo V — Disposizioni generali sull’azione esterna dell’Unione e disposizioni specifiche sulla politica estera e di sicurezza comune — Capo 1 — Disposizioni generali sull’azione esterna dell’Unione — Articolo 21, paragrafo 2, lettera d) (GU C 202 del 7.6.2016, pag. 28).

    Ultimo aggiornamento: 09.07.2019

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