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Έγγραφο 52013JC0022
JOINT COMMUNICATION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS TOWARDS A COMPREHENSIVE EU APPROACH TO THE SYRIAN CRISIS
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI VERSO UN APPROCCIO GLOBALE DELL'UNIONE EUROPEA ALLA CRISI SIRIANA
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI VERSO UN APPROCCIO GLOBALE DELL'UNIONE EUROPEA ALLA CRISI SIRIANA
/* JOIN/2013/022 final */
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI VERSO UN APPROCCIO GLOBALE DELL'UNIONE EUROPEA ALLA CRISI SIRIANA /* JOIN/2013/022 final */
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO
EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO
DELLE REGIONI VERSO UN APPROCCIO GLOBALE DELL'UNIONE
EUROPEA ALLA CRISI SIRIANA INTRODUZIONE L'inasprirsi del conflitto siriano negli ultimi
mesi sta provocando una catastrofe umanitaria che va diffondendosi in tutta la
regione. Oltre a infliggere enormi sofferenze umane, il conflitto, la cui
soluzione sembra ancora lontana, lacera il tradizionale tessuto sociale siriano
e mette seriamente a repentaglio la stabilità dei paesi vicini, soprattutto
Libano e Giordania. La presente comunicazione congiunta propone un
approccio globale dell'Unione europea (UE) in risposta al conflitto e alle sue
conseguenze in Siria e nei paesi confinanti. Dallo scoppio del conflitto, la sicurezza
umana si è drammaticamente deteriorata facendo registrare a giugno 2013 oltre 93 000
morti e 1,6 milioni di profughi. Secondo stime prudenti si conterebbero 6,8
milioni di persone bisognose di aiuto e 4,25 milioni di sfollati interni,
mentre per l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) i
profughi raggiungeranno molto probabilmente i 3,45 milioni entro la fine dell'anno.
La situazione dei diritti umani nel paese si à fatta nel frattempo drammatica.
Nella relazione di giugno 2013 la Commissione internazionale indipendente d'inchiesta
sulla Siria dell'ONU ("Commissione d'inchiesta sulla Siria") denuncia
i livelli inauditi di brutalità raggiunti dal conflitto e documenta, per la
prima volta, l'imposizione sistematica di assedi e il ricorso a agenti chimici
e a trasferimenti forzati. La Commissione d'inchiesta sulla Siria conferma i
crimini contro l'umanità, i crimini di guerra e le gravi violazioni dei diritti
umani e del diritto umanitario internazionale perpetrati dalle forze
governative e dalle milizie fedeli al governo. Vi sono inoltre indizi di
crimini di guerra e altri gravi abusi commessi anche dai gruppi armati
antigovernativi, sebbene di intensità e portata minori. A giugno 2013 il
Segretario generale delle Nazioni Unite ha reso conto al Consiglio di sicurezza
delle gravi violazioni nei confronti dei minori commesse dal Libero esercito
siriano (che recluta a quanto pare bambini soldato) e dalle forze di governo,
comprese le forze armate siriane, i servizi segreti e le milizie del regime. La priorità più urgente dell'UE è promuovere
una soluzione politica che ponga fine alle violenze. La Siria entra nel terzo
anno di crisi e, a parte gli sparuti progressi riportati sul campo dalle forze
governative, c'è un rischio elevato che il conflitto si trascini perché nessuna
parte riesce a imporsi militarmente. In seno al Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite non si è finora raggiunto un consenso, anche se il processo
politico ha ripreso slancio dopo il recente accordo tra il segretario di Stato
degli Stati Uniti, John Kerry, e il ministro russo degli Affari esteri, Sergei
Lavrov, per riavviare i negoziati sulla base del comunicato di Ginevra di
giugno 2012 e organizzare una conferenza internazionale di pace sulla Siria a
Ginevra ("Ginevra II"). Parallelamente all'impegno politico, l'Unione
sta mobilitando tutti gli strumenti di cui dispone per contribuire a una più
ampia risposta internazionale. L'Unione europea è il maggiore donatore di aiuti
umanitari, con 678 milioni di EUR impegnati fino a oggi dagli Stati membri e
dal bilancio dell'Unione. L'UE ha inoltre mobilitato 175 milioni di EUR al di
fuori del bilancio umanitario e, nell'insieme, la risposta alla crisi ha già
superato gli 850 milioni di EUR, un importo che, per quanto considerevole, è
comunque insufficiente per far fronte ai grossi bisogni umanitari in aumento. Il principale problema che l'Unione si trova
oggi a affrontare nell'erogare gli aiuti consiste nella complessità e nella
pericolosità di una situazione in cui il diritto umanitario internazionale è
troppo spesso violato. In linea con i principi umanitari, l'Unione collabora
con tutte le parti in conflitto e rinsalda i contatti con le comunità locali e
i relativi consigli per aiutare a soddisfare i bisogni primari, come cure
mediche, sicurezza alimentare, elettricità, acqua e altri servizi. Per
garantire un accesso efficiente, questa assistenza va veicolata attraverso ogni
canale utile. Le conseguenze del conflitto siriano, sempre
meno prevedibile e sempre più destabilizzante, vanno sconfinando oltre le
frontiere del paese. Libano e Giordania, che già da prima dello scoppio della
crisi erano alle prese con sfide considerevoli, si trovano oggi in una
situazione senza precedenti che ne minaccia la stabilità interna. Anche per la
Turchia e l'Iraq si prospettano problemi politici direttamente collegati all'appartenenza
etnica, religiosa e politica dei rifugiati, sebbene questi paesi vantino una
capacità di assorbimento socioeconomica relativamente superiore a quella del
Libano e della Giordania. A fronte degli sviluppi drammatici e dell'aumento
esponenziale dei bisogni, urge una risposta globale e proporzionata alle sfide.
Occorre un pacchetto di misure che, allineando strategie e strumenti dell'UE e
degli Stati membri, permetta di soddisfare i bisogni umanitari immediati in
modo coordinato e capillare, argini la crisi e ne prospetti la soluzione,
assicuri la giustizia e acclari le responsabilità, preservi la stabilità nei
paesi vicini e, una volta instaurata una pace duratura, orienti nel lungo
termine gli sforzi internazionali mirati alla ricostruzione. L'Unione può dare un contributo determinante
perché i) vanta relazioni politiche forti e esercita un ascendente sulle varie
parti interessate, molte delle quali si aspettano che svolga un ruolo decisivo;
ii) è in grado di facilitare il coordinamento; iii) ha esperienza nell'erogare
assistenza umanitaria e nell'affrontare questioni di sicurezza e fasi di
post-conflitto e ricostruzione. La presente comunicazione congiunta delinea
gli elementi principali di una risposta globale dell'Unione alla crisi e passa
in rassegna gli interventi e le iniziative già adottate finora dall'Alta
rappresentante e dalla Commissione europea. 1. Una risposta globale dell'Unione La risposta globale dell'UE dovrà a)
appoggiare una soluzione politica che ponga fine alla crisi in modo duraturo;
b) arginare il conflitto entro i confini siriani in modo da scongiurare la
destabilizzazione regionale; c) far fronte alla situazione umanitaria
drammatica e assistere le popolazioni colpite; d) affrontare le ricadute del
conflitto sull'Unione e al suo interno. Iniziative che l'UE intende intraprendere: · appoggiare una soluzione politica assumendo una posizione forte nella prossima conferenza internazionale "Ginevra II"; · dialogare con l'opposizione perché partecipi alla conferenza "Ginevra II" e sia rappresentata da interlocutori legittimati a sottoscrivere impegni; · impegnarsi ulteriormente per garantire che gli aiuti umanitari possano raggiungere tutte le zone colpite dal conflitto; · disporre altre deroghe al regime di sanzioni per poter soccorrere la popolazione siriana; · portare a 400 milioni di EUR nel 2013 gli stanziamenti di bilancio per l'assistenza finanziaria dell'UE a copertura dei bisogni primari delle popolazioni colpite, in Siria e nella regione; · rafforzare il sostegno alle comunità di accoglienza nei paesi del vicinato siriano per supportarne e svilupparne le capacità di gestire il flusso di profughi; · continuare a sollecitare le Nazioni Unite perché siano prese in considerazione le denunce di violazione dei diritti umani, del diritto umanitario internazionale e delle libertà fondamentali; · incoraggiare la solidarietà verso le persone particolarmente vulnerabili che devono poter essere reinsediate; · prevenire la radicalizzazione dei cittadini dell'UE e affrontare il problema dei "combattenti stranieri" che dall'Unione si recano nelle zone di conflitto; · preparare la ricostruzione post-conflitto e la fase di ripresa. 1.1 Lavorare a una soluzione
pacifica del conflitto L'Unione dovrà appoggiare in via
prioritaria una soluzione politica del conflitto che
avvii il processo di transizione democratica e metta fine alla straziante
situazione umanitaria. L'UE dovrà sostenere ogni sforzo atto a evitare che un
tale processo possa essere dominato da soggetti con mire settarie. L'UE dovrà continuare a sostenere
attivamente l'impegno di USA e Russia volto a rilanciare i negoziati politici
sulla base del comunicato di Ginevra di giugno 2012, impegno al quale l'Alta
rappresentante ha già espresso il suo deciso sostegno. In tal senso l'UE dovrà
essere pronta a fornire ogni tipo di supporto al Rappresentante speciale
congiunto dell'ONU e della Lega degli Stati arabi. In vista di una possibile
conferenza di "Ginevra II", l'UE dovrà approntare un contributo
decisivo e garantire una posizione forte. In preparazione della futura conferenza, l'UE
dovrà collaborare a stretto contatto con gli Stati Uniti e la Russia per porre
le condizioni atte a favorire una soluzione politica sotto la guida della
Siria. In tal senso occorrerà innanzitutto convenire un'impostazione comune tra
i rappresentanti delle parti in conflitto, che dovranno essere interlocutori
legittimati a sottoscrivere impegni. Tramite i canali disponibili l'UE
incoraggerà entrambe le parti a partecipare ai negoziati della conferenza di
pace. L'Unione europea è pronta a assistere le diverse componenti della
coalizione nazionale siriana delle forze dell'opposizione e della rivoluzione
(SOC) in vista della conferenza. L'UE dovrà proseguire l'impegno con la SOC,
pur rimanendo pronta a cooperare con altri gruppi moderati e a assisterli
perché possano accreditarsi come interlocutori credibili. Nel dare sostegno
alla SOC, l'UE dovrà promuovere l'inclusione e garantire il rispetto dei
diritti umani. Nel quadro della conferenza di pace sulla
Siria, l'UE dovrà individuare misure atte a rafforzare la fiducia, che andranno
attuate progressivamente e permetteranno di promuovere: il libero accesso degli
operatori umanitari, in modo che gli aiuti umanitari possano raggiungere tutte
le zone colpite; il rispetto del diritto umanitario internazionale; il rilascio
dei prigionieri politici; il ritorno degli osservatori delle Nazioni Unite e la
graduale applicazione di un cessate il fuoco. Coordinandosi con gli Stati Uniti e la Russia,
l'UE dovrà proseguire l'impegno diplomatico nei confronti dei membri del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e dei principali paesi schierati su
entrambi i fronti del conflitto, in particolare Turchia, Arabia Saudita, Qatar,
Egitto, Iraq, Giordania e Iran. 1.2 Dialogare con i paesi terzi e
le organizzazioni non governative I principali interlocutori sono gli Stati
Uniti, la Russia, la Turchia, l'Arabia Saudita, il Qatar, l'Egitto, il Consiglio
di cooperazione del Golfo e la Lega araba. Occorre inoltre riconoscere e tener
presente il ruolo dell'Iran in quanto parte dell'equazione politica e militare. Con la dichiarazione di Baabda, a giugno 2012
i leader libanesi si sono impegnati a seguire una politica di dissociazione,
sottoscritta dalle principali forze politiche. Questa linea politica ufficiale
viene tuttavia sistematicamente disattesa con il progressivo coinvolgimento di
Hezbollah in Siria, con l'obiettivo dichiarato di difendere i cittadini
libanesi e i luoghi di culto sciiti, e con le forniture di armi e combattenti
dal Libano per sostenere l'opposizione siriana. Alcuni gruppi dell'opposizione
siriana e Hezbollah accendono i toni tra il moltiplicarsi di incidenti
transfrontalieri. L'Unione, che ha denunciato le violazioni del territorio
libanese nel conflitto siriano, dovrà ribadire con fermezza la necessità che
tutte le forze libanesi continuino a seguire e rispettare la politica di
dissociazione. L'UE esplorerà inoltre la possibilità di potenziare la capacità
delle strutture di sicurezza dello Stato libanese nell'intento di rafforzare la
stabilità del Libano e dell'intera regione. Partner importanti, i paesi del Golfo e la
Turchia sono in grado di contribuire a una soluzione durevole. L'UE dovrà
quindi continuare a assicurare un impegno attivo nei loro confronti,
sottolineando la necessità di valutare attentamente eventuali coinvolgimenti
nel conflitto e relative conseguenze, soprattutto per i destinatari finali del
sostegno militare e politico. L'Unione intende inoltre sottolineare l'urgenza
di sostenere gli attuali sforzi mirati a rilanciare il processo di Ginevra e di
sfruttare i canali disponibili per l'erogazione di aiuti non militari. Con tutti i partner e gli interlocutori, l'Unione
continuerà a ribadire l'assoluta urgenza di un processo e di negoziati politici
che mettano rapidamente fine al conflitto e ne evitino l'ulteriore
sconfinamento regionale. 1.3 Giustizia e responsabilità Dall'inizio della crisi l'Unione si batte nei consessi multilaterali
perché venga posta fine alle sistematiche violazioni dei diritti umani, del
diritto umanitario internazionale e delle libertà fondamentali. Forza trainante
di questo processo, l'Unione ha ottenuto, in stretta collaborazione con gli Stati
della regione in seno al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, la
convocazione di tre sessioni straordinarie sulla Siria e la creazione di una
Commissione d'inchiesta indipendente delle Nazioni Unite. L'Unione dovrà assicurarsi che il processo
inteso a far cessare il conflitto affronti pienamente le preoccupazioni per le
diffuse violazioni dei diritti umani. L'Unione promuoverà gli elementi salienti
del comunicato di Ginevra mettendo l'accento su un impegno verso la
responsabilità e la riconciliazione nazionali e in particolare sulla necessità
di un pacchetto globale per la giustizia di transizione, con misure di
risarcimento e riabilitazione delle vittime del conflitto e iniziative di
riconciliazione nazionale. L'Unione ribadirà inoltre la necessità di misure
concrete a tutela dei gruppi vulnerabili, onde evitare nuove violazioni. La posizione dell'Unione dovrà essere
irremovibile: se non saranno adeguatamente perseguiti dal giudice nazionale, i
crimini di guerra e i crimini contro l'umanità verranno rinviati alla Corte
penale internazionale. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha la
prerogativa di rinviare in qualsiasi momento i crimini siriani alla Corte
penale internazionale e l'Unione dovrà continuare a chiedere al Consiglio di
sicurezza che affronti urgentemente tutti gli aspetti del caso siriano,
compreso quello penale. È importante che le violazioni perpetrate sul
campo, come l'impiego di agenti e armi chimiche, vengano documentate, anche in
vista dell'effettivo perseguimento degli autori, e in tal senso l'Unione dovrà
continuare a sostenere la Commissione d'inchiesta. Occorrerà inoltre reiterare
l'appello alle autorità siriane perché cooperino pienamente con la Commissione
d'inchiesta assicurandole un accesso pieno, immediato e illimitato al
territorio nazionale. La Commissione d'inchiesta dovrà inoltre poter svolgere
liberamente la propria attività anche nelle aree controllate dall'opposizione. 1.4. Sanzioni Per sostenere l'opposizione e la popolazione
siriana, l'Unione ha cominciato a introdurre deroghe al regime di sanzioni. In
questo spirito le competenti autorità nazionali degli Stati membri possono
autorizzare misure economiche nel settore bancario e degli idrocarburi, previa
consultazione della SOC. Le deroghe mirano a aiutare la popolazione civile
siriana e soprattutto a affrontare le questioni umanitarie, a sostenere i
servizi di base, la ricostruzione e il ripristino della normale attività
economica o altri scopi civili. Sono in corso lavori per garantirne un'attuazione
efficiente e per individuare nuove esenzioni in grado di alleviare la
popolazione siriana. Dal 1º giugno l'eventuale consegna di armi alla Siria
dovrà rispondere alle strategie nazionali, nel rispetto di condizioni rigorose
definite dalla dichiarazione del Consiglio del 27 maggio. Qualsiasi altro tipo
di assistenza deve rispettare le conclusioni del Consiglio "Affari esteri"
di maggio e il quadro vigente dell'UE (posizione comune sul controllo delle
esportazioni di armi). 1.5. Minacce chimiche e biologiche Le denunce di uso delle armi chimiche e
biologiche in Siria suscitano crescente preoccupazione. L'Unione continuerà a
chiedere che gli ispettori dell'ONU siano ammessi nel paese per fare
accertamenti. Per prevenire, individuare e rispondere a eventi di questo tipo,
devastanti e potenzialmente mortali per la popolazione nella regione, l'Unione
sta valutando come approfondire eventualmente il coordinamento e la
cooperazione con gli Stati membri, le organizzazioni internazionali competenti
(OCHA, CICR, OMS, Interpol e OPCW) e i partner strategici. I recenti contatti con l'amministrazione
statunitense intesi a intensificare il coordinamento UE/USA nel settore CBRN
(materiali chimici, biologici, radiologici e nucleari), in particolare per dare
specifico sostegno alla Giordania, registrano sviluppi positivi e mostrano i
benefici di una cooperazione rafforzata in questo ambito. L'Unione continuerà a esortare la Siria a
aderire con la massima urgenza alla convenzione sulle armi chimiche e a
ratificare la convenzione sull'interdizione delle armi biologiche. L'Unione
ribadisce che l'uso di armi chimiche, indipendentemente dagli autori o dalle
circostanze, è un atto esecrabile e totalmente contrario alle norme giuridiche
e agli standard della comunità internazionale. Le autorità siriane portano una
particolare responsabilità: devono garantire che le armi chimiche in loro
possesso siano custodite in luogo sicuro in attesa della loro distruzione, che
sarà oggetto di una verifica indipendente, e non finiscano nelle mani di altri
soggetti, statali o meno. 1.6. Intensificare l'assistenza La Commissione si accinge a mobilitare nel 2013 altri 400 milioni di
EUR in assistenza umanitaria, economica e allo sviluppo per rispondere ai
bisogni immediati e fronteggiare le conseguenze della crisi in Siria e nei
paesi vicini, soprattutto Libano e Giordania. Questo stanziamento aggiuntivo
proviene dalle riserve esistenti e dalle riassegnazioni dei fondi per l'assistenza
esterna. Per aiutare i rifugiati e le altre persone bisognose di protezione,
sostenere le comunità di accoglienza e supportare sistemi di istruzione e
sanitari al collasso, nei paesi della regione bisogna intervenire con aiuti
umanitari, risposta alla crisi e cooperazione allo sviluppo. La Commissione incoraggia le agenzie dell'ONU, le organizzazioni non
governative, le organizzazioni internazionali e gli altri donatori a dare
priorità alle operazioni di soccorso, soprattutto ai più vulnerabili, e a
intensificare il coordinamento per ottimizzare l'uso dei finanziamenti disponibili.
In una fase successiva si può pensare di istituire un fondo fiduciario dell'UE
per la Siria quale strumento per attrarre e coordinare i contributi di tutti i
donatori dell'Unione e degli altri donatori interessati. Si cercherà in ogni modo di garantire che la risposta dell'Unione sia
programmata e attuata in funzione degli avvenimenti sul posto, passando in
rassegna tutti gli strumenti di assistenza esterna, rivedendo l'uso di
procedure di crisi accelerate per l'assistenza economica e allo sviluppo (aiuti
non umanitari) nei paesi del vicinato più colpiti e valutando la possibilità di
un sostegno macroeconomico. La Commissione ha già proposto di concedere alla Giordania un'assistenza
macrofinanziaria per un importo massimo di 180 milioni di EUR e valuterà la
possibilità di mobilitare altri strumenti dell'UE, in aggiunta agli interventi
già programmati. Negli ultimi cinque anni il programma Erasmus Mundus è andato a
beneficio di ben 344 studenti e accademici siriani; vi si aggiungono le 21
borse di studio finora concesse nel 2013 a studenti siriani (tra cui
sfollati) e le circa 40 borse previste per l'anno accademico 2013-2014.
Al termine delle borse di studio, la Commissione e gli Stati membri dovranno
garantire soluzioni adeguate per questi studenti, soprattutto per evitarne il
rientro in Siria. La Commissione continuerà a concedere borse di studio a
studenti siriani appartenenti alla popolazione rifugiata e a cercare di
aumentarne il numero. L'UE conferma il principio del rispetto e della tutela del patrimonio
culturale mondiale e esprime profonda preoccupazione per i danni inferti in
Siria a beni culturali, siti archeologici e monumenti di insostituibile valore
storico. L'Unione intensificherà anche la diplomazia aperta nei paesi della
regione e con i partner internazionali e comunicherà adeguatamente al grande
pubblico le iniziative in risposta alla crisi siriana e il suo contribuito per
assicurare che gli altri donatori tengano fede agli impegni e alle promesse di
finanziamento. 1.7. Assistenza alle persone
bisognose di protezione internazionale Tra
aprile 2011 – momento in cui è scoppiata la crisi – e la fine del 2012 circa 32 000
persone che si dichiarano cittadini siriani hanno chiesto protezione nell'Unione,
cui se ne aggiungono altre 7 500 secondo le stime del 2013. Attualmente
sembra esserci un consenso generale sulla necessità di non respingere in Siria
i cittadini siriani presenti nell'Unione, indipendentemente dal loro status
giuridico. Una recente lettera dell'Alto commissariato per i rifugiati alla
Commissione e agli Stati membri chiede l'ammissione per motivi umanitari di 10 000 rifugiati
siriani da paesi del Medio Oriente e del Nord Africa e il reinsediamento di
altri 2 000 cittadini siriani, soprattutto rifugiati particolarmente
vulnerabili, tra cui casi medici gravi e disabili. La Commissione invita gli
Stati membri a rispondere positivamente all'invito, offrendo a queste
persone possibilità di reinsediamento o ammissione umanitaria. La
Commissione invita inoltre gli Stati membri a essere generosi nell'accordare
visti umanitari agli sfollati dalla crisi siriana con familiari nell'UE e a
ammettere i siriani che arrivano alle frontiere esterne dell'Unione.
Attualmente undici paesi che fanno parte della zona Schengen richiedono visti
di transito aeroportuale per i cittadini siriani. Date le circostanze la
Commissione non ritiene opportuno aggiungere la Siria all'elenco comune dei
paesi soggetti all'obbligo di visto di transito aeroportuale, come chiesto da
alcuni Stati membri nel quadro della revisione annuale in corso degli obblighi
nazionali di visto di transito aeroportuale. Inoltre,
alla luce dell'analisi della situazione sul posto condotta dall'UNHCR, la
Commissione è disposta a valutare altre misure per sgravare i paesi confinanti
con la Siria dall'onere di accogliere un numero crescente di rifugiati. La
Commissione sta poi approntando un programma di protezione regionale, che sarà
operativo entro la fine del 2013, per rafforzare nel lungo termine la capacità
dei paesi confinanti con la Siria di gestire i flussi di rifugiati in linea con
gli standard internazionali. Il programma, con una dotazione complessiva di
oltre 13,2 milioni di EUR – di cui 10 milioni dal bilancio dell'Unione e i
restanti 3,2 milioni dagli Stati membri che vogliono partecipare –, prevede una
forte componente mirata alla tutela, con misure di registrazione, sviluppo
delle capacità amministrative e sensibilizzazione, e azioni a diretto vantaggio
dei rifugiati, mirate per esempio a migliorare l'accesso a diritti socioeconomici
come istruzione e cure mediche. Il campo d'applicazione preciso del programma
dipenderà dalla disponibilità dei paesi ospitanti confinanti con la Siria a
intraprendere determinate azioni. Infine
la Commissione intende proseguire, insieme all'Ufficio europeo di sostegno per
l'asilo, le discussioni con gli Stati membri sulla situazione dei siriani nell'Unione
per garantire una maggiore convergenza degli approcci nazionali nei loro
confronti, soprattutto per quanto riguarda l'esame delle domande di asilo. 1.8. Prevenire la radicalizzazione
e far fronte al problema dei "combattenti stranieri" L'Unione
deve continuare a vigilare sulle possibili minacce che pongono per la sua
sicurezza i "combattenti stranieri", cioè i cittadini dell'Unione che
vanno a combattere in Siria. La Commissione continuerà a promuovere azioni
volte a scoraggiare la radicalizzazione e il fenomeno dei combattenti stranieri
tramite iniziative che facciano conoscere l'altra faccia della medaglia e
offrendo assistenza agli Stati membri contro gli eventuali rischi rappresentati
dal rientro dei combattenti, il tutto in collegamento con i lavori avviati nel
quadro della rete dell'UE per la sensibilizzazione in materia di
radicalizzazione, che promuove azioni atte a prevenire e a combattere l'estremismo
violento. Per monitorare i movimenti di combattenti stranieri, la Commissione
invita gli Stati membri a sfruttare meglio il sistema d'informazione Schengen
di seconda generazione. La Commissione continuerà inoltre a collaborare con il
Parlamento europeo e il Consiglio per l'adozione della proposta di direttiva
sul codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR); il trattamento
dei dati PNR offre infatti la possibilità di individuare i movimenti dei
combattenti stranieri che lasciano l'Unione o vi rientrano con i trasporti
aerei. Potranno essere inoltre sfruttati meglio gli strumenti dell'Unione e
quelli disponibili nell'ambito di accordi internazionali, come il programma di
controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (TFTP), per risalire ai
pagamenti destinati ai movimenti terroristi. Infine la Commissione continuerà a
favorire una serie di analisi del rischio volte a individuare le principali
minacce per la sicurezza dell'Unione connesse al fenomeno in crescita dei
combattenti stranieri e a sostenere l'individuazione di possibili misure di
mitigazione, in associazione con il Centro UE di analisi dell'intelligence
(INTCEN), Europol e Frontex. Il
Consiglio "Giustizia e affari interni" del 7 giugno 2013 ha deciso,
alla luce della relazione del coordinatore antiterrorismo dell'UE, di
intraprendere un'azione congiunta per far fronte a questa minaccia. L'azione
prevede scambi di informazioni e migliori prassi, un'analisi più approfondita
delle motivazioni dei combattenti stranieri, più stretti contatti con i paesi
terzi, come anche un impiego e un coordinamento maggiori degli strumenti, delle
reti e delle agenzie esistenti. 1.9. Pianificare il futuro e
migliorare il coordinamento L'UE ha iniziato a pianificare la fase post-conflitto, tra le altre
cose in termini di impegno nei settori della pace e della sicurezza, della
ricostruzione e della riabilitazione, delle elezioni, della giustizia, dello
Stato di diritto e delle questioni umanitarie. I bisogni saranno stimati partendo dalle previsioni dell'ONU e
possibilmente da una valutazione post-conflitto. Per stimare i costi della
ricostruzione, la Commissione, basandosi sulle immagini satellitari, sta già
procedendo a una prima ricognizione dei danni da cui le zone più colpite dal
conflitto, soprattutto Aleppo, risultano fortemente danneggiate. L'esercizio si
svolge nell'ambito del gruppo principale di donatori a favore della Siria e in
collaborazione con USA e Giappone. Nel 2014 e oltre l'Unione è già pronta a
potenziare l'assistenza (umanitaria e non) sia in caso di transizione nel 2013
che nel caso del protrarsi della crisi. Per coordinare al meglio l'assistenza fornita durante tutta la crisi e
permettere all'Unione di svolgere un ruolo più preminente e attivo, la
Commissione e l'Alta rappresentante propongono di porre le operazioni di
follow-up sotto il controllo di un gruppo misto formato dai servizi della
Commissione e dal SEAE che sovraintenda e coordini le attività dell'UE. Allo
stesso tempo l'Unione intende rafforzare il proprio ruolo di coordinamento dei
donatori per l'assistenza economica e allo sviluppo non solo alla Siria ma
anche al Libano e alla Giordania - in quanto paesi economicamente più colpiti
della crisi siriana - e fare da ponte tra i principali donatori, le Nazioni
Unite e le istituzioni finanziarie internazionali per pianificare la
transizione, sfruttando così gli specifici vantaggi comparativi di ciascuno in
questo ambito. L'Unione continuerà a partecipare attivamente al gruppo di
lavoro sulla ripresa economica nell'ambito del gruppo degli amici del popolo
siriano. 2. SOSTEGNO
DELL'UNIONE ALLA SIRIA E AI PAESI VICINI Il conflitto siriano ha finora prodotto non
meno di 6,8 milioni di persone bisognose di aiuto e 4,25 milioni di
sfollati interni. L'insicurezza e l'inaccessibilità rimangono i principali
ostacoli all'erogazione di aiuti. Dalla fine del 2011 e in risposta diretta
alla crisi, l'Unione ha finanziato interventi entro e oltre i confini siriani
per 440 milioni di EUR (265 milioni di aiuti umanitari e 175 milioni di aiuti
non umanitari). Altri 413 milioni di EUR sono stati forniti dagli Stati membri. 2.1. In Siria Assistenza umanitaria Il 7 giugno 2013 le Nazioni Unite hanno
rilanciato un appello per la Siria e i paesi vicini: secondo le stime riviste,
i cittadini siriani bisognosi di aiuto raggiungeranno i 10 milioni (metà della
popolazione del paese) entro la fine dell'anno e l'ONU invita a stanziare
altri 4,4 miliardi di USD (3,3 miliardi di EUR). La crescente inaccessibilità, che da un lato
rischia di rendere più difficile l'erogazione degli aiuti umanitari, spingerà
dall'altro più siriani a cercare scampo nei paesi vicini. In pratica, man mano
che il territorio siriano diventa inaccessibile, l'Unione e gli altri donatori
si vedranno costretti a impiegare l'assistenza umanitaria internazionale per
soccorrere gli sfollati. L'UE sperimenta nel frattempo canali di erogazione
alternativi in Siria, che dovrebbero aumentare man mano che i paesi vicini si
concentrano sempre più su come facilitare l'erogazione di aiuti umanitari alla
Siria.
Iniziative dell'UE finora intraprese: · erogazione di 124 milioni di EUR in assistenza umanitaria dal bilancio dell'UE; · in Siria gli aiuti umanitari dell'UE coprono l'assistenza medica d'urgenza, la protezione, la distribuzione di viveri, i servizi idrici e igienico-sanitari, la fornitura di ripari e di servizi logistici. Oltre le frontiere siriane, gli aiuti ai cittadini siriani in fuga offrono assistenza di primo soccorso, come cure mediche, viveri, ripari, prodotti per l'igiene, acqua, servizi igienico-sanitari e protezione; · gli aiuti umanitari dell'UE sono convogliati attraverso il movimento della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa e diverse organizzazioni non governative internazionali e agenzie umanitarie dell'ONU, quali l'UNHCR o quelle specializzate nella protezione e assistenza all'infanzia, come UNICEF e Save the Children; · inoltre, tramite il meccanismo di protezione civile dell'UE, è stata fornita assistenza in natura, per un valore totale di 1 milione di EUR, a Turchia e Giordania sotto forma di ambulanze, coperte, riscaldamento e generi vari; · il Centro europeo di risposta alle emergenze ha inviato gruppi di esperti in Giordania e Libano per valutare i bisogni di assistenza ai rifugiati siriani, in stretta collaborazione con esperti umanitari e enti locali. Iniziative che l'UE intende intraprendere: · aumentare l'assistenza umanitaria in Siria e nei paesi vicini di 250 milioni di EUR, per un totale di 515 milioni di EUR entro la fine del 2013; · erogare altra assistenza in natura e consulenze attraverso il meccanismo di protezione civile dell'UE e il Centro di risposta alle emergenze. Assistenza economica e allo sviluppo L'assistenza attualmente erogata tramite il
bilancio dell'Unione punta essenzialmente a sostenere e potenziare le capacità
dei difensori dei diritti umani e dei giovani attivisti e mira a rendere
accessibili alcuni servizi non umanitari, come la scuola, il supporto
psicosociale e i mezzi di sussistenza. La Commissione ha individuato altre
azioni da finanziare nel settore non umanitario, tra cui la formazione
professionale, la sanità, il sostegno a media liberi e indipendenti, la tutela
del patrimonio culturale, la promozione del dialogo, la preparazione della fase
di transizione e lo sviluppo delle capacità delle organizzazioni della società
civile siriane. La Commissione ha inoltre approvato di recente altri
finanziamenti (10 milioni di EUR nel quadro dello strumento per la stabilità)
per le regioni siriane settentrionali per promuovere attività pilota in comune
con agenzie degli Stati membri. Il livello di assistenza economica e allo
sviluppo da fornire alla Siria in futuro dipenderà direttamente dall'evoluzione
politica e militare del conflitto. Se da un lato è indispensabile consolidare e
estendere i canali di erogazione in modo da aumentare l'assistenza alla
popolazione civile in tempi rapidi, dall'altro l'impegno dei donatori può
essere ostacolato o addirittura annullato dalle ostilità tra le parti in
conflitto. Nelle attuali circostanze il principale problema è vegliare attentamente
affinché l'assistenza giunga ai destinatari e non sia impropriamente utilizzata
per alimentare il conflitto. Sono state valutate diverse opzioni per
convogliare l'assistenza economica e allo sviluppo in modo da soddisfare i
bisogni della popolazione. Alla luce delle conclusioni del Consiglio europeo
del 13 e 14 dicembre 2012[1],
vengono esplorati altri strumenti di sostegno alla popolazione siriana
attraverso i consigli amministrativi locali, organi creati di recente nel nord
del paese sotto la guida delle forze di opposizione.
Iniziative dell'UE finora intraprese: · erogazione di 53 milioni di EUR in assistenza economica e allo sviluppo dal bilancio dell'Unione, compresi gli esempi seguenti: · varo in Siria di due progetti attuati dall'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (10 milioni di EUR), mirati principalmente ai profughi palestinesi, ma anche a sostegno della popolazione siriana. Il primo progetto (7,3 milioni di EUR) sviluppa le qualifiche giovanili e assicura la partecipazione dei giovani nelle comunità locali offrendo loro la possibilità di avviare iniziative di sviluppo locale che allevino gli effetti della crisi. Il secondo (2,7 milioni di EUR) eroga assistenza sociale alle famiglie più vulnerabili colpite dal rincaro dei prodotti alimentari e di altri servizi di base per effetto della crisi; · collaborazione con l'UNICEF (5,7 milioni di EUR) finalizzata a assistere i bambini sfollati e vulnerabili perché abbiano accesso all'istruzione in Siria; · attuazione tramite organizzazioni non governative di altri progetti volti a sviluppare le capacità degli attori della società civile siriana per realizzare progetti su piccola scala in Siria; sostegno ai diritti umani (difensori dei diritti umani, monitoraggio delle violazioni dei diritti umani) e al settore dei media erogato dalla Commissione. Iniziative che l'UE intende intraprendere: · intensificare il sostegno già fornito per rispondere ai crescenti bisogni in Siria, in aggiunta all'assistenza umanitaria erogata, e tramite ogni canale utile; · garantire altro sostegno alle ONG per la fornitura di servizi di base, come cure mediche e istruzione, e sostenere i media indipendenti; · garantire altro sostegno all'ONU per la fornitura di servizi di base, come cure mediche, istruzione e tutela del patrimonio culturale; · dare sostegno alle forze di opposizione per coordinare l'assistenza alla popolazione civile in modo più efficace. Aiutare i consigli locali a ricostituire e mantenere i principali servizi di base: cure mediche, energia elettrica, raccolta dei rifiuti e fattori di produzione agricoli. 2.2. Libano Il Libano è il paese maggiormente esposto al
rischio di sconfinamento del conflitto siriano. Le frontiere libanesi sono
rimaste totalmente aperte a tutti i rifugiati, che raggiungono attualmente le 513 000
unità. Il paese è alle prese con una crisi dei rifugiati particolarmente acuta:
i rifugiati siriani superano attualmente il 10% della popolazione libanese e
raggiungeranno il 25% entro la fine dell'anno. Di questi il 70% sono donne e
bambini. Le autorità da sole non riescono a gestire una crisi dalle numerose
ricadute umanitarie, politiche, di sicurezza e socioeconomiche.
Iniziative dell'UE finora intraprese: · erogazione di 113 milioni di EUR totali in assistenza umanitaria e non umanitaria dal bilancio dell'Unione; · l'assistenza umanitaria mira essenzialmente alla registrazione dei rifugiati, alle attività sanitarie (comprese le cure urgenti ai feriti), agli aiuti alimentari, alla distribuzione di prodotti non alimentari (tende, materassi, coperte, riscaldamento ecc.), alla fornitura di ricoveri, acqua e strutture igienico-sanitarie, assistenza legale e logistica; · avvio di diversi progetti, per un totale di 45 milioni di EUR, intesi a aiutare l'UNHCR, l'UNICEF, l'UNWRA, le organizzazioni della società civile e il governo libanese a soddisfare i bisogni di medio e lungo termine dei rifugiati siriani (compreso il sostegno all'istruzione e alle operazioni di ricostruzione e riabilitazione). Iniziative che l'UE intende intraprendere: · aumentare l'assistenza umanitaria nel quadro dei 250 milioni di EUR aggiuntivi. Una quota di 20 milioni di EUR sarà erogata entro la fine di luglio; · avviare un'iniziativa per 40 milioni di EUR che permetterà di continuare a sostenere attività nel campo dell'istruzione e della ricostruzione e riabilitazione e di sostenere gli sforzi di coordinamento del governo; · inviare un esperto militare dell'UE presso la delegazione dell'Unione per fornire consulenza sulle questioni di sicurezza e supporto alle forze armate libanesi; · riorientare i programmi in corso (per una copertura totale di 75 milioni di EUR) in materia di istruzione, ricostruzione e riabilitazione, e sostenere il ripristino delle condizioni di sussistenza, per far fronte alle conseguenze della crisi siriana. La situazione presenta crescenti rischi in un
contesto già vulnerabile sotto il profilo politico e macroeconomico. A
gennaio 2013 il governo libanese e l'UNHCR hanno stimato a oltre 700 milioni
di USD il costo annuo totale dell'accoglienza dei rifugiati. Se gli effetti
della crisi siriana sull'attività economica nel suo insieme sono variabili, è
evidente che il bilancio libanese sarà messo sotto pressione: l'attuale
proposta di progetto di bilancio del 2013 prevede un disavanzo di 3,5 miliardi
di USD. Il paese versa peraltro nell'incertezza
politica che, insieme a una crescente polarizzazione, mette a rischio la
politica ufficiale di dissociazione. Le violenze settarie nel nord del paese, i
pesanti scontri transfrontalieri e le ripetute violazioni della sua integrità
territoriale spingono il Libano su una china pericolosa. Dall'inizio della crisi l'Unione ha erogato
assistenza al Libano per 113 milioni di EUR. La situazione continua tuttavia a
deteriorarsi e bisogna potenziare questa risposta eccezionale dell'Unione con
misure di stabilizzazione a breve e lungo termine. È imperativo proteggere il
paese dall'azione di soggetti locali e regionali intenzionati a esportare il
conflitto siriano in territorio libanese. L'attenuazione del conflitto deve
essere centrale nella risposta dell'UE. Occorre sostenere gli sforzi per la
formazione di un nuovo governo e la ripresa delle principali attività, compresa
la gestione del flusso di rifugiati, onde scongiurare un vuoto politico
pericoloso. Il rinvio delle elezioni e la proroga di 17 mesi del mandato del
Parlamento rischiano di esporre il paese a un deficit democratico che potrebbe
esacerbare la polarizzazione settaria. Il pacchetto globale di assistenza in corso
dovrà coprire lo sviluppo della capacità delle autorità libanesi di affrontare
la crisi, anche sostenendo le infrastrutture sociali e il coordinamento dei
ministeri e dei donatori. Ma occorre al tempo stesso intensificare l'assistenza
umanitaria per rispondere ai crescenti bisogni dei rifugiati. L'assistenza dell'UE
viene adeguata per concentrarsi su istruzione e sanità e sui gruppi
vulnerabili, compresi i profughi palestinesi dalla Siria. Va esaminata la
possibilità, ventilata di recente dalle autorità libanesi, di costruire campi
profughi, soprattutto per gli inevitabili rischi che pone per la sicurezza.
Nell'affrontare i problemi del paese vanno vagliate tutte le ipotesi, compreso
il coinvolgimento delle istituzioni finanziarie internazionali. Una risposta globale dell'UE deve comprendere
anche il sostegno alle forze armate libanesi (FAL): colonna portante dell'apparato
di sicurezza del paese, le FAL operano in assenza di una strategia di difesa
militare o governativa. Le FAL godono di rispetto e, essendo per natura
interconfessionali, sono percepite come imparziali e neutrali. Bisogna
proseguire il dialogo e la cooperazione per rafforzare le capacità delle FAL
quali guardiane imparziali della sicurezza nazionale. 2.3. Giordania Sullo sfondo di una situazione macroeconomica
che va deteriorandosi, la Giordania svolge un ruolo di vitale importanza e
offre sostegno a un numero crescente di rifugiati che fuggono le atrocità
(oltre 472 000 registrati o in procinto di essere registrati presso l'UNHCR
entro i primi di giugno). Iniziative dell'UE finora intraprese: · erogazione di 87 milioni di EUR in assistenza umanitaria e non umanitaria dal bilancio dell'Unione; · l'assistenza umanitaria punta essenzialmente alle attività sanitarie (comprese le cure urgenti ai feriti), agli aiuti alimentari, alla distribuzione di prodotti non alimentari (tende, materassi, coperte, riscaldamento ecc.), alla fornitura di ricoveri, acqua e strutture igienico-sanitarie, assistenza psico-sociale e protezione; · avvio di diversi progetti a sostegno di UNICEF e UNESCO per 20,9 milioni di EUR per garantire l'accesso all'istruzione formale e non formale e fornire altri servizi a cittadini siriani vulnerabili, soprattutto minori, e alle comunità di accoglienza. Iniziative che l'UE intende intraprendere: · aumentare l'assistenza umanitaria nel quadro dei 250 milioni di EUR aggiuntivi. Una quota di 20 milioni di EUR sarà erogata entro la fine di luglio; · aumentare il sostegno alle comunità di accoglienza nella parte settentrionale della Giordania e porsi alla guida del coordinamento dell'assistenza internazionale a queste comunità; · erogare 25 milioni di EUR in assistenza economica e allo sviluppo: 20,4 milioni di EUR sotto forma di sostegno al bilancio alle autorità giordane per contribuire all'istruzione dei figli dei rifugiati siriani nelle città giordane, soprattutto quelle colpite dalla crisi dei profughi, e 4,6 milioni di EUR all'UNICEF; mobilitare in un secondo momento una quota aggiuntiva di 25 milioni di EUR. Secondo le stime del governo, basate su un
numero totale di 660 000 rifugiati, nel 2013 i costi totali del sostegno
ammonteranno a 1,4 miliardi di USD a carico del bilancio statale e delle
organizzazioni internazionali. Dal 2011 le turbolenze sui mercati regionali e
la debolezza del contesto economico regionale e mondiale vanno peggiorando le
condizioni economiche in Giordania. Si stima che dallo scoppio del conflitto
siriano i costi per ricevere i rifugiati dalla Siria abbiano superato i 600 milioni
di EUR (3% circa del PIL). Messe sotto pressione dal calo vertiginoso delle
riserve internazionali nella prima metà del 2012, le autorità giordane hanno
approvato un programma triennale di 2 miliardi di USD nell'ambito di un
accordo di stand-by con l'FMI di 36 mesi. Dall'inizio della crisi l'Unione ha erogato
alla Giordania assistenza per 87 milioni di EUR ma il paese ha un evidente
bisogno di maggiori aiuti. Oltre al necessario aumento dell'assistenza
umanitaria dal bilancio dell'UE stimato tra 50 e 75 milioni di EUR, la risposta
dell'UE alla richiesta di aiuto giordana dovrà passare per il sostegno di
bilancio settoriale aumentando le coperture ai programmi in corso, soprattutto
nel campo dell'istruzione. È inoltre strettamente
necessario che il Consiglio e il Parlamento prendano una decisione sulla
proposta della Commissione di concedere alla Giordania 180 milioni EUR in
assistenza macrofinanziaria, che permetteranno di contribuire a alleviare i
problemi economici del paese. 2.4. Turchia Dall'inizio
della crisi la Turchia ha accolto più di 380 000 rifugiati siriani nei 17
centri di accoglienza nazionali, mentre tantissimi altri (ben 370 000
secondo alcune stime) sono entrati nel territorio turco senza essere
immediatamente registrati nei centri e risiedono attualmente in diverse città
nel paese. Secondo le stime dell'UNHCR, entro la fine del 2013 i rifugiati in
Turchia supereranno il milione. La Turchia ha annunciato la costruzione di 5
nuovi campi, uno dei quali destinato alla comunità siriaca (cristiana), che
permetterebbero di ospitare altri 60 000 rifugiati. I centri di accoglienza
turchi sono encomiabili e di elevata qualità e le autorità turche sono in grado
di offrire un'assistenza umanitaria adeguata. La Turchia si è sobbarcata un notevole onere
finanziario, stimato fino a oggi intorno ai 600 milioni di EUR, con poco sostegno
da parte della comunità internazionale. Per gestire i rifugiati, l'UE ha
impegnato un pacchetto totale di 27 milioni di EUR, in particolare a sostegno
dell'UNHCR e di organizzazioni e comunità locali. Le autorità hanno dovuto
affrontare crescenti pressioni sulle comunità locali e al loro interno (non da
ultimo per l'accesso ai servizi sanitari e all'istruzione), tensioni che
rischiano di aumentare dopo l'entrata in vigore della nuova legge sugli
stranieri e la protezione internazionale, che permetterà ai rifugiati di
cercare lavoro sul mercato aperto. Inoltre, soprattutto dopo l'attentato
dinamitardo di Reyhanli nella provincia di Hatay nel sud del paese, che ha
provocato oltre 50 morti, la popolazione turca è preoccupata in generale per l'esposizione
della Turchia alla crisi siriana. Se la Turchia registrerà e darà accesso a
altre ONG internazionali, ulteriori risorse potrebbero affluire nel paese. 2.5. Iraq Agli inizi di giugno l'Iraq aveva accolto
circa 158 000 rifugiati, in buona parte nel nord del paese (Kurdistan
iracheno). Attualmente il ministero iracheno per la Migrazione e lo
sfollamento, con il sostegno dell'UNHCR e di altre agenzie delle Nazioni Unite,
riesce a gestire la risposta d'emergenza ai bisogni umanitari dei rifugiati. Il
confine iracheno nel governatorato di Anbar è chiuso per buona parte del tempo
e lascia passare ogni giorno un numero limitato di persone. Il principale
valico tra la Siria e la regione curda irachena è chiuso da maggio 2013. L'Iraq è alle prese con una grave crisi politica.
In un paese dove la vita politica si basa su un esile equilibrio tra etnie e
sette, suscitano preoccupazione le tensioni settarie in aumento e rischia di
fallire il processo politico avviato dopo il 2003. Le pesanti ricadute della crisi siriana in termini
politici e di sicurezza aggravano poi la situazione interna. Vi sono
collegamenti documentati tra al-Qaida in Iraq (responsabile della maggior parte
degli attentati terroristici) e gruppi radicali in Siria, in particolare Jabhat
al-Nusra. L'eventuale escalation di una crisi in Iraq,
paese dove riaffiorano le divisioni tra sciiti e sunniti, rischierebbe di
ripercuotersi pesantemente nella regione. È quindi importante che l'UE curi
ulteriormente i contatti con le autorità irachene e i rappresentanti di tutte
le forze politiche onde sostenere iniziative locali che assicurino la
stabilità. 3. CONCLUSIONI La
crisi umanitaria siriana è la più drammatica che il mondo si trovi a affrontare
attualmente. L'UE ha il dovere umanitario e morale di assistere le persone
bisognose. Per questo motivo la Commissione e l'Alta rappresentante hanno
assunto l'impegno di mobilitare un significativo pacchetto di aiuti. La
Commissione intende stanziare altri 400 milioni di EUR dal bilancio di quest'anno
per rispondere ai bisogni umanitari e di sviluppo economico in Siria e nei
paesi della regione, in particolare Giordania e Libano, portando così il
contributo complessivo dell'Unione a oltre 1,25 miliardi di EUR. La
gravità della crisi siriana e le sofferenze che questa provoca in Siria e nei
paesi confinanti non possono tuttavia risolversi con ulteriori stanziamenti. È
essenziale trovare rapidamente una soluzione politica duratura che metta fine
alle violenze e porti a un governo di transizione inclusivo, obiettivo che può
essere raggiunto solo attraverso il dialogo. Contribuire a trovare una
soluzione politica è il cardine dell'azione dell'UE su cui si basa l'approccio
globale illustrato nella presente comunicazione congiunta. L'Unione
garantisce un sostegno politico e finanziario immediato e di lungo periodo. La
presente comunicazione testimonia della sua determinazione a sostenere quanti
nella regione anelano alla pace e alla democrazia e a alleviare le sofferenze e
le miserie provocate dal conflitto. L'UE è in grado di dare un contributo
decisivo avvalendosi degli strumenti e delle politiche di cui dispone. Allo
stesso tempo, data la crescente instabilità regionale e i bisogni umanitari in
aumento, la presente comunicazione fa appello agli altri donatori perché
raddoppino gli sforzi in risposta alla crisi. Allegato
1 Finanziamenti totali dell'UE in risposta alla crisi siriana (dati fino all'11.6.13) || Tipo di assistenza || Assistenza già fornita || Totale || Assistenza supplementare || Totale generale Siria || Giordania || Libano || Turchia || Iraq || Regionale Assistenza umanitaria UE || 124 || 63 || 66 || 6 || 6 || 0 || 265 || 400 || 840 Assistenza non umanitaria UE (economica, per lo sviluppo e per la stabilizzazione) || 53 || 24 || 48 || 22 || 7 || 21 || 175 Totale generale bilancio UE || 178 || 87 || 113 || 27 || 14 || 21 || 440 || 400 || 840 Percentuale || 40% || 20% || 26% || 6% || 3% || 5% || Contributo Stati membri UE (assistenza umanitaria) || || || || || || || 413 || || 413 Totale generale UE (bilancio UE + Stati membri) || || || || || || || 853 || 400 || 1,253 Allegato 2 SCHEDA
FINANZIARIA DELLE PROPOSTE 1. CONTESTO DELLA
PROPOSTA/INIZIATIVA 1.1 Titolo della proposta/iniziativa Comunicazione
congiunta della Commissione e dell'Alta rappresentante per gli affari esteri e
la politica di sicurezza: "Verso un approccio globale dell'Unione europea
alla crisi siriana" 1.2. Settore/settori interessati
nella struttura ABM/ABB[2]
Relazioni
esterne 1.3. Natura della
proposta/iniziativa ¨ La
proposta/iniziativa riguarda una nuova azione ¨ La
proposta/iniziativa riguarda una nuova azione a seguito di un progetto
pilota/un'azione preparatoria[3]
X La proposta/iniziativa riguarda la proroga di
un'azione esistente ¨ La
proposta/iniziativa riguarda un'azione riorientata verso una nuova azione 1.4. Obiettivi 1.4.1. Obiettivo/obiettivi strategici
pluriennali della Commissione oggetto della proposta/iniziativa L'Europa
nel mondo: avere il giusto peso sulla scena mondiale 1.4.2. Obiettivo/obiettivi specifici
e attività ABM/ABB interessate Attività ABM/ABB interessate: 19.08
Politica europea di vicinato e relazioni con la Russia 23.02
Aiuti umanitari Obiettivi specifici dell'attività ABM – 19.08 1.
Creare condizioni migliori per una più stretta cooperazione tra l'UE e i suoi
vicini e per l'integrazione regionale e multilaterale; 2.
Sostenere le riforme economiche e settoriali nei paesi del vicinato e
promuoverne l'ulteriore integrazione con l'Unione europea e tra gli stessi
paesi; 3.
Promuovere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto e contribuire
alla risoluzione dei conflitti nei paesi del vicinato. Obiettivi specifici dell'attività ABM – 23.02 1.
Garantire soccorsi e aiuti umanitari dell'UE rapidi, effettivi e rispondenti ai
bisogni alle popolazioni confrontate alle conseguenze immediate delle
catastrofi naturali o causate dall'uomo e fornire assistenza alle vittime di
crisi che si protraggono. 1.5. Durata e incidenza
finanziaria x Proposta/iniziativa di durata limitata –
x Proposta/iniziativa in vigore nel 2013 –
x Incidenza finanziaria nel 2013 ¨ Proposta/iniziativa di durata
illimitata –
Attuazione con un periodo di avviamento dal AAAA al
AAAA, –
seguito da un funzionamento a pieno ritmo. 1.6. Modalità di gestione previste
per il bilancio 2013[4] x Gestione centralizzata diretta da parte
della Commissione x Gestione centralizzata indiretta con
delega delle funzioni di esecuzione a: –
x agenzie esecutive –
¨ organismi creati dalle Comunità[5]
–
x organismi pubblici nazionali/organismi
investiti di attribuzioni di servizio pubblico –
x persone incaricate di attuare azioni specifiche
di cui al titolo V del trattato sull'Unione europea, che devono essere indicate
nel pertinente atto di base ai sensi dell'articolo 49 del regolamento
finanziario ¨ Gestione concorrente
con gli Stati membri x Gestione decentrata con paesi terzi x Gestione congiunta con organizzazioni
internazionali 2. MISURE DI GESTIONE 2.1. Disposizioni in materia di
monitoraggio e di relazioni Precisare frequenza e
condizioni. Saranno
applicate le disposizioni su monitoraggio e relazioni previste dalle rilevanti
basi giuridiche. 2.2. Sistema di gestione e di
controllo 2.2.1. Rischi individuati 1)
L'assenza di stabilità politica e amministrativa nei paesi partner rischia di
creare problemi in sede di elaborazione dei programmi, di ritardare l'erogazione
dei fondi e di nuocere all'efficacia; 2)
la scarsa diffusione di informazioni rischia di ostacolare la risoluzione di
questioni problematiche connesse alla gestione degli aiuti. 2.2.2. Modalità di controllo previste
Le
modalità di controllo previste sono conformi alle norme di controllo interno
della Commissione, secondo quanto indicato nei piani di gestione dei servizi
pertinenti. Nel
settore degli aiuti umanitari vige un efficace sistema di controllo basato sul
ricorso a esperti esterni che effettuano valutazioni ex ante dei progetti, sul
monitoraggio e su valutazioni. I progetti umanitari sono soggetti a revisioni contabili
esterne. 2.3. Misure di prevenzione delle
frodi e delle irregolarità Precisare le misure di
prevenzione e tutela in vigore o previste. La
tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea e la lotta contro le
frodi e le irregolarità costituiscono parte integrante delle pertinenti basi
giuridiche. Il monitoraggio amministrativo degli appalti e dei pagamenti sarà
affidato all'ordinatore competente, mentre per gli aiuti umanitari la
responsabilità ricade sulla sede centrale, con l'assistenza di esperti ECHO sul
campo. Sarà prestata particolare attenzione alla natura delle spese
(ammissibilità delle spese), al rispetto dei bilanci (spesa effettiva) e alla
verifica delle informazioni e della documentazione (prove di spesa). 3. INCIDENZA FINANZIARIA
PREVISTA DELLA PROPOSTA/INIZIATIVA 3.1. Rubrica/rubriche del quadro
finanziario pluriennale e linea/linee di bilancio di spesa interessate · Linee di bilancio di spesa esistenti Secondo l'ordine delle
rubriche del quadro finanziario pluriennale e delle linee di bilancio. Rubrica del quadro finanziario pluriennale || Linea di bilancio || Natura della spesa || Partecipazione Numero [Denominazione…...….] || SD/SND ([6]) || di paesi EFTA[7] || di paesi candidati[8] || di paesi terzi || ai sensi dell'articolo 21, paragrafo 2, lettera b), del regolamento finanziario 23.02.01 || HUMA - Aiuti umanitari || SD || NO || NO || NO || NO 19.08.01 || ENPI — Cooperazione finanziaria con i paesi mediterranei || SD || NO || NO || NO || NO 19.04.01 || EIDHR — Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani || SD || NO || NO || NO || NO 3.2. Incidenza prevista sulle
spese in mio EUR (al terzo decimale) Sintesi || || Incidenza prevista sulle spese Rubrica del quadro finanziario pluriennale || || || Rubrica 4 — Relazioni esterne || || || 2013 || || 2014 Stanziamenti operativi || || || || || || || || || 23.02.01 - Aiuti umanitari || Impegni || (1) || 250,000 || || - || Pagamenti || (2) || 140,000 || || 110,000 || || || || || || || || || || 19.08.01 - Cooperazione finanziaria con i paesi mediterranei || Impegni || (3) || 145,000 || || - || Pagamenti || (4) || 75,400 || || 69,600 || || || || || 19.04.01 - EIDHR — Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani || Impegni || (5) || 5,000 || || - || Pagamenti || (6) || 2,600 || || 2,400 || || || || || || || || || || TOTALE stanziamenti operativi || Impegni || (1+3+5) || 400,000 || || - || Pagamenti || (2+4+6) || 218,000 || || 182,000 || || || || || Stanziamenti di natura amministrativa finanziati dalla dotazione di programmi specifici || || - || || - || || || || || TOTALE stanziamenti || Impegni || (1+3+5) || 400,000 || || - || Pagamenti || (2+4+6) || 218,000 || || 182,000 3.2.1. Incidenza prevista sugli
stanziamenti di natura amministrativa 3.2.1.1. Sintesi –
X La proposta/iniziativa non comporta l'utilizzo
di stanziamenti amministrativi aggiuntivi –
¨ La proposta/iniziativa comporta l'utilizzo di stanziamenti
amministrativi, come spiegato di seguito: 3.2.1.2. Fabbisogno previsto di risorse
umane –
X La proposta/iniziativa non comporta l'utilizzo
di risorse umane aggiuntive –
¨ La proposta/iniziativa comporta l'utilizzo di risorse umane, come
spiegato di seguito: 3.2.3. Compatibilità con il quadro
finanziario pluriennale attuale –
X La proposta/iniziativa è compatibile con il
quadro finanziario pluriennale attuale. –
X La proposta/iniziativa implica una
riprogrammazione della pertinente rubrica del quadro finanziario pluriennale. I
fondi aggiuntivi a copertura delle attività individuate nella presente scheda
saranno totalmente finanziati mediante riassegnazione e riprogrammazione delle
dotazioni degli strumenti per l'azione esterna di cui alla rubrica 4 del quadro
finanziario pluriennale, in particolare a beneficio di HUMA e ENPI nel 2013. Lo
stanziamento aggiuntivo di 400 milioni di EUR proviene da diversi strumenti per
l'azione esterna di cui alla rubrica 4, come illustra la tabella di seguito. –
¨ La proposta/iniziativa richiede l'applicazione dello strumento di
flessibilità[9]. 3.2.4. Partecipazione di terzi al
finanziamento –
X La proposta/iniziativa non prevede il
cofinanziamento da parte di terzi –
¨ La proposta/iniziativa prevede il cofinanziamento indicato di seguito: 3.3. Incidenza prevista sulle
entrate –
X La proposta/iniziativa non ha incidenza
finanziaria sulle entrate. –
¨ La proposta/iniziativa ha la seguente incidenza finanziaria: –
¨ sulle risorse proprie –
¨ sulle entrate varie Mio EUR (al terzo decimale) Linea di bilancio delle entrate: || Stanziamenti disponibili per l'esercizio in corso || Incidenza della proposta/iniziativa[10] Anno N || Anno N+1 || Anno N+2 || Anno N+3 || inserire gli anni necessari per evidenziare la durata dell'incidenza (cfr. punto 1.6) Articolo... || || || || || || || || Per quanto riguarda le entrate varie con destinazione specifica,
precisare la o le linee di spesa interessate. […] Precisare il metodo di calcolo dell'incidenza sulle entrate. […] [1] "Lavorare su tutte le opzioni per sostenere e
aiutare l'opposizione e consentire un maggiore sostegno alla protezione della
popolazione civile". [2] ABM: Activity Based Management (gestione per
attività) – ABB: Activity Based Budgeting (bilancio per attività). [3] A norma dell'articolo 49, paragrafo 6, lettera a) o b),
del regolamento finanziario. [4] Le spiegazioni sulle modalità di gestione e i
riferimenti al regolamento finanziario sono disponibili sul sito BudgWeb: http://www.cc.cec/budg/man/budgmanag/budgmanag_en.html [5] A norma dell'articolo 185 del regolamento
finanziario. [6] SD = Stanziamenti dissociati/SND. = Stanziamenti non
dissociati. [7] EFTA: Associazione europea di libero scambio. [8] Paesi candidati e, se del caso, paesi potenziali
candidati dei Balcani occidentali. [9] Cfr. punti 19 e 24 dell'Accordo interistituzionale. [10] Per quanto riguarda le risorse proprie tradizionali (dazi
doganali, contributi zucchero), gli importi indicati devono essere importi
netti, cioè importi lordi da cui viene detratto il 25% per spese di
riscossione.