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Document 52007AE0807

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol COM(2006) 625 def.

    GU C 175 del 27.7.2007, p. 78–84 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    27.7.2007   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 175/78


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol

    COM(2006) 625 def.

    (2007/C 175/19)

    La Commissione, in data 24 ottobre 2006, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di cui sopra.

    La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 2 maggio 2007, sulla base del progetto predisposto dalla relatrice van TURNHOUT e dal correlatore JANSON.

    Il Comitato economico e sociale europeo, in data 30 maggio 2007, nel corso della 436a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 96 voti favorevoli, 14 voti contrari e 6 astensioni.

    1.   Sintesi

    1.1

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie favorevolmente la comunicazione della Commissione Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol. Il Comitato si rammarica tuttavia che la comunicazione sia ben lungi dal proporre quella «strategia globale» richiesta nelle conclusioni del Consiglio del 5 giugno 2001.

    1.2

    Il presente parere affronta la questione, concernente la salute pubblica, di ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol: il consumo nocivo e pericoloso di alcol e la diffusione delle bevande alcoliche tra i minori contribuiscono a far aumentare tali danni.

    1.3

    Il CESE si sarebbe aspettato dalla Commissione un'analisi più completa e più trasparente di tutti i settori politici comunitari pertinenti, individuati nella valutazione d'impatto, e delle difficoltà che alcuni Stati membri hanno incontrato nel mantenere il livello di qualità delle loro politiche alcologiche a causa delle norme di mercato dell'UE.

    1.4

    Il CESE invita urgentemente la Commissione, in linea con gli obblighi conferiti dal Trattato, ad assumere un ruolo guida nel sostenere attivamente gli Stati membri nei loro sforzi intesi a fornire un livello elevato di tutela della salute mediante la riduzione dei danni derivanti dal consumo di alcol e a garantire che l'azione comunitaria completi le politiche nazionali.

    1.5

    Il CESE riconosce che le abitudini culturali variano da un paese europeo all'altro. Tali differenze dovrebbero essere prese in considerazione nell'ambito delle varie iniziative ed azioni proposte.

    1.6

    Il CESE è favorevole alla costituzione di una base comune di conoscenze scientificamente comprovate — comprendenti anche definizioni standardizzate per la raccolta dei dati — che apporterà un forte valore aggiunto comunitario. Il CESE si rammarica che la maggior parte dei settori prioritari identificati non prevedano obiettivi specifici, chiaramente quantificabili e con tempi definiti.

    1.7

    Il CESE si rammarica che nella comunicazione la Commissione non riconosca che una delle ragioni di tanti danni alcol-correlati consiste nel fatto che l'alcol è una droga psicoattiva, una sostanza che, se usata in eccesso, è tossica e per alcuni crea dipendenza.

    1.8

    Il CESE sostiene fortemente i diritti dei minori e ritiene che questi ultimi, a causa della loro vulnerabilità e di necessità particolari, richiedano misure di salvaguardia e assistenza particolari e un'adeguata protezione giuridica. Ai fini della strategia, il CESE raccomanda di definire il minore come qualsiasi persona al di sotto dei 18 anni, conformemente alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo.

    1.9

    Il CESE chiede urgentemente che la riduzione dell'esposizione dei minori ai prodotti alcolici e alla loro pubblicità venga inserita fra gli obiettivi specifici per garantire una maggiore tutela dei minori.

    1.10

    Il CESE invita la Commissione ad affrontare le conseguenze economiche dei danni alcol-correlati. Gli effetti negativi sono contrari agli obiettivi della strategia di Lisbona e hanno un impatto sull'occupazione, la società e l'economia.

    1.11

    Il CESE è favorevole alla creazione del forum Alcol e salute, che potrebbe costituire una piattaforma utile di dialogo tra tutte le parti interessate e portare all'adozione di azioni concrete volte a ridurre i danni derivanti dall'alcol. Il CESE sarebbe lieto di poter partecipare al forum in qualità di osservatore.

    1.12

    Il CESE chiede con insistenza che le iniziative di educazione e di sensibilizzazione facciano parte di una strategia globale integrata per ridurre i danni alcol-correlati.

    1.13

    Il CESE esprime preoccupazione per l'inquietante incoerenza fra i dati che emergono dalle ricerche sulle misure più efficaci per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol e le misure comunitarie proposte. In tutta la comunicazione, l'educazione e l'informazione figurano frequentemente fra le misure avanzate. Le ricerche sembrano tuttavia dimostrare che esse hanno un tasso di efficacia molto limitato nel ridurre i danni alcol-correlati.

    2.   Contesto

    2.1

    L'Unione europea possiede le competenze e i poteri necessari per affrontare i problemi di salute pubblica derivanti da un consumo nocivo e pericoloso di alcol. L'articolo 152, paragrafo 1, del Trattato (1) dispone che «nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche ed attività della Comunità è garantito un livello elevato di protezione della salute umana». Vi si afferma inoltre che «l'azione della Comunità, che completa le politiche nazionali, si indirizza al miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e affezioni e all'eliminazione delle fonti di pericolo per la salute umana».

    2.2

    Nel 2001 il Consiglio ha adottato una raccomandazione sul consumo di bevande alcoliche da parte di giovani, in particolare bambini e adolescenti (2), e ha invitato la Commissione a seguire, valutare e monitorare gli sviluppi della situazione e le misure adottate e a riferire sulla necessità di ulteriori azioni.

    2.3

    Nelle sue conclusioni del 5 giugno 2001 il Consiglio ha sollecitato la Commissione a presentare proposte per una strategia comunitaria globale intese a ridurre i danni alcol-correlati a complemento delle politiche nazionali. Nel giugno 2004 il Consiglio ha ribadito il suo invito (3).

    3.   Osservazioni generali

    3.1

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie favorevolmente la comunicazione della Commissione Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol  (4).

    3.1.1

    Il consumo di alcol e i danni da esso derivanti variano notevolmente da un paese all'altro sia in termini quantitativi sia sotto il profilo delle modalità del fenomeno, come pure in termini di pericolosità sanitaria e sociale. Tenuto conto di questo, il CESE ritiene che le «azioni comunitarie» da intraprendere «nel rispetto delle competenze degli Stati membri» siano da intendere come «indirizzi comuni» ispirati a concetti condivisi riguardanti l'obiettivo di ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol, in tutte le loro forme. Nell'ambito di tali indirizzi comuni i singoli Stati membri individueranno i modi, le tecniche e l'intensità delle azioni da svolgere.

    3.2

    Il CESE si rammarica tuttavia che la comunicazione sia ben lungi dal proporre quella «strategia globale» chiesta nelle conclusioni del Consiglio, nonostante il lungo processo di elaborazione e i dati comprovati sui problemi derivanti dal consumo di alcol in tutta l'UE e sul loro impatto sulla salute, il benessere sociale e la prosperità economica dei cittadini europei.

    3.3

    Il Consiglio ha invitato la Commissione a proporre una serie di azioni comunitarie in tutti i pertinenti settori di intervento per garantire un livello elevato di tutela della salute. Fra tali settori figuravano le accise, i trasporti, la pubblicità, la commercializzazione, la sponsorizzazione, la tutela dei consumatori e la ricerca, pur nel rispetto delle competenze degli Stati membri.

    3.4

    Il CESE si compiace che venga riconosciuto il fatto che il consumo nocivo e pericoloso di alcol è un fattore determinante per la salute ed è una delle principali cause di cattiva salute e di morte precoce nell'UE. Per molte situazioni alcol-correlate, non esiste un limite «sicuro» del consumo di alcol (5).

    3.5

    Il CESE si rammarica che nella comunicazione la Commissione non riconosca che una delle ragioni di tanti danni derivanti dal consumo di alcol risieda nel fatto che l'alcol è una droga psicoattiva, una sostanza tossica se usata in eccesso e per alcuni una sostanza che crea dipendenza. È deludente se si pensa che la strategia è stata elaborata sotto la guida della DG Salute della Commissione che dispone di vaste competenze in campo medico.

    3.6

    Il CESE apprezza il fatto che si riconosca che il consumo nocivo e pericoloso di alcol ha effetti negativi non soltanto sulla persona che beve, ma anche su terzi, soprattutto in seguito a incidenti, lesioni e violenza. Il CESE riconosce che i minori rappresentano il gruppo più vulnerabile a rischio e che altri gruppi vulnerabili sono costituiti dalle persone con disabilità di apprendimento o con problemi di salute mentale e da quelle con dipendenza dall'alcol o da altre droghe.

    3.7

    La violenza domestica rappresenta un problema grave in molti paesi (6). Il CESE chiede con insistenza che venga dedicata una particolare attenzione alla questione, considerati i forti legami esistenti fra violenza domestica e consumo eccessivo di alcol (7). Se è vero che la violenza domestica può avvenire in assenza di alcol, è altrettanto vero che il consumo eccessivo di alcol contribuisce a provocare comportamenti violenti in alcune persone in determinate circostanze. Il consumo massiccio di alcol può indurre ad atti di violenza più numerosi e più gravi. È stato dimostrato che il trattamento della dipendenza da alcol riduce la violenza tra partner. Una riduzione del consumo massiccio di alcol va non solo a vantaggio delle vittime e degli autori della violenza, ma anche dei minori che vivono nelle famiglie interessate.

    3.8

    Il destino dell'Europa dipende dalla buona salute e dalla produttività della sua popolazione. È per questo che il fatto che siano in larga misura i giovani ad essere vittime dei danni alla salute provocati dall'alcol è fonte di grave preoccupazione per il CESE (8).

    3.9

    Se in Europa continuano a sussistere abitudini culturali diverse in relazione al consumo di alcol, i modelli di consumo dei giovani e dei bambini tendono invece a convergere. Il CESE esprime preoccupazione per l'aumento, in numerosi Stati membri, del consumo nocivo e pericoloso di alcol da parte dei giovani e dei bambini nell'ultimo decennio, e in particolare del consumo concentrato di un certo numero di bevande alcoliche in un'unica occasione che va sotto il nome di binge drinking. L'accettazione sociale di uno stile di vita in cui l'alcol è sempre presente incoraggia questi modelli nocivi di consumo.

    3.10

    Il CESE sollecita la Commissione a riconoscere che le persone che assumono regolarmente alcol in misura moderata e che solo saltuariamente adottano modelli di consumo nocivo contribuiscono a provocare i danni derivanti da un consumo elevato di alcol, per esempio la guida in stato di ebbrezza, la violenza nei luoghi pubblici e il consumo eccessivo di alcol in occasione di eventi sportivi o di altro tipo. Tale consumo occasionale e nocivo di alcol da parte della maggioranza dei bevitori moderati può sfociare in notevoli problemi di salute e di sicurezza pubblica (9).

    3.11

    La strategia richiama espressamente l'attenzione sulla competenza che il Trattato conferisce all'UE di completare le politiche nazionali di tutela della salute pubblica. Rileva anche che la Corte di giustizia europea ha ripetutamente confermato che la riduzione dei danni alcol-correlati costituisce un importante e valido obiettivo di sanità pubblica da perseguire con misure adeguate e conformemente al principio di sussidiarietà.

    3.12

    Alla luce di ciò, il CESE si sarebbe aspettato dalla Commissione un'analisi più completa e più trasparente di tutti i settori d'intervento pertinenti a livello dell'UE.

    3.13

    La valutazione d'impatto effettuata dalla Commissione ha messo in evidenza tutti i settori di intervento pertinenti e le difficoltà che alcuni Stati membri hanno incontrato nel mantenere il livello di qualità delle loro politiche alcologiche, a causa di attività transfrontaliere, come le importazioni transfrontaliere private e la pubblicità transfrontaliera. La strategia dell'UE in materia di alcol non presenta però alcuna proposta per ovviare a questo problema.

    4.   Gli effetti nocivi

    4.1

    Globalmente, l'Unione europea è la regione dove il consumo di alcol è più elevato, con 11 litri di alcol puro per persona all'anno (10). Se da un lato il consumo globale tende a diminuire, dall'altro si osserva però anche una tendenza verso modelli di consumo di alcol più nocivi.

    4.2

    Pur notando che per lo più la maggioranza dei consumatori beve in modo responsabile, il CESE esprime preoccupazione per il fatto che, secondo le stime, 55 milioni di adulti nell'UE (ovverosia il 15 % della popolazione adulta) assumono regolarmente alcol in quantità nocive (11). Si stima che nell'UE il consumo nocivo di alcol sia responsabile annualmente di circa 195.000 decessi dovuti ad incidenti, affezioni epatiche, tumori, ecc. Il consumo nocivo di alcol è la terza causa di decessi precoci e di malattia nell'UE (12).

    4.3

    Il consumo nocivo di alcol incide anche sull'economia, a causa dei maggiori costi di assistenza sanitaria e sociale e della perdita di produttività. Il costo dei danni alcol-correlati per l'economia dell'UE è stato valutato in 125 miliardi di euro per il 2003, pari all'1,3 % del PIL e comprende la criminalità, gli incidenti stradali, i danni alla salute, le morti premature e il trattamento e la prevenzione delle malattie (13).

    5.   Problematiche prioritarie

    5.1

    Il CESE si rammarica che per quattro delle cinque problematiche prioritarie individuate la comunicazione non stabilisca obiettivi precisi, chiaramente quantificabili e con tempi definiti.

    La protezione dei minori

    5.2

    I minori sono particolarmente vulnerabili per quanto riguarda i danni derivanti dal consumo di alcol. Si stima che da 5 a 9 milioni di minori che vivono in famiglia soffrano per gli effetti nocivi dell'alcol, che l'alcol sia una concausa nel 16 % dei casi di abusi e abbandono di minori e che ogni anno 60.000 nascite sottopeso siano imputabili all'alcol (14).

    5.3

    La Commissione riconosce già i diritti dei minori e sostiene le azioni necessarie per rispondere ai loro bisogni fondamentali. Essa considera i diritti dei bambini una priorità e ha affermato che i minori hanno diritto ad un'efficace tutela contro lo sfruttamento economico e tutte le forme di abuso (15).

    5.4

    Il CESE sostiene fermamente i diritti dei minori e ritiene che, per la loro vulnerabilità e i loro bisogni particolari, essi abbiano bisogno di una speciale attenzione e cura, compresa un'adeguata tutela giuridica. Il CESE ha anche riconosciuto il ruolo essenziale della famiglia e la responsabilità degli Stati membri di assistere i genitori nell'esercizio delle loro responsabilità educative (16).

    5.5

    Il CESE ammette che l'esposizione dei minori ai danni provocati dall'alcol può avere gravi conseguenze negative, fra le quali la negligenza, la povertà, l'esclusione sociale, gli abusi e la violenza, che possono incidere negativamente sulla loro salute, sulla loro istruzione e sul loro benessere, sia nell'immediato che nel futuro.

    5.6

    Il CESE chiede urgentemente che la protezione dei minori dai danni alcol-correlati venga inserita fra gli obiettivi specifici della prevista strategia dell'UE sui diritti dei minori sia per quanto riguarda le priorità fissate che per quanto concerne il processo di consultazione.

    5.7

    Il CESE raccomanda che la strategia dell'UE in materia di alcol adotti la definizione di minore come qualsiasi persona di età inferiore a diciotto anni, conformemente alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (UNCRC) e come riconosciuto nella comunicazione intitolata Verso una strategia dell'UE sui diritti dei minori.

    5.8

    Il CESE sollecita la Commissione ad incoraggiare azioni a livello locale, considerato che i dati emersi dalle ricerche indicano il ruolo positivo di tali approcci nel ridurre il consumo di alcol da parte dei minori e i danni alcol-correlati. Un'azione efficace a livello locale comporta l'elaborazione di politiche e pratiche locali, sostenuta da iniziative di educazione e informazione, e presuppone il coinvolgimento di tutte le parti interessate (17).

    5.9

    Il CESE invita la Commissione a riconoscere la Carta europea dell'OMS sul consumo di alcol (18), adottata da tutti gli Stati membri dell'UE nel 1995, ed in particolare il principio etico secondo cui tutti i bambini e gli adolescenti hanno il diritto di crescere in un ambiente protetto dagli effetti negativi che possono derivare dal consumo di bevande alcoliche e, per quanto possibile, dalla pubblicità di queste.

    5.10

    La raccomandazione del Consiglio sollecitava gli Stati membri a creare meccanismi efficaci nei settori della promozione, commercializzazione e vendita al dettaglio e a garantire che le bevande alcoliche non fossero concepite o promosse in modo da costituire un richiamo per i bambini e per gli adolescenti. A tale proposito, il CESE attira l'attenzione sul fatto che tra gli adolescenti europei si registra la tendenza a consumare alcopops  (19).

    5.11

    La tendenza crescente al binge drinking e l'età precoce alla quale, in numerosi Stati membri, i bambini iniziano a consumare alcol sembrerebbero indicare che le attuali politiche non stanno ottenendo gli effetti auspicati. Nella sua comunicazione, la Commissione riconosce la necessità di prevedere misure supplementari per contenere il consumo di alcol da parte dei minorenni e il consumo nocivo di alcol fra i giovani.

    5.12

    Il CESE chiede urgentemente che la riduzione dell'esposizione dei minori ai prodotti alcolici, nonché alla pubblicità e alla promozione di tali prodotti venga inserita quale obiettivo specifico per garantire una maggiore tutela dei minori.

    5.13

    Il CESE si compiace della dichiarazione degli operatori della catena di produzione e distribuzione delle bevande alcoliche contenuta nella comunicazione, secondo cui essi sarebbero disposti a diventare più proattivi nel vigilare sull'applicazione delle disposizioni regolamentari e delle misure di autoregolamentazione. L'industria dell'alcol ha un importante ruolo da svolgere per garantire che gli alcolici siano prodotti, distribuiti e commercializzati in modo responsabile e contribuire così a ridurre i danni alcol-correlati.

    5.14

    Il CESE chiede con insistenza che, al fine di proteggere i giovani, gli Stati membri continuino ad utilizzare con la necessaria flessibilità le tasse per affrontare i problemi derivanti dal consumo di determinate bevande alcoliche particolarmente popolari tra i giovani, quali ad esempio i cosiddetti alcopops.

    Riduzione degli incidenti stradali alcol-correlati

    5.15

    Il CESE accoglie con soddisfazione l'obiettivo specifico di riduzione degli incidenti stradali inteso a dimezzare il numero di decessi sulle strade europee, che dovrebbe passare da 50.000 a 25.000 nell'arco di dieci anni (2000-2010) (20). Gli incidenti stradali alcol-correlati possono anche provocare invalidità di lunga durata.

    5.16

    Il CESE concorda sul fatto che per ridurre il numero di incidenti stradali alcol-correlati la realizzazione di frequenti e sistematici alcoltest a campione è notevolmente più efficace e che le campagne di educazione e di sensibilizzazione costituiscono una strategia di sostegno, ma non risultano efficaci nel ridurre il numero di decessi per incidenti stradali dovuti all'alcol (21). Il CESE raccomanda di stabilire un tasso alcolemico massimo di 0,5 mg/ml e limiti inferiori per gli autisti neopatentati o per i conducenti di mezzi pubblici e di veicoli commerciali, in linea con la raccomandazione della Commissione sulla sicurezza stradale (22). Una legislazione più rigorosa in materia di alcolemia nel sangue deve essere accompagnata da un'efficace applicazione e da un attento monitoraggio.

    Prevenire i danni alcol-correlati negli adulti e sui luoghi di lavoro

    5.17

    Il CESE invita la Commissione ad affrontare le conseguenze economiche dei danni alcol-correlati. Gli effetti negativi sono incompatibili con gli obiettivi della strategia di Lisbona e hanno un impatto sull'occupazione, la società e l'economia.

    5.18

    Il CESE riconosce la necessità di una regolamentazione efficace della disponibilità, della distribuzione e della promozione dell'alcol, per es. orari di apertura dei locali o dei negozi, offerte «due per uno» e limiti d'età. Il CESE ritiene che in tale ambito l'autoregolamentazione non sia un metodo adeguato.

    5.19

    Il luogo di lavoro è un ambiente in cui il consumo di alcol può causare danni non solo agli interessati ma anche a terzi. I danni alcol-correlati dovrebbero essere affrontati sui luoghi di lavoro nel quadro delle norme relative alla salute e alla sicurezza che sono innanzitutto di competenza del datore di lavoro. Delle politiche alcologiche sul luogo di lavoro potrebbero contribuire a ridurre gli infortuni alcol-correlati e l'assenteismo e ad aumentare la produttività (23).

    5.20

    Il CESE invita datori di lavoro, sindacati, enti locali ed altre organizzazioni ad affrontare la questione più seriamente e a cooperare per ridurre i danni alcol-correlati sul luogo di lavoro. Negli Stati membri esistono esempi di cooperazione stretta e a lungo termine tra le parti sociali allo scopo di creare ambienti di lavoro liberi dall'alcol (24).

    Informazione, educazione e sensibilizzazione

    5.21

    Il CESE è lieto che la Commissione riconosca che una delle funzioni fondamentali dell'educazione e dell'informazione sia quella di mobilitare l'adesione dei cittadini per l'attuazione di interventi efficaci. Un secondo compito importante riconosciuto nella comunicazione consiste nel fornire informazioni affidabili e pertinenti sui rischi e sulle conseguenze per la salute di un consumo nocivo e pericoloso di alcol.

    5.22

    Il CESE chiede che le iniziative in materia di educazione e sensibilizzazione facciano parte di una strategia globale integrata. L'educazione non dovrebbe essere destinata esclusivamente ai giovani, ma dovrebbe invece partire dalla constatazione che il consumo nocivo di alcol interessa tutte le fasce d'età. Tali iniziative dovrebbero incoraggiare i giovani a scegliere stili di vita sani, cercando di correggere sia l'immagine attraente di cui gode l'alcol sia l'idea che un consumo eccessivo di alcol sia un'abitudine del tutto normale, due aspetti questi comunemente presentati dai mass media.

    Una base comune di conoscenze

    5.23

    Il CESE accoglie favorevolmente l'elaborazione, con il sostegno della Commissione, di una base comune di conoscenze scientificamente comprovate al fine di stabilire definizioni normalizzate per i dati relativi al consumo di alcol e i danni alcol-correlati, tenendo conto delle differenze tra i sessi, le fasce di età e le classi sociali. Il CESE inoltre approva l'intenzione di effettuare nuovi studi per valutare l'efficacia della politica alcologica e delle iniziative proposte nella comunicazione. Sollecita infine l'elaborazione di una serie di indicatori quantificabili per individuare i progressi compiuti nella riduzione dei danni alcol-correlati in Europa. Le azioni proposte in questo settore presentano un elevato valore aggiunto comunitario.

    6.   Mappatura delle azioni realizzate dagli Stati membri

    6.1

    Dato che la Commissione, in vista di elaborare la strategia europea, ha commissionato una relazione approfondita sullo stato delle conoscenze e sulle misure veramente efficaci nel ridurre i danni alcol-correlati, è sorprendente notare come la strategia proposta non ne tenga conto (25).

    6.2

    Il CESE teme che vi sia una grave incoerenza tra i risultati dalla ricerca concernente le misure efficaci di riduzione dei danni alcol-correlati e le azioni comunitarie proposte. In tutta la comunicazione della Commissione, l'educazione e l'informazione vengono frequentemente citate come misure intese a ridurre tali danni. Tuttavia, i risultati della ricerca indicano che l'educazione e l'informazione presentano un bassissimo grado di efficacia a tale scopo.

    6.3

    Il CESE osserva che nella mappatura delle azioni realizzate dagli Stati membri, la Commissione ha omesso due delle strategie efficaci, ovvero una politica dei prezzi basata su un'elevata tassazione dell'alcol e una regolamentazione legislativa della commercializzazione dell'alcol, strumenti questi utilizzati con successo da alcuni Stati membri per contrastare i danni alcol-correlati.

    7.   Coordinamento delle misure a livello comunitario

    7.1

    Il CESE invita la Commissione ad esercitare un forte ruolo di guida, conformemente agli obblighi previsti dal Trattato, sostenendo attivamente gli Stati membri nei loro sforzi di assicurare un livello elevato di tutela della salute mediante la riduzione dei danni alcol-correlati, e a garantire che l'azione comunitaria completi le politiche nazionali.

    7.2

    Il CESE approva il ruolo della Commissione volto ad agevolare la condivisione delle buone pratiche fra gli Stati membri e l'impegno a migliorare la coerenza tra le politiche dell'UE che hanno un impatto sui danni alcol-correlati.

    7.3

    Il CESE accoglie con favore l'istituzione del forum Alcol e salute che, oltre ad adempiere il ruolo attribuitogli nella comunicazione della Commissione, potrebbe costituire una piattaforma utile di dialogo fra tutte le parti interessate e portare all'adozione di azioni concrete volte a ridurre i danni alcol-correlati. Il CESE sarebbe lieto di poter partecipare al forum in qualità di osservatore.

    7.4

    Eccezion fatta per la creazione di una base più solida di conoscenze comprovate su scala europea, la strategia dell'UE in materia di alcol conta sugli Stati membri affinché continuino a prendere le necessarie misure politiche per ridurre i danni alcol-correlati. Le norme comunitarie relative al mercato interno continueranno tuttavia a comportare problemi per alcuni Stati membri e potranno potenzialmente rallentare il ritmo con cui verranno ridotti tali danni. Il CESE si rammarica che la strategia dell'UE in materia di alcol non raccomandi un'azione volta a colmare questa lacuna.

    7.5

    Il CESE chiede alla Commissione di assumersi l'impegno di procedere a valutazioni d'impatto sulla salute che costituiscono una buona pratica per poter garantire ancor più efficacemente, nell'ambito di altre politiche comunitarie, quell'elevato livello di protezione previsto dall'articolo 152 del Trattato.

    Bruxelles, 30 maggio 2007.

    Il Presidente

    del Comitato economico e sociale europeo

    Dimitris DIMITRIADIS


    (1)  Trattato che istituisce la Comunità europea:

    http://europa.eu.int/eur-lex/it/treaties/selected/livre235.html.

    (2)  Raccomandazione del Consiglio del 5 giugno 2001 (2001/458/CE). Relazione completa pubblicata all'indirizzo

    http://ec.europa.eu/health/index_it.htm.

    (3)  Conclusioni del Consiglio 2001 e 2004.

    http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=PRES/04/163&format=HTML&aged=1&language=FR&guiLanguage=fr.

    (4)  Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol — COM(2006) 625 def. La comunicazione è accompagnata da due approfondite relazioni commissionate dalla Commissione europea: P. Anderson & A. Baumberg, Alcohol in Europe: A public health perspective, (L'alcol in Europa — Una prospettiva di salute pubblica) St.Ives, Cambridgeshire, Instiitute of Alcohol studies, 2006, http://ec.europa.eu/health-eu/news_alcoholineurope_en.htm (riassunto in italiano all'indirizzo http://ec.europa.eu/health-eu/doc/alcoholineu_sum_it_en.pdf) e una dettagliata analisi economica dell'impatto dell'alcol sullo sviluppo economico dell'UE nell'ambito della procedura di valutazione d'impatto (http://ec.europa.eu/health/ph_determinants/life_style/alcohol/documents/alcohol_com_625_a1_en.pdf).- il cosiddetto RAND Report.

    (5)  Alcohol in Europe: A public health perspective.

    (6)  Parere del CESE del 16.3.2006 sul tema La violenza domestica contro le donne (GU C 110 del 9.5.2006) e parere del CESE del 14.12.2006 sul tema I minori in quanto vittime indirette della violenza domestica (GU C 325 del 30.12.2006), relatrice: HEINISCH.

    (7)  Alcohol in Europe: A public health perspective.

    (8)  Alcohol-related harm in EuropeKey data October 2006, Bruxelles, MEMO/06/397, 24 ottobre 2006 (disponibile solo in lingua inglese). Fonte: Global Burden of Disease Project (Rehm et at 2004).

    (9)  Alcohol in Europe: A public health perspective.

    (10)  Ibidem.

    (11)  Oltre 40 g di alcol, cioè 4 bicchieri al giorno, per gli uomini e oltre 20 g di alcol cioè 2 bicchieri al giorno, per le donne.

    (12)  Alcohol-related harm in EuropeKey data October 2006, Bruxelles, MEMO/06/397, 24 ottobre 2006 (disponibile solo in lingua inglese). Fonte: Global Burden of Disease Project (Rehm et at 2004).

    (13)  Ibidem.

    (14)  Alcohol in Europe: A public health perspective.

    (15)  Comunicazione della Commissione — Verso una strategia dell'Unione europea sui diritti dei minori, COM(2006) 367 def.

    (16)  Parere del CESE del 13.12.2006 in merito alla Comunicazione della Commissione — Verso una strategia dell'Unione europea sui diritti dei minori (GU C 325 del 30.12.2006) (relatrice: van TURNHOUT).

    (17)  Alcohol in Europe: A public health perspective.

    (18)  Organizzazione mondiale della sanità — Carta europea sul consumo di alcol, Copenaghen, Organizzazione mondiale della sanità, Ufficio regionale per l'Europa, 1995.

    (19)  Alcopop è un termine coniato dai media per indicare le bevande alcoliche gasate vendute in bottigliette che ricordano le bibite analcoliche.

    (http://en.wikipedia.org/wiki/Alcopop).

    (20)  Parere del CESE sul tema La politica europea di sicurezza stradale e i conducenti professionisti (TEN/290), relatore: ETTY.

    (21)  Alcohol in Europe: A public health perspective.

    (22)  Raccomandazione della Commissione 2004/345/CE del 6.4.2004 relativa all'applicazione della normativa in materia di sicurezza stradale, GU L 111, 17.4.2004.

    (23)  Alcohol in Europe: A public health perspective.

    (24)  Cfr. per esempio www.alna.se.

    (25)  Alcohol in Europe: A public health perspective.


    ALLEGATO

    al parere del Comitato economico e sociale europeo

    Qui di seguito si riportano gli emendamenti che, pur essendo stati respinti durante il dibattito, hanno ottenuto un numero di voti favorevoli pari ad almeno un quarto dei voti espressi (articolo 54, paragrafo 3, del Regolamento interno).

    Punto 1.1

    Modificare come segue:

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie favorevolmente la comunicazione della Commissione Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol e sostiene la proposta di sviluppo di una strategia comune e coerente di riduzione dei danni derivanti dall'abuso di alcol in tutta Europa che è stata avanzata dalla Commissione. Il Comitato si rammarica tuttavia che la comunicazione sia ben lungi dal proporre quella «strategia globale» richiesta nelle conclusioni del Consiglio del 5 giugno 2001.

    Esito della votazione

    Voti favorevoli: 31

    Voti contrari: 67

    Astensioni: 6

    Punto 1.5

    Sopprimere l'intero punto:

    Il CESE si rammarica che nella comunicazione la Commissione non riconosca che una delle ragioni di tanti danni alcol-correlati consiste nel fatto che l'alcol è una droga psicoattiva, una sostanza che, se usata in eccesso, è tossica e per alcuni crea dipendenza.

    Esito della votazione

    Voti favorevoli: 29

    Voti contrari: 74

    Astensioni: 5

    Punto 1.11

    Cancellare il punto:

    Il CESE esprime preoccupazione per l'inquietante incoerenza fra i dati che emergono dalle ricerche sulle misure più efficaci per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol e le misure comunitarie proposte. In tutta la comunicazione, l'educazione e l'informazione figurano frequentemente fra le misure avanzate. Le ricerche sembrano tuttavia dimostrare che esse hanno un tasso di efficacia molto limitato nel ridurre i danni alcol-correlati.

    Esito della votazione

    Voti favorevoli: 27

    Voti contrari: 80

    Astensioni: 2

    Punto 3.5

    Sopprimere l'intero punto:

    Il CESE si rammarica che nella comunicazione la Commissione non riconosca che una delle ragioni di tanti danni derivanti dal consumo di alcol risieda nel fatto che l'alcol è una droga psicoattiva, una sostanza tossica se usata in eccesso e per alcuni una sostanza che crea dipendenza. È deludente se si pensa che la strategia è stata elaborata sotto la guida della DG Salute della Commissione che dispone di vaste competenze in campo medico.

    Esito della votazione

    Voti favorevoli: 30

    Voti contrari: 82

    Astensioni: 4

    Punto 6.2

    Sopprimere l'intero punto:

    Il CESE teme che vi sia una grave incoerenza tra i risultati dalla ricerca concernente le misure efficaci di riduzione dei danni alcol-correlati e le azioni comunitarie proposte. In tutta la comunicazione della Commissione, l'educazione e l'informazione vengono frequentemente citate come misure intese a ridurre tali danni. Tuttavia, i risultati della ricerca indicano che l'educazione e l'informazione presentano un bassissimo grado di efficacia a tale scopo.

    Esito della votazione

    Voti favorevoli: 31

    Voti contrari: 81

    Astensioni: 3

    Punto 7.4

    Sopprimere una parte del testo:

    Eccezion fatta per la creazione di una base più solida di conoscenze comprovate su scala europea, la strategia dell'UE in materia di alcol conta sugli Stati membri affinché continuino a prendere le necessarie misure politiche per ridurre i danni alcol-correlati. Le norme comunitarie relative al mercato interno continueranno tuttavia a comportare problemi per alcuni Stati membri e potranno potenzialmente rallentare il ritmo con cui verranno ridotti tali danni. Il CESE si rammarica che la strategia dell'UE in materia di alcol non raccomandi un'azione volta a colmare questa lacuna.

    Esito della votazione

    Voti favorevoli: 28

    Voti contrari: 83

    Astensioni: 4


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