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Le ricorrenti fanno valere che la Commissione afferma erroneamente che esse erano a conoscenza della condotta anticoncorrenziale relativa al supplemento sicurezza e al mancato pagamento di commissioni.

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Inoltre, le ricorrenti sostengono che questi aspetti dell’asserita infrazione unica e continuata non sono separabili dall’intera infrazione e, di conseguenza, la decisione impugnata dev’essere integralmente annullata.

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Le ricorrenti lamentano che la Commissione non ha provato in modo adeguato la loro partecipazione alla parte dell’asserita infrazione relativa al supplemento sicurezza.

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Le ricorrenti sostengono, inoltre, che il fatto che esse ricevessero comunicati stampa non era idoneo a renderle consapevoli dell’asserito cartello.

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Le ricorrenti affermano, infine, che le prove limitate relative ai loro contatti con i vettori non dimostrano alcun comportamento anticoncorrenziale da parte loro, né dimostrano che esse conoscevano o avrebbero potuto prevedere le condotte anticoncorrenziali di altri vettori.

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Le ricorrenti deducono che erroneamente la Commissione le ha incluse tra i responsabili dell’infrazione all’articolo 1, paragrafi, 3 e 4, della decisione impugnata, poiché il termine di prescrizione era scaduto.

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Le ricorrenti affermano, inoltre, che la Commissione non è competente a dichiararle responsabili per una violazione dell’articolo 101 TFUE su rotte interne al SEE prima del 1o maggio 2004, o dell’articolo 53 dell’Accordo SEE prima del 19 maggio 2005.

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Le ricorrenti sostengono, poi, che la Commissione non è competente a dichiararle responsabili per un’infrazione relativa alle rotte UE-Svizzera.

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Infine, le ricorrenti fanno valere che tali dichiarazioni violano il principio del ne bis in idem.

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Le ricorrenti affermano che la dichiarazione della Commissione secondo cui esse hanno partecipato all’asserito cartello è viziata da mancanza di prove.

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Le ricorrenti deducono, inoltre, che ciò si basa sull’errato assunto secondo cui l’infrazione riguardava tutte le rotte.

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Le ricorrenti sostengono, poi, che ciò eccede la competenza della Commissione e determina un’ambiguità quanto alla portata geografica dell’asserita infrazione.

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Le ricorrenti asseriscono, infine, che ciò determina discrepanze tra la motivazione e il dispositivo in relazione all’oggetto della decisione impugnata, il che non consente alle ricorrenti di comprendere la natura e la portata dell’asserita infrazione.

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Le ricorrenti deducono che la condotta in questione non perseguiva un unico scopo anticoncorrenziale.

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Le ricorrenti affermano, inoltre, che la condotta in questione non riguardava un unico prodotto o servizio.

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Le ricorrenti sostengono altresì che la condotta in questione non riguardava la stessa impresa.

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Le ricorrenti asseriscono, ancora, che l’asserita infrazione non aveva natura unica.

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Le ricorrenti fanno valere, poi, che gli elementi dell’asserita infrazione non erano discussi in parallelo.

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Le ricorrenti lamentano, infine, che la Commissione ha fornito prove insufficienti e non ha effettuato un’analisi ai sensi dell’articolo 101, paragrafo 3, TFUE in relazione al mancato pagamento di commissioni.

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Le ricorrenti affermano di non aver potuto controbattere alla dichiarazione della Commissione secondo cui esse erano a conoscenza dell’infrazione relativa al supplemento sicurezza e al mancato pagamento di commissioni.

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Le ricorrenti deducono, inoltre, che sono stati presentati nuovi elementi a sostegno della constatazione della Commissione sull’esistenza dell’asserito cartello.

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Le ricorrenti lamentano altresì che la Commissione si basa su prove a loro carico inammissibili.

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Le ricorrenti fanno valere, poi, che le discrepanze tra la motivazione della decisione impugnata e il dispositivo conducono a un vizio di motivazione.

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Le ricorrenti lamentano, infine, di non essersi potute esprimere sulla decisione di rimuovere 13 operatori e tre aspetti dell’infrazione dall’indagine dopo la comunicazione degli addebiti, e che la Commissione non ha fornito motivazioni al riguardo.

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Le ricorrenti lamentano una mancata differenziazione tra il coordinamento di un prezzo finale e il coordinamento relativo a elementi limitati del prezzo.

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Le ricorrenti lamentano, inoltre, la mancata considerazione della limitata quota di mercato combinata dei destinatari e dei requisiti normativi del settore.

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Le ricorrenti affermano altresì che la Commissione ha trattato la loro condotta allo stesso modo del ben più grave comportamento di altri destinatari, incluso il «nocciolo duro».

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Le ricorrenti lamentano, infine, una mancata considerazione della loro partecipazione più limitata all’infrazione rispetto agli altri destinatari, i quali hanno altresì ottenuto una riduzione dell’ammenda a titolo di circostanze attenuanti.