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Document 52003AE0405

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni — Il futuro della strategia europea per l'occupazione (SEO) Una strategia per il pieno impiego e posti di lavoro migliori per tutti" (COM(2003) 6 def.)

GU C 133 del 6.6.2003, pp. 38–45 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

52003AE0405

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni — Il futuro della strategia europea per l'occupazione (SEO) Una strategia per il pieno impiego e posti di lavoro migliori per tutti" (COM(2003) 6 def.)

Gazzetta ufficiale n. C 133 del 06/06/2003 pag. 0038 - 0045


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Il futuro della strategia europea per l'occupazione (SEO) 'Una strategia per il pieno impiego e posti di lavoro migliori per tutti'"

(COM(2003) 6 def.)

(2003/C 133/09)

La Commissione europea, in data 14 gennaio 2003, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione di cui sopra.

La sezione specializzata Occupazione, affari sociali e cittadinanza, incaricata di preparare i lavori in materia, ha formulato il parere sulla base del rapporto introduttivo del relatore Koryfidis, in data 4 marzo 2003.

Il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il 26 marzo 2003, nel corso della 398a sessione plenaria, con 93 voti favorevoli, 5 contrari e 3 astensioni, il seguente parere.

1. Introduzione

1.1. Alla fine del 1997, in occasione del Vertice di Lussemburgo, fu lanciata la strategia europea per l'occupazione (SEO), che si prefiggeva di ottenere progressi decisivi nell'arco di cinque anni soprattutto per quanto riguarda la disoccupazione di lunga durata e quella giovanile. In un secondo momento, prima ancora dell'entrata in vigore del trattato di Amsterdam, ebbe inizio l'applicazione del nuovo metodo aperto di coordinamento previsto dall'articolo 128 del trattato, con cui si adottò la prima serie di orientamenti in materia di occupazione.

1.2. L'articolo 126 del trattato, pur riconoscendo che l'occupazione è una questione di interesse comune, conferma che la politica dell'occupazione è di competenza degli Stati membri, e invita questi ultimi a mettere a punto una strategia coordinata su scala dell'UE.

1.2.1. Il nuovo articolo 128, ampiamente ispirato alle disposizioni del trattato sul coordinamento della politica economica(1) e delle politiche occupazionali, coordinamento avviato dal Consiglio europeo di Essen (1994), ha definito il quadro in cui devono svilupparsi le politiche nazionali in questo settore, in funzione delle priorità e degli interessi comuni dell'Unione.

1.2.2. Secondo questo nuovo quadro il coordinamento della politica dell'occupazione avviene secondo un approccio di "gestione per obiettivo". Più concretamente, questo processo comprende le seguenti tappe:

- su proposta della Commissione europea, il Consiglio definisce di anno in anno gli orientamenti per l'occupazione;

- sulla base di tali orientamenti gli Stati membri elaborano i piani d'azione nazionali (PAN) per l'occupazione;

- i PAN vengono valutati alla luce di una relazione comune della Commissione europea e del Consiglio in materia di occupazione;

- in base a tale valutazione si definiscono gli orientamenti per l'anno successivo.

1.2.3. A partire dal 2000, il Consiglio, su proposta della Commissione, rivolge agli Stati membri raccomandazioni precise che vanno a integrare gli orientamenti per l'occupazione.

1.2.4. Un ulteriore sostegno all'approccio della "gestione per obiettivo" è stato dato dalla definizione di obiettivi misurabili in molti settori a livello europeo o nazionale, come pure dalla graduale messa a punto di indicatori statistici comuni per misurare i progressi compiuti.

1.2.5. L'adeguamento del processo di Lussemburgo alla procedura di coordinamento degli indirizzi di massima per le politiche economiche costituisce il nuovo quadro per l'applicazione della nuova SEO.

1.2.6. Il Comitato, sin dall'inizio, ha sostenuto con efficacia(2) i lavori preparatori per l'adozione della strategia europea per l'occupazione. Da allora ha sempre contribuito attivamente alla formulazione degli orientamenti e più in generale alla valutazione e alla definizione della strategia europea per l'occupazione(3).

2. La comunicazione della Commissione

2.1. Nella comunicazione della Commissione la SEO viene presentata come lo strumento fondamentale per conseguire gli obiettivi ambiziosi di Lisbona, cioè la piena occupazione, la qualità del lavoro, l'integrazione e la coesione sociale tramite l'occupazione.

2.2. Viene osservato, tuttavia, che la SEO, per essere efficace, dovrà articolarsi con diverse altre politiche, alcune delle quali sono fondate sul trattato e già consolidate, come nel caso degli indirizzi generali per le politiche economiche, mentre altre sono più recenti, come quelle riguardanti l'istruzione e la formazione, l'imprenditorialità, l'inclusione sociale, le pensioni e l'immigrazione.

2.3. Secondo la comunicazione, il metodo aperto di coordinamento, basato sull'articolo 128 del trattato, ha dimostrato di essere uno strumento valido. In seguito alla richiesta del Consiglio di Barcellona relativa a un rafforzamento della SEO e alla conclusione del dibattito in sede di Consiglio sulla "razionalizzazione", bisogna prefiggersi un uso ottimale degli strumenti previsti dal trattato e attuati sinora. Più in particolare sono necessari i seguenti elementi:

- orientamenti per l'occupazione stabili ed improntati ai risultati;

- un indirizzo politico specifico mediante raccomandazioni;

- concentrazione sull'attuazione mediante i PAN;

- la relazione comune sull'occupazione;

- l'utilizzo dei risultati della valutazione e dello scambio di esperienze;

- garantire la coerenza con altri processi;

- una migliore governance.

2.4. La comunicazione indica la necessità di creare una nuova generazione di orientamenti per l'occupazione che si allontani dagli attuali "obiettivi orizzontali" e orientamenti specifici del primo periodo della SEO (1997-2002) che erano raggruppati in quattro pilastri. Tale nuova generazione dovrebbe tenere conto dei seguenti aspetti:

- i tre obiettivi generali che rispecchiano l'"equilibrio di Lisbona";

- l'attribuzione di una maggiore importanza alla realizzazione e alla gestione della SEO;

- l'individuazione di un numero limitato di priorità;

- l'invio di messaggi specifici indirizzati alle parti sociali;

- la definizione di obiettivi adeguati.

2.5. I tre obiettivi fondamentali della politica per l'occupazione collegati con la strategia di Lisbona sono i seguenti:

- piena occupazione;

- qualità e produttività sul lavoro;

- coesione e mercato del lavoro inclusivo.

2.6. Le priorità indicate dalla Commissione, che essa giudica essenziali per conseguire gli obiettivi summenzionati e che precisano il contenuto della SEO, sono le seguenti:

- misure attive e preventive per le persone disoccupate e inattive;

- far sì che il lavoro paghi;

- promuovere l'imprenditorialità per creare posti di lavoro più numerosi e migliori;

- trasformare il lavoro nero in occupazione regolare;

- promuovere l'invecchiamento attivo;

- immigrazione;

- promuovere l'adattabilità sul mercato del lavoro;

- investimento nel capitale umano e strategie per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita;

- parità fra i sessi;

- sostenere l'integrazione e combattere la discriminazione sul mercato del lavoro per le persone svantaggiate;

- affrontare le disparità regionali in campo occupazionale.

2.7. Infine la comunicazione si sofferma sulle modalità per attuare e gestire efficacemente la nuova SEO. Viene fatto specifico riferimento alla risoluzione del Parlamento europeo del settembre 2002, che ha posto l'accento sulla necessità di integrare meglio la SEO con le politiche in materia di occupazione perseguite a livello nazionale, regionale e locale, nonché con le attività dell'FSE. In particolare, il Parlamento ha auspicato un più stretto coinvolgimento dei parlamenti nazionali, dei soggetti locali, delle ONG e della società civile nelle procedure della SEO. A questo proposito la comunicazione mette l'accento sulla realizzazione dei seguenti obiettivi:

- servizi efficienti di attuazione;

- forte coinvolgimento delle parti sociali;

- mobilitazione di tutti i soggetti interessati;

- finanziamenti adeguati.

3. Osservazioni generali

3.1. Il CESE concorda con l'affermazione secondo cui le politiche occupazionali attuate dagli Stati membri nel quadro della SEO nel periodo 1997-2001 per migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro hanno contribuito ad accrescere il tasso di occupazione e a ridurre la disoccupazione.

3.1.1. Si deve tuttavia riconoscere che, in relazione agli obiettivi di Lisbona sui livelli di occupazione e di partecipazione, nonché di disoccupazione e di produttività per occupato, obiettivi che il CESE accetta e pienamente sostiene, permangono nell'intera Unione debolezze e carenze di rilievo.

3.1.2. È inoltre fonte di preoccupazione il perdurare delle diseguaglianze legate al sesso, all'età e alle disabilità, come pure delle disparità tra le regioni dei vari Stati membri e tra gli Stati stessi.

3.1.3. Se da un lato, i principali responsabili di tale situazione sono gli Stati membri, che non hanno risposto in modo adeguato alle esigenze e agli obblighi derivanti dalla strategia e dagli obiettivi di Lisbona, dall'altro va rammentato che tali obiettivi richiedono che la politica economica europea sia più decisamente orientata al conseguimento di un livello di occupazione elevato. Ciò sarà possibile solo se in futuro vi sarà un maggiore coordinamento tra gli indirizzi di massima per le politiche economiche e gli orientamenti della SEO in materia di occupazione. A tale proposito, il CESE deplora che lo slancio della strategia di Lisbona sia stato interrotto, tra l'altro, dalla crisi economica mondiale. Tutti i responsabili delle decisioni a livello europeo, in particolare le autorità monetarie e finanziarie, devono quindi ribadire il loro impegno nei confronti degli obiettivi di Lisbona e trarre le necessarie lezioni dallo scacco subito per proseguire così nel cammino intrapreso, sostenendo in special modo le politiche di ripresa macroeconomica. Questo tipo di misure è indispensabile per raggiungere l'obiettivo della crescita del 3 % su cui è basata la strategia di Lisbona e che consentirà di creare posti di lavoro più numerosi e migliori.

3.2. Ciò detto, per realizzare gli obiettivi di Lisbona, soprattutto alla luce dell'imminente ampliamento dell'UE(4), il CESE reputa necessario che gli Stati membri diano un impulso immediato ai mutamenti strutturali previsti.

3.2.1. Il CESE sottoscrive la posizione secondo cui la nuova SEO deve porsi come priorità assoluta gli obiettivi definiti a Lisbona del miglioramento quantitativo e qualitativo dei posti di lavoro e di una maggiore coesione sociale.

3.2.2. Esso concorda altresì sul fatto che tali obiettivi, frutto di una strategia volta ad accrescere l'occupazione e l'offerta di lavoro, a promuovere una migliore qualità del lavoro e una più elevata produttività, a instaurare dei mercati occupazionali senza esclusioni e a ridurre le disuguaglianze fra le regioni, sono tutti interrelati e complementari.

3.2.3. Sostiene infine che per conseguirli è necessario in primo luogo:

- attuare una crescita economica forte e sostenibile(5);

- ripristinare la fiducia dei cittadini europei creando una visione positiva per il futuro, basata sulla partecipazione dei cittadini stessi e sulla garanzia di una distribuzione più equilibrata del benessere prodotto e delle eccedenze create dalla moderna tecnologia(6).

3.2.3.1. Il Comitato non può che condividere l'obiettivo di una crescita economica sostenibile, di un'attuazione delle politiche in materia e di un loro collegamento con le politiche per l'occupazione. Sottolinea, tuttavia, l'esigenza di un approccio multilaterale al problema, che tenga conto della congiuntura internazionale, del mercato interno e del modo migliore di profittarne nonché del rafforzamento e valorizzazione della zona euro; ribadisce altresì la necessità di sviluppare politiche più integrate e unitarie in diversi settori, tra cui l'immigrazione.

3.2.4. Alle considerazioni esposte fin qui va aggiunto che il problema dell'occupazione in un'Europa a venticinque può assumere una portata molto più ampia ed aggravarsi considerevolmente, se non vengono elaborate ed attuate immediatamente delle politiche integrate di prevenzione.

3.3. Il CESE concorda espressamente con i tre obiettivi - anch'essi correlati - della nuova SEO e, cioè:

- l'aumento dei tassi occupazionali fino al raggiungimento della piena occupazione;

- la qualità e la produttività sul lavoro;

- la coesione sociale in un mercato del lavoro senza esclusioni.

3.4. Il CESE ritiene che per accrescere l'efficacia della SEO sarà necessario ridurre, semplificare e consolidare gli orientamenti in materia di occupazione, incentrandoli sulle nuove priorità della SEO e su obiettivi misurabili.

3.4.1. In linea con le posizioni e i precedenti pareri del CESE, gli orientamenti dovranno abbracciare un campo d'azione ampio e integrato che comprenda le politiche relative al mercato del lavoro, allo sviluppo economico, all'imprenditorialità, alla tutela dei lavoratori e alla protezione sociale, le quali contribuiscono tutte ad accrescere l'occupazione e a migliorarne la qualità.

3.5. Nel quadro delle proprie attività il CESE accoglie con favore le nuove priorità proposte, tra cui la politica a favore di un invecchiamento attivo(7), il collegamento tra protezione sociale e occupazione(8), nonché la particolare attenzione da rivolgere ai problemi dell'immigrazione(9) e alla trasformazione del lavoro nero in occupazione regolare(10). Il CESE, se da un lato accoglie con favore queste nuove priorità, dall'altro sottolinea, in un contesto economico difficile, la necessità di conciliare le politiche a favore dell'invecchiamento attivo con il riconoscimento dell'esistenza di condizioni di lavoro difficili e di situazioni economiche che portano a profonde ristrutturazioni delle imprese e al conseguente licenziamento - fin troppo frequente - dei lavoratori più anziani. A tale riduzione del personale si deve poter far fronte con piani sociali ambiziosi, misure di riclassamento e riqualificazione, lasciando però aperte le attuali possibilità di prepensionamento.

3.5.1. Mette inoltre l'accento sulla necessità di promuovere la qualità del lavoro nel quadro della politica tesa a creare posti di lavoro più numerosi e migliori, dato che i posti di lavoro di qualità elevata si rivelano non solo i più duraturi, ma anche quelli associati ai più forti aumenti di produttività.

3.5.2. Sottolinea infine l'importanza di garantire un equilibrio tra flessibilità e sicurezza sul mercato del lavoro.

3.6. Il CESE ritiene che il presupposto necessario per una gestione efficace della SEO sia l'adeguamento del processo di Lussemburgo a quello di coordinamento degli indirizzi di massima delle politiche economiche. Come il Comitato ha sostenuto a più riprese, nel contesto più generale dello sviluppo sostenibile l'occupazione deve occupare un posto di rilievo nel mix di politiche economiche e nei relativi obiettivi.

3.7. Il CESE ritiene necessario un forte impegno delle parti sociali a livello europeo, nazionale e locale, dalla fase di elaborazione delle politiche a quella della loro attuazione e successiva valutazione.

3.7.1. Il CESE constata con soddisfazione che sono stati realizzati progressi importanti nello sviluppo di una vera dimensione territoriale, e concorda con la volontà di accrescere la partecipazione della società civile a livello locale.

3.7.2. Considera altresì che la qualità della SEO potrebbe essere senz'altro migliorata se i piani di azione nazionali venissero esaminati e valutati dai parlamenti nazionali nel quadro dei bilanci nazionali annuali per la politica dell'occupazione.

3.8. Per una maggiore efficacia della nuova SEO restano ineludibili le proposte formulate dal CESE nei precedenti pareri:

- dotare gli orientamenti di obiettivi qualitativi - specie a livello nazionale, regionale e locale,

- attribuire maggiore rilievo ai risultati, all'efficacia dell'attuazione e alla relativa valutazione,

- integrare i risultati ottenuti con una serie di raccomandazioni.

3.8.1. Riguardo in particolare alle raccomandazioni, il CESE insiste nel ritenerle lo strumento chiave per l'attuazione della strategia da parte degli Stati membri. Di conseguenza si dovrà mantenere il principio dell'esame annuo dell'attuazione e dei progressi compiuti in relazione agli obiettivi fissati (sulla base dei piani d'azione nazionali per l'occupazione e degli indici di efficacia) e conferire, nel quadro della riforma della SEO, una maggiore responsabilità agli Stati membri, ad esempio tramite la definizione di molteplici obiettivi quantificabili.

3.8.2. In ogni caso, e indipendentemente dai risultati, l'elemento indispensabile per consentire la valutazione del rilancio della SEO è costituito dai dati statistici. Nel sottolinearne l'importanza, il CESE invita la Commissione ad agire in maniera coordinata e con il massimo impegno per produrre tempestivamente informazioni statistiche basate su indicatori comparabili e attendibili per tutti gli Stati membri.

4. Osservazioni specifiche

4.1. In base alle osservazioni di cui sopra, il CESE ritiene che la nuova SEO potrà contribuire alla realizzazione della strategia di Lisbona, che prevede obiettivi intermedi concreti, solo se sarà accompagnata da orientamenti stabili e integrati la cui efficacia venga sottoposta a una verifica sistematica.

4.2. Se si vuole che la scelta degli orientamenti con una prospettiva triennale risulti efficace, sarà necessario correlarla alle grandi sfide contemporanee, in particolare quelle riguardanti l'attuale congiuntura economica (recessione) e l'imminente ampliamento dell'Unione.

4.2.1. In ogni caso il CESE si dichiara particolarmente favorevole a questa nuova componente della SEO di orientamenti a prospettiva triennale, in cui riconosce la possibilità di mettere a punto politiche a medio termine per risolvere il problema dell'occupazione.

4.3. Per creare i prerequisiti necessari ad affrontare le grandi scommesse a medio-lungo termine, in abbinamento con la dimensione qualitativa dell'occupazione e con il miglioramento della produttività, il CESE attribuisce un'importanza del tutto particolare alla questione degli investimenti nelle risorse umane. Il Comitato, che considera l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita un orientamento prioritario, sottolinea con forza la necessità di accrescere in misura sostanziale gli investimenti in tale ambito, ricorrendo a risorse sia pubbliche che private. Nel contempo rileva la necessità di studiare e mettere a punto un modello più agile ed efficace per l'utilizzo di tali risorse e a questo proposito pone l'accento sul ruolo e sul contributo che i fondi strutturali e, in particolare, il Fondo sociale europeo possono dare a tal fine.

4.4. Oltre a istituire il già menzionato collegamento tra orientamenti e congiuntura (punto 4.2), ad attribuire la priorità agli investimenti nel potenziale umano, nonché a semplificare gli orientamenti sostenendo in particolare quelli risultati particolarmente efficaci nella precedente SEO, bisognerà altresì rafforzare gli elementi innovativi presenti nella nuova generazione di orientamenti per l'occupazione. In concreto, bisognerà concentrarsi sulle azioni descritte qui di seguito:

4.4.1. Uno degli orientamenti dovrà riguardare il rafforzamento delle misure preventive e attive a favore dei disoccupati di lunga durata, degli inoccupati, dei disabili, delle donne, dei giovani e delle minoranze etniche, al fine di rimuovere gli ostacoli che si frappongono al loro ingresso e alla loro permanenza sul mercato occupazionale, nonché al loro accesso a posti di lavoro duraturi. In questo contesto è particolarmente importante anche individuare precocemente le necessità delle persone in cerca di lavoro e mettere a loro disposizione appositi piani di assistenza e di reintegrazione.

4.4.1.1. Per quanto riguarda i disabili(11), è necessario un approccio istituzionale integrato, che preveda fra l'altro il rafforzamento dell'orientamento 7 per l'occupazione, forti incentivi per i datori di lavoro che assumono persone con disabilità e la creazione delle condizioni necessarie a familiarizzare tali persone con le tecnologie moderne.

4.4.2. Un altro degli orientamenti deve riguardare la progressiva trasformazione del lavoro nero in occupazione regolare e dell'economia sommersa in attività legali: ciò potrà avvenire solo mediante una combinazione di azioni e incentivi, come pure attraverso la semplificazione delle procedure e la riduzione della tassazione sul lavoro.

4.4.3. Anche la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo delle imprese e al rafforzamento dell'imprenditorialità dovrebbe essere oggetto di un orientamento specifico, specie per le piccole e medie imprese e per le società di persone (cooperative, associazioni, mutue), sempre con l'obiettivo principale di creare posti di lavoro più numerosi, qualitativamente migliori e duraturi.

4.4.3.1. Più in particolare per quanto concerne l'imprenditorialità, il CESE ricorda che:

- l'attività imprenditoriale, come quella svolta dalle persone che intendono creare servizi di mutuo soccorso e/o di interesse generale, è il vero volano dell'occupazione;

- le piccole imprese sono spesso caratterizzate da un'alta intensità di manodopera e creano un maggior numero di posti di lavoro rispetto alle grandi, che presentano piuttosto un'elevata intensità di capitale;

- il mero aumento del numero delle piccole e medie imprese nell'UE non costituisce di per sé un indicatore sufficiente del successo delle politiche a favore dell'imprenditorialità;

- bisogna assicurarsi non solo che il numero delle piccole imprese sia in crescita, ma anche che i cittadini non finiscano per optare per un'attività imprenditoriale indipendente solo perché il mercato del lavoro tradizionale non offre loro opportunità o prospettive di lavoro dipendente(12);

- le imprese che operano nei settori tradizionali restano le principali fonti di occupazione e, in quanto tali, devono essere integrate nelle politiche europee e nazionali di aiuti alle imprese;

- è necessario migliorare la qualità del processo di creazione delle imprese, sia attraverso un'adeguata formazione degli aspiranti imprenditori sia tramite l'offerta di servizi di sostegno e di accompagnamento.

4.4.4. Un altro orientamento deve riguardare la gestione dei flussi migratori(13) e il coinvolgimento dei migranti, attraverso l'occupazione, nell'evoluzione della società.

4.4.4.1. Il CESE ritiene necessario che l'UE metta a punto una politica unitaria in materia di immigrazione, data l'interrelazione esistente fra movimenti migratori, immigrazione clandestina e lavoro nero. Per quanto riguarda la nuova SEO, il Comitato è a favore dell'inserimento degli immigranti nel mercato del lavoro ufficiale, poiché ciò può contribuire sia al conseguimento degli obiettivi di Lisbona sia alla coesione sociale.

4.4.4.2. In questo contesto il Comitato condivide il principio di non discriminazione dei lavoratori provenienti dai paesi terzi formulato dalla Commissione, precisando tuttavia che esso va accompagnato da un controllo chiaro e sicuro dell'accesso di nuovi lavoratori e da misure efficaci contro l'occupazione illegale.

4.4.5. Infine, l'eliminazione delle disparità regionali in materia di occupazione sia fra i vari Stati membri, sia all'interno di ciascuno di essi, costituisce una priorità alla quale la nuova SEO è invitata a riservare un orientamento specifico.

4.4.5.1. A giudizio del CESE, tale orientamento andrà imperniato sul coinvolgimento attivo degli Stati membri, come pure delle parti sociali e delle amministrazioni locali.

4.5. Il CESE dissente dall'affermazione della Commissione(14) sui sussidi di disoccupazione e le "trappole della povertà"(15), che considera troppo generica.

4.6. Il Comitato condivide per contro l'elevata priorità che la Commissione attribuisce alla riduzione degli infortuni sul lavoro(16), e aggiunge che essa dovrebbe valere anche negli Stati membri.

4.7. Accoglie con favore e sostiene l'orientamento della Commissione volto a promuovere anche nella strategia per l'occupazione il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate, della società civile e delle ONG, nonché a creare le condizioni per un tale coinvolgimento(17).

5. Conclusioni e proposte

5.1. Il CESE sottoscrive i tre obiettivi correlati della nuova SEO, ovvero:

- l'aumento dei tassi occupazionali e la piena occupazione;

- la qualità e la produttività sul lavoro;

- la coesione in un mercato del lavoro inclusivo.

E reputa di importanza primordiale che essi si traducano in orientamenti chiari negli Stati membri.

5.2. L'adesione del CESE e le proposte da esso formulate si basano sulla presa in considerazione di diversi fattori, quali:

- il contributo delle politiche economiche allo sviluppo e alla conseguente creazione di posti di lavoro;

- il rallentamento della congiuntura economica;

- l'avvio del processo verso un'Europa ampliata;

- l'annosa tendenza all'invecchiamento demografico;

- il perdurare, nonostante un lieve miglioramento, delle disparità fra uomini e donne.

5.3. Il CESE ritiene che gli investimenti nel potenziale umano e lo sviluppo dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita siano fattori fondamentali per conseguire gli scopi della nuova SEO. Propone, con particolare riguardo all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, che nella SEO figurino obiettivi quantitativi più ambiziosi degli attuali, da raggiungere entro il 2010(18).

5.4. Il proposto modello di lavoro economicamente più vantaggioso di una disoccupazione sovvenzionata evidenzia il complesso legame esistente tra protezione sociale e occupazione, ma anche la necessità di una collaborazione tra ambiti politici che si influenzano a vicenda (es. politica finanziaria e fiscalità, politica previdenziale e protezione del lavoro).

5.4.1. In tale contesto il CESE propone che gli Stati membri creino incentivi finanziari per i disoccupati che seguono un insegnamento o una formazione (nel quadro dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita). Tali incentivi, ovviamente, sarebbero complementari al sussidio di disoccupazione accordato dallo Stato in cui risiede il beneficiario. Per finanziarli si potrebbe ricorrere alle risorse del Fondo sociale europeo.

5.5. Il CESE, concordando con la scelta di fare della politica dell'immigrazione un elemento integrante della nuova SEO, sottolinea che in questo ambito bisogna dare la priorità allo sviluppo di una politica comunitaria uniforme.

5.6. Per sostenere la realizzazione degli ambiziosi obiettivi della nuova SEO, gli Stati membri dovranno assumere una serie di impegni in materia di risorse - non solo amministrative ma anche finanziarie - anche se ciò renderà in alcuni casi necessaria una riforma della spesa pubblica.

5.6.1. A questo proposito il Comitato raccomanda la partecipazione dei parlamenti nazionali alle procedure riguardanti la SEO. L'esame e l'approvazione dei PAN da parte dei parlamenti nazionali nel quadro delle procedure di adozione dei bilanci annuali nazionali migliorerebbero certamente la qualità della politica in materia di occupazione e, allo stesso tempo, contribuirebbero ad una migliore integrazione di quest'ultima nelle altre politiche europee e nazionali.

5.7. Il CESE suggerisce di attuare quanto prima la proposta delle parti sociali riguardante una cooperazione trilaterale in materia di sviluppo e di occupazione, e quella della Commissione europea sullo svolgimento di un vertice sociale tripartito prima del Consiglio europeo di primavera.

5.8. Sottoscrive inoltre gli obiettivi quantitativi proposti nel contesto della nuova SEO per il 2010 e giudica necessario fissare obiettivi nazionali intermedi, da definire da parte degli Stati membri e da valutare in modo sistematico nel quadro del metodo aperto di coordinamento.

5.9. Il Comitato ritiene che una politica integrata per la creazione di posti di lavoro più numerosi, qualitativamente migliori e duraturi richieda la predisposizione di condizioni favorevoli allo sviluppo dell'imprenditorialità in generale e quindi delle imprese di ogni tipo. Invita quindi la Commissione e gli Stati membri a mettere a punto delle politiche specifiche e integrate in funzione delle circostanze. Nell'ottica di tale obiettivo, il CESE insiste sull'importanza di attuare concretamente le raccomandazioni contenute nella Carta europea delle piccole imprese e di sostenere queste ultime, come pure le società di persone (cooperative, associazioni, mutue).

Bruxelles, 26 marzo 2003.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Roger Briesch

(1) Articoli 98 e 99 del trattato.

(2) GU C 19 del 21.1.1998.

(3) GU C 209 del 22.7.1999; GU C 368 del 20.12.1999; GU C 14 del 16.1.2001; GU C 36 dell'8.2.2002.

(4) GU C 85 dell'8.4.2003.

(5) Risoluzione al Consiglio europeo di primavera, 21 marzo 2003.

(6) Risoluzione al Consiglio europeo di primavera, 21 marzo 2003.

(7) Parere CESE sul tema "I lavoratori anziani" - GU C 14 del 16.1.2001 e GU C 36 dell'8.2.2002, punto 2.2.

(8) GU C 117 del 26.4.2000.

(9) GU C 125 del 27.5.2002.

(10) COM(2002) 487 def. del 3.9.2002.

(11) GU C 241 del 7.10.2002.

(12) GU C 368 del 20.12.1999, punto 3.2.

(13) GU C 125 del 27.5.2002, punto 4.1.12.

(14) Punto 2.2.2 della comunicazione.

(15) L'esperienza degli Stati membri mostra, da un lato, che gli illeciti si verificano solo in casi particolari e, dall'altro, che esistono disposizioni legislative volte a vietare pretese abusive. Il Comitato teme che tale affermazione generica venga addotta a pretesto dagli Stati membri per ridurre la portata dei servizi di previdenza sociale.

(16) Punto 2.2.7 della comunicazione, ultima frase.

(17) Tale approccio si ricollega all'esempio positivo della partecipazione delle parti economiche e sociali ai comitati per il monitoraggio dei fondi strutturali. Le parti economiche e sociali considerano inoltre la possibilità di partecipare al dialogo nazionale sulla SEO come una vera e propria sfida: esse si sentono infatti chiamate direttamente in causa quando si parla di "economia sociale" (cfr. punto 2.2.11 della comunicazione), ma anche in relazione all'obiettivo "Coesione e mercato del lavoro inclusivo", alle misure di attuazione e alla governance del processo su scala locale.

(18) "Entro il 2010, il livello medio UE di partecipazione all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita raggiungerà almeno il 15 % della popolazione attiva adulta (fascia d'età fra i 25 e i 64 anni); in nessun paese la partecipazione sarà al di sotto del 10 %." (COM(2002) 629 def. - punto 59). "Il Comitato ritiene (...) che il parametro di riferimento europeo proposto per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita debba essere modificato in modo da renderlo più ambizioso. L'obiettivo di portare entro il 2010 il paese che presenta attualmente i risultati meno soddisfacenti al livello del paese dai risultati più brillanti è ambizioso, ma necessario" - Parere CESE in fase di elaborazione (punto 3.5.2) relativo al COM(2002) 629 def. (Parametri di riferimento europei per l'istruzione e la formazione).

ALLEGATO

al parere del Comitato economico e sociale europeo

Il seguente emendamento, che ha ottenuto almeno un quarto dei voti espressi, è stato respinto nel corso della discussione:

Punto 4.4.2

Sopprimere la parte finale dell'ultima frase come indicato:

"... Un altro degli orientamenti deve riguardare la progressiva trasformazione del lavoro nero in occupazione regolare e dell'economia sommersa in attività legali: ciò potrà avvenire solo mediante una combinazione di azioni e incentivi, come pure attraverso la semplificazione delle procedure. e la riduzione della tassazione sul lavoro."

Motivazione

La riduzione generalizzata delle imposte sul lavoro comporterebbe un enorme calo delle entrate pubbliche; infatti queste dovrebbero essere quasi completamente eliminate per rendere le attività illegali non più redditizie. Se le imposte sul lavoro venissero ridotte soltanto nei settori fortemente a rischio di attività illegali, sarebbe necessario sovvenzionare interi settori economici. Ciò causerebbe distorsioni della concorrenza totalmente inaccettabili tra i vari settori.

Esito della votazione

Voti contrari: 41, voti favorevoli: 48, astensioni: 8.

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