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Document 52020AE1188

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Plasmare il futuro digitale dell’Europa» [COM(2020) 67 final]

EESC 2020/01188

GU C 364 del 28.10.2020, p. 101–107 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

28.10.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 364/101


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Plasmare il futuro digitale dell’Europa»

[COM(2020) 67 final]

(2020/C 364/14)

Relatore:

Ulrich SAMM

Correlatore:

Jakob Krištof POČIVAVŠEK

Consultazione

Commissione, 9.3.2020

Base giuridica

Art. 304 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Mercato unico, produzione e consumo

Adozione in sezione

25.6.2020

Adozione in sessione plenaria

16.7.2020

Sessione plenaria n.

553

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

216/1/3

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha già accolto con favore le iniziative della Commissione volte a facilitare lo sviluppo di un’economia e di una società digitali, ed esprime il proprio compiacimento nell’osservare che questo slancio è adesso rafforzato da un insieme organico di nuove iniziative in un ampio ventaglio di settori.

1.2.

Il CESE è favorevole a un percorso europeo verso la digitalizzazione in cui cogliere le opportunità per l’economia senza trascurare la protezione dei dati, al fine di assicurare la tutela della vita privata e l’autonomia decisionale. L’approccio incentrato sulla persona in tutte le iniziative della Commissione è grandemente apprezzato.

1.3.

Il CESE ritiene che l’Europa sia sulla strada giusta, ma che il cammino da percorrere sia ancora lungo. Lo sviluppo della digitalizzazione è rapido e la legislazione europea deve tenere il passo; a questo scopo è necessario un quadro normativo solido e ambizioso, che comprenda anche norme etiche giuridicamente vincolanti e regole chiare in materia di responsabilità. Il CESE è convinto che tale sviluppo dinamico richieda anche processi flessibili e adattabili, per i quali si rende necessario un dialogo costante tra le parti interessate; bisognerebbe in particolare garantire il diritto dei lavoratori ad esprimere il loro punto di vista. Il CESE, in quanto rappresentante delle organizzazioni della società civile, è pronto a fare la sua parte.

1.4.

È importante investire nelle giuste tecnologie per il futuro, promuovere la formazione delle persone e instillare fiducia nei cittadini, incoraggiandoli a svolgere un ruolo attivo nel processo di trasformazione. La transizione digitale deve essere giusta, sostenibile e socialmente accettabile.

1.5.

Il CESE si allinea al punto di vista della Commissione, secondo cui bisogna creare un vero e proprio mercato unico europeo dei dati, che deve essere uno spazio europeo dei dati fondato sulle norme e sui valori europei. Il CESE accoglie con favore l’iniziativa per una nuova strategia industriale dell’UE che, oltre a comprendere una strategia specifica per le PMI, stabilirà le azioni da intraprendere per agevolare la transizione verso un’industria dell’UE maggiormente digitale, pulita, circolare, competitiva a livello mondiale e composta di imprese sostenibili.

1.6.

Il CESE sottolinea che la sovranità tecnologica europea non dovrebbe essere definita in opposizione ad altri e non dovrebbe cancellare i vantaggi della cooperazione a livello mondiale. Tuttavia, è altresì necessario tenere nella debita considerazione le esigenze dei cittadini europei e del modello sociale europeo, prendendo come punto di riferimento il pilastro europeo dei diritti sociali.

1.7.

L’istruzione e la formazione che forniscono competenze digitali sono essenziali per prepararsi a una vita digitale. Il CESE accoglie con favore l’accento posto dalla Commissione sulle competenze e abilità digitali, ma invita la Commissione a distinguere meglio tra competenze tecniche e competenze sociali, anche se entrambe sono di vitale importanza. Bisogna compiere sforzi ulteriori e occorre fornire gli strumenti per la formazione digitale di chi appartiene a gruppi socialmente vulnerabili.

1.8.

Il futuro digitale dell’Europa, basato su un approccio incentrato sulla persona, potrà avere successo solo se i cittadini possono avere fiducia. Il CESE osserva che la Commissione intende operare una chiara distinzione tra le applicazioni ad alto rischio, che dovrebbero essere disciplinate da una regolamentazione rigorosa, e le applicazioni a basso rischio, in cui è sufficiente affidarsi all’autoregolamentazione e ai meccanismi di mercato. Il CESE accoglie favorevolmente questo approccio generale, ma sottolinea anche la necessità di un’analisi dettagliata e approfondita delle varie applicazioni.

1.9.

Il CESE esprime altresì apprezzamento per la scelta di seguire l’approccio incentrato sulla persona in rapporto alle sfide derivanti dalle piattaforme online per i lavoratori. Un quadro giuridico rafforzato che eviti condizioni di lavoro precarie e garantisca i diritti dei lavoratori online, compresa la contrattazione collettiva, rappresenta uno degli aspetti importanti di tale approccio.

1.10.

Il CESE ritiene che non sia stato affrontato il tema dello sviluppo di servizi pubblici digitali per il futuro, eppure i servizi amministrativi online transfrontalieri potrebbero rafforzare il mercato unico (digitale) e migliorare la regolamentazione e il coordinamento pubblici.

1.11.

Per effetto della pandemia di COVID-19 da poco scoppiata e che ancora imperversa, la società ha iniziato a fare i conti con la realtà per quanto concerne l’uso della tecnologia digitale e questa situazione ha comportato nuove sfide. La necessità di comunicare, studiare e lavorare a distanza ha reso evidente che molte persone non sono adeguatamente preparate a utilizzare efficacemente tecnologie digitali avanzate, e che l’infrastruttura digitale non è in grado di assicurare la parità di accesso e una partecipazione inclusiva tramite le tecnologie digitali.

1.12.

La necessità di cambiare abitudini per effetto delle misure adottate dai governi nazionali al fine di contrastare la diffusione del coronavirus potrebbe avere effetti duraturi sul comportamento dei consumatori e sui rapporti di lavoro in una prospettiva di lungo termine. Gli effetti positivi e negativi di questi cambiamenti devono essere presi in considerazione al momento di elaborare nuove politiche in materia. La trasformazione digitale dovrebbe essere monitorata attraverso un’iniziativa di ricerca a tutto campo, finanziata dall’UE e pensata in funzione dell’occupazione, che dovrebbe avere per tema la «digitalizzazione per un lavoro dignitoso». Il CESE è convinto che, nel lungo periodo, il successo della digitalizzazione dipenda dalla concezione di sistemi di Industria 4.0 efficienti e favorevoli ai lavoratori (1).

2.   Introduzione e sintesi della comunicazione

2.1.

Con la comunicazione in esame, la nuova Commissione presenta un documento programmatico generale in cui illustra una serie di iniziative volte a contribuire a plasmare il futuro digitale dell’Europa. La necessità per l’Europa di guidare una transizione giusta verso un pianeta in buona salute e un nuovo mondo digitale richiede che le sfide della trasformazione verde e digitale vadano di pari passo, in modo che le tecnologie digitali sostengano il Green Deal e contribuiscano a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

2.2.

A tal fine la Commissione ha annunciato un insieme organico di iniziative. Le varie azioni, che saranno annunciate e presentate nel corso di quest’anno e dell’anno prossimo, sono ripartite in funzione di tre assi:

Una tecnologia al servizio delle persone:

il Libro bianco sull’intelligenza artificiale [COM(2020) 65 final/cfr. INT/894];

una strategia in materia di tecnologie quantistiche, blockchain (catena di blocchi) e supercalcolo;

un piano d’azione per il 5G e il 6G [presentato nel COM(2020) 50 final/cfr. TEN/704];

un piano d’azione per l’istruzione digitale e un’agenda per le competenze rafforzata;

iniziative per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori mediante piattaforma online;

norme per flussi e servizi di dati del settore pubblico sicuri e senza frontiere.

Un’economia equa e competitiva:

una strategia europea per i dati [presentata nel COM(2020) 66 final/cfr. TEN/708];

il riesame dell’adeguatezza della normativa dell’UE in materia di concorrenza;

un pacchetto per la strategia industriale;

la comunicazione sulla tassazione delle imprese per il XXI secolo;

una nuova agenda dei consumatori.

Una società aperta, democratica e sostenibile:

regole nuove e rivedute per approfondire il mercato interno dei servizi digitali;

la revisione del regolamento eIDAS;

un piano d’azione per i media e l’audiovisivo;

un piano d’azione per la democrazia europea;

una strategia europea per la cibersicurezza;

l’iniziativa volta a sviluppare un modello digitale ad alta precisione della Terra;

un’iniziativa per un’elettronica circolare;

la promozione di cartelle cliniche elettroniche.

2.3.

Per far valere gli interessi dell’Europa in quanto attore globale, sono state altresì annunciate una strategia globale di cooperazione digitale e una strategia di normazione.

3.   Il modo europeo: mettere le persone al centro della digitalizzazione

3.1.

La digitalizzazione offre una vasta gamma di nuove opzioni decisionali alle persone per migliorare la loro vita secondo modalità mai viste prima. Tuttavia, più la digitalizzazione influisce sulle nostre vite e più siamo interconnessi, più aumenta la nostra vulnerabilità alle attività informatiche dolose, alle manipolazioni dei dati e alle tecnologie che minano la nostra autonomia.

3.2.

Il CESE è pertanto favorevole a un percorso europeo verso la digitalizzazione, sulla base di valori europei, in cui cogliere le opportunità per l’economia senza trascurare la protezione dei dati, al fine di assicurare la tutela della vita privata e l’autonomia decisionale. L’approccio incentrato sulla persona in tutte le iniziative della Commissione è grandemente apprezzato.

3.3.

Il CESE si compiace altresì per la scelta di seguire l’approccio incentrato sulla persona in rapporto alle sfide derivanti dalle piattaforme online per i lavoratori. Un quadro rafforzato che eviti condizioni di lavoro precarie e garantisca i diritti dei lavoratori online, compresa la contrattazione collettiva, rappresenta uno degli aspetti importanti di tale approccio. Il CESE sottolinea che le prestazioni lavorative sulle piattaforme online sono offerte sia da lavoratori autonomi che da lavoratori dipendenti. I lavoratori autonomi intrattengono rapporti di lavoro del tipo B2B (da impresa a impresa) o B2C (da impresa a consumatore). I codici di condotta e le condizioni commerciali per i rapporti del tipo B2B, stabiliti a livello europeo, dovrebbero garantire una concorrenza leale tra le imprese, qualunque sia la loro dimensione, e prevenire il lavoro autonomo fittizio.

3.4.

Il CESE sottolinea inoltre l’importanza delle soluzioni digitali per l’attuazione del Green Deal, specialmente in rapporto all’economia circolare. Il consumo di energia, le materie prime per le TIC e la riciclabilità di tali apparecchiature rappresentano tuttavia altre sfide che bisogna man mano affrontare.

3.5.

L’Europa è sulla strada giusta, ma il cammino da percorrere è ancora lungo. Ad esempio, il regolamento generale sulla protezione dei dati e gli orientamenti etici in materia di IA sono stati un passo in avanti importante, ma lo sviluppo della digitalizzazione è rapido e la legislazione europea deve tenere il passo. A questo scopo è necessario un quadro normativo solido e ambizioso, che comprenda anche norme etiche giuridicamente vincolanti e regole chiare in materia di responsabilità. Il CESE è convinto che tale sviluppo dinamico richieda anche processi flessibili e adattabili, per i quali si rende necessario un dialogo costante tra le parti interessate. Il CESE, che è il rappresentante delle organizzazioni della società civile, è pronto a fare la sua parte.

3.6.

Il CESE è dell’avviso che non sia stato posto chiaramente l’accento sulla necessità di strutture democratiche sostenibili volte a sviluppare le capacità e a infondere fiducia nei rapporti di lavoro. Il CESE è convinto che la digitalizzazione potrà contribuire ad attuare con successo cambiamenti fondamentali in seno alle imprese soltanto in presenza di un rapporto di fiducia tra la dirigenza aziendale e i rappresentanti dei lavoratori. Tuttavia, l’ascesa dei movimenti populisti nel XXI secolo mette in discussione i meccanismi tradizionali utilizzati per infondere fiducia attraverso la difesa delle cause sociali. Occorre pertanto adottare misure adeguate per sostenere il dialogo sociale a livello dell’UE. È una questione che riguarda la regolamentazione sociale nelle imprese, il loro rendimento economico e il rafforzamento del cambiamento democratico in generale.

4.   Un’economia equa e competitiva

4.1.

I dati sono diventati un elemento essenziale dell’economia europea. Il CESE si allinea al punto di vista della Commissione, secondo cui bisogna creare un vero e proprio mercato unico europeo dei dati, che deve essere uno spazio europeo dei dati fondato sulle norme e sui valori europei. Il CESE accoglie con favore l’iniziativa per una nuova strategia industriale dell’UE che, oltre a comprendere una strategia specifica per le PMI, stabilirà le azioni da intraprendere per agevolare la transizione verso un’industria dell’UE più digitale, pulita, circolare e competitiva a livello mondiale.

4.2.

Secondo il CESE, per assicurare la parità di condizioni, le regole che si applicano offline (dalle regole sulla concorrenza a quelle sul mercato unico, passando per la tutela dei consumatori, la proprietà intellettuale, la tassazione e i diritti dei lavoratori) dovrebbero applicarsi anche online.

4.3.

Il CESE è convinto che, per mantenere una posizione a livello mondiale nel calcolo ad alte prestazioni, ci sarà bisogno di un aumento considerevole degli investimenti (negli Stati membri dell’UE) e di un solido programma europeo di ricerca e innovazione; il Comitato è altresì certo che un approccio industriale allo sviluppo della prossima generazione di microchip a basso consumo in Europa renderà l’UE meno dipendente dalle importazioni.

4.4.

Il CESE è fermamente convinto che l’innovazione e gli investimenti, in particolare quelli pubblici, possano contribuire a ridurre le disparità regionali in termini di sviluppo, se le zone isolate possono avere accesso all’infrastruttura digitale e, quindi, al mercato digitale. Si tratta di una conditio sine qua non se si vuole che nessuno sia lasciato indietro nella transizione digitale.

4.5.

Il CESE sottolinea che la sovranità tecnologica europea non dovrebbe essere definita in opposizione ad altri e non dovrebbe cancellare i vantaggi della cooperazione a livello mondiale. Tuttavia, è altresì necessario tenere nella debita considerazione le esigenze dei cittadini europei e del modello sociale europeo, prendendo come punto di riferimento le misure della Commissione europea volte a rafforzare il pilastro europeo dei diritti sociali. Il rispetto dei valori europei (in termini di protezione dei dati, tutela della vita privata, protezione sociale e sostenibilità) potrebbe diventare un vantaggio concorrenziale se aumenta la presa di coscienza, sia tra i cittadini che tra le imprese, dei metodi di utilizzo dei dati da parte di terzi (Stati Uniti) e del potenziale di sorveglianza insito nei sistemi digitali (Cina).

4.6.

La Commissione afferma giustamente che bisogna garantire che il ruolo sistemico di talune piattaforme online e il potere di mercato da loro acquisito non compromettano l’equità e l’apertura del mercato dell’UE. A tal fine e anche allo scopo di stimolare lo sviluppo di piattaforme online nell’UE, le norme applicabili a livello dell’Unione dovrebbero garantire condizioni di parità e l’accesso ai fattori principali di innovazione digitale (2) (in particolare i dati), oltre che all’ecosistema dei prodotti utilizzati dai consumatori.

4.7.

La Commissione afferma che garantire l’equità nell’economia digitale è una delle sfide principali, ma è della massima importanza raggiungere questo obiettivo. A tal fine, il CESE sostiene l’intenzione di stabilire norme aggiuntive, ove necessario, per assicurare la contendibilità, l’equità, l’innovazione, la possibilità di ingresso sul mercato, nonché gli interessi pubblici che vanno al di là di considerazioni legate alla concorrenza o di natura economica. Il CESE osserva a questo proposito che la tassazione dell’economia digitale avrà un impatto notevole e in questo campo saranno importanti le soluzioni internazionali ed europee; l’UE dovrebbe adoperarsi per una tassazione dell’economia digitale che sia equa e impedisca la frammentazione e misure unilaterali.

4.8.

Il CESE accoglie con favore l’iniziativa, che è volta a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori mediante piattaforma online tramite la particolare attenzione riservata alle competenze e all’istruzione; tuttavia, andranno man mano affrontate varie sfide tra cui vanno ricordate quelle riguardanti lo status occupazionale, la rappresentanza, le misure per aumentare la protezione sociale dei lavoratori mediante piattaforma online, nonché la risoluzione delle controversie e l’applicazione dei diritti. Questo vale in particolare per i lavoratori transfrontalieri. Su richiesta della futura presidenza tedesca del Consiglio, il CESE elaborerà un parere esplorativo sul tema del lavoro dignitoso nell’economia delle piattaforme.

4.9.

Secondo il CESE, nella comunicazione della Commissione non è stato affrontato il tema dello sviluppo di servizi pubblici digitali per il futuro, eppure i servizi amministrativi online transfrontalieri potrebbero rafforzare il mercato unico (digitale) e migliorare la regolamentazione e il coordinamento pubblici.

5.   L’istruzione per preparare alla vita digitale

5.1.

L’istruzione e la formazione che forniscono competenze digitali sono essenziali per prepararsi a una vita digitale. Il CESE accoglie con favore l’accento posto dalla Commissione sulle competenze e abilità digitali, ma invita la Commissione a distinguere meglio tra competenze tecniche e competenze sociali, anche se entrambe sono di vitale importanza. Per creare «capacità all’impiego», invece che limitarsi ad adeguare «l’occupabilità», bisogna attuare misure che continuino a sostenere l’apprendimento permanente.

5.2.

In futuro, la maggior parte dei professionisti avrà bisogno di competenze tecniche (ossia programmazione a diversi livelli). Si tratta di una sfida per i sistemi di istruzione e per gli enti di formazione professionale degli Stati membri. I professionisti devono essere formati all’utilizzo dei nuovi strumenti ed essere consapevoli delle caratteristiche, dei limiti e dei rischi intrinseci, in quanto la responsabilità finale ricade su di loro. Ciononostante, il maggior numero possibile di cittadini dovrà acquisire almeno le competenze tecniche basilari al fine non solo di comprendere e utilizzare le tecnologie e gli strumenti digitali, ma anche di interagire per il loro tramite in modo produttivo, inclusivo e sicuro. Le competenze tecniche basilari sono necessarie alle persone di ogni età, ma in particolare agli anziani, affinché possano comprendere e utilizzare in modo sicuro le tecnologie e gli strumenti digitali.

5.3.

Le competenze sociali non richiedono conoscenze tecniche particolari, ma devono essere insegnate sin dalla più giovane età. Le competenze sociali consentono ai bambini, ai consumatori e ai cittadini di comprendere il contesto dei sistemi digitali e di farne il miglior uso possibile. Aiutano a individuare possibili minacce derivanti da manipolazioni dei dati o da attività criminose, e a valutare il flusso di informazioni ricevute. Il CESE ricorda che l’istruzione generale rappresenta ancora la migliore preparazione per gli scenari futuri.

5.4.

Per usare l’intelligenza artificiale e lavorare con l’ausilio di questa tecnologia, sono necessarie competenze specifiche, conoscenze e consapevolezza. A tal fine, il CESE propone di ispirarsi all’esperienza maturata dalla Finlandia, che punta a formare il maggior numero possibile di persone nel settore dell’IA attraverso corsi online.

5.5.

Come il CESE ha sottolineato in un precedente parere (3), nel contesto di rapidi mutamenti dell’era digitale non basta aiutare le persone ad acquisire un bagaglio minimo di competenze, ma è altresì essenziale assicurare che la garanzia per le competenze diventi un percorso sicuro che non solo consenta alle persone di progredire e raggiungere il massimo livello possibile di competenze, ma le incoraggi anche a intraprendere questo percorso.

5.6.

Il CESE ricorda il ruolo delle parti sociali nel realizzare una transizione equa e giusta. È essenziale che la strategia preveda il fabbisogno di competenze e, di conseguenza, sostenga anche la riconversione professionale e il miglioramento del livello delle competenze in modo tempestivo e adeguato. Il ruolo delle parti sociali e il loro coinvolgimento rivestono la massima importanza a tale riguardo, come avviene quando si dibatte sull’introduzione di nuove tecnologie.

6.   Sicurezza e responsabilità: fiducia nella vita digitale

6.1.

Il futuro digitale dell’Europa, basato su un approccio incentrato sulla persona, potrà avere successo solo se i cittadini possono avere fiducia. Il CESE chiede salvaguardie appropriate sulla tutela della vita privata, sulla sicurezza e la governance dei dati, e anche sulla trasparenza degli algoritmi dell’IA, elementi che possono contribuire a instillare questa fiducia.

6.2.

Il CESE osserva che la Commissione intende operare una chiara distinzione tra le applicazioni ad alto rischio, che dovrebbero essere disciplinate da una regolamentazione rigorosa, e le applicazioni a basso rischio, in cui è sufficiente affidarsi all’autoregolamentazione e ai meccanismi di mercato. Il CESE accoglie favorevolmente questo approccio generale, ma sottolinea anche che c’è bisogno di un’analisi dettagliata e approfondita delle varie applicazioni guardando allo stato attuale e agli sviluppi futuri e, in caso di dubbio, determinate applicazioni dovrebbero essere considerate ad alto rischio. Il CESE appoggia in particolare la decisione di classificare come applicazioni ad alto rischio quelle che hanno un impatto sui diritti dei lavoratori e dei richiedenti lavoro, e propone di «blindare» questa decisione al fine di rafforzare i diritti digitali dei lavoratori.

6.3.

Il CESE ha già chiesto che siano definite procedure standard di prova/collaudo per valutare la funzionalità e i limiti dei sistemi digitali (per esempio, sotto il profilo delle distorsioni, dei pregiudizi, della discriminazione, della resilienza, della solidità, della sicurezza ecc.). A seconda del livello di rischio, queste prove possono essere effettuate direttamente dagli sviluppatori e dalle imprese stesse, oppure da organismi indipendenti. Il CESE accoglie con favore l’idea della Commissione di introdurre un sistema di etichettatura volontario, simile a quello che il CESE ha già proposto in merito a una certificazione europea per i prodotti affidabili di IA.

6.4.

Il CESE accoglie con favore l’intenzione della Commissione di avviare un dibattito a largo raggio sulle eccezioni in base alle quali permettere il riconoscimento facciale per l’identificazione biometrica a distanza. La regolamentazione dovrebbe inoltre vietare una sorveglianza sproporzionata sul luogo di lavoro e la discriminazione basata su algoritmi distorti.

6.5.

Il CESE sottolinea che la fiducia da sola non è sufficiente; rimane essenziale il pensiero critico basato sull’istruzione generale. Questo è particolarmente importante nel contesto della lotta alla disinformazione, che rappresenta una minaccia per la democrazia in Europa.

6.6.

Il CESE sottolinea che per infondere fiducia bisogna anche rispettare il diritto dei lavoratori ad essere informati e consultati. Il diritto all’informazione e alla consultazione in caso di cambiamenti sul posto di lavoro, che è garantito dai Trattati dell’UE, trasforma i «lavoratori» in «cittadini sul lavoro».

6.7.

Il CESE sottolinea che la legislazione dell’UE riveste un’importanza particolare in rapporto alla protezione dei consumatori e dei lavoratori che non dispongono di competenze digitali professionali.

7.   L’impatto della crisi COVID-19 sulla trasformazione digitale

7.1.

Per effetto della pandemia di COVID-19 da poco scoppiata e che ancora imperversa, la società ha iniziato a fare i conti con la realtà per quanto concerne l’uso della tecnologia digitale e questa situazione ha comportato nuove sfide. La necessità di comunicare, studiare e lavorare a distanza ha reso evidente che molte persone non sono adeguatamente preparate a utilizzare efficacemente tecnologie digitali avanzate, e che l’infrastruttura digitale non è in grado di assicurare la parità di accesso o una partecipazione inclusiva tramite le tecnologie digitali. Le reti digitali non sono state potenziate per far fronte all’aumento del flusso di dati, e bisognerà realizzare gli investimenti sufficienti a rendere accessibili comunicazioni efficienti e ad alta velocità, non solo a fini commerciali ma anche per la vita privata, pure nelle zone isolate.

7.2.

Andrà prestata un’attenzione particolare ai gruppi vulnerabili, in particolare agli anziani che non dispongono delle competenze, dell’esperienza o anche solo delle apparecchiature necessarie per utilizzare le piattaforme online e che sono rimasti senza strumenti di comunicazione adeguati. Questa situazione ha reso più difficili i contatti sociali con i familiari e altre persone, così come ha cancellato, o almeno ridotto, la pronta disponibilità di servizi pubblici, compresi quelli di natura sociale, per queste categoria di persone. Bisogna compiere sforzi ulteriori e occorre fornire gli strumenti per la formazione digitale di chi appartiene a gruppi socialmente vulnerabili.

7.3.

Inoltre, le misure di quarantena e la chiusura temporanea delle frontiere tra gli Stati membri hanno messo in luce altre conseguenze e lacune in rapporto allo stato attuale delle cose nel mercato unico digitale per quanto riguarda i lavoratori frontalieri e il telelavoro. La crisi COVID-19 ha anche determinato un aumento esponenziale del commercio elettronico e dei pagamenti senza contante, accompagnato dal diffondersi di pratiche sleali e fraudolente. La necessità di cambiare abitudini per effetto delle misure adottate dai governi nazionali al fine di contrastare la diffusione del coronavirus potrebbe avere effetti duraturi sul comportamento dei consumatori e sui rapporti di lavoro in una prospettiva di lungo termine. Gli effetti positivi e negativi di questi cambiamenti devono essere presi in considerazione al momento di elaborare nuove politiche in materia.

7.4.

Il mondo digitale è stato interamente mobilitato per fornire consulenze specialistiche nella lotta contro la COVID-19. La questione delle applicazioni digitali di tracciamento dei contatti, volte a informare le persone se sono state recentemente in contatto con qualcuno a cui è stata diagnosticata la malattia da coronavirus, è stata al centro di molte discussioni. Il CESE deplora che l’iniziativa europea per il monitoraggio digitale delle persone con cui si è entrati in contatto, nota come PEPP-PT («Pan European Privacy Preserving Proximity Tracing», ossia tracciamento paneuropeo di prossimità nel rispetto della vita privata), non abbia raccolto il consenso che avrebbe permesso di includere delle applicazioni standardizzate nelle strategie sanitarie nazionali.

Bruxelles, 16 luglio 2020

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  GU C 190 del 5.6.2019, pag. 17

(2)  De STREEL, A., Contribution to Growth: European Digital Single Market, Delivering improved rights for European citizens and businesses (Il contributo alla crescita dato dal mercato unico digitale europeo: migliorare i diritti dei cittadini e delle imprese d’Europa), Parlamento europeo, Lussemburgo, 2019.

(3)  GU C 173 del 31.5.2017, pag. 45


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