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Document 52013IP0266

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 giugno 2013 sulla comunicazione della Commissione «Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020» (2013/2607(RSP))

    GU C 65 del 19.2.2016, p. 68–78 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    19.2.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 65/68


    P7_TA(2013)0266

    Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione

    Risoluzione del Parlamento europeo del 12 giugno 2013 sulla comunicazione della Commissione «Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020» (2013/2607(RSP))

    (2016/C 065/07)

    Il Parlamento europeo,

    visti il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare gli articoli 5, 6, 9, 14, 147, 148, 149, 151 e 153, e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 24, 25, 26, 29, 33, 34, 35 e 36,

    vista la comunicazione della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolata «Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020» (COM(2013)0083),

    vista la raccomandazione della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolata «Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale» (2013/112/UE) (1),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolato «Evidence on Demographic and Social Trends: Social Policies' Contribution to Inclusion, Employment and the Economy» (SWD(2013)0038 — Informazioni comprovate sulle tendenze demografiche e sociali: contributo delle politiche sociali all'inclusione, all'occupazione e all'economia);

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolato «Follow-up on the Implementation by the Member States of the 2008 European Commission Recommendation on Active Inclusion of People Excluded from the Labour Market — Towards a social investment approach» (SWD(2013)0039 — Seguito dell'attuazione da parte degli Stati membri della raccomandazione della Commissione del 2008 sul coinvolgimento attivo delle persone escluse dal mercato del lavoro — Verso un approccio orientato agli investimenti nel settore sociale),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolato «3rd Biennal Report on Social Services of General Interest» (SWD(2013)0040 — Terza relazione biennale sui servizi sociali di interesse generale),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolato «Long-term care in ageing societies — Challenges and policy options» (SWD(2013)0041 — Assistenza a lungo termine nelle società che invecchiano — Sfide e opzioni politiche),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolato «Confronting Homelessness in the European Union» (SWD(2013)0042 — Affrontare il problema dei senzatetto nell'Unione europea),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolato «Investing in Health» (SWD(2013)0043 — Investire nella salute),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 20 febbraio 2013, intitolato «Social investment through the European Social Fund» (SWD(2013)0044 — Investimenti nel settore sociale attraverso il Fondo sociale europeo),

    visti la comunicazione della Commissione, del 28 novembre 2012, sull'analisi annuale della crescita 2013 (COM(2012)0750) e il progetto di relazione comune sull'occupazione allegato alla stessa,

    vista la sua risoluzione del 7 febbraio 2013 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: occupazione e aspetti sociali nell'analisi annuale della crescita 2013 (2),

    vista la comunicazione della Commissione, del 3 marzo 2010, intitolata «Europa 2020 — Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),

    vista la comunicazione della Commissione, del 18 aprile 2012, intitolata «Verso una ripresa fonte di occupazione» (COM(2012)0173),

    viste la sua interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione e la relativa risoluzione del 14 giugno 2012 intitolata «Verso una ripresa che generi occupazione» (3),

    vista la comunicazione della Commissione, del 23 novembre 2010, intitolata «Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione: un contributo europeo verso la piena occupazione» (COM(2010)0682),

    vista la sua risoluzione del 26 ottobre 2011 su un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione (4),

    visti la comunicazione della Commissione, del 16 dicembre 2010, intitolata «La Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale» (COM(2010)0758), il parere del Comitato economico e sociale europeo in materia (5) e la sua risoluzione del 15 novembre 2011 sul tema (6),

    vista la comunicazione della Commissione, del 20 dicembre 2011, sull'iniziativa «Opportunità per i giovani»(Youth Opportunities Initiative — COM(2011)0933),

    viste la sua interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione e la relativa risoluzione del 24 maggio 2012 sull'iniziativa «Opportunità per i giovani» (7),

    vista la comunicazione della Commissione, del 5 dicembre 2012, intitolata «Aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro» (COM(2012)0727),

    vista la sua risoluzione del 7 settembre 2010 sullo sviluppo del potenziale occupazionale di una nuova economia sostenibile (8),

    visto il patto europeo per la parità di genere (2011-2020) adottato dal Consiglio il 7 marzo 2011,

    viste la comunicazione della Commissione, del 3 ottobre 2008, relativa a una raccomandazione della Commissione sul coinvolgimento attivo delle persone escluse dal mercato del lavoro (COM(2008)0639) e la sua risoluzione del 6 maggio 2009 in materia (9),

    vista la sua risoluzione del 14 marzo 2013 sull'integrazione dei migranti, gli effetti sul mercato del lavoro e la dimensione esterna del coordinamento in materia di sicurezza sociale (10),

    vista la sua risoluzione del 5 luglio 2011 sul futuro dei servizi sociali di interesse generale (11),

    viste la comunicazione della Commissione, del 2 luglio 2008, intitolata «Agenda sociale rinnovata: opportunità, accesso e solidarietà nell'Europa del XXI secolo» (COM(2008)0412) e la sua risoluzione del 6 maggio 2009 in materia (12),

    viste la comunicazione della Commissione sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche per un'economia in ripresa (COM(2009)0545) e la sua risoluzione del 20 maggio 2010 in materia (13),

    visti la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio (COM(2011)0607/2 — 2011/0268(COD)), presentata dalla Commissione il 14 marzo 2012, e il progetto di risoluzione legislativa del 20 agosto 2012 in materia (14),

    vista la sua risoluzione del 20 novembre 2012 sull'Iniziativa per l'imprenditoria sociale — Costruire un ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro dell'economia e dell'innovazione sociale (15),

    vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2013 sulla responsabilità sociale delle imprese: promuovere gli interessi della società e un cammino verso una ripresa sostenibile e inclusiva (16),

    vista la sua risoluzione del 20 novembre 2012 sul Patto per gli investimenti sociali quale risposta alla crisi (17),

    vista la comunicazione della Commissione, del 16 febbraio 2012, intitolata «Un'agenda dedicata a pensioni adeguate, sicure e sostenibili» (COM(2012)0055),

    vista la convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 117 concernente gli obiettivi e le norme di base della politica sociale,

    vista la raccomandazione OIL n. 202 sui sistemi di protezione sociale di base,

    vista l'interrogazione con richiesta di risposta orale alla Commissione sulla comunicazione di quest'ultima «Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020» (O-000057/2013 — B7-0207/2013),

    visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

    A.

    considerando che in molti Stati membri le misure di risanamento delle finanze pubbliche hanno portato a prediligere gli obiettivi di spesa a breve termine a scapito degli investimenti nella crescita sostenibile, nell'occupazione, nella coesione sociale e nella competitività finalizzati a conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020;

    B.

    considerando che la crisi del debito sovrano che ha colpito l'Europa, e in particolare i paesi dell'area dell'euro, ha comportato una grave regressione economica con conseguenze sociali negative per la maggior parte degli Stati membri in virtù dell'aumento della disoccupazione, dei tassi di povertà e dell'esclusione sociale;

    C.

    considerando che la crisi ha messo in risalto l'interdipendenza economica degli Stati membri e le notevoli divergenze esistenti in relazione alla capacità degli Stati membri di rispondere alle sfide sociali e del mercato del lavoro;

    D.

    considerando che la crisi, unita al cambiamento demografico, pone gli Stati membri di fronte all'urgente necessità di migliorare l'efficacia della spesa sociale e di progettare le potenziali riforme dei rispettivi sistemi di protezione sociale in linea con tale obiettivo;

    E.

    considerando che le parti sociali a livello nazionale possono svolgere un ruolo importante per il finanziamento e la gestione di sistemi di sicurezza sociale;

    F.

    considerando che gli investimenti nel settore sociale, se opportunamente mirati ed efficienti, contribuiscono a stabilizzare l'economia, a promuovere l'occupazione e a migliorare le competenze della forza lavoro, incrementando così la competitività dell'Unione europea;

    G.

    considerando che la crescente intensità di specializzazione richiesta per i posti di lavoro disponibili e il livello di competenze necessario per i settori con grande potenziale occupazionale per il futuro, adattati a un'economia e a una società sostenibili, impongono investimenti adeguati in programmi di istruzione e formazione;

    H.

    considerando che il reddito medio delle famiglie dell'UE è in calo, mentre la disoccupazione di lungo periodo, la povertà (anche tra chi lavora) e l'esclusione sociale nonché la polarizzazione sociale sono in aumento in molti Stati membri;

    I.

    considerando che il 10,5 % della popolazione in età lavorativa è attualmente disoccupato;

    J.

    considerando che la dichiarazione del Consiglio europeo del 30 gennaio 2012 recita: «Crescita e occupazione riprenderanno solo se seguiamo un approccio coerente e ampio, combinando un risanamento di bilancio intelligente che preservi l'investimento nella crescita futura, politiche macroeconomiche sane e una strategia attiva per l'occupazione che preservi la coesione sociale.»;

    K.

    considerando che gli effetti della stagnazione economica e della persistente crisi del debito pubblico, uniti al cambiamento demografico, mettono in crisi i regimi assistenziali nonché il carattere dignitoso delle prestazioni previdenziali, anche per quanto concerne i sistemi di copertura sociale sia obbligatori che facoltativi;

    L.

    considerando che nell'UE il 22,8 % dei giovani è attualmente senza lavoro, con un tasso di disoccupazione giovanile che in alcuni Stati membri supera il 50 %;

    M.

    considerando che 8,3 milioni di europei al di sotto dei 25 anni non lavorano né partecipano a cicli di istruzione o formazione (NEET — not in employment, education or training), e che il loro numero è in continuo aumento, con il rischio che la generazione in questione sia «perduta»;

    N.

    considerando che i giovani con un passato di immigrazione sono più esposti al rischio di lasciare il sistema scolastico-formativo senza aver conseguito un diploma di istruzione secondaria superiore;

    O.

    considerando che il 27 % dei minori è a rischio di povertà o esclusione sociale, contro una media del 24 % in riferimento all'intera popolazione dell'UE (18);

    P.

    considerando che l'8 % dei cittadini dell'UE vive in condizioni di grave indigenza materiale e non può permettersi di soddisfare tutta una serie di esigenze ritenute essenziali per una vita dignitosa in Europa;

    Q.

    considerando che il 15 % dei minori lascia la scuola senza aver conseguito un titolo di istruzione secondaria, mentre il 10 % dei cittadini dell'UE vive in famiglie in cui nessuno lavora;

    R.

    considerando che, in base agli avvertimenti del comitato per la protezione sociale (CPS), le citate cifre sono in continuo aumento in molti Stati membri, anche a causa dell'impatto delle misure di risanamento delle finanze pubbliche;

    S.

    considerando che le categorie più vulnerabili, come le persone anziane e quelle con disabilità, sono state quelle più duramente colpite dalla crisi finanziaria, economica e sociale;

    T.

    considerando che le politiche sociali sono essenzialmente di competenza degli Stati membri e che il ruolo dell'UE è sostenere, assistere e integrare le loro attività;

    U.

    considerando che un impiego dignitoso rappresenta una tutela concreta nei confronti della povertà;

    V.

    considerando che le politiche attive del mercato del lavoro e le strategie di attivazione sono essenziali per aiutare i disoccupati a trovare un impiego dignitoso;

    W.

    considerando che un opportuno orientamento individuale per chi è alla ricerca di un impiego dignitoso può migliorarne le possibilità di successo;

    X.

    considerando che le misure di austerità, ivi inclusi i tagli ai servizi pubblici e ai bilanci per le prestazioni assistenziali, non devono in nessun caso peggiorare la situazione dei più svantaggiati o generare un indebito rischio di disoccupazione per i cittadini;

    Y.

    considerando che le misure di austerità non devono in nessun caso compromettere la disponibilità e l'accessibilità, anche economica, della sanità e dei servizi di assistenza a lungo termine ovvero aggravare le disparità a livello sanitario;

    Z.

    considerando che la crisi economica, probabilmente, si ripercuoterà più sulle donne che sugli uomini; che sussiste il rischio che l'attuale recessione rallenti o addirittura inverta i progressi compiuti, con conseguenze a lungo termine per i sistemi di protezione sociale, per l'inclusione sociale e la demografia;

    AA.

    considerando che qualsiasi politica di rigore finanziario deve essere intelligente e lasciare un margine per investimenti anticiclici nelle grandi priorità politiche nonché essere in linea con i risultati economici e la produttività;

    AB.

    considerando che le comunità emarginate vivono in condizioni socioeconomiche deplorevoli e sono spesso oggetto di gravi forme di discriminazione e segregazione in riferimento a ogni aspetto della vita;

    AC.

    considerando che le prime avvisaglie di abbandono scolastico da parte di un giovane costituiscono un precoce segnale di allarme in merito alla riproduzione ciclica della povertà;

    AD.

    considerando che quello dei senzatetto rimane un problema per tutti gli Stati membri dell'UE ed è una delle forme più estreme di povertà e indigenza che mina la dignità umana e compromette il fondamentale diritto dell'uomo di avere accesso a un alloggio;

    AE.

    considerando che garantire l'accesso ad alloggi dignitosi costituisce un obbligo internazionale, che incombe alla totalità degli Stati membri, in virtù del quale la disponibilità di alloggi popolari è parallela all'offerta del mercato immobiliare;

    AF.

    considerando che i senzatetto necessitano di misure specifiche che consentano di integrarli nella società ed evitare l'esclusione sociale;

    AG.

    considerando che la povertà e l'esclusione sociale rimangono un fattore sociale determinante per quanto concerne le condizioni di salute e di vita, in particolare in riferimento all'impatto della povertà infantile sulla salute e il benessere dei minori;

    AH.

    considerando che, all'interno dell'UE, a tutt'oggi persistono le discriminazioni di genere sul lavoro, il divario retributivo di genere e le conseguenti disparità a livello pensionistico;

    AI.

    considerando che nell'UE solo il 63 % delle donne ha un lavoro, contro il 76 % degli uomini, in parte a causa della mancanza di strutture di assistenza e di misure concrete che contribuiscano al conseguimento di un sano equilibrio tra vita professionale e familiare;

    AJ.

    considerando che la dimensione di genere è fondamentale in vista del conseguimento dei principali obiettivi della strategia UE 2020, dal momento che le donne rappresentano la maggiore riserva di forza lavoro finora inutilizzata, e che, quindi, nell'ambito del semestre europeo devono essere elaborate misure concrete e politiche specifiche per l'integrazione della dimensione di genere;

    AK.

    considerando che, nella maggioranza dei casi, sono le donne a mandare avanti le famiglie nonché ad assumere il ruolo di genitori single e a svolgere mansioni di assistenza, e che le politiche di inclusione attiva presuppongono una serie omnicomprensiva di misure che consentano alle donne stesse di incrementare la loro partecipazione al mercato del lavoro;

    1.

    accoglie con soddisfazione il pacchetto Investimenti sociali della Commissione, il quale stabilisce i necessari collegamenti tra le politiche sociali nazionali, il processo di riforme del semestre europeo e i pertinenti stanziamenti del Fondo di coesione dell'UE;

    2.

    rileva che la comunicazione della Commissione aggiunge all'originaria funzione dei regimi assistenziali i compiti di investimento nel settore sociale e di stabilizzazione dell'economia; sottolinea che l'attuale crisi economica e sociale pone in risalto la necessità che le tre funzioni citate siano complementari e non in contrapposizione;

    3.

    ribadisce la necessità di migliorare il coordinamento delle politiche sociali ed economiche a livello dell'UE per evitare discrepanze, creare sinergie tra di esse e consentire loro di consolidare i rispettivi obiettivi;

    4.

    sottolinea che lo strumento più efficiente per combattere la disoccupazione nel lungo periodo è la crescita economica;

    5.

    si rammarica del fatto che la comunicazione sia accompagnata da una raccomandazione circoscritta a un unico settore quando invece le misure di austerità hanno un notevole impatto su diversi ambiti della politica sociale;

    6.

    è persuaso che le riforme della politica sociale debbano essere guidate, in particolare, dai principi dell'inclusione attiva e dell'attivazione, in modo da consentire l'inserimento dei disoccupati e dei più svantaggiati nel mercato del lavoro nonché la loro partecipazione allo stesso;

    7.

    ricorda che gli investimenti sociali producono benefici sia sul piano sociale che su quello economico in quanto prevengono e affrontano i rischi sociali; sottolinea che essi sono incentrati su politiche pubbliche e strategie di investimento nel capitale umano in grado di agevolare la transizione nell'ambito di mercati del lavoro in mutamento nonché di permettere l'acquisizione di nuove competenze, adattate a un'economia e una società sostenibili, per i settori con grande potenziale occupazionale per il futuro;

    8.

    sottolinea che gli Stati membri dovrebbero considerare gli investimenti nel settore sociale per l'appunto come investimenti potenzialmente in grado di generare un doppio dividendo con rendimenti a lungo termine ed effetti anticiclici che a loro volta limitano il rischio di danni; invita la Commissione a effettuare un'analisi che le consenta di determinare quali porzioni della spesa pubblica nel settore sociale possano essere considerate investimenti produttivi;

    9.

    osserva, in tale contesto, che gli investimenti sociali mirati dovrebbero costituire una componente importante delle politiche economiche e occupazionali degli Stati membri nonché essere integrati nel processo del semestre europeo in vista del conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 in materia sociale, di occupazione e di istruzione;

    10.

    si compiace pertanto dell'invito rivolto dalla Commissione agli Stati membri a includere gli investimenti nel settore sociale tra i loro obiettivi di bilancio a medio e lungo termine, nonché nei rispettivi programmi nazionali di riforma;

    11.

    ribadisce che le risorse per le politiche sociali non sono soltanto quelle messe a disposizione dal settore pubblico;

    12.

    sottolinea pertanto la necessità che gli Stati membri si avvalgano maggiormente di formule di finanziamento innovative tra cui la partecipazione del settore privato e l'ingegneria finanziaria attraverso strumenti come le obbligazioni a impatto sociale (social impact bonds), i partenariati pubblico-privato, la microfinanza, il passaporto di investimento nel settore sociale e le garanzie di sostegno alle politiche;

    13.

    esorta pertanto gli Stati membri a coinvolgere anche le imprese sociali, dal momento che queste ultime possono integrare gli sforzi del settore pubblico;

    14.

    invita la Commissione, in tale contesto, a valutare l'idea di elaborare un quadro comparativo degli indicatori comuni in materia di investimenti sociali che rappresenti un meccanismo di allerta per il monitoraggio dei progressi realizzati negli Stati membri;

    15.

    si compiace dell'insistenza della Commissione riguardo alla destinazione di almeno il 25 % dei fondi della politica di coesione agli investimenti nel settore sociale e nel capitale umano attraverso il Fondo sociale europeo;

    16.

    invita gli Stati membri a garantire il controllo efficace della spesa per le politiche sociali in modo da convogliare le risorse verso misure mirate ed efficienti evitando altresì oneri amministrativi superflui;

    Sostenibilità

    17.

    esorta gli Stati membri a procedere senza indugio alla modernizzazione e, ove necessario, alla riforma strutturale delle rispettive politiche di investimento sociale, al fine di offrire ai cittadini i migliori servizi possibili;

    18.

    sottolinea che gli Stati membri dovrebbero rendere la loro politica di investimento sociale sostenibile e adeguata alle esigenze future migliorando l'efficienza e l'efficacia del sistema nonché le risorse disponibili;

    19.

    sottolinea che per migliorare la sostenibilità delle politiche d'investimento sociale gli Stati membri che intendono procedere in tal senso non devono necessariamente «spendere di più» ma «spendere in maniera più efficiente ed efficace»;

    20.

    invita pertanto gli Stati membri a garantire che la loro politica d'investimento sociale sia orientata agli obiettivi e a monitorarne frequentemente i progressi;

    Lotta alla povertà e all'esclusione sociale

    21.

    ribadisce il suo invito alla Commissione ad affrontare, nelle prossime raccomandazioni per paese che emanerà, il problema della povertà tra i lavoratori e le persone con legami scarsi o nulli con il mercato del lavoro nonché tra gli anziani; invita il Consiglio europeo a sostenere i suddetti orientamenti in via prioritaria;

    22.

    sottolinea gli elementi importanti della strategia europea a favore dell'inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro, vale a dire un adeguato sostegno al reddito, mercati del lavoro inclusivi e l'accesso a servizi di qualità; deplora che le strategie nazionali di inclusione attiva siano troppo spesso circoscritte all'attivazione dell'occupazione, escludendo di fatto le persone che sono al di fuori del mercato del lavoro e che non hanno la possibilità di rientrarvi, ad esempio per motivi di età o a causa di limitazioni funzionali;

    23.

    rammenta agli Stati membri che le politiche di inclusione attiva dovrebbero:

    essere coerenti con un approccio basato sul ciclo di vita per quanto riguarda le politiche sociale, occupazionale, dell'istruzione e dell'apprendimento permanente;

    essere su misura, mirate e orientate alle esigenze nonché fondate sull'accesso universale e la non discriminazione;

    basarsi su un approccio integrato e avere carattere partecipativo;

    rispettare i prerequisiti essenziali per consentire la partecipazione senza creare condizioni tali da mettere a rischio il reddito minimo di sussistenza; e

    seguire, data l'importanza delle condizioni locali e regionali, la direzione degli sforzi compiuti nell'ambito della politica di coesione per realizzare la coesione economica, sociale e territoriale;

    24.

    invita gli Stati membri a valutare sistematicamente l'impatto delle misure di austerità sulle categorie vulnerabili nel quadro delle politiche di inclusione attiva;

    25.

    invita gli Stati membri a garantire la qualità dei servizi sociali per chi vi ha diritto, ad esempio in relazione alla disponibilità e all'accessibilità, anche economica, degli stessi, soprattutto nei settori della sanità, dell'assistenza a lungo termine, dell'istruzione, dell'edilizia popolare, dell'energia, dell'acqua, dei trasporti e delle comunicazioni;

    26.

    sottolinea la necessità di aumentare la produttività nella prestazione di assistenza, riducendo l'incidenza della fragilità e della disabilità nonché consentendo agli anziani di continuare a condurre una vita autonoma, anche in presenza di limitazioni funzionali;

    27.

    invita gli Stati membri a valutare l'opportunità di introdurre tariffe sociali predefinite per le categorie vulnerabili in settori quali l'energia, l'acqua e i trasporti pubblici;

    28.

    chiede che le organizzazioni che rappresentano le comunità emarginate siano attivamente coinvolte nell'elaborazione e nell'attuazione delle strategie di integrazione di tali comunità come ad esempio le strategie nazionali di integrazione dei rom nella prospettiva del 2020;

    29.

    deplora che in numerosi Stati membri non si compiano sforzi sufficienti per integrare gli immigrati; sottolinea la necessità di investire in appositi programmi e servizi e in sistemi di informazione efficienti per l'accesso a tali programmi, al fine di facilitare l'integrazione degli immigrati e ridurre il rischio di esclusione sociale;

    30.

    invita la Commissione a elaborare una tabella di marcia concreta e dettagliata per l'attuazione di strategie di inclusione attiva; sottolinea che la suddetta tabella di marcia, oltre a specificare scadenze e obiettivi realistici sulla base di indicatori specifici e di un dialogo approfondito tra le parti interessate, dovrebbe essere attentamente monitorata attraverso il metodo di coordinamento aperto, con opportuni strumenti e procedure da utilizzare in caso di inosservanza;

    Lotta alla povertà infantile

    31.

    si compiace della raccomandazione della Commissione sulla povertà infantile, annunciata nella comunicazione di quest'ultima dal titolo «La Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale»; ribadisce inoltre i diritti dei minori sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;

    32.

    valuta positivamente l'approccio globale promosso nella raccomandazione, la quale, oltre a basarsi su tre pilastri (vale a dire l'accesso a risorse adeguate, l'accesso a servizi di alta qualità e la partecipazione alla società e ai processi decisionali), riconosce i minori in quanto titolari di diritti;

    33.

    ribadisce il diritto all'istruzione riconosciuto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia a tutti i bambini e i giovani, compresi quelli che non possiedono un permesso di soggiorno per il paese in cui risiedono;

    34.

    sottolinea che la lotta alla povertà infantile deve concentrarsi sulla prevenzione e l'intervento precoce anziché sulla reazione, e dovrebbe basarsi sul principio guida dell'accesso paritario a servizi di istruzione e assistenza per l'infanzia di alta qualità;

    35.

    sostiene in tale contesto gli interventi volti alla realizzazione di più strutture per l'infanzia, ad esempio centri di attività aperti sia nel periodo scolastico che durante le vacanze, nonché attività extracurricolari, culturali e sportive che includano i pasti;

    36.

    sottolinea la necessità di risorse finanziarie adeguate per tali servizi, in particolare per le politiche a sostegno delle famiglie povere e vulnerabili, ad esempio le famiglie con bambini disabili, le famiglie monoparentali e quelle numerose;

    37.

    sottolinea l'importanza della relazione genitori-figli e la necessità di fornire un sostegno ai genitori per aiutarli a esercitare le proprie responsabilità genitoriali, impedendo in tal modo che i bambini siano separati dai genitori e dati in affido a causa di situazioni di estrema povertà;

    Lotta al problema dei senzatetto

    38.

    si compiace del documento di lavoro dei servizi della Commissione sulla lotta contro il problema dei senzatetto;

    39.

    ricorda la richiesta del Parlamento di una tabella di marcia concreta e dettagliata per l'attuazione della strategia dell'UE relativa al problema dei senzatetto;

    40.

    sottolinea che gli investimenti nell'edilizia popolare, oltre ad avere un ruolo essenziale nell'attenuare le conseguenze della povertà, dovrebbero essere considerati un investimento sociale che permette la creazione di posti di lavoro dignitosi e una crescita sostenibile nel lungo termine;

    41.

    invita gli Stati membri a eliminare gli oneri amministrativi superflui per le richieste di alloggi popolari, nonché tutte le discriminazioni nei confronti delle minoranze o delle categorie vulnerabili, in modo da garantire un accesso paritario per tutti;

    42.

    ricorda che i costi per l'energia costituiscono generalmente una parte consistente delle spese domestiche e invita pertanto gli Stati membri a rafforzare le loro politiche a sostegno dell'efficienza energetica delle famiglie;

    43.

    invita gli Stati membri a predisporre programmi specifici per i senzatetto basati su una valutazione delle situazioni locali, attribuendo particolare rilevanza alle soluzioni abitative e all'assistenza a lungo termine per le persone vulnerabili e le comunità emarginate piuttosto che alla semplice messa a disposizione di alloggi provvisori;

    Occupazione giovanile

    44.

    sottolinea che gli investimenti nell'occupazione giovanile devono costituire una componente essenziale delle strategie nazionali di investimento sociale;

    45.

    esorta gli Stati membri ad adottare misure risolute per combattere la disoccupazione giovanile, in particolare attraverso iniziative di prevenzione dell'abbandono precoce degli studi o dei programmi di formazione e apprendistato (realizzando, ad esempio, un sistema di formazione duale o altre formule altrettanto efficaci), elaborando altresì strategie globali per i giovani disoccupati e non iscritti a corsi d'istruzione o formazione (NEET — not in employment, education or training);

    46.

    sottolinea che gli investimenti sociali a favore dei giovani NEET ridurrebbero l'attuale perdita economica dovuta alla non partecipazione dei giovani al mercato del lavoro che, secondo le stime di Eurofound, ammonta a 153 miliardi di EUR ovvero all'1,2 % del PIL dell'Unione;

    47.

    si rammarica del fatto che l'attuale politica di investimento sociale non sottolinei a sufficienza la necessità di concentrare le risorse, in via prioritaria, sui disoccupati di lungo periodo, sui giovani disoccupati e sui lavoratori più anziani che rischiano di diventare disoccupati a lungo termine;

    48.

    osserva che gli investimenti sociali a favore dei giovani possono assumere svariate forme e possono essere realizzati, tra l'altro, sviluppando partenariati fra scuole, centri di formazione e imprese locali o regionali, predisponendo programmi di formazione mirati e di qualità e tirocini di alta qualità per i giovani, regimi di formazione professionale in cooperazione con le imprese nonché «patrocini» da parte di dipendenti più anziani finalizzati all'assunzione e alla formazione di giovani nell'impresa, o garantendo una migliore transizione dall'istruzione al lavoro, incoraggiando la partecipazione dei giovani alla società e promuovendo la mobilità regionale, europea e internazionale con la realizzazione di ulteriori progressi verso il riconoscimento reciproco delle qualifiche e delle competenze; sottolinea inoltre che l'investimento nel settore sociale può essere accompagnato da incentivi efficaci, ad esempio sovvenzioni all'occupazione o contributi assicurativi per i giovani che garantiscano condizioni di vita e di lavoro dignitose, al fine di incoraggiare i datori di lavoro pubblici e privati ad assumere i giovani, a investire sia nella creazione di posti di lavoro di qualità per i giovani che nella formazione continua e nell'aggiornamento delle loro competenze durante il periodo lavorativo, nonché a sostenere l'imprenditorialità tra i giovani;

    49.

    sottolinea la necessità di migliorare il coordinamento dei sistemi nazionali di sicurezza sociale, in particolare per quanto riguarda i regimi pensionistici, al fine di incoraggiare la mobilità;

    50.

    sottolinea la necessità di informazioni statistiche comparabili tra gli Stati membri per quanto riguarda la disoccupazione giovanile e la spesa relativa al mercato del lavoro per i giovani;

    Creazione di occupazione e mercati del lavoro

    51.

    avverte che le misure di austerità possono compromettere la qualità dell'occupazione, la protezione sociale e le norme in materia di salute e sicurezza; sottolinea altresì che dovrebbero pertanto essere accompagnate da misure volte a mantenere standard adeguati;

    52.

    sottolinea l'importanza dell'apprendimento permanente quale mezzo per rafforzare la capacità delle persone di partecipare alla società e al mercato del lavoro fino all'età pensionabile legale o, se auspicato, anche oltre;

    53.

    ribadisce il suo invito agli Stati membri ad adottare provvedimenti favorevoli alla creazione di posti di lavoro nell'ambito dei rispettivi programmi di investimento sociale, ad esempio introducendo riforme in materia di imposte sui redditi da lavoro, offrendo incentivi all'occupazione, promuovendo e sostenendo le attività autonome e la creazione di imprese, migliorando il quadro di riferimento per le attività imprenditoriali e favorendo l'accesso ai finanziamenti per le PMI, trasformando il lavoro informale e non dichiarato in occupazione regolare, creando incentivi per migliorare il livello occupazionale delle categorie sociali più vulnerabili, riformando i mercati del lavoro per renderli più dinamici e non discriminatori, introducendo la flessicurezza e modernizzando i sistemi di definizione delle retribuzioni per allinearle all'andamento della produttività;

    54.

    sottolinea la necessità di sfruttare il potenziale di creazione di posti di lavoro di settori innovativi nell'ambito del programma Orizzonte 2020, quali l'economia sostenibile senza carbonio, l'assistenza sanitaria e sociale e i settori digitale, culturale e creativo, in quanto obiettivo che dovrebbe essere sostenuto da adeguati investimenti in nuove competenze e strumenti di investimento sociale innovativi, utilizzando il concetto di specializzazione intelligente per adeguare i punti di forza della ricerca e dell'innovazione alle evoluzioni del mercato;

    55.

    fa notare che il rispetto dei principi della flessicurezza consente un'adeguata protezione sociale dei lavoratori e l'accesso alla formazione e allo sviluppo della carriera, permettendo l'acquisizione di nuove competenze;

    Imprenditoria sociale

    56.

    si compiace dell'enfasi posta sull'imprenditoria sociale e l'accesso alla microfinanza, ad esempio per le categorie vulnerabili; sottolinea che si tratta di elementi essenziali nel quadro degli investimenti sociali, non soltanto perché permettono la creazione di nuovi posti di lavoro sostenibili e lo sviluppo dell'economia sociale e solidale, ma anche perché consentono alle imprese sociali di generare utili e reinvestirli;

    57.

    sottolinea la necessità di garantire un invecchiamento attivo e in buona salute in una prospettiva che tiene conto di tutto l'arco della vita, e di porre l'accento sulla prevenzione e la riabilitazione per ridurre l'incidenza e ritardare l'insorgenza di fragilità, limitazioni funzionali e disabilità invertendone o mitigandone lo sviluppo;

    58.

    deplora che la comunicazione non metta in evidenza l'importante ruolo svolto dal programma Grundtvig nella prevenzione della povertà e dell'esclusione sociale e nella promozione degli investimenti sociali; invita la Commissione a sensibilizzare maggiormente in merito alle opportunità del programma per l'apprendimento permanente nonché all'istruzione e alla formazione in ambito professionale; invita inoltre gli Stati membri a migliorarne la qualità e l'accessibilità;

    59.

    sottolinea il ruolo importante degli strumenti finanziari dell'UE e dei fondi europei per l'imprenditoria sociale per il miglioramento dell'accesso delle imprese sociali ai mercati finanziari;

    60.

    invita la Commissione a valutare la possibilità di introdurre un quadro europeo comune in materia di pubblicazione dei dati in quanto strumento che garantirebbe informazioni trasparenti sugli investimenti nelle imprese sociali negli Stati membri e incoraggerebbe la pressione tra pari;

    61.

    sottolinea che la responsabilità sociale delle imprese (RSI) dovrebbe concentrarsi sulle norme ambientali e sociali nell'ottica di garantire il comportamento responsabile delle imprese;

    Dimensione di genere

    62.

    si compiace che la dimensione di genere sia inclusa nella comunicazione della Commissione sulle strategie per gli investimenti sociali;

    63.

    sottolinea che la disponibilità di strutture di assistenza all'infanzia e di altro tipo svolge un ruolo fondamentale, in quanto permette alle donne di inserirsi nel mercato del lavoro e di lavorare a tempo pieno; invita gli Stati membri a predisporre sufficienti strutture di assistenza all'infanzia e di altro tipo, in modo da consentire la partecipazione di entrambi i genitori al mercato del lavoro, tanto più che la disponibilità di posti nelle strutture di assistenza per l'infanzia è attualmente piuttosto disomogenea tra gli Stati membri;

    64.

    si unisce alla Commissione nel chiedere agli Stati membri di investire in servizi — come ad esempio un'assistenza all'infanzia economicamente accessibile, a tempo pieno e di qualità, le scuole a tempo pieno e i servizi di assistenza agli anziani nonché il sostegno per chi presta assistenza a titolo informale — che contribuiscano a promuovere la parità di genere, favoriscano un migliore equilibrio tra lavoro e famiglia per gli uomini e le donne (anche in riferimento ai congedi di paternità) e creino un quadro atto a consentire l'inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro garantendo nel contempo la parità di retribuzione per uno stesso lavoro per uomini e donne;

    65.

    ribadisce l'importanza di sistemi di istruzione attenti alle problematiche di genere che offrano ai bambini la possibilità di scoprire i propri talenti ed evitino in tal modo nel lungo termine la segregazione di genere sul mercato del lavoro;

    66.

    invita gli Stati membri a rispettare e promuovere la parità di genere nel quadro delle rispettive politiche nazionali e dei programmi nazionali di riforma;

    Fondi UE

    67.

    sottolinea il ruolo cruciale svolto dalla politica di coesione e dai Fondi strutturali nella promozione degli investimenti sociali; sottolinea, in tale contesto, il contributo significativo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) nella prevenzione della povertà tra i lavoratori colpiti dalla crisi e quello dello strumento europeo di microfinanziamento Progress in termini di sostegno all'imprenditorialità attraverso misure per la formazione, la riqualificazione e la forza lavoro finalizzate al reinserimento nel mondo del lavoro;

    68.

    sottolinea che i fondi strutturali dovrebbero concentrarsi sui settori prioritari che, oltre ad avere un evidente impatto sulla crescita e l'occupazione, rientrano tra le priorità proposte per la politica di coesione;

    69.

    sottolinea che il Fondo sociale europeo dovrebbe orientarsi più nettamente verso misure attive che soddisfino effettivamente le esigenze dei datori di lavoro;

    70.

    si compiace dell'importanza attribuita dalla Commissione al Fondo sociale europeo quale principale strumento per la promozione degli investimenti sociali; sostiene fermamente, a tale riguardo, l'assegnazione di almeno il 25 % dei fondi all'FSE, con destinazione del 20 % degli stanziamenti dell'FSE in ciascuno Stato membro alla promozione dell'inclusione sociale e alla lotta contro la povertà;

    71.

    invita gli Stati membri ad assicurarsi che il Quadro finanziario pluriennale 2014-2020 contenga adeguate risorse di bilancio per dare stimolo e sostegno agli investimenti sociali nell'Unione;

    72.

    chiede con urgenza che i 6 miliardi di EUR assegnati alla nuova iniziativa per l'occupazione giovanile siano concentrati nei primi anni del Quadro finanziario pluriennale per affrontare il problema della disoccupazione giovanile e dare attuazione alle garanzie per i giovani; sottolinea che, secondo le stime dell'OIL, i costi per l'applicazione di garanzie per i giovani nell'area dell'euro ammontano a 21 miliardi di EUR; chiede pertanto che gli stanziamenti siano rivisti al rialzo nell'ambito di una revisione del Quadro finanziario pluriennale; valuta positivamente l'ampliamento della categoria degli aventi diritto alla garanzia a tutti i giovani con meno di 30 anni;

    73.

    si compiace dell'intenzione della Commissione di valutare attentamente l'uso di nuovi strumenti finanziari al fine di aumentare l'effetto leva degli investimenti pubblici nel settore sociale; invita la Commissione a presentare proposte più dettagliate al riguardo;

    Dimensione sociale dell'UEM

    74.

    ritiene che la disciplina di bilancio nell'area dell'euro debba essere misurata sulla base di parametri non soltanto fiscali e macroeconomici ma anche, su un piano di parità, occupazionali e sociali, oltre che sulla scorta di relazioni sullo stato di avanzamento delle riforme strutturali, al fine di garantire un livello adeguato ed efficace di investimenti sociali e assicurare quindi la sostenibilità di un'Unione europea sociale in una prospettiva di lungo termine;

    75.

    esorta la Commissione, nel valutare le possibili modalità di rafforzamento della dimensione sociale di un'autentica Unione economica e monetaria, ad affrontare le esigenze degli Stati membri in materia di investimenti pubblici, in particolare quelle relative agli obiettivi sociali e di istruzione nel quadro della strategia Europa 2020;

    76.

    ribadisce che un pacchetto sociale per l'Europa dovrebbe:

    garantire che l'istituzione di una governance economica europea sia accompagnata da una migliore governance sociale, nel pieno rispetto dell'autonomia delle parti sociali e dell'importanza del dialogo sociale tripartito;

    promuovere la definizione di strumenti per la rapida introduzione di una garanzia europea per i giovani, un quadro europeo della qualità per i tirocini e gli apprendistati, servizi pubblici dignitosi e accessibili, retribuzioni che permettano una vita dignitosa, con la fissazione di redditi minimi nazionali per prevenire la povertà tra chi lavora, la protezione sociale e la trasferibilità dei diritti pensionistici, l'accesso ad alloggi popolari adeguati ed economicamente accessibili, una protezione sociale di base per garantire la parità di accesso ai servizi sanitari essenziali, indipendentemente dal reddito, l'applicazione di un protocollo sociale per proteggere i diritti sociali e del lavoro fondamentali, la parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore, una nuova strategia in materia di salute e sicurezza;

    prevedere una nuova iniziativa legislativa concernente il diritto dei parlamenti nazionali di richiedere alla Commissione un'iniziativa legislativa, sotto forma di una «carta verde», sulla base dell'articolo 352 TFUE;

    riconoscere ai parlamenti nazionali il nuovo diritto di richiedere alla Commissione un'iniziativa legislativa, sotto forma di una «carta verde», attraverso una modifica del trattato;

    garantire risorse adeguate per gli investimenti sociali, compresi lo stanziamento del 25 % dei fondi della politica di coesione a favore del FSE;

    77.

    invita gli Stati membri, qualora ingiustificate minoranze di blocco impediscano i progressi necessari, a estendere il principio della cooperazione rafforzata alle politiche occupazionali e sociali;

    o

    o o

    78.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


    (1)  GU L 59 del 2.3.2013, pag. 5.

    (2)  Testi approvati, P7_TA(2013)0053.

    (3)  Testi approvati, P7_TA(2012)0260.

    (4)  GU C 131 E dell'8.5.2013, pag. 87.

    (5)  GU C 248 del 25.8.2011, pag. 130.

    (6)  GU C 153 E del 31.5.2013, pag. 57.

    (7)  Testi approvati, P7_TA(2012)0224.

    (8)  GU C 308 E del 20.10.2011, pag. 6.

    (9)  GU C 212 E del 5.8.2010, pag. 23.

    (10)  Testi approvati, P7_TA(2013)0092.

    (11)  GU C 33 E del 5.2.2013, pag. 65.

    (12)  GU C 212 E del 5.8.2010, pag. 11.

    (13)  GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 112.

    (14)  Relazione A7-0250/2012 della commissione per l'occupazione e gli affari sociali.

    (15)  Testi approvati, P7_TA(2012)0429.

    (16)  Testi approvati, P7_TA(2013)0050.

    (17)  Testi approvati, P7_TA(2012)0419.

    (18)  http://europa.eu/rapid/press-release_STAT-13-28_en.htm?locale=en


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