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Document 51998AC0455

    Parere del Comitato economico e sociale in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni "Per un'Europa della conoscenza"»

    GU C 157 del 25.5.1998, p. 49 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    51998AC0455

    Parere del Comitato economico e sociale in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni "Per un'Europa della conoscenza"»

    Gazzetta ufficiale n. C 157 del 25/05/1998 pag. 0049


    Parere del Comitato economico e sociale in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni "Per un'Europa della conoscenza"»

    (98/C 157/13)

    La Commissione, in data 18 novembre 1997, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 198 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale in merito alla comunicazione di cui sopra.

    La Sezione «Affari sociali, famiglia, istruzione e cultura», incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il parere sulla base del rapporto introduttivo del relatore Koryfidis, in data 12 marzo 1998.

    Il Comitato economico e sociale ha adottato il 25 marzo 1998, nel corso della 353a sessione plenaria, con 65 voti favorevoli e 1 astensione, il seguente parere.

    1. Introduzione

    1.1. La Comunicazione della Commissione dal titolo «Per un'Europa della conoscenza» rappresenta un apprezzabile tentativo di delimitare la portata e il contenuto della nuova generazione di azioni comunitarie in materia di istruzione, formazione e gioventù.

    1.2. Il punto di partenza e la fonte d'ispirazione delle problematiche esposte e delle tesi formulate sono il nuovo Trattato, le posizioni globali della Commissione in materia, così come sono state espresse nel programma d'azione AGENDA 2000, e le comunicazioni dedicate in precedenza a tali tematiche. Quanto agli orientamenti fondamentali, essi sono determinati dalle seguenti priorità:

    - l'esigenza di mantenere la vantaggiosa posizione politico-economica che l'Europa detiene a livello mondiale, dando un nuovo impulso alle iniziative della Comunità nei settori dell'innovazione, della ricerca, dell'istruzione e della formazione;

    - la necessità di stabilire un legame tra le politiche (macroeconomiche o di altro tipo) intese a creare occupazione e una strategia in materia di istruzione e di formazione volta espressamente a individuare, stimolare e sfruttare nella massima misura possibile le potenzialità di ciascun individuo, per il suo bene e per quello della società nel complesso;

    - il bisogno di sviluppare e modernizzare le politiche interne dell'Unione, indipendentemente da considerazioni puramente economiche, per promuovere l'identità del cittadino europeo nel senso lato del termine.

    1.3. Come sottolinea la Comunicazione della Commissione, la condizione principale per costruire un'Europa della conoscenza è quella di «costruire progressivamente uno spazio educativo europeo aperto e dinamico». Tale concetto abbraccia un ambito pluridimensionale, in cui rientra in particolare il fondamentale processo dell'«istruzione e della formazione lungo tutto l'arco della vita».

    2. Osservazioni generali

    2.1. Anzitutto, il Comitato ritiene importante segnalare che la Comunicazione in oggetto rientra nell'ambito delle iniziative successive al Libro bianco su istruzione e formazione () e alla Comunicazione sul seguito riservato a quest'ultimo (). Pertanto, tutte le osservazioni che il Comitato esprimerà sul contenuto della Comunicazione in esame faranno riferimento ai pareri già elaborati su questi due documenti ().

    2.2. La Comunicazione della Commissione è stata pubblicata in un momento in cui, ad eccezione del vertice sull'occupazione, il grosso delle politiche dell'UE si concentra sulle questioni relative all'ampliamento e all'unione economica e monetaria. In tale contesto, il documento in oggetto ha il merito di riportare l'azione comunitaria in una dimensione più visibile e tangibile per il cittadino europeo, e di incitare quest'ultimo ad impegnarsi maggiormente nelle politiche dell'UE, ravvicinandolo così ad essa.

    2.3. Il Comitato formula un giudizio positivo sui contenuti della Comunicazione. Se talune condizioni saranno soddisfatte, essa apporterà un contributo fondamentale alle prospettive dell'Unione europea. A proposito delle tesi avanzate dalla Commissione nel documento, il Comitato formula in particolare le osservazioni che seguono.

    2.3.1. Gli orientamenti illustrati dalla Commissione per mettere in primissimo piano le politiche relative alla conoscenza (innovazione, ricerca, istruzione e formazione) sono, per il Comitato, non solo di importanza capitale ma rappresentano anche una novità assoluta. Essi inoltre corrispondono a quanto il Comitato ha già formulato o approvato in precedenti pareri.

    2.3.2. Il Comitato attribuisce la massima importanza alla coerenza tra tali orientamenti, il futuro della competitività dell'economia europea e dell'occupazione, e le prospettive di creazione di un clima e di un ambiente che permettano al cittadino europeo di realizzarsi sul piano personale. La qualità di tale collegamento costituirà il fattore essenziale che permetterà all'UE e ai suoi cittadini di adeguarsi alle nuove condizioni che dovrebbero venirsi a creare con l'avvento della società dell'informazione.

    2.3.3. Il Comitato osserva che l'adozione di una strategia e di una politica macroeconomica armonizzate a favore dell'occupazione richiede una modifica degli orientamenti nel campo dell'istruzione, dell'insegnamento e della formazione allo scopo di trasmettere ai giovani e a tutti i cittadini una diversa impostazione e soprattutto di adottare un nuovo modo di intendere settori come «l'economia della solidarietà» o altre attività legate a bisogni che il mercato non riesce ancora a soddisfare (ad esempio nel settore dell'ambiente).

    2.3.3.1. Tale strategia e tale politica macroeconomica richiedono inoltre il monitoraggio costante e lo studio approfondito di tutti i settori di produzione e in particolare di quelli che evidenziano una marcata tendenza al cambiamento, in senso positivo o negativo. Sono infatti questi cambiamenti che dovranno avviare, al momento opportuno e con tutta la necessaria attenzione, gli interventi da effettuare a favore delle politiche d'istruzione a medio e lungo termine e nel settore della formazione, con l'intenzione di creare meccanismi di azione immediata.

    2.3.4. Il Comitato ritiene che, per gli Europei, l'Europa della conoscenza significhi la possibilità per ogni cittadino dell'Unione di accedere alla conoscenza, di svolgere un'attività politica e sociale in piena coscienza, di godere dell'istruzione e della formazione durante tutto l'arco della vita. Tuttavia, tale concetto deve essere altresì sinonimo di «società orientata alla coesione e alla solidarietà, fondata su un insieme di elementi come la qualità della vita, la qualità dell'ambiente, la libertà, la sicurezza e la giustizia» (). In altri termini, esso equivale in sostanza a una maggiore democrazia politica e sociale.

    2.3.5. In linea di principio, il Comitato dà il suo appoggio incondizionato alla proposta concreta della Commissione di «costruire progressivamente uno spazio educativo europeo». A tale proposito rimanda all'osservazione già formulata più volte circa l'esistenza di uno spazio non coperto dai sistemi d'istruzione nazionali, di cui gli organi comunitari dovrebbero occuparsi, e circa la necessità di coordinare, nel rispetto del principio di sussidiarietà, i regimi d'insegnamento degli Stati membri per renderli più efficaci.

    2.3.6. L'esclusione è un altro problema legato alla creazione di un'Europa della conoscenza e alla costruzione di uno spazio educativo europeo. Non avere la possibilità di partecipare a questa costruzione e di trarre i benefici che essa dovrebbe apportare alla società europea e ai suoi cittadini, è un problema grave che non concerne solo singoli individui, ma anche strati completi della società o addirittura intere regioni dell'Unione. Per far fronte a questa realtà, è assolutamente necessario mettere in atto senza indugi politiche che scongiurino questa eventualità.

    2.3.7. Il Comitato ritiene che tutte le iniziative che saranno decise a favore dei giovani, nell'ambito dei sistemi d'istruzione o indipendentemente da questi ultimi, dovranno rientrare in una politica più generale non soltanto determinata dalle origini e dal decorso storico della cultura europea ma anche dal processo di costruzione dell'Europa della conoscenza e dal suo futuro. Non bisogna dimenticare che l'Europa attualmente in costruzione è destinata essenzialmente ai giovani d'oggi e a coloro che, proprio a causa della loro età, non prendono parte alla definizione dei nostri programmi. Pertanto siamo per lo meno obbligati a trasmettere alle future generazioni la nostra memoria storica, i valori che nel corso dei secoli ci hanno consentito di raggiungere la posizione che occupiamo, e i mezzi per comprendere e condividere il nostro approccio, almeno nella fase di realizzazione dei nostri progetti.

    2.3.8. Da un altro punto di vista, l'Europa della conoscenza ci fa riflettere e ci permette di prendere posizione sul ruolo che le nuove tecnologie possono svolgere nello sviluppo di un'altra forma di processo democratico, più diretta e completa. In un mondo in cui le possibilità di diffusione dell'informazione diventano illimitate, è forse giunto il momento di domandarci se sia possibile, attraverso l'istruzione e la formazione, creare una civiltà in grado di setacciare le informazioni e verificarne la validità, dando vita a una cultura che consenta lo sviluppo di forme democratiche più elevate e dirette.

    2.3.9. Il Comitato è infine lieto di constatare che le posizioni adottate dalla Commissione nella comunicazione, specie per quanto concerne il numero degli obiettivi, la concentrazione delle azioni, gli ambienti implicati e la cooperazione internazionale, sono molto simili a quelle difese a suo tempo dal Comitato stesso in precedenti pareri.

    3. Osservazioni particolari

    3.1. Le politiche della conoscenza

    3.1.1. Durante l'esame della Comunicazione, il Comitato ha rilevato i seguenti problemi:

    - la necessità di chiarire il significato attribuito alle espressioni «Europa della conoscenza», «spazio educativo europeo», e «istruzione e formazione lungo tutto l'arco della vita»;

    - la necessità di giustificare in maniera più particolareggiata la scelta in favore della realizzazione di un'Europa della conoscenza, e di dimostrarne il carattere imperativo;

    - la necessità di determinare in maniera più precisa le poste in gioco (obiettivi, azioni, numero di cittadini interessati dalle iniziative, costi implicati dalle stesse).

    Il Comitato adotta una posizione intesa ad appoggiare e integrare tutti i punti sviluppati al riguardo dalla Comunicazione della Commissione, pur sottolineando i seguenti elementi:

    3.1.1.1. Il cittadino medio possiede ormai una percezione più netta dei turbamenti arrecati agli equilibri e ai meccanismi sociali dalla nuova situazione economica e dal ritmo a cui evolvono le conoscenze e la tecnologia. Esige quindi di essere informato in maniera dettagliata e oggettiva sugli eventi in corso e di poter partecipare ai loro successivi sviluppi. In considerazione di tale esigenza, i detentori del sapere e, più in particolare, coloro i quali dispongono delle cognizioni moderne e conoscono le modalità per realizzare la società conoscitiva, sono tenuti a far beneficiare anche gli altri delle proprie conoscenze.

    3.1.1.2. A livello europeo, ciò significa che le istituzioni dell'UE, e in particolare la Commissione, devono fornire d'ora in poi risposte chiare, circostanziate e convincenti alle numerose e urgenti domande che i cittadini europei si pongono su tali argomenti. Se ciò non avverrà, esse favoriranno l'emergere di vuoti ideologici dovuti alla mancanza di informazione e di conoscenze, e basati su atteggiamenti estremisti.

    3.1.1.3. Durante l'ideazione, l'elaborazione e l'attuazione dei nuovi programmi, bisognerà tenere in debito conto le osservazioni di cui ai due punti precedenti, sull'esigenza concreta di motivare ogni azione in maniera comprensibile, circostanziata e convincente e, più in particolare, di disporre di una conoscenza approfondita del loro fondamento logico e del loro contenuto, nonché delle azioni necessarie per realizzarne gli obiettivi.

    3.1.2. La suddetta analisi della Comunicazione della Commissione da parte del Comitato è in linea con il ruolo istituzionale di quest'ultimo e, più in particolare, con la sua sensibilità e le sue priorità, che sono determinate dai grandi problemi con cui attualmente si confronta la società europea. Tali difficoltà, in cima alle quali figurano l'occupazione, la competitività dell'economia europea e i pericoli che incombono sul modello sociale europeo, illustrano chiaramente l'atteggiamento cauto e dubitativo del Comitato nei confronti di tutte le scelte fondamentali di questo tipo operate dall'Unione europea. Per la stessa ragione, il Comitato invita inoltre la Commissione a stabilire un legame ancora più saldo tra le sue tesi in favore della realizzazione dell'Europa della conoscenza e i problemi, le angosce e gli interrogativi che assillano i cittadini europei e in particolare i giovani.

    3.1.2.1. Di conseguenza, la nuova proposta avanzata dalla Commissione in materia di istruzione, formazione e gioventù sarà giudicata in base alla sua capacità di risolvere tali problemi o almeno di attenuarne la gravità. La sua logica globale, come scaturisce dagli obiettivi formulati, dal numero e dalla portata delle azioni, dall'entità e dal ruolo dei soggetti coinvolti e dal quadro generale entro il quale si sviluppa tutta la gamma di programmi, va nella giusta direzione.

    3.1.2.2. A giudizio del Comitato, è evidente che il nuovo Trattato e le sue disposizioni in materia di istruzione, occupazione e politica sociale creano potenzialmente premesse migliori per lo sviluppo delle politiche sopra menzionate.

    3.2. Le politiche di gestione

    3.2.1. Per il Comitato, il modo in cui sono gestiti i programmi costituisce un serio problema. La possibilità di esserne informati e di accedervi rappresenta un diritto inalienabile dei cittadini europei, il che impone pesanti obblighi alle istituzioni dell'Unione europea e agli Stati membri nei loro confronti. Il Comitato invita pertanto la Commissione a intensificare gli sforzi per promuovere i programmi comunitari dalla fase di ideazione fino alla loro attuazione e alla valutazione del loro impatto e dei loro risultati, avvalendosi a tal fine di tutti i canali di informazione e in particolare di quelli elettronici. Nel contempo, il Comitato invita tutti i cittadini europei a impegnarsi attivamente nell'elaborazione e nella realizzazione di tali programmi.

    3.2.2. Il Comitato ritiene che si debba compiere uno sforzo ancora maggiore riguardo ai mezzi di accesso e di partecipazione dei cittadini ai programmi europei. In tal senso, la Commissione dovrebbe creare le condizioni tali da eliminare automaticamente gli ostacoli cui i cittadini devono far fronte quando vogliono prendere parte a tali azioni. Sarebbe opportuno vagliare la possibilità di far sì che il cittadino si rivolga a un organismo indipendente di secondo grado per trovare una soluzione ai problemi con cui si confronta in concreto.

    3.3. La promozione dell'occupazione

    3.3.1. Il Comitato condivide altresì il nesso stabilito dalla Comunicazione della Commissione tra politiche occupazionali e politiche in materia di istruzione, formazione e gioventù. Tuttavia, sottolinea che le competenze attribuite all'istruzione e alla formazione non devono essere irrealizzabili, né tanto meno suscitare false speranze. L'istruzione e la formazione rivestono sicuramente un ruolo determinante per l'occupazione, ma da sole non sono in grado di risolvere il problema della disoccupazione.

    3.3.2. Quest'ultima osservazione è intesa ad evitare che si riponga eccessiva fiducia nelle politiche dell'istruzione e della formazione, e che si traggano conclusioni sbagliate sulle modalità per risolvere il grave problema della disoccupazione.

    3.3.3. A giudizio del Comitato, le sei grandi categorie di misure proposte () costituiscono una posizione e una proposta seria, in quanto tengono conto di un'ampia gamma di esigenze in tali settori. Il Comitato attribuisce tuttavia particolare importanza alla mobilità fisica e alla sua efficacia in numerosi ambiti. Pertanto, raccomanda di incoraggiare in maniera più specifica tale azione, pur cercando di conseguire un equilibrio tra i suoi diversi campi di applicazione (istruzione, formazione, gioventù), in modo da pervenire a una ripartizione equa e ottenere i migliori risultati possibili sul piano della qualità.

    3.4. Costruire l'Europa della conoscenza

    3.4.1. Più particolarmente, il Comitato condivide la posizione della Commissione, che è anche quella del Consiglio, secondo cui d'ora in poi bisognerà insistere maggiormente sulla qualità dell'insegnamento generale di base e sulla necessità di disporre di una gamma di competenze (tecniche, sociali e organizzative) che favoriscano l'innovazione e promuovano lo spirito imprenditoriale. Fa tuttavia notare che, per vari motivi, i cambiamenti auspicati nell'ambito dell'insegnamento generale fondamentale non potranno aver luogo nel quadro dei sistemi educativi nazionali, né essere di loro esclusiva responsabilità. Il ritmo a cui evolvono le conoscenze e le tecniche è così incalzante da richiedere meccanismi di controllo flessibili e moderni. Inoltre, tali sviluppi rendono necessaria l'adozione di misure in grado di reagire immediatamente a tutte le loro ripercussioni e di stimolare lo sfruttamento creativo delle opportunità da essi fornite. Pertanto, anche il Comitato invita la Commissione a creare tutte le condizioni per sviluppare e valorizzare i sistemi d'istruzione nazionali e le loro enormi potenzialità.

    3.4.2. Le osservazioni del Comitato sulla necessità di associare i sistemi d'istruzione nazionali alla costruzione dell'Europa della conoscenza sono dovute alla constatazione che tali sistemi non prendono sufficientemente parte allo sviluppo del continente, e ancora meno all'obiettivo di realizzare una società conoscitiva.

    3.4.3. Con queste osservazioni, il Comitato non intende certo sminuire l'importanza della dimensione multilinguistica e multiculturale dell'Europa. Al contrario, ha già sottolineato in diverse occasioni che la considera un fattore positivo e cruciale per la definizione dell'Unione europea come entità istituzionale e, più in generale, nella prospettiva di uno spazio europeo ampliato. Tuttavia, tenendo conto della nuova politica di cooperazione internazionale avviata dall'Unione europea e dalle prospettive degli ampliamenti, di qualunque natura esse siano, il Comitato ritiene che sia giunto il momento di esaminare, sottolineare e consolidare alcuni elementi culturali il cui valore inestimabile trascende il tempo e che possono essere annoverati come parte del patrimonio culturale europeo ().

    3.5. Lo spazio educativo europeo

    3.5.1. Per quanto riguarda la costruzione graduale di uno «spazio educativo europeo» aperto e dinamico, e il conseguimento, in tale contesto, dell'obiettivo di un'istruzione e di una formazione «lungo tutto l'arco della vita», il Comitato formula le osservazioni che seguono.

    3.5.2. Il Comitato approva in linea di principio i limiti e la portata dello spazio educativo europeo così come vengono definiti dalla Commissione. È inoltre d'accordo con gli obiettivi perseguiti e con il carattere progressivo della sua creazione. Generalmente, ritiene quanto segue:

    - con la possibilità di accedere ininterrottamente e senza ostacoli alle moderne cognizioni, i cittadini europei disporranno di nuovi orizzonti e nuovi obiettivi da raggiungere, di nuovi strumenti da utilizzare e di mezzi d'azione del tutto inediti;

    - l'adozione di misure elaborate a livello internazionale e interculturale contribuirà di certo a far emergere e a consolidare la qualità del cittadino europeo, cosa che condizionerà il successo della prossima fase, quella dell'integrazione, che i cittadini europei e l'Unione europea sono chiamati a vivere insieme;

    - il costante rinnovamento delle competenze servirà agli Europei non solo per tenersi aggiornati sugli attuali sviluppi nei settori dell'economia, della produzione e del lavoro (globalizzazione dell'economia, automazione del processo produttivo, nuove forme di organizzazione del lavoro); grazie all'accesso permanente alle conoscenze, esso inoltre porterà ad un cambiamento nei rapporti tra il cittadino e il lavoro, un cambiamento vantaggioso per il cittadino stesso. In maniera più specifica e concreta, al rapporto puramente utilitaristico che il cittadino europeo ha avuto finora con la sua attività professionale potrà aggiungersi il fattore creatività, vale a dire una maggiore versatilità, derivante dal suo inserimento in un processo produttivo più completo.

    3.5.3. Il Comitato ritiene tuttavia che l'adesione dei cittadini allo spazio educativo europeo e dunque l'efficacia della sua realizzazione, siano soggette a due elementi:

    - i problemi congiunturali, in particolare l'esito della lotta alla disoccupazione;

    - i rapporti che si stabiliranno tra lo spazio educativo europeo e i sistemi nazionali d'istruzione.

    3.5.4. Per quanto concerne specificamente i rapporti tra i sistemi d'istruzione nazionali e lo spazio educativo europeo, il Comitato mette in evidenza il ruolo che può svolgere lo sviluppo dell'insegnamento virtuale da parte della Commissione, con l'ausilio delle nuove tecnologie di comunicazione e d'informazione ().3.5.5. Il Comitato ritiene che per sviluppare lo spazio educativo europeo sia necessario tenere debito conto delle posizioni espresse dal Cedefop.

    3.6. I soggetti coinvolti

    3.6.1. Il Comitato attribuisce altresì notevole importanza al capitolo della Comunicazione relativo ai soggetti coinvolti nel processo di transizione verso un'Europa della conoscenza. Le tesi ivi formulate costituiscono proposte di grande rilevanza per sviluppare il dialogo sociale in generale, ma anche nei settori dell'istruzione, dalla formazione e della gioventù. Il Comitato appoggia particolarmente tali tesi della Commissione.

    3.6.2. Al riguardo, il Comitato richiama l'attenzione della Commissione sulla necessità di delimitare in maniera più precisa gli ambiti di azione comuni a tutti i soggetti coinvolti nel processo di istruzione, ma anche quelli specifici per ciascuno di loro, a seconda del settore di origine. Il Comitato sottolinea che questo sforzo, il quale va evidentemente esercitato in modo prudente e progressivo, non può avere come risultato il fatto che tutti siano identicamente legittimati per occuparsi di ogni settore. Al contrario, è grazie a un dialogo continuo, esteso e sostanziale, fondato sulle conoscenze e sulle peculiarità di ciascun soggetto coinvolto nell'ambito del suo settore specifico che si potrà riflettere sulla totalità del sistema, in merito alla sua elaborazione e ai punti che presentano contraddizioni. Gli interlocutori tradizionali dell'attività educativa, vale a dire la famiglia, gli insegnanti e gli alunni, occupano ovviamente un posto a sé stante nell'ambito di tale approccio. Alle loro argomentazioni, alle loro prese di posizione e alle loro proposte andrà attribuito in ogni caso un peso più importante.

    3.7. Un sistema maggiormente integrato

    3.7.1. Per il Comitato, la condizione indispensabile per lo sviluppo dello spazio educativo europeo è la concentrazione delle politiche ad esso inerenti (istruzione, formazione, gioventù) e dei relativi programmi d'azione. Dalle fasi di definizione e di adozione fino alla loro applicazione effettiva, le politiche d'istruzione, di formazione e della gioventù devono essere inserite in un quadro d'azione omogeneo e integrate tra di loro. Con questa presa di posizione, il Comitato non intende in alcun modo lanciare l'anatema sullo sviluppo di alcune iniziative nel settore dell'istruzione, né tanto meno raccomandare l'adozione di un sistema politico centralizzatore. Esso desidera invece sottolineare l'importanza di una strategia finalmente uniforme in materia d'istruzione, formazione e gioventù nonché di un programma d'azione integrato.

    3.7.2. In tale contesto, il Comitato approva la proposta della Commissione di ridurre il numero di obiettivi e di concentrare maggiormente le azioni. È inoltre d'accordo con le finalità illustrate e le azioni concrete proposte dalla stessa Commissione in quanto corrispondono alle posizioni espresse nel parere sul Libro bianco in materia, come anche in quello relativo al «Bilancio del seguito dato al Libro bianco dal titolo - Insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva» ().

    3.7.3. A tali obiettivi ed azioni, il Comitato propone nuovamente di aggiungere l'adozione, la promozione e la generalizzazione del sistema del «sostegno intrascolastico» ().

    3.7.4. Il Comitato richiama soprattutto l'attenzione sul quadro definito dalla Commissione per lo sviluppo delle azioni in materia. Lo scopo è quello di elaborare iniziative integrate, ovviamente in grado di valorizzare pienamente gli investimenti previsti. In altre parole, occorrono:

    - obiettivi generali e specifici precisi, inseriti in un quadro più ampio;

    - uno schema particolareggiato delle iniziative da intraprendere per il loro conseguimento;

    - strumenti concreti che permettano, se necessario, di apportare correzioni durante la fase di attuazione;

    - procedure di utilizzazione dei risultati raggiunti, per la definizione di nuove azioni più ambiziose.

    3.7.5. In tale contesto, il Comitato giudica favorevolmente l'approccio della Commissione volto a creare «un quadro comune di azioni, di coordinamento e di sorveglianza» che «definirà gli obiettivi, i tipi di interventi, le azioni comuni e sperimentali e l'osservazione delle buone pratiche». Richiama tuttavia l'attenzione della Commissione sulla necessità di definire quadri d'azione specifici per l'istruzione, la formazione e la gioventù, attraverso l'adozione delle decisioni corrispondenti. Per il Comitato, sarà opportuno indicare molto chiaramente sia i limiti dei rapporti e delle azioni comuni, sia il quadro delle iniziative da intraprendere in ciascuno di tali settori.

    3.8. Risorse di bilancio

    3.8.1. Per il Comitato, lo sviluppo positivo di uno spazio educativo europeo e, di conseguenza, la realizzazione di un approccio europeo moderno ed efficiente in materia di istruzione dipenderanno tuttavia dalle risorse finanziarie che saranno assegnate a tale obiettivo. A suo giudizio, i finanziamenti attualmente disponibili per elaborare una politica europea dell'istruzione, della formazione e della gioventù sono insufficienti rispetto alla portata a alla gravità dei problemi che si cerca di risolvere. Pertanto, il Comitato invita la Commissione e le altre istituzioni comunitarie a riesaminare la situazione in tal senso e ad adottare quanto prima misure di finanziamento commisurate alle esigenze effettive.

    3.8.2. La proposta concreta formulata dalla Commissione per il finanziamento delle azioni induce il Comitato ad osservare quanto segue:

    - il principio del cofinanziamento dei programmi è oggi unanimemente accettato. L'impatto di un'azione negli Stati membri dipende tuttavia dalla portata della stessa e dal livello dei finanziamenti comunitari. Di conseguenza, esiste una soglia al di sotto della quale la credibilità dei finanziamenti e, pertanto, quella dell'Unione, rischiano di venire compromesse;

    - il sistema di cofinanziamento delle azioni funziona già oggi in maniera efficiente e nella direzione dell'utilizzo delle risorse per gli obiettivi previsti;

    - gli orientamenti del programma di cui all'Agenda 2000 per la politica strutturale e, in concreto, la proposta di creare un obiettivo 3 (), sono requisiti importanti per definire un nuovo approccio sulle modalità per garantire i finanziamenti pubblici necessari.

    4. Conclusioni

    4.1. La rapidità alla quale evolvono le scienze e, più ancora, le tecnologie, e i mutamenti che entro certi limiti essa provoca nell'economia e sul mercato del lavoro impongono all'UE di accelerare l'iniziativa intrapresa per modernizzare e completare il suo apparato istituzionale. In tale contesto, il Comitato ritiene molto importante l'azione fondamentale attraverso la quale la Commissione intende capitalizzare le conoscenze, in particolare favorendo l'elaborazione, la diffusione e la valorizzazione di strumenti che ne permettono l'acquisizione. Reputa del pari che, nel presentare la proposta relativa alle azioni future della Comunità in materia di istruzione, formazione e gioventù, la Commissione abbia avviato un'iniziativa nel contempo opportuna e adeguata alle attuali esigenze.

    4.2. In linea di principio e in generale, il Comitato sottoscrive le posizioni adottate dalla Commissione in materia, per quanto riguarda sia il loro tenore e il loro contenuto, sia il loro fondamento giuridico. Concorda altresì con il calendario che essa propone per completare le procedure, in modo che le nuove azioni a favore dell'istruzione, della formazione e della gioventù possano essere varate il 1° gennaio 2000. Pertanto, le osservazioni e i suggerimenti formulati dal Comitato qui di seguito hanno lo scopo di precisare e integrare la Comunicazione della Commissione in alcuni punti.

    4.3. Il Comitato sottolinea l'importanza che avrà nella prospettiva più globale dell'UE la proposta della Commissione di «costruire progressivamente uno spazio educativo europeo».

    Ritiene che la proposta:

    - riguardi inequivocabilmente un ambito vitale, trascurato dagli organi d'istruzione nazionali;

    - contribuisca, sempre nel rispetto del quadro e dei limiti tracciati nel Trattato, a coordinare i sistemi d'istruzione nazionali in modo da accrescerne l'efficacia e la competitività, per quanto riguarda sia la produzione delle conoscenze sia i percorsi che consentono ai giovani e, più in particolare, ai cittadini, di farle proprie;

    - possa, grazie al principio dell'«istruzione e della formazione lungo tutto l'arco della vita», condurre gli abitanti dell'Europa a un livello di dinamismo individuale, produttivo e politico-sociale che sia all'altezza del contesto e delle esigenze della nostra epoca, senza peraltro separarli dalle radici e dai valori che hanno foggiato la cultura europea (come il carattere antropocentrico, che rifiuta l'esclusione e consente ai cittadini di partecipare alla vita sociale in maniera consapevole e sostanziale).

    4.4. Per il Comitato, la responsabilità principale del processo di costruzione dell'Europa della conoscenza spetta alle istituzioni dell'Unione e, più in particolare, alla Commissione. Quest'asserzione non va interpretata alla stregua di un ragionamento o di un giudizio favorevole all'accentramento, ma al contrario come uno sforzo fondamentale e costante che si aggiunge ad altri, al fine di incoraggiare:

    - un grado sempre più elevato di trasparenza e di divulgazione nelle procedure decisionali, una maggiore chiarezza nella giustificazione delle scelte operate, e una definizione più precisa dei criteri e delle poste in gioco;

    - una partecipazione sempre più consistente e sostanziale dei cittadini europei e dei principali protagonisti alle procedure di ideazione, elaborazione e attuazione dei programmi;

    - la creazione di un legame più saldo tra i grandi problemi contemporanei, in particolare l'occupazione, e le scelte politiche e le azioni concrete in maniera di istruzione, formazione e gioventù;

    - la semplificazione della gestione dei programmi, grazie a un migliore sfruttamento delle risorse, in modo che i cittadini possano parteciparvi in maniera più intensa e senza incontrare ostacoli.

    4.5. Il Comitato fa notare più particolarmente la grande importanza, per la totalità degli sforzi intrapresi, di rivalutare la qualità dell'insegnamento generale di base e di sfruttare in maniera coordinata le enormi potenzialità insite in generale nei sistemi d'istruzione nazionali. Incoraggia pertanto la Commissione a tenere conto di tutti i suggerimenti formulati e ad aiutare tali sistemi, grazie ad azioni ben elaborate, a liberarsi dai gravami da cui quasi tutti sono oppressi al momento attuale. Una delle idee che meriterebbe d'essere esaminata e attuata per procedere in tal senso sarebbe quella di costituire e sostenere con azioni concrete uno spirito di emulazione all'interno dell'Unione tra istituti, circoscrizioni scolastiche o sistemi nazionali, e di creare un'analoga atmosfera di competizione nei confronti dei sistemi d'insegnamento dei paesi terzi ().

    4.6. Il Comitato formula le seguenti osservazioni in merito alle diverse proposte della Commissione:

    - concorda con le posizioni della Commissione riguardo al numero degli obiettivi e alla concentrazione delle azioni, e sottolinea più in particolare che la mobilità virtuale può costituire uno degli strumenti grazie al quale lo spazio educativo europeo potrà costruire un'Europa della conoscenza;

    - ritiene che le tesi della Commissione sul modo di sviluppare le azioni e sul ruolo da attribuire ai soggetti coinvolti costituiscano proposte di grande portata per il futuro del dialogo sociale;

    - reputa che la Commissione stia procedendo nella direzione giusta quando essa inserisce la nuova politica dell'istruzione, della formazione e della gioventù nella prospettiva dell'ampliamento, come anche quando difende la necessità di un nuovo sistema di sorveglianza e di coordinamento delle azioni attraverso dispositivi giuridici. Insiste tuttavia sulla necessità di circoscrivere chiaramente i limiti di ogni singolo ambito e di descrivere nel frattempo gli aspetti che costituiscono il «patrimonio culturale comune dell'Europa»;

    - per quanto riguarda le risorse di bilancio e la gestione dei programmi, segnala infine che la politica dell'istruzione, della formazione e della gioventù va considerata una priorità urgente e assoluta. Pur approvando la creazione di un obiettivo 3, fa notare che bisognerà vigilare in modo particolare affinché il meccanismo di cofinanziamento dei programmi funzioni in maniera affidabile ed efficace.

    Bruxelles, 25 marzo 1998.

    Il Presidente del Comitato economico e sociale

    Tom JENKINS

    () COM(95) 590 def.

    () COM(97) 256 def.

    () GU C 295 del 7.10.1996 e GU C 95 del 30.3.1998.

    () AGENDA 2000 - COM(97) 2000, vol. I.

    () Mobilità fisica, mobilità virtuali, reti di cooperazione, lingua e cultura, innovazione, quadro europeo di riferimento.

    () I venticinque secoli d'innovazione e progresso continuo dell'Europa offrono ai suoi abitanti un vasto patrimonio e nel contempo strumenti insostituibili per creare il quadro entro il quale si possono risolvere o superare i diversi e complessi problemi determinati dalla nuova dimensione della mondializzazione, la quale riguarda l'intero pianeta e non si limita all'economia. Se è vero che ognuno ha il dovere di valorizzare tale eredità del passato, è altrettanto vero che la responsabilità sul piano istituzionale e formale spetta in primo luogo alle istituzioni dell'Unione europea. Pertanto, il Comitato esorta la Commissione a inserire nei suoi piani e nel Trattato lo studio, l'esposizione e la promozione delle componenti del «patrimonio culturale europeo comune».

    () La sfida consiste nell'utilizzare e nell'introdurre nell'insegnamento le tecnologie moderne, dato che in tal senso l'UE è in ritardo rispetto a Stati Uniti e Giappone. Secondo il Libro bianco della Commissione su «Istruzione e formazione», una certa esperienza al riguardo è stata acquisita grazie al programma sulle applicazioni telematiche.

    () COM(95) 590 def. e COM(97) 256 def.

    () Tale dispositivo, paragonabile alle «scuole ad apprendimento intensivo» sviluppate negli Stati Uniti, si prefigge di combattere l'esclusione prematura di certi alunni dal sapere e dalle conoscenze. Tale esclusione, che non sempre è totale, è la conseguenza dei problemi che molti giovani incontrano per integrarsi attivamente nell'ambiente scolastico, generalmente all'inizio della frequenza scolastica. Questi problemi di adattamento sono dovuti a cause diverse e possono di norma essere superati con il «sostegno intrascolastico», il quale consiste nel formulare una diagnosi dei problemi e nel risolverli attraverso un'azione pedagogica «ad hoc» e un insegnamento parzialmente o totalmente personalizzato. Si propone che il sostegno intrascolare operi all'interno del sistema d'istruzione esistente, sia nell'ambito dell'orario scolastico che al di fuori di esso, e si avvale di insegnanti aventi una specializzazione adeguata. Il sistema del sostegno intrascolastico dovrebbe rivolgersi non solo agli alunni con problemi di apprendimento, ma anche a quanti si distinguono per capacità intellettive superiori alla media della loro età, e per tale motivo fanno fatica a integrarsi nell'ambiente scolastico.

    () Il nuovo obiettivo 3 sarà destinato ad aiutare gli Stati membri ad adeguare e a modernizzare le rispettive strutture nei settori dell'istruzione, della formazione e della gioventù.

    () L'idea deriva dall'esigenza di creare un'atmosfera che consenta ai sistemi d'istruzione nazionali di uscire dalla grave situazione di immobilismo in cui versano. Si propone a tal fine di istituire delle «Olimpiadi del sapere» al fine di premiare la partecipazione di allievi delle scuole secondarie o superiori, di singole classi o, più generalmente, di istituzioni o circoscrizioni didattiche a obiettivi prefissati dalla Commissione. I premi potrebbero consistere, tra l'altro, in: finanziamenti più specifici per talune azioni; iniziative sulla mobilità; borse di studio; sovvenzioni per infrastrutture a seconda dell'oggetto della competizione.

    ALLEGATO al parere del Comitato economico e sociale

    I seguenti emendamenti, che hanno ottenuto più del 25 % dei suffragi espressi, sono stati respinti in sede di dibattito.

    Punto 3.8.2

    Sopprimere gli ultimi due trattini.

    Motivazione

    Il secondo trattino non chiarisce cosa il Comitato chieda. Consideriamo positivo o negativo il fatto che il sistema del cofinanziamento non provoca l'assegnazione di ulteriori fondi comunitari?

    Il terzo trattino verte sul previsto obiettivo 3 dei fondi strutturali. In tale contesto, prima di esprimere un giudizio, sarebbe opportuno attendere la presentazione di un parere in materia. Inoltre il finanziamento pubblico non può essere assicurato dai fondi strutturali bensì dalle misure comunitarie.

    Esito della votazione

    Voti favorevoli: 22, voti contrari: 37, astensioni: 11.

    Punto 4.5

    Sostituire le parole «... costruire e sostenere ... un clima di emulazione ..» con «provvedere ... ad un più intenso scambio di esperienze».

    Motivazione

    L'idea di uno spirito di emulazione tra gli istituti scolastici, istituti, circoscrizioni scolastiche e sistemi nazionali evoca concezioni errate. In caso di forte emulazione, il soggetto più efficiente elimina i propri concorrenti. Tuttavia un sistema nazionale di istruzione non può venire eliminato da un altro. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di apprendere l'uno dall'altro in modo da realizzare sistemi di istruzione più efficaci.

    Esito della votazione

    Voti favorevoli: 29, voti contrari: 38, astensioni: 2.

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