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La decisione mira a coordinare la politica all’interno dell’Unione europea (Unione) sulla disponibilità dello spettro radio1 e le condizioni tecniche per garantirne un uso efficiente.
Si applica all’assegnazione di frequenze radio e di comunicazioni senza fili, in particolare comprese tra il sistema globale di comunicazioni mobili (GSM) alla quinta generazione (5G) di comunicazioni mobili per le frequenze tra 9 kHz e 3000 GHz rilevanti per il mercato interno.
La decisione istituisce un comitato per lo spettro radio, che è presieduto dalla Commissione europea. Il comitato comprende rappresentanti degli Stati membri dell’Unione ed esamina proposte di misure tecniche per armonizzare le condizioni di disponibilità e uso dello spettro radio.
Fondato anche sui principi generali contenuti nel programma strategico in materia di spettro radio adottato ai sensi della decisione n. 243/2012/UE (si veda la sintesi), il comitato per lo spettro radio assiste la Commissione per definire, sviluppare e attuare la politica in materia di spettro radio dell’Unione.
Il comitato rilascia inoltre pareri sui mandati trasmessi dalla Commissione alla Conferenza europea delle amministrazioni delle poste e delle telecomunicazioni (CEPT) sull’armonizzazione dell’assegnazione delle frequenze radio e la disponibilità delle informazioni relative all’uso dello spettro. Le misure elaborate dalla Commissione, una volta approvate dal comitato e adottate dalla Commissione, sono vincolanti in tutta l’Unione europea e devono essere seguite dai paesi dell’Unione, quando concedono i diritti di uso dello spettro.
Una decisione connessa adottata dalla Commissione nel 2019, che sostituisce la decisione 2002/622/CE originale, istituisce il gruppo per la politica dello spettro radio (RSPG), un gruppo consultivo ad alto livello progettato per assistere la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea, su loro richiesta, nello sviluppo della politica e della strategia in materia di spettro radio (si veda la sintesi).
Il ruolo dell’RSPG comprende il coordinamento e la cooperazione con la Commissione, gli Stati membri e le loro autorità competenti nella pianificazione strategica e nel coordinamento della politica in materia di spettro radio, come richiesto dalla direttiva (UE) 2018/1972 che istituisce il codice europeo delle comunicazioni elettroniche (si veda la sintesi).
La direttiva (UE) 2018/1972 impone inoltre agli Stati membri di fornire agli operatori una regolamentazione prevedibile per concedere l’utilizzo dello spettro radio per la banda larga senza fili per almeno 20 anni al fine di promuovere gli investimenti, in particolare nella connettività 5G, e una maggiore convergenza delle procedure nazionali di selezione attraverso un forum di valutazione tra pari. La direttiva prevede inoltre norme sulle nuove bande di frequenza per la connettività 5G per connessioni Internet più veloci e una migliore connettività, nonché in merito alla tempistica coordinata delle licenze per l’uso dello spettro e un regime normativo più leggero per la distribuzione di piccole apparecchiature per reti mobili.
È anche importante evidenziare la decisione (UE) 2017/899 (nota come decisione UHF), che garantisce che la banda di frequenza 470-790 MHz, utilizzata per la radiodiffusione terrestre, sarà riservata all’uso digitale della televisione terrestre e alla realizzazione di programmi e di eventi speciali almeno fino al 2030. Stabilisce inoltre una scadenza per l’uso della banda da 700 MHz (694-790 MHz) per le comunicazioni mobili 5G a partire dal .
Le decisioni adottate dalla Commissione in vista dell’armonizzazione delle condizioni tecniche per la disponibilità e l’uso efficace dello spettro radio sono disponibili sul sito web della Commissione, sulla pagina dedicata alle «decisioni sullo spettro radio».
Le misure adottate ai sensi della decisione sullo spettro radio tengono conto del lavoro svolto dalle organizzazioni internazionali, come l’Unione internazionale delle telecomunicazioni nella gestione dello spettro radio, e della CEPT, un’organizzazione intergovernativa composta da 46 paesi membri di tutta Europa.
Essa è in vigore dal .
Le frequenze radio sono assegnate da organizzazioni internazionali, specificatamente le Conferenze mondiali delle radiocomunicazioni dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni e, in Europa, dalla CEPT.
Per ulteriori informazioni, si veda:
Decisione n. 676/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del , relativa ad un quadro normativo per la politica in materia di spettro radio nella Comunità europea (Decisione spettro radio) (GU L 108 del , pag. 1).
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