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Document C:2011:109:FULL

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, C 109, 8 aprile 2011


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ISSN 1725-2466

doi:10.3000/17252466.C_2011.109.ita

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 109

European flag  

Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

54o anno
8 aprile 2011


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

IV   Informazioni

 

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

 

Commissione europea

2011/C 109/01

Tassi di cambio dell'euro

1

 

V   Avvisi

 

ALTRI ATTI

 

Commissione europea

2011/C 109/02

Pubblicazione di una domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari

2

2011/C 109/03

Pubblicazione di una domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari

6

IT

 


IV Informazioni

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

Commissione europea

8.4.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 109/1


Tassi di cambio dell'euro (1)

7 aprile 2011

2011/C 109/01

1 euro =


 

Moneta

Tasso di cambio

USD

dollari USA

1,4283

JPY

yen giapponesi

121,70

DKK

corone danesi

7,4571

GBP

sterline inglesi

0,87590

SEK

corone svedesi

9,0455

CHF

franchi svizzeri

1,3118

ISK

corone islandesi

 

NOK

corone norvegesi

7,8175

BGN

lev bulgari

1,9558

CZK

corone ceche

24,435

HUF

fiorini ungheresi

264,28

LTL

litas lituani

3,4528

LVL

lats lettoni

0,7093

PLN

zloty polacchi

3,9755

RON

leu rumeni

4,1125

TRY

lire turche

2,1620

AUD

dollari australiani

1,3614

CAD

dollari canadesi

1,3695

HKD

dollari di Hong Kong

11,1009

NZD

dollari neozelandesi

1,8345

SGD

dollari di Singapore

1,8002

KRW

won sudcoreani

1 557,45

ZAR

rand sudafricani

9,5544

CNY

renminbi Yuan cinese

9,3442

HRK

kuna croata

7,3720

IDR

rupia indonesiana

12 387,16

MYR

ringgit malese

4,3263

PHP

peso filippino

61,531

RUB

rublo russo

40,3840

THB

baht thailandese

42,963

BRL

real brasiliano

2,2842

MXN

peso messicano

16,8443

INR

rupia indiana

63,1380


(1)  Fonte: tassi di cambio di riferimento pubblicati dalla Banca centrale europea.


V Avvisi

ALTRI ATTI

Commissione europea

8.4.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 109/2


Pubblicazione di una domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari

2011/C 109/02

La presente pubblicazione conferisce il diritto di opporsi alla domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 7 del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio (1). Le dichiarazioni di opposizione devono pervenire alla Commissione entro sei mesi dalla data della presente pubblicazione

DOCUMENTO UNICO

REGOLAMENTO (CE) N. 510/2006 DEL CONSIGLIO

«CILIEGIA DELL’ETNA»

N. CE: IT-PDO-0005-0572-23.11.2006

IGP ( ) DOP ( X )

1.   Denominazione:

«Ciliegia dell'Etna»

2.   Stato membro o paese terzo:

Italia

3.   Descrizione del prodotto agricolo o alimentare:

3.1.   Tipo di prodotto:

Classe 1.6.

Ortofrutticoli e cereali, freschi o trasformati

3.2.   Descrizione del prodotto a cui si applica la denominazione di cui al punto 1:

La DOP «Ciliegia dell’Etna» è attribuita ai frutti del ciliegio dolce «Prunus avium L.» famiglia delle rosacee, ecotipo Mastrantonio (Donnantonio). Le caratteristiche specifiche sono:

Zuccheri: ≥ 19 °Brix

Acidità (g acido malico/100 ml): ≤ 0,4

Rapporto °Brix/acidità: ≥ 47,5

Consistenza (N): ≥ 5,5

Lunghezza Peduncolo (mm): 35-55

Peso minimo del frutto (g): 7

La «Ciliegia dell’Etna» si presenta di colore rosso brillante, di pezzatura medio-grossa, croccante all’esterno ed una polpa molto compatta, peduncolo lungo.

Il frutto è dolce, ma non stucchevole, la bassa acidità conferisce un sapore molto gradevole ed equilibrato.

Le categorie di vendita della «Ciliegia dell’Etna» sono così definite:

Extra (E): frutti di peso > 8,5 grammi;

1o Categoria: frutti di peso compreso tra 7 ed 8,5 grammi.

3.3.   Materie prime (solo per i prodotti trasformati):

3.4.   Alimenti per animali (solo per i prodotti di origine animale):

3.5.   Fasi specifiche della produzione che devono avere luogo nella zona geografica delimitata:

La coltivazione della «Ciliegia dell’Etna» deve avvenire nell’ambito della zona delimitata al successivo punto 4. In particolare, la raccolta della «Ciliegia dell’Etna» D.O.P., seguendo la naturale maturazione del frutto, deve essere effettuata a mano con il peduncolo per evitare infezioni e marciumi. Dalla raccolta fino al momento della commercializzazione, i frutti dovranno essere mantenuti in luoghi freschi e ombreggiati per evitare perdite di qualità e conservabilità.

3.6.   Norme specifiche in materia di affettatura, grattugiatura, confezionamento, ecc.:

Il condizionamento della «Ciliegia dell’Etna» D.O.P. deve avvenire nell’ambito della zona di produzione delimitata al punto 4 per impedire che il trasporto del prodotto allo stato sfuso causi il deterioramento e la perdita delle sue peculiari caratteristiche. Infatti, le operazioni di manipolazione e trasporto potrebbero causare il deterioramento dei frutti ed in particolare dell’esocarpo e della polpa, con ammaccamenti, spacchi e quindi insorgenza di muffe, che andrebbero ad inficiare la qualità del prodotto immesso al consumo con la denominazione «Ciliegia dell’Etna» DOP.

È dunque necessario che tali operazioni siano eseguite all’interno dell’areale di produzione da personale dotato di specifica professionalità, senza subire alcun trasferimento prima del confezionamento e disponendo il prodotto direttamente in contenitori di dimensioni adeguate, dopo aver effettuato una prima selezione per eliminare i frutti di scarto. Qualora non sia effettuata la commercializzazione nell’arco delle 48 ore successive alla raccolta, i frutti dovranno essere sottoposti a raffreddamento, utilizzando la tecnica della frigo-conservazione, ed in generale a tutti gli accorgimenti atti a rallentare il metabolismo respiratorio dei frutti.

La D.O.P. «Ciliegia dell’Etna» deve essere commercializzata allo stato fresco in imballaggi nuovi, puliti ed asciutti, di materiale conforme alle norme in vigore per gli imballaggi, con una capacità massima di 10 Kg di prodotto, in contenitori con pareti rigide e di altezza contenuta non superiore a 12 cm per evitare danni di costipamento durante le fasi di trasferimento.

Il contenuto dell’imballaggio deve essere costituito esclusivamente da ciliegie appartenenti all’ecotipo Mastrantonio (Donnantonio), con grado di maturazione e pezzatura uniforme.

Ciascuna confezione deve essere avvolta da un film plastico, e chiusa mediante un apposto sigillo di garanzia in maniera tale che l’apertura della confezione comporti la rottura dello stesso sigillo.

3.7.   Norme specifiche in materia di etichettatura:

All’esterno di ogni imballaggio devono essere riportate, oltre al logo della denominazione, al simbolo grafico comunitario e relative menzioni, le informazioni corrispondenti ai requisiti di legge quali il nome, la ragione sociale e l’indirizzo del confezionatore, nonché l’eventuale nome delle aziende da cui provengono i frutti, il peso netto all’origine, la data di confezionamento e la categoria di vendita. Nella designazione è vietata l’aggiunta di qualsiasi indicazione di origine non espressamente prevista o di indicazioni complementari che potrebbero trarre in inganno il consumatore. Il logo della denominazione è di forma rettangolare, di dimensioni 100 mm × 38 mm. In alto è riportata la dicitura «Denominazione d’Origine Protetta», al centro l’acronimo DOP ed in basso la denominazione «Ciliegia dell’Etna». Sul lato destro sono raffigurate due ciliegie di dimensioni diverse sovrapposte alla raffigurazione della Regione Siciliana.

Image

4.   Delimitazione concisa della zona geografica:

La zona di produzione della D.O.P. «Ciliegia dell’Etna» si estende dal mare Ionio fino ad altitudini di 1 600 metri s.l.m. sui versanti Est e Sud-Est dell’Etna e comprende in provincia di Catania, il territorio amministrativo dei Comuni di: Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Randazzo, Milo, Zafferana Etnea, S. Venerina, Sant’Alfio, Trecastagni, Pedara, Viagrande, Nicolosi, Ragalna, Adrano, Biancavilla, S. Maria di Licodia, Belpasso, Aci S. Antonio, Acireale.

5.   Legame con la zona geografica:

5.1.   Specificità della zona geografica:

La zona di coltivazione della «Ciliegia dell’Etna» DOP è caratterizzata da suoli che evolvono su substrati di origine vulcanica. In particolare, il suolo di origine vulcanica e le notevoli escursioni termiche determinano il colore rosso della «Ciliegia dell’Etna». Nella fascia montana i suoli presentano profilo poco profondo, elevata rocciosità superficiale, tessitura sabbiosa e ricca di scheletro; mentre la fascia collinare e litoranea presenta profili più evoluti, profondi, con tessitura franco-sabbiosa, suscettibili di irrigazione. La distribuzione del territorio fino ad altitudini di 1 600 metri s.l.m. conferisce alla «Ciliegia dell’Etna» parametri esclusivi in termini di tempi di maturazione. In effetti, questi ultimi coprono un ventaglio molto ampio che per l’ecotipo Mastrantonio (Donnantonio) va dall’ inizio di giugno fino alla terza decade di luglio. I casi di gelate sono rari e da ricondurre a fenomeni di inversione termica, meno evidenti nelle aree più ventilate di collina. Si registrano valori assoluti delle temperature massime con punte di 44,3 °C a luglio e mediamente si hanno valori di 39-40 °C. I valori annui delle precipitazioni raggiungono i massimi della provincia e della stessa Sicilia ed aumentano con il crescere della quota.

5.2.   Specificità del prodotto:

L'elemento distintivo della «Ciliegia dell'Etna», rispetto alle altre varietà presenti nel territorio o alla stessa varietà allevata al di fuori del territorio, è la bassa acidità, associata alla croccantezza e ad un buon tenore zuccherino dei frutti. Ciò consente di avere un prodotto maturo, di colore rosso brillante e turgido, molto dolce senza però percepire la sensazione stucchevole tipica dei prodotti ad elevata concentrazione zuccherina. A queste caratteristiche va poi aggiunta anche la particolarità dei tempi di maturazione che sono più ampi rispetto ad altre ciliegie perché proporzionati al progressivo innalzamento rispetto al livello del mare dei terreni di coltivazione della zona del vulcano Etna.

5.3.   Legame causale tra la zona geografica e la qualità o le caratteristiche del prodotto (per le DOP) o una qualità specifica, la reputazione o altre caratteristiche del prodotto (per le IGP):

La zona del massiccio etneo è molto nota per la sua produzione di ciliegie e per la loro qualità. Il nome «Etna» è strettamente legato alle ciliegie considerato che in Italia un gran numero di consumatori associa il luogo con il prodotto «ciliegia» e viceversa. Le peculiarità della «Ciliegia dell’Etna» sono strettamente determinate dalle caratteristiche morfologiche e pedo-climatiche dell’areale di produzione nonché dal contributo fornito dai coltivatori nella preparazione dei terreni e nella gestione degli impianti. Infatti, se l’esposizione dell’area geografica di produzione a Est — Sud-est, l’elevato grado d’insolazione, i venti dominanti e le notevoli escursioni termiche rappresentano condizioni climatiche favorevoli alla coltivazione delle ciliegie, le difficoltà derivanti dall’estrema vicinanza al vulcano dell’Etna hanno richiesto notevoli sforzi da parte degli agricoltori locali nel rendere produttive le estese superfici di lave aspre e brulle. A tal proposito infatti il contributo offerto dall’uomo si è tradotto nella messa in opera di faticose lavorazioni agronomiche di captazione di acque sotterranee, di scasso delle terre e di terrazzamento dei terreni, che hanno portato allo sviluppo di impianti a diversa altitudine e a competenze specifiche da parte degli agricoltori nella loro gestione. Ancora oggi, il continuo impegno dei coltivatori locali nella cura e nella corretta conduzione degli impianti che sorgono lungo le pendici dell’Etna, rende possibile una scalarità nella maturazione dei frutti con conseguente ampliamento del calendario di raccolta e permette alla «Ciliegia dell’Etna» di beneficiare al massimo delle condizioni climatiche particolarmente favorevoli e produrre frutti apprezzabili per la brillantezza del colore, la consistenza e il sapore delicato. La qualità del prodotto, del resto, è confermata dal successo della tradizionale sagra.

Quindi oltre all’ambiente naturale anche il fattore umano, con la sua secolare tradizione, la fatica a trasformare le «sciare» (dall’arabo terra bruciata) in terreni fertili, il diffuso ricorso ad impianti irrigui localizzati che consentono irrigazioni di soccorso e fertirrigazione in considerazione della lunga stagione vegetativa in periodo asciutto, ha contribuito in maniera determinante a caratterizzare il forte legame tra la «Ciliegia dell’Etna» ed il territorio etneo.

In effetti, attorno alla coltivazione della «Ciliegia dell’Etna» si è stratificato negli anni un retroscena culturale ed un importante indotto economico fatto di mestieri, tradizioni e usi ripetuti nei secoli dai coltivatori ortofrutticoli che ancora si tramandano nel lessico dialettale il nome di «cirasa» o «ciriegia», la preparazione dei terreni noti come «terre scatinate» ovvero i terreni derivanti dalle opere di dissodamento delle lave, le tecniche di coltivazione che prevedono pratiche di innesto a «sgroppo» o a «pezza» e la tecnica di raccolta manuale con l’utilizzo di scale a trenta pioli e con ceste note come «panari».

In conclusione, sulla base di tutti questi elementi è possibile affermare, come già riportato da diversi autori, che la coltivazione della «Ciliegia dell’Etna» affonda antiche radici nel territorio etneo e che l’esperienza degli agricoltori del luogo, acquisita di generazione in generazione, con continua ricerca e messa in atto di specifiche tecniche colturali, ha determinato le condizioni affinché la coltivazione della «Ciliegia dell’Etna» si consolidasse con successo nel tempo, fino a costituire un patrimonio storico-tradizionale e culturale del territorio.

Riferimento alla pubblicazione del disciplinare:

[Articolo 5, paragrafo 7, del regolamento (CE) n. 510/2006]

Questa Amministrazione ha attivato la procedura nazionale di opposizione pubblicando la proposta di riconoscimento della denominazione d’origine protetta «Ciliegia dell’Etna» sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 75 del 30 marzo 2006.

Il testo consolidato del disciplinare di produzione è consultabile:

sul seguente link http://www.politicheagricole.it/DocumentiPubblicazioni/Search_Documenti_Elenco.htm?txtTipoDocumento=Disciplinare%20in%20esame%20UE&txtDocArgomento=Prodotti%20di%20Qualit%E0>Prodotti%20Dop,%20Igp%20e%20Stg

oppure

accedendo direttamente all’home page del sito del Ministero (http://www.politicheagricole.it) e cliccando poi su «Prodotti di Qualità» (a sinistra dello schermo) ed infine su «Disciplinari di Produzione all’esame dell’UE [regolamento (CE) n. 510/2006]».


(1)  GU L 93 del 31.3.2006, pag. 12.


8.4.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 109/6


Pubblicazione di una domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari

2011/C 109/03

La presente pubblicazione conferisce il diritto di opporsi alla domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 7 del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio (1). Le dichiarazioni di opposizione devono pervenire alla Commissione entro sei mesi dalla data della presente pubblicazione.

DOCUMENTO UNICO

REGOLAMENTO (CE) N. 510/2006 DEL CONSIGLIO

«HOLSTEINER KATENSCHINKEN»/«HOLSTEINER SCHINKEN»/«HOLSTEINER KATENRAUCHSCHINKEN»/«HOLSTEINER KNOCHENSCHINKEN»

N. CE: DE-PGI-0005-0713-14.07.2008

IGP ( X ) DOP ( )

1.   Denominazione:

«Holsteiner Katenschinken»/«Holsteiner Schinken»/«Holsteiner Katenrauchschinken»/«Holsteiner Knochenschinken»

2.   Stato membro o paese terzo:

Germania

3.   Descrizione del prodotto agricolo o alimentare:

3.1.   Tipo di prodotto:

Classe 1.2:

Prodotti a base di carne

3.2.   Descrizione del prodotto a cui si applica la denominazione di cui al punto 1:

Per l'«Holsteiner Katenschinken/Holsteiner Schinken/Holsteiner Katenrauchschinken/Holsteiner Knochenschinken» in prosieguo denominati «Holsteiner Katenschinken», si intende un prosciutto di suino ottenuto da coscia non disossata. Il prosciutto è tagliato in forma circolare (Hamburger Rundschnitt), salato a mano e affumicato lentamente a freddo su legno di faggio. Tutto il procedimento di fabbricazione, dal ricevimento della carne sino alla sua stagionatura ha luogo nell'area geografica e dura almeno quattro mesi. Alla fine della stagionatura il trancio di prosciutto è di colore rosso vivo e leggermente striato. Ha un odore e un gusto gradevole di affumicatura naturale, principalmente di faggio. Il grasso ha un gusto leggero di noce. Al tatto l'«Holsteiner Katenschinken» è soffice e sodo.

In funzione della carne di maiale utilizzata, i prosciutti hanno un peso compreso tra 7,5 e 19 kg circa. La quantità massima di acqua del prodotto è del 68 %.

Gli ingredienti di base sono: prosciutto di suino, affumicatura, sale, nitrato di potassio, sale nitritato per salamoia e spezie. Inoltre per il procedimento di affumicatura lenta a freddo si utilizza solo legno di faggio.

L'Holsteiner Katenschinken è venduto intero o affettato secondo il desiderio del cliente. Dei pezzi tagliati sono anche imballati sotto vuoto e venduti dopo la stagionatura (fianchetto, testa di filetto, girello, o a fette).

3.3.   Materie prime (solo per i prodotti trasformati):

Per la produzione dell'Holsteiner Katenschinken sono utilizzate le cosce di suini di qualunque provenienza.

3.4.   Alimenti per animali (solo per i prodotti di origine animale):

3.5.   Fasi specifiche della produzione che devono avere luogo nella zona geografica delimitata:

Tutto il processo di fabbricazione, dal ricevimento della carne fino alla sua stagionatura, deve aver luogo nell'area geografica delimitata.

3.6.   Norme specifiche in materia di affettatura, grattugiatura, confezionamento, ecc.:

3.7.   Norme specifiche in materia di etichettatura:

Il prodotto (prosciutti interi, in tranci o affettati) è etichettato con la denominazione Holsteiner Katenschinken sull'imballaggio. Il Consorzio di tutela dei produttori di prosciutto Schleswig-Holsteinischer autorizza i suoi membri a utilizzare il proprio logo. Esso può essere apposto sugli imballaggi di prosciutto intero, tranci, o affettato di Holsteiner Katenschinken. Anche le aziende che non costituiscono parte del Consorzio di tutela sono in grado di fabbricare e di commercializzare l'Holsteiner Katenschinken a condizione che esse rispettino i requisiti del disciplinare.

4.   Delimitazione concisa della zona geografica:

L'area geografica comprende tutto il Land Schleswig-Holstein.

5.   Legame con la zona geografica:

5.1.   Specificità della zona geografica:

L'Holsteiner Katenschinken è il frutto di una lunga tradizione e fa parte integrante della cultura della regione Schleswig-Holstein.

L'evoluzione storica dell'Holsteiner Katenschinkens deve essere vista come il risultato di un'interazione di molteplici fattori. Nel Land Schleswig-Holstein questi fattori caratterizzano lo speciale processo di fabbricazione e la particolare qualità dell'Holsteiner Katenschinken che ne deriva:

le condizioni climatiche del Land Schleswig-Holstein hanno permesso la crescita di foreste, composte in maggior parte da alberi di quercia e faggio; i loro frutti, le ghiande e le faggiole erano utilizzate per l'ingrasso dei maiali; l'ingrasso dei maiali e la silvicoltura una volta erano pilastri importanti dell'agricoltura,

il legno di faggio era utilizzato non solo per la costruzione di case, ma anche, a causa della sua lunga durata di combustione, per alimentare i focolari delle case; Nel Land Schleswig-Holstein a causa dell'abbondanza di legno e del tipo di economia si è sviluppato un tipo particolare di casa. La «Hallenhaus» era sprovvista di comignolo. I prosciutti e gli altri prodotti a base di carne erano affumicati con il fumo dei focolari — uno dei rari metodi di conservazione disponibili all'epoca. A partire dalle prime colonizzazioni nella regione durante il medioevo e fino all'era industriale, questo tipo di casa è rimasto la forma predominante di abitazione più diffusa nel Land Schleswig-Holstein,

la casa tipo «Hallenhaus», che è servita come modello per i «Räucherkaten» (affumicatoi), è indissociabile dalla tradizione e dalla produzione del processo di affumicatura a freddo dell'Holsteiner Katenschinken e i consumatori la associano con piacere a questo prosciutto speciale,

considerato il grado costantemente elevato di umidità nell'aria, è impossibile un'essiccatura all'aria del prosciutto nel Land Schleswig-Holstein, poiché la muffa si forma rapidamente. Per tali motivi è stata creata la forma particolare di affumicatoio impiegato per l'Holsteiner Katenschinken,

la fase precedente l'affumicatura, cioè la salatura, era possibile poiché il sale era disponibile già da lungo tempo, potendo essere ottenuto da sale marino o dalla bruciatura di piante ad alto tenore di sale. La domanda crescente ha potuto essere soddisfatta utilizzando le vie commerciali «Ochsenweg» e «Salzstrasse»,

con l'inizio dell'era industriale, a metà del 19o secolo e con l'aumento della domanda di carne, l'affumicatura del prosciutto nel Land Schleswig-Holstein è diventata un'attività commerciale e superiore a quanto necessario per soddisfare i bisogni domestici,

nel Land Schleswig-Holstein il procedimento tradizionale è anche fortemente radicato nella tradizione. Tradizionalmente l'abbattimento dei maiali e l'affumicatura erano un lavoro realizzato durante i mesi freddi dell'anno,

5.2.   Specificità del prodotto:

I prosciutti crudi adoperati per la preparazione dell'Holsteiner Katenschinken sono esclusivamente salati a mano. Si tratta di un procedimento di salatura a secco. I prosciutti vengono messi a stagionatura durante un periodo da 3 a 8 settimane e sono salati manualmente una volta a settimana. Sui tavoli di salatura i prosciutti sono ricoperti di una miscela di spezie e sono lasciati stagionare nei contenitori di salatura o su scaffali. Durante l'affumicatura il sale e le spezie entrano lentamente nel prosciutto.

Dopo la salatura i prosciutti sono spazzolati, sciacquati e affumicati ancora una volta a una temperatura controllata. Durante l'affumicatura il prosciutto matura.

Il prosciutto, prima di essere appeso nell'affumicatoio, è lasciato seccare superficialmente. Il processo di affumicatura può durare più settimane. Esso avviene sia nelle storiche Räucherkaten che nei moderni affumicatoi. L'impiego tradizionale di legno di faggio come combustibile che si consuma lentamente e delicatamente sotto forma di ceppi o di tranci e brucia senza fiamma ma solo producendo fumo, determina il gusto tipico dell'Holsteiner Katenschinken.

Alla fine della stagionatura il trancio dell'Holsteiner Katenschinken è di colore rosso vivo e leggermente striato. Ha un odore e un gusto gradevole di affumicatura naturale. Il grasso ha un gusto leggero di noce. Al tatto l'«Holsteiner Katenschinken» è soffice e sodo.

5.3.   Legame causale tra la zona geografica e la qualità o le caratteristiche del prodotto (per le DOP) o una qualità specifica, la reputazione o altre caratteristiche del prodotto (per le IGP):

I fattori summenzionati, tipici della regione Schleswig-Holstein — condizioni climatiche, tipo particolare di abitazione con focolare aperto, disponibilità della materia prima necessaria e sviluppo economico — hanno favorito la lunga tradizione di produzione dell'Holsteiner Katenschinken secondo il processo specifico di affumicatura a freddo con fumo di legno di faggio e hanno contribuito a dare a questo prodotto un'importanza particolare nella vita culturale del Land Schleswig-Holsteins. L'Holsteiner Katenschinken è così diventato una specialità regionale tipica, molto apprezzata per il suo stretto legame con la sua regione d'origine.

L'Holsteiner Katenschinken è una specialità regionale tipica di lunga tradizione che è conosciuta anche al di là delle frontiere del Land e gode di una reputazione eccellente nella regione.

Già molti secoli fa l'Holsteiner Katenschinken aveva una reputazione eccellente. Il riferimento più antico è del 1608 e concerne la spedizione di prosciutto della regione a Christians IV re di Danimarca e signore dell'epoca. La qualità e l'elevato valore di mercato del prosciutto e dello speck della regione erano anche messi particolarmente in risalto nel Zedlers's Universallexikon del 1742 rispetto ai prodotti affumicati della Westfalia, della Pomerania e della Danimarca.

All'epoca dei viaggi verso le Indie occidentali nel 18o secolo, il prosciutto e lo speck della regione figuravano tra i prodotti di esportazione più famosi ed erano scambiati con zucchero e rum delle isole caraibiche.

Nella gastronomia locale l'Holsteiner Katenschinken è offerto da sempre come una gustosa specialità regionale. L'Holsteiner Katenschinken da decenni è stato associato durante tutto l'anno in quasi tutti i menu con piatti regionali nei ristoranti e nelle trattorie ed è uno dei piatti di accompagnamento tradizionali degli asparagi locali più richiesti nella cucina locale.

Anche nelle pubblicità turistiche e nei servizi di numerosi mezzi di informazione l'Holsteiner Katenschinken è presentato come una prelibatezza popolare. Cascine storiche con affumicatori per prosciutto sono parte integrante del programma di escursioni turistiche mediante visite in pullman con numerosi visitatori giornalieri. Molte sagre stagionali di prosciutto contribuiscono alla popolarità dell'Holsteiner Katenschinkens.

Inoltre il Land Schleswig-Holstein da molti decenni presenta l'Holsteiner Katenschinken come una delle specialità più tipiche ed eccellenti nel quadro della fiera dell'agricoltura e dei consumatori, «Settimana Verde Internazionale» a Berlino.

Riferimento alla pubblicazione del disciplinare:

Disciplinare pubblicato integralmente su:

Markenblatt Heft 51 del 21 dicembre 2007, parte 7a-aa, pag. 23771

http://publikationen.dpma.de/DPMApublikationen/dld_gd_file.do?id=221


(1)  GU L 93 del 31.3.2006, pag. 12.


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