EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 92002E003808

INTERROGAZIONE SCRITTA E-3808/02 di Olivier Dupuis (NI) al Consiglio. Ampliamento dell'UE ai Balcani e al Caucaso.

GU C 222E del 18.9.2003, p. 109–111 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

European Parliament's website

92002E3808

INTERROGAZIONE SCRITTA E-3808/02 di Olivier Dupuis (NI) al Consiglio. Ampliamento dell'UE ai Balcani e al Caucaso.

Gazzetta ufficiale n. 222 E del 18/09/2003 pag. 0109 - 0111


INTERROGAZIONE SCRITTA E-3808/02

di Olivier Dupuis (NI) al Consiglio

(7 gennaio 2003)

Oggetto: Ampliamento dell'UE ai Balcani e al Caucaso

I capi di Stato della Macedonia, Iugoslavia, Croazia, Albania e Bosnia hanno trasmesso alle autorità dell'UE una lettera congiunta in cui invitano l'Unione europea a fornire, in occasione del Vertice di Copenaghen una prospettiva chiara e concreta ai loro sforzi di aderire all'Unione europea. I presidenti dei cinque paesi summenzionati scrivono: Esprimiamo la nostra aspettativa che il documento finale del Vertice di Copenaghen contenga un riferimento alle proposte riguardanti l'adesione dei nostri paesi, a guisa di messaggio e forte slancio per proseguire il nostro cammino verso l'integrazione nell'UE. () Pienamente consapevoli del duro lavoro che ci aspetta per conseguire tale scopo, siamo convinti che il nostro obiettivo comune opera a favore della realizzazione della nostra nobile visione l'unificazione dell'Europa, lo schiudersi delle prospettive della nostra adesione all'UE è molto importante per approfondire i processi democratici e riformatori in atto nonché per il rafforzamento della stabilità nella regione.

Nello stesso momento oltre 300 parlamentari dell'Albania, Armenia, Azerbaigian, Croazia, Georgia, Kossovo, Macedonia (Fyrom) e Iugoslavia (Serbia-Montenegro) hanno già firmato un appello alla Convenzione, al Consiglio, alla Commissione e al Parlamento europeo nel quale sollecitano lo statuto di paesi candidati all'Unione europea. Detti 311 parlamentari che salutano l'avvenimento storico che rappresenta l'ampliamento a dieci paesi dell'Europa centrale, rilevano che essi continuano, anche se lavorano duramente in mezzo a mille difficoltà per consolidare la libertà, la democrazia e lo Stato di diritto, ad essere tenuti al margine dell'Europa, ad essere esclusi dall'effettivo processo di unificazione europea. E concludono affermando: Sappiamo che l'adesione di ciascuno dei nostri paesi dipenderà dalla sua capacità di soddisfare pienamente i criteri politici cosiddetti di Copenaghen e i criteri economici fissati dai trattati e l'acquis comunitario. Non chiediamo alcun trattamento di favore, alcun privilegio, alcun favoritismo: soltanto di poter lavorare per poter raggiungere questo obiettivo fondamentale.

Quali sono le iniziative politiche concrete che il Consiglio conta intraprendere per dare concretamente seguito alla volontà di detti paesi di reintegrare la famiglia europea e di realizzare infine la loro legittima ambizione di divenir membri dell'Unione europea? È consapevole il Consiglio che senza una prospettiva chiara di adesione all'UE, gli sforzi esplicati da detti paesi per rafforzare la democrazia e lo Stato di diritto e garantire uno sviluppo economico forte rischiano di essere vanificati e di aprire la strada all'instabilità se non a scenari ancora più gravi? Intende il Consiglio decidere di includere l'Albania, l'Armenia, l'Azerbaigian, la Bosnia, la Croazia, la Georgia, il Kossovo, la Macedonia (Fyrom), la Moldavia e la Iugoslavia (Serbia-Montenegro) nell'elenco dei paesi candidati all'Unione europea in occasione del prossimo Vertice dei capi di Stato e di governo in Grecia?

Risposta

(13 maggio 2003)

L'Onorevole Parlamentare è certamente consapevole che la potenziale adesione all'UE si basa sull'articolo 49 del Trattato sull'Unione europea. A norma di tale articolo ogni Stato europeo che rispetti i principi sanciti nell'articolo 6, paragrafo 1, può domandare di diventare membro dell'Unione. Esso trasmette la sua domanda al Consiglio, che si pronuncia all'unanimità, previa consultazione della Commissione e previo parere conforme del Parlamento europeo. Il suddetto articolo 6, paragrafo 1 sottolinea i principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dello stato di diritto. Il Consiglio esaminerà quindi qualsiasi domanda di adesione conformemente all'articolo 49 del TUE.

Per quanto riguarda i paesi dei Balcani Occidentali cui fa riferimento l'Onorevole Parlamentare (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Serbia e Montenegro), la loro prospettiva europea (potenziali candidati all'adesione) è già stata confermata al vertice di Zagabria tra l'UE e i suddetti paesi nel novembre 2000, in base alle conclusioni del Consiglio europeo di Feira del 19-20 giugno 2000, e da allora reiterata.

Il processo di stabilizzazione e associazione (PSA), inclusi i suoi obiettivi strategici, le sue condizioni politiche ed economiche e i suoi strumenti, è il centro della politica dell'UE nei confronti dei Balcani Occidentali. Il vertice di Zagabria del 24 novembre 2000 ha sancito il PSA ottenendo l'adesione ai suoi obiettivi e condizioni da parte della regione. Il Consiglio ha sottolineato che il PSA è una linea politica a lungo termine a sostegno di una riforma sostenibile e compatibile con l'UE, in quanto aiuta i paesi della regione a preparare l'integrazione nell'UE. La velocità alla quale ciascun paese attraversa le varie fasi del PSA, appropriandosi del processo, è determinata dalla crescente capacità di assumersi gli obblighi derivanti da un'associazione sempre più stretta con l'UE e di conformarsi alla politica della condizionalità definita dal Consiglio il 29 aprile 1997.

In merito alla risposta concreta del Consiglio al desiderio dei suddetti paesi di reintegrare la famiglia europea, come domandato dall'Onorevole Parlamentare, gli strumenti offerti dal PSA sono di tre tipi. Il primo è l'assistenza CE a titolo del regolamento CARDS, incentrata sempre più sul sostegno alle riforme e al rafforzamento istituzionale, come previsto dagli accordi di stabilizzazione e di associazione. Il secondo consiste nella preparazione e nell'attuazione degli accordi di stabilizzazione e di associazione (ASA) che rappresentano la pietra angolare del processo. La conclusione di accordi di stabilizzazione e di associazione rappresenta l'impegno assunto dai firmatari di completare, durante un periodo di transizione, una associazione formale con l'UE, basata sulla graduale attuazione di una zona di libero scambio nonché su riforme destinate a permettere l'adozione o dell'acquis dell'UE in un numero limitato di settori o delle norme in vigore nell'UE, in modo da permettere ai paesi della regione di avviare il processo di integrazione nelle strutture dell'UE. Le differenze tra gli accordi conclusi con ciascun paese dovrebbero evidenziarsi principalmente nel periodo di transizione che precede la piena associazione

con l'UE e nella modulazione e articolazione dettagliate degli obblighi. L'obiettivo per tutti i paesi sarà però lo stesso: giungere alla piena associazione al termine di un periodo di transizione attraverso l'attuazione degli stessi obblighi fondamentali. Tali accordi sono già stati conclusi con l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e la Croazia. Il Consiglio ha autorizzato la Commissione, il 21 ottobre 2002, ad avviare negoziati sulla base di un accordo di stabilizzazione e di associazione con l'Albania. Il terzo è la concessione, dal dicembre 2000, di un regime di scambi altamente preferenziale a tutti i paesi contemplati dal PSA. L'apertura dei mercati dell'UE a quasi tutti i prodotti dei paesi del PSA, fatto salvo il rispetto delle pertinenti condizioni di quest'ultimo, è destinata a promuovere gli investimenti esteri, a sviluppare le capacità di esportazione e a contribuire alla stabilità politica globale ed economica della regione.

Il Consiglio riesamina annualmente i progressi compiuti da ciascun paese nel quadro del PSA, da ultimo il 13 maggio 2002.

Il Consiglio europeo di Copenaghen del 12 e 13 dicembre 2002 ha rammentato i criteri di adesione definiti al Consiglio europeo di Copenaghen del giugno 1993 e ribadito la prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali partecipanti al processo di stabilizzazione e associazione, come convenuto nel Consiglio europeo di Feira ed ha sottolineato la propria determinazione a sostenere i loro sforzi per un ulteriore ravvicinamento all'UE. Il Consiglio europeo si è compiaciuto della decisione della futura presidenza greca di organizzare il 21 giugno un vertice a Salonicco tra gli Stati membri dell'UE e i paesi partecipanti al processo di stabilizzazione e associazione.

Per quanto riguarda il Kosovo, l'Unione europea ha assunto un ruolo importante nella ricostruzione di tale paese. L'unione europea è di gran lunga il principale donatore che fornisce assistenza al Kosovo e alla regione dell'Europa sudorientale nel suo complesso ed è in primo piano nell'impegno per la ricostruzione.

Per quanto riguarda i paesi del Caucaso meridionale cui fa riferimento l'Onorevole Parlamentare (Armenia, Azerbaigian e Georgia) nonché la Moldova, l'UE e gli Stati Membri sono legati a tali paesi da accordi di partenariato e di cooperazione. L'UE è impegnata a contribuire allo stato di diritto, alle riforme economiche, alla pace, alla sicurezza e alla stabilità nei suddetti paesi. Gli accordi di partenariato e di cooperazione devono essere attuati in modo pieno ed efficace, in quanto lo sviluppo costante della democrazia e dei diritti dell'uomo è un fattore cruciale di promozione della stabilità nella regione del Caucaso meridionale. Riguardo alla Moldova, il consolidamento della democrazia e la stabilità politica interna nonché la soluzione del conflitto nella Transdnistria, i progressi decisivi nelle riforme economiche e le buone relazioni con i paesi limitrofi aumenterebbero le possibilità della Moldova di beneficiare di strette relazioni con la futura UE allargata. Il Consiglio europeo di Copenaghen ha sottolineato che l'UE desidera intensificare le sue relazioni tra l'altro con la Moldova sulla base di un approccio a lungo termine, inteso a promuovere le riforme democratiche ed economiche, lo sviluppo sostenibile e gli scambi commerciali, e sta sviluppando nuove iniziative a tal fine. Occorrerebbe aggiungere che nessuno dei paesi in questione ha presentato domanda di adesione. Inoltre, il Consiglio non può fare congetture sulla decisione che dovrà prendere il Consiglio europeo in una delle sue future riunioni.

Infine si richiama nuovamente l'attenzione dell'Onorevole Parlamentare sulle conclusioni del Consiglio europeo di Copenaghen che precisano che l'allargamento in corso imprimerà un nuovo dinamismo all'integrazione europea. Il Consiglio europeo ha sottolineato che questo offre un'importante occasione per far progredire le relazioni con i paesi vicini sulla base di valori politici ed economici condivisi e che l'Unione rimane determinata ad evitare nuove linee di separazione in Europa e a promuovere la stabilità e la prosperità all'interno delle nuove frontiere dell'Unione e al di là di esse.

Top