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Document 92002E000982

INTERROGAZIONE SCRITTA E-0982/02 di Íñigo Méndez de Vigo (PPE-DE) alla Commissione. Adozione internazionale di bambini rumeni.

GU C 52E del 6.3.2003, p. 26–26 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

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92002E0982

INTERROGAZIONE SCRITTA E-0982/02 di Íñigo Méndez de Vigo (PPE-DE) alla Commissione. Adozione internazionale di bambini rumeni.

Gazzetta ufficiale n. 052 E del 06/03/2003 pag. 0026 - 0026


INTERROGAZIONE SCRITTA E-0982/02

di Íñigo Méndez de Vigo (PPE-DE) alla Commissione

(12 aprile 2002)

Oggetto: Adozione internazionale di bambini rumeni

La Romania ha sospeso le procedure di adozione internazionale di bambini, che riguardano famiglie spagnole, a causa di possibili irregolarità.

È la Commissione a conoscenza di adozioni di bambini rumeni da parte di famiglie residenti negli Stati membri della Comunità che abbiano dato luogo a abusi sessuali o di altro genere, o a traffico di organi? In caso affermativo, quali sono stati questi casi e dove si sono prodotti? Quali misure ha preso per accertarli e portarli a conoscenza delle autorità competenti?

È vero che la moratoria delle adozioni internazionali decisa dal governo rumeno ha paralizzato 1197 dossier di richieste in corso da parte di famiglie spagnole? Quante di detti dossier sono state evasi da allora in virtù dell'ordinanza di urgenza del 6 dicembre 2001?

È vero che, alla fine dello scorso anno, cinquantamila (50 000) bambini erano ospiti degli istituti rumeni per l'infanzia e che 15 700 di loro vi erano entrati quell'anno? Che indice di mortalità annua si registra tra i bambini accolti in codesti istituti?

Risposta comunedata dal sig. Verheugen a nome della Commissionealle interrogazioni scritte E-0982/02, E-0998/02, E-0999/02, E-1000/02, E-1035/02,E-1036/02, E-1038/02, E-1039/02, E-1040/02, E-1073/02, E-1102/02 e E-1241/02

(6 giugno 2002)

La Commissione segue da vicino le politiche per l'infanzia in Romania in quanto si tratta di un paese candidato all'adesione all'Unione che deve quindi soddisfare gli standard internazionali più severi in materia di diritti dell'uomo, tra cui la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del

fanciullo. In questo contesto, la Commissione ha espresso le sue preoccupazioni in merito alle gravi lacune riscontrate nella legislazione e nella prassi rumene in materia di adozioni internazionali, le quali rischiano di portare ad abusi.

Da quando la Romania ha ratificato la Convenzione dell'Aia sulla protezione dei minori e la cooperazione in materia di adozioni internazionali, diversi altri Stati firmatari della Convenzione, sollecitati da tali preoccupazioni, hanno avviato nell'ottobre 1999 un processo di consultazione con questo paese.

Prendendo atto delle preoccupazioni espresse, il governo rumeno ha riconosciuto che il processo decisionale interno in materia di adozioni internazionali era influenzato da considerazioni economiche e interessi ben diversi da quelli dei minori e ha quindi adottato, a partire dal dicembre 2000, una serie di decisioni che hanno portato alla sospensione delle adozioni internazionali per un anno (ordinanza d'urgenza 121 dell'8 ottobre 2001).

Il governo rumeno ha scoperto inoltre che si era persa ogni traccia di minori nei confronti dei quali era stata presa una decisione di adozione internazionale. I casi in questione sono stati trasmessi alle autorità rumene responsabili delle indagini e dell'azione penale.

Riguardo alle domande di adozione internazionale in corso al momento in cui l'ordinanza è entrata in vigore, il governo rumeno ha adottato l'ordinanza d'urgenza 161 del 7 dicembre 2001, la quale sancisce che vengano portate a termine le procedure di adozione internazionale per i casi che erano già stati trattati o erano in fase di discussione presso i tribunali al momento dell'imposizione della moratoria. L'ordinanza in questione consente inoltre al governo di inoltrare casi pendenti ai tribunali in circostanze eccezionali. Il governo rumeno non ha indicato il numero complessivo di casi pendenti.

La Commissione è stata informata che i casi che erano stati decisi dai tribunali o erano ancora in fase di discussione l'8 ottobre 2001 sono stati ora risolti. Inoltre, il governo rumeno ha riconosciuto le circostanze eccezionali in 50 casi in cui la richiesta di adozione internazionale era stata inviata ai tribunali in deroga alla moratoria.

I casi relativi alle famiglie spagnole, analogamente a tutti gli altri, sono stati sottoposti alle autorità rumene, le quali li esamineranno conformemente alle disposizioni previste dall'ordinanza 161/2001.

Va osservato che il numero di minori che vivono in istituti per l'infanzia è diminuito da 57 181 all'inizio del 2001 a 49 965 alla fine dello stesso anno. Rispetto a 15 777 minori che sono entrati in centri di accoglienza tra ottobre 2000 e settembre 2001, 24 772 ne sono usciti nello stesso arco di tempo. La percentuale di istituzionalizzazione in Romania, che corrisponde allo 0,8 % dell'intera popolazione rumena tra 0 e 18 anni, non risulta eccezionalmente alta per un paese in transizione. A fini di raffronto, uno studio svolto nell'ambito di un progetto Phare nel 1997 ha riscontrato che il tasso di istituzionalizzazione in Europa occidentale oscillava tra 0,5 e 1 %. A ciò si aggiunga che solo il 5 % circa dei bambini rumeni istituzionalizzati è considerato adottabile ai sensi della legge rumena. La Commissione non è a conoscenza del tasso di mortalità dei bambini presenti in istituti, ma, secondo fonti rumene, il tasso di mortalità infantile in Romania è diminuito tra il 1990 e il 1999 da 21 a 18 su mille.

La Commissione ha stanziato una quota consistente dei fondi Phare non solo al fine di migliorare le condizioni negli istituti per l'infanzia, ma anche e soprattutto per assistere il governo rumeno a riformare sostanzialmente le sue politiche per l'infanzia. Questi sforzi, congiuntamente a quelli di altri donatori internazionali, degli Stati membri e di molte organizzazioni non governative (ONG) impegnate stanno attualmente dando frutto, grazie anche all'impegno delle autorità rumene.

Riguardo in particolare alla legislazione in materia di adozione, la Commissione, congiuntamente ad altri organismi, ha fornito assistenza tecnica al governo rumeno per l'elaborazione di un nuovo testo che il governo sta attualmente esaminando.

La Commissione continuerà a vegliare sulla situazione e, se necessario, a fornire assistenza al governo rumeno. Va precisato che la Commissione non è competente per trattare singoli casi relativi alle adozioni internazionali.

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