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Document 52021IR1127

    Parere del Comitato europeo delle regioni — L'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali da una prospettiva locale e regionale

    COR 2021/01127

    GU C 300 del 27.7.2021, p. 7–12 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    27.7.2021   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 300/7


    Parere del Comitato europeo delle regioni — L'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali da una prospettiva locale e regionale

    (2021/C 300/03)

    Relatrice generale:

    Anne KARJALAINEN (FI/PSE), consigliera comunale di Kerava

    Testi di riferimento:

    Consultazione da parte della presidenza portoghese

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali

    COM(2021) 102 final

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    Osservazioni generali

    1.

    si compiace del fatto che la presidenza portoghese del Consiglio dell'Unione europea abbia incluso l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali tra gli obiettivi prioritari del suo programma, e ha elaborato, su richiesta della presidenza, un parere sulla prospettiva locale e regionale per il vertice sociale di Porto; ritiene importante impegnarsi al più alto livello politico per promuovere in questo decennio un'Europa sociale forte e il benessere dei cittadini;

    2.

    accoglie con particolare favore il piano d'azione della Commissione europea sul pilastro europeo dei diritti sociali, che definisce le politiche e gli strumenti concreti a lungo termine necessari per costruire sistemi economici e sociali più sostenibili per il futuro in tutti gli Stati membri dell'UE;

    3.

    si compiace del fatto che il piano d'azione riconosca il ruolo degli enti locali e regionali nell'attuazione e nello sviluppo delle iniziative e nella creazione del loro valore aggiunto; gli enti locali e regionali hanno un ruolo importante nel rafforzamento della vitalità delle regioni e nel conseguimento degli obiettivi quantitativi generali definiti per il 2030 in materia di occupazione, competenze e protezione sociale, a condizione che siano stanziati fondi sufficienti per l'attuazione del piano d'azione;

    4.

    sottolinea che il piano di attuazione contribuisce agli sforzi degli enti locali e regionali per attuare le politiche occupazionali e sociali e promuove tali sforzi. Occorre guardare oltre la crisi attuale ed effettuare investimenti sociali per rafforzare la dimensione sociale, anche ai fini di un mercato interno ben funzionante;

    5.

    rileva che un'attuazione chiara, coordinata e ambiziosa del pilastro europeo dei diritti sociali accrescerà il coinvolgimento dell'UE nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, e promuoverà un'attuazione socialmente equa del Green Deal europeo;

    6.

    fa osservare che nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali i principi di sussidiarietà e di proporzionalità determineranno a quale livello l'UE e gli Stati membri applicheranno gli strumenti strategici e i provvedimenti legislativi proposti;

    Riunire le forze a Porto

    7.

    invita gli Stati membri, le parti sociali e la società civile che partecipano al vertice sociale di Porto a impegnarsi congiuntamente per accelerare l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali nei loro ambiti di competenza, collocando le persone al centro. La maggior parte degli strumenti per attuare i principi del pilastro sociale rientrano nelle competenze degli Stati membri, delle amministrazioni regionali e locali, delle parti sociali e della società civile. Il successo dipende dall'impegno e dalla responsabilità condivisa dei diversi livelli di governo e delle parti in causa, con il sostegno delle istituzioni europee. Le regioni e le città sono pronte a svolgere il loro ruolo nella costruzione di un'Europa sociale forte e resiliente, che garantisca equità nelle transizioni verde e digitale e consenta la ripresa sia economica che sociale dalla crisi della COVID-19. Vi è inoltre un chiaro sostegno pubblico in tal senso, in quanto nove europei su dieci ritengono importante un'Europa sociale (1);

    8.

    sottolinea che l'Europa sta affrontando la più grande crisi sanitaria, sociale ed economica di questa generazione, nel cui ambito la solidarietà europea è messa alla prova. La pandemia di COVID-19 continuerà per molto tempo a ripercuotersi sull'occupazione, la povertà e il benessere mentale delle persone, rendendo necessari investimenti sociali e sanitari da parte di tutti i livelli di governo, il giusto mix di politiche e risorse finanziarie. Gli investimenti e le azioni nell'ambito dello strumento per la ripresa e la resilienza devono avere una forte dimensione sociale, che rafforzi i sistemi di protezione sociale, finanzi posti di lavoro di qualità, migliori e garantisca i servizi pubblici, riduca la povertà e promuova la parità di genere. Bisogna concentrarsi sulla protezione, specie dei cittadini più vulnerabili, come le persone a rischio di povertà e di esclusione sociale, le famiglie monogenitoriali con difficoltà di conciliazione tra vita professionale e vita privata, le persone con disabilità, i migranti, le vittime di violenza di genere ecc., e su una ripresa che sia inclusiva ed equa sul piano sociale. L'impegno di principio a favore della libera scelta economica degli enti locali di fornire, commissionare e finanziare servizi di interesse economico generale è estremamente importante in questo contesto;

    9.

    fa presente che l'UE si trova a un punto di svolta in cui un nuovo pensiero è non solo possibile, ma anche necessario. In un mondo modellato dalle megatendenze globali, i sistemi di protezione sociale richiedono delle riforme. È più che mai importante investire nel benessere delle persone e tenere in considerazione i vantaggi dell'economia del benessere. Il CdR ritiene che il vertice sociale di Porto rappresenti un'importante opportunità per concordare obiettivi comuni nel cui ambito il benessere e l'uguaglianza dei cittadini siano collocati al centro della politica e le questioni sociali ricevano una priorità permanente nell'Unione europea;

    Obiettivi comuni che devono essere ratificati a Porto

    10.

    sostiene i tre obiettivi principali fissati nel piano d'azione per la fine di questo decennio, in materia di occupazione, competenze e protezione sociale, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. I nuovi obiettivi principali proposti prevedono che entro il 2030 almeno il 78 % della popolazione dell'UE di età compresa tra i 20 e i 64 anni abbia un lavoro, almeno il 60 % di tutti gli adulti partecipi ad attività di formazione ogni anno e il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale diminuisca di almeno 15 milioni;

    11.

    sottolinea che per conseguire l'obiettivo in materia di occupazione è necessario creare un maggior numero di nuovi posti di lavoro di qualità, migliorare l'occupazione femminile, agevolare l'accesso di tutti i giovani all'occupazione, tenendo in debita considerazione i giovani appartenenti a gruppi svantaggiati, e garantire la piena integrazione dei gruppi sottorappresentati nel mercato del lavoro. Il CdR ricorda che la crisi della COVID-19 ha avuto un impatto sull'occupazione delle donne, dei giovani, dei migranti e delle persone con disabilità. Si dovrebbe rivolgere l'attenzione anche alle difficoltà incontrate dalle persone che subiscono discriminazioni nell'occupazione per altri motivi quali l'età, l'origine etnica e razziale, la religione o le convinzioni personali e l'orientamento sessuale;

    12.

    condivide il giudizio sull'importanza delle iniziative proposte riguardo la vita lavorativa e una contrattazione collettiva con un'ampia copertura per garantire una migliore protezione dei lavoratori. Le nuove forme di occupazione, la mobilità dei lavoratori, l'economia delle piattaforme, gli orari di lavoro flessibili e il telelavoro richiedono un dialogo tra le parti sociali e un loro stretto coinvolgimento nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali. Deplora altresì che, oltre alla valutazione dell'esperienza dello strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE), il piano d'azione non preveda un dibattito su un regime europeo permanente di assicurazione contro la disoccupazione;

    13.

    sottolinea che la nuova strategia in materia di industria, economia circolare e PMI, nonché l'economia sociale, sosterranno la creazione di posti di lavoro di qualità e una maggiore competitività. Tali strategie devono anche ridurre i divari di genere per quanto riguarda le energie rinnovabili e i posti di lavoro verdi;

    14.

    richiama l'attenzione sugli attuali criteri di responsabilità sociale negli appalti pubblici e sul loro contributo alla prevenzione del dumping sociale. Suggerisce pertanto di vincolare maggiormente gli appalti pubblici al rispetto di salari equi e di altre condizioni di occupazione stabiliti dalla legge e/o dai contratti collettivi, anche nelle catene di subappalto;

    15.

    sottolinea la necessità di garantire l'equilibrio tra vita professionale e vita privata e un migliore accesso al mercato del lavoro per le donne, che costituiscono la stragrande maggioranza dei prestatori di assistenza familiare, e di rivolgere in tale contesto particolare attenzione alle famiglie monoparentali e numerose. Al tempo stesso, l'aumento del tasso di occupazione delle donne e la riduzione del divario retributivo miglioreranno le pensioni delle donne, riducendo il rischio di povertà durante il pensionamento;

    16.

    chiede la rapida attuazione della garanzia per i giovani e una particolare attenzione, negli interventi, alla risoluzione della situazione dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non partecipano ad alcun ciclo di istruzione o formazione. Modernizzando gli apprendistati e migliorando i programmi di tirocinio si offrono ai giovani maggiori possibilità di trovare rapidamente un'occupazione nei settori in crescita, cosa importante perché la disoccupazione giovanile è aumentata drasticamente in tutta Europa durante la crisi della COVID-19. Chiede inoltre che siano adottate misure per garantire che i programmi di promozione dell'occupazione giovanile non favoriscano forme di occupazione precarie;

    17.

    sottolinea che la ripresa dalla crisi della COVID-19, le transizioni verde e digitale e i cambiamenti demografici interessano in modo diverso le regioni e i settori europei, il che richiede una riassegnazione e una sostanziale riqualificazione della forza lavoro. Il CdR invita gli Stati membri, gli enti locali e regionali e le parti sociali a trovare soluzioni per l'accesso degli adulti, e in particolare dei lavoratori anziani disoccupati, al perfezionamento e alla riqualificazione, basandosi sulle buone pratiche e sul sistema EASE (2);

    18.

    chiede che gli obiettivi in materia di istruzione e competenze siano integrati non solo nel completamento dello Spazio europeo dell'istruzione, ma anche nello Spazio europeo della ricerca e nell'agenda per le competenze per l'Europa, senza lasciare indietro nessuno nel quadro della transizione verde e digitale;

    19.

    rileva che gli enti locali e regionali hanno un ruolo fondamentale da svolgere nello sviluppo di politiche in materia di competenze e nell'offerta di formazione; chiede che venga fatto ricorso agli apprendistati nell'ambito dell'EASE (3) e del quadro europeo per gli apprendistati (4) onde consentire, in particolare alle PMI, di offrire apprendistati ai giovani e allo scopo di migliorare la situazione occupazionale dei gruppi sottorappresentati;

    20.

    richiama l'attenzione sull'importanza di garantire un'efficace attuazione della strategia dell'Unione europea per la parità di genere, con particolare attenzione all'inclusione delle donne in situazioni vulnerabili (vittime di violenza di genere, famiglie composte da madri con figli ecc.). La parità di genere e il riconoscimento della diversità di genere devono essere integrati nell'attuazione del pilastro;

    21.

    ricorda che, nonostante gli sforzi compiuti, la povertà e l'esclusione sociale non sono state eliminate in Europa e che, secondo le previsioni, la pandemia di COVID-19 peggiorerà ulteriormente la situazione. Sebbene l'obiettivo di riduzione della povertà potrebbe essere più ambizioso, specialmente in considerazione dei danni sociali causati dalla pandemia, la priorità assoluta per il decennio deve essere quella di ridurre di almeno 15 milioni, di cui almeno un terzo bambini, il numero di persone in stato di povertà, il che richiede di concentrarsi sulle cause profonde della povertà e su misure efficaci, con interventi integrali nelle zone più svantaggiate. I regimi di reddito nazionali e i relativi servizi di sostegno sono l'ultima risorsa per garantire condizioni di vita dignitose;

    22.

    sottolinea il ruolo essenziale dei servizi sociali pubblici a livello locale e regionale nell'attuazione dei principi fondamentali in materia di diritti sociali, al fine di attenuare le conseguenze sociali negative della pandemia; essi sono cruciali per rendere la ripresa economica più equa e più inclusiva sul piano sociale, visto che sostengono l'occupazione, la salute e l'inclusione sociale delle persone più vulnerabili;

    23.

    sottolinea l'importanza di un'efficace attuazione della garanzia europea per l'infanzia e della strategia dell'Unione europea sui diritti dei minori attraverso piani di assistenza all'infanzia che promuovano pari opportunità per tutti i bambini e spezzino il ciclo di trasmissione intergenerazionale dello svantaggio, garantendo l'accesso ai servizi essenziali ai minori a rischio di povertà o di esclusione sociale; tutti i bambini devono avere accesso a servizi di assistenza all'infanzia, a un'istruzione prescolare e ad asili nido di qualità, a un'alimentazione sana e ad attività doposcuola. Occorre riservare particolare attenzione ai minori in situazioni di vulnerabilità, quali quelli senza dimora e quelli privi di assistenza genitoriale, al fine di fornire loro un'assistenza a livello di comunità e su base familiare e di garantire che nessun minore sia lasciato indietro. La prevenzione e il contrasto di tutte le forme di violenza e discriminazione, la promozione di una giustizia a misura di minore e il rafforzamento della partecipazione dei minori alla società sono anch'esse priorità fondamentali, come chiaramente indicato anche nella nuova strategia globale dell'UE sui diritti dei minori. I diritti dei minori devono essere tutelati anche nel mondo digitale;

    24.

    allo stesso modo, sottolinea la necessità di affrontare efficacemente le esigenze di una popolazione che invecchia e di garantire loro una qualità di vita, salvaguardando il loro diritto a beneficiare di servizi di qualità in materia di assistenza sociale, assistenza diurna e assistenza a lungo termine, settori che sono stati colpiti in modo significativo dalla pandemia e che soffrono di una carenza di manodopera qualificata;

    25.

    sottolinea che i comuni e le regioni hanno un ruolo importante in quanto fornitori di servizi pubblici e che per questo importante compito devono essere disponibili risorse finanziarie sufficienti. Gli investimenti nelle infrastrutture verdi, digitali e sociali ridurranno le disparità regionali e miglioreranno la disponibilità di servizi pubblici a prezzi accessibili nelle zone rurali e nelle aree urbane disagiate, nelle zone interessate da transizione industriale e nelle zone con gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, come le regioni ultraperiferiche o quelle più remote e isolate, dove l'accesso alle risorse digitali risulta in molti casi più limitato;

    26.

    richiama l'attenzione sul fatto che i comuni e le città svolgono un ruolo importante nella pianificazione urbana e nell'offerta di alloggi pubblici, cooperativi, sostenibili e a prezzi accessibili. Bisogna aumentare la disponibilità di alloggi dignitosi per tutti i cittadini, adeguati alle loro esigenze specifiche, come quelle degli anziani e delle persone con disabilità, al fine di promuovere una vita indipendente ed evitare che siano ricoverati in istituti, nonché alle esigenze delle famiglie numerose e monoparentali, delle vittime della violenza di genere e dei giovani che sono stati oggetto di misure di protezione durante la loro minore età. Le soluzioni abitative devono essere integrate nei piani di sviluppo locale volti a creare quartieri vivibili. Occorrerebbe applicare approcci inclusivi, protettivi e partecipativi, non solo nell'ambito della strategia dell'UE per l'ondata di ristrutturazioni, ma anche attraverso un forte impegno dell'UE e degli Stati membri a costruire nuovi alloggi, anche per la locazione a lungo termine. È essenziale consentire agli enti locali e regionali di combinare meglio diverse fonti di finanziamento e costruire sistemi abitativi sostenibili. La deprivazione abitativa deve essere affrontata in modo integrato e a vasto raggio, concentrandosi sul miglioramento delle reti di assistenza sanitaria e sociale dei senzatetto. Ad esempio, l'approccio «Prima la casa» (Housing First) è riuscito a ridurre il problema della deprivazione abitativa a lungo termine. Gli enti locali e regionali dovrebbero quindi partecipare alla «Piattaforma europea sulla deprivazione abitativa». Il Comitato si rammarica, a tale proposito, che il piano d'azione non stabilisca alcun obiettivo quantitativo per la lotta contro il problema della deprivazione abitativa;

    27.

    sottolinea che gli attori locali e regionali hanno un'importante opportunità di influenzare le emissioni nei prossimi decenni attraverso una pianificazione e investimenti sostenibili nella produzione di energia, nell'edilizia e nei trasporti; le misure adottate nel quadro dell'ondata di ristrutturazioni degli edifici europei possono stimolare l'occupazione, migliorare la qualità della vita e combattere la povertà energetica sostenendo gli investimenti nell'efficienza energetica nelle famiglie a basso reddito. Per tutelare i diritti degli inquilini ed evitare la gentrificazione si dovrebbe applicare la neutralità dei costi degli alloggi (compresi, tra l'altro, l'affitto, l'energia e i costi di funzionamento), quando vi sia un sostegno pubblico nel contesto dell'ondata di ristrutturazione;

    28.

    ricorda che la pandemia di COVID-19 ha ulteriormente aggravato il divario digitale. Il CdR propone di promuovere la «coesione digitale», in quanto obiettivo dell'Unione europea, affinché vi sia un'infrastruttura digitale adeguata per far sì che i servizi elettronici e l'istruzione digitale divengano accessibili a tutti. Bisognerebbe dedicare particolare attenzione all'accesso dei gruppi svantaggiati e vulnerabili agli strumenti digitali;

    Quadro di valutazione della situazione sociale

    29.

    sottolinea che i valori medi nazionali degli indicatori sociali non riflettono tutte le sfide sociali nell'Unione europea. Ciò può portare a risultati fuorvianti, nascondendo le disparità sociali e regionali che spesso esistono negli Stati membri. Un quadro di valutazione della situazione sociale regionale può contribuire a definire una politica di monitoraggio regionale forte, che garantisca che il pilastro sociale sia attuato a tutti i livelli e che gli investimenti territoriali siano orientati al conseguimento dei principi del pilastro. Il monitoraggio regionale deve avvalersi di dati già raccolti e non deve imporre un onere amministrativo alle regioni;

    30.

    ritiene necessario promuovere una politica comune europea forte, efficace e chiara al fine di garantire la corretta gestione dei flussi migratori, pienamente condivisa dagli Stati membri e dalle regioni. Ribadisce la convinzione che «gli obiettivi del patto sulla migrazione e l'asilo, in particolare per quanto riguarda la realizzazione della solidarietà fra Stati membri e di un approccio comprensivo che unisca le misure nel settore della migrazione, dell'asilo, dell'integrazione e della gestione delle frontiere, possano essere realizzati dagli Stati membri solo se questi agiscono insieme nel quadro del sistema europeo comune di asilo e quando vengono meglio riconosciuti gli interessi e le capacità di tutti nell'ambito del meccanismo di solidarietà» (5);

    31.

    segnala l'importanza di aggiungere indicatori e di utilizzare strumenti promossi dalla stessa Unione europea, come l'indice di progresso sociale regionale, che coprano nel complesso tutti i 20 principi del pilastro sociale. La presentazione delle cifre in tutti gli indicatori dovrebbe essere ripartita per settori di interesse, compreso il genere, in quanto la parità di genere è un principio generale del pilastro europeo. Il CdR sottolinea la necessità di sviluppare ulteriormente la base di conoscenze e gli indicatori per le raccomandazioni specifiche per paese, per conseguire meglio gli obiettivi del pilastro. Gli enti locali e regionali dovrebbero partecipare attivamente al dibattito sul miglioramento del quadro di valutazione della situazione sociale;

    Governance socioeconomica

    32.

    osserva che il semestre europeo e lo strumento per la ripresa e la resilienza sono attualmente i principali strumenti giuridici disponibili per incoraggiare, sostenere e guidare i governi degli Stati membri nell'attuazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali nell'Unione europea; chiede che venga data priorità al pilastro europeo dei diritti sociali nel quadro del semestre europeo per garantire che la ripresa dall'attuale crisi sia realmente inclusiva e affronti l'esclusione sociale, la povertà e le disuguaglianze;

    33.

    ribadisce la richiesta di migliorare il coordinamento delle politiche economiche e sociali tra i livelli di governo europeo e nazionale nel contesto del semestre europeo, e chiede un più stretto coinvolgimento degli enti locali e regionali in tale coordinamento, attraverso una gestione concorrente basata sul principio di sussidiarietà. In base a tale principio, i compiti di pianificazione strategica e di attuazione devono essere delegati non solo agli Stati membri ma anche agli enti locali e regionali, che sono nella posizione migliore per rispondere efficacemente alle esigenze e alle sfide locali (6);

    34.

    chiede l'istituzione, nel contesto della finanza sostenibile, di una «tassonomia sociale», quale strumento che consenta di aumentare gli investimenti nelle infrastrutture sociali, quali l'assistenza sanitaria, l'istruzione o gli alloggi. Tale strumento potrebbe aiutare ad affrontare le sfide in materia di accessibilità ai servizi essenziali, premiando l'uso delle nuove tecnologie e gli sforzi volti a promuovere una forza lavoro qualificata e ad affrontare la carenza di personale, contribuendo al tempo stesso a far sì che gli investimenti nelle infrastrutture sociali siano meglio riconosciuti come valide attività di investimento;

    Finanziamento

    35.

    invita ad avvalersi del quadro finanziario pluriennale e dello strumento per la ripresa Next Generation EU per l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali a livello nazionale, contribuendo alla transizione verde e digitale, all'equità sociale e alla resilienza;

    36.

    incoraggia le autorità di programmazione a segnalare la spesa nei fondi strutturali e di investimento a favore dell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali;

    37.

    chiede che maggiori risorse a titolo dei bilanci nazionali e dei finanziamenti dell'UE vengano stanziate a livello locale e regionale per le misure locali, i servizi e gli investimenti sociali, al fine di sostenere in particolare i gruppi più vulnerabili, nel rispetto dei principi delle pari opportunità e della non discriminazione;

    38.

    rileva che nella pianificazione dell'assegnazione dei finanziamenti occorre ricorrere più che in passato alla valutazione del loro impatto distributivo, in modo da poter tenere maggiormente conto dell'impatto delle riforme e degli investimenti sociali sui diversi gruppi.

    Bruxelles, 7 maggio 2021

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Apostolos TZITZIKOSTAS


    (1)  Eurobarometro 03/2021 sugli affari sociali.

    (2)  Sostegno attivo ed efficace all'occupazione (EASE) C (2021) 1372.

    (3)  Ibidem.

    (4)  Raccomandazione del Consiglio relativa a un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità, 2018.

    (5)  CdR 4843/2020.

    (6)  CdR 2167/2020.


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