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Document 52020AE1835

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione [COM(2020) 70 final]

    EESC 2020/01835

    GU C 232 del 14.7.2020, p. 18–28 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    14.7.2020   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 232/18


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione

    [COM(2020) 70 final]

    (2020/C 232/03)

    Relatrice generale:

    Ellen NYGREN

    Consultazione

    Consiglio dell’Unione europea, 6/3/2020

    Base giuridica

    Articolo 148, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

    Sezione competente

    Occupazione, affari sociali, cittadinanza

    Adozione in sessione plenaria

    7/5/2020

    Sessione plenaria n.

    551 — sessione plenaria a distanza

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    251/03/07

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1.

    Il CESE accoglie con favore la revisione degli orientamenti per l’occupazione proposta. Il loro ruolo di bussola a lungo termine per le politiche occupazionali degli Stati membri dell’UE è importante anche in tempi di crisi. Le politiche per l’occupazione sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale dell’Unione europea nel suo insieme e per quello dei suoi Stati membri. L’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali è uno strumento comune per perseguire una convergenza sostenibile verso l’alto e a tale riguardo è opportuno rivedere gli orientamenti per l’occupazione. L’UE e i suoi Stati membri devono compiere ulteriori sforzi per eliminare le disparità. La convergenza verso l’alto rappresenta un principio trasversale, che deve essere preso in considerazione e integrato in tutte le politiche dell’UE.

    1.2.

    La proposta sugli orientamenti riveduti in materia di occupazione è stata pubblicata prima dell’insorgenza a vasto raggio della Covid-19. Da allora, la Covid-19 ha assunto le dimensioni di una pandemia, i cui effetti hanno reso indispensabile un’azione urgente anche in termini di politiche del mercato del lavoro. Al fine di limitare la diffusione della malattia, sono state adottate misure senza precedenti in tutti gli Stati membri dell’UE e oltre. Il CESE ritiene che occorra fare di più in termini di azione coordinata.

    1.3.

    Il CESE è convinto che solo un piano europeo globale di ripresa economica consentirebbe agli Stati membri dell’UE, ai suoi cittadini, alle sue imprese e ai suoi lavoratori, di affrontare nel modo migliore le conseguenze della pandemia di Covid-19 e di ricostruire un’economia europea più sostenibile e resiliente. Sebbene non si sappia quale sarà la durata della situazione straordinaria creata dalla crisi della Covid-19, è chiaro che i suoi effetti sul mercato del lavoro si protrarranno a lungo. Anche gli orientamenti in materia di occupazione per il 2020 dovrebbero pertanto essere adattati per tenere conto di questa nuova situazione.

    1.4.

    Lo shock economico causato dall’epidemia di Covid-19 ha già provocato una crisi occupazionale e sociale, che potrebbe avere un impatto grave e duraturo sui mercati del lavoro europei. In tale contesto, occorre prendere in considerazione per quest’anno un orientamento aggiuntivo, straordinario e di emergenza, in materia di occupazione, al fine di orientare i necessari adeguamenti delle politiche occupazionali degli Stati membri dell’UE per affrontare questa situazione senza precedenti. Tale orientamento di emergenza Covid-19 in materia di occupazione potrebbe includere riferimenti ad efficaci misure temporanee necessarie per attenuare l’impatto della crisi, quali modalità di lavoro a breve termine, sostegno al reddito, estensione dell’indennità di malattia e promozione del lavoro a distanza (nel rispetto della responsabilità dei datori di lavoro per la salute e la sicurezza dei lavoratori).

    1.5.

    In base all’orientamento 5, gli Stati membri sono pur sempre incoraggiati a promuovere «forme innovative di lavoro». Sebbene le nuove forme di lavoro e l’innovazione offrano opportunità di crescita, il CESE ha già sottolineato le numerose sfide associate a questo tipo di lavoro. Gli orientamenti in materia di occupazione dovrebbero cercare di tradurre le tendenze associate a queste nuove forme di lavoro in opportunità di lavoro eque. Si dovrebbe accogliere positivamente la richiesta di fissare salari adeguati ed equi, migliorando i meccanismi dei salari minimi legali, laddove siano previsti, oppure attraverso la contrattazione collettiva. Il coinvolgimento delle parti sociali è un aspetto fondamentale, ed è molto positivo che l’orientamento 5 esorti gli Stati membri a «promuovere il dialogo sociale e la contrattazione collettiva in vista della fissazione dei salari». A tale riguardo l’orientamento dovrebbe includere nella parte finale delle proposte volte a rafforzare l’efficacia dei contratti collettivi migliorandone la copertura.

    1.6.

    Per quanto riguarda l’orientamento 6: «potenziare l’offerta di forza lavoro e migliorare l’accesso all’occupazione, abilità e competenze», il CESE apprezza il fatto che esso faccia riferimento a una visione globale delle competenze, in linea con un sistema produttivo sostenibile. Il CESE si compiace che gli orientamenti esortino gli Stati membri a investire nei loro sistemi di istruzione e formazione e ad adeguarli affinché impartiscano un’istruzione di elevata qualità e inclusiva, comprese l’istruzione e la formazione professionali. Il CESE chiede, a questo proposito, strategie più efficaci a livello europeo e nazionale per garantire un finanziamento sostenibile per la riqualificazione e il miglioramento delle competenze di tutti gli adulti grazie all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, concentrandosi in particolare sull’erogazione di un sostegno efficace ai lavoratori e ai disoccupati.

    1.7.

    Riguardo l’orientamento 7 «Migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro e l’efficacia del dialogo sociale»: il corretto funzionamento del dialogo sociale è essenziale per qualsiasi politica occupazionale, compresa l’attuazione degli orientamenti dell’UE in materia di occupazione. Pertanto, occorre fare di più per facilitare e promuovere il dialogo sociale a livello sia nazionale che europeo. Inoltre, la Commissione ha compiuto progressi nel coinvolgimento della società civile nel processo del semestre europeo, un fatto, questo, che va accolto positivamente e considerato un punto fermo a partire dal quale realizzare nuovi passi avanti. Un aspetto non contemplato da questo orientamento è la necessità di migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro. Nel contesto della pandemia di Covid-19, disporre di luoghi di lavoro sani e sicuri è fondamentale per contrastare i rischi di contagio e di diffusione del virus e di altre malattie. Come sempre, e in particolare in queste circostanze eccezionali, i datori di lavoro devono assumersi la responsabilità della salute e della sicurezza dei loro lavoratori e fornire a questi ultimi e ai loro rappresentanti informazioni adeguate, oltre a realizzare valutazioni dei rischi e ad adottare misure di prevenzione. Le autorità pubbliche, le imprese, i lavoratori e le parti sociali devono svolgere tutti un ruolo nella protezione dei lavoratori, delle loro famiglie e della società in generale.

    1.8.

    La maggior parte delle piccole imprese e delle microimprese dispone di risorse economiche e gestionali limitate; queste aziende dovrebbero pertanto ricevere un sostegno concreto, finanziario e su misura per programmi di sicurezza e salute sul lavoro (SSL) che consentano loro di adattare i luoghi di lavoro e di attuare rapidamente nuove procedure e pratiche atte a proteggere i lavoratori. Gli ispettorati del lavoro, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), la rete Enterprise Europe e le autorità competenti a livello nazionale possono offrire un sostegno pratico, ad esempio strumenti efficaci in termini di costi, gratuiti e di facile utilizzazione, informazioni, orientamenti e consulenza.

    1.9.

    Riguardo l’orientamento 8 «Promuovere le pari opportunità per tutti, favorire l’inclusione sociale e combattere la povertà»: bisogna contrastare ogni forma di pratiche discriminatorie. La protezione sociale e l’assistenza sanitaria devono essere fornite a tutti. La promozione della partecipazione delle donne alla forza lavoro e l’invecchiamento attivo per tutti dovrebbero essere sostenuti da misure adeguate, quali l’accesso a servizi pubblici di qualità e condizioni di lavoro dignitose per tutti. Gli orientamenti in materia di occupazione dovrebbero anche prendere in considerazione obiettivi di protezione sociale, quali una copertura completa ed efficace, l’adeguatezza e la trasparenza.

    2.   Contesto

    2.1.

    Il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) dispone che gli Stati membri considerino le loro politiche economiche e la promozione dell’occupazione come questioni di interesse comune e le coordinino in sede di Consiglio (1). L’articolo 148 TFUE prevede che il Consiglio adotti orientamenti in materia di occupazione, che definiscono la portata e la direzione del coordinamento delle politiche degli Stati membri e servono da base per le raccomandazioni specifiche per paese nell’ambito del processo del semestre europeo.

    2.2.

    Gli orientamenti in materia di occupazione e gli orientamenti di politica economica sono stati adottati congiuntamente come «pacchetto integrato» per la prima volta nel 2010, in collegamento con la strategia Europa 2020. Nel 2018 gli orientamenti in materia di occupazione sono stati allineati ai principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Il CESE ha accolto con favore questo allineamento fin dall’inizio (2), ma ha asserito nel parere sull’argomento e in una serie di pareri successivi (3), che occorre fare di più, nella pratica, per realizzare e attuare realmente il pilastro.

    2.3.

    Da quando il semestre europeo è stato aggiornato per integrarvi gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, l’analisi annuale della crescita è diventata la strategia annuale di crescita sostenibile, e viene adesso proposto di rivedere gli orientamenti in materia di occupazione.

    2.4.

    La proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione è stata adottata dalla Commissione il 26 febbraio 2020, prima che si avviasse il coordinamento delle misure di emergenza per affrontare la pandemia di Covid-19. L’obiettivo immediato delle autorità pubbliche deve essere quello di cercare di garantire il giusto equilibrio tra la salvaguardia della salute pubblica, attraverso la riduzione della diffusione del virus, e il mantenimento di una vitale attività economica.

    2.5.

    L’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha avvertito che gli impatti occupazionali della Covid-19 sono profondi, di ampia portata e senza precedenti (4), e che ne potrebbero derivare la perdita di milioni di posti di lavoro e un aumento della sottoccupazione e della povertà lavorativa, ben al di là degli effetti della crisi finanziaria del 2008-2009. La riduzione dell’impatto dipenderà da quanto rapidamente e risolutamente verranno adottate e attuate le decisioni politiche.

    2.6.

    Il CESE è convinto che solo un piano europeo globale di ripresa economica consentirebbe agli Stati membri dell’UE, ai suoi cittadini, alle sue imprese e ai suoi lavoratori di affrontare nel modo migliore le conseguenze della pandemia di Covid-19 e di ricostruire un’economia europea più sostenibile e resiliente (5). Gli Stati membri dovrebbero raggiungere un rapido accordo su un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP), riducendo l’incertezza in merito al finanziamento degli investimenti dell’UE a partire dal 2021.

    2.7.

    Le imprese e i lavoratori di vari settori economici hanno subito ripercussioni drammatiche. Molte aziende, specialmente microimprese, PMI e imprese dell’economia sociale, sono a rischio di insolvenza, e milioni di lavoratori sono esposti alla minaccia della perdita di reddito e del posto di lavoro (6). In media, circa il 90 % delle PMI riferisce di essere economicamente coinvolto e si aspetta un aumento del tasso di disoccupazione compreso tra il 3 % e il 5 % (7). Sono necessarie misure mirate per sostenere le imprese e i posti di lavoro in settori chiave che sono stati particolarmente colpiti.

    2.8.

    In Europa e in tutto il mondo i lavoratori della sanità sono stati giustamente applauditi come eroi che operano in prima linea, fanno tutto il possibile per salvare vite umane e, in troppi casi, pagano in prima persona il prezzo più alto. In alcuni paesi, al pari degli insegnanti, di altri operatori del settore pubblico, dei lavoratori conviventi prestatori di cure e assistenza e degli addetti all’accudimento (caregiver), essi sono stati sottovalutati e fortemente penalizzati dalle misure di austerità applicate in seguito alla crisi del 2008. È essenziale che in futuro questo rinnovato apprezzamento del loro lavoro si traduca concretamente in un miglioramento delle condizioni e nell’attuazione dei necessari investimenti nei servizi pubblici, e in special modo nel sistema di protezione sociale.

    2.9.

    La crisi della Covid-19 illustra inoltre in modo significativo i problemi strutturali esistenti nei mercati del lavoro europei. Persistono disuguaglianze tra i lavoratori che beneficiano di forme di lavoro più stabili e sicure e quelli impegnati in forme più precarie di lavoro. Per affrontare i rapidi cambiamenti nel mondo del lavoro è necessaria la flessibilità, sia per i datori di lavoro che per i lavoratori, e tale flessibilità deve essere sostenuta promuovendo la sicurezza e condizioni di lavoro eque in tutte le forme di lavoro.

    2.10.

    Molti dei lavoratori che vengono generalmente considerati come meno qualificati e che sono, di conseguenza, scarsamente retribuiti, hanno avuto in effetti un ruolo cruciale nel continuare a far funzionare il nostro mondo, mettendo spesso a rischio sé stessi e i loro cari.

    2.11.

    Questi lavoratori, che sono già i più vulnerabili in termini di accesso e partecipazione al mercato del lavoro, sono a maggior rischio di esclusione. Ciò vale anche per le donne, i giovani, le persone con disabilità e altri gruppi che subiscono discriminazioni sul posto di lavoro, come i migranti e i Rom. Alcuni lavoratori, in particolare donne, possono essere costretti ad abbandonare il posto di lavoro per adempiere alle responsabilità di cura dei figli e di altri familiari.

    2.12.

    La principale preoccupazione delle imprese europee è stata quella di salvaguardare la loro posizione sul mercato e mantenere posti di lavoro per milioni di lavoratori. Le imprese e le parti sociali hanno trovato soluzioni pragmatiche, quali l’adeguamento dei piani aziendali, l’introduzione di regimi di riduzione dell’orario lavorativo, il telelavoro o altre alternative flessibili, e la creazione di condizioni per una formazione a distanza a livello di impresa.

    2.13.

    Alla luce di questi sviluppi, il coordinamento delle politiche dell’UE per l’occupazione deve essere adattato per rispondere a questa situazione nuova e senza precedenti. La proposta di regolamento del Consiglio che istituisce uno strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) a seguito della pandemia di Covid-19 (8), presentata dalla Commissione, è un’iniziativa meritevole di apprezzamento, volta a fornire un sostegno immediato ai lavoratori e alle imprese. Se attuata con celerità, essa contribuirà ad attenuare gli effetti negativi sull’occupazione e a promuovere le condizioni per una rapida ripresa. Sebbene non si sappia quale sarà la durata della situazione straordinaria creata dalla crisi della Covid-19, è chiaro che i suoi effetti si protrarranno a lungo. Gli orientamenti in materia di occupazione per il 2020 dovrebbero pertanto essere adattati per tenere conto anche di questa nuova situazione.

    2.14.

    Gli orientamenti in materia di occupazione dovrebbero essere stabili per un periodo più lungo e validi per tutti gli Stati membri, date le diverse situazioni nazionali. Tuttavia, nel contesto dell’attuale pandemia di Covid-19, che mostra già di starsi trasformando in una crisi economica e sociale, con un forte e duraturo impatto sui mercati del lavoro europei, occorrerebbe considerare l’adozione quest’anno di un ulteriore orientamento, straordinario/di emergenza, in materia di occupazione, al fine di guidare i necessari adeguamenti delle politiche occupazionali negli Stati membri dell’UE per far fronte a questa situazione senza precedenti. L’attuale metodo di coordinamento aperto dovrebbe essere ulteriormente migliorato per sostenere gli Stati membri nell’analisi comparativa dei progressi verso le riforme e nel miglioramento dei risultati delle loro politiche per l’occupazione e dei sistemi nazionali di protezione sociale.

    2.15.

    Questo orientamento di emergenza Covid-19 in materia di occupazione potrebbe includere riferimenti ad efficaci misure temporanee necessarie per attenuare l’impatto della crisi, ad esempio contratti di lavoro a orario ridotto, sostegno al reddito, estensione dell’indennità di malattia, rinvio del pagamento dei contributi sociali a carico dei datori di lavoro, rinvio del pagamento degli anticipi d’imposta sui salari e dell’imposta sul valore aggiunto, e promozione del lavoro a distanza (nel rispetto della responsabilità dei datori di lavoro per la salute e la sicurezza dei lavoratori).

    2.16.

    Nel contesto della crisi della Covid-19, il CESE si avvale dell’opportunità offerta dal presente parere per avanzare osservazioni e raccomandazioni su come affrontare le perturbazioni senza precedenti del mercato del lavoro in atto in un numero crescente di paesi e seguite dal blocco parziale della vita economica e sociale dovuto alla lotta contro l’infezione virale. Questa situazione renderà necessario che gli Stati membri dell’UE adeguino le loro politiche in materia di occupazione.

    3.   Osservazioni generali

    3.1.

    Il CESE si richiama a precedenti pareri sugli orientamenti in materia di occupazione e ribadisce alcuni punti, tuttora validi, di tali pareri:

    occorre fare di più per investire nella creazione di occupazione di qualità e per rimediare al problema del lavoro precario, poiché anche questo costituisce un freno alla produttività (9).

    L’UE e i suoi Stati membri devono compiere ulteriori sforzi per eliminare le disparità. La convergenza verso l’alto rappresenta un principio trasversale, che deve essere preso in considerazione e integrato in tutte le politiche dell’UE (10).

    Il CESE ribadisce il suo appello a favore di uno speciale pacchetto di investimenti sociali nel quadro di un programma europeo per la crescita e gli investimenti per un valore pari al 2 % del PIL (11).

    Le disposizioni in materia di parità di genere devono figurare in ciascun orientamento e si deve prestare grande attenzione al problema dei bassi salari quando si affronta la questione del divario retributivo di genere (12).

    La strategia di inclusione sociale delle persone con disabilità, dei migranti e dei Rom è ribadita in tutta una serie di pareri.

    Un dialogo sociale efficace è di fondamentale importanza per conseguire una convergenza sociale verso l’alto e l’accesso ad un’occupazione di qualità, alle qualifiche e alle competenze, oltre che per migliorare l’elaborazione e l’attuazione delle riforme che derivano da tali obiettivi (13).

    L’unico modo per realizzare società più eque consiste nel promuovere una crescita economica e un’occupazione più inclusive e sostenibili, associate a una migliore produttività e una maggiore competitività, al fine di garantire ai cittadini condizioni di lavoro dignitose, retribuzioni e pensioni adeguate e l’esercizio dei propri diritti (14).

    In uno dei suoi pareri sul pilastro europeo dei diritti sociali, inoltre, il Comitato ha richiamato l’attenzione sull’esigenza di migliorare il quadro di valutazione e sulla necessità di un semestre europeo che sia al tempo stesso economico e sociale (15). La relazione tra la sorveglianza degli aspetti macroeconomici e le politiche occupazionali e sociali è fondamentale.

    Il CESE rimane del parere che, nonostante i progressi compiuti con il pilastro e con l’integrazione degli orientamenti in materia di occupazione e degli indirizzi di massima per le politiche economiche, persista tuttora una mancanza di convergenza tra questi due pacchetti di orientamenti. Il CESE accoglie con favore l’aggiornamento degli orientamenti, basato sull’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo.

    3.2.

    Il CESE afferma ancora una volta che, nel processo di elaborazione delle politiche in materia di regolamentazione del mercato del lavoro e di diritti sociali, la competitività, la produttività e la sostenibilità sociale, inclusi i diritti dei lavoratori, devono coesistere in modo armonioso nell’ambito di tali politiche, dal momento che c’è un legame evidente tra questi principi. Tutte le politiche messe in campo dalle istituzioni europee, nazionali e locali dovrebbero tener conto di un bilanciamento adeguato tra sostenibilità economica, sociale e ambientale (16).

    3.3.

    Le politiche per l’occupazione sono fondamentali per lo sviluppo economico e sociale dell’UE nel suo insieme e per quello dei suoi Stati membri. Gli orientamenti in materia di occupazione hanno un ruolo importante nel riunire la Commissione, i governi nazionali, i datori di lavoro e i sindacati in uno sforzo comune per modernizzare le politiche per l’occupazione e i sistemi di protezione sociale, affinché si adattino all’evoluzione del contesto economico e sociale in Europa.

    3.4.

    Il pilastro europeo dei diritti sociali può costituire uno strumento per promuovere una convergenza verso l’alto e migliori condizioni di vita e di lavoro in tutta l’UE. Il futuro del mercato del lavoro dovrebbe rappresentare una priorità chiave nel quadro dei dibattiti sul pilastro per affrontare gli importanti cambiamenti in atto in questo ambito, dal momento che occorre una strategia europea coerente per l’occupazione incentrata sui seguenti obiettivi tematici:

    investimenti e innovazione;

    occupazione e creazione di posti di lavoro di qualità;

    condizioni di lavoro eque per tutti;

    transizioni eque e senza intoppi sostenute da politiche attive del mercato del lavoro;

    pari opportunità per tutti;

    coinvolgimento di tutte le parti interessate, in particolare delle parti sociali;

    investimenti nei sistemi di istruzione e formazione affinché impartiscano un’istruzione di elevata qualità e inclusiva, compresi l’istruzione e la formazione professionali, l’apprendimento permanente, la riqualificazione e il perfezionamento professionali, in particolare per tener conto delle esigenze in termini di competenze digitali e verdi.

    3.5.

    L’efficace attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali negli Stati membri sarà possibile solo a condizione che essi dispongano di risorse finanziarie sufficienti da investire nelle politiche sociali, in modo da tradurre i diritti e i principi in specifiche iniziative politiche. Pertanto, strumenti quali il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) devono svolgere un ruolo importante al riguardo (17).

    3.6.

    In particolare, la disoccupazione rappresenta una sfida importante per la maggior parte dei paesi. Gli effetti della crisi della Covid-19 richiedono sforzi maggiori per le politiche attive del mercato del lavoro rispetto alle circostanze normali. Occorre fare di più sia in ambito UE che a livello nazionale.

    3.7.

    In linea con i principi del pilastro europeo dei diritti sociali, gli orientamenti in materia di occupazione possono essere uno strumento importante per gli Stati membri nell’elaborazione e nell’attuazione di politiche e misure volte ad attenuare l’impatto economico e sociale della crisi della Covid-19 nel breve periodo e a superare la crisi senza compromettere i diritti dei lavoratori o perdere competitività. Ciò può essere coordinato nell’ambito del semestre europeo. Per gli orientamenti in materia di occupazione dovrebbe essere prioritario promuovere il dialogo sociale. Dovrebbe essere garantito un dialogo sociale forte a tutti i livelli, al fine di affrontare gli effetti della crisi della Covid-19 in modo sostenibile sul piano sia economico che sociale.

    3.8.

    In quest’ottica, il mantenimento del posto di lavoro e un’adeguata compensazione della disoccupazione parziale (per riduzione dell’orario lavorativo) sono, sia per i datori di lavoro che per i lavoratori, opzioni migliori rispetto al licenziamento. Promuovere nell’intera UE tali strumenti del mercato del lavoro, e sostenerli sul piano finanziario, costituirebbe un importante contributo alla stabilizzazione della vita economica e sociale nelle attuali circostanze eccezionali.

    3.9.

    In questo contesto, il CESE ha accolto con favore la creazione di SURE (18), lo strumento annunciato dalla Commissione europea e sviluppato per sostenere finanziariamente i regimi di riduzione dell’orario di lavoro, i meccanismi di compensazione del reddito e altre misure volte a prevenire la disoccupazione a seguito della pandemia di Covid-19.

    3.10.

    Per quanto riguarda gli orientamenti per gli Stati membri sulle modalità di applicazione di tale strumento, il CESE invita la Commissione a garantire come minimo che a) tutti gli Stati membri mettano in atto riduzioni dell’orario di lavoro o misure analoghe; b) tali misure riguardino tutti i lavoratori, i settori e le imprese; c) i pagamenti vengano versati preferibilmente alle imprese che moltiplicano gli sforzi volti ad evitare i licenziamenti; d) le parti sociali siano pienamente coinvolte nella progettazione, nello sviluppo e nell’attuazione dei regimi, a livello nazionale, settoriale e di impresa, e vengano assegnati finanziamenti UE adeguati per aiutare gli Stati membri ad attuare le misure necessarie.

    3.11.

    Nella loro recente dichiarazione congiunta sulla Covid-19 (19), le parti sociali europee esortano a compiere ogni sforzo per aiutare i lavoratori, le imprese, le attività economiche e i servizi pubblici a superare questa crisi, affinché possano ritornare alle loro attività quando quest’ultima sarà terminata, mantenere nel frattempo i lavoratori nel loro posto di lavoro, proteggerli dalla disoccupazione e dalla perdita di reddito e alleviare le perdite finanziarie.

    3.12.

    Le parti sociali esortano i governi ad approvare, in particolare, misure intese a:

    evitare distorsioni del mercato unico, compresi i divieti e le limitazioni delle esportazioni, specie di attrezzature mediche e di medicinali, e mettere fine alle chiusure delle frontiere per le merci; salvaguardare tutti i modi di trasporto di merci costituisce una priorità nell’UE, anche per il ruolo essenziale che essa svolge nel coordinamento e nell’informazione riguardo le azioni intraprese negli Stati membri;

    incoraggiare le spese e gli investimenti degli Stati membri, in particolare per rafforzare il personale, le attrezzature e i mezzi per i servizi sanitari nazionali, i sistemi di protezione sociale e altri servizi di interesse generale negli Stati membri;

    mobilitare i fondi strutturali e altri fondi dell’UE non utilizzati per aiutare gli Stati membri a garantire un sostegno finanziario e un sostegno al reddito per i lavoratori colpiti dalla disoccupazione o dalla sospensione dal lavoro;

    garantire l’accesso al credito e il sostegno finanziario alle imprese — in particolare le PMI di ogni tipo — colpite dal blocco e da misure di emergenza, con un intervento coordinato del bilancio dell’UE, della BCE, della BEI e delle banche di promozione nazionali;

    attivare il fondo di solidarietà per le catastrofi naturali e qualsiasi altra risorsa finanziaria disponibile a livello dell’UE per adeguare il bilancio attualmente insufficiente;

    riconoscere inoltre gli sforzi compiuti dalla Commissione europea per applicare pienamente la flessibilità nell’ambito delle norme in materia di aiuti di Stato.

    3.13.

    Gli Stati membri dovrebbero coinvolgere le parti sociali nazionali nella definizione e nell’attuazione delle misure a livello nazionale.

    3.14.

    La Commissione e gli Stati membri devono garantire che il sostegno finanziario venga erogato alle imprese, in particolare alle PMI di ogni tipo, e a tutti i lavoratori, e tra questi quelli con posti di lavoro precari, che sono i più vulnerabili.

    3.15.

    Il piano della Commissione di ricorrere alla flessibilità nell’applicazione delle sue norme di bilancio e sugli aiuti di Stato è fondamentale per offrire sostegno non solo ai servizi pubblici, che sono ormai al limite delle loro capacità, ma anche alle imprese e ai lavoratori colpiti dalla crisi.

    3.16.

    I fondi dell’UE investiti per proteggere lavoratori e imprese dagli effetti peggiori della crisi dovrebbero andare ad aggiungersi alla spesa a carico del bilancio degli Stati membri.

    3.17.

    L’Europa deve dar prova di responsabilità, solidarietà ed efficienza nell’affrontare questa emergenza, proteggendo tutti i cittadini, i lavoratori e le imprese che ne subiscono l’impatto.

    4.   Osservazioni particolari

    4.1.

    Gli orientamenti in materia di occupazione svolgono un ruolo importante nel servire da bussola anche in questo periodo di crisi dovuta alla Covid-19, quando l’attenzione è quasi esclusivamente rivolta all’adozione di misure a breve termine. Persino in tempi di emergenza la prospettiva di lungo periodo non va trascurata, al fine di adoperarsi per conseguire una convergenza verso l’alto sostenibile.

    4.2.   Orientamento 5: rilanciare la domanda di forza lavoro

    4.2.1.

    In una prospettiva di lungo periodo, l’orientamento della Commissione non è in grado di mettere in campo misure efficaci per rilanciare la domanda di forza lavoro. Tutte le misure proposte riguardano le barriere all’ingresso per le imprese e il fatto di trasferire la pressione fiscale per ridurre l’onere fiscale sul lavoro. Quest’ultima proposta ha solo una validità a breve termine e non tiene conto delle implicazioni politiche di una riduzione della capacità finanziaria dello Stato.

    4.2.2.

    In base all’orientamento 5, gli Stati membri sono pur sempre incoraggiati a promuovere «forme innovative di lavoro». Sebbene le nuove forme di lavoro e l’innovazione offrano delle opportunità di crescita, il CESE ha già sottolineato le numerose sfide associate a questo tipo di lavoro. Gli orientamenti in materia di occupazione dovrebbero cercare di tradurre le tendenze associate a queste nuove forme di lavoro in opportunità occupazionali eque, basate su un equilibrio tra transizioni senza scosse nei mercati del lavoro e misure idonee volte a garantire la sicurezza dei lavoratori (20).

    4.2.3.

    Si dovrebbe accogliere positivamente la richiesta di fissare salari adeguati, stabiliti migliorando i meccanismi dei salari minimi legali, laddove siano previsti, oppure attraverso la contrattazione collettiva. Il coinvolgimento delle parti sociali è un aspetto fondamentale, ed è molto positivo che gli orientamenti esortino gli Stati membri a «promuovere il dialogo sociale e la contrattazione collettiva in vista della fissazione dei salari». Il CESE prepara attualmente un parere sui salari minimi dignitosi (21).

    4.2.4.

    Lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro ad altre fonti, proposto negli orientamenti, è accolto con favore, come pure l’ulteriore precisazione fornita, ma si dovrebbe fare maggiore chiarezza su quali siano le altre fonti di gettito potenziali. Il CESE ha adottato pareri su argomenti quali la pianificazione fiscale aggressiva, la frode e l’evasione fiscali (22).

    4.2.5.

    La parte finale di questo orientamento dovrebbe contenere delle proposte intese a rafforzare l’efficacia dei contratti collettivi migliorandone l’ambito di applicazione. Al tempo stesso, il pieno rispetto del principio di sussidiarietà e del ruolo autonomo delle parti sociali costituisce una conditio sine qua non e riveste la massima importanza (23).

    4.3.   Orientamento 6: potenziare l’offerta di forza lavoro e migliorare l’accesso all’occupazione, abilità e competenze

    4.3.1.

    È positivo che questo orientamento delinei una visione globale delle competenze allineata ad un sistema produttivo che sia sostenibile. Il CESE si compiace che gli orientamenti esortino gli Stati membri a investire nei loro sistemi di istruzione e formazione, e ad adattarli, affinché impartiscano un’istruzione di elevata qualità e inclusiva, comprese l’istruzione e la formazione professionali.

    4.3.2.

    Il CESE invita gli Stati membri a sfruttare al meglio le opportunità offerte dai fondi dell’UE, che dovrebbero essere sostenuti anche con risorse nazionali. Il CESE caldeggia l’adozione di strategie più efficaci a livello europeo e nazionale per garantire finanziamenti sostenibili per la riqualificazione e il miglioramento delle competenze di tutti gli adulti, con particolare attenzione per la fornitura di un sostegno efficace ai lavoratori e ai disoccupati da parte dei servizi pubblici per l’impiego, delle imprese, dei conti individuali di formazione e di altri metodi pratici utilizzati nei singoli Stati membri. Dato l’impatto della pandemia di Covid-19, potrebbero rendersi necessarie misure immediate per adeguare l’offerta di forza lavoro alle esigenze e richieste attuali, ad esempio con aziende del settore dei servizi che mettono temporaneamente loro personale a disposizione del settore dell’assistenza sanitaria.

    4.3.3.

    Il CESE raccomanda alla Commissione europea di essere più ambiziosa nella definizione di indicatori e parametri di riferimento per quanto riguarda la partecipazione degli adulti ad attività di apprendimento e l’accesso dei lavoratori dipendenti alla formazione, nonché di indicatori relativi agli investimenti pubblici e privati nell’istruzione e nella formazione professionali; inoltre, l’orientamento in materia di occupazione n. 6 dovrebbe prendere in considerazione e prevedere come obbligatorio il diritto dei lavoratori a congedi retribuiti di formazione (24).

    4.3.4.

    La riqualificazione e il miglioramento delle competenze costituiranno un fattore chiave non solo per adattare i mercati del lavoro in questo periodo di crisi dovuta alla Covid-19, ma anche per garantire che l’Europa ne emerga più forte e più competitiva. Gli Stati membri dovrebbero introdurre o rafforzare, con l’aiuto del Fondo sociale europeo, meccanismi e sistemi di sostegno alla transizione professionale. Meccanismi di questo tipo si propongono di creare percorsi di reinserimento professionale e di impedire i licenziamenti che determinano una disoccupazione di lungo periodo, ma anche di aprire la strada verso nuovi posti di lavoro e diversi processi di creazione di occupazione.

    4.3.5.

    Comprendere meglio la natura evolutiva del lavoro e dei rapporti di lavoro nell’era digitale dovrebbe permettere di definire una politica europea per l’occupazione più efficace. Per effetto della pandemia di Covid-19, mai prima di oggi così tanti lavoratori si trovano a lavorare a distanza da casa (telelavoro). Il telelavoro non è adatto a tutte le situazioni o a tutti i tipi di posizione professionale, ma, se praticato in modo corretto, può essere un elemento importante della soluzione al problema della flessibilità dell’orario di lavoro, per aiutare i lavoratori a conciliare meglio attività professionale e vita privata, nell’interesse delle imprese. È fondamentale garantire disposizioni adeguate in materia di salute e sicurezza sia sul luogo di lavoro che per le condizioni di svolgimento del telelavoro, anche per quanto riguarda il rispetto dei limiti dell’orario di lavoro. Servono ulteriori ricerche e maggiori investimenti in relazione alle misure da adottare per affrontare i nuovi rischi che cominciano ad emergere in questo nuovo contesto, tra cui il rischio di stress e altri rischi psicosociali.

    4.3.6.

    Per conseguire la piena alfabetizzazione digitale di tutti gli insegnanti e gli studenti, come pure dell’insieme dei cittadini dell’UE, compresi gli abitanti di aree remote o svantaggiate, sono necessari finanziamenti pubblici adeguati e personale tecnico competente. È fondamentale garantire l’accesso a Internet e offrire formazioni sull’alfabetizzazione digitale a tutti coloro che sono esposti a rischi, garantendo loro l’opportunità di esercitare i propri diritti e di accedere ai servizi sociali.

    4.3.7.

    Il CESE ha già avuto modo di insistere sulla necessità di garantire un reddito dignitoso durante i periodi di formazione. Si dovrebbero inoltre prendere in considerazione strumenti utilizzati in alcuni Stati membri dell’UE, al fine di generalizzare le buone pratiche adottate in altri paesi dell’Unione sulle norme minime in materia di diritto ai congedi di studio/formazione.

    4.3.8.

    In materia di sostegno ai disoccupati e visto l’aumento del numero di lavoratori che diventano disoccupati di lungo periodo, gli orientamenti in materia di occupazione dovrebbero tener conto della necessità di intervenire in una fase precoce per evitare il trauma e le relative conseguenze causati dall’esclusione dal mercato del lavoro. La copertura e il livello delle indennità di disoccupazione devono essere sufficienti: alcuni sistemi nazionali sono infatti eccessivamente rigidi per quanto riguarda i criteri di accesso alle indennità e la somma versata è troppo bassa. A questo proposito, il CESE ha recentemente invocato iniziative a livello europeo per introdurre norme minime per i regimi nazionali di disoccupazione (25).

    4.3.9.

    Pur favorendo le opportunità occupazionali in qualsiasi tipo e forma di lavoro, la strategia dell’UE per l’occupazione di lungo periodo dovrebbe essere incentrata sulla creazione di posti di lavoro di qualità.

    4.4.   Orientamento 7: migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro e l’efficacia del dialogo sociale

    4.4.1.

    L’appello a battersi per garantire condizioni trasparenti e prevedibili, impedire la segmentazione e il lavoro precario e promuovere la transizione verso contratti di lavoro a tempo indeterminato rappresenta un segnale positivo. Lo stesso vale per il rafforzamento e il miglioramento della capacità di contrattazione collettiva delle parti sociali. Gli orientamenti in materia di occupazione dovrebbero puntare anche a promuovere la copertura della contrattazione collettiva e a garantire a tutti i lavoratori il diritto di organizzarsi e il libero accesso alla rappresentanza sindacale.

    4.4.2.

    Le misure in materia di accesso ad una risoluzione imparziale delle controversie previste da questo orientamento dovrebbero avere applicazione generale, anziché limitarsi ai «licenziamenti arbitrari». Tuttavia, i diritti delle parti di adire i tribunali nei casi in cui la risoluzione alternativa delle controversie non vada a buon fine dovrebbero essere rispettati (26).

    4.4.3.

    Altri elementi positivi contenuti nella proposta della Commissione, rispetto agli attuali orientamenti in materia di occupazione, sono l’accento posto su condizioni eque per i lavoratori mobili, nonché i riferimenti alla lotta contro la discriminazione e alla volontà di eliminare la povertà lavorativa. Sarà importante che gli Stati membri tengano conto dei lavoratori mobili, compresi i lavoratori frontalieri, nel dare attuazione a misure come la chiusura delle frontiere, al fine di attenuare l’impatto della pandemia di Covid-19.

    4.4.4.

    Un aspetto non contemplato da questo orientamento è la necessità di migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro. Nel contesto della pandemia di Covid-19, disporre di luoghi di lavoro sani e sicuri è fondamentale per contrastare i rischi di contagio e di diffusione del virus e di altre malattie. I datori di lavoro devono assumersi la responsabilità della salute e della sicurezza dei loro lavoratori e fornire a questi ultimi e ai loro rappresentanti informazioni adeguate, oltre a realizzare valutazioni dei rischi e ad adottare misure di prevenzione. Le autorità pubbliche, le imprese, i lavoratori e le parti sociali devono svolgere tutti un ruolo nella protezione dei lavoratori, delle loro famiglie e della società in generale. Per migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro, gli Stati membri dovrebbero investire nella salute e sicurezza sul lavoro e garantire risorse e prescrizioni adeguate agli ispettorati del lavoro o ai rappresentanti sindacali responsabili in materia di salute e sicurezza sul lavoro, oltre che sostegno ai datori di lavoro.

    4.4.5.

    La maggior parte delle piccole imprese e delle microimprese dispone di risorse economiche e gestionali limitate; queste aziende dovrebbero pertanto ricevere un sostegno concreto, finanziario e su misura per programmi di sicurezza e salute sul lavoro (SSL) che consentano loro di adattare i luoghi di lavoro e di attuare rapidamente nuove procedure e pratiche atte a proteggere i lavoratori. Gli ispettorati del lavoro, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), la rete Enterprise Europe e le autorità competenti a livello nazionale possono offrire un sostegno pratico, ad esempio strumenti efficaci in termini di costi, gratuiti e di facile utilizzazione, informazioni, orientamenti e consulenza.

    4.4.6.

    Il CESE raccomanda di fare di più per promuovere lo sviluppo di capacità delle parti sociali nel quadro del dialogo sociale, realizzare investimenti nelle strutture di sostegno a tale dialogo e promuovere procedure che lo favoriscano. Vi sono paesi in cui il dialogo sociale è meno sviluppato e in realtà anche paesi che hanno registrato una battuta d’arresto in questo ambito a causa della crisi. Il CESE accoglie con favore gli sforzi della Commissione europea volti a intensificare la cooperazione con le parti sociali nel quadro del semestre europeo. Data la centralità del dialogo sociale nell’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e in quella degli orientamenti in materia di occupazione e delle raccomandazioni specifiche per paese, il CESE ribadisce la sua richiesta che tale dialogo venga instaurato in tutti gli Stati membri ed esorta tutti gli attori politici in ambito sia nazionale che europeo a rafforzare le strutture di contrattazione collettiva a tutti i livelli. Inoltre, la Commissione ha compiuto progressi nel coinvolgimento della società civile nelle relazioni specifiche sui singoli paesi — un fatto, questo, che va accolto positivamente e considerato un punto fermo a partire dal quale realizzare nuovi passi avanti.

    4.5.   Orientamento 8: promuovere le pari opportunità per tutti, favorire l’inclusione sociale e combattere la povertà

    4.5.1.

    La questione della copertura della protezione sociale è affrontata alla luce della sfida demografica e della necessità che i lavoratori rimangano al lavoro più a lungo. Gli orientamenti in materia di occupazione dovrebbero anche prendere in considerazione obiettivi quali una copertura completa ed efficace, l’adeguatezza e la trasparenza.

    4.5.2.

    La parità di genere può essere conseguita solo rafforzando la partecipazione delle donne al mercato del lavoro sotto ogni aspetto, sia in termini di tassi di occupazione sia aumentando l’orario medio di lavoro delle donne. Servono poi ulteriori provvedimenti per abbattere le barriere all’occupazione femminile, ad esempio la mancanza di servizi di cura e assistenza accessibili, anche dal punto di vista economico, e per eliminare il divario retributivo di genere. Per ottenere questo risultato occorre superare una serie di ostacoli strutturali a livello europeo e nazionale, tra cui la necessità di maggiori investimenti in servizi pubblici di qualità e misure per rimediare al problema della trasparenza retributiva. L’imprenditorialità può costituire un’occasione per l’indipendenza economica delle donne: può offrire infatti posti di lavoro di qualità e percorsi professionali di successo, emancipare le donne dalla povertà e dall’esclusione sociale, nonché contribuire a una più equilibrata rappresentanza di genere nel processo decisionale.

    4.5.3.

    Nel caso delle persone con disabilità, è particolarmente importante che l’accesso al mercato del lavoro sia agevolato eliminando le pratiche discriminatorie nei loro confronti. I servizi pubblici per l’impiego e campagne pubbliche di sensibilizzazione devono fornire un sostegno adeguato per affrontare i pregiudizi e promuovere la non discriminazione delle persone con disabilità. Per quanto riguarda l’accesso ai servizi delle persone con disabilità, è necessario fare riferimento ai concetti di autonomia e di accessibilità.

    4.5.4.

    Per garantire un accesso universale all’assistenza sanitaria, occorre tenere ben presente la necessità di fornire servizi di assistenza sanitaria di qualità che siano di facile accesso dal punto di vista materiale ed economico, efficienti e sostenibili, e risorse finanziarie adeguate per poter disporre di personale sanitario debitamente formato.

    4.5.5.

    Per quanto riguarda la questione dell’invecchiamento attivo, servono proposte concrete per evitare di promuovere politiche inadeguate rivolte ai lavoratori anziani. Come convenuto dalle parti sociali europee nell’Accordo quadro autonomo sull’invecchiamento attivo e un approccio intergenerazionale (27) che hanno sottoscritto, l’invecchiamento attivo consiste nel massimizzare le opportunità per i lavoratori di tutte le età di lavorare in buone condizioni di qualità, produttività e salute fino all’età pensionabile legale, sulla base di un impegno reciproco e della reciproca motivazione di datori di lavoro e lavoratori.

    4.5.6.

    A questo proposito, il CESE ha altresì sottolineato in diversi pareri la necessità di promuovere la solidarietà tra le generazioni, accompagnata da politiche efficaci a favore della crescita e dell’occupazione. Abbiamo bisogno di una effettiva politica di «invecchiamento attivo» per poter disporre di buone politiche in materia di condizioni di lavoro, salute e sicurezza e orario di lavoro, e per aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente. Dobbiamo inoltre aumentare i tassi di occupazione delle persone di età più avanzata, che spesso sono costrette a cessare presto l’attività lavorativa per motivi di salute, per l’intensità del lavoro svolto, per licenziamenti anticipati e per mancanza di opportunità di formazione o di reinserimento nel mercato del lavoro (28).

    Bruxelles, 7 maggio 2020

    Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Luca JAHIER


    (1)  Articolo 146, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

    (2)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 57

    (3)  GU C 14 del 15.1.2020, pag. 1.

    (4)  Cfr. ILO Monitor 2nd edition: COVID-19 and the world of work [Bollettino dell’OIL del 7.4.2020, «Covid-19 e mondo del lavoro», in inglese]

    (5)  Cfr. la dichiarazione del CESE La risposta dell’UE alla pandemia di Covid-19 e la necessità di una solidarietà senza precedenti tra gli Stati membri

    (6)  Organizzazione europea dell’artigianato e delle PMI A view on the COVID impact on and support measures for SMEs [«Una prospettiva sull’impatto della Covid e sulle misure di sostegno per PMI»]; BusinessEurope Videoconferenza dei membri del Consiglio europeo del 23 aprile 2020 — Letter from Pierre Gattaz and Markus J. Beyrer to the President of the European Council Charles Michel [Lettera di Pierre Gattaz e Markus J. Beyrer al presidente del Consiglio europeo Charles Michel].

    (7)  Organizzazione europea dell’artigianato e delle PMI A view on the COVID impact on and support measures for SMEs [«Una prospettiva sull’impatto della Covid e sulle misure di sostegno per PMI»].

    (8)  COM(2020) 139 final.

    (9)  GU C 282 del 20.8.2019, pag. 32, punto 3.1.4.

    (10)  GU C 282 del 20.8.2019, pag. 32, punto 1.7.

    (11)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 57, punti 1.3 e 4.3.

    (12)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 57, punto 1.13.

    (13)  GU C 282 del 20.8.2019, pag. 32, punto 3.3.1.

    (14)  GU C 282 del 20.8.2019, pag. 32, punto 3.4.1.

    (15)  GU C 81 del 2.3.2018, pag. 145.

    (16)  GU C 282 del 20.8.2019, pag. 32, punto 1.3.

    (17)  GU C 282 del 20.8.2019, pag. 32, punto 3.5.5.

    (18)  Strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) a seguito del propagarsi della Covid-19

    (19)  Dichiarazione congiunta delle parti sociali europee sulla Covid-19

    (20)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 57, punto 5.1.

    (21)  Parere SOC/632 sul tema Salari minimi dignitosi in tutta Europa (in corso).

    (22)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 57; GU C 129 dell'11.4.2018, pag. 1

    (23)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 57, punto 5.5.

    (24)  Parere SOC/629 sul tema Finanziamenti sostenibili per l’apprendimento permanente e lo sviluppo di competenze nel contesto della carenza di manodopera qualificata (parere esplorativo richiesto dalla presidenza croata), (cfr. pag. 8 della presente Gazzetta ufficiale).

    (25)  GU C 97 del 24.3.2020, pag. 32.

    (26)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 57, punto 5.9.

    (27)  European social partners' autonomous framework agreement on active ageing and an inter-generational approach («Accordo quadro autonomo delle parti sociali europee sull’invecchiamento attivo e un approccio intergenerazionale»)

    (28)  GU C 237 del 6.7.2018, pag. 57, punto 5.9 e Parere sul tema I cambiamenti nel mondo del lavoro e la longevità/l’invecchiamento della popolazione — Le condizioni necessarie affinché i lavoratori in età avanzata possano rimanere attivi nel nuovo mondo del lavoro, GU C 14 del 15.1.2020, pag. 60.


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