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Document 52017IP0075

    Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2017 sui fondi dell'UE per l'uguaglianza di genere (2016/2144(INI))

    GU C 263 del 25.7.2018, p. 72–81 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    25.7.2018   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 263/72


    P8_TA(2017)0075

    Fondi dell'UE per l'uguaglianza di genere

    Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2017 sui fondi dell'UE per l'uguaglianza di genere (2016/2144(INI))

    (2018/C 263/09)

    Il Parlamento europeo,

    visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, del trattato sull'Unione europea (TUE) nonché l'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

    visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

    visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2014-2020 (1),

    vista la dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (2) sull'integrazione della dimensione di genere allegata al QFP,

    visto il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio (3),

    visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (4),

    vista la comunicazione della Commissione intitolata «Riesame/revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 — Un bilancio dell'UE incentrato sui risultati» (COM(2016)0603),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato «Horizon 2020 annual monitoring report 2014» (Rapporto di monitoraggio annuale 2014 di Orizzonte 2020) (SWD(2016)0123),

    visto il documento di lavoro della Commissione sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2017 — Sintesi delle spese operative dei programmi della Commissione (COM(2016)0300),

    visto il documento di lavoro congiunto della Commissione e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dal titolo «Gender Equality and Women’s Empowerment: Transforming the Lives of Girls and Women through EU External Relations 2016-2020» (Parità di genere ed emancipazione femminile: trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020) (SWD(2015)0182),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato «Strategic engagement for gender equality 2016-2019» (Impegno strategico per la parità di genere 2016-2019) (SWD(2015)0278),

    vista la sua risoluzione del 13 settembre 2016 sulla creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all'equilibrio tra vita privata e vita professionale (5),

    visto lo studio dal titolo «The EU Budget for Gender Equality» (Il bilancio dell'UE per l'uguaglianza di genere), pubblicato nel 2015 dal dipartimento tematico D del Parlamento, e lo studio di follow-up sull'uso dei fondi per l'uguaglianza di genere in alcuni Stati membri, pubblicato nel 2016 dal dipartimento tematico C,

    vista la comunicazione della Commissione, del 21 settembre 2010, intitolata «Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015» (COM(2010)0491),

    vista la sua risoluzione dell'8 marzo 2016 sull'integrazione della dimensione di genere nei lavori del Parlamento europeo (6),

    vista la relazione del Consiglio d'Europa sul bilancio di genere: relazione finale del gruppo di esperti in materia di bilancio di genere — Strasburgo 2005,

    visto l'articolo 52 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere e i pareri della commissione per i bilanci e della commissione per il controllo dei bilanci (A8-0033/2017),

    A.

    considerando che la parità tra donne e uomini è un valore fondamentale dell'Unione europea, sancito dai trattati; che l'articolo 8 del TFUE stabilisce il principio dell'integrazione della dimensione di genere affermando che «nelle sue azioni l'Unione mira ad eliminare le ineguaglianze, nonché a promuovere la parità, tra uomini e donne»,

    B.

    considerando i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite, da conseguire entro il 2030, al cui obiettivo numero 5 figura l'uguaglianza di genere, che si applica a tutti i 17 obiettivi;

    C.

    considerando che l'impegno strategico della Commissione per la parità di genere 2016-2019, pubblicato nel dicembre 2015, sottolinea il ruolo fondamentale del finanziamento dell'UE nel sostegno alla parità di genere; che nessuna istituzione dell'UE ha applicato con coerenza il bilancio di genere;

    D.

    considerando che le decisioni in materia di spese e di entrate hanno un impatto diverso sulle donne e sugli uomini;

    E.

    considerando che nella sua risoluzione del 6 luglio 2016 sulla «Preparazione della revisione post-elettorale del QFP 2014-2020: il contributo del Parlamento in vista della proposta della Commissione» (7), il Parlamento sostiene l'effettiva integrazione della dimensione di genere;

    F.

    considerando che le questioni di genere sono affrontate solitamente con maggiore frequenza in ambiti strategici non vincolanti come lo sviluppo delle risorse umane, anziché nei settori «rigidi» come le infrastrutture e le TIC, che ricevono un maggiore sostegno finanziario;

    G.

    considerando che, per conciliare la vita professionale e la vita privata, sono necessari un regime di congedi di assistenza adeguatamente concepiti, unitamente a un'assistenza di qualità, a costi contenuti e accessibile, includendo le strutture pubbliche, e che occorre considerare le spese per tali strutture come investimenti strutturali; che tali due fattori costituiscono un requisito indispensabile per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, in posizioni direttive, nel campo della scienza e della ricerca, e quindi per la parità di genere;

    H.

    considerando che la dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione chiede che le procedure di bilancio annuali applicate per il QFP 2014-2020 integrino, ove opportuno, elementi capaci di rispondere alle problematiche di genere, tenendo conto del modo in cui il quadro finanziario generale dell'Unione contribuisce a una maggiore parità di genere e assicura l'integrazione della dimensione di genere; che, nonostante ciò, è necessario intensificare il fermo impegno nei confronti dell'integrazione della dimensione di genere, dato che le politiche esistenti sono state attuate soltanto in misura modesta e le risorse di bilancio stanziate specificamente per le questioni di genere sono insufficienti;

    I.

    considerando che dalla crisi del 2008 è evidente che la parità di genere ha perso importanza nel dibattito pubblico e nell'agenda politica a livello UE e nazionale; che il risanamento di bilancio e i vincoli di bilancio imposti dalla crisi rischiano di ridurre ulteriormente le risorse disponibili per le strategie e gli organi per la parità di genere;

    J.

    considerando che in una fase di crisi di fiducia nell'UE la piena trasparenza in ambito finanziario dovrebbe rappresentare una priorità per tutte le istituzioni europee, che esse non possono ignorare;

    K.

    considerando che, secondo l'indice sull'uguaglianza di genere per il 2015 pubblicato dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), il raggiungimento della parità di genere in Europa resta un obiettivo ancora lontano;

    L.

    considerando che una delle misure più emblematiche della parità di genere è la parità di retribuzione; che, tuttavia, sono altrettanto importanti gli sforzi dell'UE e i relativi risultati per quanto concerne l'aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la pari indipendenza economica delle donne e degli uomini, la promozione della parità tra donne e uomini nel processo decisionale, la lotta contro la violenza di genere, la protezione e il sostegno delle vittime, nonché per quanto riguarda la promozione della parità di genere e dei diritti delle donne in tutto il mondo;

    M.

    considerando che nel 1995 la piattaforma d'azione di Pechino delle Nazioni Unite ha chiesto un approccio sensibile alla dimensione di genere in relazione alle procedure di bilancio;

    Osservazioni generali

    1.

    accoglie con favore l'intenzione di integrare l'uguaglianza di genere, in linea con l'articolo 8 del TFUE, nei fondi e nei programmi dell'UE quale obiettivo politico trasversale del bilancio dell'UE;

    2.

    esprime rammarico, tuttavia, per il fatto che l'impegno politico ad alto livello dell'UE nei confronti della parità di genere e dell'integrazione della dimensione di genere non sia ancora pienamente rispecchiato negli stanziamenti di bilancio e nelle decisioni di spesa dei settori di intervento dell'UE nel quadro di una metodologia per un bilancio di genere;

    3.

    osserva che il bilancio di genere rientra in una strategia complessiva sulla parità di genere e sottolinea, pertanto, che l'impegno delle istituzioni dell'UE in tale campo è fondamentale; si rammarica, in tale contesto, che non sia stata adottata alcuna strategia dell'UE sulla parità di genere per il periodo 2016-2020 e invita la Commissione a rafforzare lo stato del suo impegno strategico per la parità di genere 2016-2019 attraverso l'adozione di una comunicazione, richiamando le conclusioni del Consiglio sulla parità di genere del 16 giugno 2016;

    4.

    sottolinea l'importanza delle strutture e dei processi coinvolti nella definizione del bilancio e la necessità di modificare quelli che risulterebbero sostenere o promuovere involontariamente la disparità di genere;

    5.

    osserva che la sensibilizzazione e la formazione nell'ambito dell'integrazione della dimensione di genere e del bilancio di genere sono necessarie per sviluppare strutture e procedure che tengano conto delle specificità di genere;

    6.

    osserva che alcuni programmi dell'UE (ad esempio, il Fondo sociale europeo (FSE), il programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza 2014-2020 (REC), Orizzonte 2020, lo strumento di assistenza preadesione (IPA II), nel settore degli aiuti umanitari lo strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI) e lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR)), contengono azioni specifiche connesse alla parità di genere, mentre altri (come il programma dell'UE per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI), il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG)) contengono riferimenti ai principi generali della parità di genere, anche se pochissimi programmi stabiliscono obiettivi chiari e risorse specifiche o prevedono un'attuazione e un monitoraggio sistematici;

    7.

    deplora che alcuni programmi includano la parità di genere soltanto come obiettivo trasversale, il che comporta non soltanto un sostegno inferiore per le azioni specifiche di genere, ma rende anche quasi impossibile stimare gli importi stanziati per le questioni di genere (8);

    8.

    deplora che la maggior parte dei programmi finanziati dall'UE non contenga azioni mirate specifiche con stanziamenti di bilancio specifici in materia di uguaglianza di genere; osserva che l'uguaglianza di genere dovrebbe essere considerata un obiettivo strategico nei titoli del bilancio dell'UE e che pertanto dovrebbe essere specificato l'importo assegnato ai singoli obiettivi e alle singole azioni strategiche, affinché via sia una maggiore trasparenza e non vengano offuscati gli obiettivi di genere; ritiene inoltre che i compiti in materia di controllo dei bilanci dovrebbero indicare la misura in cui il bilancio dell'UE e la sua applicazione favoriscono od ostacolano le politiche in materia di uguaglianza;

    9.

    deplora che gli strumenti per l'integrazione della dimensione di genere, come gli indicatori di genere, la valutazione dell'impatto di genere e il bilancio di genere, siano impiegati molto raramente nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche, a livello UE o dalle istituzioni nazionali; deplora l'attuale mancanza di indicatori di genere esaustivi e di dati disaggregati per genere e sottolinea il fatto che l'EIGE dovrebbe raccogliere gli indicatori di genere e i dati disaggregati per genere al fine di realizzare un quadro coerente dell'impatto delle politiche dell'UE in materia di uguaglianza di genere e per quanto concerne una corretta responsabilità finanziaria e di bilancio in relazione a tale aspetto; sottolinea il ruolo fondamentale dell'EIGE nel colmare il divario in collaborazione fra statistici responsabili delle politiche, al fine di sensibilizzare in merito alle sfide relative alla raccolta di dati sensibili; ribadisce, pertanto, la richiesta di sviluppare ulteriormente gli indicatori e le statistiche in materia di questioni di genere onde consentire la valutazione del bilancio dell'UE in una prospettiva di genere e monitorare il bilancio di genere;

    10.

    deplora che, nonostante la dichiarazione comune allegata al QFP sull'integrazione della dimensione di genere, si siano finora registrati progressi limitati in questo ambito;

    11.

    esprime profondo rammarico per il fatto che dal QFP 2014-2020 non sia emersa alcuna strategia chiara in materia di uguaglianza di genere con obiettivi specifici e traguardi e stanziamenti concreti;

    12.

    deplora che la comunicazione della Commissione sul riesame intermedio del QFP, pubblicata nel settembre 2016, non contenga alcun riferimento all'attuazione dell'integrazione della dimensione di genere;

    13.

    chiede che la strategia per l'uguaglianza di genere e la sua integrazione divengano parte del semestre europeo;

    14.

    sottolinea che la trasparenza e l'accesso alle informazioni in merito ai risultati concreti in materia di uguaglianza di genere, e non solo la sua attuazione, dovrebbero rappresentare una vera priorità per l'Unione europea;

    15.

    chiede che le disposizioni in materia di integrazione della dimensione di genere vengano adottate anche in ambiti strategici non considerati immediatamente correlati all'uguaglianza di genere, quali le TIC, i trasporti, il sostegno alle imprese e agli investimenti o i cambiamenti climatici;

    16.

    ritiene che sia necessario coinvolgere una rete di esperti e organizzazioni esterne in tutte le fasi del processo di bilancio, al fine di aumentare la trasparenza e la sua qualità democratica, in particolare con riferimento all'applicazione di un approccio improntato al bilancio di genere;

    Finanziamenti dell'UE per l'uguaglianza di genere in materia di occupazione, affari sociali e inclusione attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE)

    17.

    sottolinea che i fondi SIE costituiscono il più importante sostegno finanziario per l'attuazione della politica in materia di parità di genere nell'UE, in particolare nel caso del Fondo sociale europeo (FSE), che mira a promuovere la piena integrazione delle donne nel mercato del lavoro; sottolinea che il regolamento (UE) n. 1304/2013 rende l'integrazione della dimensione di genere un elemento obbligatorio di tutte le fasi dei programmi e dei progetti finanziati dall'FSE, compresi la preparazione, l'attuazione, il monitoraggio e la valutazione;

    18.

    sottolinea l'importanza del ruolo dei servizi pubblici nel promuovere l'uguaglianza di genere; invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi nei confronti del conseguimento degli obiettivi di Barcellona, al fine di realizzare per tutti l'equilibrio tra la vita professionale e quella privata, e di utilizzare gli strumenti e gli incentivi adeguati, compresi i fondi europei quali il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), onde garantire i necessari finanziamenti per le infrastrutture sociali ai fini della fornitura di servizi di assistenza di qualità, a costi contenuti e accessibili, destinati a minori e ad altre persone a carico, compresi gli anziani e i familiari con disabilità; osserva che in tal modo si migliorerà la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l'indipendenza economica delle donne;

    19.

    deplora che le donne risentano ancora di disuguaglianze nei luoghi di lavoro, tra cui tassi di partecipazione più bassi in materia di occupazione, il divario salariale, la maggiore incidenza del lavoro atipico o a tempo parziale, minori diritti pensionistici, segregazione nella carriera e livelli di avanzamento inferiori; sottolinea l'importanza dell'FSE nel fornire opportunità di finanziamento per contrastare la discriminazione e promuovere la parità di genere nei luoghi di lavoro;

    20.

    osserva che nell'ambito dell'erogazione delle prestazioni sociali l'approccio tradizionale non tiene conto delle attività non retribuite quali la cura dei minori e l'assistenza per gli anziani;

    21.

    osserva che secondo il documento di lavoro dei servizi della Commissione sull'Impegno strategico per la parità di genere 2016-2019, nel periodo 2014-2020 verranno spesi 5,85 miliardi di EUR per le misure intese a promuovere la parità di genere, di cui l'1,6 % nel quadro dell'FSE per la priorità di investimento specifica «Parità tra uomini e donne in tutti i campi, anche in materia di accesso al lavoro, progressione nella carriera, conciliazione tra vita professionale e vita privata e promozione della parità di retribuzione per lavoro di pari valore»;

    22.

    rileva che le risorse del FESR dovrebbero continuare a sostenere gli investimenti nell'assistenza all'infanzia, agli anziani e per quanto concerne altre infrastrutture sociali pubbliche e private onde promuovere, tra gli altri traguardi, un migliore equilibrio tra la vita professionale e la vita privata;

    23.

    sottolinea l'importante ruolo del FEASR nel garantire i necessari finanziamenti a sostegno dei servizi pubblici e delle infrastrutture sociali nelle aree rurali e nel promuovere l'accesso delle donne alle terre e agli investimenti;

    24.

    invita la Commissione a proporre nuove azioni mirate per incoraggiare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, come ad esempio un programma specifico finanziato dal FEASR per sostenere l'imprenditorialità femminile;

    25.

    invita la Commissione, gli Stati membri e i governi regionali e locali ad utilizzare il potenziale delle opportunità di finanziamento trasversali nel quadro dei fondi SIE per sostenere progetti finalizzati alla promozione dell'uguaglianza di genere; sottolinea l'importanza del principio di partenariato applicato nell'ambito dei fondi SIE, che contribuisce positivamente all'integrazione della dimensione di genere a livello locale;

    26.

    ricorda l'importanza del requisito di includere gli indicatori disaggregati per genere nel monitoraggio e nella valutazione dei programmi operativi, come previsto dal regolamento (UE) n. 1303/2013 recante disposizioni comuni sui fondi SIE, al fine di rispettare l'obiettivo dell'uguaglianza di genere nel contesto della fase di attuazione;

    27.

    deplora che, nonostante gli sforzi per creare una «norma» in tale ambito, non siano ancora stati stabiliti un metodo sistematico per l'attuazione dell'integrazione della dimensione di genere nei fondi SIE né azioni mirate collegate a una strategia complessiva di integrazione della dimensione di genere; invita la Commissione e gli Stati membri ad aumentare, ove necessario, le risorse per la valutazione della parità di genere e a monitorare in maniera coerente l'attuazione dell'integrazione della dimensione di genere;

    28.

    ricorda che i fondi SIE sono soggetti alla condizionalità ex ante sul genere, che richiede disposizioni per la formazione del relativo personale e il coinvolgimento degli organismi responsabili della parità di genere nel corso della preparazione e dell'attuazione dei programmi; invita la Commissione a garantire che tale requisito sia soddisfatto; chiede un uso efficace degli organismi permanenti esistenti per la parità di genere a livello di Stato membro; plaude, in tale contesto, alle migliori pratiche nazionali, come la rete della comunità europea sulle prassi per integrare la dimensione di genere (Gender CoP) in Svezia; sollecita gli Stati membri a garantire l'indipendenza, l'efficacia, nonché competenze e risorse sufficienti per gli organismi per la parità, onde consentire loro di svolgere i principali compiti;

    29.

    sottolinea l'importanza di accordare particolare attenzione e priorità alle misure dei fondi SIE a sostegno degli investimenti nei servizi educativi, sociali, sanitari e nelle strutture di assistenza all'infanzia, dato che tali servizi subiscono tagli dei finanziamenti pubblici a livello nazionale, regionale e locale, e che incrementerebbero i posti di lavoro;

    30.

    raccomanda di aumentare gli stanziamenti del QFP destinati alle infrastrutture sociali e ai servizi per l'assistenza all'infanzia e agli anziani;

    Finanziamenti dell'UE per l'uguaglianza di genere nell'ambito dei diritti fondamentali, dell'uguaglianza e della cittadinanza attraverso il programma «Diritti, uguaglianza e cittadinanza» 2014-2020 (REC)

    31.

    si rammarica che le linee di bilancio nell'ambito del programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza 2014-2020 (REC) non specifichino le risorse stanziate per ciascun obiettivo del programma, rendendo molto difficile l'analisi della spesa dedicata alla parità di genere e alla lotta alla violenza contro le donne;

    32.

    osserva che, secondo il documento di lavoro dei servizi della Commissione sull'Impegno strategico per la parità di genere 2016-2019, i due obiettivi relativi alla parità di genere e al programma Daphne per combattere la violenza contro le donne rappresentano circa il 35 % dei fondi REC, mentre le risorse di bilancio complessive per l'uguaglianza di genere nel settore dei diritti fondamentali, dell'uguaglianza e della cittadinanza attraverso il programma REC 2014-2020 ammontano a 439,5 milioni di EUR; sottolinea che la maggior parte delle risorse verranno stanziate nel quadro dell'obiettivo Daphne rispetto all'obiettivo della parità di genere; deplora, tuttavia, che Daphne non disponga di una linea di bilancio distinta, dato che attualmente costituisce uno degli obiettivi specifici del programma REC; sottolinea che Daphne necessita di un sostegno finanziario sufficiente e che è opportuno mantenerne la visibilità e il profilo di grande successo;

    33.

    sottolinea che per il periodo 2014-2020, i bandi di gara pubblicati nell'ambito dell'obiettivo Daphne affrontano ogni forma di violenza contro le donne e/o i minori; osserva che la maggior parte delle risorse sono state destinate alla lotta e alla prevenzione della violenza legata a pratiche dannose (39 %) e al sostegno alle vittime di violenza di genere, violenza domestica o violenza in una relazione intima, fornito da servizi di sostegno specializzati per le donne (24 %);

    34.

    osserva che, nell'ambito dell'obiettivo della parità di genere, sono state affrontate le seguenti priorità: la pari indipendenza economica di donne e uomini e l'equilibrio tra vita professionale e vita privata (44 % delle risorse stanziate); la promozione di buone pratiche relative ai ruoli di genere e per il superamento degli stereotipi di genere nell'istruzione e nella formazione e nei luoghi di lavoro (44 %) e il sostegno a reti a livello UE su temi che riguardano la parità di genere (12 %);

    35.

    sottolinea che la costruzione della cittadinanza dovrebbe essere associata non solo alla difesa e all'estensione dei diritti, ma anche al welfare, al benessere, all'istruzione e alla formazione libere da stereotipi di genere e all'accesso ai servizi sociali e sanitari, inclusa la salute sessuale e riproduttiva;

    36.

    deplora, tuttavia, la diminuzione dei fondi disponibili per l'obiettivo specifico Daphne; evidenzia che a livello di bilancio gli stanziamenti d'impegno a favore di Daphne ammontavano a 18 milioni di EUR nel 2013 rispetto a 19,5 milioni di EUR nel 2012 e a oltre 20 milioni di EUR nel 2011; osserva inoltre che nel 2016 il programma di lavoro REC aveva previsto per tale obiettivo un importo leggermente superiore a 14 milioni di EUR;

    37.

    invita la Commissione a rispettare, in sede di elaborazione del programma annuale di lavoro, l'adeguata ed equa distribuzione del sostegno finanziario fra i diversi settori interessati dagli obiettivi specifici del programma REC, tenendo conto nel contempo del livello di finanziamento già stanziato nel precedente periodo di programmazione (2007-2013);

    38.

    invita la Commissione ad aumentare il sostegno alle reti europee su temi attinenti alla parità di genere, rafforzando così le opportunità di un maggiore apprendimento tra pari, in particolare tra le autorità subnazionali; osserva, in particolare, che occorre un sostegno specifico per incrementare la partecipazione delle donne ai processi decisionali;

    39.

    chiede maggiore chiarezza sul modo in cui viene perseguito l'obiettivo della lotta contro la violenza nell'ambito del programma REC; sottolinea l'importanza di far sì che i fondi raggiungano le organizzazioni di base e i governi locali e regionali onde garantire un'attuazione efficace; chiede che sia attribuita priorità alle organizzazioni che si occupano della prevenzione della violenza e del sostegno alle vittime di ogni forma di violenza;

    40.

    riconosce la necessità di garantire sostegno all'attuazione delle iniziative esistenti a livello locale e regionale in materia di parità di genere, come la Carta europea per la parità tra uomini e donne nella vita locale;

    41.

    invita la Commissione a rafforzare l'obbligo della raccolta di dati disaggregati per genere nell'attuazione di tale programma, quale strumento essenziale per un'efficace analisi del bilancio di genere;

    Finanziamenti dell'UE per l'uguaglianza di genere nel campo della ricerca e dell'innovazione attraverso il programma Orizzonte 2020

    42.

    sottolinea il fatto che il programma Orizzonte 2020 (in appresso «il programma»), in linea con quanto disposto dall'articolo 16 del regolamento (UE) n. 1291/2013 che lo istituisce, integra la parità di genere e la dimensione di genere nell'ambito della ricerca come questione trasversale in ciascuna delle varie parti del programma di lavoro;

    43.

    richiama l'attenzione sui tre obiettivi di integrazione previsti dal programma, vale a dire: promuovere le pari opportunità e l'equilibrio di genere nei gruppi di progetto, garantire l'equilibrio di genere nel processo decisionale e integrare la dimensione di genere nel contenuto della ricerca;

    44.

    accoglie con favore il fatto che il programma fornisca sostegno agli organismi di ricerca nell'attuazione di piani per la parità di genere; accoglie positivamente inoltre il progetto comune della Commissione e dell'EIGE relativo alla creazione di uno strumento online per i piani per la parità di genere, quale mezzo per identificare e condividere le migliori pratiche con i soggetti interessati pertinenti;

    45.

    accoglie con favore il fatto che i richiedenti abbiano la possibilità di includere la formazione e gli studi specifici in materia di genere tra i costi ammissibili delle proprie proposte;

    46.

    accoglie con favore il fatto che l'equilibrio di genere in materia di personale sia uno dei fattori di classificazione nei criteri di valutazione del programma e il modo in cui l'analisi sulla base del sesso e/o del genere viene presa in considerazione in una proposta e valutata dagli addetti insieme agli altri aspetti pertinenti della proposta;

    47.

    accoglie con favore gli indicatori specifici utilizzati per monitorare l'attuazione di una prospettiva di parità di genere nel programma, nonché il fatto che, per quanto riguarda l'equilibrio di genere nei gruppi consultivi di Orizzonte 2020 nel 2014, la partecipazione delle donne sia stata del 52 % (9);

    48.

    ritiene necessario procedere a un ulteriore riesame al fine di valutare i risultati, anche sulla base di indicatori specifici quali, ad esempio, la percentuale di donne partecipanti e di donne coordinatrici di progetti all'interno del programma, e di proporre adeguamenti alle azioni specifiche, se necessario;

    49.

    chiede un ulteriore rafforzamento dell'integrazione della dimensione di genere all'interno del programma e lo sviluppo di obiettivi in materia di uguaglianza di genere a livello di strategie, programmi e progetti in tutte le fasi del ciclo di ricerca;

    50.

    chiede il mantenimento di una linea indipendente per il finanziamento di progetti concernenti i cambiamenti strutturali in materia di genere (come il progetto Parità di genere nel campo della ricerca e dell'innovazione (GERI) nel periodo 2014-2016), nonché di altri temi relativi alla parità di genere nel campo della ricerca e dell'innovazione;

    51.

    accoglie con favore il fatto che uno degli obiettivi di «La scienza con e per la società» sia garantire la parità di genere, sia nel processo di ricerca che nei contenuti della ricerca; accoglie inoltre con favore le sovvenzioni «Sostegno alle organizzazioni di ricerca nell'attuazione di piani per la parità di genere» e «Promuovere la parità di genere in Orizzonte 2020 e nello Spazio europeo della ricerca»; deplora, tuttavia, che non vi siano linee di bilancio specifiche per gli obiettivi specifici definiti in questo programma;

    Altri programmi e fondi che comprendono obiettivi specifici in materia di uguaglianza di genere

    52.

    sottolinea che le catastrofi naturali hanno conseguenze importanti sulle infrastrutture correlate ai servizi pubblici e che pertanto le donne ne sono particolarmente colpite; invita la Commissione a introdurre nel Fondo di solidarietà dell'UE un requisito per l'analisi sensibile alla dimensione di genere al momento di valutare l'impatto sulle popolazioni;

    53.

    osserva che nell'ambito delle azioni esterne e della cooperazione allo sviluppo, il piano d'azione sulla parità di genere istituito per il periodo 2016-2020 copre le attività dell'UE nei paesi terzi, e che diversi strumenti di assistenza esterna sostengono gli obiettivi relativi alla parità di genere;

    54.

    sottolinea che le donne e le ragazze vittime di conflitti armati hanno il diritto di ricevere le cure mediche necessarie, compreso l'accesso alla contraccezione, alla contraccezione di emergenza e ai servizi per l'aborto; ricorda che gli aiuti umanitari dell'UE devono difendere i diritti delle ragazze e delle donne nel quadro del diritto internazionale umanitario e non dovrebbero essere soggetti a limitazioni imposte da altri partner donatori, così come indicato nel bilancio dell'UE per il 2016; accoglie con favore l'approccio dell'UE in materia; incoraggia la Commissione a mantenere la sua posizione;

    55.

    invita la Commissione a stanziare fondi di sviluppo dell'UE a favore di servizi volontari e moderni di pianificazione familiare e salute riproduttiva, al fine di contrastare le carenze finanziarie provocate dalla norma «bavaglio globale» varata dal nuovo governo USA e salvare così le vite delle donne, proteggere la loro salute e impedire il diffondersi delle infezioni sessualmente trasmissibili;

    56.

    sottolinea che l'integrazione della dimensione di genere figura anche tra i principi fondanti del recente Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF); ribadisce il suo invito a tenere conto della dimensione di genere nelle politiche di migrazione e asilo, assicurando che le donne abbiano accesso a spazi sicuri, all'assistenza sanitaria specifica correlata alla salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, e che sia prestata un'attenzione particolare alle esigenze specifiche delle persone vulnerabili, come le donne, che hanno subito violenze, comprese violenze sessuali, i minori non accompagnati e altri gruppi a rischio, incluse le persone LGBTI;

    57.

    chiede che nell'ambito delle politiche di migrazione e asilo siano adottati una serie completa di orientamenti a livello UE sulla dimensione di genere, con un finanziamento adeguato per i programmi di formazione completi rivolti ai professionisti che potrebbero venire a contatto con i rifugiati e i richiedenti asilo; sottolinea che essi dovrebbero essere sensibili alle esigenze specifiche di genere delle donne rifugiate e delle concomitanti violenze di genere, come il traffico di donne e ragazze;

    58.

    pone l'accento sugli attuali problemi di sovraffollamento nei centri di accoglienza per i rifugiati e il relativo impatto sulla sicurezza delle donne; chiede un maggior utilizzo dell'AMIF per il miglioramento dei centri di accoglienza, con spazi separati per donne e uomini per quanto riguarda i posti letto e i servizi igienico-sanitari nonché l'accesso ai servizi sanitari specifici per il genere, compresa l'assistenza prenatale e postnatale;

    59.

    ritiene che gli Stati membri debbano essere incoraggiati a impiegare maggiormente i fondi di coesione e i fondi SIE, oltre all'AMIF, al fine di promuovere l'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro, concentrandosi nello specifico su come un'assistenza all'infanzia accessibile consenta alle donne di accedere all'occupazione;

    60.

    invita a riesaminare l'aumento dei finanziamenti e l'estensione dell'ambito di applicazione dei programmi Daphne e Odysseus, con una valutazione sull'espansione di essi per affrontare le gravi vulnerabilità delle donne rifugiate e fornire un sostegno maggiore nell'affrontare tali violenze di genere;

    61.

    sottolinea che altri fondi, quali il Fondo sicurezza interna (ISF), gli strumenti finanziari specifici come lo strumento di sostegno di emergenza e altri strumenti e sovvenzioni ad hoc, sono stati mobilitati per far fronte alle necessità nel contesto dell'attuale crisi dei rifugiati; evidenzia la difficoltà di monitorare l'impiego di tali fondi, in particolare da una prospettiva di genere, e chiede che l'utilizzo dei finanziamenti dell'UE in questo ambito sia coordinato, efficace, trasparente e attento alla dimensione di genere;

    62.

    chiede finanziamenti specifici per sostenere azioni mirate che coinvolgano le organizzazioni di base e i governi locali e regionali, onde garantire la tutela delle esigenze di base, dei diritti umani e la sicurezza e l'incolumità delle donne e delle ragazze richiedenti asilo, rifugiate e migranti, comprese le gestanti, gli anziani e le persone LGBTI;

    Raccomandazioni strategiche

    63.

    ribadisce la sua richiesta di integrare la dimensione di genere in tutti i livelli della procedura di bilancio dell'UE; invita a utilizzare in modo coerente il bilancio di genere in tutta la procedura di bilancio, affinché le spese di bilancio possano essere utilizzate come uno strumento di promozione dell'uguaglianza di genere;

    64.

    chiede che, nella preparazione dei programmi di finanziamento dell'UE per il periodo post-2020, siano introdotti e attuati un bilancio di genere e un'integrazione della dimensione di genere rigorosi ed efficaci, al fine di incrementare il finanziamento dell'UE a favore delle misure volte a contrastare la discriminazione di genere, tenendo conto dei seguenti aspetti:

    i)

    identificare le questioni di genere esplicite e implicite;

    ii)

    identificare, ove possibile, i relativi stanziamenti di risorse, e

    iii)

    valutare se i programmi di finanziamento dell'UE perpetueranno o modificheranno le disuguaglianze esistenti tra donne e uomini (e gruppi di donne e uomini) e ragazze e ragazzi, così come i modelli delle relazioni di genere;

    65.

    chiede che tutti i titoli di bilancio dell'UE perseguano obiettivi e norme altrettanto stringenti in materia di parità e integrazione della prospettiva di genere;

    66.

    chiede che l'importo da assegnare ai singoli obiettivi e alle azioni strategiche in materia di parità di genere sia chiaramente specificato ai fini di una maggiore trasparenza e rendicontabilità;

    67.

    osserva che l'integrazione della dimensione di genere non è un esercizio una tantum e che il bilancio di genere richiede un impegno costante finalizzato a comprendere il genere, il che include analisi e consultazioni e costanti adeguamenti del bilancio per tenere conto dell'evoluzione delle esigenze di donne e uomini, ragazzi e ragazze;

    68.

    considera il finanziamento di 6,17 miliardi di EUR, stanziati nell'attuale QFP a livello di UE per il conseguimento degli obiettivi dell'impegno strategico per la parità di genere, un primo passo;

    69.

    ritiene che la revisione intermedia del QFP avrebbe potuto rappresentare un'occasione per migliorare i risultati conseguiti dal bilancio dell'UE nella realizzazione della parità di genere e per mostrare tali risultati al pubblico;

    70.

    deplora pertanto la decisione della Commissione di non affrontare la questione dell'attuazione dell'integrazione della dimensione di genere nella sua revisione intermedia del QFP e chiede misure più specifiche per affrontarla;

    71.

    chiede indicatori specifici di genere da applicare nelle fasi di selezione, monitoraggio e valutazione dei progetti relativamente a tutte le azioni che ricevono fondi a titolo del bilancio dell'UE; chiede, inoltre, una valutazione obbligatoria dell'impatto di genere come generale condizionalità ex ante, nonché la raccolta di dati disaggregati per genere sui beneficiari e i partecipanti;

    72.

    raccomanda vivamente che i dati disaggregati per genere siano resi pubblici al fine di garantire la rendicontabilità e la trasparenza finanziarie;

    73.

    chiede l'adozione della metodologia della relazione sull'Indice sull'uguaglianza di genere 2015 — Misurare l'uguaglianza di genere nell'Unione europea nel periodo 2005-2012, pubblicata dall'EIGE nel 2015, ai fini della misurazione della disparità di genere, quale base per la pianificazione e l'attuazione dei programmi di finanziamento dell'UE;

    74.

    invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a organizzare periodicamente programmi di formazione e di assistenza tecnica sugli strumenti per l'integrazione della dimensione di genere rivolti a tutto il personale coinvolto nell'elaborazione delle politiche e nelle procedure di bilancio; chiede di incoraggiare l'utilizzo del bilancio di genere nelle strategie dell'UE e nazionali al fine di promuovere più efficacemente la parità di genere;

    75.

    invita la Commissione a monitorare attentamente l'efficacia degli organismi e delle procedure nazionali preposti al trattamento dei reclami riguardo all'attuazione delle direttive in materia di parità di genere;

    76.

    chiede che la Corte dei conti europea includa anche la prospettiva di genere in sede di valutazione dell'esecuzione del bilancio dell'Unione, per quanto concerne gli obiettivi specifici delle politiche dell'UE in materia di uguaglianza e gli aspetti orizzontali delle stesse, sia nelle sue raccomandazioni sia nelle relazioni speciali; chiede agli Stati membri di introdurre analogamente la dimensione di genere nei loro bilanci per analizzare i programmi e le politiche pubbliche, i loro effetti sull'attribuzione delle risorse e il loro contributo alla parità tra uomini e donne;

    77.

    ribadisce la sua preoccupazione per il fatto che tra i membri della Corte dei conti europea, attualmente composta da 28 uomini e solo 3 donne (due in meno dall'inizio del 2016), si registra la più profonda mancanza di equilibrio di genere di tutte le istituzioni dell'UE; chiede che da ora in poi, e fino al raggiungimento di un equilibrio accettabile, il Consiglio proponga al Parlamento due candidati, una donna e un uomo, per tutte le nomine future;

    78.

    plaude al lavoro dell'ufficio del commissario per i diritti umani in Polonia, che, ai sensi della legge sulla parità di trattamento, è l'organismo per la parità responsabile dell'attuazione della legislazione concernente la parità di trattamento; esprime profonda preoccupazione per i recenti tagli di bilancio che hanno interessato i reparti dell'ufficio del commissario per i diritti umani preposti all'uguaglianza di genere; ricorda che l'organismo nazionale per la parità dovrebbe disporre di personale e finanziamenti adeguati e che la sua indipendenza dovrebbe essere rispettata e mantenuta;

    o

    o o

    79.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

    (1)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.

    (2)  GU C 436 del 24.11.2016, pag. 51.

    (3)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 470.

    (4)  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.

    (5)  Testi approvati, P8_TA(2016)0338.

    (6)  Testi approvati, P8_TA(2016)0072.

    (7)  Testi approvati, P8_TA(2016)0309.

    (8)  Parte I del documento di lavoro sulle dichiarazioni programmatiche concernenti la spesa operativa che accompagnano il progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2017 (COM(2016)0300), pag. 15).

    (9)  Commissione europea, Direzione generale per la ricerca e l'innovazione, «Horizon 2020 Annual Monitoring Report 2014» (Rapporto di monitoraggio annuale 2014 di Orizzonte 2020), ISBN 978-92-79-57749-9, pag. 44.


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